Lot 2 | BALLA GIACOMO (1871 - 1958) - LUCI DI MARZO.

Capitolium Art - Via Carlo Cattaneo 55, 25121 Brescia
Presale Asta 564 | ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Tradizionale I Tornata 1-35
Wednesday 17 December 2025 hours 15:00 (UTC +01:00)

BALLA GIACOMO (1871 - 1958) - LUCI DI MARZO.

Starting price
20,000.00 €

BALLA GIACOMO (1871 - 1958) LUCI DI MARZO. 1940. Olio su tavola. Cm 97,00 x 93,00. firma
sul retro: firma, data e titolo.

L'opera è accompagnata da certificato di archiviazione a cura dell'Archivio Gigli, firmato da Elena Gigli e da certificato di provenienza della Galleria d'arte Oller, Favaro Veneto (VE)

Nel giugno del 1929 la famiglia Balla si trasferisce nell'abitazione romana di via Oslavia 39b, una casa popolare che gli viene assegnata grazie all'interessamento dell'amico-critico Michele Biancale: "la casa fu arredata alla meglio, lo studio in principio ospitò prevalentemente quadri futuristi, alcuni attaccati e altri appoggiati alle pareti". Sempre col pennello in mano e lo sperimentalismo nel cuore, Balla vi resterà fino alla morte, avvenuta nel 1 marzo 1958. L'attività artistica diventa più frenetica e va di pari passo con le esposizioni; lo studio di Balla si va ad arricchire di tele dove appaiono le giovani figlie da sole o in compagnia, le amiche del piano di sopra, i vasi di fiori e la frutta sul tavolo, la nuda realtà che vede dalla finestra o sulle rive del fiume Tevere, i pini di Grottarossa appena fuori Roma o i giardini di viale Mazzini, la luce di Villa Borghese... Ogni singolo soggetto, ogni particolare visione diventa una fonte luminosa da tradurre con i pennelli in opera d'arte: "tutto diventa arte - NUOVA - immutabile". "Bisogna rendere oltre la forma lo splendore del fiore! La luce che dal suo centro si irradia e si ripercuote nell'ambiente; bisogna rendere la sostanza viva, fluida", scrive Giacomo Balla. E ora - dopo il momento futurista e l'arte decorativa - Balla sente il bisogno di tornare alla "realtà divinizzata della luce", come scrive nel 1930.
In questo olio, realizzato nel 1940, Balla crea una scenografia di veli e trasparenze e riflessi di luce dove gli attori sono il vaso con i fiori di pesco rosa e le ginestre gialle insieme alla piccola scodella di vetro che si vanno a riflettere sul tavolo d'ottone incamerando anche il posacenere viola: la luce divisionista dei primi anni del Novecento si viene a coniugare al movimento futurista creato dai veli in una sorta di natura viva, concetto degli anni Quaranta reso eterno dalla pittura di Balla. Nei suoi ricordi, la figlia Elica racconta la genesi del tema rappresentato "Sempre con la più bella luce di primavera ancora più lavoro ferveva in casa nostra, sembrava che con la luce entrasse un nuovo impulso, oltre che le rose ora sono i rami di pesco giapponese tra i veli chiari, li abbiamo presi a Monte Mario e sono tenui e ariosi" (In Con Balla, Milano, 1986, pag. 164).
L'opera viene esposta nel 1980 alla Galleria San Marco a rappresentare i fiori dipinti da un artista e pubblicata nel volume Belfiori dove la figlia Elica lo descrive: "Dipinse all'inizio di quella primavera 1940, i ridenti rami fioriti. Trasparenze di veli, disposti sopra un mio CIELO dipinto, che volle di fondo. Grigi preziosi in basso e i rami ascendono, in alto, verso la luce che illumina invernali grigiori: malinconie fugate nell'animo dell'artista dal primo sorriso di primavera. Luci trasparenti e vetri lucenti, magistrali pennellate sicure per la creazione di queste LUCI DI MARZO".

ESPOSIZIONE
Giacomo Balla, i fiori dipinti da un artista, Galleria San Marco, Roma, 19 maggio - 7 giugno 1980

PUBBLICAZIONE
Balla E., Bortoletti S., Balfiori, Edizioni Valori Plastici, Roma, 1980, tav. XXV.

PROVENIENZA
Casa Balla, Roma (fino alla divisione testamentaria avvenuta nel 1993)
Collezione privata
Galleria d'arte Oller, Favaro Veneto (VE)
Collezione privata, Milano. Cornice presente