LA GRAZIA E LA FORZA. PARTE II Sessione unica
Wednesday 3 December 2025 hours 17:00 (UTC +01:00)
Filippo Carcano (1840 - 1914) Il battello in partenza (Lago Maggiore), 1878 circa
Filippo Carcano (1840 - 1914)
Il battello in partenza (Lago Maggiore), 1878 circa
Olio su tela
83 x 130 cm
Firma: “Carcano” al recto
Elementi distintivi: sul verso, etichetta della “Società per le belle arti ed esposizione permanente” con nome artista, titolo e nome "Livio B. Augusto"; etichetta della mostra “1886-1986. La Permanente. Un secolo d’arte a Milano” con titolo, autore, e indicazione proprietà della Banca Popolare di intra; sul telaio, timbro della Permanente; timbro della mostra “Il paesaggio italiano. Artisti italiani e stranieri, aprile-giugno 1954; etichetta con numero “10”; etichetta con numero “B505”
Provenienza: collezione privata; Banca Popolare di Intra; Veneto Banca SpA in LCA
Bibliografia: "Catalogo delle opere ammesse all' Esposizione Solenne della Società di incoraggiamento delle Belle Arti", Firenze, 1878, p. 19, n. 260; "Il paesaggio italiano. Artisti italiani e stranieri", prefazione di Ugo Nebbia e Hélène Adhemar, Milano, 1954, p. 49, n. 254, tav. 52; Donatella Tronelli e Attilio Rossi, a cura di, "1886-1986. La Permanente. Un secolo d'arte a Milano", a cura di Donatella Tronelli e Attilio Rossi, Milano,1986, p. 137 n. 103, p. 257 n. 108 (ill.); Giuseppe Luigi Marini, a cura di, "Il paesaggio italiano nell'Ottocento", Casale Corte Cerro, 1996, pp. 26-27 (ill.)
Esposizioni: "Esposizione Solenne della Società di incoraggiamento delle Belle Arti", Firenze, 1878; "Il paesaggio italiano. Artisti italiani e stranieri", Milano, Palazzo Sociale, maggio-giugno 1954; "1886-1986. La Permanente. Un secolo d'arte a Milano", a cura di Donatella Tronelli e Attilio Rossi, Milano, Palazzo della Permanente, 9 giugno – 14 settembre 1986; "Il paesaggio italiano nell'Ottocento", Modena, Galleria Marco Bertoli, 11 maggio – 2 giugno 1996; Orta san Giulio, Palazzotto di Orta, 8 giugno – 30 giugno 1996; "Ragioni e testimonianze d'Italia", Roma, Complesso del Vittoriano, 12 marzo – 18 luglio 2011
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Dopo essersi formato dal 1855 all'Accademia di Brera seguendo i corsi di Francesco Hayez e Giuseppe Bertini, Filippo Carcano si afferma all'inizio degli anni sessanta con scene di genere caratterizzate da un inedito realismo lontano dal gusto aneddotico imperante che gli provoca dure reazioni da parte della critica per un utilizzo troppo smaccato del mezzo fotografico. Animato da un'esigenza di verità a cui non sono estranei tanto lo studio della luce di Domenico Morelli quanto le esperienze dei Macchiaioli, a metà degli anni settanta l'artista milanese inizia a dedicarsi al paesaggio, dipingendo opere che ritraggono il lago Maggiore e i suoi dintorni. È a questo fortunato filone, che ha inizio con il dipinto "Una mattina sul lago Maggiore" (Milano, Galleria d'arte moderna), apprezzato alla Promotrice di Torino del 1876, che appartiene la tela in oggetto, identificabile con "Il battello in partenza (Lago Maggiore)", presentata all'Esposizione della Società di incoraggiamento delle Belle Arti di Firenze del 1878.
L'opera mostra la partenza di uno dei tanti battelli a vapore che, a partire dal 1826, solcavano costantemente le acque del lago. Nello specifico, si tratta del battello "Ticino", in servizio dal 1860 al 1925, che, con il suo sbuffo di fumo nero, si allontana salutato da alcune donne le quali, in compagnia dei loro bambini, agitano il fazzoletto dalla cima degli scogli. La luce perlacea che dal cielo solcato di leggere nuvole si rispecchia sull'acqua, definita da lunghe campiture nella sua ricchezza di variazioni tonali, riflette efficacemente quella ricerca di verità luministica che sin dal decennio precedente aveva caratterizzato anche le sue scene di genere e che farà di Carcano in nord Italia il primo creatore del paesaggio studiato direttamente dal vivo. Allo stessa necessità di rendere nella maniera più fedele possibile la visione reale risponde anche l'uso di una pennellata abbreviata e pastosa che ben si presta a restituire l'impressione generale, senza quei dettagli che non sarebbero colti nella visione a occhio nudo, e che, di conseguenza, in pittura produrrebbero un effetto di artificio, come affermato dallo stesso artista: «Se voi vi ponete in capo ad una piazza, o innanzi ad un grande spazio, voi comprenderete tutto coll'occhio, ma non distinguerete nessun particolare»; dipingendo i particolari «voi tradite la visione istantanea. Io vi darò questa visione col semplice colore, distruggendo tutte le minutezze della prospettiva lineare, e vi farò vedere ciò che voi vedete passando; senza fermarvi» (Filippo Carcano, in Francesco Netti, Scritti critici, Roma, 1980, p. 252-3). Si veda ad esempio la resa a brevi tacche delle rocce e del terreno in primo piano, che quasi, nella veloce tessitura generale, non permette di distinguere la figura del bimbo seduto a terra a sinistra e le donne che, sulla destra, avanzano una con l'ombrello bianco aperto e l'altra con il bastone; o la rapida definizione a vivaci macchiette delle figure in piedi sugli scogli o di quelle che salutano dal battello. E' con questa proposta di un linguaggio pittorico corposo ed essenziale, in grado di fissare sulla tela la sensazione naturale, che Carcano si affermerà come maestro indiscusso del naturalismo lombardo, punto di riferimento per generazioni di artisti a seguire.
Al suggestivo motivo del piroscafo l'artista dedicherà anche altre opere, come "Il vaporino", presentato nel 1881 all'Esposizione nazionale di belle arti di Milano, o il piccolo studio pubblicato da Magda Valentini ("Filippo Carcano 1840-1914. Vedute milanesi e panorami lombardi", Milano, 1987, p. 66-67 n. 20).
Sabrina Spinazzè


