Sculture e Oggetti d'Arte
-
Lot 301 Plasticatore del XVII secolo
()
Madonna assisa La Madonna seduta è raffigurata in atto di contemplare il Bambino (perduto, probabilmente disteso sulle ginocchia della Madre). Il volto della Vergine è pacato, regolare nei lineamenti e l'espressione è composta, assorta, con lo sguardo quasi assente che sembra fissare il vuoto. Il mantello avvolge la testa e scende dalle spalle formando ampie pieghe sotto i gomiti e sulle ginocchia creando panneggi voluminosi di grande effetto plastico. Unita ad un piccolo Bambinello in legno (non pertinente) con piccole mancanze terracotta altezza cm 26 - Bambinello cm 9 -
Lot 302 Piccolo crocifisso "giansenista" in legno intagliato, fine XVII/inizi XVIII secolo corpus Christi patiens, con stemma mediceo posto sotto ai piedi della figura e altro reale fra le braccia. Al di là della pertinenza della definizione "giansenista" che in questo caso vuole indicare unicamente la posizione delle braccia del Cristo, riteniamo che oltre al desiderio di voler dare alla figura una forma più drammatica, la ragione potrebbe risiedere nell’opportunità di intagliare la figura in un unico pezzo di legno senza aggiungere a posteriori le braccia divaricate. Piccoli restauri alle falangi delle dita delle mani cm 34x11 - Cristo cm 13
-
Lot 303 Scuola Lombarda del XVII secolo
()
Madonna addolorata la figura di Maria, ritratta con lo sguardo melanconico. la mano destra sul cuore e la sinistra rivolta verso il basso; il manto ed il panneggio sapientemente intagliati danno l'impressione di un leggero movimento alla figura. Piccole mancanze legno scolpito ed intagliato altezza cm 25 -
Lot 304 Sant'Antonio di Padova in legno policromo, Spagna, XVIII secolo la figura è ritratta stante su un cumolo di nubi, con il saio francescano trattenuto in vita da un cordone; la testa mobile, le braccia piegate.
Nato intorno al 1195 a Lisbona, è conosciuto con il nome legato alla città italiana dove trascorse gli ultimi anni della sua vita e dove sono conservate le sue reliquie. Nato in una famiglia di piccola nobiltà militare, venne battezzato nella cattedrale vicino alla casa di famiglia con il nome di Fernando, cambiando nome in Antonio quando entrò nell’Ordine francescano. altezza cm 42 -
Lot 305 Cristo in legno laccato su croce ebanizzata, XVIII secolo la figura, con corona di spine, è ritratta secondo l'iconografia che coniuga il Cristo sofferente con l'immagine del Cristo trionfante; la figura è eretta, inchiodata alla croce, ma con gli occhi aperti, unendo così i due momenti essenziali e complementari del mistero salvifico pasquale: la morte e la resurrezione di Gesù. Titulus crucis e terminali in bronzo dorato con teste di cherubino. Sostegno mancante cm 100x50 - Cristo cm 36x26
-
Lot 306 Scuola Romana del XVIII secolo
()
Cristo crocifisso la figura del Redentore è ritratta secondo l'iconografia del Christus Patiens; la testa ripiegata in avanti e lievemente rivolta verso la spalla destra, gli occhi socchiusi, le gambe flesse su loro stesse, i piedi sovrapposti, un panneggio intorno ai fianchi ed annodato a destra. Mancanti le dita del piede destro terracotta dipinta cm 30x24 -
Lot 307 Scuola umbra del XIV secolo
()
Madonna in Maestà col Bambino entro teca in legno laccato grigio.
Questo pregevole altorilievo, caratterizzato da un’elaborata e vivace policromia, raffigura la Madonna assisa in trono “in Maestà”, col Bambino stante in grembo alla sua sinistra, anch’egli in una postura ieratica rigidamente frontale secondo una tipologia ben radicata nella scultura tra Umbria e Abruzzo dalla metà del Duecento. L’opera sul piano formale è caratterizzata dalle proporzioni allungate delle figure e dall’asciutta concezione colonnare del gruppo; l’immagine si distingue dal più diffuso e canonico schema iconografico per la mano sinistra di Gesù chiusa a pugno in atto di stringere un oggetto, forse un fiore o meglio uno scettro che ne avrebbe enfatizzato la solennità qualificandolo come “Cristo Re”, e per la destra di Maria protesa in avanti che ne sottolinea il ruolo di interceditrice tra il fedele e Gesù Redentore, attenuando così l’algida concezione della Madonna in Maestà in favore di un’umanità più accostante, quale si coglie anche nel gesto affabile della Vergine intenta a cingere il Bambinello. Sul seno della Vergine un uccellino, attributo ricorrente nelle immagini di Gesù bambino, interpretato alternativamente come simbolo dell’anima rimessa nelle mani del Salvatore, o piuttosto prefigurazione alla Passione di Cristo. bassorilievo in tela camottata, gessata e dipinta, applicato su tavola cm 90x47 - l'insieme cm 108,5x68,5 -
Lot 308 Scuola veneta del XVI secolo
()
San Benedetto da Norcia ritratto a mezzo busto come un anziano monaco dalla lunga barba; il volto lievemente girato verso destra, lo sguardo rivolto in basso legno intagliato cm 44x37x21 -
Lot 309 Scultore barocco italiano del XVII secolo
()
Evangelista la figura è realizzata da un unico blocco di legno, privato del midollo e svuotato al verso in tutta la lunghezza; le braccia, realizzate a parte, sono fissate tramite chiodi in legno. Il volto, lievemente inclinato e rivolto verso la spalla destra, la bocca socchiusa incorniciata da lunghi baffi e barba. Lievi difetti e piccole mancanze legno di tiglio scolpito ed intagliato cm 180x85x50 -
Lot 310 Plasticatore del XVI secolo
()
Oreste, il cane di San Rocco Oreste ("Reste") è ritratto seduto, con le zampe anteriori dritte, la testa girata verso sinistra, la bocca aperta; il manto maculato su fondo bruno. Base cilindrica in legno con fascia percorsa da rilievi ornamentali dorati. Mancanza all'estremità della lingua.
Durante il suo pellegrinaggio, San Rocco si ammalò di peste ad Acquapendente (Viterbo) e si rifugiò in una grotta per non contagiare altri. Lì fu aiutato da un cane chiamato Oreste, detto “Reste”, che ogni giorno gli portava del pane, sottraendolo dalla tavola del suo padrone, il nobile Gottardo Pallastrelli. Incuriosito dal comportamento del cane, Gottardo lo seguì e scoprì San Rocco, decidendo poi di curarlo e diventare suo discepolo, dedicando la sua vita ai malati. Il gesto del cane, diventato simbolo di generosità e compassione, è ancora oggi ricordato nelle raffigurazioni popolari accanto all'immagine di San Rocco. terracotta policroma cm 35x26x17 - base cm 16x28,5 -
Lot 311 Torso di Cristo crocifisso, Umbria/Toscana, XVII secolo la figura di Gesù, rappresentato come Cristo morto con la testa reclinata verso la spalla destra, la ferita sul costato ed un panneggio annodato a destra che gli cinge i fianchi. Difetti e mancanze legno scolpito, intagliato e laccato altezza cm 53
-
Lot 312 Scultura di Christus patiens in legno laccato e dorato, bottega umbra, fine del XVI secolo la figura di Cristo, trafitto da tre chiodi (due per le mani e uno per i piedi), è raffigurato con gli occhi chiusi e la testa coronata di spine inclinata verso destra; il corpo con i segni della passione, coperto unicamente da un perizoma dorato annodato sul basso ventre. Supporto triangolare in plexiglass. Piccole mancanze cm 107x103 - supporto cm 140x140
-
Lot 313 Croce processionale in argento e lamina d'argento, arte orafa sulmonese, fine XV/inizi XVI secolo caratterizzata da figure recto/verso. Al centro, Christus patiens ritratto secondo l'iconografia che lo raffigura esanime senza che siano rappresentate le conseguenze della morte sull’anatomia del corpo; sotto il titulus crucis gemma cabochon e ai vertici della croce, formelle con figure del Padre Eterno, degli angeli e, in basso, San Giovanni; al verso Madonna col Bambino e anime purganti; la figura della Vergine è ritratta stante, la mano sinistra verso il seno che si intravede tra le pieghe della veste, quella destra sostiene il Bambinello; in basso, figure umane avvolte da lingue di fuoco. In alto, al vertice della croce, formella con San Luca, ai lati San Marco e San Matteo; in basso San Michele. Restauri, difetti e mancanze cm 60x47 - completo h cm 91
-
Lot 314 Croce astile in lamina d'argento, bronzo brunito e dorato, Roma, fine XVII/inizi del XVIII secolo La figura di Cristo è rappresentata dopo la sua morte, con il capo reclinato, gli occhi chiusi e il corpo segnato dalle ferite della passione. Il suo volto esprime pace e dolore insieme, simbolo del sacrificio supremo per la salvezza dell’umanità. Le braccia aperte e inchiodate alla croce evocano l’abbraccio universale del Redentore, mentre il costato trafitto ricorda la lancia del soldato romano. Questa immagine è centrale nella fede cristiana, segno dell’amore divino e della redenzione. Corpus Christi, titulus crucis e teschio con tibie incrociate in bronzo, terminali in bronzo dorato con teste di cherubino e gigli a tre petali, richiamo allo stemma dei Farnese. cm 60x37 - Cristo cm 16x15,5
-
Lot 315 Grande croce processionale in lamina d'argento, XVII secolo corpus Christi ritratto secondo l'iconografia classica, con corona di spine e sottile aureola ad anello, sormontato da colomba quale simbolo dello Spirito Santo ed ampia raggiera al verso delle assi; titulus crucis in bronzo dorato. Nodo non pertinente in rame dorato. Difetti e mancanze cm 105x50 - Cristo cm 16x16,5
-
Lot 316 Plasticatore del XVII secolo
()
San Francesco d'Assisi L'esemplare in terracotta modellata e patinata mostra l’effigie a mezzobusto del poverello di Assisi (non comprensivo di braccia e mani) impostato per una visione frontale. Il volto modellato accuratamente delinea occhi rivolti verso il basso, naso regolare ma pronunciato, labbra chiuse; sulla testa tonsura monastica; indosso il saio con mantella e cappuccio lievemente sollevato sulla nuca. L’iconografia rimanda all’età della predicazione busto in terracotta altezza cm 38 -
Lot 317 Alceo Dossena (attribuito a)
(Cremona 1878 - Roma 1937)
Madonna in trono col Bambino Piccola gruppo scultoreo di gusto neogotico raffigurante la Vergine seduta che sostiene con la mano sinistra il figlio appoggiato sul suo avambraccio. Entrambe le figure sono rivolte verso lo spettatore; il Bambino, con espressione sorridente, reca una piccola sfera nella mano sinistra a simboleggiare il Suo dominio su tutta la terra; la mano destra tocca un lembo della veste della Madre. Sopra la veste ricade un mantello trattenuto sulla testa da una corona. Base trapezoidale. Al verso un anello in ferro per facilitare l'aggancio.
La scultura ricorda stilisticamente la "Madonna in piedi" nel Museo dell'Opera del Duomo di Orvieto (MODO), opera della metà del Trecento attribuita a Nino e Andrea Pisano. marmo bianco cm 50x23x20 -
Lot 318 Angelo cantore XVII secolo Il piccolo busto richiama il dettato stilistico delle opere rinascimentali e cinquecentesche terracotta dorata e dipinta cm 25x21x13
-
Lot 319 Scuola napoletana del XVIII secolo
()
Figura di popolana a mezzo busto occhi socchiusi e corsetto terracotta policroma cm 14x15x7 -
Lot 320 Madonna col Bambino benedicente, Toscana, XVI secolo Gruppo scultoreo caratterizzato da un'accesa policromia; la resa frontale della Vergine, la cura dei panneggi, la posa arcaizzante del Bambino in piedi in abiti sacerdotali con gesto benedicente, esprimono dolcezza e intimità, tipiche dell’arte rinascimentale. I volti sono sereni, con tratti delicati e naturali, l’abbigliamento è ricco di pieghe morbide che evidenziano la maestria dello scultore. La composizione riflette un equilibrio armonico, simbolo della sacralità e della tenerezza materna. terracotta policroma altezza cm 96
-
Lot 321 Croce astile argento e lamina d'argento sbalzata, XVII secolo Corpus Christi realisticamente reso nella parte frontale, rappresentato ancora vivo, con il capo sollevato e reclinato verso la spalla destra, gli occhi socchiusi in un’espressione di sofferenza e forza, la bocca aperta. Il corpo è teso, segnato dalle ferite della passione e le braccia distese. Il volto esprime dolore ma anche dignità, simbolo del sacrificio volontario. Questa rappresentazione evidenzia l’umanità di Cristo nel momento supremo della sua missione redentrice, suscitando compassione e meditazione sul mistero della salvezza. Croce rivestita in lamina con decorazione incisa; titulus crucis e terminali in argento sbalzato. Difetti, restauri e mancanze cm 70x39 - Cristo cm 18x20
-
Lot 322 Croce processionale in metallo argentato, XVIII/XIX secolo la figura del Cristo, privo di corona con capelli ricadenti sugli omeri e volto lievemente inclinato verso la spalla sinistra, lo sguardo rivolto verso l'alto; croce con vertici cuspidati, titulus crucis su cartiglio e grande raggiera posta al verso delle assi; nodo caratterizzato da più ordini guillochées cm 76x28 - la figura cm 16x15
-
Lot 323 Grande croce da altare in palissandro e bronzo dorato con intarsi in avorio, Italia meridionale, XVII/XVIII secolo terminali e raggiera dorati, base a mensola sagomata la cui forma è sottolineata da sottili filettature in avorio, intarsiata a raffigurare l'emblema dell'eucarestia con figura di pellicano che nutre i suoi piccoli; ai lati della scena si sviluppano eleganti motivi floreali sempre in avorio, che conferiscono alla base un aspetto particolarmente ricercato. Questa croce rappresenta dunque un raffinato esempio di arte sacra, unendo abilmente il simbolismo religioso alla maestria artigianale, testimoniando il forte valore devozionale e liturgico che questi oggetti avevano nelle chiese e nei conventi dell’epoca cm 114x40x18 - la croce cm 85x52 Questo lotto, accompagnato da certificato CITES e da perizia tecnica rilasciata dal Ce.S.Ar Centro Studi Archeometrici, è disponibile per la vendita solo con spedizioni all'interno della Comunità Europea.
-
Lot 324 Crocifisso da altare in bosso, primo quarto del XVIII secolo La raffigurazione di Cristo morto in croce con le gambe piegate mostra il corpo ormai privo di vita, ancora inchiodato al legno. Il capo è reclinato sul petto, gli occhi chiusi, e il volto sereno ma segnato dal dolore. Le gambe leggermente piegate accentuano il peso del corpo che pende dalla croce, sottolineando la sofferenza fisica del sacrificio. L’assenza della ferita laterale suggerisce un momento immediatamente successivo alla morte, prima dell’intervento dei soldati, oppure una scelta simbolica dell’artista, che mette in risalto l’umanità e la dignità del Cristo anche nella morte. Titulus crucis in bronzo dorato in forma di cartiglio dai margini ricurvi; base in legno ebanizzato cm 86x26,5x15 - Cristo cm 27x28