STAMPE E DISEGNI: dal XVI al XX secolo
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Lot 1 Anonimo piemontese-lombardo degli inizi del XVI secolo. Cavaliere a cavallo (recto). Studi di figure (verso). Matita rossa, penna e inchiostro (recto). Matita nera (verso), su carta bianca vergellata pesante. Foglio: mm 380x255. Disegno molto "vissuto", e rimasto chiaramente per lungo tempo in bottega. È probabile opera di un artista della cerchia di Tanzio da Varallo o di un suo modesto imitatore. Gli schizzi sul verso appartengono a mano diversa, risalente al secolo XVIII. Il foglio presenta una vistosa macchia oleosa in alto a destra e alcune mancanze derivanti dall'essere stato appeso. La carta è antica e di fattura grossolana.
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Lot 2 Anonimo veneziano della prima metà del XVI secolo. Studio per galeone. Penna e inchiostro, su carta compatta bianca. Foglio: mm 186x600. Questo curioso studio di galeone, forse da parata, è arricchito con numerose iscrizioni, forse in lingua veneziana, in cui vengono fornite misure precise per la costruzione e la decorazione. Il foglio, già separato in due frammenti, è parzialmente incollato su una carta marrone pesante (XX secolo). Sul verso sono visibili tracce d'iscrizioni manoscritte a penna, databili ai primi dell'Ottocento "N.44/ Disegno di Galeone". Per quanto non in ottime condizioni (numerose piccole mancanze, fori e lievi strappi lungo i margini), il soggetto rimane perfettamente godibile.
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Lot 3 Anonimo lombardo-veneto XVI-XVII secolo., Anonimo lombardo del XVII secolo. Studi di mani e due figure (recto). Studi di tre alberi (verso). Seconda metà del XVI secolo - prima metà del XVII secolo. Al recto: penna e inchiostro; matita nera e matita rossa, su carta bianca a vergelle, filigranata. Foglio: mm 183x222 ca. Al verso: matita nera, su carta bianca a vergelle. Foglio: mm 185x221 ca. Si tratta di due fogli di epoca e mano diverse, incollati insieme dal verso e poi montati a finestra su un foglio di carta, probabilmente la pagina di un album, in seguito tagliata. Sopra l'angolo esterno destro in alto la cifra, manoscritta a penna "1644". Sul recto nell'angolo interno del disegno, è un timbro di libera circolazione del Kupferstichkabinett di Berlino. Lieve ingiallimento della superficie, ma nel complesso fogli in buono stato di conservazione.
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Lot 4 Artista toscano della cerchia di Michelangelo Buonarroti. Testa virile. 1516-19. Matita rossa; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 137x114. Questo importante disegno, già attribuito a Camillo Procaccini e appartenuto a una raccolta non identificata (si veda il timbro in basso a sinistra), proviene da un'importante collezione romana. Per il legame stretto con le opere del maestro della seconda decade del XVI secolo, in particolare con i disegni a matita rossa realizzati per l'amico Sebastiano del Piombo (cfr. Chapman, 2006), il foglio deve collocarsi intorno al 1516-19. Il disegno è interamente incollato a una carta azzurra a vergelle: sul recto è incorniciato da due linee a penna e inchiostro e, all'esterno, da quattro strisce di carta dorata (larghe mm 5) e quattro fasce di carta gialletta-avorio (larghe mm 30). Il foglio è in ottimo stato di conservazione.
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Lot 5 Anonimo fiorentino della cerchia di Alessandro Allori. Angelo annunciante e Studio di busto virile. 1560-70 ca. Matita nera, penna e inchiostro; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 343x257. Supporto: mm 381x297. Il disegno è controfondato, ossia interamente incollato a un supporto di carta bianca pesante a vergelle (secolo XVIII) e incorniciato da tre linee a penna e inchiostro e tempera azzurra (sec. XIX). Lieve ingiallimento della superficie e macchie diffuse.
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Lot 6 Anonimo emiliano della prima metà del XVII secolo. Prospettiva della moderna città di Imola con legenda dei principali monumenti. Acquaforte. Matrice: mm 207x605. Foglio: mm 235x610. Stampa non firmata. Esemplare fresco e ben inchiostrato su carta bianca compatta pesante, ritagliato ma con buoni margini. Leggera consunzione agli angoli, in particolare in basso a sinistra. Sul verso alcune pieghe longitudinali e rinforzi cartacei lungo i bordi.
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Lot 7 Anonimo cortonesco secolo XVII-XVIII. Le donne si intromettono tra sabini e romani. Seconda metà del XVII secolo. Penna e inchiostro grigio acquerellato. Carta bianca avorio a vergelle con grande filigrana al centro (uno scudo con corona e giglio). Foglio: mm 358x457. Il foglio è appartenuto alla collezione di Nicos Dhikeos di cui reca in basso a sinistra il timbro (LUGT 3529). Il foglio presenta due piccoli strappi lungo il bordo superiore e alcune macchie. È incollato al cartoncino grigio sottostante (secolo XX, prima metà) per il lato superiore e all'angolo in basso a sinistra.
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Lot 8 Anonimo fiammingo del XVII secolo. Studio di uccello. Prima metà del XVII secolo. Matita nera; carta bianca fine a vergelle con filigrana. Foglio: mm 210x165. Il foglio è uno studio 'dal naturale' di straordinaria qualità, eseguito esclusivamente con la matita nera, senza pentimenti ma con mano leggera e sicura. Rare macchie e lievissime mancanze lungo i bordi. Il foglio è incollato unicamente dal verso del bordo superiore. Nel complesso è in ottime condizioni di conservazione.
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Lot 9 Anonimo napoletano del XVII secolo. I cinquanta santi soldati martiri di Porto. Prima metà del XVII secolo. Penna e inchiostro acquerellato; carta bianca a vergelle filigranata (poco leggibile, al centro). Foglio: mm 262x205. I santi sono ricordati dal Martirologio Romano il giorno 8 luglio. Il loro martirio avvenne al Porto di Roma, al tempo dell'Imperatore Aureliano, nell'anno 274. Questi soldati, come raccontano gli antichi manoscritti, avevano ricevuto l'incarico di uccidere la vergine Santa Bonosa ma furono da questa convertiti e successivamente battezzati da San Felice I Papa, il quale a sua volta li confortò nelle prove del martirio. Il foglio presenta alcune macchie diffuse e integrazioni cartacee, soprattutto agli angoli e lungo i bordi. Lievi erosioni da inchiostro nella parte inferiore sinistra. È incollato al supporto sottostante (secolo XX) solo dal margine superiore.
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Lot 10 Anonimo genovese di fine XVII - inizio XVIII secolo. Paesaggio con rovine e figure. Penna e inchiostro; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 228x195. La composizione, tracciata con mano fresca e sicura, probabilmente in presa diretta, è inquadrata da una linea di cornice a penna e inchiostro, apposta certamente dallo stesso artista. Il foglio presenta lievi mancanze lungo i bordi. A parte un lieve ingiallimento è in ottime condizioni di conservazione.
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Lot 11 Anonimo veneziano della seconda metà del XVIII secolo. Schizzo di paesaggio con capriccio di rovine e armenti. Fine del XVIII secolo. Penna e pennello, inchiostro grigio fumo su lievissime tracce di carboncino; carta azzurra a vergelle (sec. XVII-XVIII). Foglio: mm 370x416. Si tratta di uno schizzo preparatorio a una composizione più ampia, riconducibile ad artista veneziano della seconda metà del XVIII secolo. Vi è una linea di cornice a penna. Date le dimensioni e la struttura del foglio, composto dall'artista stesso da due frammenti della medesima carta congiunti longitudinalmente dal verso con strisce di carta, è forse uno schizzo preparatorio per un cartone. Il disegno è godibile, anche se non in perfetto stato di conservazione: sul recto, in alto a destra è visibile un'integrazione più recente e sul verso vi sono le tracce di un precedente incollaggio e alcuni rinforzi cartacei lungo la piega trasversale.
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Lot 12 Anonimo romano del XVIII secolo. Studio per Scenografia con Capriccio di alberi e veduta di città (Roma?). Fine XVIII secolo. Penna e inchiostro acquerellato, matita nera e matita di grafite, acquerellature in inchiostro verde-azzurro, grigio, rosa e marrone; carta bianca filigranata e vergellata. Foglio: mm 435x603. Il disegno costituisce forse il modello finale per uno studio di scenografia teatrale. Le due linee longitudinali sulla destra, a grafite, sono eseguite per il trasporto della composizione su scala più ampia. Il foglio presenta una vasta piegatura centrale e alcuni piccoli strappi rinforzati dal verso da frammenti di carta incollata (sec. XIX). Vi sono anche tracce di un precedente incollaggio a più antico supporto cartaceo e piccole macchie diffuse.
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Lot 13 Anonimo romano della fine del XVIII secolo. Figura maschile con bastone. Matita di grafite, penna e inchiostro, acquerello verde, grigio e marrone; tocchi di biacca; carta bianca vergellata. Foglio: mm 220x115. Il disegno rappresenta uno studio isolato di bottega, contornato da due linee di cornice a penna, forse interpretabile come soggetto repertoriale proveniente da un taccuino di schizzi. Al punto di cucitura di questorebbero, infatti, pensare i due piccoli fori, visibili sulla parte centrale del foglio in alto, risparmiati dall'acquerellatura. Sia il disegno, che il foglio, sono in ottime condizioni di conservazione: in basso, ai piedi della figura, una piccola macchia e una leggera ossidazione della biacca.
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Lot 14 Anonimo francese della fine del XVII secolo-inizi XVIII. Venere e amorini. Prima metà del XVIII secolo. Matita rossa, su carta avorio bianca pesante a vergelle. Foglio: mm 241x375. Nell'angolo in basso a destra il timbro della collezione di Nicos Dhikeos (Lugt 3529). A parte un lieve ingiallimento, qualche ondulazione e piccole mancanze lungo i bordi, il foglio è in buone condizioni di conservazione. È incollato al supporto cartaceo sottostante con due strisce di carta agli angoli superiori.
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Lot 15 Anonimo fiorentino del XVIII secolo. Virtuosismo calligrafico in figura di frate leggente. Prima metà del XVIII secolo. Penna e inchiostro su disegno sottostante a matita nera; carta bianca a vergelle, filigranata (un'ancora inscritta in cerchio). Due piccole macchie d'inchiostro in alto. In ottimo stato di conservazione.
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Lot 16 Anonimo del XVIII secolo. Studio di fregio (recto). Progetto per urna funeraria (verso). 1780 ca. Foglio con due composizioni. (1) Fregio con vasi, strumenti musicali e due putti-satiri (recto); penna e inchiostro acquarellato, disegno sottostante a matita nera; (2) Studio di urna funeraria con iscrizione, penna e inchiostro, su disegno sottostante a matita nera (verso); su carta compatta bianca mm 235x647. Due pieghe, tre fori agli angoli e verso il bordo sinistro. Una lesione restaurata dal verso in alto e nell'angolo superiore destro.
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Lot 17 Anonimo emiliano del XVIII secolo. Opera di carità: dar da mangiare agli affamati. Fine XVIII-inizi XIX secolo. Penna e inchiostro metallo gallico, su matita rossa, acquerellature con inchiostro grigio-verde; su carta bianca a vergelle di fattura meccanica (sec. XVIII-XIX); mm 223x137. Il disegno, di grande qualità, è stato eseguito a imitazione di una tecnica grafica chiaroscurale e forse in preparazione di un'incisione. Alcuni dettagli paiono ispirati al celebre dipinto di Caravaggio alla Pia Misericordia di Napoli (1607-8): in particolare la testa della figura femminile e quella del prigioniero che si sporge verso il suo seno. Il foglio è in ottimo stato di conservazione.
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Lot 18 Cherubino Alberti (1533-1615). Tobiolo e l’Angelo. 1575. Bulino. Foglio: mm 317x208 ca. Bartsch XVII.70.58. In basso a sinistra, sul piano delle figure: "Peregrinus Bono.is inve. F. Romae"; inferiormente, è il monogramma dell'artista: "'CAB 1575". Sul verso sono presenti antiche iscrizioni e cifre manoscritte a penna. Da Pellegrino Tibaldi. Conosciuto in unico stato. La stampa, perfettamente inchiostrata e ben definita su carta bianca a vergelle, è rifilata ai margini; il foglio è attaccato a un passe-partout per due punti lungo il margine superiore. Vi sono alcune piccole mancanze (per esempio nell'angolo inferiore destro) e tracce di antichi restauri, ma nel complesso è in buone condizioni.
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Lot 19 Alessandro Allori (1535-1607). Allegoria della Poesia. 1566-67. Penna e inchiostro acquerellato; carta bianca a vergelle, lievemente preparata. Foglio: mm 271x115. L'opera è un raro studio inedito, appartenente al già conosciuto gruppo dei disegni eseguiti da Alessandro Allori in preparazione ai costumi per la Mascherata con la Genealogia degli Dei, allestita nelle strade di Firenze nel 1566 in occasione dei festeggiamenti per le nozze del principe Francesco de' Medici con Giovanna d'Austria. Il foglio si ricollega ai più vasti gruppi degli Uffizi e della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (cfr. anche per la bibliografia precedente, Baroni, 2012) e proviene dalla raccolta di Giuseppe Vallardi, alla quale si riferisce il timbro in basso a sinistra (LUGT 1223). Il foglio originale è controfondato, ossia interamente incollato a una carta a vergelle pesante. Lievi danni diffusi (qualche piccolo foro), ma nel complesso in ottimo stato di conservazione.
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Lot 20 Alessandro Allori (1535-1607). Divinità fluviali e un satiro. 1670 ca. Matita nera, penna e inchiostro acquerellato; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 157x193. Splendido disegno, tracciato con mano fluida e sicura, già appartenuto alla raccolta di Giuseppe Chiantorre, da cui deriva il timbro in basso a destra (LUGT 540). Il foglio è controfondato. Sulla parte sinistra presenta una leggera consunzione, ma nel complesso è in buono stato di conservazione.
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Lot 21 Giulio Cesare Amidano (1566-1630). Sacra famiglia. 1610 ca. Penna e inchiostro metallo-gallico, anche acquerellato, con tocchi di biacca a pennello; carta bianca, a vergelle. Foglio: mm 200x165. Sia l'iconografia che lo stile grafico dai netti chiaroscuri, resi ancor più accentuati dall'uso della biacca, riconducono nell'alveo di questo allievo di Schedoni, nativo e operante a Parma (cfr. Riccomini, 1988), tra le cui opere più celebri è la Sacra Famiglia della Pinacoteca di Parma (cfr. Ghidiglia Quintavalle, 1956). Nell'angolo inferiore destro, sul verso, è presente un marchio di collezione poco leggibile. Alcune macchie d'inchiostro sul verso e tracce di un precedente incollaggio lungo il lato sinistro, sempre dal verso, ma nel complesso è in ottime condizioni di conservazione.
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Lot 22 Pietro Aquila (1640-1692) [cerchia di]. Due satiri. Prima metà del XVII secolo. Matita rossa; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 210x261. Supporto: mm 256x308. Il disegno deriva il soggetto dagli affreschi di Annibale Carracci nella galleria di Palazzo Farnese a Roma, compiuti nell'ultimo decennio del XVI secolo. Come è noto (cfr. Baroni, 2011, in part. pp. 191-192 con bibliografia precedente) dagli affreschi fu tratto un famoso ciclo di stampe realizzate dal siciliano Pietro Aquila ed edite a Roma nella prima metà del XVII secolo da Giovan Giacomo de Rossi. Questo disegno, di qualità non trascurabile, potrebbe essere ricollegato alla preparazione delle stampe e può forse ricondursi alla stretta cerchia di Aquila. Il foglio è interamente incollato al supporto cartaceo sottostante. A parte un lieve foxing diffuso, è in ottime condizioni.
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Lot 23 Pietro Aquila (1640-1692). Ercole al bivio. 1677 ca. Acquaforte con ritocchi a bulino. Matrice: mm 317x377. Foglio: mm 314x374. Vasta, 2008, p. 20. Esemplare (conosciuto in unico stato) appartenente alla serie in 12 tavole tratte al Camerino Farnese, affrescato da Annibale Carracci, all'interno del Palazzo omonimo a Roma, verosimilmente inciso da Pietro Aquila prima del 1677, anno in cui Giovan Giacomo de' Rossi pubblicò la serie di Galleria Farnese. Questa tavola in particolare deriva dalla tela che ornava il camerino, che si trova oggi a Capodimonte. L'opera fu dedicata al cardinale francese César d'Estrées, allora rappresentante degli interessi di Luigi XIV presso la Curia romana. Nel margine inferiore si legge infatti: "Eminentissimo ac Rev.mo Principi Cesari D'Estres S.R.E. Cardinali Amplissimo Heroicae virtutis imagines ab egregio pictore Annibale Carraccio mira artis elegantia, in Farnesianis Aedibus expressas tibi sacro eminentissime princeps; ut, cum ipseearum exemplar in pectore geras, alinis coloribus tua facta adumbrata intuearis, et agnoscas em.V. Humilissimus, atque Addictissimus Servus Io. Iacobus de Rubeis [...]. Annibal Carraccius pinx. in Aedibus farnesianis Io Iacobus de Rubeis formis Romae ad Templ. S. Mariae de Pace cu. priv. S. Pont. Petrus Aquila delin. et sculpsit". Carta bianca vergellata, con due splendide filigrane (doppio cerchio con giglio trilobato e uno scudo) di notevoli dimensioni, rispettivamente a destra e sinistra del foglio. La stampa, rifilata poco oltre i margini, è su passe-partout e controfondata, ossia interamente incollata a una carta antica, vergellata anch'essa, con una vasta piegatura al centro (forse faceva parte di un album). In controluce si vede qualche lieve spellatura sul verso della stampa, che nel complesso è in ottime condizioni e mantiene fresca l'inchiostratura.
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Lot 24 Pietro Sante Bartoli (1635-1700). Sigismundi Augusti Mantuam Adeuntis Profectio ac Triumphus. 1680. Raccolta rilegata di 26 stampe. Acquaforte. Fogli: mm 365x475; Massari, 240. Esemplare raro, completo e originale della serie (non menzionata in Le Blanc) con 26 tavole realizzate tutte da Pietro di Sante Bartoli ed edite a Roma presso Gian Giacomo de' Rossi (Templum Pacis) nel 1680. Legatura cartonata a sette nodi ricoperta di carta azzurra, consunta, con costola e angoli in pergamena (sec. XVIII). Taglio profilato non colorato. Sulla costola e sul piatto, tracce di un'iscrizione (e una cifra) a penna, illeggibili. Una cifra "1" a matita blu, risalente al sec. XIX-XX. Le tavole sono ispirate ai fregi scultorei delle colonne Traiana e Antonina dipinti in Palazzo Te a Mantova da Giulio Romano e Francesco Primaticcio (XVI secolo, distrutti nel 1630). Le stampe sono arricchite da note di mano di Giovanni Bellori (cfr. K. Danahue, in Bellori, Giovanni Pietro, in Dizionario Biografico degli Italiani, ed. on-line, vol. 7). La serie comprende il frontespizio (tav. 1), l'antiporta con la dedica di Angelo Conticelli e il ritratto in medaglione dell'imperatore Leopoldo (tav. 2) inciso da Jacques Blondeau e da 24 tavole di grandezza omogenea (da tav. 3 a tav. 26, matrice 225 x 405). Sullo sguancio del volume sono presenti due filigrane: sulla destra una parola "Vittori" e, a sinistra, un giglio trilobato iscritto in un cerchio. Tutte le stampe recano inciso il nome dell'incisore "Petrus Sanctus Bartolus sculp.". Conosciuta in unico stato. Le stampe sono fresche e ancora ben inchiostrate, la battuta ben marcata e tutte con ampi margini. I fogli di carta vergellata e filigranata sono ancora tutti attaccati nonostante tre nodi della legatura si siano sciolti. Alcuni fori di tarli nelle ultime sette tavole che, tuttavia, non coinvolgono la parte incisa ma solo il bordo.