ASTA 33 - LOST AND FOUND
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Lot 243 Cornice a guantiera argentata
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Lot 244 Specchio circolare con perimetro ornato e lavorato
condizioni come da foto
diametro 150 cm -
Lot 245 CASSAPANCA AD URNA, IN LEGNO DI NOCE, BACCELLATA, LUMEGGIATURE IN ORO, PIEDI FERINI
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Lot 246 Termina con decoro di bronzo a forma di pigna. Montato su supporto in ottone dorato poggiato su base in legno circolare ebanizzato
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Lot 247 Coppia di candelieri in scagliola con putti ebanizzati e cornucopie dorate
base in marmo
Condizione come in foto -
Lot 248 Composizione di elementi antichi del XVIII secolo
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Lot 249 Con applicazioni di riza in argento
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Lot 250 In noce, a quattro cassetti mossi radicati. Fianchi scantonati con lesene, colonne e montanti con accessi segreti sullo schienale.
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Lot 251 Grazie al recupero dell'utilizzo dell'olio di oliva per l'illuminazione, nell'Ottocento si assistette all'affermazione di questo tipo di lucerna, la cosiddetta fiorentina.
Le lampade di questo tipo richiedevano per il funzionamento ottimale di un controllo e di una manutenzione costanti. Per questo scopo scopo appesi alla lampada erano sempre presenti i vari attrezzi che permettevano di mantenerla in piena efficienza. -
Lot 252
Composto da:
zuppiera (Altezza 22 cm. Larghezza 30 cm profondità 15 cm.)
brodiera (Altezza 15 cm. Larghezza 25 cm profondità 20 cm.)
vassoio quadrato (Altezza 6 cm. Larghezza 27 cm profondità 24 cm.)
salsiera (Altezza 12 cm. Larghezza 25 cm profondità 14 cm.)
2 grandi fiamminghe (Altezza 4,5 cm. Larghezza 43 cm profondità 28 cm.)
1 fiamminga media (Altezza 4 cm. Larghezza 35,5 cm profondità 24 cm.)
1 porta spezie (Altezza 5 cm. Larghezza 11 cm profondità 7 cm.)
1 grande piatto da portata (Altezza 4,5 cm. Diametro 30 cm.)
18 piatti piani (Altezza 2 cm. Diametro 25 cm.)
6 piatti fondi (Altezza 4,5 cm. Diametro 30 cm.)
6 piattini da frutta/dolce (Altezza 2 cm. Diametro 20 cm.)
Al retro marchio di fabbrica in verde con piccone (pirker) e martello (hammer) incrociati
numero di serie in rosso: 3635/28
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Lot 253 Bibbia mancante del Frontespizio
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Lot 254 Vampire Killing Kit
Questo kit anti-vampiro consiste in una valigetta di legno a due ripiani, di manifattura inglese della seconda metà del XIX secolo, che contiene tutto l’occorrente che nell'immaginario collettivo si riteneva utile per combattere i vampiri. Innanzitutto, un paletto di frassino (con martello coordinato), della polvere da sparo contenuta in una fiasca, una pistola a cani esterni, un fonditore per i proiettili, una croce, e vari contenitori per pozioni. Trattasi di un curioso souvenir dell'epoca per appassionati del genere.
All'interno della scatola, un’etichetta reca scritto:
“La scatola contiene articoli considerati necessari per la protezione di persone che viaggiano in certi Paesi poco conosciuti dell'Europa Orientale, dove la popolazione è afflitta da particolari manifestazioni del demonio conosciute come Vampiri. Il Professor Ernst Blomberg ha richiesto che l'acquirente di questo kit studiasse questo libro, qualora queste manifestazioni diventassero evidenti, affinché egli fosse efficacemente equipaggiato per fronteggiarli. Il Professor Blomberg è lieto di pronunciare i suoi vivi ringraziamenti al produttore di armi di Liegi, Nicholas Vlondeur, fondamentale nel riunire questi articoli, proiettili di argento etc., è stato fondamentale”.
Gli articoli contenuti sono come di seguito:
- una pistola
- proiettili di metallo
- fiori con polvere di aglio
- paletto di legno
- l'innovativo siero del Prof. Blomberg -
Lot 255 Una vuota e da riempire, l'altra completa fino al 1760.
Chronologie d'Angleterre, appliquée a la Généalogie des Rois, Princes et Princesses qui ont eu des pretentions sur cette Couronne
Mappa cronologica illustrata non colorata e tabella genealogica sotto forma di albero che descrive la genealogia dei monarchi d'Inghilterra e Scozia dal 440 fino a Giorgio III, 1760.
Pubblicata da Louis Joseph Mondhare (Incisore ed editore attivo a Parigi ) nel 1781
Riferimenti: Bibliothèque Nationale de France: FRBNF33301495
Note:
Claude Renaudot, fu un avvocato e storico che pubblicò con lo pseudonimo di "Mazaroz"; creò la tabella a Parigi nel decennio che precedette la Rivoluzione francese, pubblicata a Parigi nel 1781 da Mondhare. Mentre la presente tabella è pubblicata separatamente ed è un'opera completa in sé e per sé, Renaudot, come "Mazaroz, pubblicò anche un libro estremamente raro che spiega la tabella temporale e la cronologia della monarchia britannica. -
Lot 256 Ultima comunione di San Girolamo, XVII sec.
Olio su rame, cm 58x45; con cornice cm 69x55,5
Questa ramina di buone dimensioni, che rappresenta gli ultimi istanti di vita di San Girolamo, uno dei più importanti Dottori della Chiesa, è copia fedele della Comunione di San Girolamo (1614) di Domenico Zampieri, detto il Domenichino, grande dipinto realizzato per la chiesa di San Girolamo della Carità a Roma, ma conservato alla Pinacoteca Vaticana. La pala d’altare del Domenichino si ispirava, a sua volta, a un’opera – realizzata circa vent’anni prima – dal suo maestro Agostino Carracci, attualmente conservata nella Pinacoteca Nazionale di Bologna.
Olio su rame incollato su supporto ligneo parquettato -
Lot 257 Elena Recco (ambito di)
Natura morta con pesci e oggetti in rame,
olio su tela, cm 60x85,5
Un analitico realismo nella descrizione della fauna marina caratterizza l’opera della pittrice napoletana Elena Recco (attiva a Napoli tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo), figlia di Giuseppe Recco, e artefice di molti 'trionfi' ittici. -
Lot 258 Scuola fiamminga, pittore caravaggesco.
Dall'originale di Gerrit Van Hontorst custodito alla Galleria degli Uffizi di Firenze. -
Lot 259 -
Lot 260 -
Lot 261 Credenza a tre sportelli in noce con fronte scandito da tre cassetti bugnati. Mantova, XVII secolo .Piano composto da tavola intera con cornice dentellata.
Tra i cassetti in corrispondenza delle pilastre, 4 cassetti segreti.
L'elemento centrale è un finto sportello com evidenziato nella foto
Cerniere degli sportelli non pertinenti mancanti di occhielli.
Piedi a mensola
Schiena originale. -
Lot 262 VITTORIANE. LEGNO DI ACERO, SEDUTA IN PELLE VERDE.
Dimensioni: H 103 cm; W 70,5 cm; X 55 cm. -
Lot 263 In bella cornice della fine dell'800
Pittore fiammingo -
Lot 264 12660
Justus Sustermans
Ritratto del Conte Anton Clemente Mazzoni,
olio su tela, cm 73x58,5; con cornice cm 107x91
L'attribuzione al pittore di Anversa – arrivato a Firenze sotto il patronato della famiglia Medici – è confermata da riferimenti storici a questo e ad un altro dipinto in asta.
All’epoca del dipinto, la famiglia Mazzoni governava la Contea di Urbech, oggi Papiano-Stia, in provincia di Arezzo. Ottenuta, nel 1532, l'investitura da parte di Alessandro de' Medici, i Mazzoni rimasero conti d'Urbech fino al 1747.
Il personaggio raffigurato nel dipinto è il Conte Anton Clemente (1654-1679), figlio di Pietro Mazzoni e di Margherita di Matteo Frescobaldi. Pietro, rimasto vedovo, sposò in seconde nozze la Frescobaldi dalla quale ebbe sei figli.
Justus Susterman che abitava in quel tempo a Firenze a Villa Giovannelli effigiò, oltre a lui, il padre, la madre e il fratello Clemente.
Leader Scott nell’opera "Vincigliata and Maiano”, stampata a Firenze nel 1891 per i tipi di Barbera, riporta testualmente: "these portraits and those of two of the sons of Count d'Urbech are all fine painting by Sustermans; they are represented in red lucco and point lace, and are very fine portraits" (p. 226).
In un altro volume su Maiano, lo stesso autore – nella descrizione dei quadri appesi nella villa di famiglia dei Mazzoni – afferma che essi erano "di mano del celebre pittore Giusto Sustermans d'Anversa". Nell'elenco dei quadri del Sustermann nella dimora Mazzoni sono indicati anche i ritratti della madre, del padre e del fratello Clemente.
Pregevole cornice a cassetta del XVII secolo, finemente intagliata e dorata, a fondo scuro,sormontato da elementi scolpiti a rilievo. In alto, al centro, l'insegna araldica a rilievo dei Conti d'Urbech con un leone rampante su fondo azzurro nel lato sinistro ed un triangolo d'oro su fondo rosso alla sua destra (un identico disegno dello stemma è conservato nell’Archivio di Stato di Firenze, fondo Comuni soggetti, n. 901 c. 2r).
Ai lati della cornice, panoplie e agli angoli armature in bruno sormontanti panoplie.
Bibliografia:
M. MASSAINI, Alto Casentino, Papiano e Urbech: la Storia, i Fatti, la Gente, Pratovecchio Stia 2015
L. SCOTT, Vincigliata and Maiano, Firenze, 1891. -
Lot 265 Justus Sustermans
Ritratto del Conte Angelo Mazzoni con le insegne di Cavaliere di Santo Stefano,
olio su tela, cm 73x58,5; con cornice cm 107x91
L'attribuzione al pittore di Anversa – arrivato a Firenze sotto il patronato della famiglia Medici – è confermata da riferimenti storici a questo e ad un altro dipinto in asta.
All’epoca del dipinto, la famiglia Mazzoni governava la Contea di Urbech, oggi Papiano-Stia, in provincia di Arezzo. Ottenuta, nel 1532, l'investitura da parte di Alessandro de' Medici, i Mazzoni rimasero conti d'Urbech fino al 1747.
Il personaggio raffigurato nel dipinto è il Conte Angelo, figlio di Pietro Mazzoni e di Margherita di Matteo Frescobaldi. Pietro, rimasto vedovo, sposò in seconde nozze la Frescobaldi, dalla quale ebbe sei figli.
Justus Susterman, che in quel tempo abitava a Firenze a Villa Giovannelli, effigiò, oltre a lui, il padre, la madre e il fratello Clemente.
Leader Scott nell’opera "Vincigliata and Maiano”, stampata a Firenze nel 1891 per i tipi di Barbera, riporta testualmente: "these portraits and those of two of the sons of Count d'Urbech are all fine painting by Sustermans; they are represented in red lucco and point lace, and are very fine portraits" (p. 226).
In un altro volume su Maiano, lo stesso autore – nella descrizione dei quadri appesi nella villa di famiglia dei Mazzoni – afferma che essi erano "di mano del celebre pittore Giusto Sustermans d'Anversa". Nell'elenco dei quadri del Sustermann nella dimora Mazzoni sono indicati anche i ritratti della madre, del padre e del fratello Clemente.
Pregevole cornice a cassetta del XVII secolo, finemente intagliata e dorata, a fondo scuro, sormontato da elementi scolpiti a rilievo. In alto, al centro, l'insegna araldica a rilievo dei Conti d'Urbech, con un leone rampante su fondo azzurro nel lato sinistro ed un triangolo d'oro su fondo rosso alla sua destra (un identico disegno dello stemma è conservato nell’Archivio di Stato di Firenze, fondo Comuni soggetti, n. 901 c. 2r).
Ai lati della cornice, vi sono delle panoplie e, agli angoli, armature in bruno, sormontanti altre panoplie. Le armature agli angoli sono sormontate dalle croci ottagone cremisi dell'Insigne e Sacro Ordine Militare di Santo Stefano Papa e Martire.
Bibliografia:
M. MASSAINI, Alto Casentino, Papiano e Urbech: la Storia, i Fatti, la Gente, Pratovecchio Stia 2015
L. SCOTT, Vincigliata and Maiano, Firenze, 1891. -
Lot 266