Presale Asta 63 - Dipinti di selezionati del XIX e XX Sabato, inizio ore 15:00
Saturday 13 December 2025 hours 15:00 (UTC +01:00)
Achille Tominetti - "Scena di vita Quotidiana 1875"
Achille Tominetti
Milano 1848 - Miazzina 1917
"Scena di vita Quotidiana 1875"
Olio su tela cm 40x30 firmato in basso a dx A.Tominetti
- Achille Tominetti nacque a Milano nel 1848, in una famiglia che aveva origini a Miazzina, un villaggio sulle alture del Lago Maggiore. Verso il 1866 si iscrisse all’Accademia di Brera, frequentando la “Scuola del Paesaggio” sotto la direzione del paesaggista Luigi Riccardi. In quegli anni conobbe artisti come Eugenio Gignous, con il quale instaurò rapporti di amicizia e condivisione artistica. Nel 1871 espose per la prima volta a Brera e nel 1872, a causa di difficoltà economiche e della malattia del padre, fece ritorno con la famiglia a Miazzina. Qui iniziò a dedicarsi anche all’agricoltura, ma senza mai rinunciare all’amore per la pittura.Nonostante il lavoro nei campi, Tominetti continuò a dipingere e a inviare regolarmente le sue opere a importanti mostre: nelle città di Milano, Torino, Genova e in altri centri italiani. La sua produzione iniziale apparteneva al naturalismo lombardo, con paesaggi e scene rurali legate alla montagna e alla vita agreste, spesso ambientate nei territori attorno al Lago Maggiore.Negli anni Ottanta dell’Ottocento la sua carriera artistica subì una svolta decisiva grazie ai contatti con la famiglia aristocratica dei Troubetzkoy. Invitato come maestro di disegno e pittura per il figlio Pietro presso la loro villa di Ghiffa, entrò in contatto con ambienti aristocratici e altoborghesi, e conobbe il mercante e promotore d’arte Vittore Grubicy de Dragon. Questi incontri lo avvicinarono alle istanze del divisionismo, influenzando profondamente la sua tecnica e il suo approccio alla luce e all’atmosfera.Dal tardo XIX secolo in poi Tominetti divenne un interprete originale di scene di campagna, pascoli alpini, lavori agricoli e ambienti montani. Molti dei suoi dipinti trasmettono un sentimento di pathos e contemplazione, rendendo omaggio alla vita rurale e ai ritmi naturali. Tra i suoi temi ricorrenti figurano l’aratura, il pascolo, la raccolta, la fatica e la quiete della natura. Con l’uso del colore, della luce e dell’attenzione al dettaglio atmosferico, seppe evocare paesaggi lirici e realistici al tempo stesso.Grazie al sostegno della galleria dei Grubicy ottenne stabilità economica e visibilità internazionale: partecipò a esposizioni in Italia e all’estero, e le sue tele furono apprezzate da critici e collezionisti. Alcune sue opere furono tra le più significative del panorama paesaggistico lombardo e alpino della fine dell’Ottocento e dei primi anni del Novecento.Nella parte finale della sua vita visse stabilmente a Miazzina, continuando a dipingere paesaggi montani e agresti e talvolta utilizzando strumenti fotografici per fissare il reale e restituirne le atmosfere in tela. Morì nel 1917 nella sua casa di Miazzina.





