Asta 63 - Libri, autografi e manoscritti
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Lot 98 Okamoto Kisen, Sawamura Tanosuke Akebono Soshi, Parti 1 e 3 (entrambe composte da un quaderno del “Sopra”, uno del “Centro” e uno del “Sotto”), illustrato da Yoshu Chikanobu. Tokyo, 1880 (22 era Meiji), per i tipi dell’editore Tosendo.
6 volumi in-8°. Due trittici a stampa giapponese mokuhanga consistenti nella Prima e nella Terza parte dell'opera, ciascuna composta di tre volumetti contrassegnati come "Il Sopra", Il Centro" e "Il Sotto", ciascun volume composto di 20 carte [1+18+1], ciascuna misurante al foglio mm 1750x120 con specchio di scrittura di mm 152x102. Testo giapponese in stile corsivo all'inchiostro nero distribuito su un numero altamente irregolare di colonne per facciata, in funzione delle immagini che campeggiano in bianconero su ogni doppio foglio dei volumi. Colophon sono presenti alla fine di ogni volumetto. Ottimo stato di conservazione: da segnalare la presenza diffusa di meri segni del tempo. Rilegatura di stile giapponese con copertina illustrata da diverse stampe a colori accesi. (6) Rara opera di stile Ukiyo-e sulla breve vita, appassionata e tragica, di Sawamura Tanosuke (1845 – 1878), un attore del tradizionale teatro Kabuki che si guadagnò una grande notorietà e fu molto acclamato nel corso della sua carriera, sviluppatasi tra il tardo periodo Edo fino all'inizio dell'era Meiji. Il libro fu pubblicato due anni dopo la sua morte e ne riporta le principali avventure, sovente a sfondo erotico, e l'edizione completa comprende 15 libri composti tra 5 trittici. -
Lot 99 Hiroshige Utagawa I (Andō Tokutarō), Le 53 Stazioni del Tokaido (Tokaido Gojusan-Tsugi). Edizione popolare di era Meiji dei famosissimi pannelli xilografici del maestro Hiroshige.
Volume cartaceo a stampa xilografica a colori con tecnica mokuhanga completo di 61 carte [60+1], misuranti al foglio mm 180x130, con illustrazioni di mm 150x75, corredato di illustrazioni su tutte le carte, ad eccezione di quella iniziale occupata da una tabella-indice. Una fascia sul lato minore destro di ciascuna pagina reca l'iscrizione descrittiva della relativa stazione della via. Le 53 Stazioni del Tokaido si susseguono secondo l'ordine e l'iconografia della prima edizione (come si evince dall'immagine della stazione di partenza di questo viaggio da Edo a Kyoto: Nihonbashi); tra le stazioni 12 (Mishima) e 13 (Numazu) è inserito un pannello con calligrafia in inchiostro verde su sfondo bianco e grigio; analogo pannello calligrafico in verde tra la stazione 26 (Kakegawa) e 27 (Fukuroi); altro inserto di pannello calligrafico, stavolta su sfondo bianco e azzurro, tra la stazione 34 (Yoshida) e la 35 (Goyu); manca la tavola finale con l'arrivo a Kyoto, sostituita da tre illustrazioni, di formato lievemente maggiore, con scene di allestimenti militari e scorci di ambienti di corte. Stato di conservazione più che discreto: esemplare ingiallito ai margini; qualche carta mostra segni di umidità riassorbita e minuscole macchie. L'applicazione dei colori risulta talora appena sfasata rispetto alle forme disegnate. Legatura giapponese con copertina marrone chiaro marmorizzata, molto screpolata. Contropiatto interno anteriore screziato, dalla superficie lievemente danneggiata. Piatto posteriore staccato. (1) Hiroshige creò un nuovo stile di pittura paesaggistica nel mondo dell'ukiyo-e verso la fine del periodo Edo, ed esercitò indirettamente grande influenza anche sul mondo dell'arte europeo (fervido appassionato di ukiyo-e fu notoriamente Vincent Van Gogh). Nato in una famiglia di pompieri dello shogunato, Hiroshige aspirava a diventare un artista ukiyo-e, così divenne discepolo di Toyohiro della scuola Utagawa. Superati gli studi e l'apprendistato, si dedicò alla pittura di luoghi e paesaggi fino a quando, nel 1833, pubblicò le "Cinquantatré stazioni del Tokaido", che riscosse un successo strepitoso, diventando in breve tempo la sua opera più conosciuta. I paesaggi naturali che riflettono le emozioni umane e gli scorci del viaggio, la scelta dei colori e la maestria compositiva eccezionali hanno reso queste xilografie uno dei più conosciuti capolavori dell'arte figurativa nipponica ottocentesca. Oltre alle stampe paesaggistiche che catturano i sottili cambiamenti della natura, Hiroshige ha lasciato composizioni assai felici cimentandosi nelle stampe a soggetto di fiori e uccelli, così come nei dipinti. Le Cinquantatré stazioni del Tokaido è il capolavoro di Hiroshige, e le numerose seguenti pubblicazioni che ne furono edite si basavano su un diario di schizzi realizzato dall'artista nel corso del suo viaggio a Kyoto nel 1832 per assistere alla processione della Presentazione Imperiale Hassaku, una mostra annuale di cavalli pregiati presentati alla Corte Imperiale da parte dello shogunato. L'artista completò l'opera nel corso di due anni, nel 1834. I temi delle 53 Stazioni del Tokaido includono soggetti stagionali come pioggia, neve, nebbia e vento, come pure scene evocative di istanti particolari colti durante un lungo viaggio: i momenti della mattina, del tramonto, delle processioni e simili. La composizione complessiva è creata nello spirito tutto nipponico della sensibilità per la bellezza della semplicità naturale e umana. -
Lot 100 Pertedz Hogevor (“La Gloria dello Spirito”). Costantinopoli (?), AD 1772.
Volume a stampa illustrato in lingua armena classica (grabar) su carta vergellata, composto di 323 pagine numerate [1+162+1], con dimensioni al foglio di mm 130x80 e specchio di scrittura misurante mm 100x50, inchiostro nero e grafia minuscola armena talvolta con occasionali sbiadimenti alle impressioni (persino al titolo del frontespizio). Testo armeno su singola colonna per 21 righi a facciata. Capilettera in armeno stampati imitando lo stile manoscritto, in forma di grilli o figurine bizzarre. Singole facciate numerate a stampa con numerazione araba (europea). Cornici separatrici elaborate a motivi geometrici tra i capitoli, decorazioni floreali al principio e alla fine dei capitoli. Al verso precedente l'inizio di una nuova sezione di preci o inni troviamo una delle sei tavole xilografiche presenti nel volume, con le seguenti illustrazioni, in ordine: alle cc. 2-3 (il Trionfo di Cristo); c. 92 (Maria e Gesù Bambino), c. 122 (Re Davide con l'arpa dei Salmi); c. 172 (Maria e il Bambino in Cielo e sotto di essi i dannati tra le fiamme infernali); c. 238 (la Vergine Maria circondata dal coro dei Santi) e infine c. 276 (Crocifissione di Gesù). Radi lemmi latini scritti a matita in corrispondenza di singoli termini armeni ne costituiscono la traduzione latina. Sontuosa legatura in pelle scura con impressioni dorate su entrambi i piatti esterni, abbellita da una cornice dorata a linea semplice racchiudente una profusione di ampi decori vegetali ai quattro angoli interni e a losanga intorno all'ovale centrale, che presenta una forma iscritta lievemente diversa su ciascun piatto. Stato di conservazione eccellente: rare macchioline e lievissime screpolature su alcune carte. (1) Quest'opera devozionale di arduo reperimento rappresenta con ogni probabilità una sorta di breviario mariano dei cattolici armeni, redatta in un periodo di grandi scontri dottrinali e politici all'interno della comunità armena costantinopolitana e della diaspora. -
Lot 101 Salterio antologico manoscritto in greco. Italia o Francia, ca. 1820-1850.
Codice manoscritto per lo più in lingua greca (varietà koinetico-ecclesiastica) su carta vergellata spessa e bianca di mm 100x65, composto di 58 carte complessive (114 facciate: da 1v. a 58r.), con dimensioni dello spazio scritto corrispondenti a mm 75x45 e numero di righi variabile tra i 18 e i 23 lungo il manoscritto; testo greco vergato all'inchiostro nero in una grafia moderna anticheggiante con abbreviazioni e legature limitate, capilettera e titolature rubricati, internamente strutturato come segue: c.1v.: alfabeti ebraico e siriaco (più simile alla forma orientale "madnhaya") a confronto; 2r.: alfabeto greco con regole di pronuncia nei dettagli; 3 r.-v.: Lista dei valori numerici delle lettere greche e Indice parziale dei Salmi di Davide in latino; 4r.: Hymnos Angelikòs; 5r. - 24v.: Selezione di Salmi in greco; 25r. - 32v.: Antìphona tes Theotòkou Exellenisthénta; 33r. - 36r.: Litanie (Litanèiai), con la "Metamorfosi di Cristo", preci mariane e le Litanie dei Santi 37r. - 57v.: Altri Salmi greci; 58r.: Colophon, con immagine (impressione di timbro quadrato) del santo martire Rocco di Montpellier. Semplice legatura muta in pergamena piena giallastra. Condizioni di conservazione eccellenti: due cancellature di testo, probabilmente di mano dell'autore stesso; qualche macchia e altri minimi segni del tempo. (1) Questo libello dall'apparenza devozionale, redatto (forse più che copiato) a mano in lingua greca, rappresenta verosimilmente l'opera dell'ozio privato di un erudito bibliofilo e studioso di idiomi del Vicino Oriente di origine italiana o francese vissuto nella prima metà del XIX secolo, interessante operazione a metà fra il divertissement intellettuale e la compilazione di fonti filologiche della fede cristiana, in particolare cattolica. -
Lot 102 “L’arrivo del buddhismo dalle antiche leggende birmane”. Myanmar, fine XIX-inizio XX secolo.
Manoscritto birmano di formato oblungo originariamente a leporello, le cui pagine si sono distaccate restando unite a sezioni formate, rispettivamente, da tre fogli doppi, un foglio quadruplo e uno quintuplo, misuranti complessivamente mm 1320x430 (al singolo foglio: 85x430) con specchio di scrittura irregolare; testo in lingua e scrittura birmana classica distribuito su 4 righi a piega di pagina (60 righi complessivi al recto, distribuiti per 4 righi a facciata) all'inchiostro nero, corredato di 8 miniature a colori vividi occupanti lo spazio di due facciate accompagnate da didascalie di una riga, ad eccezione di due miniature che ricoprono una facciata ciascuna, con sottostante didascalia di tre righi. Copertina di cartoncino laccato rosso inornata, in buono stato. (1) Sia il testo che le miniature, comprendenti scene di venerazione e rappresentazioni di personaggi della corte regale, entità e creature magiche (il drago, il cervo d'oro, lo spirito nat, demoni e creature acquatiche dette naga), illustrano vicende mitistoriche che alludono all'introduzione del Buddhismo in Birmania nella variante Theravada. A titolo esemplificativo, una scena "Il grande re dei nat, il grande e glorioso Sangha (comunità monastica), arrivò a Tha Ton (antica capitale birmana)". Non mancano ulteriori esempi della centralità delle figure religiose buddhiste semimitiche, quali Sona Thera che lascia Thaton (città Mon nel sud della Birmania) per andare a Prome (oggi Pyay), centro di rilievo dell'antico regno Pyu. -
Lot 103 Manoscritto sacerdotale batak di contenuto magico apotropaico della tipologia tecnicamente definita pustaha. Proveniente dal Nord dell’isola di Sumatra, oggi parte dell’Indonesia. Tardo XIX secolo o inizio XX secolo (1900-1914).
Manoscritto divinatorio apotropaico scritto su un insolito supporto di corteccia trattata misurante mm 100x70 al singolo foglio, fissato a due piatti lignei e confezionato a fisarmonica. Il testo, che si sviluppa senza soluzione di continuità e non è dotato di uno specchio di scrittura definito, è corredato di 5 raffigurazioni di dubbia interpretazione, sebbene almeno una di esse rappresenti evidentemente una figura umana in rosso chiaro e nero. Incastonata al centro del piatto esterno anteriore ligneo della legatura campeggia una moneta delle Indie Orientali Olandesi da 2 centesimi e ½ emessa nel 1914, insieme amuleto rituale e testimonianza del passato coloniale dell'isola di Sumatra. (1) Questo singolare manoscritto esemplifica assai bene la classe di manoscritti tribali apotropaico-divinatori noti come pustaha (termine di remota origine sanscrita indicante il "libro" e oggi in uso, in molte diverse varianti, in larghissima parte del Subcontinente). Questo testo fu composto con ogni probabilità da un datu (sacerdote-mago) della tribù dei Toba-Batak del nord dell'isola indonesiana di Sumatra. Il testo è scritto in inchiostro scuro nell'alfabeto sillabico destrorso batak, da leggersi orizzontalmente, derivato dall'antica scrittura giavanese (ea forse influenzato anche dall'alfabeto Brahmi), e costituisce un amuleto magico di valore apotropaico, nonché uno dei tre più evidenti attributi rituali dei sacerdoti datu, insieme al bastone magico e al corno curativo. Gli impieghi di simili libri magici spaziavano dal trarre le sorti alle previsioni meteorologiche, fino alla consultazione per finalità mediche e per formulare auspici che propiziassero gli affari o la guarigione, oppure a scagliare malefici contro i nemici in tempo di guerra. -
Lot 104 Balla Giacomo, Il vestito antineutrale. Manifesto futurista. Milano: Direzione del Movimento Futurista [Cart. Tip. A. Taveggia - Milano], 11 settembre 1914 [ma dicembre 1914].
In-4° (mm 291x230). Carte [2]. Rari strappetti marginali, per il resto ottimo esemplare. (1) Terza edizione, seconda italiana, del manifesto pubblicato in occasione delle manifestazioni interventiste a Milano del settembre 1914, del quale esistono tre versioni in volantino della Direzione del Movimento Futurista: la prima è in lingua francese e datata 20 maggio 1914; la seconda è la versione ufficiale modificata e ampliata, in lingua italiana, con data di redazione 11 settembre 1914; la terza è una ristampa della versione ufficiale, con identica data di redazione (ma pubblicata nel dicembre 1914), che differisce dalla precedente per l'immagine del vestito di Cangiullo in prima pagina al posto di quello di Marinetti e per la mancanza della dicitura Approvato entusiasticamente dalla Direzione del Movimento Futurista e da tutti i Gruppi Futuristi Italiani al recto della seconda carta. Tonini, Manifesti, 82.3; cfr. Futurismo (catalogo di vendita n. 100). Firenze: Libreria Salimbeni, 1991, 337 (per la prima edizione in lingua italiana). Il manifesto, pubblicato in lingua italiana in occasione delle manifestazioni interventiste a Milano nel settembre 1914, fu recensito negativamente da La Voce, Anno VI n. 19 (Firenze, 13 ottobre 1914). -
Lot 105 Marinetti Filippo Tommaso, Lotto di 25 probabili ristampe anastatiche di alcuni importanti manifesti futuristi. XX secolo.
Compongono il lotto: 1) Marinetti Filippo Tommaso, L'immaginazione senza fili e le parole in libertà. Milano: Direzione del Movimento Futurista (Tip. A. Taveggia), 11 maggio 1913 (5 copie); 2) Pratella Francesco Balilla, Manifesto dei musici futuristi. Milano: Direzione del Movimento Futurista, s.d. [i.e. fine aprile, inizio maggio 1911] (5 copie); 3) Bartoccini Mario, L'improvvisazione musicale. Manifesto futurista. Milano: Direzione del Movimento Futurista, s.d. [i.e. marzo 1921] LEGATO CON: Clerici Roberto, Svegliatevi, studenti d'Italia! Manifesto futurista. Milano: Direzione del Movimento Futurista, maggio 1921 (5 copie); 4) Boccioni Umberto, Manifesto dei Pittori futuristi. Milano: Direzione del Movimento Futurista, 11 Febbraio 1910 [i.e. 1911 o 1912] (5 copie); 5) Id., La pittura futurista. Manifesto tecnico. Milano: Poligrafia italiana, 11 aprile 1910 [i.e. fine 1911] (5 copie). Arrossature diffuse. Lotto non passibile di restituzione. (25) -
Lot 106 Marinetti Filippo Tommaso, Sintesi futurista della guerra. Milano: Direzione del Movimento Futurista [Stab. Tip. Taveggia], 20 settembre 1914.
In-4° (mm 290x230). Carte [2]. Segni centrali di precedente piegatura e fioriture diffuse; strappetti e mancanze marginali senza perdite di inciso. (1) Manifesto interventista sottoscritto da Marinetti, Boccioni, Carrà, Russolo e Piatti; composizione grafica di Carlo Carrà. Prima edizione e prima tiratura, senza la menzione fittizia in copertina di "Prima tiratura - 300.000 copie distribuite gratuitamente" e la nota "Preghiera di affiggerla nelle case e nei luoghi pubblici". -
Lot 107 Marinetti Filippo Tommaso, Parole consonanti vocali numeri in libertà. Milano: Direzione del Movimento Futurista (Tip. A. Taveggia), 11 febbraio 1915.
In-4° (mm 291x230). Carte [2]. Segni centrali di precedente piegatura, uno strappetto marginale che non coinvolge l'inciso ad entrambe le carte e una lieve abrasione senza perdite al margine superiore della prima. (1) Edizione originale di questo raro e straordinario manifesto parolibero, nato come volantino promozionale di un volume poi mai pubblicato, che ebbe un impatto considerevole tra gli avanguardisti europei. Contiene quattro grandi tavole parolibere a cominciare dall'iconica Montagne + Vallate + Strade x Joffre, composta da Marinetti per celebrare la battaglia della Marna (5-12 settembre 1914) e il successo della controffensiva del Generale Joffre. Seguono Le coriste di Cangiullo, nello stile dell'alfabeto in libertà; Il palombaro di Govoni e la densissima Bombardamento aereo di Paolo Buzzi. Tonini, Manifesti 88.1; Echaurren Pablo, Futurismo. Collaudo 1909-2009 (catalogo di vendita). Milano: Libreria Antiquaria Pontremoli, 2009, 345; Salaris 85. -
Lot 108 Rognoni Angelo, I plastici paroliberi. Manifesto sintetico futurista. Pavia: Casa Editrice Avanguardia, gennaio 1922.
In-4° (mm 320x214). Carta [1] stampata fronte-retro. Arrossature al margine destro e rare fioriture sparse, altrimenti buona conservazione. (1) Opera dirompente nel panorama futurista, che segna un'evoluzione radicale rispetto alle "parole in libertà" marinettiane del 1913. Con questo manifesto, Angelo Rognoni spinge il linguaggio oltre i limiti della superficie stampata, immaginando parole che esplodono nello spazio, si librano, scattano in avanti, investono l'osservatore. Non più solo segni su carta, ma veri e propri elementi plastici: la parola si fa volume, gesto, oggetto tridimensionale. È un'autentica svolta sensoriale e visiva, che traghetta la poesia dalla pagina alla dimensione della scultura, prefigurando le esperienze dell'arte contemporanea multimediale e immersiva. Un'opera-manifesto di straordinaria forza teorica e immaginifica. -
Lot 109 La Voce. Firenze: [Stab. Tip. Aldino, diretto da L. Franceschini], 1908-1914.
7 annate in 258 fascicoli in-folio e in-8°. Dal n. 1 anno II, del 16 dicembre 1909 al n. 2 dell'anno VIII del 29 febbraio 1916. Doppi i nn. 3, 19, 24, 26, 45 dell'Anno IV. Presenti anche gli Indici dell'anno 1910, 1911 e 1913 e 1 Bollettino Bibliografico dell'Anno III, 5 dell'Anno IV e 8 dell'Anno V. Mancanti i nn. 4, 5, 10, 19, 31 dell'Anno II; n. 3 dell'Anno III; n. 51 dell'Anno IV; nn. 1, 3, 4, 10, 11, 17 dell'Anno VI; nn. 10, 16 dell'Anno VII; nn. 3-12 dell'Anno VIII, oltre al n. 15 dell'Anno VII (mai pubblicato). Esemplare da studio, con molti difetti da controllare, non passibile di restituzione. SI AGGIUNGE: La Voce. Edizione politica. Firenze: Libreria della Voce, 1915. 14 fascicoli in 1 volume in-8° (mm 250x170). Tutto il pubblicato, dal n. 1 del 7 maggio 1915 al n. 14 del 31 dicembre 1915. SI AGGIUNGE: Almanacco della Voce 1915. Firenze: Libreria della Voce, 1915. (260) I OPERA: Una tra le più importanti riviste del '900, fondata nel 1908 da Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini, dopo il superamento della fase inquieta del Leonardo. La rivista, dapprima settimanale poi quindicinale, rivestì un ruolo centrale nel dibattito politico e culturale italiano, grazie anche al contributo di alcune tra le personalità più importanti di quel periodo (tra i quali De Robertis, Borgese, Campana, Cozzani, Croce, Folgore, Govoni, Palazzeschi, Saba, Sbarbaro, Serra, Soffici e tantissimi altri) che contribuirono a creare un dibattito intellettuale a carattere nazionale e di respiro europeo. Da tale esperienza scaturiranno filiazioni illustri, quali L'Unità e Lacerba, oltre ad una nutrita collana di opere realizzate con un proprio marchio editoriale. -
Lot 110 Lacerba. Periodico quindicinale. Firenze: Vallecchi, 1913-1915.
3 annate in 59 fascicoli (su 69) in-4° (mm 350x250 ca.). Dal n. 1 anno I (1° gennaio 1913) al n. 22 [i.e. 21] anno III (22 maggio 1915). Mancanti i nn. 3, 4, 22 (Anno I); 3, 7, 12, 14, 20 (Anno II); 19, 20 (Anno III). Molte belle illustrazioni nel testo. Esemplare a fascicoli sciolti, con numerosi difetti da controllare, concentrati principalmente alla seconda annata. Copia da studio, non passibile di restituzione. (59) Celeberrima rivista fiorentina fondata da Giovanni Papini e Ardengo Soffici, dopo il loro distacco da La Voce, presto affiancati da Aldo Palazzeschi e Italo Tavolato. Periodico inizialmente quindicinale e in seguito settimanale, questa rivista era nata come luogo di libertà creativa ed emancipazione artistica e accolse con entusiasmo la nascita del Futurismo (di cui divenne il principale portavoce) grazie anche all'intervento nelle sue pagine di alcuni membri del primo nucleo del movimento, come Marinetti, Boccioni, Carrà e Russolo. Particolarmente ricercata per le splendide illustrazioni, xilografie, collages e pagine parolibere. «Per un periodo più ristretto, che va all'incirca dal marzo 1913 all'agosto 1914 Lacerba pubblica una serie di interventi di carattere artistico, letterario e musicale, talvolta accompagnati da illustrazioni in bianco e nero, incisioni, qualche riproduzione fotografica. Per intensità di presenza, fortuna, varietà di ricezione; per tono polemico, ricchezza e dispersività di proposte, lessico e argomenti, i testi e le immagini della rivista la qualificano come una delle principali pubblicazioni d'avanguardia in Europa». -
Lot 111 Dopo Sant'Elia. Milano: Editoriale Domus, 1935.
In-8° (mm 230x150). Con 1 tavola in bianco e nero nel testo. Staccata, ma presente e ben conservata, la carta di occhietto, per il resto buon esemplare in barbe. Brossura editoriale in rosso e nero, con titoli al piatto anteriore. Completamente staccato il piatto anteriore, con mancanze alla cuffia inferiore e fioriture ai piatti. (1) Prima edizione di una seminale antologia di scritti sull'architettura e sull'arte moderna, che raccoglie contributi fondamentali - alcuni già apparsi sulle colonne di Domus - firmati, tra gli altri, da Giulio Carlo Argan, Carlo Levi, Lionello Venturi e altri protagonisti del pensiero estetico e progettuale del tempo. Questo volume si impose sin da subito come un autentico libro-manifesto per una generazione in fermento, quella che si affacciava alla maturità negli anni cruciali del dopoguerra e costituì una tappa decisiva nell'affermazione del moderno in ambito architettonico e artistico in Italia, offrendo una sintesi di idee, visioni e polemiche che ancora oggi ne fanno un testo di riferimento. Di grande eleganza formale, l'edizione si distingue per la raffinata impaginazione razionalista, curata dai grafici di Domus e stampata con alta qualità tipografica presso Modiano, testimoniando anche visivamente l'adesione ai principi del modernismo. -
Lot 112 Boccioni Umberto, Pittura scultura futuriste (dinamismo plastico) con 51 riproduzioni, quadri, sculture di Boccioni, Carrà, Russolo, Balla, Severini, Soffici. Milano: Edizioni Futuriste di Poesia, 1914.
In-8° (mm 185x130). Con 1 ritratto fotografico di Boccioni rimontato in antiporta e 51 riproduzioni in bianco e nero di quadri e sculture su carta patinata. Esemplare rifilato, altrimenti buona conservazione. Legatura successiva in pieno cartonato con titoli su tassello al dorso. Difetti alle cerniere e alle cuffie. (1) Prima edizione di questo fondamentale trattato sulla pittura futurista, lo scritto più importante di Boccioni, corredato da un imponente apparato iconografico. Cfr. Cammarota 40.1; Salaris 23b. -
Lot 113 Depero Fortunato, Depero futurista. Milano: Dinamo Azari, 1927.
In-4° oblungo (mm 241x320). Carte [117], di cui una ripiegata (in realtà 118, essendo la carta Depero Futurista 1913-1927 | Edizione della Dinamo Azari Milano ripetuta due volte ab origine) + 4 veline, di cui una didascalica. Il volume si distingue per l'eccezionale ricchezza iconografica e grafica: bicromie, composizioni parolibere, testi teorici, manifesti, bozzetti al tratto e numerose fotoriproduzioni in bianco e nero e a colori, di cui 16 a piena pagina, tra cui: Ritratto di Fortunato Depero, con velina; Salone Depero alla Prima internazionale d'arte decorativa; Sala Trentina; Sala Depero al Gran Palais; Gruppo Depero nel padiglione futurista; Marinetti temporale patriottico; Ritratto psicologico dell'aviatore Azari; Padiglione del Libro; Radio incendio; Megafoni di bestemmie; Discussione del 3000; Personaggio meccanico, con velina; Mucca in montagna, a colori e con velina didascalica; Guerra festa; Disegni coloratissimi per scialli; Squisito al Selz, a colori e con velina. Il tutto stampato su carte di colori e grammature differenti, con impaginazioni ardite e sperimentali, perfettamente aderenti all'estetica tipografica futurista. La carta Depero/Glorifi/cato da/ Marinetti risulta rilegata al contrario ab origine. Lievi fioriture al frontespizio, impercettibili e marginalissime arrossature concentrate principalmente nella seconda parte del volume, un piccolo strappo marginale alla tavola Disegni coloratissimi per scialli, che non coinvolge l'inciso e uno, senza perdite, alla tavola Depero -Piatti di rame sbalzati, altrimenti splendido esemplare. Iconica legatura editoriale con piatti in spesso cartone, assemblati con bulloni e dadi metallici, completi di coppiglie. Titoli in nero e argento al piatto anteriore. Presenti entrambe le sguardie originali; quella anteriore reca un piccolo strappo marginale, senza perdite. Fioriture al piatto anteriore, con segni di ossidazione, mentre quello posteriore mantiene l'originario azzurro, solo marginalmente sbiadito. Uno dei 1000 esemplari numerati a mano al verso del frontespizio, impreziosito dalla firma autografa di Fortunato Depero (datata 1928) e da quella, rarissima, di Felice Azari. (1) Opera iconica e rivoluzionaria, Depero futurista è unanimemente considerata una delle massime espressioni del futurismo italiano e, più in generale, una pietra miliare nella storia del libro d'artista e del graphic design del XX secolo. Universalmente conosciuto come Imbullonato, per la sua inconfondibile e provocatoria rilegatura – due grossi bulloni con coppiglie progettati da Fedele Azari – il volume sfida radicalmente le convenzioni editoriali dell'epoca, affermandosi come oggetto d'arte totale, manifesto tridimensionale della modernità e del pensiero futurista, che può essere, significativamente, "smontato e rimontato". Fortemente visivo, Depero Futurista rappresenta «un punto nodale e di svolta dell'editoria futurista, prototipo di tutta una serie di sperimentazioni tipografiche che caratterizzeranno il Novecento europeo e anticipatore, in un certo senso, del libro-oggetto contemporaneo» (Cantieri, Bibliohaus, n. 28, aprile–giugno 2014, p. 3). Formalmente edito dalla Dinamo-Azari nel 1927, fu in realtà stampato presso la modesta tipografia Mercurio di Rovereto. È, come osserva la critica, «una delle icone tipografico-editoriali del Novecento europeo, punto di svolta delle innovazioni tipo-grafiche del Futurismo, summa della creatività del suo Autore [...] così come del suo editore-ideatore, Fedele Azari [...]» (Cantieri, cit., p. 7). Concepito come un libro-macchina, è «il portabandiera dei libri taglienti, esplosivi e luminosi, icona della modernità urlante novecentesca» (Cantieri, cit., p. 16). Non segue una struttura narrativa tradizionale, ma si presenta come un collage dinamico e sperimentale, in cui convivono scenografia teatrale, grafica industriale, illustrazione, pubblicità e design. Il testo si articola su carte di vario formato, grammatura e colore; le parole si dispongono in direzioni non convenzionali - in diagonale, a spirale, a blocchi geometrici - e le lettere variano per dimensione e peso, contribuendo a un linguaggio visivo che anticipa il moderno graphic design e reinventa radicalmente lo strumento tipografico. L'opera ha inoltre un forte valore teorico e programmatico. Rappresenta una sintesi efficace della poetica di Depero ed è anche un eccellente esempio di autopromozione. L'artista la concepì, infatti, come un portfolio completo, da utilizzare per promuovere la propria attività all'estero, in particolare durante il soggiorno a New York nel 1928. Depero futurista «rappresenta il fulcro della rivoluzione tipografica futurista, vanto della 'Tipografia Mercurio', la più modesta delle tipografie roveretane, che lo stamparono su una pesante macchina piano-cilindrica in ghisa, acciaio e legno», conferendo all'opera «un solido aspetto artigianale, che in qualche modo la rende molto meno 'meccanica' di quanto si pretende» (Cantieri, cit., pp. 17–18). Per usare le parole di Nicoletta Boschiero, il Depero futurista è « [...] una delle copie più alte concepite dall'avanguardia di questo secolo. Forse la più importante di Depero, per provocazione e qualità. Non si sarebbe potuto realizzare che a mano, direttamente in tipografia e in una piccola tipografia all'antica» (Cantieri, cit., pp. 19–20). I costi di produzione furono elevati e includevano anche l'assemblaggio manuale di ogni copia, effettuato con cura artigianale. In definitiva, l'opera è «[...] anche il trionfo della provincia italiana operosa e modesta, dove maestranze spesso anonime, ma di grande capacità e talento riescono a realizzare un libro-oggetto di grande bellezza e complessità tecniche, un unicum assoluto» (Cantieri, cit., p. 20). -
Lot 114 Depero Fortunato, Dinamo futurista. Anno I, nn. 3-4-5. Rovereto: [Tipografia Mercurio], giugno 1933.
In-4° (340x245). Carte [2]; pagine 20, [2] con 1 tavola su carta patinata con il fotoritratto di Boccioni e 7 tavole su carta patinata con le fotoriproduzioni di opere di Boccioni; il tutto in bianco e nero, fuori testo. Ottima copia. Brossura editoriale con punti metallici, con design dell'Artista a due colori al piatto e fotoriproduzione in bianco e nero di Muscoli in velocità di Boccioni applicata al piatto anteriore e bellissimo logo deperiano in arancione al piatto posteriore. Una piega all'angolo superiore del piatto, altrimenti ottima conservazione. Non presente il rarissimo pergamino originale semitrasparente a proteggere la copertina. (1) Ultima, rara uscita della rivista futurista diretta e graficamente curata da Fortunato Depero, realizzata in occasione delle solenni Onoranze Nazionali a Umberto Boccioni, promosse dal Comune di Milano (14–16 giugno 1933). Diversa per formato e impianto grafico rispetto ai numeri precedenti, questa edizione fu stampata in una tiratura ampliata per celebrare la figura dell'artista simbolo del Futurismo italiano. Straordinario oggetto d'arte e di propaganda, il numero si distingue per l'altissima qualità tipografica e visiva, con contributi inediti e vibranti di Marinetti, Buzzi, Russolo, Notari oltre a testi selezionati dalla stampa e memorabili citazioni tratte dagli scritti boccioniani. Due preziosi diagrammi disegnati da Depero, accompagnano una ricca selezione iconografica di opere di Boccioni, rendendo questo numero un vero omaggio visivo e teorico al genio dell'avanguardia. -
Lot 115 Fillia [pseud. di Colombo Luigi Enrico], La nuova architettura. Torino: Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1931.
In-4° (mm 320x235). Buona copia, ampiamente fiorita, con moltissime riproduzioni fotografiche di edifici e tavole incise in rotocalco, la maggior parte delle quali a piena pagina nel testo. Cartonato editoriale con illustrazione futur-costruttivista in rosso e nero su fondo argento di Ugo Pozzo in rosso e nero su sfondo argento, con titoli al piatto. Lievi abrasioni e mancanze alle cerniere e tracce di polvere ai piatti. SI AGGIUNGE: Wright Lloyd Frank, Architettura e democrazia. Milano: Rosa e Ballo, 1945. (2) I OPERA: Edizione originale, rara e ricercata, di questa importante monografia sulle avanguardie architettoniche dei primi decenni del XX secolo, che riproduce le opere di Baldessarri, Depero, Fillia, Le Corbusier, Libera, Prampolini, Sottsass e molti altri, e gli scritti originali di Marinetti, Gropius, Diulgheroff, Ginsburger, Vedres, Lurcat, Von Der Muhll. II OPERA: Prima edizione italiana di quest'opera, impreziosita dal design e dall'impaginazione di Luigi Veronesi (non menzionato). -
Lot 116 Fillia [pseud. di Colombo Luigi Enrico], Gli ambienti della nuova architettura. Torino: Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1935.
In-4° (mm 325x240). Con numerose fotoriproduzioni in nero, anche a piena pagina, e tavole a colori nel testo. Legatura editoriale in cartonato rigido, con fotomontaggio su fondo bianco e bleu di Guido Fiorini e titoli in rosso al piatto. Esemplare internamente allentato, con macchie ai piatti. SI AGGIUNGE: Sartoris Alberto, Gli elementi dell'architettura funzionale. Milano: Ulrico Hoepli, 1932. (2) I OPERA: Prima edizione di questa importante monografia sulle avanguardie architettoniche dei primi decenni del XX secolo e gli ambienti da esse ideati. II OPERA: Prima edizione del testo fondamentale dell'architettura di inizio 900, con nota introduttiva di Le Corbusier. -
Lot 117 Folicaldi Alceo, L'altalena dei sensi. Roma: Edizioni Futuriste di Poesia, s.d. [i.e. 1934].
In-8° (mm 240x168). Pagine 78, [2]. Fioriture sparse, altrimenti buona copia. Brossura originale arancio, stampata in blu ai piatti e al dorso, con titoli in riquadro sanguigna al piatto anteriore. Macchie ai piatti, una mancanza marginale a quello posteriore, che presenta un disegno a matita. Il tutto entro camicia e cofanetto successivi. SI AGGIUNGE: Id., Divinità spiraliche. Roma: Edizioni futuriste di Poesia, 1934. (2) I OPERA: Edizione originale di questa rara raccolta di poesie parolibere organizzata in un poemetto introduttivo senza titolo, seguito dalle liriche L'altalena elettrica, La cantilena satanica, Numeri di sole, Deformazioni e chiusa da una raccolta di 53 Frammenti paroliberi. In apertura, una lettera prefatoria di Marinetti che si dice «[...] entusiasta della libertà sensitiva e immaginativa» dell'Autore, uno dei più interessanti poeti paroliberi del secondo futurismo. II OPERA: Raro secondo capitolo di una «tetralogia» (così definita dallo stesso Autore) di poemi futuristi aperta da Nudità futuriste (1933) e chiusa da Vetrina dei chilometri (1935). -
Lot 118 Fontana Enzo, L'ala italiana ieri e oggi. Aeropitture di A.G. Ambrosi. Verona: Tip. Bettinelli, 1936.
In-8° (mm 180x126). Pagine 37, [3]. Con 5 tavole fuori testo con le aeropitture riprodotte in bianco e nero. Fioriture marginali, altrimenti ottimo esemplare. Brossura editoriale illustrata, con titoli in rosso al piatto anteriore. Qualche fioritura a quello posteriore e minime tracce d'uso. SI AGGIUNGE: Pionieri dell'aeronautica. Fratellanza nazionale eretta in ente morale... Statuto, 1935. (2) I OPERA: Edizione originale di questa rarissima opera autopubblicata, che celebra l'Ala azzurra, in occasione del conferimento della medaglia d'oro all'Arma aeronautica del 1° giugno 1936. -
Lot 119 Marinetti Filippo Tommaso, Dedica autografa su libro Les Dieux s'en vont, d'Annunzio reste. Paris, E. Sansot 1908.
Manoscritto a inchiostro nero. Dedica all'occhiello: à mon cher maître / et ami / hommage / admiratif / et dévoué / F.T. Marinetti. Al contropiatto Marinetti scrive: Poesia / 2 Rue Senato / Milan. Tra le righe della dedica è stato aggiunto a matita, da altra mano, il nome dello scrittore francese Laurent Tailhade (apparentemente il dedicatario di questo esemplare). Brossura originale conservata. Velina protettiva. (1) -
Lot 120 Marinetti Filippo Tommaso, Distruzione. Poema futurista. Milano: Edizioni futuriste di Poesia, 1911.
In-8° (mm 193x170). Ottimo esemplare. Brossura editoriale in cartonato rosso con titoli in nero ai piatti. Dorso restaurato, con minime perdite alle cuffie e macchie ai piatti; difetti e restauri al piatto anteriore e al dorso. (1) Edizione originale della traduzione italiana di questo poema, pubblicato in originale a Parigi nel 1904. Opera iconica, resa celebre dalla copertina rosso rivoluzionario, simbolo della rottura futurista, e dal formato inusuale e provocatorio, a mattonella, che ne fa un oggetto-libro carico di forza visiva e concettuale. Proprio recensendo questo volume sul Mercure de France (1° aprile 1911), Ricciotto Canudo coniò una delle definizioni più folgoranti dell'estetica marinettiana: «Les couvertures des éditions futuristes sont rouges, comme celles des brochures révolutionnaires. C'est un symbole et une indication. [...] Chaque volume qui sort des presses futuristes est un cri de révolte et un appel à la libération». Completa il volume, con propria paginazione, la cronaca del celebre processo a «Mafarka il futurista», vero spartiacque per la legittimazione del movimento. In appendice sono riportati il discorso difensivo di Marinetti, la perizia letteraria di Luigi Capuana e le arringhe degli avvocati Barzilai, Cappa e Sarfatti. Gambetti-Vezzosi 515; Cammarota, Marinetti 28. -
Lot 121 Marinetti Filippo Tommaso, Uccidiamo il chiaro di luna! Milano: Edizioni Futuriste di Poesia, 1911.
In-8° (mm 213x155). Pagine 23, [1]. Esemplare in barbe, con i margini esterni delle pagg. 1-4 e 23-24 ricostruiti. Brossura originale arancione con titoli impressi in nero al piatto anteriore. Dorso completamente ricostruito e piatti controfondati, con mancanza marginali reintegrate. SI AGGIUNGE: Id., Distruzione. Poema futurista. 1° migliaio. Milano: Edizioni futuriste di Poesia, 1911. Esemplare con difetti da controllare. (2) I OPERA: Terzo fondamentale manifesto futurista, redatto in italiano e francese nel luglio 1909 e pubblicato con altro titolo. Questo nostro opuscolo rappresenta la quarta edizione, la prima con il titolo definitivo e la più ricercata perché legata a una famosa scazzottata futurista, la rissa con i vociani del 22 giugno 1911; dopo essere stati arrestati, in guardina vociani e futuristi fraternizzano e Marinetti racconta che «Prezzolini benché sanguinante tentava ancora di mordere con ironia il mio manifesto Uccidiamo il chiaro di luna!». Si veda Cammarota, Marinetti 29; Cangiulo, Serate futuriste 17. II OPERA: Si veda lotto precedente.