Lot 120 | DE VLAMINCK MAURICE (1876 - 1958) - LE CHAMP DE BLE'.

Capitolium Art - Via Carlo Cattaneo 55, 25121 Brescia
Asta 531 | ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA Sessione unica 120-149
Thursday 26 June 2025 hours 16:00 (UTC +01:00)

DE VLAMINCK MAURICE (1876 - 1958) - LE CHAMP DE BLE'.

DE VLAMINCK MAURICE (1876 - 1958) LE CHAMP DE BLE'. 1906. Olio su tela. Cm 50,00 x 36,00. firma

L'opera è accompagnata da certificato di archiviazione del Wildenstein Plattner Insitute, New York.

PROVENIENZA
Collezione privata, Stati Uniti
Collezione privata, Milano
Collezione privata, Brescia

BIBLIOGRAFIA
Vlaminck: Catalogue critique des peintures et céramiques de la période fauve, Vallès-Bled, Maïthé et Wildenstein Institute 2008, p.286, n.125

Custodita per decenni in una collezione privata milanese, dove si conserva fin dagli anni Settanta, “Le Champ de Blé” riappare oggi al pubblico per la prima volta. Conosciuta fino ad ora esclusivamente attraverso una fotografia in bianco e nero conservata negli archivi del Wildenstein Institute dal 1973, viene finalmente presentata nella sua integrità materica e cromatica. Il suo ritrovamento non solo restituisce un dipinto inedito e perfettamente conservato, ma illumina uno dei momenti più intensi e liberi della stagione Fauve di Maurice de Vlaminck. Un’opera rara, che per qualità, provenienza e forza espressiva si impone come una testimonianza significativa all’interno del percorso dell’artista.

Dipinta nel 1906, all’apice della stagione Fauve, “Le Champ de Blé” rappresenta una declinazione incisiva della poetica dell’artista: una pittura istintiva, carica di energia e profondamente legata alla natura. Una natura che egli non si limita ad osservare: la vive, la interiorizza e la restituisce sulla tela come un’esperienza intensa e pulsante. La sua pittura nasce da un'urgenza emotiva, alimentata da un approccio viscerale al colore, che ne valse l’epiteto, insieme a Matisse e Derain, di Les Fauves (Le Belve), attribuito nel 1905 da Louis Vauxcelles per descrivere la rottura violenta operata da questi artisti nei confronti della tradizione.

L’incontro con la retrospettiva di Van Gogh alla Galerie Bernheim-Jeune nel 1901 fu per Vlaminck determinante: più che un modello, Van Gogh divenne per lui una sfida, un “avversario formidabile” – come scrisse John Rewald – capace di dare forma pittorica a visioni interiori affini alle sue. Di lui Vlaminck accolse il gesto impetuoso, la materia pittorica densa e l’uso diretto dei colori puri e vibranti. (J. Rewald, “Modern Masters, Manet to Matisse”, New York, 1975, p. 116)

In “Le Champ de Blé” l’influenza del maestro olandese è tangibile, sia nella scelta della tavolozza – dominata da gialli, rossi, azzurri e aranci intensi – sia nel soggetto del campo di grano attraversato da una strada verso l’orizzonte. Tuttavia, Vlaminck restituisce questo tema con un tono più luminoso: la composizione pulsa di vitalità. La pennellata, veloce e dinamica, non si limita a descrivere ma trasforma il paesaggio in un autentico flusso emotivo.

“Quando dipingevo provavo una fonte di gioia, un piacere costantemente rinnovato, un'intensa eccitazione cerebrale... Ero in comunione con il cielo, gli alberi, le nuvole, con la vita... Un'illusione incessantemente rinnovata ma fugace... Era proprio quell'apparenza, continuamente rinnovata, sempre inafferrabile, che cercavo furiosamente di catturare, di fissare sulla tela...” (M. de Vlaminck)

Il tema del campo di grano tornerà in opere successive di Vlaminck, ma con toni più cupi e una pittura più introspettiva: dagli anni Venti, abbandonati i cromatismi più accesi, la sua tavolozza si fa più scura, segnata anche dall’esperienza della guerra. Qui, invece, tutto vibra di colore, come se Vlaminck cercasse di fissare sulla tela l’energia pulsante della natura. “Le Champ de Blé” non è soltanto una veduta rurale: è un’immagine essenziale e potente, dove il colore si fa voce autentica della pittura, capace di trasformare lo sguardo in emozione.

Questo ritrovamento, dopo oltre cinquant’anni di assenza, restituisce oggi al mercato un’opera rarissima. Un dipinto inedito, di eccezionale valore storico e artistico, che arricchisce in modo significativo il corpus conosciuto di Vlaminck nel cuore della stagione Fauve.