Russia e Ucraina. 1960-1980
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Lotto 1 Vladimir Borisovich Yankilevsky (1938 - 2018)
Paesaggio riflesso, 1964
Inchiostro nero a penna su carta
30,8 x 42,8 cm
Data: "64", a pennarello, al recto
Firma: "V. Yankilevsky", a pennarello, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (piccole macchie)
Stato di conservazione supporto: 90% (piccole pieghe, piccoli danni ai margini, importanti residui di colla al verso)
Vladimir Yankilevsky è uno dei protagonisti del cosiddetto movimento "non conformista", di opposizione ai canoni del realismo socialista, sviluppatosi in Russia tra gli anni Sessanta e Ottanta. Figlio del pittore Boris Isaakovich Yankilevsky (1907-1987), si è diplomato nel 1962 presso l'Istituto Poligrafico di Mosca. Nello stesso anno, su invito della sua ex insegnante Eliya Belyutin, partecipò a una mostra di grande risonanza alla Bolshaya Kommunisticheskaya ("Taganka"). Pochi giorni dopo, fu invitato alla esposizione "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio della Capitale, dove Nikita Krusciov (1894-1971) criticò aspramenente i suoi dipinti. A seguito del battibecco con il presidente dalla Unione sovietica, Yankilevsky fu isolato dai percorsi espositivi ufficiali e per guadagnarsi da vivere lavorò come artista-designer nelle case editrici di Mosca. Solo nel 1975, quattro anni dopo la morte di Kruscev, poté partecipare a una mostra nel padiglione "Apicoltura" al complesso dello VDNH di Mosca e per la prima volta nel 1978 tenne una mostra retrospettiva. Fin dai primi anni '60, l'artista riunisce le sue composizioni sotto il tema dello "Spazio delle esperienze" ("Пространство переживаний"), dove l'arte è intesa come un tentativo di rappresentare il confronto delle forze del mondo vissuto attraverso l'esperienza umana, ponendo così l'uomo sullo sfondo dell'eternità della natura. Yankilevsky si concentra su una figurazione di tipo psicologico, spesso drammatico. Similmente negli anni '70, Yankilevsky si dedicò alle "scatole esistenziali", che personificavano lo spazio limitato dell'esistenza umana, in particolare la contraddizione tra i sogni e le restrizioni imposte dall'ambiente sociale: altro tema in aperta opposizione alle rigide strutture sociali sovietiche.
Le opere di Yankilevsky sono state esposte in 40 mostre personali (a Mosca, San Pietroburgo, New York, Bochum, Parigi e Londra) e più di 170 mostre collettive, tra cui "RUSSIA!" al Guggenheim Museum di New York nel 2005. Oggi le sue opere sono conservate nei principali musei russi (Galleria Tretyakov, Museo Statale Russo, Museo Pushkin, Museo d'Arte Moderna, ART4.RU a Mosca; Museo nuovo, San Pietroburgo) e in molti musei internazionali (Musei Ludwig, Colonia; Galleria Nazionale d'Arte, Budapest; Centro Georges Pompidou, Parigi; Pinacoteca di Dresda; Museo comunale, Bochum; Museo Zimmerli, New Brunswick; Galleria Nazionale, Praga; collezione Costakis, Atene; collezione di “Arte perseguitata” di Kenda e Jacob Bar-Gera, Colonia). -
Lotto 2 Vladimir Borisovich Yankilevsky (1938 - 2018)
Anatomia dei sentimenti, 1965
Inchiostro nero a penna su carta
30,6 x 35,7 cm
Data: "65", a pennarello, al recto
Firma: "V. Yankilevsky", a pennarello, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (macchie)
Stato di conservazione supporto: 95%
Vladimir Yankilevsky è uno dei protagonisti del cosiddetto movimento "non confirmista", di opposizione ai canoni del realismo socialista, sviluppatosi in Russia tra gli anni Sessanta e Ottanta. Figlio del pittore Boris Isaakovich Yankilevsky (1907-1987), si è diplomato nel 1962 presso l'Istituto Poligrafico di Mosca. Nello stesso anno, su invito della sua ex insegnante Eliya Belyutin, partecipò a una mostra di grande risonanza alla Bolshaya Kommunisticheskaya ("Taganka"). Pochi giorni dopo, fu invitato alla esposizione "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio della capitale, dove Nikita Krusciov (1894-1971) criticò aspramenente i suoi dipinti. A seguito del battibecco con il presidente dalla Unione sovietica, Yankilevsky fu isolato dai percorsi espositivi ufficiali e per guadagnarsi da vivere lavorò come artista-designer nelle case editrici di Mosca. Solo nel 1975, quatro anni dopo la morte di Kruscev, poté partecipare a una mostra nel padiglione "Apicoltura" al complesso dello VDNH di Mosca e per la prima volta nel 1978 tenne una mostra retrospettiva. Fin dai primi anni '60, l'artista riunisce le sue composizioni sotto il tema dello "Spazio delle esperienze" ("Пространство переживаний"), dove l'arte è intesa come un tentativo di rappresentare il confronto delle forze del mondo vissuto attraverso l'esperienza umana, ponendo così l'uomo sullo sfondo dell'eternità della natura. Yankilevsky si concentra su una figurazione di tipo psicologicho, spesso drammatico. Similmente negli anni '70, un'altra idea fondamentale del lavoro di Yankilevsky furono le "scatole esistenziali", che personificavano lo spazio limitato dell'esistenza umana, in particolare la contraddizione tra i sogni e le restrizioni imposte dall'ambiente sociale: altro tema in aperta opposizione alle rigide strutture sociali sovietiche.
Le opere di Yankilevsky sono state esposte in 40 mostre personali (a Mosca, San Pietroburgo, New York, Bochum, Parigi e Londra) e più di 170 mostre collettive, tra cui "RUSSIA!" al Guggenheim Museum di New York nel 2005. Oggi le sue opere sono conservate nei principali musei russi (Galleria Tretyakov, Museo Statale Russo, Museo Pushkin, Museo d'Arte Moderna, ART4.RU a Mosca; Museo nuovo, San Pietroburgo) e in molti musei internazionali (Musei Ludwig, Colonia; Galleria Nazionale d'Arte, Budapest; Centro Georges Pompidou, Parigi; Pinacoteca di Dresda; Museo comunale, Bochum; Museo Zimmerli, New Brunswick; Galleria Nazionale, Praga; collezione Costakis, Atene; collezione di “Arte perseguitata” di Kenda e Jacob Bar-Gera, Colonia). -
Lotto 3 Vladimir Borisovich Yankilevsky (1938 - 2018)
Dall'album "Anatomie dei Sentimenti. Introduzione I"; 9 studi, 1972
Calcografia su carta
28,3 x 23,9 cm (lastra)
37,4 x 28,2 cm
Data: "72", a matita, al recto
Firma: "V. Yankilevsky", a matita, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (leggere macchie)
Stato di conservazione supporto: 90% (leggere pieghe e ondulature)
Vladimir Yankilevsky è uno dei protagonisti del cosiddetto movimento "non confirmista", di opposizione ai canoni del realismo socialista, sviluppatosi in Russia tra gli anni Sessanta e Ottanta. Figlio del pittore Boris Isaakovich Yankilevsky (1907-1987), si è diplomato nel 1962 presso l'Istituto Poligrafico di Mosca. Nello stesso anno, su invito della sua ex insegnante Eliya Belyutin, partecipò a una mostra di grande risonanza alla Bolshaya Kommunisticheskaya ("Taganka"). Pochi giorni dopo, fu invitato alla esposizione "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio della capitale, dove Nikita Krusciov (1894-1971) criticò aspramenente i suoi dipinti. A seguito del battibecco con il presidente dalla Unione sovietica, Yankilevsky fu isolato dai percorsi espositivi ufficiali e per guadagnarsi da vivere lavorò come artista-designer nelle case editrici di Mosca. Solo nel 1975, quatro anni dopo la morte di Kruscev, poté partecipare a una mostra nel padiglione "Apicoltura" al complesso dello VDNH di Mosca e per la prima volta nel 1978 tenne una mostra retrospettiva. Fin dai primi anni '60, l'artista riunisce le sue composizioni sotto il tema dello "Spazio delle esperienze" ("Пространство переживаний"), dove l'arte è intesa come un tentativo di rappresentare il confronto delle forze del mondo vissuto attraverso l'esperienza umana, ponendo così l'uomo sullo sfondo dell'eternità della natura. Yankilevsky si concentra su una figurazione di tipo psicologicho, spesso drammatico. Similmente negli anni '70, un'altra idea fondamentale del lavoro di Yankilevsky furono le "scatole esistenziali", che personificavano lo spazio limitato dell'esistenza umana, in particolare la contraddizione tra i sogni e le restrizioni imposte dall'ambiente sociale: altro tema in aperta opposizione alle rigide strutture sociali sovietiche.
Le opere di Yankilevsky sono state esposte in 40 mostre personali (a Mosca, San Pietroburgo, New York, Bochum, Parigi e Londra) e più di 170 mostre collettive, tra cui "RUSSIA!" al Guggenheim Museum di New York nel 2005. Oggi le sue opere sono conservate nei principali musei russi (Galleria Tretyakov, Museo Statale Russo, Museo Pushkin, Museo d'Arte Moderna, ART4.RU a Mosca; Museo nuovo, San Pietroburgo) e in molti musei internazionali (Musei Ludwig, Colonia; Galleria Nazionale d'Arte, Budapest; Centro Georges Pompidou, Parigi; Pinacoteca di Dresda; Museo comunale, Bochum; Museo Zimmerli, New Brunswick; Galleria Nazionale, Praga; collezione Costakis, Atene; collezione di “Arte perseguitata” di Kenda e Jacob Bar-Gera, Colonia). -
Lotto 4 Vladimir Borisovich Yankilevsky (1938 - 2018)
Senza titolo, 1963
Inchiostro nero a penna su carta
43,1 x 30,8 cm
Data: "63", a penna, al recto
Firma: "V. Yankilevsky", a penna, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (piccole macchie)
Stato di conservazione supporto: 95%
Vladimir Yankilevsky è uno dei protagonisti del cosiddetto movimento "non confirmista", di opposizione ai canoni del realismo socialista, sviluppatosi in Russia tra gli anni Sessanta e Ottanta. Figlio del pittore Boris Isaakovich Yankilevsky (1907-1987), si è diplomato nel 1962 presso l'Istituto Poligrafico di Mosca. Nello stesso anno, su invito della sua ex insegnante Eliya Belyutin, partecipò a una mostra di grande risonanza alla Bolshaya Kommunisticheskaya ("Taganka"). Pochi giorni dopo, fu invitato alla esposizione "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio della capitale, dove Nikita Krusciov (1894-1971) criticò aspramenente i suoi dipinti. A seguito del battibecco con il presidente dalla Unione sovietica, Yankilevsky fu isolato dai percorsi espositivi ufficiali e per guadagnarsi da vivere lavorò come artista-designer nelle case editrici di Mosca. Solo nel 1975, quatro anni dopo la morte di Kruscev, poté partecipare a una mostra nel padiglione "Apicoltura" al complesso dello VDNH di Mosca e per la prima volta nel 1978 tenne una mostra retrospettiva. Fin dai primi anni '60, l'artista riunisce le sue composizioni sotto il tema dello "Spazio delle esperienze" ("Пространство переживаний"), dove l'arte è intesa come un tentativo di rappresentare il confronto delle forze del mondo vissuto attraverso l'esperienza umana, ponendo così l'uomo sullo sfondo dell'eternità della natura. Yankilevsky si concentra su una figurazione di tipo psicologicho, spesso drammatico. Similmente negli anni '70, un'altra idea fondamentale del lavoro di Yankilevsky furono le "scatole esistenziali", che personificavano lo spazio limitato dell'esistenza umana, in particolare la contraddizione tra i sogni e le restrizioni imposte dall'ambiente sociale: altro tema in aperta opposizione alle rigide strutture sociali sovietiche.
Le opere di Yankilevsky sono state esposte in 40 mostre personali (a Mosca, San Pietroburgo, New York, Bochum, Parigi e Londra) e più di 170 mostre collettive, tra cui "RUSSIA!" al Guggenheim Museum di New York nel 2005. Oggi le sue opere sono conservate nei principali musei russi (Galleria Tretyakov, Museo Statale Russo, Museo Pushkin, Museo d'Arte Moderna, ART4.RU a Mosca; Museo nuovo, San Pietroburgo) e in molti musei internazionali (Musei Ludwig, Colonia; Galleria Nazionale d'Arte, Budapest; Centro Georges Pompidou, Parigi; Pinacoteca di Dresda; Museo comunale, Bochum; Museo Zimmerli, New Brunswick; Galleria Nazionale, Praga; collezione Costakis, Atene; collezione di “Arte perseguitata” di Kenda e Jacob Bar-Gera, Colonia). -
Lotto 5 Vladimir Borisovich Yankilevsky (1938 - 2018)
Maschere della città, 1973
Calcografia su carta
79,6 x 61,6 cm
Data: "1973", a matita, al recto
Firma: "V. Yankilevsky", a matita, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (leggero ingiallimento, in particolare ai margini)
Stato di conservazione supporto: 90% (smarginatura irregolare, piccole mancanze ai margini, leggere pieghe)
Vladimir Yankilevsky è uno dei protagonisti del cosiddetto movimento "non confirmista", di opposizione ai canoni del realismo socialista, sviluppatosi in Russia tra gli anni Sessanta e Ottanta. Figlio del pittore Boris Isaakovich Yankilevsky (1907-1987), si è diplomato nel 1962 presso l'Istituto Poligrafico di Mosca. Nello stesso anno, su invito della sua ex insegnante Eliya Belyutin, partecipò a una mostra di grande risonanza alla Bolshaya Kommunisticheskaya ("Taganka"). Pochi giorni dopo, fu invitato alla esposizione "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio della capitale, dove Nikita Krusciov (1894-1971) criticò aspramenente i suoi dipinti. A seguito del battibecco con il presidente dalla Unione sovietica, Yankilevsky fu isolato dai percorsi espositivi ufficiali e per guadagnarsi da vivere lavorò come artista-designer nelle case editrici di Mosca. Solo nel 1975, quatro anni dopo la morte di Kruscev, poté partecipare a una mostra nel padiglione "Apicoltura" al complesso dello VDNH di Mosca e per la prima volta nel 1978 tenne una mostra retrospettiva. Fin dai primi anni '60, l'artista riunisce le sue composizioni sotto il tema dello "Spazio delle esperienze" ("Пространство переживаний"), dove l'arte è intesa come un tentativo di rappresentare il confronto delle forze del mondo vissuto attraverso l'esperienza umana, ponendo così l'uomo sullo sfondo dell'eternità della natura. Yankilevsky si concentra su una figurazione di tipo psicologicho, spesso drammatico. Similmente negli anni '70, un'altra idea fondamentale del lavoro di Yankilevsky furono le "scatole esistenziali", che personificavano lo spazio limitato dell'esistenza umana, in particolare la contraddizione tra i sogni e le restrizioni imposte dall'ambiente sociale: altro tema in aperta opposizione alle rigide strutture sociali sovietiche.
Le opere di Yankilevsky sono state esposte in 40 mostre personali (a Mosca, San Pietroburgo, New York, Bochum, Parigi e Londra) e più di 170 mostre collettive, tra cui "RUSSIA!" al Guggenheim Museum di New York nel 2005. Oggi le sue opere sono conservate nei principali musei russi (Galleria Tretyakov, Museo Statale Russo, Museo Pushkin, Museo d'Arte Moderna, ART4.RU a Mosca; Museo nuovo, San Pietroburgo) e in molti musei internazionali (Musei Ludwig, Colonia; Galleria Nazionale d'Arte, Budapest; Centro Georges Pompidou, Parigi; Pinacoteca di Dresda; Museo comunale, Bochum; Museo Zimmerli, New Brunswick; Galleria Nazionale, Praga; collezione Costakis, Atene; collezione di “Arte perseguitata” di Kenda e Jacob Bar-Gera, Colonia). -
Lotto 6 Vladimir Borisovich Yankilevsky (1938 - 2018)
Paesaggio, 1965
Inchiostro nero a penna su carta applicato a foglio di supporto
54 x 35,2 cm
Data: "65", a penna, al recto
Firma: "V. Yankilevsky", a penna, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (ingiallimento)
Stato di conservazione supporto: 90% (piccoli danni ai margini)
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 27 (ill.)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009
Vladimir Yankilevsky è uno dei protagonisti del cosiddetto movimento "non confirmista", di opposizione ai canoni del realismo socialista, sviluppatosi in Russia tra gli anni Sessanta e Ottanta. Figlio del pittore Boris Isaakovich Yankilevsky (1907-1987), si è diplomato nel 1962 presso l'Istituto Poligrafico di Mosca. Nello stesso anno, su invito della sua ex insegnante Eliya Belyutin, partecipò a una mostra di grande risonanza alla Bolshaya Kommunisticheskaya ("Taganka"). Pochi giorni dopo, fu invitato alla esposizione "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio della capitale, dove Nikita Krusciov (1894-1971) criticò aspramenente i suoi dipinti. A seguito del battibecco con il presidente dalla Unione sovietica, Yankilevsky fu isolato dai percorsi espositivi ufficiali e per guadagnarsi da vivere lavorò come artista-designer nelle case editrici di Mosca. Solo nel 1975, quatro anni dopo la morte di Kruscev, poté partecipare a una mostra nel padiglione "Apicoltura" al complesso dello VDNH di Mosca e per la prima volta nel 1978 tenne una mostra retrospettiva. Fin dai primi anni '60, l'artista riunisce le sue composizioni sotto il tema dello "Spazio delle esperienze" ("Пространство переживаний"), dove l'arte è intesa come un tentativo di rappresentare il confronto delle forze del mondo vissuto attraverso l'esperienza umana, ponendo così l'uomo sullo sfondo dell'eternità della natura. Yankilevsky si concentra su una figurazione di tipo psicologicho, spesso drammatico. Similmente negli anni '70, un'altra idea fondamentale del lavoro di Yankilevsky furono le "scatole esistenziali", che personificavano lo spazio limitato dell'esistenza umana, in particolare la contraddizione tra i sogni e le restrizioni imposte dall'ambiente sociale: altro tema in aperta opposizione alle rigide strutture sociali sovietiche.
Le opere di Yankilevsky sono state esposte in 40 mostre personali (a Mosca, San Pietroburgo, New York, Bochum, Parigi e Londra) e più di 170 mostre collettive, tra cui "RUSSIA!" al Guggenheim Museum di New York nel 2005. Oggi le sue opere sono conservate nei principali musei russi (Galleria Tretyakov, Museo Statale Russo, Museo Pushkin, Museo d'Arte Moderna, ART4.RU a Mosca; Museo nuovo, San Pietroburgo) e in molti musei internazionali (Musei Ludwig, Colonia; Galleria Nazionale d'Arte, Budapest; Centro Georges Pompidou, Parigi; Pinacoteca di Dresda; Museo comunale, Bochum; Museo Zimmerli, New Brunswick; Galleria Nazionale, Praga; collezione Costakis, Atene; collezione di “Arte perseguitata” di Kenda e Jacob Bar-Gera, Colonia). -
Lotto 7 Vladimir Borisovich Yankilevsky (1938 - 2018)
Maschere della città, 1973
Calcografia su carta
63,5 x 74,3 cm
Data: "75", a matita, al recto
Firma: "V. Yankilevsky", a matita, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (ingiallimento, decolorazione, alcune macchie)
Stato di conservazione supporto: 90% (leggere pieghe)
Vladimir Yankilevsky è uno dei protagonisti del cosiddetto movimento "non confirmista", di opposizione ai canoni del realismo socialista, sviluppatosi in Russia tra gli anni Sessanta e Ottanta. Figlio del pittore Boris Isaakovich Yankilevsky (1907-1987), si è diplomato nel 1962 presso l'Istituto Poligrafico di Mosca. Nello stesso anno, su invito della sua ex insegnante Eliya Belyutin, partecipò a una mostra di grande risonanza alla Bolshaya Kommunisticheskaya ("Taganka"). Pochi giorni dopo, fu invitato alla esposizione "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio della capitale, dove Nikita Krusciov (1894-1971) criticò aspramenente i suoi dipinti. A seguito del battibecco con il presidente dalla Unione sovietica, Yankilevsky fu isolato dai percorsi espositivi ufficiali e per guadagnarsi da vivere lavorò come artista-designer nelle case editrici di Mosca. Solo nel 1975, quatro anni dopo la morte di Kruscev, poté partecipare a una mostra nel padiglione "Apicoltura" al complesso dello VDNH di Mosca e per la prima volta nel 1978 tenne una mostra retrospettiva. Fin dai primi anni '60, l'artista riunisce le sue composizioni sotto il tema dello "Spazio delle esperienze" ("Пространство переживаний"), dove l'arte è intesa come un tentativo di rappresentare il confronto delle forze del mondo vissuto attraverso l'esperienza umana, ponendo così l'uomo sullo sfondo dell'eternità della natura. Yankilevsky si concentra su una figurazione di tipo psicologicho, spesso drammatico. Similmente negli anni '70, un'altra idea fondamentale del lavoro di Yankilevsky furono le "scatole esistenziali", che personificavano lo spazio limitato dell'esistenza umana, in particolare la contraddizione tra i sogni e le restrizioni imposte dall'ambiente sociale: altro tema in aperta opposizione alle rigide strutture sociali sovietiche.
Le opere di Yankilevsky sono state esposte in 40 mostre personali (a Mosca, San Pietroburgo, New York, Bochum, Parigi e Londra) e più di 170 mostre collettive, tra cui "RUSSIA!" al Guggenheim Museum di New York nel 2005. Oggi le sue opere sono conservate nei principali musei russi (Galleria Tretyakov, Museo Statale Russo, Museo Pushkin, Museo d'Arte Moderna, ART4.RU a Mosca; Museo nuovo, San Pietroburgo) e in molti musei internazionali (Musei Ludwig, Colonia; Galleria Nazionale d'Arte, Budapest; Centro Georges Pompidou, Parigi; Pinacoteca di Dresda; Museo comunale, Bochum; Museo Zimmerli, New Brunswick; Galleria Nazionale, Praga; collezione Costakis, Atene; collezione di “Arte perseguitata” di Kenda e Jacob Bar-Gera, Colonia). -
Lotto 8 Vladimir Borisovich Yankilevsky (1938 - 2018)
Senza titolo, paesaggio, biverso, 1966
Pennarello nero su carta
42,3 x 36,5 cm
Data: "66", a pennarello, in testa al foglio
Firma: "V. Yankilevsky", a pennarello, in testa al foglio
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (leggere macchie)
Stato di conservazione supporto: 90%
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 20 (ill.)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009
Vladimir Yankilevsky è uno dei protagonisti del cosiddetto movimento "non confirmista", di opposizione ai canoni del realismo socialista, sviluppatosi in Russia tra gli anni Sessanta e Ottanta. Figlio del pittore Boris Isaakovich Yankilevsky (1907-1987), si è diplomato nel 1962 presso l'Istituto Poligrafico di Mosca. Nello stesso anno, su invito della sua ex insegnante Eliya Belyutin, partecipò a una mostra di grande risonanza alla Bolshaya Kommunisticheskaya ("Taganka"). Pochi giorni dopo, fu invitato alla esposizione "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio della capitale, dove Nikita Krusciov (1894-1971) criticò aspramenente i suoi dipinti. A seguito del battibecco con il presidente dalla Unione sovietica, Yankilevsky fu isolato dai percorsi espositivi ufficiali e per guadagnarsi da vivere lavorò come artista-designer nelle case editrici di Mosca. Solo nel 1975, quatro anni dopo la morte di Kruscev, poté partecipare a una mostra nel padiglione "Apicoltura" al complesso dello VDNH di Mosca e per la prima volta nel 1978 tenne una mostra retrospettiva. Fin dai primi anni '60, l'artista riunisce le sue composizioni sotto il tema dello "Spazio delle esperienze" ("Пространство переживаний"), dove l'arte è intesa come un tentativo di rappresentare il confronto delle forze del mondo vissuto attraverso l'esperienza umana, ponendo così l'uomo sullo sfondo dell'eternità della natura. Yankilevsky si concentra su una figurazione di tipo psicologicho, spesso drammatico. Similmente negli anni '70, un'altra idea fondamentale del lavoro di Yankilevsky furono le "scatole esistenziali", che personificavano lo spazio limitato dell'esistenza umana, in particolare la contraddizione tra i sogni e le restrizioni imposte dall'ambiente sociale: altro tema in aperta opposizione alle rigide strutture sociali sovietiche.
Le opere di Yankilevsky sono state esposte in 40 mostre personali (a Mosca, San Pietroburgo, New York, Bochum, Parigi e Londra) e più di 170 mostre collettive, tra cui "RUSSIA!" al Guggenheim Museum di New York nel 2005. Oggi le sue opere sono conservate nei principali musei russi (Galleria Tretyakov, Museo Statale Russo, Museo Pushkin, Museo d'Arte Moderna, ART4.RU a Mosca; Museo nuovo, San Pietroburgo) e in molti musei internazionali (Musei Ludwig, Colonia; Galleria Nazionale d'Arte, Budapest; Centro Georges Pompidou, Parigi; Pinacoteca di Dresda; Museo comunale, Bochum; Museo Zimmerli, New Brunswick; Galleria Nazionale, Praga; collezione Costakis, Atene; collezione di “Arte perseguitata” di Kenda e Jacob Bar-Gera, Colonia). -
Lotto 9 Vladimir Borisovich Yankilevsky (1938 - 2018)
Senza titolo, 1962
Inchiostro nero a penna e ad acquerello su carta applicata a foglio di supporto
54 x 36 cm
Data: "62", a penna, al recto
Firma: "V. Yankilevsky", a penna, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (ingiallimento)
Stato di conservazione supporto: 90% (piccoli danni ai margini)
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 27 (ill.)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009
Vladimir Yankilevsky è uno dei protagonisti del cosiddetto movimento "non confirmista", di opposizione ai canoni del realismo socialista, sviluppatosi in Russia tra gli anni Sessanta e Ottanta. Figlio del pittore Boris Isaakovich Yankilevsky (1907-1987), si è diplomato nel 1962 presso l'Istituto Poligrafico di Mosca. Nello stesso anno, su invito della sua ex insegnante Eliya Belyutin, partecipò a una mostra di grande risonanza alla Bolshaya Kommunisticheskaya ("Taganka"). Pochi giorni dopo, fu invitato alla esposizione "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio della capitale, dove Nikita Krusciov (1894-1971) criticò aspramenente i suoi dipinti. A seguito del battibecco con il presidente dalla Unione sovietica, Yankilevsky fu isolato dai percorsi espositivi ufficiali e per guadagnarsi da vivere lavorò come artista-designer nelle case editrici di Mosca. Solo nel 1975, quatro anni dopo la morte di Kruscev, poté partecipare a una mostra nel padiglione "Apicoltura" al complesso dello VDNH di Mosca e per la prima volta nel 1978 tenne una mostra retrospettiva. Fin dai primi anni '60, l'artista riunisce le sue composizioni sotto il tema dello "Spazio delle esperienze" ("Пространство переживаний"), dove l'arte è intesa come un tentativo di rappresentare il confronto delle forze del mondo vissuto attraverso l'esperienza umana, ponendo così l'uomo sullo sfondo dell'eternità della natura. Yankilevsky si concentra su una figurazione di tipo psicologicho, spesso drammatico. Similmente negli anni '70, un'altra idea fondamentale del lavoro di Yankilevsky furono le "scatole esistenziali", che personificavano lo spazio limitato dell'esistenza umana, in particolare la contraddizione tra i sogni e le restrizioni imposte dall'ambiente sociale: altro tema in aperta opposizione alle rigide strutture sociali sovietiche.
Le opere di Yankilevsky sono state esposte in 40 mostre personali (a Mosca, San Pietroburgo, New York, Bochum, Parigi e Londra) e più di 170 mostre collettive, tra cui "RUSSIA!" al Guggenheim Museum di New York nel 2005. Oggi le sue opere sono conservate nei principali musei russi (Galleria Tretyakov, Museo Statale Russo, Museo Pushkin, Museo d'Arte Moderna, ART4.RU a Mosca; Museo nuovo, San Pietroburgo) e in molti musei internazionali (Musei Ludwig, Colonia; Galleria Nazionale d'Arte, Budapest; Centro Georges Pompidou, Parigi; Pinacoteca di Dresda; Museo comunale, Bochum; Museo Zimmerli, New Brunswick; Galleria Nazionale, Praga; collezione Costakis, Atene; collezione di “Arte perseguitata” di Kenda e Jacob Bar-Gera, Colonia). -
Lotto 10 Vladimir Borisovich Yankilevsky (1938 - 2018)
Senza titolo, 1965
Pennarello su carta
41,4 x 28,6 cm
Data: "65", al recto
Firma: Firma "V. Yankilevsky", in lastra
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90%
Stato di conservazione supporto: 85% (residui di colla al verso)
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 20 (ill.)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009
Vladimir Yankilevsky è uno dei protagonisti del cosiddetto movimento "non confirmista", di opposizione ai canoni del realismo socialista, sviluppatosi in Russia tra gli anni Sessanta e Ottanta. Figlio del pittore Boris Isaakovich Yankilevsky (1907-1987), si è diplomato nel 1962 presso l'Istituto Poligrafico di Mosca. Nello stesso anno, su invito della sua ex insegnante Eliya Belyutin, partecipò a una mostra di grande risonanza alla Bolshaya Kommunisticheskaya ("Taganka"). Pochi giorni dopo, fu invitato alla esposizione "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio della capitale, dove Nikita Krusciov (1894-1971) criticò aspramenente i suoi dipinti. A seguito del battibecco con il presidente dalla Unione sovietica, Yankilevsky fu isolato dai percorsi espositivi ufficiali e per guadagnarsi da vivere lavorò come artista-designer nelle case editrici di Mosca. Solo nel 1975, quatro anni dopo la morte di Kruscev, poté partecipare a una mostra nel padiglione "Apicoltura" al complesso dello VDNH di Mosca e per la prima volta nel 1978 tenne una mostra retrospettiva. Fin dai primi anni '60, l'artista riunisce le sue composizioni sotto il tema dello "Spazio delle esperienze" ("Пространство переживаний"), dove l'arte è intesa come un tentativo di rappresentare il confronto delle forze del mondo vissuto attraverso l'esperienza umana, ponendo così l'uomo sullo sfondo dell'eternità della natura. Yankilevsky si concentra su una figurazione di tipo psicologicho, spesso drammatico. Similmente negli anni '70, un'altra idea fondamentale del lavoro di Yankilevsky furono le "scatole esistenziali", che personificavano lo spazio limitato dell'esistenza umana, in particolare la contraddizione tra i sogni e le restrizioni imposte dall'ambiente sociale: altro tema in aperta opposizione alle rigide strutture sociali sovietiche.
Le opere di Yankilevsky sono state esposte in 40 mostre personali (a Mosca, San Pietroburgo, New York, Bochum, Parigi e Londra) e più di 170 mostre collettive, tra cui "RUSSIA!" al Guggenheim Museum di New York nel 2005. Oggi le sue opere sono conservate nei principali musei russi (Galleria Tretyakov, Museo Statale Russo, Museo Pushkin, Museo d'Arte Moderna, ART4.RU a Mosca; Museo nuovo, San Pietroburgo) e in molti musei internazionali (Musei Ludwig, Colonia; Galleria Nazionale d'Arte, Budapest; Centro Georges Pompidou, Parigi; Pinacoteca di Dresda; Museo comunale, Bochum; Museo Zimmerli, New Brunswick; Galleria Nazionale, Praga; collezione Costakis, Atene; collezione di “Arte perseguitata” di Kenda e Jacob Bar-Gera, Colonia). -
Lotto 11 Vladimir Borisovich Yankilevsky (1938 - 2018)
Senza titolo, 1965
Inchiostro nero a penna su carta
35,9 x 63,9 cm
Data: "65", a penna, al recto
Firma: "V. Yankilevsky", a penna, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (leggere macchie)
Stato di conservazione supporto: 85% (un piccolo strappo, alcune pieghe leggere)
Vladimir Yankilevsky è uno dei protagonisti del cosiddetto movimento "non confirmista", di opposizione ai canoni del realismo socialista, sviluppatosi in Russia tra gli anni Sessanta e Ottanta. Figlio del pittore Boris Isaakovich Yankilevsky (1907-1987), si è diplomato nel 1962 presso l'Istituto Poligrafico di Mosca. Nello stesso anno, su invito della sua ex insegnante Eliya Belyutin, partecipò a una mostra di grande risonanza alla Bolshaya Kommunisticheskaya ("Taganka"). Pochi giorni dopo, fu invitato alla esposizione "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio della capitale, dove Nikita Krusciov (1894-1971) criticò aspramenente i suoi dipinti. A seguito del battibecco con il presidente dalla Unione sovietica, Yankilevsky fu isolato dai percorsi espositivi ufficiali e per guadagnarsi da vivere lavorò come artista-designer nelle case editrici di Mosca. Solo nel 1975, quatro anni dopo la morte di Kruscev, poté partecipare a una mostra nel padiglione "Apicoltura" al complesso dello VDNH di Mosca e per la prima volta nel 1978 tenne una mostra retrospettiva. Fin dai primi anni '60, l'artista riunisce le sue composizioni sotto il tema dello "Spazio delle esperienze" ("Пространство переживаний"), dove l'arte è intesa come un tentativo di rappresentare il confronto delle forze del mondo vissuto attraverso l'esperienza umana, ponendo così l'uomo sullo sfondo dell'eternità della natura. Yankilevsky si concentra su una figurazione di tipo psicologicho, spesso drammatico. Similmente negli anni '70, un'altra idea fondamentale del lavoro di Yankilevsky furono le "scatole esistenziali", che personificavano lo spazio limitato dell'esistenza umana, in particolare la contraddizione tra i sogni e le restrizioni imposte dall'ambiente sociale: altro tema in aperta opposizione alle rigide strutture sociali sovietiche.
Le opere di Yankilevsky sono state esposte in 40 mostre personali (a Mosca, San Pietroburgo, New York, Bochum, Parigi e Londra) e più di 170 mostre collettive, tra cui "RUSSIA!" al Guggenheim Museum di New York nel 2005. Oggi le sue opere sono conservate nei principali musei russi (Galleria Tretyakov, Museo Statale Russo, Museo Pushkin, Museo d'Arte Moderna, ART4.RU a Mosca; Museo nuovo, San Pietroburgo) e in molti musei internazionali (Musei Ludwig, Colonia; Galleria Nazionale d'Arte, Budapest; Centro Georges Pompidou, Parigi; Pinacoteca di Dresda; Museo comunale, Bochum; Museo Zimmerli, New Brunswick; Galleria Nazionale, Praga; collezione Costakis, Atene; collezione di “Arte perseguitata” di Kenda e Jacob Bar-Gera, Colonia). -
Lotto 12 Francisco Infante-Arana (1943 - )
Progetto fantastico (con impiego di campi elettromagnetici), 1964
Tempera e gesso su carta
44,3 x 77 cm
Data: data "1964", a penna, al verso
Firma: Firma "Infante F.", a penna, al verso
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 60% (depositi rugginosi, muffa ampiamente diffusa e attiva, cadute di colore)
Stato di conservazione supporto: 70% (interventi di rafforzamento della carta al verso lungo, pieghe e linee di cedimento)
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 32 (ill.)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009
Suo padre era un politico spagnolo, rifugiatosi in Russia a seguito della guerra civile. Nel 1966 Infante-Arena si è diplomato alla Scuola superiore di arte industriale di Mosca (ex Stroganov). Dal 1962 al 1964 ha partecipato a "Movimento" («Движение»), una associazione di artisti di indirizzo cinetico e metafisico. Nel 1968 inizia ad esibirsi con installazioni in spazi naturali aperti. Nel 1970 organizza un gruppo di artisti e ingegneri "Argo" ("Арго") con l'obiettivo di creare sistemi artificiali simili a fenomeni naturali. Pur nella prospettiva dell'arte cinetica, dagli anni '60, Infante ha contribuito alla land art, di fatto inaugurando questa stagione dell'arte in Russia. Dal 1975 si è concentrato sulla creazione di artefatti, esprimendo attraverso di essi la sua idea principale: combinare il naturale e l'artificiale attraverso installazioni all'aperto e poi presentarli al pubblico con un'edizione limitata di fotografie. Costruiti sugli effetti dei riflessi, dell'ambiguità e dell'interattività di luce, colore, suono, oggetto, spazio e osservatore, gli "Artefatti" di Infante fanno spesso appello alle tradizioni dell'avanguardia russa, in particolare alle opere di Malevic e Tatlin. Nel 1996 è insignito del Premio di Stato della Federazione Russa per l'arte. Dal 1973 è membro dell'Unione degli artisti di Mosca. Così l'artista ha sintetizzato il proprio lavoro: “Dal 1962 mi occupo di arte geometrica e poi cinetica. Con l'aiuto delle mie opere, ho voluto esprimere le emozioni associate alla sconfinata perfezione del mondo. La natura è diventata per me un simbolo del mondo eterno, misterioso, divino, la cui pienezza e completezza è un altro mondo, la cosiddetta "seconda natura", il mondo della tecnologia. Penso a loro come interagiscono tra loro. Pertanto, cerco di ottenere un'espressione adeguata del mondo così com'è."
Le sue opere sono conservate nei seguenti musei: Galleria Statale Tretyakov, Mosca; Museo Statale Russo, San Pietroburgo; Museo Statale di Belle Arti. AS Pushkin, Mosca; Museo Statale-Riserva "Tsaritsyno", Mosca; Museo ART4, Mosca; Museo di arte moderna di Mosca, Mosca; Centro Statale per l'Arte Contemporanea, Mosca; Casa della fotografia di Mosca, Mosca; Centro culturale statale - Museo di V. S. Vysotsky, Mosca; Nuovo Museo, San Pietroburgo; Museo AZ (Museo di Anatoly Zverev), Mosca; Brooklyn Museum, Brooklyn, New York, Stati Uniti; Kolodzei Art Foundation, Highland Park, New Jersey, USA; Columbus University Museum of Fine Arts, Columbus, Ohio, USA; Istituto di Cultura Russa Contemporanea, Los Angeles, USA; Collezione Nazionale d'Arte Moderna, Parigi, Francia; Museo Galleria d'Arte, Peterborough, Regno Unito; Museo di Arte Moderna, Seoul, Corea del Sud; Setagaya Art Museum, Tokyo, Giappone; Museo Wilhelm Hack, Ludwigshafen, Germania; Kunstmuseum, Berna, Svizzera; Museo d'Arte, Lodz, Polonia; Gmurzynska Gallery Collection, Colonia, Germania.
Tra le principali mostre personali, si ricordano:
2017 - "Testo-Contesto". Museo dell'Accademia Russa delle Arti. Galleria Crokin. San Pietroburgo.
2008 - "Meridiano della neve". Casa di Cechov, Mosca.
2008 - "Manufatti ridotti", Mosca, Istituto Cervantes
1989 - "Manufatti di Francisco Infante". "Wilhelm Hack Museum", Ludwigshafen, Germania.
1989 - "Francisco Infante - Acquarelli e Manufatti Sibachrome". Galleria Rosa Esman, New York, USA.
1988 - "Manufatti". Casa del Cinema, Mosca.
1988 - "Manufatti". DK Odessa State University, Odessa.
1987 - "Francesco Infante. Artefakty a kresby" (Manufatti e disegni). Galeria Lounech, Dom umeni mesta, Brno, Cecoslovacchia.
1984 - "Manufatti nel Planetario". Planetario di Mosca, Mosca.
1984 - "Manufatti". Repubblicana Casa della Conoscenza, Riga, Lettonia.
1984 - "Manufatti". Museo della Fotografia, Siauliai, Lituania.
1982 - "Dedizione al manufatto". Istituto Centrale di Ricerca di Teoria e Storia dell'Architettura, Mosca.
1982 - "Francesco Infante". Istituto Politecnico, Mosca.
1982 - "Manufatti" (un giorno). Casa dell'artista su Kuznetsky Most, Mosca.
1981 - "Oggetti artificiali e ambiente naturale". Centro di estetica tecnica VNIITE, Mosca.
1981 - "Presenza" (mostra retrospettiva). Comitato cittadino di grafica, M. Gruzinskaya, 28, Mosca.
1981 - "Manufatti". Casa degli scienziati dell'Accademia delle scienze dell'URSS, Chernogolovka, regione di Mosca.
1979 - "Arte-Natura-Tecnologia" (insieme al gruppo Argo). Palazzo della Cultura intitolato a Lensoviet, Leningrado.
1978 - "Francisco Infante". DC dell'Istituto di ingegneria dei trasporti di Mosca, Mosca.
1974 - Mostra di F. Infante e del gruppo Argo. Centro della comunità spagnola, Mosca. -
Lotto 13 Ülo Limar Jochann Sooster (1924 - 1970)
Senza titolo (recto e verso)
Acquerelli su carta (recto); gesso su carta (verso)
19,3 x 27,1 cm
Data: "60", a matita, al recto
Firma: "Sooster", a matita, al recto; "ÜLO SOOSTER", a penna, al verso
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (macchie al verso)
Stato di conservazione supporto: 90% (leggere pieghe)
Estone, Sooster fu uno dei principali rappresentanti dell'arte non ufficiale sovietica ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Tra il 1945 ed il 1949 studia arte presso l'Università d'Arte Statale di Tartu, ex "Pallas". Nel 1948 viene arrestato a Tallinn con l'accusa di aver fondato un gruppo antisovietico e cercato di sequestrare un aereo, e condannato a dieci anni di lavori forzati. Tra il 1949 ed il 1956 viene imprigionato nel lager di Dolinka nei pressi di Karaganda, in Kazakistan. Viene rilasciato nel giugno 1956 e si trasferisce a Mosca. Fa amicizia con l'artista Yuri Nolev-Sobolev, uno dei leader dell'arte non ufficiale sovietica dell'epoca. Insieme creano il gruppo artistico noto come gruppo Sobolev-Sooster, o gruppo Sretenskij Bulvar. Nel 1957 inizia a lavorare come illustratore per diverse case editrici, tra cui la "Znanie". Nel 1958 al gruppo artistico di Sooster si unisce il pittore Ernst Neizvestny, mentre il 1959 vede l'inizio della sua attività espositiva. Nel 1960 al gruppo si unisce Ilya Kabakov con cui Sooster condivide lo studio. Inizia una serie di incontri, nel suo appartamento, dedicati all'arte non ufficiale, chiamati “i martedì di Sooster”.
Nel 1962 partecipa al "Manege", lo spazio espositivo centrale di Mosca, alla prima mostra d'arte non ufficiale, organizzata in modo ufficiale, con la speranza di stabilire un dialogo con lo Stato. Dopo aver visitato la mostra, Nikita Krusciov la fa smantellare, accusando gli artisti di attività antisovietica. Contemporaneamente Ulo Sooster diventa persona non grata ai propri datori di lavoro. Essendo estone per poter continuare a lavorare, assume lo pseudonimo di Smorodin. Nel 1965 partecipa alle prime mostre del gruppo all'estero: Varsavia, Polonia e all'Aquila, Italia. Lavora per lo studio cinematografico "Centrnauchfilm". Nel 1968 assieme al regista Andrej Khrzhanovsky, al compositore Alfred Schnittke e all'artista Yuri Nolev-Sobolev lavora alle scenografie per il cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"). la cui produzione e riproduzione viene vietata nel 1969 dalla censura sovietica. Muore a Mosca, il 25 ottobre 1970 e viene sepolto in Estonia.
Tra le principali mostre personali: Museo di Arti Visive di Tartu, Estonia (1970), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti di Tallinn, Estonia (1970), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti grafici di Mosca (1979, 1981), Museo d'Arte Statale, Tallinn (1985, 2001), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti “Ermitage” di Mosca (1987), Spazio espositivo della Regione Temirjazevskij di Mosca (1988), Casa Centrale dell'Artista (ЦДХ), Mosca (1989), Museo Statale di Storia, Tallinn (1990), Galeria “Romanof”, Mosca (2006).
Nel 1987 il regista Andrej Khrzhanovsky ha girato il film dedicato a Sooster “Paesaggio con ginepro” ("Пейзаж с можжевельником"). -
Lotto 14 Ülo Limar Jochann Sooster (1924 - 1970)
Senza titolo, 1962
Inchiostro nero a penna su carta
21,5 x 19,2 cm
Data: "62", a penna, al recto
Firma: "Sooster", a penna, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 85% (macchie, gora)
Stato di conservazione supporto: 90% (pieghe spianate)
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 40 (ill.)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009
Estone, Sooster fu uno dei principali rappresentanti dell'arte non ufficiale sovietica ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Tra il 1945 ed il 1949 studia arte presso l'Università d'Arte Statale di Tartu, ex "Pallas". Nel 1948 viene arrestato a Tallinn con l'accusa di aver fondato un gruppo antisovietico e cercato di sequestrare un aereo, e condannato a dieci anni di lavori forzati. Tra il 1949 ed il 1956 viene imprigionato nel lager di Dolinka nei pressi di Karaganda, in Kazakistan. Viene rilasciato nel giugno 1956 e si trasferisce a Mosca. Fa amicizia con l'artista Yuri Nolev-Sobolev, uno dei leader dell'arte non ufficiale sovietica dell'epoca. Insieme creano il gruppo artistico noto come gruppo Sobolev-Sooster, o gruppo Sretenskij Bulvar. Nel 1957 inizia a lavorare come illustratore per diverse case editrici, tra cui la "Znanie". Nel 1958 al gruppo artistico di Sooster si unisce il pittore Ernst Neizvestny, mentre il 1959 vede l'inizio della sua attività espositiva. Nel 1960 al gruppo si unisce Ilya Kabakov con cui Sooster condivide lo studio. Inizia una serie di incontri, nel suo appartamento, dedicati all'arte non ufficiale, chiamati “i martedì di Sooster”.
Nel 1962 partecipa al "Manege", lo spazio espositivo centrale di Mosca, alla prima mostra d'arte non ufficiale, organizzata in modo ufficiale, con la speranza di stabilire un dialogo con lo Stato. Dopo aver visitato la mostra, Nikita Krusciov la fa smantellare, accusando gli artisti di attività antisovietica. Contemporaneamente Ulo Sooster diventa persona non grata ai propri datori di lavoro. Essendo estone per poter continuare a lavorare, assume lo pseudonimo di Smorodin. Nel 1965 partecipa alle prime mostre del gruppo all'estero: Varsavia, Polonia e all'Aquila, Italia. Lavora per lo studio cinematografico "Centrnauchfilm". Nel 1968 assieme al regista Andrej Khrzhanovsky, al compositore Alfred Schnittke e all'artista Yuri Nolev-Sobolev lavora alle scenografie per il cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"). Nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione e la diffusione in qualsiasi forma del cartone animato “L'armonica di vetro”. Muore a Mosca, il 25 ottobre 1970 e viene sepolto in Estonia.
Tra le principali mostre personali: Museo di Arti Visive di Tartu, Estonia (1970 ), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti di Tallinn, Estonia (1970 ), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti grafici di Mosca (1979, 1981), Museo d'Arte Statale, Tallinn (1985, 2001), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti “Ermitage” di Mosca (1987 ), Spazio espositivo della Regione Temirjazevskij di Mosca (1988), Casa Centrale dell'Artista (ЦДХ), Mosca (1989), Museo Statale di Storia, Tallinn (1990), Galeria “Romanof”, Mosca (2006).
Nel 1987 il regista Andrej Khrzhanovsky ha girato il film dedicato a Sooster “Paesaggio con ginepro” ("Пейзаж с можжевельником") -
Lotto 15 Ülo Limar Jochann Sooster (1924 - 1970)
Aeroplani, inusualità... (disegno biverso), 1962
Inchiostro nero a penna e matita su carta
18,5 x 27 cm
Data: "62", a penna, al recto
Firma: "Sooster", a penna, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 85% (macchie, residui di nastro adesivo al verso)
Stato di conservazione supporto: 90% (leggere mancanze ai margini)
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 41 (ill.)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009
Al verso un disegno geometrico, con alcune annotazioni, su un aeroplano ("самолёт"), la "inusualità" ("необычность") etc, forse relazionate alla comprensione del recto
Estone, Sooster fu uno dei principali rappresentanti dell'arte non ufficiale sovietica ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Tra il 1945 ed il 1949 studia arte presso l'Università d'Arte Statale di Tartu, ex "Pallas". Nel 1948 viene arrestato a Tallinn con l'accusa di aver fondato un gruppo antisovietico e cercato di sequestrare un aereo, e condannato a dieci anni di lavori forzati. Tra il 1949 ed il 1956 viene imprigionato nel lager di Dolinka nei pressi di Karaganda, in Kazakistan. Viene rilasciato nel giugno 1956 e si trasferisce a Mosca. Fa amicizia con l'artista Yuri Nolev-Sobolev, uno dei leader dell'arte non ufficiale sovietica dell'epoca. Insieme creano il gruppo artistico noto come gruppo Sobolev-Sooster, o gruppo Sretenskij Bulvar. Nel 1957 inizia a lavorare come illustratore per diverse case editrici, tra cui la "Znanie". Nel 1958 al gruppo artistico di Sooster si unisce il pittore Ernst Neizvestny, mentre il 1959 vede l'inizio della sua attività espositiva. Nel 1960 al gruppo si unisce Ilya Kabakov con cui Sooster condivide lo studio. Inizia una serie di incontri, nel suo appartamento, dedicati all'arte non ufficiale, chiamati “i martedì di Sooster”.
Nel 1962 partecipa al "Manege", lo spazio espositivo centrale di Mosca, alla prima mostra d'arte non ufficiale, organizzata in modo ufficiale, con la speranza di stabilire un dialogo con lo Stato. Dopo aver visitato la mostra, Nikita Krusciov la fa smantellare, accusando gli artisti di attività antisovietica. Contemporaneamente Ulo Sooster diventa persona non grata ai propri datori di lavoro. Essendo estone per poter continuare a lavorare, assume lo pseudonimo di Smorodin. Nel 1965 partecipa alle prime mostre del gruppo all'estero: Varsavia, Polonia e all'Aquila, Italia. Lavora per lo studio cinematografico "Centrnauchfilm". Nel 1968 assieme al regista Andrej Khrzhanovsky, al compositore Alfred Schnittke e all'artista Yuri Nolev-Sobolev lavora alle scenografie per il cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"). Nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione e la diffusione in qualsiasi forma del cartone animato “L'armonica di vetro”. Muore a Mosca, il 25 ottobre 1970 e viene sepolto in Estonia.
Tra le principali mostre personali: Museo di Arti Visive di Tartu, Estonia (1970 ), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti di Tallinn, Estonia (1970 ), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti grafici di Mosca (1979, 1981), Museo d'Arte Statale, Tallinn (1985, 2001), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti “Ermitage” di Mosca (1987 ), Spazio espositivo della Regione Temirjazevskij di Mosca (1988), Casa Centrale dell'Artista (ЦДХ), Mosca (1989), Museo Statale di Storia, Tallinn (1990), Galeria “Romanof”, Mosca (2006).
Nel 1987 il regista Andrej Khrzhanovsky ha girato il film dedicato a Sooster “Paesaggio con ginepro” ("Пейзаж с можжевельником"). -
Lotto 16 Ülo Limar Jochann Sooster (1924 - 1970)
Senza titolo, 1963
Pennarello nero su carta
18,5 x 26,8 cm
Data: "63", a penna, al recto
Firma: "Sooster", a penna, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 85% (macchie)
Stato di conservazione supporto: 90%
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 41 (ill.)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009
Estone, Sooster fu uno dei principali rappresentanti dell'arte non ufficiale sovietica ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Tra il 1945 ed il 1949 studia arte presso l'Università d'Arte Statale di Tartu, ex "Pallas". Nel 1948 viene arrestato a Tallinn con l'accusa di aver fondato un gruppo antisovietico e cercato di sequestrare un aereo, e condannato a dieci anni di lavori forzati. Tra il 1949 ed il 1956 viene imprigionato nel lager di Dolinka nei pressi di Karaganda, in Kazakistan. Viene rilasciato nel giugno 1956 e si trasferisce a Mosca. Fa amicizia con l'artista Yuri Nolev-Sobolev, uno dei leader dell'arte non ufficiale sovietica dell'epoca. Insieme creano il gruppo artistico noto come gruppo Sobolev-Sooster, o gruppo Sretenskij Bulvar. Nel 1957 inizia a lavorare come illustratore per diverse case editrici, tra cui la "Znanie". Nel 1958 al gruppo artistico di Sooster si unisce il pittore Ernst Neizvestny, mentre il 1959 vede l'inizio della sua attività espositiva. Nel 1960 al gruppo si unisce Ilya Kabakov con cui Sooster condivide lo studio. Inizia una serie di incontri, nel suo appartamento, dedicati all'arte non ufficiale, chiamati “i martedì di Sooster”.
Nel 1962 partecipa al "Manege", lo spazio espositivo centrale di Mosca, alla prima mostra d'arte non ufficiale, organizzata in modo ufficiale, con la speranza di stabilire un dialogo con lo Stato. Dopo aver visitato la mostra, Nikita Krusciov la fa smantellare, accusando gli artisti di attività antisovietica. Contemporaneamente Ulo Sooster diventa persona non grata ai propri datori di lavoro. Essendo estone per poter continuare a lavorare, assume lo pseudonimo di Smorodin. Nel 1965 partecipa alle prime mostre del gruppo all'estero: Varsavia, Polonia e all'Aquila, Italia. Lavora per lo studio cinematografico "Centrnauchfilm". Nel 1968 assieme al regista Andrej Khrzhanovsky, al compositore Alfred Schnittke e all'artista Yuri Nolev-Sobolev lavora alle scenografie per il cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"). Nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione e la diffusione in qualsiasi forma del cartone animato “L'armonica di vetro”. Muore a Mosca, il 25 ottobre 1970 e viene sepolto in Estonia.
Tra le principali mostre personali: Museo di Arti Visive di Tartu, Estonia (1970 ), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti di Tallinn, Estonia (1970 ), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti grafici di Mosca (1979, 1981), Museo d'Arte Statale, Tallinn (1985, 2001), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti “Ermitage” di Mosca (1987 ), Spazio espositivo della Regione Temirjazevskij di Mosca (1988), Casa Centrale dell'Artista (ЦДХ), Mosca (1989), Museo Statale di Storia, Tallinn (1990), Galeria “Romanof”, Mosca (2006).
Nel 1987 il regista Andrej Khrzhanovsky ha girato il film dedicato a Sooster “Paesaggio con ginepro” ("Пейзаж с можжевельником"). -
Lotto 17 Ülo Limar Jochann Sooster (1924 - 1970)
Senza titolo, 1961
Inchiostro nero a penna su carta
26,8 x 18,7 cm
Data: "61", a penna, al recto
Firma: "Sooster", a penna, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 85% (macchie, gora)
Stato di conservazione supporto: 90% (pieghe spianate)
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 40 (ill.)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009
Estone, Sooster fu uno dei principali rappresentanti dell'arte non ufficiale sovietica ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Tra il 1945 ed il 1949 studia arte presso l'Università d'Arte Statale di Tartu, ex "Pallas". Nel 1948 viene arrestato a Tallinn con l'accusa di aver fondato un gruppo antisovietico e cercato di sequestrare un aereo, e condannato a dieci anni di lavori forzati. Tra il 1949 ed il 1956 viene imprigionato nel lager di Dolinka nei pressi di Karaganda, in Kazakistan. Viene rilasciato nel giugno 1956 e si trasferisce a Mosca. Fa amicizia con l'artista Yuri Nolev-Sobolev, uno dei leader dell'arte non ufficiale sovietica dell'epoca. Insieme creano il gruppo artistico noto come gruppo Sobolev-Sooster, o gruppo Sretenskij Bulvar. Nel 1957 inizia a lavorare come illustratore per diverse case editrici, tra cui la "Znanie". Nel 1958 al gruppo artistico di Sooster si unisce il pittore Ernst Neizvestny, mentre il 1959 vede l'inizio della sua attività espositiva. Nel 1960 al gruppo si unisce Ilya Kabakov con cui Sooster condivide lo studio. Inizia una serie di incontri, nel suo appartamento, dedicati all'arte non ufficiale, chiamati “i martedì di Sooster”.
Nel 1962 partecipa al "Manege", lo spazio espositivo centrale di Mosca, alla prima mostra d'arte non ufficiale, organizzata in modo ufficiale, con la speranza di stabilire un dialogo con lo Stato. Dopo aver visitato la mostra, Nikita Krusciov la fa smantellare, accusando gli artisti di attività antisovietica. Contemporaneamente Ulo Sooster diventa persona non grata ai propri datori di lavoro. Essendo estone per poter continuare a lavorare, assume lo pseudonimo di Smorodin. Nel 1965 partecipa alle prime mostre del gruppo all'estero: Varsavia, Polonia e all'Aquila, Italia. Lavora per lo studio cinematografico "Centrnauchfilm". Nel 1968 assieme al regista Andrej Khrzhanovsky, al compositore Alfred Schnittke e all'artista Yuri Nolev-Sobolev lavora alle scenografie per il cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"). Nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione e la diffusione in qualsiasi forma del cartone animato “L'armonica di vetro”. Muore a Mosca, il 25 ottobre 1970 e viene sepolto in Estonia.
Tra le principali mostre personali: Museo di Arti Visive di Tartu, Estonia (1970 ), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti di Tallinn, Estonia (1970 ), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti grafici di Mosca (1979, 1981), Museo d'Arte Statale, Tallinn (1985, 2001), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti “Ermitage” di Mosca (1987 ), Spazio espositivo della Regione Temirjazevskij di Mosca (1988), Casa Centrale dell'Artista (ЦДХ), Mosca (1989), Museo Statale di Storia, Tallinn (1990), Galeria “Romanof”, Mosca (2006).
Nel 1987 il regista Andrej Khrzhanovsky ha girato il film dedicato a Sooster “Paesaggio con ginepro” ("Пейзаж с можжевельником"). -
Lotto 18 Ülo Limar Jochann Sooster (1924 - 1970)
Senza titolo, 1961
Inchiostro nero a penna su carta
19,1 x 27,2 cm
Data: "61", a penna, al recto
Firma: "Sooster", a penna, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (macchie)
Stato di conservazione supporto: 95%
Estone, Sooster fu uno dei principali rappresentanti dell'arte non ufficiale sovietica ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Tra il 1945 ed il 1949 studia arte presso l'Università d'Arte Statale di Tartu, ex "Pallas". Nel 1948 viene arrestato a Tallinn con l'accusa di aver fondato un gruppo antisovietico e cercato di sequestrare un aereo, e condannato a dieci anni di lavori forzati. Tra il 1949 ed il 1956 viene imprigionato nel lager di Dolinka nei pressi di Karaganda, in Kazakistan. Viene rilasciato nel giugno 1956 e si trasferisce a Mosca. Fa amicizia con l'artista Yuri Nolev-Sobolev, uno dei leader dell'arte non ufficiale sovietica dell'epoca. Insieme creano il gruppo artistico noto come gruppo Sobolev-Sooster, o gruppo Sretenskij Bulvar. Nel 1957 inizia a lavorare come illustratore per diverse case editrici, tra cui la "Znanie". Nel 1958 al gruppo artistico di Sooster si unisce il pittore Ernst Neizvestny, mentre il 1959 vede l'inizio della sua attività espositiva. Nel 1960 al gruppo si unisce Ilya Kabakov con cui Sooster condivide lo studio. Inizia una serie di incontri, nel suo appartamento, dedicati all'arte non ufficiale, chiamati “i martedì di Sooster”.
Nel 1962 partecipa al "Manege", lo spazio espositivo centrale di Mosca, alla prima mostra d'arte non ufficiale, organizzata in modo ufficiale, con la speranza di stabilire un dialogo con lo Stato. Dopo aver visitato la mostra, Nikita Krusciov la fa smantellare, accusando gli artisti di attività antisovietica. Contemporaneamente Ulo Sooster diventa persona non grata ai propri datori di lavoro. Essendo estone per poter continuare a lavorare, assume lo pseudonimo di Smorodin. Nel 1965 partecipa alle prime mostre del gruppo all'estero: Varsavia, Polonia e all'Aquila, Italia. Lavora per lo studio cinematografico "Centrnauchfilm". Nel 1968 assieme al regista Andrej Khrzhanovsky, al compositore Alfred Schnittke e all'artista Yuri Nolev-Sobolev lavora alle scenografie per il cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"). Nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione e la diffusione in qualsiasi forma del cartone animato “L'armonica di vetro”. Muore a Mosca, il 25 ottobre 1970 e viene sepolto in Estonia.
Tra le principali mostre personali: Museo di Arti Visive di Tartu, Estonia (1970 ), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti di Tallinn, Estonia (1970 ), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti grafici di Mosca (1979, 1981), Museo d'Arte Statale, Tallinn (1985, 2001), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti “Ermitage” di Mosca (1987 ), Spazio espositivo della Regione Temirjazevskij di Mosca (1988), Casa Centrale dell'Artista (ЦДХ), Mosca (1989), Museo Statale di Storia, Tallinn (1990), Galeria “Romanof”, Mosca (2006).
Nel 1987 il regista Andrej Khrzhanovsky ha girato il film dedicato a Sooster “Paesaggio con ginepro” ("Пейзаж с можжевельником"). -
Lotto 19 Ülo Limar Jochann Sooster (1924 - 1970)
Nudo con farfalle, 1964
Inchiostro nero a penna su carta
28,9 x 20,4 cm
Data: "64", a penna, al recto
Firma: "Sooster", a penna, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (depositi rugginosi)
Stato di conservazione supporto: 90% (leggeri danni ai margini)
Estone, Sooster fu uno dei principali rappresentanti dell'arte non ufficiale sovietica ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Tra il 1945 ed il 1949 studia arte presso l'Università d'Arte Statale di Tartu, ex "Pallas". Nel 1948 viene arrestato a Tallinn con l'accusa di aver fondato un gruppo antisovietico e cercato di sequestrare un aereo, e condannato a dieci anni di lavori forzati. Tra il 1949 ed il 1956 viene imprigionato nel lager di Dolinka nei pressi di Karaganda, in Kazakistan. Viene rilasciato nel giugno 1956 e si trasferisce a Mosca. Fa amicizia con l'artista Yuri Nolev-Sobolev, uno dei leader dell'arte non ufficiale sovietica dell'epoca. Insieme creano il gruppo artistico noto come gruppo Sobolev-Sooster, o gruppo Sretenskij Bulvar. Nel 1957 inizia a lavorare come illustratore per diverse case editrici, tra cui la "Znanie". Nel 1958 al gruppo artistico di Sooster si unisce il pittore Ernst Neizvestny, mentre il 1959 vede l'inizio della sua attività espositiva. Nel 1960 al gruppo si unisce Ilya Kabakov con cui Sooster condivide lo studio. Inizia una serie di incontri, nel suo appartamento, dedicati all'arte non ufficiale, chiamati “i martedì di Sooster”.
Nel 1962 partecipa al "Manege", lo spazio espositivo centrale di Mosca, alla prima mostra d'arte non ufficiale, organizzata in modo ufficiale, con la speranza di stabilire un dialogo con lo Stato. Dopo aver visitato la mostra, Nikita Krusciov la fa smantellare, accusando gli artisti di attività antisovietica. Contemporaneamente Ulo Sooster diventa persona non grata ai propri datori di lavoro. Essendo estone per poter continuare a lavorare, assume lo pseudonimo di Smorodin. Nel 1965 partecipa alle prime mostre del gruppo all'estero: Varsavia, Polonia e all'Aquila, Italia. Lavora per lo studio cinematografico "Centrnauchfilm". Nel 1968 assieme al regista Andrej Khrzhanovsky, al compositore Alfred Schnittke e all'artista Yuri Nolev-Sobolev lavora alle scenografie per il cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"). Nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione e la diffusione in qualsiasi forma del cartone animato “L'armonica di vetro”. Muore a Mosca, il 25 ottobre 1970 e viene sepolto in Estonia.
Tra le principali mostre personali: Museo di Arti Visive di Tartu, Estonia (1970 ), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti di Tallinn, Estonia (1970 ), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti grafici di Mosca (1979, 1981), Museo d'Arte Statale, Tallinn (1985, 2001), Spazio espositivo dell'Unione degli Artisti “Ermitage” di Mosca (1987 ), Spazio espositivo della Regione Temirjazevskij di Mosca (1988), Casa Centrale dell'Artista (ЦДХ), Mosca (1989), Museo Statale di Storia, Tallinn (1990), Galeria “Romanof”, Mosca (2006).
Nel 1987 il regista Andrej Khrzhanovsky ha girato il film dedicato a Sooster “Paesaggio con ginepro” ("Пейзаж с можжевельником"). -
Lotto 20 Marc Chagall (1887 - 1985)
Il cervo che si specchia nell'acqua, da La Fontaine, 1927
acquaforte su carta
40,5 x 32 cm
Data:
Firma: "Chagall", a matita, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 85% (ingiallimento, gora)
Stato di conservazione supporto: 90% (mancanze minori ai margini)
Marc Chagall nacque in una famiglia ebraica a Lëzna, presso Vicebsk, una città di lingua yiddish in Bielorussia, allora parte dell'Impero russo. Il giorno stesso della sua nascita, il villaggio venne attaccato dai cosacchi durante un pogrom e la sinagoga fu data alle fiamme; da allora, l'artista - rievocando le proprie origini - userà dire: "Io sono nato morto". Nel 1907, si trasferì a San Pietroburgo. Qui frequentò l'Accademia Russa di Belle Arti con Nikolaj Konstantinovič Rerich. Tra il 1908 e il 1910 studiò alla scuola Zvanceva con Léon Bakst, che per primo gli parlò dei nuovi orizzonti culturali dell'Occidente e gli fece conoscere la pittura di Cézanne e Gauguin. Per mantenersi gli studi a San Pietroburgo, Chagall lavorava come artigiano dipingendo insegne di negozi, oltre a realizzare le prime opere originali. Questo fu un periodo difficile per lui: gli ebrei potevano infatti vivere a San Pietroburgo solo con un permesso apposito; infatti fu arrestato per essere rimasto fuori dal ghetto oltre l'orario consentito. Rimase nella città fino al 1910, anche se di tanto in tanto tornava nel paese natale, dove nel 1909 incontrò, grazie alla modella e amica Thea Brachman, Bella Rosenfeld, figlia di ricchi orefici e sua futura moglie. Divenuto noto come artista, nel 1910 Chagall lasciò San Pietroburgo per Parigi.
L'opera fa parte di una serie di acqueforti sulle "Favole" di La Fontaine commissionate a Chagall da Ambroise Vollard nel 1927. La tavola rappresenta la favola "Il Cervo che si specchia nell'acqua", che compare nel Libro VI, al numero XI dell'opera di La Fontaine, in particolare, l'istante in cui il cervo si accorge del cane. Così suona la favola nella storica traduzione di Emilio De Marchi: "D’una fonte nel liquido cristallo, / con suo dolore ed ira / esclama un Cervo, mentre si rimira: / - Quale contrasto, oh vedi, / fra la mia testa e i piedi! / Mentre le corna i bei rami dispiegano / come una selva, ahimè! / i piedi sono asciutti come legni, / per quel ch’io veggo, e non degni di me -. // Un can, mentr’ei si duole, / uscendo a un tratto, tronca le parole. / Il Cervo presto, via, / nei boschi per un pezzo si fuggìa. / Se non che noia e danno / le belle corna a un bel fuggir gli fanno, / inutil benefizio / che in testa gli regala il Cielo ogni anno, / e che de’ piedi intralciano il servizio. // Questo Cervo, che si specchia / alla fonte, ti fa prova di non poche genti insane, / che disprezzan ciò che giova / per amor di cose vane". -
Lotto 21 Georgij Ivanovič Lapokov (1944 - )
Progetto fantastico, 1965
Tecnica mista su carta
82,2 x 39,6 cm
Data: "1965", al verso
Firma: Firma "Лопаков Георгий", a penna rossa, al verso
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 70% (depositi rugginosi e muffa ampiamente diffusa e attiva)
Stato di conservazione supporto: 75%
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 31 (ill., con attribuzione a Juri Lopakov)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009
Nato a Tomilino, dopo aver studiato come scultore, ha aderito nel 1972 a "Movimento" («Движение»), una associazione di artisti di indirizzo cinetico e metafisico che ebbe un notevole ruolo nell'innovare l'arte russa, negli anni Sessanta. Ha lavorato soprattutto come cesellatore. È curatore di una delle prime importanti mostre in occidente sull'arte progressiva russa, "Progressive Russische Kunst. Der Aufbruch bis 1930 + Lev Nusberg und die Moskauer Gruppe 'Bewegung'", presso la Galerie Gmurzynska, Colonia, nel 1973. Sue opere sono conservate presso la Marinko Sudac Collection di Zagabria. -
Lotto 22 Lev Valdemarovich Nussberg (1937 - )
Potremmo incontrarci ora qui, dolce Yulia?, 1963
Acquerello, inchiostro nero a penna e tempera su carta
27,5 x 20,5 cm
Data: "1963", a matita, al verso
Firma: "Lev", a penna, al verso
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 60% (depositi rugginosi e aggressioni di muffa ancora attiva)
Stato di conservazione supporto: 70%
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 35 (ill.)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009
Lev Valdemarovich Nussberg, o Nusberg, pittore, architetto e designer, è il fondatore dell'arte cinetica russa. Nato a Tashkent in Uzbekistan, ebbe una infanzia turbolenta. Il padre Waldemar, un architetto di estrazione probabilmente aristocratica, fu accusato nel 1938 di "spionaggio per un potere straniero" e, a seguito di un processo molto rapido, in stile sovietico, scomparve mentre era incarcerato in Gulag negli Urali. Sua madre, Raisa Bespalova, era una cantante russa di origine tartara. Alla fine degli anni '40 Nusberg si è trasferito a Leningrado e tra il 1951 e il 1958 si è diplomato alla Scuola d'arte di Mosca 1905 (MSKhSh).
Nussberg è stato il fondatore e, dal 1962 al 1978, il leader di "Movimento" («Движение»), una associazione di artisti di indirizzo cinetico e metafisico, cui parteciparono anche Francisco Infante-Arana and Viacheslav Koleichuk. Il concetto fondamentale di "Movimento") era la 'bio-centricità', intesa come la invenzione di forme che rappresentassero sinteticamente la vita, tanto che le opere d'arte divenivano in una fusione di arte e scienza, "sistemi biogenetici di gioco" ("Игровые Бионик-кинетических Системы"). Nussberg ha fondato anche il gruppo Dynamik a San Pietroburgo.
Lev Nussberg è stato invitato alla quarta edizione di Documenta a Kassel nel 1968, ma le autorità sovietiche non hanno consentito la consegna delle opere d'arte, che quindi appaiono solo in catalogo. L'artista è emigrato nel 1976 in Germania - partecipando nel 1977 alla sesta edizione di Documenta nella sezione Disegno - e nel 1980 negli Stati Uniti. La documentazione sulla produzione e la vita di Nussberg è conservata nell'archivio del Centro di ricerca per gli studi sull'Europa orientale dell'Università di Brema ("Archiv der Forschungsstelle Osteuropa"). -
Lotto 23 Lev Valdemarovich Nussberg (1937 - )
Oggetto gigante sintetico, 1963
Acquerello e inchiostro nero a penna su carta
27,4 x 20,5 cm
Data: "1963", a matita, al verso
Firma: "L. Nusberg", a matita, al verso
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 75% (depositi rugginosi e aggressioni di muffa ancora attiva)
Stato di conservazione supporto: 80%
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 36 (ill.)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009
Lev Valdemarovich Nussberg, o Nusberg, pittore, architetto e designer, è il fondatore dell'arte cinetica russa. Nato a Tashkent in Uzbekistan, ebbe una infanzia turbolenta. Il padre Waldemar, un architetto di estrazione probabilmente aristocratica, fu accusato nel 1938 di "spionaggio per un potere straniero" e, a seguito di un processo molto rapido, in stile sovietico, scomparve mentre era incarcerato in Gulag negli Urali. Sua madre, Raisa Bespalova, era una cantante russa di origine tartara. Alla fine degli anni Quaranta Nusberg si è trasferito a Leningrado e tra il 1951 e il 1958 si è diplomato alla Scuola d'arte di Mosca 1905 (MSKhSh).
Nussberg è stato il fondatore e, dal 1962 al 1978, il leader di "Movimento" («Движение»), una associazione di artisti di indirizzo cinetico e metafisico, cui parteciparono anche Francisco Infante-Arana and Viacheslav Koleichuk. Il concetto fondamentale di "Movimento") era la 'bio-centricità', intesa come la invenzione di forme che rappresentassero sinteticamente la vita, tanto che le opere d'arte divenivano in una fusione di arte e scienza, "sistemi biogenetici di gioco" ("Игровые Бионик-кинетических Системы"). Nussberg ha fondato anche il gruppo Dynamik a San Pietroburgo.
Lev Nussberg è stato invitato alla quarta edizione di Documenta a Kassel nel 1968, ma le autorità sovietiche non hanno consentito la consegna delle opere d'arte, che quindi appaiono solo in catalogo. L'artista è emigrato nel 1976 in Germania - partecipando nel 1977 alla sesta edizione di Documenta nel reparto disegno - e nel 1980 negli Stati Uniti. La documentazione sulla produzione e la vita di Nussberg è conservata nell'archivio del Centro di ricerca per gli studi sull'Europa orientale dell'Università di Brema ("Archiv der Forschungsstelle Osteuropa"). -
Lotto 24 Ilya Iosifovich Kabakov (1933 - 2023)
Semi cadenti (Decostruzione), 1967
Matite colorate su carta applicata su foglio di rifodero
14,8 x 20 cm
Data: "67", a matita, al recto
Firma: "Kabakov", a matita, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 85% (macchie)
Stato di conservazione supporto: 90%
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 18 (ill.)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009
Kabakov è il principale artista concettuale emerso in Unione Sovietica nella seconda metà del '900. Nato a Dnipropetrovsk, in Ucraina, ha lavorato per trent'anni a Mosca, dagli anni '50 fino alla fine degli anni '80. Fino alla sua scomparsa ha vissuto e lavorato a Long Island, negli Stati Uniti. Durante i suoi oltre quarant'anni di carriera, Kabakov ha prodotto una vasta gamma di dipinti, disegni, installazioni e testi teorici. A differenza di alcuni artisti sovietici clandestini, Kabakov si unì all'Unione degli artisti sovietici nel 1959 e ne divenne membro a pieno titolo nel 1962, una posizione prestigiosa nell'URSS. Specializzatosi nel 1957 all'Istituto d'Arte Surikov di Mosca, si dedicò principalmente alle illustrazioni per l'infanzia.
Nel 1965 raggiunse la notorietà internazionale, attraverso una serie, "Shower", in italiano "Desiderio di lavarsi", in cui un uomo è rappresentato sotto una doccia, da cui però non esce acqua: l'immagine ebbe immediato successo come metamora delle promesse non soddisfatte (in particolare, così venne intesa in occidente, dal socialismo reale). La serie "Desiderio di lavarsi" fu pubblicata in Italia, nel 1965, proprio da Antonello Trombadori. Alla fine del 1967, Kabakov, insieme a Ülo Sooster, creò un laboratorio nella soffitta dell'ex condominio Rossiya su Sretensky Boulevard, cui si aggregarono molti artisti non allineati al realismo socialista ma in stridente contrasto con i cosiddetti artisti non conformisti, raccolti invece intorno ad Oscar Rabin (1928-2018), che invece erano di indirizzo astratto. In questo periodo Kabakov si allontanò dalla produzione di disegni di piccole dimensioni - serie a cui appartengono anche le opere in asta - per dedicarsi alla pittura e quindi virare verso le installazioni. L'artista incomincia ad integrare i dipinti con testi, che compongono con le immagini delle unità concettuali: il testo non spiega l'opera ma ne è parte. Si accentua in questo periodo il carattere simbolico dei colori, per esempio gli smalti onnipresenti nell'edilizia sovietica, il rosso che simboleggia lo Stato, il grigio comunemente utilizzato per tinteggiare, che uniti danno un marrone simile al colore del suolo su cui cammina il popolo sovietivo. Un altro tema elaborato in questi anni è quello delle mosche, che Kabakov utilizza come metafora della vita umana entro le attuali società che egli considera "così noiose che anche le mosche ne muoiono". Negli anni Settanta Kabakov accentua ulteriormente gli elementi concettuali delle sue opere, assumendo un ruolo guida nel movimento concettuale russo, tra l'altro sottolineando che sia la posizione degli artisti conformati al regime sia la posizione degli artisti dissidenti in realtà non consente di osservare il divario tra il mondo capitalistico e il sistema socialista, ed affermando per l'artista una terza via, di neutralità, come esigenza della riflessione e della creazione. Realizza in questo periodo 50 album di disegni, quasi i prototipi delle installazioni che lo renderanno famoso nel mondo. I primi dieci album costituiscono una serie chiamata "Dieci personaggi" (1972-75). Nella storia dei dieci personaggi, un uomo, tentando di scrivere la sua autobiografia, si rende conto che non gli è mai successo niente e che la maggior parte della sua vita è stata fatta di impressioni su persone, luoghi e oggetti. Così crea dieci diversi personaggi per spiegare la sua percezione del mondo. In uno degli album di "Dieci Personaggi", chiamato "I Komarov volanti", normali cittadini sovietici afferrano le ali di versioni sottodimensionate di aeroplani. Alcuni vengono tirati da corde come sciatori d'acqua nel cielo. Le illustrazioni raffigurano anche, in stile cartone animato, i cittadini che si tengono per mano e formano grandi cerchi mentre fluttuano nell'aria. I disegni sono molto fantasiosi e potrebbero essere facilmente usati per un libro per bambini, se non in Unione Sovietica, sicuramente in Occidente. La spiegazione scritta, tuttavia, suggerisce un significato più profondo, cinico. La fama internazionale di Kabakov si deve all'ultima produzione, sviluppatasi negli anni 80, in particolare alle cosiddette installazioni totali, così bene raccontate alla mostra monografica della Tate Gallery nel 2017. Nel 1985 l'artista sfonda il soffitto di un appartamento, a fianco ad una branda disfatta, ad una tavola spostata, tra i calcinacci si vedono due scarpe: sono la traccia, con le immagini sovietiche alle pareti, del "L'uomo che è volato dal suo appartamento nello spazio". Questo tipo di ambienti immersivi - in cui la scenografia serve ad avvolgere l'osservatore con emozioni e concetti - sono il principale apporto di Kabakov all'arte contemporanea internazionale.
L'artista è emigrato negli Stati Uniti nel 1988, ma la sua posizione nell'orizzonte culturale russo resta molto peculiare. In una intervista sugli artisti dissidenti sovietici ha dichiarato: "Non ero un dissidente. Non ho combattuto nessuno o niente. Questo termine non si applica a me" ("Soviet Dissident Artists", Yurchak, 2014, p. 220). Benché la guerra russo-ucraina abbia portato molti intellettuali a schierarsi a favore di una delle parti, Kabakov ha mantenuta ferma la definizione della propria nascita "nella Repubblica Socialista di Ucraina, entro l'Unione Sovietica". Un tema centrale nella ricerca intellettuale di Kabakov è stata proprio la nascita e la morte dell'Unione Sovietica, che egli ritiene la prima società moderna scomparsa. Nell'Unione Sovietica, Kabakov rileva elementi comuni a ogni società moderna, e così facendo esamina la frattura tra capitalismo e comunismo come fattore ben più pregnante del conflitto ideologico e politico svoltosi nel '900. Piuttosto che dipingere l'Unione Sovietica come un progetto socialista fallito sconfitto dall'economia occidentale, Kabakov la descrive come un progetto utopico tra tanti, incluso il capitalismo. Secondo Kabakov, ogni progetto utopico è destinato a fallire se si innesta in esso la volontà di potenza e con ciò l'autoritarismo.
Dall'inizio degli anni 2000, l'artista ha ripreso a esporre attivamente in Russia al massimo livello istutuzionale (Moscow House of Photography, 2003; Galleria Tretyakov, 2004; Hermitage, Palazzo dello Stato Maggiore, 2004; Museo statale di belle arti Pushkin, Centro Winzavod per l'arte contemporanea, il Garage Center per l'arte contemporanea, 2008 etc) e le sue opere hanno costituito la base per la collezione d'arte contemporanea dell'Hermitage. Nella mostra "Russia!", nel 2006, il Guggenheim Museum di New York ha esposto l'installazione "L'uomo che volò nello spazio dal proprio appartamento" insieme alle icone di Andrei Rublev e Dionisio il Greco, ai dipinti di Bryullov, Repin e Malevic assicurando lo status di Kabakov come uno dei più importanti artisti sovietici e russi della generazione del dopoguerra. Sono entrambi di Kabakov i due record mondiali d'asta per l'arte russa del secondo '900 ("The Beetle", € 3.4 milioni; "Suite Room", € 2.6 milioni). In particolare nell'ambito del disegno, appartengo a Kabakov i primi tre record mondiali ("Where are they?", € 321.000; "Die Toilette", € 312.000; "I Komarov volanti", € 234.000).
Nell'agosto 2018, Ilya ed Emilia Kabakov hanno donato il loro studio alla Galleria Tretyakov, che nel 2019 ha annunciato l'apertura di un museo dedicato a Kabakov, che è stato anche insignito del titolo di Membro Onorario Straniero dell'Accademia Russa delle Arti. Nel 1993 Kabakov ha vinto il premio d'onore della Biennale di Venezia per il progetto "Padiglione Rosso". Nel 2008, insieme alla moglie Emilia, è stato insignito del Praemium Imperiale per la scultura, il premio istituito nel 1989 dalla famiglia imperiale giapponese, insieme alla Japan Art Association. -
Lotto 25 Ilya Iosifovich Kabakov (1933 - 2023)
Il grande edificio, 1967
Matite colorate, gessetti, carboncino e matita su carta applicata su foglio di supporto
12,8 x 18,8 cm
Data: "67", a penna, al recto
Firma: "Kabakov", a penna, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (gora)
Stato di conservazione supporto: 90%
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 20 (ill.)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009
Kabakov è il principale artista concettuale emerso in Unione Sovietica nella seconda metà del '900. Nato a Dnipropetrovsk, in Ucraina, ha lavorato per trent'anni a Mosca, dagli anni '50 fino alla fine degli anni '80. Ora vive e lavora a Long Island, negli Stati Uniti. Durante i suoi oltre quarant'anni di carriera, Kabakov ha prodotto una vasta gamma di dipinti, disegni, installazioni e testi teorici. A differenza di alcuni artisti sovietici clandestini, Kabakov si unì all'Unione degli artisti sovietici nel 1959 e ne divenne membro a pieno titolo nel 1962, una posizione prestigiosa nell'URSS. Specializzatosi nel 1957 all'Istituto d'Arte Surikov di Mosca, si dedicò principalmente alla illustrazione per l'infanzia.
Nel 1965 raggiunse la notorietà internazionale, attraverso una serie, "Shower", in italiano "Desiderio di lavarsi", in cui un uomo è rappresentato sotto una doccia, da cui però non esce acqua: l'immagine ebbe immediato successo come metamora delle promesse non soddisfatte (in particolare, così venne intesa in occidente, dal socialismo reale). La serie "Desiderio di lavarsi" fu pubblicata in Italia, nel 1965, proprio da Antonello Trombadori. Alla fine del 1967, Kabakov, insieme a Ülo Sooster, creò un laboratorio nella soffitta dell'ex condominio Rossiya su Sretensky Boulevard, cui si aggregarono molti artisti non allineati al realismo socialista ma in stridente contrasto con i cosiddetti artisti non conformisti, raccolti invece intorno ad Oscar Rabin (1928-2018), che invece erano di indirizzo astratto. In questo periodo Kabakov si allontana dalla produzione di disegni di piccole dimensioni - serie a cui appartengono anche le opere in asta - per dedicarsi alla pittura e quindi virare verso le installazioni. L'artista incomincia ad integrare i dipinti con testi, che compongono con le immagini delle unità concettuali: il testo non spiega l'opera ma ne è parte. Si accentua in questo periodo il carattere simbolico dei colori, per esempio gli smalti onnipresenti nell'edilizia sovietica, il rosso che simboleggia lo stato, il grigio comunemente utilizzato per tinteggiare, che uniti danno un marrone simile al colore del suolo su cui cammina il popolo sovietivo. Un altro tema elaborato in questi anni è quello delle mosche, che Kabakov utilizza come metafora della vita umana entro le attuali società che egli considera "così noiose che anche le mosche ne muoiono". Negli anni Settanta Kabakov accentua ulteriormente gli elementi concettuali delle sue opere, assumendo un ruolo guida nel movimento concettuale russo, tra l'altro sottolineando che sia la posizione degli artisti conformati al regime sia la posizione degli artisti dissidenti in realtà non consente di osservare il divario tra il mondo capitalistico e il sistema socialita, ed affermando per l'artista una terza via, di neutralità, come esigenza della riflessione e delle creazione. Realizza in questo periodo 50 album di disegni, quasi i prototipi delle installazioni che lo renderanno famoso nel mondo. I primi dieci album costituiscono una serie chiamata "Dieci personaggi" (1972-75). Nella storia dei dieci personaggi, un uomo, tentando di scrivere la sua autobiografia, si rende conto che non gli è mai successo niente e che la maggior parte della sua vita è stata fatta di impressioni su persone, luoghi e oggetti. Così crea dieci diversi personaggi per spiegare la sua percezione del mondo. In uno degli album di "Dieci Personaggi", chiamato "I Komarov volanti", normali cittadini sovietici afferrano le ali di versioni sottodimensionate di aeroplani. Alcuni vengono tirati da corde come sciatori d'acqua nel cielo. Le illustrazioni raffigurano anche, in stile cartone animato, i cittadini che si tengono per mano e formano grandi cerchi mentre fluttuano nell'aria. I disegni sono molto fantasiosi e potrebbero essere facilmente usati per un libro per bambini, se non in Unione Sovietica, sicuramente in Occidente. La spiegazione scritta, tuttavia, suggerisce un significato più profondo, cinico. La fama internazionale di Kabakov si deve all'ultima produzione, sviluppatasi negli anni 80, in particolare alle cosiddette installazioni totali, così bene raccontate alla mostra monografica della Tate Gallery nel 2017. Nel 1985 l'artista sfonda il soffitto di un appartamento, a fianco ad una branda disfatta, ad una tavola spostata, tra i calcinacci si vedono due scarpe: sono la traccia, con le immagini sovietiche alle pareti, del "L'uomo che è volato dal suo appartamento nello spazio". Questo tipo di ambienti immersivi - in cui la scenografia serve ad avvolgere l'osservatore con emozioni e concetti - sono il principale apporto di Kabakov all'arte contemporanea internazionale.
L'artista è emigrato negli Stati Uniti nel 1988, ma la sua posizione nell'orizzonte culturale russo resta molto peculiare. In una intervista sugli artisti dissidenti sovietici ha dichiarato: "Non ero un dissidente. Non ho combattuto nessuno o niente. Questo termine non si applica a me" ("Soviet Dissident Artists", Yurchak, 2014, p. 220). Benché la guerra russo-ucraina abbia portato molti intellettuali a schierarsi a favore di una delle parti, Kabakov ha mantenuta ferma la definizione della propria nascita "nella Repubblica Socialista di Ucraina, entro l'Unione Sovietica". Un tema centrale nella ricerca intellettuale di Kabakov è stata proprio la nascita e la morte dell'Unione Sovietica, che egli ritiene la prima società moderna scomparsa. Nell'Unione Sovietica, Kabakov rileva elementi comuni a ogni società moderna, e così facendo esamina la frattura tra capitalismo e comunismo come fattore ben più pregnante del conflitto ideologico e politico svoltosi nel '900. Piuttosto che dipingere l'Unione Sovietica come un progetto socialista fallito sconfitto dall'economia occidentale, Kabakov la descrive come un progetto utopico tra tanti, incluso il capitalismo. Secondo Kabakov, ogni progetto utopico è destinato a fallire se si innesta in esso la volontà di potenza e con ciò l'autoritarismo.
Dall'inizio degli anni 2000, l'artista ha ripreso a esporre attivamente in Russia al massimo livello istutuzionale (Moscow House of Photography, 2003; Galleria Tretyakov, 2004; Hermitage, Palazzo dello Stato Maggiore, 2004; Museo statale di belle arti Pushkin, Centro Winzavod per l'arte contemporanea, il Garage Center per l'arte contemporanea, 2008 etc) e le sue opere hanno costituito la base per la collezione d'arte contemporanea dell'Hermitage. Nella mostra "Russia!", nel 2006, il Guggenheim Museum di New York ha esposto l'installazione "L'uomo che volò nello spazio dal proprio appartamento" insieme alle icone di Andrei Rublev e Dionisio il Greco, ai dipinti di Bryullov, Repin e Malevich assicurando lo status di Kabakov come uno dei più importanti artisti sovietici e russi della generazione del dopoguerra. Sono entrambi di Kabakov i due record mondiali d'asta per l'arte russa del secondo '900 ("The Beetle", € 3.4 milioni; "Suite Room", € 2.6 milioni). In particolare nell'ambito del disegno, appartengo a Kabakov i primi tre record mondiali ("where are they?", € 321.000; "Die Toilette", € 312.000; "I Komarov volanti", € 234.000).
Nell'agosto 2018, Ilya ed Emilia Kabakov hanno donato il loro studio alla Galleria Tretyakov, che nel 2019 ha annunciato l'apertura di un museo dedicato a Kabakov, che è stato anche insignito del titolo di Membro Onorario Straniero dell'Accademia Russa delle Arti. Nel 1993 Kabakov ha vinto il premio d'onore della Biennale di Venezia per il progetto "Padiglione Rosso". Nel 2008, insieme alla moglie Emilia, è stato insignito del Praemium Imperiale per la scultura, il premio istituito nel 1989 dalla famiglia imperiale giapponese, insieme alla Japan Art Association. -
Lotto 26 Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
Senza titolo, 1964
Pastelli su carta
39,4 x 29,5 cm
Data: "64", al recto
Firma: Monogramma, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 85% (sporadiche emersioni di muffa)
Stato di conservazione supporto: 90%
Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation, ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda. -
Lotto 27 Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
Principessa spagnola, 1970 ca.
Pastelli, tempera e collage su carta preparata
29,5 x 39,5 cm
Data: "6.", al recto
Firma: Monogramma, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 85% (rare e contenute emersioni di muffa)
Stato di conservazione supporto: 90%
Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda. -
Lotto 28 Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
Volto di ragazza, 1961
Tecnica mista e collage su carta applicata su foglio di supporto
29,3 x 20,6 cm
Data: data "61", a gessetto, al recto
Firma: Monogramma, a gessetto, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 85% (sporadiche emersioni di muffa, depositi rugginosi, macchie, decolorazioni)
Stato di conservazione supporto: 85%
Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda. -
Lotto 29 Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
Amore, estate, inverno, bambini, autunno, nuvole, alpinisti e scalatori (disegno biverso), 1965
Inchiostro nero a penna e matita su carta
34,8 x 55,7 cm
Data: "65", a matita, al recto
Firma: Monogramma, a matita, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 85% (macchie)
Stato di conservazione supporto: 80% (uno strappo, per abrasione, sulla superfice del primo disegno; tagli e abrasioni sulla superficie del secondo)
Il foglio di supporto è stato utilizzato per il secondo disegno a matita, cui si riferiscono i titoli. La superficie del secondo disegno è stata forse usata da Nolev-Sobolev come base per la smarginatura delle stampe: lo suggeriscono i numerosi segni di tagli.
Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda. -
Lotto 30 Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
Senza titolo, 1965
Puntasecca su carta
27,7 x 40,8 cm
Data: "65", al recto
Firma: Monogramma, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 95%
Stato di conservazione supporto: 85% (pieghe, leggera abrasione dei bordi)
Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda. -
Lotto 31 Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
Senza titolo, 1970
Xilografia su carta
33,3 x 38,4 cm (lastra)
48,1 x 53,8 cm
Data: "70", a matita, al recto
Firma: Monogramma e firma "Juri", a matita, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (ingiallimento, alcune macchie)
Stato di conservazione supporto: 85% (piccoli strappi ai margini, ondulature, pieghe)
Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda. -
Lotto 32 Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
Senza titolo, 1965
Calcografia su carta
19,6 x 28,9 cm (lastra)
22,7 x 32,8 cm
Data: "65", in lastra
Firma: Monogramma, al recto, in lastra
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 85% (piccole macchie)
Stato di conservazione supporto: 90%
Nella impressione una linea di frattura della matrice.
Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda. -
Lotto 33 Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
Senza titolo, 1965
Calcografia su carta
19,6 x 29,1 cm (lastra)
24,4 x 34,4 cm
Data: "65", in lastra
Firma: Monogramma, al recto, in lastra; firma, a matita, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (poche piccole macchie)
Stato di conservazione supporto: 90%
Nella impressione una linea di frattura della matrice.
Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda. -
Lotto 34 Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
Senza titolo, 1965
Calcografia su carta
14,7 x 20,3 cm (lastra)
19,2 x 26,3 cm
Data: "65", a penna, al recto
Firma: Monogramma, al recto, a matita
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90%
Stato di conservazione supporto: 90%
Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda. -
Lotto 35 Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
Senza titolo, 1965
Calcografia su carta
14,9 x 21,6 cm (lastra)
29,2 x 38,8 cm
Data: "65", a penna, al recto
Firma: Monogramma, al recto, a matita
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (poche piccole macchie)
Stato di conservazione supporto: 90% (smarginatura irregolare, danni ai margini, un piccolo strappo)
Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda. -
Lotto 36 Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
Senza titolo, 1971
Xilografia su carta
20,7 x 33,4 cm (lastra)
33,8 x 47,3 cm
Data: "71", a matita, al recto
Firma: Monogramma, a matita, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 85% (maculazione sul lato sinistro)
Stato di conservazione supporto: 90%
Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda. -
Lotto 37 Jurij Nolev-Sobolev (1928 - 2002)
Senza titolo, 1964
Calcografia su carta
19,6 x 19,7 cm (lastra)
19,1 cm x 36,6 cm
Data: "64", a penna, al recto
Firma: Monogramma e firma "Sobolev", al recto, a penna
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (poche piccole macchie)
Stato di conservazione supporto: 80% (smarginatura irregolare e danni ai margini)
Jurij Nolev-Sobolev è stato stato uno dei protagonisti dell'arte sovietica non ufficiale ed uno dei creatori dell'arte concettuale russa. Studente dell'Istituto Poligrafico di Mosca, nel 1956 fa amicizia con Ülo Sooster, un artista estone appena tornato da un campo di concentramento sovietico. Insieme creano il gruppo artistico Sobolev-Sooster, poi Sretenskij Bulvar ("Сретенский Бульвар"), che coinvolge altri artisti - in particolare Il'ja Kabakov, Ernst Neizvestnij, Vladimir Jankilevskij, Viktor Pivovarov - ed avvia un processo, nell'arte russa dell'epoca, soprattutto a Mosca, che poi sarà noto come Concettualismo Moscovita. Oltre a dedicarsi al surrealismo e al dadaismo disegnando immagini, gli amici organizzavano anche eventi stravaganti in un caffè di Mosca chiamato Artisticheskoye (Caffè degli artisti) nel tentativo di ricostruire l'atmosfera bohémien del Cabaret Voltaire. L'appartamento di Sobolev nel centro di Mosca vicino a piazza Kirovskiye Vorota (oggi chiamata piazza Myasnitskiye Vorota) divenne il sito della "Arca Nolev" (1960-1961).
Nel 1967-1968 assieme al regista Andrej Chržanovskij, al compositore Alfred Šnitke e a Ülo Sooster lavora come direttore artistico del cartone animato “L'armonica di vetro” ("Стеклянная гармоника"), che analizza il rapporto fra il potere, l'uomo e l'arte, di cui nel 1969 la censura sovietica vieta la proiezione. L'impegno nel cinema e nel teatro cresce, ampliandosi al restauro cinematografico (tra le altre pellicole, restaura "Que viva Mexico!", "Да здравствует Мексика!", di Ėjzenštejn) e alla rappresentazioni di classici occidentali e orientali, da Rabindranath Tagore, alla storia di Krishna nel Mahabharata, a Salinger. L'esperienza con la grafica, la cinematografia e il teatro consente a Sobolev di porre il linguaggio mulmediale come nuova soglia della produzione artistica, in maniera simile a come avevano fatto Sergei Eisenstein e Alexander Rotchenko. Un film realizzato come sequenza di diapositive multischermo di Sobolev, in collaborazione con il regista Yuri Reshetnikov, per il Congresso del 1975 dell'International Council of Societies of Industrial Design (ICSID) divenne un cult nei circoli che si interessavano ai cambiamenti nell'arte. L'opera, della durata di 40 minuti su 30 schermi, consisteva nel mettere a confronto opere d'arte occidentali di epoche diverse, con un effetto di dissonanza. Anche in questo caso la censura intervenne vietandone la diffusione.
Le sperimentazioni nel campo dei nuovi media avvenivano mentre l'artista dava forma al proprio linguaggio plastico. Durante il suo periodo nelle riviste "Dekorativnoye Iskusstvo" (Arte decorativa) e "Znaniye-Sila", Sobolev è stato uno dei primi artisti dell'URSS che ha iniziato a utilizzare una griglia modulare, ovvero la tecnica del design occidentale per organizzare una pagina di una rivista. Ha fatto buon uso della tecnica anche per quanto riguarda la sua arte: la griglia consente di organizzare diversi livelli/strati che consentono di rivelare le idee dell'artista nel loro collegarsi. Così utilizzata, la griglia a matita si è trasformata da mezzo tecnico universale a modulo/segno d'artista allo scopo di modellare un “microcosmo” in un foglio. Nel 1990, Sobolev fonda “Interstudio”, Studio Internazionale di Teatro di Sintesi e Animazione a Carskoe Selo vicino a San Pietroburgo, che avrà un ruolo fondamentale nel preparare le successive generazioni di artisti, performers e critici d'arte russi, in particolare il gruppo “Zapasnyj Vykhod”. Nel 2014 il Museo d'arte moderna di Mosca decica all'artista una importante mostra personale, "The islands of Yuri Sobolev" (MMOMA, 17 settembre - 9 novembre).
Sue opere sono conservate, a Mosca, presso il Museo d'Arte Moderna, la Galleria Tretyakov, il Museo del Cinema, il National Center for Contemporary Arts, la Kolodzei Art Foundation; ed inoltre presso il Museum Baviera di Zurigo e il Museo Statale di Stoccarda. -
Lotto 38 Anatolij Rafaylovitch Brusylowskij (1932 - )
Ritratto di Ernst Neizvestny, 1962
Xilografia su carta
22,7 x 25,7 cm
Data: "62", a matita, al recto
Firma: "A. Brusylowskij", a matita, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 95%
Stato di conservazione supporto: 90% (ondulature, piccoli danni ai margini)
L'opera ritrare un grande amico di Brusylowskij, l'artista e filosofo Ernst Iosifovich Neizvestny (1925–2016). Emigrato negli Stati Uniti nel 1976, a New York, il suo cognome in russo significa letteralmente "Sconosciuto". Il commediografo americano Arthur Miller descrisse Neizvestny come un "un'artista dell'Est" considerato rispettato dai russi "espressione del paese, della sua lingua, del suo spirito" e come un "profeta del futuro" che rappresenta "la coscienza filosofica del suo paese". Alexander Calder, l'artista americano, disse a Neizvestny: "In tutta la mia vita ho creato il mondo dei bambini, mentre tu hai creato il mondo dell'uomo adulto" (New York City Tribune, 29 marzo 1988).
Brusylowskyj è un pittore e fotografo ucraino-russo, particolarmente noto per l'apporto dato alla nuova figurazione russa nell'ambito del movimento non conformista. È membro dell'Unione Russa degli Artisti e dell'Unione Russa dei Giornalisti e Fotografi, ed ha insegnato alla San Diego State University. Terminati gli studi a Kharkov nel 1957, nel 1961 illustra il libro "Il ponte" di Manfred Gregor e nel 1964 "Il giovane Holden" di J. D. Salinger. In una serie fotografica molto celebre, "Studio", l'artista documenta i suoi colleghi artisti dell'underground russo: ogni singolo ritratto è stato preparato attraverso disegni compositivi, selezione di scenografie, accessori e illuminazione. Il servizio fotografico, per il quale si prendeva sempre un giorno, è stato avviato da lunghe conversazioni in cui sono stati scoperti e determinati l'umore caratteristico e le espressioni facciali, l'espressione degli occhi, la postura e i gesti della persona. In questo modo Brusylovskyj impone nella fotografia il modello di composizione multimediale che si afferma negli altri campi grazie al gruppo Sretenskij Bulvar diretto da Jurij Nolev-Sobolev. Nella pittura e nel disegno egualmente egli pone al centro l'interpretazione psicologica della figura.
Ha esposto in Germania, Polonia, Italia, Francia, Svizzera, Russia, Israele e Stati Uniti. È rappresentato dalle gallerie Sandmann a Berlino e Gmurzynska a Zurigo. -
Lotto 39 Anatolij Rafaylovitch Brusylowskij (1932 - )
Sebastiano, 1965
Xilografia su carta
34,5 x 40 cm
Data: "65", a matita, al recto
Firma: "A. Brusylowskij", a matita, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (ingiallimento)
Stato di conservazione supporto: 90% (infiorescenze recenti e appena visibili)
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 26 (ill.)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009
Brusylowskyj è un pittore e fotografo ucraino-russo, particolarmente noto per l'apporto dato alla nuova figurazione russa nell'ambito del movimento non conformista. È membro dell'Unione Russa degli Artisti e dell'Unione Russa dei Giornalisti e Fotografi, ed ha insegnato alla San Diego State University. Terminati gli studi a Kharkov nel 1957, nel 1961 illustra il libro "Il ponte" di Manfred Gregor e nel 1964 "Il giovane Holden" di J. D. Salinger. In una serie fotografica molto celebre, "Studio", l'artista documenta i suoi colleghi artisti dell'underground russo: ogni singolo ritratto è stato preparato attraverso disegni compositivi, selezione di scenografie, accessori e illuminazione. Il servizio fotografico, per il quale si prendeva sempre un giorno, è stato avviato da lunghe conversazioni in cui sono stati scoperti e determinati l'umore caratteristico e le espressioni facciali, l'espressione degli occhi, la postura e i gesti della persona. In questo modo Brusylovskyj impone nella fotografia il modello di composizione multimediale che si afferma negli altri campi grazie al gruppo Sretenskij Bulvar diretto da Jurij Nolev-Sobolev. Nella pittura e nel disegno egualmente egli pone al centro l'interpretazione psicologica della figura.
Ha esposto in Germania, Polonia, Italia, Francia, Svizzera, Russia, Israele e Stati Uniti. È rappresentato dalle gallerie Sandmann a Berlino e Gmurzynska a Zurigo. -
Lotto 40 Anatolij Rafaylovitch Brusylowskij (1932 - )
Gioco, 1962
Xilografia su carta
34,6 x 42,3 cm
Data: "62", a matita, al recto
Firma: "A. Brusylowskij", a matita, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 95%
Stato di conservazione supporto: 95%
Brusylowskyj è un pittore e fotografo ucraino-russo, particolarmente noto per l'apporto dato alla nuova figurazione russa nell'ambito del movimento non conformista. È membro dell'Unione Russa degli Artisti e dell'Unione Russa dei Giornalisti e Fotografi, ed ha insegnato alla San Diego State University. Terminati gli studi a Kharkov nel 1957, nel 1961 illustra il libro "Il ponte" di Manfred Gregor e nel 1964 "Il giovane Holden" di J. D. Salinger. In una serie fotografica molto celebre, "Studio", l'artista documenta i suoi colleghi artisti dell'underground russo: ogni singolo ritratto è stato preparato attraverso disegni compositivi, selezione di scenografie, accessori e illuminazione. Il servizio fotografico, per il quale si prendeva sempre un giorno, è stato avviato da lunghe conversazioni in cui sono stati scoperti e determinati l'umore caratteristico e le espressioni facciali, l'espressione degli occhi, la postura e i gesti della persona. In questo modo Brusylovskyj impone nella fotografia il modello di composizione multimediale che si afferma negli altri campi grazie al gruppo Sretenskij Bulvar diretto da Jurij Nolev-Sobolev. Nella pittura e nel disegno egualmente egli pone al centro l'interpretazione psicologica della figura.
Ha esposto in Germania, Polonia, Italia, Francia, Svizzera, Russia, Israele e Stati Uniti. È rappresentato dalle gallerie Sandmann a Berlino e Gmurzynska a Zurigo. -
Lotto 41 Anatolij Rafaylovitch Brusylowskij (1932 - )
Una danza, 1964
Xilografia su carta applicata a foglio di supporto
43 x 34,3 cm
Data: "64", matita, al recto
Firma: Firma "A. Brusylowskij", a matita, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (ingiallimento, poche macchie)
Stato di conservazione supporto: 90%
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 26 (ill.)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009
Brusylowskyj è un pittore e fotografo ucraino-russo, particolarmente noto per l'apporto dato alla nuova figurazione russa nell'ambito del movimento non conformista. È membro dell'Unione Russa degli Artisti e dell'Unione Russa dei Giornalisti e Fotografi, ed ha insegnato alla San Diego State University. Terminati gli studi a Kharkov nel 1957, nel 1961 illustra il libro "Il ponte" di Manfred Gregor e nel 1964 "Il giovane Holden" di J. D. Salinger. In una serie fotografica molto celebre, "Studio", l'artista documenta i suoi colleghi artisti dell'underground russo: ogni singolo ritratto è stato preparato attraverso disegni compositivi, selezione di scenografie, accessori e illuminazione. Il servizio fotografico, per il quale si prendeva sempre un giorno, è stato avviato da lunghe conversazioni in cui sono stati scoperti e determinati l'umore caratteristico e le espressioni facciali, l'espressione degli occhi, la postura e i gesti della persona. In questo modo Brusylovskyj impone nella fotografia il modello di composizione multimediale che si afferma negli altri campi grazie al gruppo Sretenskij Bulvar diretto da Jurij Nolev-Sobolev. Nella pittura e nel disegno egualmente egli pone al centro l'interpretazione psicologica della figura.
Ha esposto in Germania, Polonia, Italia, Francia, Svizzera, Russia, Israele e Stati Uniti. È rappresentato dalle gallerie Sandmann a Berlino e Gmurzynska a Zurigo. -
Lotto 42 Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023)
"I fiori del male", per Baudelaire
Inchiostro a penna e acquerelli su carta applicato a foglio di supporto
43 x 30,5 cm
Data: "70", a penna, al recto
Firma: "B. Zhutovsky", a penna, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 80% (macchie)
Stato di conservazione supporto: 90% (leggere pieghe, fissaggio)
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 42 (ill.)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009
Laureato all'Istituto poligrafico di Mosca nel 1956 sotto la guida di A. Goncharov e I. Chekmazov, si è dunque trasferito negli Urali e a Sverdlovsk, in particolare sotto l'influenza del più anziano pittore e pedagogo Dmitry Ivanovich Arkhangelsky, per poi rientrare a Mosca e dedicarsi alla illustrazione editoriale. Dalla fine degli anni '50 fino al 1962, Zhutovsky frequentò lo studio di E. Belyutin. Dal 1959 ha iniziato a partecipare a mostre di pittura e arte grafica in URSS, nell'ambito dell'"arte non ufficiale", soprattutto attraverso invenzioni astratte e talvolta grottesche. Dopo la partecipazione dell'artista alla mostra "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio nel dicembre 1962, che venne aspramente criticata dal presidente dell'Unione Sovietica, Nikita Krusciov, Zhutovsky non ebbe più l'opportunità di esporre le sue opere in URSS. Per converso, la qualità delle sue invenzioni e la opposizione al regime sovietico, generarono grande interesse per lui nel mondo occidentale.
Anche al termine della vita Zhutovsky è rimasto un feroce oppositore dell'autoritarismo. Fece scalpore la sua intervista alla Novaya Gazeta (3 agosto 2009), durante il processo al bilionario antiputiniano Mihail Khodorkovsky (https://khodorkovsky.com/resources/zhutovsky-boris/): “Le rose sono molto belle. La squadra di difesa indossa fiori freschi ogni giorno. Sono ben vestiti, educati e implacabili”.
Zhutovsky univa alla opposizione politica una intensa attività in favore dell'ambiente e della salvaguardia della cultura russa. Citiamo alcuni passaggi dalle sue memorie.
Sui disastri degli oligarchi: “Mio padre, un comunista polacco, era un ingegnere, lavorava nello stabilimento di Aviapribor. Ora questo impianto non c'è più: Deripaska l'ha acquistato e sarà raso a terra. Ed era uno dei più grandi impianti di produzione di strumenti".
Sullo spionaggio: "A mio padre venne destinato un appartamento. Prima che potessimo trasferirci, mio padre fu mandato in America per rubare segreti industriali. Mia madre mi ha raccontato che prendevano appunti sui polsini della camicia. In precedenza, infatti, questa era la moda: indossi una maglietta per una settimana e i polsini sono indossati sopra, risvoltati, e vanno spesso cambiati. I polsini erano caldi e facili da scrivere".
Il vivere sovietico: "Di ritorno dall'America, mio padre rimase a casa per un anno e mezzo. Poi fu mandato nel nord, alla ricerca del pilota scomparso Levanevsky. Con i colleghi, andarono in spedizione all'isola del Principe Rodolfo. Fu una totale idiozia: volarono via alla fine di agosto e a settembre, quando ormai iniziava la notte polare! E così hanno passato tutto l'inverno sull'isola di Rudolf, non hanno cercato niente, credo; hanno scritto solo degli stupidi rapporti. Tornarono nel maggio 1938. Prima dell'ultima trasvolata Arkhangelsk-Mosca avvenne questo perfetto epilogo. I piloti Babushkin e Mashkovsky iniziarono a litigare su chi dovesse condurre l'aereo a Mosca, dove li attendeva il solenne rientro. Ma cozzarono contro la diga al decollo. Colpirono il serbatoio del gas contro l'acqua. Nello scompartimento posteriore - che si era bloccato - il meccanico di volo Gursky cercava di districarsi. Il dottor Rossels provava a tirarlo fuori di lì, e mio padre era a fianco del portellone. All'improvviso l'aereo è precipitato. Il pilota Babushkin è rimasto ucciso dallo sterzo, ed anche i due nello scompartimento. Invece di un incontro solenne, a Mosca di trovarono a portare un po' di bare. Dalla Piazza Rossa - la piazza degli Eroi dell'Unione Sovietica - una processione con accompagnamento di cavalli ha raggiunto il Convento di Novodevichy, ci sono stati discorsi... Ci hanno lasciato l'appartamento. E mi hanno dato una pensione fino all'età adulta: 300 rubli. Con questi soldi, per lo più siamo sopravvissuti alla guerra."
Avanguardia e potere: "Di ritorno dalla prossima estate plein air lungo il Volga, noi - lo studio di Belyutin - abbiamo organizzato una mostra di reportage nella palestra della casa del maestro, dove di solito si svolgevano le nostre lezioni. Devo ammetterlo, molti ospiti. Al mattino, il mondo è stato scosso dalla notizia: l'astrattismo si esibisce in URSS! Negli stessi giorni il Maneggio ha ospitato la mostra “30 Years of the Moscow Union of Artists”, organizzata dai soci anziani dell'Unione degli artisti dell'URSS per un accurato e rapido giro di vite sul giovane Museo d'arte di Mosca. "Stile curioso" è ora chiamato quel vecchio fenomeno. E siamo stati invitati, e abbiamo concordato, a partecipare all'esposizione, proprio alla vigilia della visita di Krusciov. (...) Quattro volte sono stato sorpreso "davanti agli occhi luminosi" (di Krusciov) e ho sentito indirizzate contro di me battute sul fatto di farmi fuori, di esiliarmi, o mandarmi nei campi o giudizi sul mio orientamento sessuale. Passando dal sussurro all'urlo, Nikita, nella sala accanto, è incappato nelle opere di Ernst Neizvestny, ed ha cancellato questi sei anni - solo sei ! - di speranza dopo il ventesimo congresso e la relazione "sul culto della personalità di Stalin. Con la sconfitta di questa mostra è iniziata un'altra repressione della cultura. Alla mostra, e poi nel rapporto "Alta ideologia e maestria artistica - la grande potenza della letteratura e dell'arte sovietiche" dell'8 marzo 1963, Krusciov ha parlato del mio problema in modo abbastanza definitivo: 'Recentemente, l'artista A.I. Laktionov ha realizzato un articolo sulla Pravda, in cui esprimeva il suo atteggiamento inconciliabile nei confronti dell'arte astratta. Confrontiamo due opere di pittura: l'autoritratto di A. Laktionov e l'autoritratto di B. Zhutovsky. Non importa come pensano gli altri e cosa ne dicono, ma per qualsiasi persona sana di mente con gusti incontaminati, è chiaro che l'immagine dell'artista Lactionov attrae con la sua umanità ed evoca rispetto per l'uomo. Lo guardi, lo ammiri e gioisci per una persona. E chi è stato interpretato da B. Zhutovsky? L'orrore! Guardando il suo autoritratto, ti spaventi. Come non vergognarsi di spendere le proprie forze in tanta bruttezza! Una persona diplomata in un istituto sovietico - grazie ai soldi della gente - mangia il pane della gente. E cosa restituisce alla gente, agli operai e ai contadini, per i soldi che hanno speso per la sua educazione, per i benefici che gli stanno dando ora? Un tale autoritratto, questo abominio e orrore? È disgustoso guardare una tale macchia sporca e disgustoso ascoltare coloro che la proteggono".
Dopo la rimozione di Krusciov, nel 1964, la vita di Boris Zhutovsky iniziò a migliorare. Nel 1969 fu ammesso all'Unione degli artisti dell'URSS come artista-illustratore di libri. Negli ultimi anni, l'artista ha creato una famosa serie di ritratti di persone eccezionali dell'URSS e della Russia "The Last People of the Empire".
Le opere sono state esposte a Helsinki; Toronto; Roma, Firenze, Venezia, L'Aquila; Praga, Bratislava, Danzica, Sopot, Poznań, Zielona Góra; Francoforte sul Meno, Stoccarda, Bochum; Barcellona; Lugano, Zurigo; Parigi, Montereau; Londra; Lipsia; New York, Los Angeles etc. -
Lotto 43 Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023)
Senza titolo
Pennarello nero su carta, 1965
59,6 x 43,2 cm
Data: "65", a pennarello, al recto
Firma: "B. Zhutovsky", a pennarello, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 95%
Stato di conservazione supporto: 90%
Laureato all'Istituto poligrafico di Mosca nel 1956 sotto la guida di A. Goncharov e I. Chekmazov, si è dunque trasferito negli Urali e a Sverdlovsk, in particolare sotto l'influenza del più anziano pittore e pedagogo Dmitry Ivanovich Arkhangelsky, per poi rientrare a Mosca e dedicarsi alla illustrazione editoriale. Dalla fine degli anni '50 fino al 1962, Zhutovsky frequentò lo studio di E. Belyutin. Dal 1959 ha iniziato a partecipare a mostre di pittura e arte grafica in URSS, nell'ambito dell'"arte non ufficiale", soprattutto attraverso invenzioni astratte e talvolta grottesche. Dopo la partecipazione dell'artista alla mostra "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio nel dicembre 1962, che venne aspramente criticata dal presidente dell'Unione Sovietica, Nikita Krusciov, Zhutovsky non ebbe più l'opportunità di esporre le sue opere in URSS. Per converso, la qualità delle sue invenzioni e la opposizione al regime sovietico, generarono grande interesse per lui nel mondo occidentale.
Anche al termine della vita Zhutovsky è rimasto un feroce oppositore dell'autoritarismo. Fece scalpore la sua intervista alla Novaya Gazeta (3 agosto 2009), durante il processo al bilionario antiputiniano Mihail Khodorkovsky (https://khodorkovsky.com/resources/zhutovsky-boris/): “Le rose sono molto belle. La squadra di difesa indossa fiori freschi ogni giorno. Sono ben vestiti, educati e implacabili”.
Zhutovsky univa alla opposizione politica una intensa attività in favore dell'ambiente e della salvaguardia della cultura russa. Citiamo alcuni passaggi dalle sue memorie.
Sui disastri degli oligarchi: “Mio padre, un comunista polacco, era un ingegnere, lavorava nello stabilimento di Aviapribor. Ora questo impianto non c'è più: Deripaska l'ha acquistato e sarà raso a terra. Ed era uno dei più grandi impianti di produzione di strumenti".
Sullo spionaggio: "A mio padre venne destinato un appartamento. Prima che potessimo trasferirci, mio padre fu mandato in America per rubare segreti industriali. Mia madre mi ha raccontato che prendevano appunti sui polsini della camicia. In precedenza, infatti, questa era la moda: indossi una maglietta per una settimana e i polsini sono indossati sopra, risvoltati, e vanno spesso cambiati. I polsini erano caldi e facili da scrivere".
Il vivere sovietico: "Di ritorno dall'America, mio padre rimase a casa per un anno e mezzo. Poi fu mandato nel nord, alla ricerca del pilota scomparso Levanevsky. Con i colleghi, andarono in spedizione all'isola del Principe Rodolfo. Fu una totale idiozia: volarono via alla fine di agosto e a settembre, quando ormai iniziava la notte polare! E così hanno passato tutto l'inverno sull'isola di Rudolf, non hanno cercato niente, credo; hanno scritto solo degli stupidi rapporti. Tornarono nel maggio 1938. Prima dell'ultima trasvolata Arkhangelsk-Mosca avvenne questo perfetto epilogo. I piloti Babushkin e Mashkovsky iniziarono a litigare su chi dovesse condurre l'aereo a Mosca, dove li attendeva il solenne rientro. Ma cozzarono contro la diga al decollo. Colpirono il serbatoio del gas contro l'acqua. Nello scompartimento posteriore - che si era bloccato - il meccanico di volo Gursky cercava di districarsi. Il dottor Rossels provava a tirarlo fuori di lì, e mio padre era a fianco del portellone. All'improvviso l'aereo è precipitato. Il pilota Babushkin è rimasto ucciso dallo sterzo, ed anche i due nello scompartimento. Invece di un incontro solenne, a Mosca di trovarono a portare un po' di bare. Dalla Piazza Rossa - la piazza degli Eroi dell'Unione Sovietica - una processione con accompagnamento di cavalli ha raggiunto il Convento di Novodevichy, ci sono stati discorsi... Ci hanno lasciato l'appartamento. E mi hanno dato una pensione fino all'età adulta: 300 rubli. Con questi soldi, per lo più siamo sopravvissuti alla guerra."
Avanguardia e potere: "Di ritorno dalla prossima estate plein air lungo il Volga, noi - lo studio di Belyutin - abbiamo organizzato una mostra di reportage nella palestra della casa del maestro, dove di solito si svolgevano le nostre lezioni. Devo ammetterlo, molti ospiti. Al mattino, il mondo è stato scosso dalla notizia: l'astrattismo si esibisce in URSS! Negli stessi giorni il Maneggio ha ospitato la mostra “30 Years of the Moscow Union of Artists”, organizzata dai soci anziani dell'Unione degli artisti dell'URSS per un accurato e rapido giro di vite sul giovane Museo d'arte di Mosca. "Stile curioso" è ora chiamato quel vecchio fenomeno. E siamo stati invitati, e abbiamo concordato, a partecipare all'esposizione, proprio alla vigilia della visita di Krusciov. (...) Quattro volte sono stato sorpreso "davanti agli occhi luminosi" (di Krusciov) e ho sentito indirizzate contro di me battute sul fatto di farmi fuori, di esiliarmi, o mandarmi nei campi o giudizi sul mio orientamento sessuale. Passando dal sussurro all'urlo, Nikita, nella sala accanto, è incappato nelle opere di Ernst Neizvestny, ed ha cancellato questi sei anni - solo sei ! - di speranza dopo il ventesimo congresso e la relazione "sul culto della personalità di Stalin. Con la sconfitta di questa mostra è iniziata un'altra repressione della cultura. Alla mostra, e poi nel rapporto "Alta ideologia e maestria artistica - la grande potenza della letteratura e dell'arte sovietiche" dell'8 marzo 1963, Krusciov ha parlato del mio problema in modo abbastanza definitivo: 'Recentemente, l'artista A.I. Laktionov ha realizzato un articolo sulla Pravda, in cui esprimeva il suo atteggiamento inconciliabile nei confronti dell'arte astratta. Confrontiamo due opere di pittura: l'autoritratto di A. Laktionov e l'autoritratto di B. Zhutovsky. Non importa come pensano gli altri e cosa ne dicono, ma per qualsiasi persona sana di mente con gusti incontaminati, è chiaro che l'immagine dell'artista Lactionov attrae con la sua umanità ed evoca rispetto per l'uomo. Lo guardi, lo ammiri e gioisci per una persona. E chi è stato interpretato da B. Zhutovsky? L'orrore! Guardando il suo autoritratto, ti spaventi. Come non vergognarsi di spendere le proprie forze in tanta bruttezza! Una persona diplomata in un istituto sovietico - grazie ai soldi della gente - mangia il pane della gente. E cosa restituisce alla gente, agli operai e ai contadini, per i soldi che hanno speso per la sua educazione, per i benefici che gli stanno dando ora? Un tale autoritratto, questo abominio e orrore? È disgustoso guardare una tale macchia sporca e disgustoso ascoltare coloro che la proteggono".
Dopo la rimozione di Krusciov, nel 1964, la vita di Boris Zhutovsky iniziò a migliorare. Nel 1969 fu ammesso all'Unione degli artisti dell'URSS come artista-illustratore di libri. Negli ultimi anni, l'artista ha creato una famosa serie di ritratti di persone eccezionali dell'URSS e della Russia "The Last People of the Empire".
Le opere sono state esposte a Helsinki; Toronto; Roma, Firenze, Venezia, L'Aquila; Praga, Bratislava, Danzica, Sopot, Poznań, Zielona Góra; Francoforte sul Meno, Stoccarda, Bochum; Barcellona; Lugano, Zurigo; Parigi, Montereau; Londra; Lipsia; New York, Los Angeles etc. -
Lotto 44 Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023)
Senza titolo
Pennarello e collage su carta
42,8 x 59,7 cm
Data:
Firma: "B. Zhutovsky", a matita, al recto su carta
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90%
Stato di conservazione supporto: 90%
Laureato all'Istituto poligrafico di Mosca nel 1956 sotto la guida di A. Goncharov e I. Chekmazov, si è dunque trasferito negli Urali e a Sverdlovsk, in particolare sotto l'influenza del più anziano pittore e pedagogo Dmitry Ivanovich Arkhangelsky, per poi rientrare a Mosca e dedicarsi alla illustrazione editoriale. Dalla fine degli anni '50 fino al 1962, Zhutovsky frequentò lo studio di E. Belyutin. Dal 1959 ha iniziato a partecipare a mostre di pittura e arte grafica in URSS, nell'ambito dell'"arte non ufficiale", soprattutto attraverso invenzioni astratte e talvolta grottesche. Dopo la partecipazione dell'artista alla mostra "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio nel dicembre 1962, che venne aspramente criticata dal presidente dell'Unione Sovietica, Nikita Krusciov, Zhutovsky non ebbe più l'opportunità di esporre le sue opere in URSS. Per converso, la qualità delle sue invenzioni e la opposizione al regime sovietico, generarono grande interesse per lui nel mondo occidentale.
Anche al termine della vita Zhutovsky è rimasto un feroce oppositore dell'autoritarismo. Fece scalpore la sua intervista alla Novaya Gazeta (3 agosto 2009), durante il processo al bilionario antiputiniano Mihail Khodorkovsky (https://khodorkovsky.com/resources/zhutovsky-boris/): “Le rose sono molto belle. La squadra di difesa indossa fiori freschi ogni giorno. Sono ben vestiti, educati e implacabili”.
Zhutovsky univa alla opposizione politica una intensa attività in favore dell'ambiente e della salvaguardia della cultura russa. Citiamo alcuni passaggi dalle sue memorie.
Sui disastri degli oligarchi: “Mio padre, un comunista polacco, era un ingegnere, lavorava nello stabilimento di Aviapribor. Ora questo impianto non c'è più: Deripaska l'ha acquistato e sarà raso a terra. Ed era uno dei più grandi impianti di produzione di strumenti".
Sullo spionaggio: "A mio padre venne destinato un appartamento. Prima che potessimo trasferirci, mio padre fu mandato in America per rubare segreti industriali. Mia madre mi ha raccontato che prendevano appunti sui polsini della camicia. In precedenza, infatti, questa era la moda: indossi una maglietta per una settimana e i polsini sono indossati sopra, risvoltati, e vanno spesso cambiati. I polsini erano caldi e facili da scrivere".
Il vivere sovietico: "Di ritorno dall'America, mio padre rimase a casa per un anno e mezzo. Poi fu mandato nel nord, alla ricerca del pilota scomparso Levanevsky. Con i colleghi, andarono in spedizione all'isola del Principe Rodolfo. Fu una totale idiozia: volarono via alla fine di agosto e a settembre, quando ormai iniziava la notte polare! E così hanno passato tutto l'inverno sull'isola di Rudolf, non hanno cercato niente, credo; hanno scritto solo degli stupidi rapporti. Tornarono nel maggio 1938. Prima dell'ultima trasvolata Arkhangelsk-Mosca avvenne questo perfetto epilogo. I piloti Babushkin e Mashkovsky iniziarono a litigare su chi dovesse condurre l'aereo a Mosca, dove li attendeva il solenne rientro. Ma cozzarono contro la diga al decollo. Colpirono il serbatoio del gas contro l'acqua. Nello scompartimento posteriore - che si era bloccato - il meccanico di volo Gursky cercava di districarsi. Il dottor Rossels provava a tirarlo fuori di lì, e mio padre era a fianco del portellone. All'improvviso l'aereo è precipitato. Il pilota Babushkin è rimasto ucciso dallo sterzo, ed anche i due nello scompartimento. Invece di un incontro solenne, a Mosca di trovarono a portare un po' di bare. Dalla Piazza Rossa - la piazza degli Eroi dell'Unione Sovietica - una processione con accompagnamento di cavalli ha raggiunto il Convento di Novodevichy, ci sono stati discorsi... Ci hanno lasciato l'appartamento. E mi hanno dato una pensione fino all'età adulta: 300 rubli. Con questi soldi, per lo più siamo sopravvissuti alla guerra."
Avanguardia e potere: "Di ritorno dalla prossima estate plein air lungo il Volga, noi - lo studio di Belyutin - abbiamo organizzato una mostra di reportage nella palestra della casa del maestro, dove di solito si svolgevano le nostre lezioni. Devo ammetterlo, molti ospiti. Al mattino, il mondo è stato scosso dalla notizia: l'astrattismo si esibisce in URSS! Negli stessi giorni il Maneggio ha ospitato la mostra “30 Years of the Moscow Union of Artists”, organizzata dai soci anziani dell'Unione degli artisti dell'URSS per un accurato e rapido giro di vite sul giovane Museo d'arte di Mosca. "Stile curioso" è ora chiamato quel vecchio fenomeno. E siamo stati invitati, e abbiamo concordato, a partecipare all'esposizione, proprio alla vigilia della visita di Krusciov. (...) Quattro volte sono stato sorpreso "davanti agli occhi luminosi" (di Krusciov) e ho sentito indirizzate contro di me battute sul fatto di farmi fuori, di esiliarmi, o mandarmi nei campi o giudizi sul mio orientamento sessuale. Passando dal sussurro all'urlo, Nikita, nella sala accanto, è incappato nelle opere di Ernst Neizvestny, ed ha cancellato questi sei anni - solo sei ! - di speranza dopo il ventesimo congresso e la relazione "sul culto della personalità di Stalin. Con la sconfitta di questa mostra è iniziata un'altra repressione della cultura. Alla mostra, e poi nel rapporto "Alta ideologia e maestria artistica - la grande potenza della letteratura e dell'arte sovietiche" dell'8 marzo 1963, Krusciov ha parlato del mio problema in modo abbastanza definitivo: 'Recentemente, l'artista A.I. Laktionov ha realizzato un articolo sulla Pravda, in cui esprimeva il suo atteggiamento inconciliabile nei confronti dell'arte astratta. Confrontiamo due opere di pittura: l'autoritratto di A. Laktionov e l'autoritratto di B. Zhutovsky. Non importa come pensano gli altri e cosa ne dicono, ma per qualsiasi persona sana di mente con gusti incontaminati, è chiaro che l'immagine dell'artista Lactionov attrae con la sua umanità ed evoca rispetto per l'uomo. Lo guardi, lo ammiri e gioisci per una persona. E chi è stato interpretato da B. Zhutovsky? L'orrore! Guardando il suo autoritratto, ti spaventi. Come non vergognarsi di spendere le proprie forze in tanta bruttezza! Una persona diplomata in un istituto sovietico - grazie ai soldi della gente - mangia il pane della gente. E cosa restituisce alla gente, agli operai e ai contadini, per i soldi che hanno speso per la sua educazione, per i benefici che gli stanno dando ora? Un tale autoritratto, questo abominio e orrore? È disgustoso guardare una tale macchia sporca e disgustoso ascoltare coloro che la proteggono".
Dopo la rimozione di Krusciov, nel 1964, la vita di Boris Zhutovsky iniziò a migliorare. Nel 1969 fu ammesso all'Unione degli artisti dell'URSS come artista-illustratore di libri. Negli ultimi anni, l'artista ha creato una famosa serie di ritratti di persone eccezionali dell'URSS e della Russia "The Last People of the Empire".
Le opere sono state esposte a Helsinki; Toronto; Roma, Firenze, Venezia, L'Aquila; Praga, Bratislava, Danzica, Sopot, Poznań, Zielona Góra; Francoforte sul Meno, Stoccarda, Bochum; Barcellona; Lugano, Zurigo; Parigi, Montereau; Londra; Lipsia; New York, Los Angeles etc. -
Lotto 45 Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023)
Senza titolo, 1965
Matita e pennarello nero su carta
29,4 x 38,6 cm
Data: "65", al recto
Firma: "B. Zhutovsky", a pennarello, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90%
Stato di conservazione supporto: 90% (spelatura della carta in alto a sinistra, piccole pieghe)
Laureato all'Istituto poligrafico di Mosca nel 1956 sotto la guida di A. Goncharov e I. Chekmazov, si è dunque trasferito negli Urali e a Sverdlovsk, in particolare sotto l'influenza del più anziano pittore e pedagogo Dmitry Ivanovich Arkhangelsky, per poi rientrare a Mosca e dedicarsi alla illustrazione editoriale. Dalla fine degli anni '50 fino al 1962, Zhutovsky frequentò lo studio di E. Belyutin. Dal 1959 ha iniziato a partecipare a mostre di pittura e arte grafica in URSS, nell'ambito dell'"arte non ufficiale", soprattutto attraverso invenzioni astratte e talvolta grottesche. Dopo la partecipazione dell'artista alla mostra "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio nel dicembre 1962, che venne aspramente criticata dal presidente dell'Unione Sovietica, Nikita Krusciov, Zhutovsky non ebbe più l'opportunità di esporre le sue opere in URSS. Per converso, la qualità delle sue invenzioni e la opposizione al regime sovietico, generarono grande interesse per lui nel mondo occidentale.
Anche al termine della vita Zhutovsky è rimasto un feroce oppositore dell'autoritarismo. Fece scalpore la sua intervista alla Novaya Gazeta (3 agosto 2009), durante il processo al bilionario antiputiniano Mihail Khodorkovsky (https://khodorkovsky.com/resources/zhutovsky-boris/): “Le rose sono molto belle. La squadra di difesa indossa fiori freschi ogni giorno. Sono ben vestiti, educati e implacabili”.
Zhutovsky univa alla opposizione politica una intensa attività in favore dell'ambiente e della salvaguardia della cultura russa. Citiamo alcuni passaggi dalle sue memorie.
Sui disastri degli oligarchi: “Mio padre, un comunista polacco, era un ingegnere, lavorava nello stabilimento di Aviapribor. Ora questo impianto non c'è più: Deripaska l'ha acquistato e sarà raso a terra. Ed era uno dei più grandi impianti di produzione di strumenti".
Sullo spionaggio: "A mio padre venne destinato un appartamento. Prima che potessimo trasferirci, mio padre fu mandato in America per rubare segreti industriali. Mia madre mi ha raccontato che prendevano appunti sui polsini della camicia. In precedenza, infatti, questa era la moda: indossi una maglietta per una settimana e i polsini sono indossati sopra, risvoltati, e vanno spesso cambiati. I polsini erano caldi e facili da scrivere".
Il vivere sovietico: "Di ritorno dall'America, mio padre rimase a casa per un anno e mezzo. Poi fu mandato nel nord, alla ricerca del pilota scomparso Levanevsky. Con i colleghi, andarono in spedizione all'isola del Principe Rodolfo. Fu una totale idiozia: volarono via alla fine di agosto e a settembre, quando ormai iniziava la notte polare! E così hanno passato tutto l'inverno sull'isola di Rudolf, non hanno cercato niente, credo; hanno scritto solo degli stupidi rapporti. Tornarono nel maggio 1938. Prima dell'ultima trasvolata Arkhangelsk-Mosca avvenne questo perfetto epilogo. I piloti Babushkin e Mashkovsky iniziarono a litigare su chi dovesse condurre l'aereo a Mosca, dove li attendeva il solenne rientro. Ma cozzarono contro la diga al decollo. Colpirono il serbatoio del gas contro l'acqua. Nello scompartimento posteriore - che si era bloccato - il meccanico di volo Gursky cercava di districarsi. Il dottor Rossels provava a tirarlo fuori di lì, e mio padre era a fianco del portellone. All'improvviso l'aereo è precipitato. Il pilota Babushkin è rimasto ucciso dallo sterzo, ed anche i due nello scompartimento. Invece di un incontro solenne, a Mosca di trovarono a portare un po' di bare. Dalla Piazza Rossa - la piazza degli Eroi dell'Unione Sovietica - una processione con accompagnamento di cavalli ha raggiunto il Convento di Novodevichy, ci sono stati discorsi... Ci hanno lasciato l'appartamento. E mi hanno dato una pensione fino all'età adulta: 300 rubli. Con questi soldi, per lo più siamo sopravvissuti alla guerra."
Avanguardia e potere: "Di ritorno dalla prossima estate plein air lungo il Volga, noi - lo studio di Belyutin - abbiamo organizzato una mostra di reportage nella palestra della casa del maestro, dove di solito si svolgevano le nostre lezioni. Devo ammetterlo, molti ospiti. Al mattino, il mondo è stato scosso dalla notizia: l'astrattismo si esibisce in URSS! Negli stessi giorni il Maneggio ha ospitato la mostra “30 Years of the Moscow Union of Artists”, organizzata dai soci anziani dell'Unione degli artisti dell'URSS per un accurato e rapido giro di vite sul giovane Museo d'arte di Mosca. "Stile curioso" è ora chiamato quel vecchio fenomeno. E siamo stati invitati, e abbiamo concordato, a partecipare all'esposizione, proprio alla vigilia della visita di Krusciov. (...) Quattro volte sono stato sorpreso "davanti agli occhi luminosi" (di Krusciov) e ho sentito indirizzate contro di me battute sul fatto di farmi fuori, di esiliarmi, o mandarmi nei campi o giudizi sul mio orientamento sessuale. Passando dal sussurro all'urlo, Nikita, nella sala accanto, è incappato nelle opere di Ernst Neizvestny, ed ha cancellato questi sei anni - solo sei ! - di speranza dopo il ventesimo congresso e la relazione "sul culto della personalità di Stalin. Con la sconfitta di questa mostra è iniziata un'altra repressione della cultura. Alla mostra, e poi nel rapporto "Alta ideologia e maestria artistica - la grande potenza della letteratura e dell'arte sovietiche" dell'8 marzo 1963, Krusciov ha parlato del mio problema in modo abbastanza definitivo: 'Recentemente, l'artista A.I. Laktionov ha realizzato un articolo sulla Pravda, in cui esprimeva il suo atteggiamento inconciliabile nei confronti dell'arte astratta. Confrontiamo due opere di pittura: l'autoritratto di A. Laktionov e l'autoritratto di B. Zhutovsky. Non importa come pensano gli altri e cosa ne dicono, ma per qualsiasi persona sana di mente con gusti incontaminati, è chiaro che l'immagine dell'artista Lactionov attrae con la sua umanità ed evoca rispetto per l'uomo. Lo guardi, lo ammiri e gioisci per una persona. E chi è stato interpretato da B. Zhutovsky? L'orrore! Guardando il suo autoritratto, ti spaventi. Come non vergognarsi di spendere le proprie forze in tanta bruttezza! Una persona diplomata in un istituto sovietico - grazie ai soldi della gente - mangia il pane della gente. E cosa restituisce alla gente, agli operai e ai contadini, per i soldi che hanno speso per la sua educazione, per i benefici che gli stanno dando ora? Un tale autoritratto, questo abominio e orrore? È disgustoso guardare una tale macchia sporca e disgustoso ascoltare coloro che la proteggono".
Dopo la rimozione di Krusciov, nel 1964, la vita di Boris Zhutovsky iniziò a migliorare. Nel 1969 fu ammesso all'Unione degli artisti dell'URSS come artista-illustratore di libri. Negli ultimi anni, l'artista ha creato una famosa serie di ritratti di persone eccezionali dell'URSS e della Russia "The Last People of the Empire".
Le opere sono state esposte a Helsinki; Toronto; Roma, Firenze, Venezia, L'Aquila; Praga, Bratislava, Danzica, Sopot, Poznań, Zielona Góra; Francoforte sul Meno, Stoccarda, Bochum; Barcellona; Lugano, Zurigo; Parigi, Montereau; Londra; Lipsia; New York, Los Angeles etc. -
Lotto 46 Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023)
Mani
Tecnica mista su carta aplicata su foglio di supporto
28,9 x 40,9 cm
Data: "1964", a matita, su passepartout
Firma: "B. Zhutovsky", a matita, su passepartout
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 90% (maculazione)
Stato di conservazione supporto: 90% (ondulatura, fissaggio a colla)
Laureato all'Istituto poligrafico di Mosca nel 1956 sotto la guida di A. Goncharov e I. Chekmazov, si è dunque trasferito negli Urali e a Sverdlovsk, in particolare sotto l'influenza del più anziano pittore e pedagogo Dmitry Ivanovich Arkhangelsky, per poi rientrare a Mosca e dedicarsi alla illustrazione editoriale. Dalla fine degli anni '50 fino al 1962, Zhutovsky frequentò lo studio di E. Belyutin. Dal 1959 ha iniziato a partecipare a mostre di pittura e arte grafica in URSS, nell'ambito dell'"arte non ufficiale", soprattutto attraverso invenzioni astratte e talvolta grottesche. Dopo la partecipazione dell'artista alla mostra "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio nel dicembre 1962, che venne aspramente criticata dal presidente dell'Unione Sovietica, Nikita Krusciov, Zhutovsky non ebbe più l'opportunità di esporre le sue opere in URSS. Per converso, la qualità delle sue invenzioni e la opposizione al regime sovietico, generarono grande interesse per lui nel mondo occidentale.
Anche al termine della vita Zhutovsky è rimasto un feroce oppositore dell'autoritarismo. Fece scalpore la sua intervista alla Novaya Gazeta (3 agosto 2009), durante il processo al bilionario antiputiniano Mihail Khodorkovsky (https://khodorkovsky.com/resources/zhutovsky-boris/): “Le rose sono molto belle. La squadra di difesa indossa fiori freschi ogni giorno. Sono ben vestiti, educati e implacabili”.
Zhutovsky univa alla opposizione politica una intensa attività in favore dell'ambiente e della salvaguardia della cultura russa. Citiamo alcuni passaggi dalle sue memorie.
Sui disastri degli oligarchi: “Mio padre, un comunista polacco, era un ingegnere, lavorava nello stabilimento di Aviapribor. Ora questo impianto non c'è più: Deripaska l'ha acquistato e sarà raso a terra. Ed era uno dei più grandi impianti di produzione di strumenti".
Sullo spionaggio: "A mio padre venne destinato un appartamento. Prima che potessimo trasferirci, mio padre fu mandato in America per rubare segreti industriali. Mia madre mi ha raccontato che prendevano appunti sui polsini della camicia. In precedenza, infatti, questa era la moda: indossi una maglietta per una settimana e i polsini sono indossati sopra, risvoltati, e vanno spesso cambiati. I polsini erano caldi e facili da scrivere".
Il vivere sovietico: "Di ritorno dall'America, mio padre rimase a casa per un anno e mezzo. Poi fu mandato nel nord, alla ricerca del pilota scomparso Levanevsky. Con i colleghi, andarono in spedizione all'isola del Principe Rodolfo. Fu una totale idiozia: volarono via alla fine di agosto e a settembre, quando ormai iniziava la notte polare! E così hanno passato tutto l'inverno sull'isola di Rudolf, non hanno cercato niente, credo; hanno scritto solo degli stupidi rapporti. Tornarono nel maggio 1938. Prima dell'ultima trasvolata Arkhangelsk-Mosca avvenne questo perfetto epilogo. I piloti Babushkin e Mashkovsky iniziarono a litigare su chi dovesse condurre l'aereo a Mosca, dove li attendeva il solenne rientro. Ma cozzarono contro la diga al decollo. Colpirono il serbatoio del gas contro l'acqua. Nello scompartimento posteriore - che si era bloccato - il meccanico di volo Gursky cercava di districarsi. Il dottor Rossels provava a tirarlo fuori di lì, e mio padre era a fianco del portellone. All'improvviso l'aereo è precipitato. Il pilota Babushkin è rimasto ucciso dallo sterzo, ed anche i due nello scompartimento. Invece di un incontro solenne, a Mosca di trovarono a portare un po' di bare. Dalla Piazza Rossa - la piazza degli Eroi dell'Unione Sovietica - una processione con accompagnamento di cavalli ha raggiunto il Convento di Novodevichy, ci sono stati discorsi... Ci hanno lasciato l'appartamento. E mi hanno dato una pensione fino all'età adulta: 300 rubli. Con questi soldi, per lo più siamo sopravvissuti alla guerra."
Avanguardia e potere: "Di ritorno dalla prossima estate plein air lungo il Volga, noi - lo studio di Belyutin - abbiamo organizzato una mostra di reportage nella palestra della casa del maestro, dove di solito si svolgevano le nostre lezioni. Devo ammetterlo, molti ospiti. Al mattino, il mondo è stato scosso dalla notizia: l'astrattismo si esibisce in URSS! Negli stessi giorni il Maneggio ha ospitato la mostra “30 Years of the Moscow Union of Artists”, organizzata dai soci anziani dell'Unione degli artisti dell'URSS per un accurato e rapido giro di vite sul giovane Museo d'arte di Mosca. "Stile curioso" è ora chiamato quel vecchio fenomeno. E siamo stati invitati, e abbiamo concordato, a partecipare all'esposizione, proprio alla vigilia della visita di Krusciov. (...) Quattro volte sono stato sorpreso "davanti agli occhi luminosi" (di Krusciov) e ho sentito indirizzate contro di me battute sul fatto di farmi fuori, di esiliarmi, o mandarmi nei campi o giudizi sul mio orientamento sessuale. Passando dal sussurro all'urlo, Nikita, nella sala accanto, è incappato nelle opere di Ernst Neizvestny, ed ha cancellato questi sei anni - solo sei ! - di speranza dopo il ventesimo congresso e la relazione "sul culto della personalità di Stalin. Con la sconfitta di questa mostra è iniziata un'altra repressione della cultura. Alla mostra, e poi nel rapporto "Alta ideologia e maestria artistica - la grande potenza della letteratura e dell'arte sovietiche" dell'8 marzo 1963, Krusciov ha parlato del mio problema in modo abbastanza definitivo: 'Recentemente, l'artista A.I. Laktionov ha realizzato un articolo sulla Pravda, in cui esprimeva il suo atteggiamento inconciliabile nei confronti dell'arte astratta. Confrontiamo due opere di pittura: l'autoritratto di A. Laktionov e l'autoritratto di B. Zhutovsky. Non importa come pensano gli altri e cosa ne dicono, ma per qualsiasi persona sana di mente con gusti incontaminati, è chiaro che l'immagine dell'artista Lactionov attrae con la sua umanità ed evoca rispetto per l'uomo. Lo guardi, lo ammiri e gioisci per una persona. E chi è stato interpretato da B. Zhutovsky? L'orrore! Guardando il suo autoritratto, ti spaventi. Come non vergognarsi di spendere le proprie forze in tanta bruttezza! Una persona diplomata in un istituto sovietico - grazie ai soldi della gente - mangia il pane della gente. E cosa restituisce alla gente, agli operai e ai contadini, per i soldi che hanno speso per la sua educazione, per i benefici che gli stanno dando ora? Un tale autoritratto, questo abominio e orrore? È disgustoso guardare una tale macchia sporca e disgustoso ascoltare coloro che la proteggono".
Dopo la rimozione di Krusciov, nel 1964, la vita di Boris Zhutovsky iniziò a migliorare. Nel 1969 fu ammesso all'Unione degli artisti dell'URSS come artista-illustratore di libri. Negli ultimi anni, l'artista ha creato una famosa serie di ritratti di persone eccezionali dell'URSS e della Russia "The Last People of the Empire".
Le opere sono state esposte a Helsinki; Toronto; Roma, Firenze, Venezia, L'Aquila; Praga, Bratislava, Danzica, Sopot, Poznań, Zielona Góra; Francoforte sul Meno, Stoccarda, Bochum; Barcellona; Lugano, Zurigo; Parigi, Montereau; Londra; Lipsia; New York, Los Angeles etc. -
Lotto 47 Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023)
Ogni "per" è preceduto da un "contro", 1967
Calcografia su carta
37,1 x 52,1 cm
Data: "1967", in lastra
Firma: "B. Zhutovsky", in lastra; firma, a matita, al recto su carta
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 70% (diffusi residui paglierini da muffe non più attive)
Stato di conservazione supporto: 90% (piccoli strappi ai margini, leggere pieghe)
Laureato all'Istituto poligrafico di Mosca nel 1956 sotto la guida di A. Goncharov e I. Chekmazov, si è dunque trasferito negli Urali e a Sverdlovsk, in particolare sotto l'influenza del più anziano pittore e pedagogo Dmitry Ivanovich Arkhangelsky, per poi rientrare a Mosca e dedicarsi alla illustrazione editoriale. Dalla fine degli anni '50 fino al 1962, Zhutovsky frequentò lo studio di E. Belyutin. Dal 1959 ha iniziato a partecipare a mostre di pittura e arte grafica in URSS, nell'ambito dell'"arte non ufficiale", soprattutto attraverso invenzioni astratte e talvolta grottesche. Dopo la partecipazione dell'artista alla mostra "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio nel dicembre 1962, che venne aspramente criticata dal presidente dell'Unione Sovietica, Nikita Krusciov, Zhutovsky non ebbe più l'opportunità di esporre le sue opere in URSS. Per converso, la qualità delle sue invenzioni e la opposizione al regime sovietico, generarono grande interesse per lui nel mondo occidentale.
Anche al termine della vita Zhutovsky è rimasto un feroce oppositore dell'autoritarismo. Fece scalpore la sua intervista alla Novaya Gazeta (3 agosto 2009), durante il processo al bilionario antiputiniano Mihail Khodorkovsky (https://khodorkovsky.com/resources/zhutovsky-boris/): “Le rose sono molto belle. La squadra di difesa indossa fiori freschi ogni giorno. Sono ben vestiti, educati e implacabili”.
Zhutovsky univa alla opposizione politica una intensa attività in favore dell'ambiente e della salvaguardia della cultura russa. Citiamo alcuni passaggi dalle sue memorie.
Sui disastri degli oligarchi: “Mio padre, un comunista polacco, era un ingegnere, lavorava nello stabilimento di Aviapribor. Ora questo impianto non c'è più: Deripaska l'ha acquistato e sarà raso a terra. Ed era uno dei più grandi impianti di produzione di strumenti".
Sullo spionaggio: "A mio padre venne destinato un appartamento. Prima che potessimo trasferirci, mio padre fu mandato in America per rubare segreti industriali. Mia madre mi ha raccontato che prendevano appunti sui polsini della camicia. In precedenza, infatti, questa era la moda: indossi una maglietta per una settimana e i polsini sono indossati sopra, risvoltati, e vanno spesso cambiati. I polsini erano caldi e facili da scrivere".
Il vivere sovietico: "Di ritorno dall'America, mio padre rimase a casa per un anno e mezzo. Poi fu mandato nel nord, alla ricerca del pilota scomparso Levanevsky. Con i colleghi, andarono in spedizione all'isola del Principe Rodolfo. Fu una totale idiozia: volarono via alla fine di agosto e a settembre, quando ormai iniziava la notte polare! E così hanno passato tutto l'inverno sull'isola di Rudolf, non hanno cercato niente, credo; hanno scritto solo degli stupidi rapporti. Tornarono nel maggio 1938. Prima dell'ultima trasvolata Arkhangelsk-Mosca avvenne questo perfetto epilogo. I piloti Babushkin e Mashkovsky iniziarono a litigare su chi dovesse condurre l'aereo a Mosca, dove li attendeva il solenne rientro. Ma cozzarono contro la diga al decollo. Colpirono il serbatoio del gas contro l'acqua. Nello scompartimento posteriore - che si era bloccato - il meccanico di volo Gursky cercava di districarsi. Il dottor Rossels provava a tirarlo fuori di lì, e mio padre era a fianco del portellone. All'improvviso l'aereo è precipitato. Il pilota Babushkin è rimasto ucciso dallo sterzo, ed anche i due nello scompartimento. Invece di un incontro solenne, a Mosca di trovarono a portare un po' di bare. Dalla Piazza Rossa - la piazza degli Eroi dell'Unione Sovietica - una processione con accompagnamento di cavalli ha raggiunto il Convento di Novodevichy, ci sono stati discorsi... Ci hanno lasciato l'appartamento. E mi hanno dato una pensione fino all'età adulta: 300 rubli. Con questi soldi, per lo più siamo sopravvissuti alla guerra."
Avanguardia e potere: "Di ritorno dalla prossima estate plein air lungo il Volga, noi - lo studio di Belyutin - abbiamo organizzato una mostra di reportage nella palestra della casa del maestro, dove di solito si svolgevano le nostre lezioni. Devo ammetterlo, molti ospiti. Al mattino, il mondo è stato scosso dalla notizia: l'astrattismo si esibisce in URSS! Negli stessi giorni il Maneggio ha ospitato la mostra “30 Years of the Moscow Union of Artists”, organizzata dai soci anziani dell'Unione degli artisti dell'URSS per un accurato e rapido giro di vite sul giovane Museo d'arte di Mosca. "Stile curioso" è ora chiamato quel vecchio fenomeno. E siamo stati invitati, e abbiamo concordato, a partecipare all'esposizione, proprio alla vigilia della visita di Krusciov. (...) Quattro volte sono stato sorpreso "davanti agli occhi luminosi" (di Krusciov) e ho sentito indirizzate contro di me battute sul fatto di farmi fuori, di esiliarmi, o mandarmi nei campi o giudizi sul mio orientamento sessuale. Passando dal sussurro all'urlo, Nikita, nella sala accanto, è incappato nelle opere di Ernst Neizvestny, ed ha cancellato questi sei anni - solo sei ! - di speranza dopo il ventesimo congresso e la relazione "sul culto della personalità di Stalin. Con la sconfitta di questa mostra è iniziata un'altra repressione della cultura. Alla mostra, e poi nel rapporto "Alta ideologia e maestria artistica - la grande potenza della letteratura e dell'arte sovietiche" dell'8 marzo 1963, Krusciov ha parlato del mio problema in modo abbastanza definitivo: 'Recentemente, l'artista A.I. Laktionov ha realizzato un articolo sulla Pravda, in cui esprimeva il suo atteggiamento inconciliabile nei confronti dell'arte astratta. Confrontiamo due opere di pittura: l'autoritratto di A. Laktionov e l'autoritratto di B. Zhutovsky. Non importa come pensano gli altri e cosa ne dicono, ma per qualsiasi persona sana di mente con gusti incontaminati, è chiaro che l'immagine dell'artista Lactionov attrae con la sua umanità ed evoca rispetto per l'uomo. Lo guardi, lo ammiri e gioisci per una persona. E chi è stato interpretato da B. Zhutovsky? L'orrore! Guardando il suo autoritratto, ti spaventi. Come non vergognarsi di spendere le proprie forze in tanta bruttezza! Una persona diplomata in un istituto sovietico - grazie ai soldi della gente - mangia il pane della gente. E cosa restituisce alla gente, agli operai e ai contadini, per i soldi che hanno speso per la sua educazione, per i benefici che gli stanno dando ora? Un tale autoritratto, questo abominio e orrore? È disgustoso guardare una tale macchia sporca e disgustoso ascoltare coloro che la proteggono".
Dopo la rimozione di Krusciov, nel 1964, la vita di Boris Zhutovsky iniziò a migliorare. Nel 1969 fu ammesso all'Unione degli artisti dell'URSS come artista-illustratore di libri. Negli ultimi anni, l'artista ha creato una famosa serie di ritratti di persone eccezionali dell'URSS e della Russia "The Last People of the Empire".
Le opere sono state esposte a Helsinki; Toronto; Roma, Firenze, Venezia, L'Aquila; Praga, Bratislava, Danzica, Sopot, Poznań, Zielona Góra; Francoforte sul Meno, Stoccarda, Bochum; Barcellona; Lugano, Zurigo; Parigi, Montereau; Londra; Lipsia; New York, Los Angeles etc. -
Lotto 48 Boris Iosifovich Zhutovsky (1932 - 2023)
Destino, 1967
Maniera nera su carta
21,3 x 31 cm (lastra)
45,9 x 64,1 cm
Data: "67", in lastra
Firma: "B. Zhutovsky", in lastra; firma, a matita, al recto su carta
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 95%
Stato di conservazione supporto: 90% (leggere pieghe e danni ai margini)
Laureato all'Istituto poligrafico di Mosca nel 1956 sotto la guida di A. Goncharov e I. Chekmazov, si è dunque trasferito negli Urali e a Sverdlovsk, in particolare sotto l'influenza del più anziano pittore e pedagogo Dmitry Ivanovich Arkhangelsky, per poi rientrare a Mosca e dedicarsi alla illustrazione editoriale. Dalla fine degli anni '50 fino al 1962, Zhutovsky frequentò lo studio di E. Belyutin. Dal 1959 ha iniziato a partecipare a mostre di pittura e arte grafica in URSS, nell'ambito dell'"arte non ufficiale", soprattutto attraverso invenzioni astratte e talvolta grottesche. Dopo la partecipazione dell'artista alla mostra "30 Years of the Moscow Union of Artists" (30 лет МОСХA") nel Maneggio nel dicembre 1962, che venne aspramente criticata dal presidente dell'Unione Sovietica, Nikita Krusciov, Zhutovsky non ebbe più l'opportunità di esporre le sue opere in URSS. Per converso, la qualità delle sue invenzioni e la opposizione al regime sovietico, generarono grande interesse per lui nel mondo occidentale.
Anche al termine della vita Zhutovsky è rimasto un feroce oppositore dell'autoritarismo. Fece scalpore la sua intervista alla Novaya Gazeta (3 agosto 2009), durante il processo al bilionario antiputiniano Mihail Khodorkovsky (https://khodorkovsky.com/resources/zhutovsky-boris/): “Le rose sono molto belle. La squadra di difesa indossa fiori freschi ogni giorno. Sono ben vestiti, educati e implacabili”.
Zhutovsky univa alla opposizione politica una intensa attività in favore dell'ambiente e della salvaguardia della cultura russa. Citiamo alcuni passaggi dalle sue memorie.
Sui disastri degli oligarchi: “Mio padre, un comunista polacco, era un ingegnere, lavorava nello stabilimento di Aviapribor. Ora questo impianto non c'è più: Deripaska l'ha acquistato e sarà raso a terra. Ed era uno dei più grandi impianti di produzione di strumenti".
Sullo spionaggio: "A mio padre venne destinato un appartamento. Prima che potessimo trasferirci, mio padre fu mandato in America per rubare segreti industriali. Mia madre mi ha raccontato che prendevano appunti sui polsini della camicia. In precedenza, infatti, questa era la moda: indossi una maglietta per una settimana e i polsini sono indossati sopra, risvoltati, e vanno spesso cambiati. I polsini erano caldi e facili da scrivere".
Il vivere sovietico: "Di ritorno dall'America, mio padre rimase a casa per un anno e mezzo. Poi fu mandato nel nord, alla ricerca del pilota scomparso Levanevsky. Con i colleghi, andarono in spedizione all'isola del Principe Rodolfo. Fu una totale idiozia: volarono via alla fine di agosto e a settembre, quando ormai iniziava la notte polare! E così hanno passato tutto l'inverno sull'isola di Rudolf, non hanno cercato niente, credo; hanno scritto solo degli stupidi rapporti. Tornarono nel maggio 1938. Prima dell'ultima trasvolata Arkhangelsk-Mosca avvenne questo perfetto epilogo. I piloti Babushkin e Mashkovsky iniziarono a litigare su chi dovesse condurre l'aereo a Mosca, dove li attendeva il solenne rientro. Ma cozzarono contro la diga al decollo. Colpirono il serbatoio del gas contro l'acqua. Nello scompartimento posteriore - che si era bloccato - il meccanico di volo Gursky cercava di districarsi. Il dottor Rossels provava a tirarlo fuori di lì, e mio padre era a fianco del portellone. All'improvviso l'aereo è precipitato. Il pilota Babushkin è rimasto ucciso dallo sterzo, ed anche i due nello scompartimento. Invece di un incontro solenne, a Mosca di trovarono a portare un po' di bare. Dalla Piazza Rossa - la piazza degli Eroi dell'Unione Sovietica - una processione con accompagnamento di cavalli ha raggiunto il Convento di Novodevichy, ci sono stati discorsi... Ci hanno lasciato l'appartamento. E mi hanno dato una pensione fino all'età adulta: 300 rubli. Con questi soldi, per lo più siamo sopravvissuti alla guerra."
Avanguardia e potere: "Di ritorno dalla prossima estate plein air lungo il Volga, noi - lo studio di Belyutin - abbiamo organizzato una mostra di reportage nella palestra della casa del maestro, dove di solito si svolgevano le nostre lezioni. Devo ammetterlo, molti ospiti. Al mattino, il mondo è stato scosso dalla notizia: l'astrattismo si esibisce in URSS! Negli stessi giorni il Maneggio ha ospitato la mostra “30 Years of the Moscow Union of Artists”, organizzata dai soci anziani dell'Unione degli artisti dell'URSS per un accurato e rapido giro di vite sul giovane Museo d'arte di Mosca. "Stile curioso" è ora chiamato quel vecchio fenomeno. E siamo stati invitati, e abbiamo concordato, a partecipare all'esposizione, proprio alla vigilia della visita di Krusciov. (...) Quattro volte sono stato sorpreso "davanti agli occhi luminosi" (di Krusciov) e ho sentito indirizzate contro di me battute sul fatto di farmi fuori, di esiliarmi, o mandarmi nei campi o giudizi sul mio orientamento sessuale. Passando dal sussurro all'urlo, Nikita, nella sala accanto, è incappato nelle opere di Ernst Neizvestny, ed ha cancellato questi sei anni - solo sei ! - di speranza dopo il ventesimo congresso e la relazione "sul culto della personalità di Stalin. Con la sconfitta di questa mostra è iniziata un'altra repressione della cultura. Alla mostra, e poi nel rapporto "Alta ideologia e maestria artistica - la grande potenza della letteratura e dell'arte sovietiche" dell'8 marzo 1963, Krusciov ha parlato del mio problema in modo abbastanza definitivo: 'Recentemente, l'artista A.I. Laktionov ha realizzato un articolo sulla Pravda, in cui esprimeva il suo atteggiamento inconciliabile nei confronti dell'arte astratta. Confrontiamo due opere di pittura: l'autoritratto di A. Laktionov e l'autoritratto di B. Zhutovsky. Non importa come pensano gli altri e cosa ne dicono, ma per qualsiasi persona sana di mente con gusti incontaminati, è chiaro che l'immagine dell'artista Lactionov attrae con la sua umanità ed evoca rispetto per l'uomo. Lo guardi, lo ammiri e gioisci per una persona. E chi è stato interpretato da B. Zhutovsky? L'orrore! Guardando il suo autoritratto, ti spaventi. Come non vergognarsi di spendere le proprie forze in tanta bruttezza! Una persona diplomata in un istituto sovietico - grazie ai soldi della gente - mangia il pane della gente. E cosa restituisce alla gente, agli operai e ai contadini, per i soldi che hanno speso per la sua educazione, per i benefici che gli stanno dando ora? Un tale autoritratto, questo abominio e orrore? È disgustoso guardare una tale macchia sporca e disgustoso ascoltare coloro che la proteggono".
Dopo la rimozione di Krusciov, nel 1964, la vita di Boris Zhutovsky iniziò a migliorare. Nel 1969 fu ammesso all'Unione degli artisti dell'URSS come artista-illustratore di libri. Negli ultimi anni, l'artista ha creato una famosa serie di ritratti di persone eccezionali dell'URSS e della Russia "The Last People of the Empire".
Le opere sono state esposte a Helsinki; Toronto; Roma, Firenze, Venezia, L'Aquila; Praga, Bratislava, Danzica, Sopot, Poznań, Zielona Góra; Francoforte sul Meno, Stoccarda, Bochum; Barcellona; Lugano, Zurigo; Parigi, Montereau; Londra; Lipsia; New York, Los Angeles etc.