Lotto 20 | Marc Chagall (1887 - 1985). Il cervo che si specchia nell'acqua, da La Fontaine, 1927

Bonino - Via Filippo Civinini 21-37, 00197 Roma
Russia e Ucraina. 1960-1980 Sessione unica
mercoledì 13 settembre 2023 ore 18:00 (UTC +01:00)

Marc Chagall (1887 - 1985). Il cervo che si specchia nell'acqua, da La Fontaine, 1927

Marc Chagall (1887 - 1985)
Il cervo che si specchia nell'acqua, da La Fontaine, 1927
acquaforte su carta
40,5 x 32 cm
Data:
Firma: "Chagall", a matita, al recto
Altre iscrizioni: Dedica a "a A. Trombadori", in italiano, a matita, al recto
Stato di conservazione superficie: 85% (ingiallimento, gora)
Stato di conservazione supporto: 90% (mancanze minori ai margini)

Marc Chagall nacque in una famiglia ebraica a Lëzna, presso Vicebsk, una città di lingua yiddish in Bielorussia, allora parte dell'Impero russo. Il giorno stesso della sua nascita, il villaggio venne attaccato dai cosacchi durante un pogrom e la sinagoga fu data alle fiamme; da allora, l'artista - rievocando le proprie origini - userà dire: "Io sono nato morto". Nel 1907, si trasferì a San Pietroburgo. Qui frequentò l'Accademia Russa di Belle Arti con Nikolaj Konstantinovič Rerich. Tra il 1908 e il 1910 studiò alla scuola Zvanceva con Léon Bakst, che per primo gli parlò dei nuovi orizzonti culturali dell'Occidente e gli fece conoscere la pittura di Cézanne e Gauguin. Per mantenersi gli studi a San Pietroburgo, Chagall lavorava come artigiano dipingendo insegne di negozi, oltre a realizzare le prime opere originali. Questo fu un periodo difficile per lui: gli ebrei potevano infatti vivere a San Pietroburgo solo con un permesso apposito; infatti fu arrestato per essere rimasto fuori dal ghetto oltre l'orario consentito. Rimase nella città fino al 1910, anche se di tanto in tanto tornava nel paese natale, dove nel 1909 incontrò, grazie alla modella e amica Thea Brachman, Bella Rosenfeld, figlia di ricchi orefici e sua futura moglie. Divenuto noto come artista, nel 1910 Chagall lasciò San Pietroburgo per Parigi.
L'opera fa parte di una serie di acqueforti sulle "Favole" di La Fontaine commissionate a Chagall da Ambroise Vollard nel 1927. La tavola rappresenta la favola "Il Cervo che si specchia nell'acqua", che compare nel Libro VI, al numero XI dell'opera di La Fontaine, in particolare, l'istante in cui il cervo si accorge del cane. Così suona la favola nella storica traduzione di Emilio De Marchi: "D’una fonte nel liquido cristallo, / con suo dolore ed ira / esclama un Cervo, mentre si rimira: / - Quale contrasto, oh vedi, / fra la mia testa e i piedi! / Mentre le corna i bei rami dispiegano / come una selva, ahimè! / i piedi sono asciutti come legni, / per quel ch’io veggo, e non degni di me -. // Un can, mentr’ei si duole, / uscendo a un tratto, tronca le parole. / Il Cervo presto, via, / nei boschi per un pezzo si fuggìa. / Se non che noia e danno / le belle corna a un bel fuggir gli fanno, / inutil benefizio / che in testa gli regala il Cielo ogni anno, / e che de’ piedi intralciano il servizio. // Questo Cervo, che si specchia / alla fonte, ti fa prova di non poche genti insane, / che disprezzan ciò che giova / per amor di cose vane".