Asta 531 | ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Sessione unica 120-149
Thursday 26 June 2025 hours 16:00 (UTC +01:00)
DE CHIRICO GIORGIO (1888 - 1978) - GLI ARCHEOLOGI (MANICHINI SEDUTI).
DE CHIRICO GIORGIO (1888 - 1978) GLI ARCHEOLOGI (MANICHINI SEDUTI). 1962. Olio su tela. Cm 50,00 x 60,00. firma
sul retro: titolo, firma ed etichetta Gallerie d'Arte Orler.
L'opera è accompagnata da certificato di autenticità a cura di Carlo Bruni Sakraischik con timbro della Galleria Il Prisma, Cuneo e timbro Galleria d'Arte Cafiso, Milano.
PROVENIENZA
Galleria Il Prisma, Cuneo
Galleria d'Arte Cafiso, Milano
Gallerie d'Arte Orler
Collezione privata, Milano.
BIBLIOGRAFIA
Picozza P. e Pontiggia E., Giorgio de Chirico. Catalogo generale. Opere dal 1914 al 1976. Volume V, Edizioni San Marino 2023, p.298 tav. 2196
“Gli “archeologi” sono forse il tema di maggior continuità, cui de Chirico apporta instancabilmente aggiornamenti iconografici e formali: “È un’idea che mi è venuta guardando certi personaggi delle sculture gotiche che ci sono sulle cattedrali e che quando sono seduti hanno l’aria molto maestosa perché hanno il tronco grande e le gambe piccole, e poiché non si alzano mai si ha sempre l’impressione che siano molto maestosi. È da lì che mi è venuta l’idea di fare questi personaggi con la parte superiore del corpo molto sviluppata e le gambe piccole… perché ciò conferisce una sorta di grandezza ai personaggi stessi”. Se questa lettura può apparire come una parziale semplificazione, poiché i “manichini archeologi” nascevano anche e soprattutto dalla temperie metafisica, (dai manichini delle Muse inquietanti, ad esempio), quella delle statue medievali è certamente un’idea che si innestò nel corso dell’elaborazione in senso più classicista del tema, rifondandone il significato di creature più umanizzate, figlie di Mnemosyne, nelle quali si inquadrano e incistano emozioni-concrezioni-ricordi autobiografici. Gli amalgami di ricordi, rovine, elementi archeologici che emergono dai loro busti si isolano talvolta in composizioni araldiche, trofei autonomi che campeggiano al centro della composizione”
(Fabio Benzi, Giorgio de Chirico. La Vita e l’Opera, La nave di Teseo, Milano 2019, pp. 326-329)


