Lot 16 | Giacomo Balla, Visione settecentesca - Campagna romana, 1949

Cambi Casa d'Aste - Via San Marco 22, 20121 Milano
Asta N. 900 - Arte Moderna e Contemporanea Sessione Unica
Tuesday 19 December 2023 hours 16:00 (UTC +01:00)

Giacomo Balla, Visione settecentesca - Campagna romana, 1949

Giacomo Balla
1871 Torino-1958 Roma

Visione settecentesca - Campagna romana, 1949
olio su tela
Largh. 100 - Alt. 81 Cm

firmato e datato in basso a sinistra, firmato, datato, intitolato e dedicato "al caro amico Jannelli" al retro

Opera accompagnata da certificato di autenticità a cura di Elena Gigli (2023/1105) rilasciato in data 20 maggio 2023, Già Collezione Jannelli, Collezione privata, Messina, Già a inizio secolo, quando arriva a Roma, è forte in Giacomo Balla l’interesse per la natura: Mi alimento della purezza buonissima della natura. Animali, piante, mari, monti, cielo, terra, stagioni, paesi, climi freddi e calori, giorni allegri e tristi ecc. tutto insomma diventa arte – NUOVA – immutabile, si legge sempre in un taccuino di inizio Novecento. L’olio, datato e intitolato sul retro Visione Settecentesca, Campagna romana 1949, viene regalato al caro unico Pannelli nel 1954. Il caro amico è l’ambasciatore Pasquale Jannelli (Castroreale 1889— Roma 1965), ritratto da Balla in abito da Ambasciatore nel 1935 e fratello di Guglielmo Jannelli (1895-1950), anche lui ritratto da Balla nel 1937. Internato nei campi di concentramento dal 1943 al 1945, come Ambasciatore copre diversi incarichi in giro per il mondo e nel 1953 diventa Grande Ufficiale del1’Ordine al Merito della Repubblica. Scrive Sapori: “Dei ritratti virili il più recente credo sia quello del diplomatico Jannelli. Il tipo bruno e forte pianta e si spicca con la forza corroborante della giovinezza. Invece di esserne danneggiato, si giova della ricca assisa dall’alto colletto rosso solferino, delle decorazioni squillanti, della feluca orlata di piume di struzzo, poggiata tra le mani insieme ai guanti candidi. allo spadino con l’elsa d’ora cesellato e di madreperla. Il fondo del dipinto reca una carta geografica della Sicilia nativa e una fotografia del Duce. Anche qui si avverte la voluttà dell’artista che soppesa e controlla ogni pennellata, per ottenere una fluidità che piomba, l’asprigno di certi particolari@@@ qualcosa di cristallino e arioso a un tempo, come si trova ne’ suoi paesaggi, ricchi d’aerea prospettiva e animati di sostanziosa ampiezza” (in “Il resto del Camino”, Bologna 1 marzo 1938). La stretta amicizia della famiglia Balla con i fratelli Jannelli viene ricordata più di una volta anche da Elica Balla nel 1984 e nel 1986: nel 1914, Balla scrive a Guglielmo in Sicilia ringraziandolo degli “aranci sono stati eccccccelllllllenti, grazie” e lo saluta “Avanti dunque elettricamente tuo Balla”. Nella lettera del giugno 1943@@@ l’Aff. Guglielmo richiamato alle armi a Messina, scrive: "Il ritratto di Pasqualino messo in salvo e trasportato dal Comm. Fiore a Castroreale”., (dal testo di archiviazione della Dott. Elena Gigli)