MERAVIGLIE ATTO II. LA GIOIA A COLORI. I. PARTE SECONDA
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Lot 254 Alberto Cecchini (1935)
Tre piatti: la Processione del Corpus Domini, l'Albero della Cuccagna, Porta San Domenico
Ceramica modellata e dipinta a mano
6,5 x 45,4 x 45,2 cm (piatto più grande)
27,1 x 26,8 x 3,4 cm
Firma: "ALBERTO CECCHINI" al verso di ogni piatto
Altre iscrizioni: titolo al verso di ogni piatto
Elementi distintivi: etichetta anonima con riferimento di inventario, al verso di ogni piatto
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 85%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Alberto Cecchini è nato nel 1935 a Recanati dove tutt’ora vive e lavora. La sua formazione artistica è avvenuta al di fuori dei consueti schemi scolastici, poiché s’interessa alla pittura, alla grafica, alla scultura, ed in particolare dal 1978 la sua attività artistica si estende anche alla ceramica, della quale esegue tutte le fasi, compresa la cottura su forni propri. Dalla prima mostra a Recanati, nel 1953, ad oggi ha esposto nelle maggiori città italiane ed estere, in varie rassegne del “Premio Salvi” di Sassoferrato, in premi nazionali e internazionali, nonché molteplici personali. Sue opere figurano in collezioni private e musei in Italia e all’Estero. Cecchini ha inoltre partecipato nel 2021 alla Via della Ceramica, producendo la targa per la Villa di Castelnuovo di Recanati e, negli stessi spazi, nel 2022 realizzato l'installazione "Gli occhi della natura".
Nel 2017, la galleria IDILL'IO, sede recanatese di Pio Monti, gli dedica la mostra personale sul tema leopardiano "Quel caro imaginar". -
Lot 256 Autore non riconosciuto
Banchieri rinascimentali
Ceramica dipinta a mano in forma di cartiglio
58,6 x 47,2 x 4,5 cm (cartiglio)
69,5 x 59,4 x 6,8 cm (struttura intera)
Firma: Firma: "Morlotti" o "Modotti"
Elementi distintivi: etichetta anonima con numero di inventario, al verso
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 65% (ampia frattura ricomposta nella parte superiore)
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Nonostante la firma apposta appena sotto lo scrigno, leggibile in "Morlotti" o "Modotti", non è stato possibile definire l'autore di questa ceramica, che si ritiene comunque di area umbro-marchigiana e databile all'ultimo quarto del XX secolo. -
Lot 258 Dalma Bresolin (1923 - 2001)
Villa Zuccareda Binetti - Museo dello Scarpone - Montebelluna
Acquaforte e acquatinta su carta
32,3 x 46,5 cm (lastra)
Firma: “Dalma Bresolin” al recto a matita
Altre iscrizioni: tiratura “p.d.a.”, “Villa Zuccareda Binetti - Museo dello Scarpone - Montebelluna - acquaforte” al recto a matita
Elementi distintivi: sul verso, etichetta della Banca Popolare di Asolo e Montebelluna con riferimenti di inventario
Provenienza: Banca Popolare di Asolo e Montebelluna; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90% (pieghe)
Stato di conservazione. Superficie: 90% (carta ingiallita)
Pittrice, incisore e ceramista, all'età di quattordici anni vince il Primo Premio alle Agonali Regionali del Disegno. A Venezia, nel 1956-1957 segue i corsi liberi del nudo all'Accademia, sotto la guida di Galileo Borin che la introduce alla celebre stamperia Il Torchio e poi alla Scuola Internazionale della Grafica. In carriera ha realizzato 196 opere grafiche, la maggior parte delle quali con acquaforte, acquatinta e xilografia, impresse soprattutto presso le stamperie Il Torchio e Masone, entrambe di Venezia. Ha partecipato ad oltre trecento mostre internazionali, nazionali collettive in Italia, in Europa, nelle Americhe, in Asia ed in Australia. La sua prima mostra personale risale al 1958 allestita presso la Galleria Comunale d'Arte Moderna di Portogruaro (VE); a questa seguiranno centotrenta mostre personali in realizzate in Italia e all'estero.
Siamo debitori al Repertorio digitale dell'incisione italiana contemporanea Bagnacavallo per i contenuti culturali della scheda. -
Lot 259 Giuseppe Mario D’Amico
Il Ponte di Londra; Belluno, il Ponte della Vittoria
Litografia e serigrafia su seta
16,7 x 23,2 cm (luce)
Firma: “G. M. D’Amico” a matita, sul passe-partout al recto
Altre iscrizioni: titoli a matita sul passe-partout al recto
Elementi distintivi: al verso dell’esemplare con veduta bellunese etichetta con riferimento al deposito presso la banca dal 31 luglio 1957 all’8 novembre 1958; su entrambe etichette della Banca Popolare di Intra (2) e anonime (2) con riferimento a numeri di inventario
Provenienza: Banca Popolare di Intra; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Coppia di incisioni stampate su seta di Giuseppe Mario D’Amico, vedutista di gusto decorativo della prima metà del 900. Entrambe entrate in possesso della banca nel 1958 e conservate in eleganti cornici déco. -
Lot 260 Francesco Garofoli
Apologia del Sentino ed altre due stampe
Acquaforte su carta
49,3 x 69,5 cm (ogni foglio, con minime variazioni)
Firma: “Garofoli” a matita al recto in ogni stampa
Altre iscrizioni: “Apologia del Sentino” a matita al recto; tiratura “54/125” a matita al recto; “Apologia del Sentino” a matita al recto; tiratura “110/125” a matita al recto; “Ultimo Sole in Calabria” a matita al recto; tiratura “35/125” a matita al recto
Elementi distintivi: al recto, timbro a secco dell’artista su ogni stampa
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 75% (strappi al margine sinistro; pieghe diffuse)
Stato di conservazione. Superficie: 85%
Francesco Garofoli nasce a Sassoferrato nel 1928. Nel 1947 si iscrive alla Scuola d’Arte di Urbino, specializzandosi in litografia. Termina gli studi nel 1952. Nel 1953 l’Accademia Raffaello di Urbino gli conferisce il diploma di merito. Nel 1951 è tra i tre fondatori della Rassegna d’Arte “G. B. Salvi”. Nel 1988 viene nominato Cavaliere della Repubblica dall’allora presidente Francesco Cossiga. Per molti anni insegna disegno e storia dell’arte nelle scuole superiori, coltivando contemporaneamente la produzione artistica nel campo grafico e pittorico. Giornali, riviste e molte pubblicazioni hanno seguito la sua attività. Ha tenuto numerose mostre personali in Italia e all’estero, ricevendo consensi e premi; sue opere sono state esposte, oltre che nelle maggiori città italiane anche Parigi, Tokio, Hong Kong, Città del Messico, Guadalajara, Cracovia, Zaragozza. La sua carriera di artista ci è stata riassunta in poche righe dal suo amico e critico Fabio Ciceroni: “Quell’angolo di universo che si svela per una delicatezza sospesa, e che può risultare imprendibile all’osservatore frettoloso dell’oggi, e che si ha quasi il pudore di rivelare per paura di non trovarne la misura espressiva, Francesco Garofoli lo ha fatto affiorare lungo tutta la sua sensibile fatica d’artista”.
Il lotto include due fogli della stampa intitolata alla "Apologia del Sentino" ed uno raffigurante "L'ultimo Sole in Calabria" -
Lot 262 Cartiere Miliani Fabriano (1782 circa)
Il David di Michelangelo, 1976
Filigrana in chiaroscuro retroilluminata
40,8 x 34,4 cm (luce)
Firma: “F. Librari” in lastra
Data: in lastra, "1976"
Altre iscrizioni: in lastra "C. M. FABRIANO"
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 85% (parti elettriche non verificate o mancanti; danni alla cornice)
Stato di conservazione. Superficie: 90%
In asta, un esemplare di filigrana artistica in chiaroscuro - la data si riferisce alla preparazione della matrice - realizzata da Franco Librari, per la storica Cartiera Miliani, di Fabriano, sul modello celeberrimo del "David" di Michelangelo. Come ricorda Annarita Librari, figlia di Franco Librari, "Con Giuseppe Miliani (1816 - 1890), nipote di Pietro (1744 - 1817), fondatore della ditta Miliani, la cartiera si ingrandisce, la carta da disegno si afferma come la migliore, tanto che alla esposizione di Londra nel 1851 viene premiata, e la carta valori comincia ad essere la specialità della fabbrica fabrianese. Alla morte di Giuseppe la cartiera era già un grande complesso, ma sarà il figlio Giambattista (1856-1937) ad operare l’effettiva trasformazione da azienda artigianale ad industriale (...). Giambattista alle conoscenze tecniche unisce un’ampia visione dell’organizzazione industriale grazie ai frequenti viaggi che, fin da giovanissimo, compie in diverse nazioni europee e in Nord America. Nel 1889 riceve la Legion d’onore per aver presentato, all’esposizione di Parigi, le migliori filigrane per i biglietti di banca. Per le filigrane di Fabriano, ancor prima del riconoscimento parigino, esisteva un vero e proprio entusiasmo. Nel 1886 Ernst Kirchner di Francoforte sul Meno scrive: “Le vostre carte filigrane sono le più belle che io abbia mai veduto fino ad ora. Da quando posseggo questi veramente artistici fogli non oso più nemmeno guardare gli stessi prodotti della Germania. I ritratti, come pure i dettagli che li ornano sono di una finezza ammirabile, perfetta e formano ora il punto essenziale di questa modesta collezione che io curo con molto amor proprio”. Nel settore della Filigrana artistica in chiaro-scuro per banconote Giambattista, in un primo momento, per l’incisione su cera si avvalse del prof. Bianchi di Roma, medaglista dei Sacri Palazzi Apostolici, che direttamente da Roma inviava a Fabriano le cere commissionate. Successivamente, la sua lungimiranza e previdenza lo spinsero a dotare l’Officina Filigrane delle cartiere di Fabriano della sezione di incisione su cera, dove destinò giovani e abili artisti che riuscirono a soddisfare appieno le esigenze aziendali. Capostipite di questa scuola fu Serafino Cilotti (1868-1943), che realizzò opere di notevole impatto artistico, da considerare come una nuova forma di espressione d’arte figurativa su cera, Angelo Bellocchi (1880-1939) e Virgilio Brozzesi (1869-1946). Allievi di Cilotti possono considerarsi Aldo Frezzi (1885-1972), (...) Eraldo Librari (1907-1988) e Luigi Filomena. Luigi Casoni fu incisore delle Miliani fino al 1958, quando fu chiamato dalla Banca d’Italia per incidere le “testine” delle banconote." "Eraldo Librari apprese quest’arte soprattutto osservando Serafino Cilotti mentre incideva, o meglio “rubando con l’occhio” attento e predisposto, avendo già alle spalle una preparazione artistica e una innata attitudine verso le più svariate forme d’arte. Entrò in Cartiera dopo aver vinto un concorso, rispettando la tradizione familiare che aveva visto il padre Decoroso e il nonno Angelo lavorare nella prestigiosa fabbrica fabrianese come lavoranti al reparto tini. Eraldo, da giovane, dopo aver frequentato la scuola professionale, fu allievo intagliatore del Prof. Ivo Quagliarini di Fabriano, lavorando nel suo mobilificio; fu un abile e fecondo scultore realizzando numerosi busti di noti personaggi fabrianesi dell’epoca; fu autore di numerose poesie e un compositore di canzoni; incisore su cera di numerose opere d’arte di grandi dimensioni e di testine per banconote, settore trainante dell’azienda, quest’ultime precedute da numerosi disegni preparatori a matita e a china, in un’epoca dove tutto era affidato all’abilità manuale dell’artista. Le incisioni di grandi dimensioni, che l’azienda faceva realizzare ai suoi più validi incisori, per fine propagandistico e d’immagine, non sono delle semplici e fredde riproduzioni di opere d’arte o ritratti, ma il frutto di una personale interpretazione che si riflette in uno stile espressionistico e scultoreo (dove un semplice elemento paesaggistico, come una pianta, viene reso con la minuzia di un botanico, le espressioni dei volti riflettono il pathos del personaggio ritratto), influenzato dal suo coinvolgimento emotivo e dalla sua sensibilità. Si tratta di un coinvolgimento che lo porta quasi a dimenticare il fine dell’incisione su cera - come fase principale di un lungo processo che richiede alcune particolari accortezze tecniche - e a trattarla come un’opera scultorea finale o come un pezzo di legno da intagliare, dove la materia deve essere rimossa di getto per far emergere l’immagine che racchiude al suo interno. Entrambi i figli di Eraldo Librari, Franco (mio padre) e Sandro (mio zio) appresero quest’arte dell’incisione su cera all’interno delle mura domestiche, ma solo mio padre Franco riuscì ad essere assunto nel 1963 in cartiera, dapprima nell’officina filigranisti come apprendista. Rispetto a molti incisori, mio padre ha saputo sfruttare al meglio il fatto di aver lavorato per anni nell’officina filigranisti, dove si svolgevano le fasi successive all’incisione su cera (galvanoplastica, ritocco dei punzoni, punzonatura della tela e realizzazione della forma filigranatrice). Questo gli ha permesso di rendersi conto di tutte le difficoltà che si incontravano nelle fasi successive, se l’incisione non era realizzata secondo alcuni accorgimenti tecnici. Spesso si trovava di fronte a delle incisioni veramente artistiche, ma alle quali bisognava sacrificare alcuni aspetti di quella espressività, perché avrebbero creato problemi insormontabili per la realizzazione delle fasi successive. Il ritocco dei punzoni era la fase più delicata, perché la presenza di sottosquadri non avrebbe permesso la punzonatura della tela metallica creando degli strappi nella stessa. Se si considera che spesso a ritoccare questi lavori non erano nemmeno gli stessi artisti che avevano realizzato l’incisione si può ben comprendere come fosse alto il rischio di comprometterne l’artisticità. In questa arte mio padre può essere considerato a pieno titolo un incisore completo, che ha sempre seguito personalmente tutte le fasi di lavorazione e che è in grado di realizzare autonomamente una filigrana partendo dall’incisione fino alla conclusiva fabbricazione del foglio di carta al tino. Tutti i suoi lavori della maturità possono essere definiti tecnicamente opere perfette, dove ad una interpretazione dell’opera d’arte si unisce una perizia tecnica che rende la lastra di cera immediatamente idonea alla realizzazione dei punzoni e alla successiva punzonatura della tela, senza dover ricorrere a ritocchi più o meno invasivi. Il fatto di aver appreso quest’arte da suo padre, all’interno delle mura domestiche, gli ha permesso, nel corso degli anni e non senza ostacoli, di raggiungere una qualifica e un riconoscimento mai ottenuto dagli incisori che lo hanno preceduto, di lavorare in autonomia dal 1970 fino al momento del pensionamento e di difendere l’artisticità di questo lavoro". ( Annarita Librari, "Cera una volta... la Filigrana Artistica in chiaroscuro"). La storia della cartiera Miliani è stata ricostruita da Bruno Bravetti, nella monografia “Giambattista Miliani”, Affinità Elettive, 2010. -
Lot 263 Madeleine O’Neill (1950 circa)
Urbino - Paesaggio, 1986, con tre stampe di autori diversi
Calcografia su carta
18 x 49 cm (luce)
49,4 x 68,7 cm (foglio)
Firma: “Madeleine O’Neill” a matita al recto
Data: “1986” a matita al recto
Altre iscrizioni: titolo (“URBINO - PAESAGGIO”) e indicazione della tiratura (“P.d’A’”) a matita al recto
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Madeleine O’Neill ha frequentato a Dublino il College of Art and Design, conseguendo la laurea in graphic design e specializzandosi nel campo dell’illustrazione. In seguito ha frequentato a Urbino un corso di calcografia, incisione e illustrazione: a questo periodo appartiene la nostra stampa. Il lotto include altre tre stampe firmate ma di autori non riconosciuti, raffiguranti "Due cavalli" (acquatinta e acquaforte su carta, con lastra di 30,3x18,8 cm), uno "Studio di vegetazione" (litografia su carta, con lastra di 30,3x18,8 cm), "Figure nell'ambiente (xilografia, prova d'autore, 50x70,4 cm). -
Lot 265 Claude-Louis Châtelet (1753 - 1795) , per il "Voyage Pittoresque ou Description des Royaumes de Naples et de Sicile"
Vue du Lac d'Agnano et des Etuves de san Germano, près de Naples, 1781-1786
Acquaforte e bulino su carta
26,8 x 38,8 cm (luce)
Firma: il disegnatore ("Chastelet") e gli incisori ("Bertheau" e "du Parc")
Altre iscrizioni: titolo in esteso in lastra ("Vue du Lac d'Agnano et des Etuves de san Germano, près de Naples"), tavola ("51")
Elementi distintivi: al verso, due etichette anonime con riferimenti inventariali
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 70% (danni da umidità: ondulature)
Stato di conservazione. Superficie: 80% (muffe)
Tavola n. 51, predisposta, a partire da un dipinto di Claude-Louis Châtelet da Pierre-Gabriel Berthault (1737-1831) e Marie-Alexandre Duparc (1760?-1829?) tra il 1781 e il 1786 per il "Voyage Pittoresque ou Description des Royaumes de Naples et de Sicile" organizzato da Jean-Claude Richard de Saint-Non, Abate di Saint-Non (1727-1791). -
Lot 267 Louis-Jean Desprez (1743 - 1804)
Vue de l'entrée de Pompeïa & de la rue principale de cette ville
Acquaforte su carta
26,6 x 38,7 cm (luce)
Firma: "Desprez" in lastra
Altre iscrizioni: indicazione dell'incisore ("Berthout") in lastra
Elementi distintivi: sul verso, due etichette anonime con riferimenti di inventario
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 85% (una piega)
Stato di conservazione. Superficie: 80% (depositi, fioriture)
Tavola 173 del "Voyage Pittoresque ou description des Royaume de Naples et de Sicilie", opera in cinque volumi stampata in prima edizione a Parigi tra il 1781 e il 1786, sotto la direzione di Richard de Saint-Non. Il corpus grafico è composto di ben 542 incisioni all’acquaforte e bulino, opera dei principali artisti di riproduzione del periodo, tra cui Jean Honoré Fragonard, Hubert Robert e Louis-Jean Desprez. L'opera fu ripubblicata tra il 1795 e il 1798 e poi nel 1829 da Dufour. La tavola in asta deriva dalla edizione del 1795-1798. -
Lot 269 Godfrey Douglas Giles (1857 - 1941) , da
The Ward - The Fairyhouse River, 1908
Mezzatinta colorata a mano
53,7 x 73,8 cm (luce)
Altre iscrizioni: “Published Feb 15th 1908 by Mess.rs. Fores 41, Piccadilly London W” al recto
Elementi distintivi: sul verso etichetta della Banca Popolare di Intra con riferimenti di inventario
Provenienza: Banca Popolare di Intra; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Fa parte di un coppia di stampe prodotta in Inghilterra all'inizio del XX secolo per arredo (The Kildare - a gallop across Punchestown'; 'The Ward - the Fairyhouse River'), a partire da dipinti sul tema della caccia di Geoffrey Douglas Giles (1857-1941). -
Lot 270 Roberto Stelluti (1951)
La Romita, 1972
Acquaforte su carta
49 x 34,5 cm (luce)
Firma: “Roberto Stelluti” a matita al recto
Data: “1972” a matita al recto
Altre iscrizioni: “La Romita” a matita al recto; tiratura “p.a.” a matita al recto
Elementi distintivi: sul verso, etichetta Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana con riferimenti di inventario
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lot 271 Frederick Bromley (1832 - 1870)
The Meeting of Her Majesty’s Stag Hounds on Ascot Heath, 1839
Mezzatinta colorata
52,5 x 75,5 cm (luce)
Firma: “F.Bromley”, in lastra al recto
Data: “JANy 1, 1839”, in lastra al recto
Altre iscrizioni: “Painted by F.Grant”; “London Pubished JANy 1, 1839 by Hudson & Graves Her Majesty’s Printsellers In Ordinary G. Pall Mall” in lastra al recto
Elementi distintivi: etichetta della Banca Popolare di Intra con riferimenti di inventario; etichetta della Galleria Studio d’Arte Lanza Verbania - Intra, al verso
Provenienza: Studio d’Arte Lanza Verbania; Banca Popolare di Intra; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90% -
Lot 272 Renzo Barbarossa (1935 - 2013)
Interno
Litografia su carta
49,2 x 34,2 cm (luce)
Firma: "Renzo Barbarossa" a matita al recto
Altre iscrizioni: indicazione della tiratura ("p.d.a")
Elementi distintivi: sul verso, etichetta Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana con riferimenti di inventario e una analoga etichetta anonima
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Uomo centrale nella cultura fabrianese e membro dell’Accademia d’Arte Moderna di Roma, Barbarossa come scultore, ha ottenuto nel 1978 il 1° premio “Città di Fabriano”. Nel 1980 con il distretto scolastico di Fabriano, è stato il promotore dell’Istituto Statale d’Arte “Mannucci”. Nel 1981 ha ideato un monumento ai Caduti nella stazione di Fabriano, nel 1990 il Monumento ai Caduti 1918/1944 a Marischio. Nel 2000 e nel 2005 ha realizzato per l’AVIS i monumenti al donatore di Fabriano e Cerreto d'Esi. Nel 1994, su incarico del Comune di Fabriano, ha progettato ed allestito la nuova Pinacoteca “Bruno Molajoli”. -
Lot 274 Autore non riconosciuto
La fontana Sturinalto a Fabriano
Litografia su carta
47,8 x 38 cm (luce)
Firma: "Uncini"
Elementi distintivi: sul verso, etichetta Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana con riferimenti di inventario e una analoga etichetta anonima; timbro di corniceria
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lot 276 Cartiere Miliani Fabriano (1782 circa)
San Pietro
Filigrana in chiaroscuro retroilluminata
41,8 x 29,8 cm (luce)
Altre iscrizioni: "CARTIERE MILIANI FABRIANO"
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 85% (parti elettriche non verificate o mancanti; danni alla cornice)
Stato di conservazione. Superficie: 90%
In asta, un esemplare di filigrana artistica in chiaroscuro, realizzata per la storica Cartiera Miliani, di Fabriano, sul prospetto di San Pietro. Come ricorda Annarita Librari, figlia di Franco Librari, "Con Giuseppe Miliani (1816 - 1890), nipote di Pietro (1744 - 1817), fondatore della ditta Miliani, la cartiera si ingrandisce, la carta da disegno si afferma come la migliore, tanto che alla esposizione di Londra nel 1851 viene premiata, e la carta valori comincia ad essere la specialità della fabbrica fabrianese. Alla morte di Giuseppe la cartiera era già un grande complesso, ma sarà il figlio Giambattista (1856-1937) ad operare l’effettiva trasformazione da azienda artigianale ad industriale (...). Giambattista alle conoscenze tecniche unisce un’ampia visione dell’organizzazione industriale grazie ai frequenti viaggi che, fin da giovanissimo, compie in diverse nazioni europee e in Nord America. Nel 1889 riceve la Legion d’onore per aver presentato, all’esposizione di Parigi, le migliori filigrane per i biglietti di banca. Per le filigrane di Fabriano, ancor prima del riconoscimento parigino, esisteva un vero e proprio entusiasmo. Nel 1886 Ernst Kirchner di Francoforte sul Meno scrive: “Le vostre carte filigrane sono le più belle che io abbia mai veduto fino ad ora. Da quando posseggo questi veramente artistici fogli non oso più nemmeno guardare gli stessi prodotti della Germania. I ritratti, come pure i dettagli che li ornano sono di una finezza ammirabile, perfetta e formano ora il punto essenziale di questa modesta collezione che io curo con molto amor proprio”. Nel settore della Filigrana artistica in chiaro-scuro per banconote Giambattista, in un primo momento, per l’incisione su cera si avvalse del prof. Bianchi di Roma, medaglista dei Sacri Palazzi Apostolici, che direttamente da Roma inviava a Fabriano le cere commissionate. Successivamente, la sua lungimiranza e previdenza lo spinsero a dotare l’Officina Filigrane delle cartiere di Fabriano della sezione di incisione su cera, dove destinò giovani e abili artisti che riuscirono a soddisfare appieno le esigenze aziendali. Capostipite di questa scuola fu Serafino Cilotti (1868-1943), che realizzò opere di notevole impatto artistico, da considerare come una nuova forma di espressione d’arte figurativa su cera, Angelo Bellocchi (1880-1939) e Virgilio Brozzesi (1869-1946). Allievi di Cilotti possono considerarsi Aldo Frezzi (1885-1972), (...) Eraldo Librari (1907-1988) e Luigi Filomena. Luigi Casoni fu incisore delle Miliani fino al 1958, quando fu chiamato dalla Banca d’Italia per incidere le “testine” delle banconote." "Eraldo Librari apprese quest’arte soprattutto osservando Serafino Cilotti mentre incideva, o meglio “rubando con l’occhio” attento e predisposto, avendo già alle spalle una preparazione artistica e una innata attitudine verso le più svariate forme d’arte. Entrò in Cartiera dopo aver vinto un concorso, rispettando la tradizione familiare che aveva visto il padre Decoroso e il nonno Angelo lavorare nella prestigiosa fabbrica fabrianese come lavoranti al reparto tini. Eraldo, da giovane, dopo aver frequentato la scuola professionale, fu allievo intagliatore del Prof. Ivo Quagliarini di Fabriano, lavorando nel suo mobilificio; fu un abile e fecondo scultore realizzando numerosi busti di noti personaggi fabrianesi dell’epoca; fu autore di numerose poesie e un compositore di canzoni; incisore su cera di numerose opere d’arte di grandi dimensioni e di testine per banconote, settore trainante dell’azienda, quest’ultime precedute da numerosi disegni preparatori a matita e a china, in un’epoca dove tutto era affidato all’abilità manuale dell’artista. Le incisioni di grandi dimensioni, che l’azienda faceva realizzare ai suoi più validi incisori, per fine propagandistico e d’immagine, non sono delle semplici e fredde riproduzioni di opere d’arte o ritratti, ma il frutto di una personale interpretazione che si riflette in uno stile espressionistico e scultoreo (dove un semplice elemento paesaggistico, come una pianta, viene reso con la minuzia di un botanico, le espressioni dei volti riflettono il pathos del personaggio ritratto), influenzato dal suo coinvolgimento emotivo e dalla sua sensibilità. Si tratta di un coinvolgimento che lo porta quasi a dimenticare il fine dell’incisione su cera - come fase principale di un lungo processo che richiede alcune particolari accortezze tecniche - e a trattarla come un’opera scultorea finale o come un pezzo di legno da intagliare, dove la materia deve essere rimossa di getto per far emergere l’immagine che racchiude al suo interno. Entrambi i figli di Eraldo Librari, Franco (...) e Sandro (...) appresero quest’arte dell’incisione su cera all’interno delle mura domestiche, ma solo mio padre Franco riuscì ad essere assunto nel 1963 in cartiera, dapprima nell’officina filigranisti come apprendista". ( Annarita Librari, "Cera una volta... la Filigrana Artistica in chiaroscuro"). La storia della cartiera Miliani è stata ricostruita da Bruno Bravetti, nella monografia “Giambattista Miliani”, Affinità Elettive, 2010 -
Lot 277 Autore non riconosciuto
Pagliai
Monotipo e matita su carta,1962
57,5 x 44,4 cm (luce)
Firma: "Rossi" scarsamente leggibile
Data: "62" scarsamente leggibile
Altre iscrizioni: "Inchiostro Originale" e "Pagliai" a matita al recto
Elementi distintivi: sul verso, etichetta Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana con riferimenti di inventario e una analoga etichetta anonima; timbro di corniceria
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 70% (ondulatura)
Stato di conservazione. Superficie: 60% (fioriture)