Lot 3 | Fabrizio Chiari (1615 ca 1695) - Trionfo di Venere, 16° Secolo

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#68: Dipinti d'eccezione e Antiquariato #68: Dipinti d'eccezione e Antiquariato
Friday 16 June 2023 hours 16:30 (UTC +01:00)

Fabrizio Chiari (1615 ca 1695) - Trionfo di Venere, 16° Secolo

Fabrizio Chiari (1615 ca 1695) - Trionfo di Venere, 16° Secolo h cm 171 x 176 Olio su tela Da Tiziano. L'opera è corredata da uno studio sui pigmenti effettuata dalla facoltà di fisica nucleare del professore Paolo Romano, dell'Università di Catania, che certifica la natura dei pigmenti. Presente expertise del Prof. Strinati " 

Il dipinto raffigurante il cosiddetto Omaggio a Venere (olio su tela, cm . 171 x 176) e una copia di altissima qualità nonché in discretostato di

conservazione del celeberrimo dipinto di Tiziano Vecellio (attualmente

conservato al Museo del Prado di Madrid) conosciuto abantiquo sia col

titolo di Festa degli Amorini (come talora si trova ancoraoggi citato) sia con

quello, ben pit famoso appunto, di Omaggio a Venere.

 

Tiziano lo dipinse per i Camerini di alabastro di Alfonso |d’ Este signore di

Ferrara. Costui aveva approntato nel Palazzo Ducale dellasua citta appunto

una sorta di meraviglioso studiolo per decorare il qualeinvito alcuni tra i

piu grandi pittori italiani attivi al suo tempo, cioè all’inizio del Cinquecento.

E tra questi Tiziano ovviamente spiccava per incomparabilefama e

intrinseca grandezza. L" Omaggio a Venere riscosse unsuccesso strepitoso,

tanto da diventare uno dei quadri più amati dagli artististessi e dai critici

d’ arte tanto da essere copiato da molti dei più insignipittori d’ Europa tra

il sedicesimo e il diciassettesimo secolo come Rubens, Reni,Poussin!

 

La nostra copia, qui in esame, risale probabilmente allostesso periodo

storico in piena fase “neoveneta”, come la chiamo RobertoLonghi nei suoi

studi sulla corte estense e il suo enorme influsso. Dunquela nostra copia

potrebbe datarsi circa cento anni dopo o poco più rispettoall’originale

tizianesco eseguito intorno al 1520, e riferirsi all’ambienteromano che

ebbe un vero e proprio culto verso la magnificenza dell’arteveneta

quando, nella citta eterna, domino il grande pittore earchitetto Pietro da

Cortona che, pur toscano, fu devotissimo seguace dei maestriveneziano

del Cinquecento. Tra i molti allievi e collaboratori delCortona che si

dedicarono con particolare impegno a incrementare con leloro opere

questo affascinante gusto veneteggiante a Roma, ritengo siapossibile

individuare proprio l'autore della nostra copia.

 

Valutando la materia pittorica della nostra copia e laqualita eccellente del

disegno e di quella che potremmo chiamare una vera e propria

reinterpretazione dello stile tizianesco, ritengo che aeseguire il quadro qui

in esame sia stato un ben preciso seguace del Cortona.

Si tratta del Maestro romano Fabrizio Chiari (1615ca.-1695), un artista

lodatissimo al suo tempo, dotto classicista e cultore delgusto veneto come

si vede in uno dei suoi capolavori, l'immenso e bellissimoaffresco

raffigurante la Riconciliazione di Giacobbe ed Esau nellacosiddetta Galleria

di Alessandro VII al Quirinale, eseguito negli anniCinquanta del Seicento.

 

Mi sembra qui di riconoscervi la stessa mano che ha eseguitola magnifica

copia qui in esame, di marcato gusto naturalistico, difinissima qualità della

 

materia pittorica e del disegno, prettamente seicenteschi.

 

Un dipinto, in definitiva, di notevole interessestorico-artistico e di

eccellente qualità.

 

In fede, Claudio Strinati"