Lotto 24 | Ilya Iosifovich Kabakov (1933 - 2023). Semi cadenti (Decostruzione), 1967

Bonino - Via Filippo Civinini 21-37, 00197 Roma
Russia e Ucraina. 1960-1980 Sessione unica
mercoledì 13 settembre 2023 ore 18:00 (UTC +01:00)

Ilya Iosifovich Kabakov (1933 - 2023). Semi cadenti (Decostruzione), 1967

Ilya Iosifovich Kabakov (1933 - 2023)
Semi cadenti (Decostruzione), 1967
Matite colorate su carta applicata su foglio di rifodero
14,8 x 20 cm
Data: "67", a matita, al recto
Firma: "Kabakov", a matita, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 85% (macchie)
Stato di conservazione supporto: 90%
Bibliografia: Duccio Trombadori, testo di, Erica Ravenna Fiorentini, a cura di, "URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70", Roma, 2009, p. 18 (ill.)
Esposizioni: URSS ARTE CONTEMPORANEA. Ilya Kabakov e gli artisti andergraund negli anni '60 e '70, Erica Fiorentini Arte Contemporanea, Roma, Maggio 2009

Kabakov è il principale artista concettuale emerso in Unione Sovietica nella seconda metà del '900. Nato a Dnipropetrovsk, in Ucraina, ha lavorato per trent'anni a Mosca, dagli anni '50 fino alla fine degli anni '80. Fino alla sua scomparsa ha vissuto e lavorato a Long Island, negli Stati Uniti. Durante i suoi oltre quarant'anni di carriera, Kabakov ha prodotto una vasta gamma di dipinti, disegni, installazioni e testi teorici. A differenza di alcuni artisti sovietici clandestini, Kabakov si unì all'Unione degli artisti sovietici nel 1959 e ne divenne membro a pieno titolo nel 1962, una posizione prestigiosa nell'URSS. Specializzatosi nel 1957 all'Istituto d'Arte Surikov di Mosca, si dedicò principalmente alle illustrazioni per l'infanzia.
Nel 1965 raggiunse la notorietà internazionale, attraverso una serie, "Shower", in italiano "Desiderio di lavarsi", in cui un uomo è rappresentato sotto una doccia, da cui però non esce acqua: l'immagine ebbe immediato successo come metamora delle promesse non soddisfatte (in particolare, così venne intesa in occidente, dal socialismo reale). La serie "Desiderio di lavarsi" fu pubblicata in Italia, nel 1965, proprio da Antonello Trombadori. Alla fine del 1967, Kabakov, insieme a Ülo Sooster, creò un laboratorio nella soffitta dell'ex condominio Rossiya su Sretensky Boulevard, cui si aggregarono molti artisti non allineati al realismo socialista ma in stridente contrasto con i cosiddetti artisti non conformisti, raccolti invece intorno ad Oscar Rabin (1928-2018), che invece erano di indirizzo astratto. In questo periodo Kabakov si allontanò dalla produzione di disegni di piccole dimensioni - serie a cui appartengono anche le opere in asta - per dedicarsi alla pittura e quindi virare verso le installazioni. L'artista incomincia ad integrare i dipinti con testi, che compongono con le immagini delle unità concettuali: il testo non spiega l'opera ma ne è parte. Si accentua in questo periodo il carattere simbolico dei colori, per esempio gli smalti onnipresenti nell'edilizia sovietica, il rosso che simboleggia lo Stato, il grigio comunemente utilizzato per tinteggiare, che uniti danno un marrone simile al colore del suolo su cui cammina il popolo sovietivo. Un altro tema elaborato in questi anni è quello delle mosche, che Kabakov utilizza come metafora della vita umana entro le attuali società che egli considera "così noiose che anche le mosche ne muoiono". Negli anni Settanta Kabakov accentua ulteriormente gli elementi concettuali delle sue opere, assumendo un ruolo guida nel movimento concettuale russo, tra l'altro sottolineando che sia la posizione degli artisti conformati al regime sia la posizione degli artisti dissidenti in realtà non consente di osservare il divario tra il mondo capitalistico e il sistema socialista, ed affermando per l'artista una terza via, di neutralità, come esigenza della riflessione e della creazione. Realizza in questo periodo 50 album di disegni, quasi i prototipi delle installazioni che lo renderanno famoso nel mondo. I primi dieci album costituiscono una serie chiamata "Dieci personaggi" (1972-75). Nella storia dei dieci personaggi, un uomo, tentando di scrivere la sua autobiografia, si rende conto che non gli è mai successo niente e che la maggior parte della sua vita è stata fatta di impressioni su persone, luoghi e oggetti. Così crea dieci diversi personaggi per spiegare la sua percezione del mondo. In uno degli album di "Dieci Personaggi", chiamato "I Komarov volanti", normali cittadini sovietici afferrano le ali di versioni sottodimensionate di aeroplani. Alcuni vengono tirati da corde come sciatori d'acqua nel cielo. Le illustrazioni raffigurano anche, in stile cartone animato, i cittadini che si tengono per mano e formano grandi cerchi mentre fluttuano nell'aria. I disegni sono molto fantasiosi e potrebbero essere facilmente usati per un libro per bambini, se non in Unione Sovietica, sicuramente in Occidente. La spiegazione scritta, tuttavia, suggerisce un significato più profondo, cinico. La fama internazionale di Kabakov si deve all'ultima produzione, sviluppatasi negli anni 80, in particolare alle cosiddette installazioni totali, così bene raccontate alla mostra monografica della Tate Gallery nel 2017. Nel 1985 l'artista sfonda il soffitto di un appartamento, a fianco ad una branda disfatta, ad una tavola spostata, tra i calcinacci si vedono due scarpe: sono la traccia, con le immagini sovietiche alle pareti, del "L'uomo che è volato dal suo appartamento nello spazio". Questo tipo di ambienti immersivi - in cui la scenografia serve ad avvolgere l'osservatore con emozioni e concetti - sono il principale apporto di Kabakov all'arte contemporanea internazionale.
L'artista è emigrato negli Stati Uniti nel 1988, ma la sua posizione nell'orizzonte culturale russo resta molto peculiare. In una intervista sugli artisti dissidenti sovietici ha dichiarato: "Non ero un dissidente. Non ho combattuto nessuno o niente. Questo termine non si applica a me" ("Soviet Dissident Artists", Yurchak, 2014, p. 220). Benché la guerra russo-ucraina abbia portato molti intellettuali a schierarsi a favore di una delle parti, Kabakov ha mantenuta ferma la definizione della propria nascita "nella Repubblica Socialista di Ucraina, entro l'Unione Sovietica". Un tema centrale nella ricerca intellettuale di Kabakov è stata proprio la nascita e la morte dell'Unione Sovietica, che egli ritiene la prima società moderna scomparsa. Nell'Unione Sovietica, Kabakov rileva elementi comuni a ogni società moderna, e così facendo esamina la frattura tra capitalismo e comunismo come fattore ben più pregnante del conflitto ideologico e politico svoltosi nel '900. Piuttosto che dipingere l'Unione Sovietica come un progetto socialista fallito sconfitto dall'economia occidentale, Kabakov la descrive come un progetto utopico tra tanti, incluso il capitalismo. Secondo Kabakov, ogni progetto utopico è destinato a fallire se si innesta in esso la volontà di potenza e con ciò l'autoritarismo.
Dall'inizio degli anni 2000, l'artista ha ripreso a esporre attivamente in Russia al massimo livello istutuzionale (Moscow House of Photography, 2003; Galleria Tretyakov, 2004; Hermitage, Palazzo dello Stato Maggiore, 2004; Museo statale di belle arti Pushkin, Centro Winzavod per l'arte contemporanea, il Garage Center per l'arte contemporanea, 2008 etc) e le sue opere hanno costituito la base per la collezione d'arte contemporanea dell'Hermitage. Nella mostra "Russia!", nel 2006, il Guggenheim Museum di New York ha esposto l'installazione "L'uomo che volò nello spazio dal proprio appartamento" insieme alle icone di Andrei Rublev e Dionisio il Greco, ai dipinti di Bryullov, Repin e Malevic assicurando lo status di Kabakov come uno dei più importanti artisti sovietici e russi della generazione del dopoguerra. Sono entrambi di Kabakov i due record mondiali d'asta per l'arte russa del secondo '900 ("The Beetle", € 3.4 milioni; "Suite Room", € 2.6 milioni). In particolare nell'ambito del disegno, appartengo a Kabakov i primi tre record mondiali ("Where are they?", € 321.000; "Die Toilette", € 312.000; "I Komarov volanti", € 234.000).
Nell'agosto 2018, Ilya ed Emilia Kabakov hanno donato il loro studio alla Galleria Tretyakov, che nel 2019 ha annunciato l'apertura di un museo dedicato a Kabakov, che è stato anche insignito del titolo di Membro Onorario Straniero dell'Accademia Russa delle Arti. Nel 1993 Kabakov ha vinto il premio d'onore della Biennale di Venezia per il progetto "Padiglione Rosso". Nel 2008, insieme alla moglie Emilia, è stato insignito del Praemium Imperiale per la scultura, il premio istituito nel 1989 dalla famiglia imperiale giapponese, insieme alla Japan Art Association.