Lot 19 | Gaspare Da Pesaro (attribuito a) (Operante a Palermo 1413-1461) - Madonna in trono col Bambino tra i SS.Giovanni e Girolamo

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Friday 16 June 2023 hours 16:30 (UTC +01:00)

Gaspare Da Pesaro (attribuito a) (Operante a Palermo 1413-1461) - Madonna in trono col Bambino tra i SS.Giovanni e Girolamo

Gaspare Da Pesaro (attribuito a) (Operante a Palermo 1413-1461) - Madonna in trono col Bambino tra i SS.Giovanni e Girolamo Cm 42,5x32,5 Tempera su tavola Presente expertise del Prof. Claudio Strinati :
"La tavola raffigurante la Madonna in trono col Bambino tra i Ss. Giovanni
Battista e Girolamo ( tempera su tavola, cm 42,5 x 32,5) è un’opera inedita
databile, per motivi stilistici e con relativa approssimazione, al primo
quarto del secolo quindicesimo e attribuibile, sia pur per via indiziaria in
mancanza di confronti certi, a Gaspare da Pesaro, un pittore attivo
lungamente nel meridione d’ Italia, attestato da numerose carte d’archivio
e testimonianze manoscritte e poi a stampa delle fonti che ci informano
della sua attività, ma di cui non rimane neppure un’ opera certa, per firme
o documenti.
E tuttavia gli indizi che si riscontrano nel dipinto possono far pensare che
ci troviamo di fronte ad un’opera di qualità finissima nonché di eccellente
conservazione e di rilevante interesse storico-artistico, probabilmente di
mano di questo mitico pittore. Le fonti ci permettono, infatti, di inquadrare
prima di tutto i termini cronologici sicuri del suo lavoro.
Nato nell’ ultimo decennio del secolo quattordicesimo, il pittore e
miniatore Gaspare da Pesaro morì nel 1461 dopo una carriera fervida e
onorata anche da grandissimi committenti come il re di Napoli Alfonso il
magnanimo che lo invitò alla corte di Gaeta per affidargli un incarico
inerente alle sue competenze di miniatore che, per quel tempo, significava
la fornitura sia di opere su carta sia di dipinti su tavola di piccolo o
piccolissimo formato, idonei ad essere collocati su una scrivania o in uno
studiolo.
Specialista della pittura sacra, soprattutto dei Gonfaloni e degli Stendardi,
ma specializzato anche in opere di minore formato e di elegante
iconografia, Gaspare da Pesaro fu certamente un esponente di spicco di
quella scuola marchigiana del Quattrocento che annovera una serie di
figure rimarchevoli, tra cui Giovanni Antonio da Pesaro nella prima metà
fino a Nicola di Maestro Antonio da Ancona nella seconda metà. Lo stile del
nostro quadro, qui in esame, è prettamente marchigiano, con un misto di
naturalismo (il bellissimo e tornitissimo bambino e il volto quasi sferico
della Madonna) e tendenza goticheggiante astraente (la figura del Battista
così emaciata o l’ arguto san Girolamo intento nella lettura). Queste figure
appartengono ad una tipologia di immagini che caratterizzano tutta la
cultura dell’area adriatica influenzata solo parzialmente dalla scuola
veneziana ma partecipe anche di quella cultura dalmata che fu così
determinante per un altro veneto-marchigiano eccelso, Carlo Crivelli col
quale il nostro dipinto ha qualche punto di contatto. La tradizione
attribuisce, sovente con scarso fondamento, a Gaspare da Pesaro opere
molto diverse tra loro, tra cui addirittura il Trionfo della Morte di Palermo.
Nondimeno l’appartenenza della nostra tavola alla cultura marchigiana
adriatica sembrerebbe lampante, mentre l’impossibilità di condurre
confronti convincenti con altre opere di autori acclarati, induce a pensare
di trovarsi di fronte ad un artista insigne si, ma largamente dimenticato
dalla storiografia.
Tutte queste deduzioni mi portano, allora, a pensare che l’identikit
probabile di Gaspara da Pesaro possa coincidere con quello che si vede nel
nostro quadro. Il nitido baldacchino fa pensare, peraltro, alla pittura
processionale di cui Gaspare da Pesaro fu noto maestro e l’idea, da
autentico miniatore, di non dipingere il nimbo della Vergine ma di ricavarlo
dal fondo oro su cui l’intera tavola è dipinta, sembrerebbe un escamotage
raffinato ed elegante, degno di una mente pittorica colta.
Quel misto di ironico e insieme di solenne, è caratteristica peculiare di
questa arte adriatica e un certo rapporto con l’altro famoso pesarese del
tempo, Giovani Antonio, rende ancor più plausibile l’identificazione del
nostro quadro con questo sconosciuto ma notevole pittore. E ancor più
interessante è apprendere dalle fonti che Gaspare, nel primo periodo della
sua attività fu in stretti rapporti di collaborazione con un pittore, di cui pure
ignoriamo tutto, chiamato Niccolò di Magio, senese.
E un certo influsso dell’ambiente senese del primo Quattrocento è pure
presente nella nostra opera qui in esame. Le prime notizie che abbiamo di
Gaspare sono inerenti al suo primo matrimonio contratto nel 1415. Sembra
probabile che il nostro dipinto sia databile proprio in quel torno di tempo."