Lot 94 | Paolo Ventura (1968) - War Souvenir #9, 2007

Finarte - Via dei Bossi 2, 20121 Milano
Fotografia: ICONE ITALIANE Sessione unica
Wednesday 18 June 2025 hours 16:00 (UTC +01:00)

Paolo Ventura (1968) - War Souvenir #9, 2007

Paolo Ventura (1968) - War Souvenir #9, 2007

cm 88 x 70
Stampa a getto d'inchiostro
Edizione Prova d'artista 1 di 2 (da un'edizione di 10 + 2 pda)
Numerata, datata e firmata a pennarello nero al verso
Opera in cornice

BIBLIOGRAFIA
P. Ventura (a cura di), War Souvenir, Contrasto, Milano, 2006, copertina



Paolo Ventura (Milano 1968) figlio di un noto illustratore di libri per bambini dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera lavora a lungo e con successo come fotografo di moda, ma quando si trasferisce a Brooklyn scopre una nuova e originale vocazione che valorizza la sua manualità. Costruisce, per poi fotografarli, dei diorami dove rievoca atmosfere creando costumi, scene, oggetti, particolari con meticolosa precisione filologica. Passa da situazioni storiche (gli anni Quaranta) a soggetti di fantasia dove compaiono personaggi circensi e burattini o ambienti immaginifici dove sono lui stesso e i suoi familiari a comparire. Alla pittura e al collage accosta quindi un uso magistrale del digitale. 

Comparsa nella copertina del volume “In tempo di guerra” edito da Contrasto nel 2006, questa fotografia illustra molto bene il lavoro del fotografo che parte da uno studio accurato di ogni dettaglio: gli abiti pesanti indossati nell’inverno di guerra dai protagonisti, la bicicletta in primo piano, i manifesti un po’ strappati che tappezzano il muro, il gesto teatrale della coppia di innamorati. A rendere poi ancora più realistico il tutto è lo studio delle luci che qui avvolgono la scena livide come i tempi che qui sono raccontati. Un tempo i fotografi ambulanti giravano con le loro scene proponendo ai potenziali clienti di farsi riprendere in situazioni inconsuete come questa in cui un giovane finge di pilotare un improbabile aeroplano. Questo è dunque un omaggio a quelle ingenue messe in scena ma anche un richiamo alla potenziale falsità di cui la fotografia è capace. Infatti, Michele Smargiassi ha utilizzato questa immagine per la copertina del suo saggio “Un’autentica bugia. La fotografia, il vero, il falso”.
Questo lotto è soggetto a diritto di seguito