IL CULTO DELL'ARREDO SESSIONE UNICA
Wednesday 19 March 2025 hours 17:00 (UTC +01:00)
Fonderia Chiurazzi, Napoli (1870), attribuito a Dioniso
Fonderia Chiurazzi, Napoli (1870), attribuito a
Dioniso
Bronzo patinato con finitura "Rinascimento", smalto
61,7 x 30,5 x 25,5 cm 8,7 kg (chilogrammi)
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Bibliografia: Salvatore Chiurazzi, a cura di, "Chiurazzi. Fonderie - Ceramica - Marmeria", Napoli, 1929, cat. 91 (ill) (bibliografia di confronto, consultata in copia anastatica)
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90% (consunzione della patinatura, macchie, graffi)
La scultura risponde perfettamente per misure alla versione maggiore (h. 62 cm) della riproduzione bronzea realizzata da Chiurazzi nel 1862 a partire dal celebre Dioniso ritrovato a Pompei, oggi conservato presso il Museo archeologico nazionale di Napoli (inv. 5003). Presenta anche la splendida patina scintillante, cosiddetta “Rinascimento”.
Nel catalogo delle produzioni Chiurazzi, al numero 91, l’opera è così descritta: «Di straordinaria bellezza questa statuetta, per le forme esageratamente slanciate, è della scuola caratteristica di Prassitele. Coronato d’edera, munito di nebride e di alti calzari rappresenta Dioniso. Cosa faccia il dio non è chiaro. Probabilmente scherzava con la pantera che doveva trovarsi accanto. – Si pretendeva che questa statuetta rappresentasse Narciso, immobile, attento ad ascoltare la ninfa Eco, che si consuma d’amore per lui, e che riempie la montagna e le valli dei sui lamenti».
La storia dei bronzi di riproduzione è antica e illustre. Dagli anni '60 dell'Ottocento, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli iniziò a concedere permessi per la produzione ufficiale di copie della sua straordinaria collezione di sculture, che includeva i reperti di Pompei ed Ercolano. Verso la fine del XIX secolo, diverse aziende di Napoli videro l'opportunità di capitalizzare il crescente interesse per i siti vesuviani e produssero repliche insieme a fotografie e altri souvenir per i viaggiatori.
Musei, istituti scolastici, privati e persino hotel furono acquirenti entusiasti di queste repliche durante il XIX e il XX secolo, commissionandole sia come preziosi strumenti didattici sia come sostituti degli originali che non avrebbero mai potuto possedere.
La Fonderia Chiurazzi, fondata nel 1870 ed ancora in funzione, divenne presto una delle principali produttrici di repliche. Assemblò rapidamente una ricchissima collezione di stampi, che oggi rimane un prezioso documento storico, e per molti anni ebbe un negozio nel porticato proprio di fronte al Museo archeologico nazionale. Il catalogo Chiurazzi, pubblicato del 1929, offriva riproduzioni di statue, armature, mosaici e vasi del Museo di Napoli, nonché di famose sculture di altri rinomati musei europei.
Le repliche in bronzo erano disponibili in tre dimensioni e anche in tre finiture: Ercolano (scuro), Pompei (verdastro) e Rinascimento (bronzo scintillante).
L’esemplare del Dioniso in asta rappresentava il top di gamma: massime dimensioni (62 cm, contro le versioni minori di 39 e 27 cm) e patina “Rinascimento”, di gran lunga la più costosa. In catalogo era infatti offerto a 1250 lire, una cifra notevole negli anni Venti. L’esemplare più economico costava infatti meno di un sesto: 200 lire e lo stipendio di un impiegato di medio livello variava allora tra 400 e 600 lire al mese.
Le repliche di Chiurazzi si possono trovare in tutto il mondo, dal “Laocoonte” che accoglie i visitatori alla fermata della metropolitana Museo di Napoli a una statua del “Cacicco” a Maracay, in Venezuela. Negli anni '70 i Chiurazzi ricevettero una commissione di grande peso dagli architetti che lavoravano per J. Paul Getty alla costruzione del John Paul Getty Museum, come noto ispirato alla Villa dei Papiri di Ercolano. Era infatti logico includere repliche delle famose statue che vi furono trovate durante gli scavi a metà del XVIII secolo.








