Lot 1 | VITTORIO ZECCHIN, VSM CAPPELLIN VENINI & C. - Vaso in vetro soffiato

Fondaco Aste - via Pietro Custodi 3, 20136 Milano
VETRI DEL NOVECENTO + GRAFICA | ALL IN Sessione unica
Tuesday 28 February 2023 hours 21:00 (UTC +01:00)

VITTORIO ZECCHIN, VSM CAPPELLIN VENINI & C. - Vaso in vetro soffiato

VITTORIO ZECCHIN, VSM CAPPELLIN VENINI & C. - Vaso in vetro soffiato con anse applicate, 1921 - 1925, altezza cm 29.
Reca vecchia etichetta: Cappellin Venini & C.
Difetti.

VSM CAPPELLIN VENINI & C.
La società Vetri Soffiati Cappellin Venini & C principiò nel 1921 da Giacomo Cappellin, un antiquario veneziano che gestiva una galleria a Milano in via Montenapoleone, da Paolo Venini, giovane avvocato milanese dalla vivace intelligenza, e da Vittorio Zecchin, noto designer che ne assunse la direzione artistica. La società durò appena quattro anni e si sciolse dopo la grande Esposizione di Parigi del 1925, dando origine a due distinte aziende: la Maestri Vetrai Muranesi Cappellin & C. e la Vetri Soffiati Muranesi Venini & C.

VITTORIO ZECCHIN: Nato da una famiglia di vetrai nel 1878, studiò all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Si dedicò dapprima alla pittura rimanendo affascinato dalla Secessione Viennese che ebbe l’occasione di ammirare durante le varie Biennali veneziane. Nel 1914 dipinse il famoso ciclo decorativo de “Le Mille e una notte” per l’Hotel Terminus di Venezia, ciclo che richiamava perfettamente alla pittura di Gustav Klimt e Jan Toorop tanto ammirata dall’artista. Dal 1916 organizzò un laboratorio di arte applicata interessandosi ai ricami, agli arazzi e al vetro esponendo numerosi esemplari delle sue realizzazioni. Nel 1922 divenne progettista, disegnatore e direttore tecnico della Cappellin, Venini & C. Il suo interesse per le arti applicate era maturato con la creazione di vasi leggeri dai colori delicati, e numerose furono le vetrerie con cui collaborò successivamente: nel 1930 lavorò insieme alla Ferro – Toso, nel 1932 con la AVEM, dal 1932 al 1938 con la SALIR, poi con la Seguso Vetri d’Arte e da ultimo con la Fratelli Toso dal 1938. Non trascurò neanche l’insegnamento dedicandosi alla formazione dei nuovi maestri vetrai presso la Scuola d’Arte Vetraia Abate Zanetti di Murano. Tra le sue creazioni più famose si ricorda il vaso detto “Veronese” che trae origine da un modello presente della tela “l’Annunciazione” dipinta dall’omonimo pittore e custodita alle gallerie dell’Accademia di Venezia, e il vaso “Libellula”, dove le grandi anse ricordano gli antichi modelli romani.