Asta 269 - Cuprum Reloaded. Bronzetti dal Medioevo all'800

Asta 269 - Cuprum Reloaded. Bronzetti dal Medioevo all'800

Tuesday 19 September 2023 hours 16:00 (UTC +01:00)
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  • Fonderia Antonio Pandiani  (1838-1828) 

Calamaio con Venere Marina
    Lot 1

    Fonderia Antonio Pandiani (1838-1828)
    Calamaio con Venere Marina

    Milano
    XIX-XX secolo
    Bronzo patinato nero
    26x15x15 cm

    Bellissimo calamaio in bronzo di gusto rinascimentale. La coppa si presenta sostenuta da protomi leonine poggianti su alti piedi a volute. Sul coperchio, decorato con foglie d'acanto, una bella Venus marina poggiante il piede sinistro sulla testa di un delfino tenuto saldamente per la coda.

    Tipico esempio della produzione storicistica in voga nel XIX e XX secolo.

    Non firmato ma identico ad alcuni esemplari firmati, il calamaio è sicuramente ascrivibile alla produzione Pandiani

    La fonderia Pandiani, attiva già nel corso del XIX secolo con artisti di gusto neoclassico quali Giovanni Pandiani (1809-1879), ha grande sviluppo sotto la direzione di Antonio Pandiani, che ne assume la direzione nel 1886 portandola ai successi delle grandi mostre internazionali e alla conquista del ruolo di bronzisti della Real Casa Savoia. Per il Quirinale e i palazzi reali i Pandiani produrranno da quel momento un’ingente quantità di bronzi, decori e vasellame in metallo.

    Nella seconda metà degli anni ’20, la ditta espanderà l’attività alla produzione di arredi di ogni tipo in stile eclettico storicizzante e all’antiquariato, dimostrandosi in grado di coprire ogni esigenza legata all’arredo d’interni. Tra i più noti collaboratori dell’azienda va ricordato Carlo Bugatti (1809-1940), celebre disegnatore di mobili dal gusto orientaleggiante, fratello dell’altrettanto celebre pilota automobilistico.

  • Rara coppia di armigeri reggiscudo
    Lot 2

    Rara coppia di armigeri reggiscudo





    Bottega veneta


    Probabilmente XVII secolo


    Bronzo patinato nero


    Tot. 32x11x8 cm


    I bronzi 20x11x5 cm





    Una rara coppia di armigeri reggiscudo che si potrebbero vedere affiancati a vigilare su qualche portale antico.





    Tipologia di decorazione, forse puntali di alari, frequente nella produzione delle fonderie veneto-padovane fra il XVI e il XVII secolo.





    Noti gli esemplari attribuiti a Tiziano Aspetti o a Gerolamo Campagna con esiti spesso monumentali. Copie simmetriche, quali Marte e Minerva o Giove e Giunone, spesso vegliavano il fuoco dall'apice di complesse piramidi in bronzo gremite di draghi e putti.





    Nel nostro caso, viste le dimensioni ridotte, possiamo pensare anche a due decorazioni da inserire nelle nicchie di un mobile o un monetiere. A comprova di questa tesi, notiamo la scarsa profondità della parte posteriore, tipica dei manufatti plastici destinati a una visione prevalentemente frontale.





    Bibliografia di riferimento:


    Charles Avery, La Spezia-Museo Civico Amedeo Lia-Sculture- bronzetti, placchette, medaglie, Silvana editore, Cinisello Balsamo, 1988, pp.118-123.





    Mark Gregory d'Apuzzo, La Collezione dei Bronzi del Museo Civico Medievale di Bologna, Libro Co, Casciano Val di Pesa, pp.216-220.

  • Francesco da Sant' Agata (documentato a Padova 1491-1528) (scuola di) Niobe
    Lot 3

    Francesco da Sant' Agata (documentato a Padova 1491-1528) (scuola di)


    Niobe





    Bronzo patina trasparente rossastra con tracce di patina nera


    Tot. 33x11x7 cm


    Bronzo 26x11x7 cm





    L’iconografia del bronzetto rimanda al mito di Niobe, figlia di Tantalo, punita come il padre per la sua superbia.





    Madre di dodici figli, Niobe si vantava di essere più feconda di Latona, divina genitrice di due soli rampolli: i gemelli Artemide e Apollo. Proprio a loro la dea affidò l’incarico di vendicare l’oltraggio mandandoli a sterminare con arco e frecce tutta la prole della sventurata Niobe, non casualmente raffigurata nel nostro bronzetto mentre, disperata, porta le braccia al cielo, fornendo l'occasione per un soggetto femminile molto accattivante.





    Francesco da Sant'Agata fu scultore e orafo fra il Quattrocento ed il Cinquecento a Padova. Di lui sono conservate sculture e bronzetti. La Niobe è conservata nel Bode Museum di Berlino e nella Wallace Collection, Londra.





    La nostra versione presenta una superficie molto lavorata e una bella patina dai toni rossastri. Probabilmente XVII secolo.





    Bibliografia


    Giorgio Nicodemi, Bronzi Minori del Rinascimento Italiano, Luigi Filippo Bolaffio Editore, Milano, 1933, pp. 129-134.

  • Pierre Legrosse II (Il Giovane) (Parigi, 1666-Roma, 1719) (da una scultura di) Marsia
    Lot 4

    Pierre Legrosse II (Il Giovane) (Parigi, 1666-Roma, 1719) (da una scultura di)


    Marsia





    XVIII-XIX secolo


    Bronzo patinato nero


    Bella base in marmi mischi


    Tot. 28x10x10 cm


    Bronzo 20x10x7,5 cm





    Questa bellissima composizione rappresenta il satiro Marsia legato a un tronco d'albero mentre cerca di divincolarsi per sottrarsi al supplizio a cui lo sottoporrà Apollo. Reo di aver sfidato il dio a una gara musicale, Marsia era stato infatti condannato a essere scorticato vivo.





    Il nostro bronzetto si ispira a una bella composizione di gusto barocco realizzata dallo scultore francese Pierre le Grosse II. Detto anche “il Giovane" per distinguerlo dall’omonimo padre anch'esso artista, lo scultore visse e lavorò tutta la vita a Roma producendo opere per le più importanti chiese romane.





    Non si hanno notizie di una sua produzione in bronzo ed è probabile che il nostro bronzetto sia una derivazione antica di una sua scultura.





    La qualità del bronzetto lo fa supporre realizzato fra la fine del XVIII secolo e l'inizio di quello successivo da anonima fonderia italiana.

  • Cavallino Rampante
    Lot 5

    Cavallino Rampante





    Veneto o Germania


    XVI-XVII secolo


    Bronzo patinato nero


    Tot. 23,5x14,5x9,5


    Bronzo15,5x14,5x5,5





    Bel cavallino rampante con spessa patinatura artificiale bituminosa.





    Di notevole pregio anche la base di epoca posteriore in onice e bronzo dorato.





    Da collezione.

  • La Maddalena
    Lot 6

    La Maddalena





    Scuola toscana?


    Probabilmente XVII secolo


    Bronzo argentato, ora in patina


    Tot. 29x18x12 cm


    Bronzo 25x16x9 cm


    Forse mancante del calice nella mano sinistra





    Il bronzo qui proposto va considerato insieme al lotto successivo (il San Giovanni Evangelista) come facente parte di un insieme, forse una crocifissione o una serie di santi.





    Entrambe i manufatti denotano un tipo di lavorazione da oreficeria in quanto molto ben cesellati soprattutto nei tessuti e nei capelli. Una fitta punzonatura ricopre interamente gli abiti, scoprendo una delicata decorazione a fiori sparsi.





    La stessa argentata, ora in patina nero-blu, se lucidata evidenzierebbe due oggetti estremamente preziosi ed appariscenti. Si potrebbe pertanto tentare una pulitura leggera.





    Per confronti si veda la crocifissione del Museo Lia, La Spezia, attribuita ad Antonio Susini, che denota alcune vaghe assonanze, nei visi e nelle pose, alle nostre due statue.





    Bibliografia


    Charles Avery, La Spezia-Museo Civico Amedeo Lia-Sculture Bronzetti Medaglie, Silvana editore, Cinisello Balsamo, 1998, pp. 127-130.

  • San Giovanni Evangelista
    Lot 7

    San Giovanni Evangelista





    Scuola toscana?


    Probabilmente XVII secolo


    Bronzo argentato, ora in patina


    Tot. 29x18x12 cm


    Bronzo 25x18x10 cm





    La bella statuetta qui presentata raffigura San Giovanni Evangelista e va posta in relazione alla Maddalena del lotto precedente.





    Stesso materiale prezioso e stessa lavorazione: si notino i tessuti delle vesti finemente cesellati e punzonati a descrivere motivi floreali sparsi.





    Si potrebbe supporre che appartenessero in origine a un Calvario, affiancate a un crocifisso centrale e successivamente montate sulle attuali basi tornite in giallo Siena.





    Vengono proposte separatamente in quanto autonome e complete in sé stesse, quindi non necessariamente in coppia.





    Da sottolineare la tridimensionalità della realizzazione, che le vede rifinite nello stesso modo da tutti i punti di visione, la qualità dei panneggi e l'attenta lavorazione dei particolari. Curioso l'appoggio del piede sinistro sulla pila di libri, espediente che crea il movimento rotatorio della figura.





    Nelle posture dei santi e nell'enfasi dei volti vaghe assonanze con una crocifissione del Museo Lia, La Spezia, attribuita ad Antonio Susini.





    Bibliografia


    Charles Avery, La Spezia-Museo Civico Amedeo Lia-Sculture- Bronzetti, Placchette,Medaglie, Silvana editore, Cinisello Balsamo, 1998, pp 127-13.

  • Busto di Jean Racine (1639-1699)
    Lot 8

    Busto di Jean Racine (1639-1699)





    Scuola francese, XVIII-XIX secolo


    Bronzo patinato nero con tracce di patina trasparente rossa sul collo


    22x15x12 cm





    Ritratto del drammaturgo Jean Racine che, insieme a Molière e a Pierre Corneille, fu uno dei maggiori letterati francese del XVII Secolo.





    I piccoli busti da collocare negli scaffali delle biblioteche o sopra le scrivanie furono un genere molto apprezzato sin dal XVIII secolo.





    In particolare, i busti raffiguranti letterati furono spesso prodotti in serie. Il ritratto di Racine era spesso abbinato a quello di Molière (1622-1673) a rappresentare i due aspetto del teatro, quello tragico e quello comico.





    Questi bustini erano spesso derivazioni in miniatura dei busti aulici realizzati dai grandi scultori dell'epoca, quali Houdon, Boizot o Caffieri.





    Rientra pienamente in questo filone colto, da intellettuali, anche il nostro bustino che è realizzato in maniera eccellente. Presenta lavorazione plastica molto accentuata e alta qualità sia di materiale che di patina. Da ritenersi più antico di più comuni versioni ottocentesche, probabilmente realizzato tra XVIII e XIX secolo.

  • Contenitore con coperchio
    Lot 9

    Contenitore con coperchio





    Periodo Revival rinascimentale


    XIX secolo


    Bronzo patinato con tracce di doratura


    12,5x11x11 cm





    Bel cofanetto in bronzo con tracce di doratura esterna. Nei tipici modi della bronzistica rinascimentale padovana con il suo patrimonio iconografico popolato di mascheroni grotteschi e ghirlande.





    All'interno presente ancora bella doratura vermeil, probabilmente fu usato come porta gioie.

  • Cristo stante
    Lot 10

    Cristo stante





    Francia?


    XVIII-XIX secolo


    Bronzo dorato


    25x13,5x9,5 cm





    Bella fusione a tema religioso raffigurante un Cristo dorato in piedi.


    Guardando verso l'alto sembra che indichi con la mano destra verso terra.





    Bellissimo il panneggio un po' "over size" che avvolge la figura.





    Fusione non caratterizzata da tratto devozionale, presenta una classicità che la avvicina ai grandi maestri tardo barocchi.

  • Emilien de Nieuwerkerke  (Parigi 1811- Gattaiola 1892) Monumento equestre di Guglielmo d'Orange
    Lot 11

    Emilien de Nieuwerkerke (Parigi 1811- Gattaiola 1892)


    Monumento equestre di Guglielmo d'Orange





    Bronzo patinato nero


    Firmato sul piedistallo


    38x36,5x18,5 cm





    Monumento equestre del principe Guglielmo I d'Orange (Dillenburg 1533 - Delft 1584) grande protagonista della guerra di indipendenza dei Paesi Bassi dagli Spagnoli (Guerra degli ottanta anni).





    La scultura, commissionata da Guglielmo II d'Olanda allo scultore francese Alfred Èmilien O'Hara Comte de Nieuwerkerke, fu da questi realizzata nel 1845 ed esposta a Parigi prima di essere trasportata via mare all'Aia, dove è tutt'ora collocata davanti al palazzo Noordeinde.





    Scultore e personaggio del bel mondo, Alfred Èmilien O'Hara Comte de Nieuwerkerke rivestì incarichi prestigiosi per il governo, quali la direzione del Louvre durante il Secondo Impero. Fu anche collezionista e parte dei suoi tesori confluirono nella raccolta di Sir Richard Wallace.


    Viaggiò in Italia. A Torino entrò in contatto con lo scultore Carlo Marocchetti, che proprio in quegli anni (1838) realizzava il monumento equestre dedicato a Emanuele Filiberto di Savoia, ancora oggi collocato in Piazza San Carlo a Torino. Sono evidenti le similitudini fra questo monumento equestre e quello qui presentato.





    Dalla fusione monumentale furono realizzate delle riduzioni in bronzo e la nostra è una di quelle sopravvissute, recante la firma dall'autore sulla base a cui è ancorato il cavallo.





    Si tratta di una bellissima fusione ottocentesca in cui il cavaliere, in armatura rinascimentale, gorgiera e cappello piumato incede tenendo per le briglie il possente destriero.





    Da notare la qualità dell'armatura e delle finiture del cavallo rese in modo estremamente realistico e particolareggiato.





    Partendo dai modelli rinascimentali del Giambologna e della sua scuola, de Nieuwerkerke realizza un’opera di grande effetto e originalità, ben evidente anche nella riduzione in bronzo qui presentata.

  • Bartolomeo Bellano (Padova 1437/38-1496/1497) (scuola di) Davide con la testa di Golia
    Lot 12

    Bartolomeo Bellano (Padova 1437/38-1496/1497) (scuola di)


    Davide con la testa di Golia





    Probabilmente XVII secolo


    Bronzo patinato nero, tracce di doratura


    25x10,5x10,5 cm





    Il bronzetto qui proposto raffigura il pastorello Davide nel momento successivo alla lotta con il gigante Golia. Il fanciullo uccide l'avversario con la fionda e gli mozza il capo con la sua stessa spada.





    L'invenzione di questa nota scultura viene tradizionalmente attribuita a Bartolomeo Bellano, uno degli allievi maggiormente vicini a Donatello. Il Bellano fu, assieme a Bertoldo di Giovanni, il pi√π stretto collaboratore del grande maestro toscano trapiantato a Padova.





    L'attribuzione di questo bronzetto a Bartoloneo Bellano, è stata fatta sulla base di confronti stilistici con opere certe del grande scultore. La fusione originale, attualmente custodita al Metropolitan Museum of Art, New York, misura 28,5 cm di altezza ed è pertanto leggermente più alta della nostra versione che ne conta 25.





    Il riferimento iconografico immediato è il David di Donatello realizzato negli stessi anni e ora custodito al Museo Nazionale del Bargello, Firenze. Identica la posa, ma la versione del Bellano è più realistica, mentre quella di Donatello è maggiormente idealizzata, col David nudo che rimanda più alla statuaria antica che a una naturalistica rappresentazione di un corpo colto nel momento susseguente una lotta mortale.





    Esistono copie, o repliche con varianti, del bronzo del Bellano in vari musei e collezioni private. Ognuna presenta diversità sostanziali rimanendo però riconoscibile il modello originale.


    Alcuni di questi bronzetti vengono comunemente attribuiti alla bottega di Severo Calzetta da Ravenna, tratti dall'originale del Bellano o "Vellano" da Padova, per dirla con il Vasari.





    Impossibile in questa sede citare tutte le versioni alternativamente attribuite a Severo o a Bellano.


    Ricordiamo tra le altre:


    quella custodita nella Frick Collection, New York; le due repliche del Louvre, Parigi, una delle quali molto simile alla nostra e attribuita a Severo da Ravenna dal modello del Bellano; la variante trasformata in candeliere della National Gallery, Washington; il bronzetto del Philadelphia Museum of Art che presenta nella parte cava della base un altorilievo con scena di pastorizia; l’esemplare del National Museum of Schotland, Edimburgo, attribuito alla bottega di Severo e infine quello del Museo Correr a Venezia.





    La nostra replica è molto ben rifinita sia nella testa di Golia che nella splendida capigliatura inanellata del David. Fra le versioni conosciute è quella che maggiormente si avvicina al bronzetto del Louvre, con alcune diversità ad esempio nel basamento e nella esatta posizione della spada.





    Si tratta presumibilmente di copia antica padovana, presumibilmente 600esca.





    Alcuni bronzetti analoghi sono passati in aste internazionali quali


    Sotheby's New York 2011 e Christie's 2006.





    Bibliografia


    Davide Banzato e AAVV, Donatello e il Suo Tempo: Il Bronzetto a Padova nel Quattrocento e nel Cinquecento, catalogo della mostra, Musei Civici di Padova, Skira, Ginevra-Milano, 2001, pp. 88-89, 162-163.


    J.Pope-Hennessy, The Frick Collection, A Illustrated Catalogue, III, Sculpture-Italian, New York, 1970, pp. 67-71.

  • Candeliere con satiro reggi candela
    Lot 13

    Candeliere con satiro reggi candela





    Toscana


    XVI-XVII secolo


    Bronzo patinato nero


    17,5x9x8,5 cm





    È in realtà un candeliere la piccola ma complessa composizione scultorea raffigurante un satiro seduto che regge un fusto di pianta adattato a porta candela. La scena è completata dalla sorprendente presenza di un serpente che, attorcigliandosi attorno al tronco su cui è seduto il satiro, forma il manico del prezioso oggetto a base ovale sorretta da tre zampe bovine.





    Il bronzetto in asta Bertolami sembra essere uno dei due elementi di una coppia di cui è stato riconosciuto il pendant nel candeliere descritto nella scheda n.97 del catalogo della Collezione Luigi Grassi di Piccoli Bronzi del Rinascimento. Del tutto speculare al nostro - ma con un protagonista di genere femminile e arrivato sino a noi mutilo della babege - l’esemplare Grassi viene catalogato come manufatto di scuola fiorentina del XVI secolo, un parere al quale riteniamo doveroso uniformarci.





    A novant’anni dalla sua stesura e nonostante l’evoluzione degli studi di settore, l’opera di cui si parla rimane infatti una fonte autorevolissima, oltre che un imprescindibile documento di una pagina importante della storia del collezionismo di bronzetti.





    Di quella storia l’antiquario Luigi Grassi fu un assoluto protagonista. La sua leggendaria collezione di piccoli bronzi si attestava, per qualità e rarità dei pezzi raccolti, a livello delle più importanti collezioni museali. Non sorprende pertanto la sua decisione di conferire l’incarico di archiviarla a Leo Planiscig (1887-1952), all’epoca massimo esperto mondiale del settore, oltre che direttore del Kunsthistorisches Museum di Vienna.





    Alla morte di Grassi, avvenuta nel 1937, gli eredi misero in vendita la collezione, conservando però lo studio di Planiscig che venne infine, e per fortuna, pubblicato dal nipote nei primi anni 2000. In quell’opera preziosa abbiamo riconosciuto il gemello del nostro satiro.





    Bibliografia


    Leo Planiscig, La Collezione Luigi Grassi di Piccolo Bronzi del Rinascimento, Centro Di, Firenze, 2006, scheda 97.

  • Due oggetti commemorativi del Pontificato di Papa Benedetto XV (1914-1922)
    Lot 14

    Due oggetti commemorativi del Pontificato di Papa Benedetto XV (1914-1922)





    a) Francesco Parisi


    (Napoli, 1874- Roma, 1956)


    Piccolo busto di papa Benedetto XV


    Bronzo patinato su piccola base in marmo


    Tot. 17,5x18x12 cm


    Bronzo 15x17x11 cm


    Firma sul retro: F.Parisi, Roma





    b) Grande placca commemorativa


    recante il ritratto di Papa Benedetto XV e varie scritte


    XX secolo


    Bronzo patinato


    32,5x22,5x1,5 cm


    Firma illeggibile in basso a destra

  • Coppia di candelieri istoriati
    Lot 15

    Coppia di candelieri istoriati





    Padova o Venezia


    XVI-XVII secolo


    Patina nera e bruna traslucida


    17,5x15,5x15,5 cm





    Bella coppia di candelieri da tavolo decorati con il tipico repertorio iconografico rinascimentale. Motivi di mascheroni raccordati da girali fitomorfi compaiono sulla larga base circolare sulla quale si innesta la bobege sorretta da un vaso a balaustro recante decori a foglie d'acanto e scaglie di drago. Fusto e base sono pezzi separati messi in raccordo da un perno interno.





    Modelli analoghi sono pubblicati nel repertorio dei piccoli bronzi italiani rinascimentali di Leo Planiscig. Di particolare evidenza le analogie esistenti tra questo esemplare e un candeliere in Collezione Museo del Louvre di eguali misure (pi√πprecisamente di mezzo centimetro pi√π basso) e attribuito a scuola padovana-veneziana, principio del XVI secolo.





    Bibliografia


    Leo Planiscig, Piccoli Bronzi Italiani del Rinascimento, Fratelli Treves Editori, Milano MCMXXX, tav. XCIV.

  • Niccol√≤ Roccatagliata (Genova, 1593 - Venezia, 1639) (scuola di) Coppia di candelieri
    Lot 16

    Niccolò Roccatagliata (Genova, 1593 - Venezia, 1639) (scuola di)


    Coppia di candelieri





    Bronzo dorato


    15,5x14x13 cm





    Bella coppia di candelieri del XVII secolo in bronzo dorato con base sorretta da tre satiretti.


    Seduti su volute terminanti a foglia d'acanto, i piccoli satiri sono raccordati da altrettanti festoni costituiti da perle scalate e nappe con fiocchi. La bobege, a forma di vaso con tre manici a ricciolo, presenta altrettante facce di putti alternate a volute e panneggi.





    Gli esemplari aderenti a questa tipologia vengono usualmente attribuiti alla scuola padovana rinascimentale e in particolare alla bottega di Niccolò Roccatagliata, che protrasse la sua attività nel corso del XVII secolo. Una identica decorazione si rinviene su altri oggetti d'uso prodotti dalla stessa scuola, ad esempio calamai (vedi Sotheby's, 17 dicembre 2008, New York, USA.)





    Da notare la vistosa doratura, molto ben conservata e ben lontana da quelle patine bituminose o traslucide che siamo abituati ad associare alla produzione rinascimentale. Un cliché contraddetto da molti oggetti realizzati dalla scuola presa in esame, primo tra questi il famoso "Giovane inginocchiato che porta una conchiglia" del Victoria and Albert Museum di Londra.





    Esami della lega potrebbero dare ulteriori informazioni sull’amalgama della nostra doratura, che si presenta in apparenza al mercurio.





    Tra i modelli analoghi si segnala la coppia di candelieri custodita nella collezione del Museo Miniscalchi-Erizzo di Verona, anch'essa attribuita alla scuola di Niccolò Roccatagliata.





    Bibliografia


    P. Gazzola, La Fondazione Miniscalchi Erizzo, Verona, 1862.

  • Barthelemy Prieur  (Berzieux, 1536-Parigi, 1611) (scuola di) Narciso
    Lot 17

    Barthelemy Prieur (Berzieux, 1536-Parigi, 1611) (scuola di)


    Narciso





    Bronzo patina trasparente rossastra


    Tot. 30x7x8 cm


    Bronzo 20x5x5,5 cm





    Opera per lungo tempo attribuita a Francesco da Sant'Agata.


    La critica recente lo ha inserito fra le opere del grande scultore francese Barthelemy Prieur attivo presso la corte di Enrico IV





    Prieur rappresenta Narciso in posizione eretta con le braccia alzate a circondare il capo, adottando pertanto una soluzione iconografica alternativa a quella tradizionale del giovinetto che volge lo sguardo verso l’acqua e chiaramente ispirata ai prigioni di Michelangelo, che l'autore aveva potuto contemplare dal vero.





    Si tratta di una bella fusione, dalla superficie molto lavorata e lucida, dotata di una splendida patina trasparente dai toni rossastri.





    Probabilmente XVII secolo, scuola di Barthelemy Prieur.





    Bibliografia


    Voler Khran, Von Allen Seiten Schon, Edition Volker Huber, Offenbach am Main, 1995, scheda 141

  • Venere Anadiomene con Cupido
    Lot 18

    Venere Anadiomene con Cupido





    Veneto?


    XVII-XVIII secolo


    Bronzo patinato nero con tracce di doratura


    Tot. 26x8,2x7,2 cm


    Bronzo 17,5x7x4,5 cm





    Il soggetto di questo incantevole bronzetto riprende il motivo archeologico dell’Afrodite Anadiomene, vale a dire la Venere nascente dal mare colta nell'atto di strizzarsi i capelli.





    Parliamo di un’iconografia amata dagli artisti di ogni epoca. Se ne conoscono molti esemplari archeologici eseguiti nei più disparati materiali. Nei bronzetti archeologici la Venere Anadiomene è per lo più associata a Cupido, secondo il modello compositivo adottato dall’anonimo autore del nostro pezzo. È una Venere Anadiomene anche la celebre Fiorenza di Giambologna, bellissima scultura bronzea commissionata come coronamento della fontana del Labirinto, oggi collocata nella villa medicea della Petraia.





    Il nostro bronzetto ha una patina molto scura con tracce di doratura. Ispirandosi chiaramente a motivi archeologici e rinascimentali, potrebbe essere stato realizzato fra il XVII ed il XVIII secolo.





    Come riferimento valga per tutti la nota Venere Anadiomene di Adriano Fiorentino (attivo a Firenze nel XIV secolo) del Philadelphia Museum of Art

  • Venerina appoggiata a un'anfora
    Lot 19

    Venerina appoggiata a un'anfora





    Periodo Neoclassico


    Fine XVIII-inizi XIX secolo


    Patina artificiale coprente nera


    18,5x7,5x7,5 cm


    Usure





    Questa tipologia di venerine in equilibrio su un piede, colte nell'atto di asciugarsi o di levarsi un sandalo, sono per lo più libere interpretazioni di un prototipo greco-romano conosciuto in diversi esemplari e materiali. Si ricorderà, tra le tante varianti in collezioni museali e private, il modello in bronzo del Museo Archeologico di Padova e quello, proveniente dagli scavi di Ercolano della metà del XVIII secolo, conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.





    La versione studiata in questa sede fa riferimento a tali modelli iconografici, rielaborando il motivo originario attraverso l’inserimento di un’anfora a cui la dea si appoggia mentre si asciuga con un drappo morbidamente ricadente sullo stesso vaso.





    Nelle intenzioni dell’autore il bronzetto doveva suggerire un’idea di grande antichità, in piena aderenza al gusto archeologico in voga in epoca neoclassica.





    Bibliografia


    Mark Gregory d'Apuzzo, La Collezione dei Bronzi del Museo Civico Medievale di Bologna, Libro Co., San Casciano Val di Pesa, pp. 355-357.

  • Massimiliano Soldani Benzi  (Montevarchi 1656-1740) (scuola di) Satiro danzante, dall‚Äôantico
    Lot 20

    Massimiliano Soldani Benzi (Montevarchi 1656-1740) (scuola di)


    Satiro danzante, dall’antico





    XVIII-XIX secolo


    Bronzo con patina rossastra su tracce di patina nera


    Tot. 22x8,5x8 cm


    Bronzo 19,5x8,5x7 cm





    Il piccolo bronzo riproduce un celebre marmo del I secolo dopo Cristo appartenuto alla collezione dei Medici e ora in Collezione Museo degli Uffizi, Firenze.





    Il Soldani Benzi realizzò copie in bronzo di sculture classiche appartenenti alla collezione dei Medici. Questo satiro e la Venere Medici furono realizzate per i principi del Liechtenstein a dimensioni quasi naturali e, sebbene dibattuti dalla critica, sono tuttora conservati nella collezione dei principi a Vaduz.





    La fonderia del Soldani riprodusse anche copie di piccole dimensioni oggi al centro di interminabili dispute attributive.





    Le repliche del Soldani sono caratterizzate dall’assenza del tronco a cui, nella versione originale, il satiro si appoggia e da una patina rossastra trasparente tipica delle migliori produzioni toscane antiche.





    Come nella versione del Soldani, Il nostro bronzetto non presenta il tronco, particolare che lo differenzia dalle infinite riproduzioni del soggetto realizzate nel XIX secolo. Inoltre la bella patina rossa e la modalità di lavorazione del metallo lo collocano ancora nel XVIII secolo.





    Impossibile dimostrare la provenienza, ma sicuramente di tratta di un manufatto di grande sapore per un collezionista esigente.





    Bibliografia


    Die Bronzen der Furstlichen Sammlung Liechtenstein, Lieberghaus-Museum alter Plastik, Frankfurt a.m. 1986, pp. 228-29.

  • Pattinatore
    Lot 21

    Pattinatore





    Scuola francese del XVIII-XIX secolo


    Patina naturale trasparente dorata


    Tracce di patina nera


    17x9,5x9 cm





    Delizioso bronzetto di gusto francese raffigurante un ragazzino colto nell’atto di indossare i pattini da ghiaccio.





    Scena di genere ispirata a opere coeve come i dipinti di Fragonard e Boucher o le sculture in bisquit realizzate da Boizot per la Real Fabbrica di Sèvres.





    Simili bronzetti di gusto decorativo ebbero grande diffusione nel XIX secolo. Il nostro per qualità e patina potrebbe essere di poco anteriore.

  • Kronos
    Lot 22

    Kronos





    Italia


    XVIII secolo


    Bronzo patinato nero


    Tot. 16,5x12,5x9,5 cm


    Bronzo 13,5x11,6x6,5 cm





    Questo delizioso bronzetto raffigura il dio Kronos contraddistinto da tutti gli attributi a lui collegati. Raffigurato in posizione stante, il dio regge con la mano destra la falce, simbolo della caducità della vita al passare del tempo, un significato rafforzato dalla clessidra tenuta con la mano sinistra. Curiosa e raramente riscontrabile in figurazioni simili è l’iconografia di un uccello in procinto di spiccare il volo da un arbusto collocato a fianco del vecchio alato. Probabilmente un simbolo ulteriore della volatilità del tempo umano.





    Bella fusione ricca di particolari e ben cesellata per un soggetto raro ed intrigante.

  • Bacco
    Lot 23

    Bacco





    Veneto


    Probabilmente XVII secolo


    Patina nera bituminosa


    Tot. 15x6,5x5 cm


    Bronzo 13,5x6,5x4,5 cm





    Piccolo Bacco o allegoria dell'autunno. Coronato di pampini, la pelle di caprone annodata sulla spalla a formare una sacca ricolma di uva. Una coppa alzata nella mano destra.





    Sculturina di pregio con splendida patina nera tipica delle produzioni venete. Bellissima la risoluzione del vello traboccante di uva e pampini. Modello non conosciuto attribuito con cautela alla produzione veneta tardo rinascimentale.

  • Girolamo Campagna (Verona, 1549 - Venezia, 1625) (ambito di) La Speranza
    Lot 24

    Girolamo Campagna (Verona, 1549 - Venezia, 1625) (ambito di)


    La Speranza





    XVI-XVII secolo


    Bronzo dorato


    10x4,5x3 cm





    Incantevole bronzetto raffigurante un’allegoria della Speranza, ben riconoscibile per la presenza nella composizione di un’ancora, il tipico attributo iconografico di questa Virtù teologale.





    Opera in miniatura, forse nata come prezioso elemento decorativo di un monetiere rinascimentale e collocata, com’era d’uso in queste preziose tipologie di mobili, in una delle piccole nicchie ricavate nello sportello.





    Al di là della destinazione d’uso, lo stile aulico sviluppato nei modi tipicamente padovani (vedi Girolamo Campagna e Tiziano Aspetti) rivela l’opera di pregio frutto di un’accurata ricerca. Il movimento a spirale la accomuna alle migliori produzioni dell'epoca.





    Pur nei limiti delle dimensioni miniaturizzate, va considerata oggetto di interesse collezionistico, ulteriormente valorizzato da una doratura al mercurio splendidamente conservata.





    Bibliografia


    Davide Banzato e Franca Pellegrini, Bronzi e Placchette dei Musei Civici di Padova, Editoriale Programma, Padova, 1989, pp.102-105.

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Asta 269 - Cuprum Reloaded. Bronzetti dal Medioevo all'800

Quando

Martedì 9 Settembre 2023 ore 16:00 CEST

Dove

Bertolami Fine Arts srl

Piazza Lovatelli, 1

00186 Roma

Italia

Esposizione

Lotti visibili su richiesta presso

Il Labirinto Antichità 

Via Maggiore, 3

26010 Casale Cremasco Vidolasco

(Cremona)


Per fissare un  appuntamento:

Antonello Andreacchio

+39 338 7817911

Offerte pre-asta

Le offerte pre-asta potranno essere effettuate nelle modalità descritte nelle informazioni sull’asta sino alle 13:00 CEST di giovedì 13 luglio 2023.

Diritti D'asta: 27%

Live Bidding BFA: 1,5%

Modalità di ritiro dei lotti aggiudicati

Le modalità di consegna dei lotti aggiudicati vanno concordate con la responsabile dell'ufficio logistica, Alessandra Tabacco: a.tabacco@bertolamifineart.com

Sessions

  • 19 September 2023 hours 16:00 Asta 269 - Cuprum Reloaded. Bronzetti dal Medioevo all'800 (1 - 80)

More information

INFORMAZIONI SULL’ASTA 269

1. Modalità di partecipazione

L’asta sarà battuta il 13 luglio 2023 a partire dalle ore 16,00 CEST presso la sede di Bertolami Fine Arts S.r.l. in Piazza Lovatelli, 1 – Roma 

Sono previste le seguenti modalità di partecipazione: di persona presso i locali in cui l’asta sarà battuta, telefonica, online previa registrazione sul nostro sito www.bertolamifineart.com o sui portali partner (vedi elenco sotto riportato), tramite offerta scritta fatta pervenire entro le 13,00 CEST di giovedì 13 luglio 2023.

a. Partecipazione in sala

I clienti non conosciuti e che non si fossero già registrati dovranno essere provvisti di un valido documento di identità.

b. Partecipazione telefonica

É possibile fare le proprie offerte durante l’asta tramite telefono guidati da un nostro operatore. Per accedere a questa modalità di partecipazione sarà necessario prenotarsi entro le 13,00 CEST di giovedì 13 luglio specificando i lotti per i quali si intende entrare in gara e un recapito telefonico. I clienti così prenotati saranno chiamati al numero di telefono da loro indicato alcuni lotti prima di quelli per cui avranno manifestato interesse

La prenotazione per la partecipazione telefonica ha il valore di un’offerta scritta alla base d’asta indicata in catalogo. 

Per prenotare la partecipazione telefonica compilare l’apposito modulo di offerta 

(Per info: +39 32609795 info@bertolamifineart.com - amministrazione@bertolamifineart.com)

c. Partecipazione online attraverso il nostro sito o i portali partner

È possibile fare le proprie offerte durante l’asta registrandosi sul nostro sito www.bertolamifineart.com oppure sui seguenti portali partner: 

Arsvalue (www.arsvalue.com)

Bidspirit (www.bidspirit.com)

Drouot (www.drouot.com)

OneBid (www.onebid.pl)

Invaluable (www.invaluable.com)

Live Auctioneers (www.liveauctioneers.com) 

The Saleroom (www.the-saleroom.com)


d. Partecipazione tramite offerta scritta

È infine possibile formulare le proprie offerte per iscritto compilando l’apposito modulo di offerta per procura o anche tramite testo libero. Le offerte scritte dovranno essere ricevute da Bertolami Fine Arts entro le 13,00 CEST di giovedì 13 luglio  2023 e potranno essere trasmesse tramite e-mail (amministrazione@bertolamifineart.com – info@bertolamifineart.com), per posta o consegnate presso i nostri uffici di Piazza Lovatelli 1 – 00186 Roma. L’offerta scritta ha il valore di autorizzazione al banditore ad effettuare offerte per conto del firmatario. 

 

2. Esposizione 

Lotti visibili su richiesta presso

Il Labirinto Antichità 

Via Maggiore, 3

26010 Casale Cremasco Vidolasco

(Cremona)

Per fissare un  appuntamento:

Antonello Andreacchio

+39 338 7817911 

 

3. Offerte pre asta

Dalla data di pubblicazione del catalogo online sino alle ore 13,00 CEST di giovedì 13 luglio 2023 sarà possibile: 

- cominciare ad effettuare offerte sul sito www.bertolamifineart.com o sui portali partner come elencati al punto c del paragrafo 1

- inviare le offerte scritte di cui al punto d del paragrafo 1

 

Nel caso di:

-unica offerta pre asta su un lotto

e in assenza di offerte di rilancio durante l’asta, il lotto sarà aggiudicato alla base d’asta anche ove l’unica offerta pervenuta fosse di importo superiore (l’importo dell’offerta pre asta indica infatti l’offerta massima che l’offerente è disposto ad effettuare) 

Esempio: base d’asta € 1.000 – Unica offerta pre-asta € 1.500 – Aggiudicazione a € 1.000

-offerte pre asta multiple dello stesso importo su uno stesso lotto 

e in assenza di offerte di rilancio durante l’asta, il lotto sarà aggiudicato all’autore dell’offerta con data anteriore 

-offerte pre asta multiple di importi diversi su un medesimo lotto

e in assenza di offerte di rilancio durante l’asta, il lotto sarà aggiudicato all’autore dell’offerta più alta a un prezzo di aggiudicazione calcolato aggiungendo all’importo dell’offerta immediatamente inferiore un incremento prestabilito nella tabella pubblicata in calce (Tabella A)

Esempio: offerta cliente A €1.270, offerta cliente B € 1800. Vince il cliente B non al prezzo di aggiudicazione di € 1.800 ma di € 1.370. Viene cioè applicato all’importo dell’offerta immediatamente inferiore l’incremento automatico di € 100 previsto dalla tabella quando le offerte sono comprese nello scaglione € 1.000-1.999. 

 

4. Modalità di pagamento

Gli acquirenti dei lotti vincenti potranno scegliere tra le seguenti modalità di pagamento:

assegno bancario o circolare non trasferibile intestato a Bertolami Fine Arts s.r.l. 

           (nel caso di pagamenti effettuati tramite assegni esteri aggiungere € 10 all’importo della

            fattura);

carta di credito (Visa, MasterCard e American Express);

Paypal;

Bonifico bancario a favore di Bertolami Fine Arts S.r.l. presso: 

BPER Banca - Agenzia 28 - IBAN: IT18R0538705006000035185964 - SWIFT/BIC BPMOIT22XX

oppure

BANCO DESIO - IBAN: IT58J0344003209000000192600 - SWIFT/BIC BPSPIT31XXX

(nel caso di pagamenti effettuati tramite bonifico extra-europeo aggiungere €10 all’importo della fattura)

 

Nota bene:

le fatture pagate tramite assegno, contanti o bonifico bancario sono esenti dal pagamento delle tasse amministrative del 3,5%

 

5. Diritti d’asta

L’acquirente corrisponderà a Bertolami Fine Arts una commissione d’asta pari al 27% del prezzo di aggiudicazione di ciascun lotto. 

Sui lotti acquistati tramite partecipazione on line sul sito www.bertolamifineart.com o sui portali partner si applicherà un’ulteriore commissione così quantificata:

www.bertolamifineart.com +1,5% del prezzo di aggiudicazione

Bidspirit +1,5 % del prezzo di aggiudicazione

Drouot +3% del prezzo di aggiudicazione

Invaluable +5% del prezzo di aggiudicazione

Liveauctioneers +5% del prezzo di aggiudicazione

OneBid +1,5% del prezzo di aggiudicazione

The Saleroom +3% del prezzo di aggiudicazione

 

6. Costi ulteriori

I costi di spedizione, eventuali costi doganali, nonché i costi relativi alle pratiche da istruire per il rilascio dell’attestato di Libera Circolazione o di qualsiasi autorizzazione ministeriale preventiva richiesta per l’esportazione dei lotti aggiudicati sono a carico del compratore. 

Nel caso in cui, per contestazioni ingiustificate, i beni dovessero essere restituiti a Bertolami Fine Arts, le spese doganali e di spedizione sono a carico del cliente. 

 

7. Rilascio dell’attestato di Libera Circolazione o di altra autorizzazione ministeriale necessaria per l’esportazione dei beni aggiudicati 

La consegna dei lotti al di fuori dei confini italiani potrebbe essere soggetta alle norme stabilite dal Codice dei Beni Culturali (Dlgs. 42/2004 e ss.mm.ii.) in materia di esportazione dei beni di interesse culturale. Pertanto, nel caso in cui il bene acquistato presentasse caratteristiche tali da richiedere per la sua uscita definitiva dal territorio della Repubblica Italiana una qualsiasi forma di autorizzazione ministeriale, i tempi di rilascio di tale autorizzazione saranno regolati dall’Ufficio Esportazione oggetti d’antichità e d’arte del Ministero della Cultura. 

Tali tempi di rilascio vanno mediamente calcolati nell’ordine di 60/90 giorni dal giorno dell’apertura della pratica per un Attestato di Libera Circolazione (art.68 del Codice dei Beni Culturali) e di 30 giorni per un’Autocertificazione. La casa d’aste declina ogni responsabilità per eventuali ritardi nella chiusura della pratica, ritardi addebitabili soltanto alle autorità ministeriali competenti. La pratica viene aperta solo all’avvenuto pagamento del bene e dietro esplicita autorizzazione dell’acquirente.

 

 

8. Condizioni di vendita

Le condizioni di vendita che regolano il rapporto tra Bertolami Fine Art e la gentile clientela che prenderà parte alle aste sono pubblicate in ogni catalogo. Poiché esse si intendono automaticamente accettate dal momento della partecipazione all’asta, si prega di leggerle con attenzione 

In caso di discordanza tra la versione delle condizioni di vendita pubblicata su catalogo cartaceo e quella pubblicata su catalogo online, prevale la versione online.  

 

9. Pubblicazione dei risultati d’asta

L’elenco delle aggiudicazioni sarà pubblicato da Bertolami Fine Arts sul proprio sito, www.bertolamifineart.com, a soli fini informativi, entro dieci giorni dalla chiusura dell’asta.

 

10.  Modalità di ritiro dei lotti aggiudicati

Le modalità di consegna dei lotti aggiudicati vanno concordate con la responsabile dell'ufficio logistica, Alessandra Tabacco: a.tabacco@bertolamifineart.com.

L'eventuale ritiro in sede è possibile solo su appuntamento.

Bidding increments

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