Lot 211 | Bartolomeo Mazzuoli (e bottega) (Siena 1674 - Siena 29 giugno 1749)...

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Bartolomeo Mazzuoli (e bottega) (Siena 1674 - Siena 29 giugno 1749)...

Bartolomeo Mazzuoli (e bottega)
(Siena 1674 - Siena 29 giugno 1749)
Rivestimento in terracotta dorata di un'immagine della Sacra Famiglia Olio su tavola, terracotta dorata e centinata cm 100x55,5 - con cornice cm 105x62 Si riporta di seguito la scheda del Prof. Marco Ciampolini:

L'opera è immaginata come un'icona bizantina. In quella cultura infatti le immagini sacre, di forte valore devozionale, venivano coperte da una lamina di metallo prezioso, in particolare argento, che attraverso finestrelle, praticate sulla lamina, lasciava vedere i volti dei personaggi, e nel caso delle Madonne odighitrie, anche la mano sinistra della Vergine. Anche in occidente, a partire dalla Controriforma, per valorizzare un'immagine di forte valore devozionale, si usò accompagnare immagine antiche, specie del Duecento e del Trecento, con quadri tabernacolo, nei quali santi ed angeli adoravano una vecchia opera posta in una finestrella al centro del quadro. Nell'occidente, però, si usava far vedere l'intera composizione non solo le teste, come in questo caso che rimane un unicum. La produzione di quadri tabernacolo fu particolarmente praticata a Siena, dove abbondavano tavole antiche. Anche in questo caso siamo di fronte a un'opera senese, da ricondurre all'ambito della famiglia Mazzuoli, che dominò la produzione scultorea della città in età barocca. In particolare la vibrante fluidità degli angeli adoranti, ma in definitiva il dinamismo di ogni parte della composizione, è lo stesso che osserviamo nei bozzetti in terracotta per la pala in stucco di un altare nel Museo d'Arte Sacra della Val d'Arbia di Buonconvento, che Vincenzo Di Gennaro, nel suo monumentale lavoro sulla famiglia di scultori, assegna a Bartolomeo Mazzuoli, anche se nell'opera in esame qualche incertezza induce a vedervi l'intervento della bottega.
Senese appare anche la pittura sotto il rivestimento in terracotta. I suoi caratteri, che ricordano, con maggior asprezza e minor qualità, quelli di Rutilio Manetti, sono perfettamente compatibili con quelli di Simondio Salimbeni, il figlio di Ventura, che dopo la morte del padre (1613), si convertì al caravaggismo manettiano.  collezione privata, Siena Tomoo Matsubara, The 'Picture Tabernacle' in the Sixteenth and Seventeenth Century Siena, in Studies in Western Art, 3, 2000, pp. 112-125
Vincenzo Di Gennaro, Arte e industria a Siena in età barocca, Bartolomeo Mazzuoli e la bottega di famiglia nella Toscana meridionale, [Torrita di Siena], Istituto per la Valorizzazione delle Abbazie Storiche della Toscana, 2016, p. 148 nota 82, figg. col. 4.89-4.90