Asta di Antiquariato e Pittura sec. XIX
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Lot 193 VITTORIO MATTEO CORCOS (1859-1933)
Due ragazze sul terrazzo
olio cm. 73x103
f.to e d.to 88 in b. a sin. -
Lot 194 Scuola emiliana sec.XVIII "Gallo e gallina" e "Cacciagione" due olii
cm. 46,5x34 -
Lot 195 Scuola toscana fine sec.XVII "Galli e cacciagione" olio
cm. 79x66 -
Lot 196 Divano Luigi XV a tre posti in legno finemente intagliato e dorato, I metà sec. XVIII
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Lot 197 Calamaio in bronzo a patina scura, Firenze sec. XVI
diam. cm. 12 x h. 7,5 -
Lot 198 Venere al bagno, scultura in bronzo a patina scura, Padova sec.XVI
h.cm.17 senza base
vedi Museo Statale Hermitage della scultura italiana, ed. Skira, p.110 fig.114 -
Lot 199 Orologio notturno con cassa in legno ebanizzato, con colonne decorate a finto marmo, quadrante dipinto con Santo Vescovo benedicente e stemma Spinola, macchina Joanne Fromanteel Londra (difetti, mancanze e aggiunte non coeve)
misure tot. cm. 50x25 h. 110 -
Lot 200 Maria Balassi (?) "Vergine Assunta" olio di forma ottagonale
cm. 52x65 -
Lot 201 Piccola Croce astile in rame e bronzo dorato, Europa del Nord sec.XV
cm.16x25 senza base -
Lot 202 "I Re Magi" bassorilievo in avorio in cornice, Francia sec.XV
cm.9x16 -
Lot 203 Croce polilobata in legno dorato con raffigurazione di santi, sec.XVII
cm.38x45 -
Lot 204 Vassoio Luigi XV in legno intagliato, laccato e decorato in arte povera, Venezia metà sec.XVIII
cm. 62x45 -
Lot 205 Coppia di torciere barocche in legno intagliato e dorato, putti alati poggianti su mensoloni reggono un vassoio con sette luci (putti inizi sec. XVIII, mensoloni in stile rinascimentale sec. XIX)
putti h.cm. 90 , h. tot. cm. 195 -
Lot 206 Scuola senese sec.XVIII "San Bartolomeo" pastello su carta
cm. 54,5x64 -
Lot 207 Coppia di grandi vasi con coperchio in terracotta color ocra con decorazioni in rilievo, sec.XIX
h.cm.90 -
Lot 208 Indice dell'albero genealogico della famiglia Spinola e albero genealogico ascendentale della famiglia Spinola datato 1885
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Lot 209 Sigillo in legni colorati con stemma della famiglia Giustiniani, sec. XIX
h.cm. 10,5 -
Lot 210 GIOVANNI BATTISTA TIEPOLO (1696-1770)
Idee pittoresche sopra la Fuga in Egitto
[Würzburg], 1753
Mentre, insieme con il padre Giambattista, stava cimentandosi a Würzburg nella grande impresa della decorazione a fresco del palazzo del principe-vescovo Karl Philipp von Greiffenklau il ventiseienne Giandomenico Tiepolo dedicava al suo mecenate questo quaderno di 27 acqueforti, 24 delle quali, dopo una dedicatoria (qui mancante), un frontispizio allegorico con le armi del donatario e una pagina di titolo, si propongono di narrare, scena per scena, l'episodio della Fuga in Egitto della Sacra Famiglia, appena accennato dal Vangelo di San Matteo, ma arricchito narrativamente dai Vangeli apocrifi. Colpisce, nelle invenzioni di Tiepolo il giovane, l'amalgama quasi alchemica del realismo naturalistico degli ambienti (debitore, certo, a Rembrandt, ma presago anche del venturo pre-romanticismo), unito alla finezza capricciosa, ancora tutta settecentesca, dei moti, dei volti e del tratto decorativo. Ogni incisione tolta dalla serie è un fatto artistico in se stesso compiuto. Di qui il disseminarsi, sul mercato antiquario, delle singole tavole l'intera sequenza, tuttavia, restituisce allo "spettatore" il dialogo ininterrotto tra le forme, i pieni e i vuoti, che, subentrando d'immagine in immagine, per somma e differenza finiscono per suggerire il senso di un'animazione pressoché "cinematografica".
Quaderno di 26 tavole incise all'acquaforte su carta forte vergellata, numerate 2-27 (la n°1, presentante la dedica, è mancante), di formato oblungo (340x230) , compresi i margini). Le singole incisioni, tolti i margini, misurano mediamente mm 250x180. Rilegatura in piena pergamena rigida settecentesca, con cuffie e capitelli in buono stato di conservazione cerniera interna frontale lievemente aperta, ma ancora solida. Tagli dorati. La maggior parte delle tavole è consolidata alla legatura mediante imbrachettatura del margine interno la tav. 25 si presenta staccata, con taglio irregolare, ma netto, lungo il margine interno. Piccoli strappi e fioriture di minore entità toccano esclusivamente i margini, lasciando immacolate le incisioni. -
Lot 211 Antoine de Lonhy (attivo 1446-1490 ca.) "San Giacomo" e "San Bartolomeo" olii su tavola
cm.20x29
con diniego dell'attestato di libera circolazione
e pratica di proposta di vincolo in corso
"Le due tavolette, raffiguranti San Giacomo Maggiore e San Bartolomeo, individuati dai rispettivi tradizionali attributi iconografici, dovevano trovare posto alle stremità della predella oggi scomposta di un polittico, come dimostrano la posizione delle figure, le ridotte dimensioni e la particolare foggia del supporto i dati di fabbrica indicano, inoltre, che le opere facevano in origine parte della seri di Apostoli di Antoine de Lonhy (San Matteo, San Tommaso, San Pietro, San Giacomo minore, San Simone e Sant'Andrea), giunta incompleta nelle raccolte del Museo Civico di Arte Antica e Palazzo Madama di Torino: conducono a questa constatazione la quasi perfettas coincidenza delle misure (per tutte le otto tavoletta cm.20x29 circa) e la corrispondenza , altrettanto puntuale, della decorazione punzonata del fondo oro che, per quanto nella coppia di dipinti qui esaminate sia integrato dai restauri, presenta u identico profilo decorativo lungo le aureole. Anche i dati stilistici convalidano l'appartenenza delle due opere al complesso oggi a Torini e, soprattutto, la loro attribuzione all'artista borgognone, che dopo un fortunato periodo di attività ad Autun Tolosa e Barcellona come pittore, miniatore e maestro vetraio, si trasferisce, dopo il 1462, negli stati del duca di Savoia, dove diventa, fino alla fine del secolo, l'indiscusso protagonista del panorama pittorico locale. Nei due Santi si individua infatti la vigorosa, e, a tratti, rude caratterizzazione delle fisionomie che, come sempre nelle opere dell'artista, si accompagna a una straodinaria delicatezza ed intensità della gamma cromatica: il profilo pensoso e un poco arcigno del San Giacomo rimanda al San Matteo di Palazzo Madama così come al Simon Mago della frammentaria Caduta di Simon Mago (Aosta, Tesoro della collegiata dei Santi Pietro e Orso) e ai Santi benedettini affrescati nel presbiterio della chiesa abbaziale della Novalesa il bonario San Bartolomeo, trova invece riscontro nel San pietro oggi a Torino, nei Profeti della Novalesa e nel San Giuseppe della Natività del Museum Mayer van der Bergh di Anversa. Corrobora ulteriormente il riferimento delle due tavole ad Antoine de Lonhy, la selezione raffinata della gamma cromatica che accosta, secondo uno schema tipico dell'artista anche nella sua produzione miniata, il rosa lilla al verde mela, al rosso aranciato e al grigio viola rialzati e riscaldati dall'oro che impreziosisce i particolari dell'abbigliamento.
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L'appartenenza delle due tavolette a un polittico smembrato, oggi in parte in collezioni pubbliche italiane, in parte migrato purtroppo all'estero, che con ogni verosomiglianza in origine arredava una chiesa piemontese la rarità delle opere di Antoine de Lonhy che, oltre a testimoniare la divulgazione mediterranea dell'Ars Nova fiamminga, ha rappresentato un momento di svolta per la cultura figurativa del Piemonte e della Valle d'Aosta e un presupposto fondante per il gusto nordicizzante riconoscibile nella bottega di Giovanni Martino Spanzotti (e di Defendente Ferrari) a partire dal 1490-1500 la particolare qualità dei dipinti in questione che appartengono al momento di più alta felicità creativa dell'artista, rendono il San Giacomo e il San Bartolomeo particolarmente meritevoli dell'adozione di provvedimenti di tutela per il loro eccezionale interesse storico artistico." -
Lot 212 Madonna in legno intagliato e laccato in policromia, Italia centrale sec.XIV
h.cm.140 -
Lot 213 PORTA GIOVANNI DOMENICO (1722-1780)
Ritratto di Papa Clememte XIV
olio cm. 105x74
vedi Lorenzo Ganganelli foto pag.833 n.1169 dell'opera "Pittura di ritratto a Roma" di F.Petrucci -
Lot 214 Modello di fontana in terracotta, Francia sec. XIX (difetti e mancanze)
cm. 30x25 h. 20 -
Lot 215 Coppia di specchierine in legno intagliato e dorato, Napoli sec. XVIII
cm. 26xh.65
Una mancante di parte della cimasa -
Lot 216 Console barocca in legno finemente intagliato e dorato a volute e fogliami, piano lastronato in marmi rari, Roma sec. XVII
cm. 145x73xh.90 -
Lot 217 DOMENICO FIASELLA (1589-1669)
Rebecca ed Eleazzaro al pozzo
Olio su tela, cm 235 x 173
Il dipinto raffigura il brano biblico dell'incontro tra Eleazzaro, servo di Abramo, e Rebecca, la vergine che sarebbe divenuta sposa di Isacco (Genesi, 24).
Dello stesso soggetto è nota almeno un'altra tela del Fiasella, che va riconosciuto come autore di questo importante inedito. La versione di collezione privata genovese resa nota da Piero Donati si sviluppa in senso orizzontale (fig. 1 P. Donati, Domenico Fiasella "Il Sarzana", Genova 1974, tav. ). L'impaginazione verticale della tela non impedisce al Sarzana, di dar prova delle sue capacità di abile narratore.
I due protagonisti sono sul primo piano e la scena si svolge, come sul palcoscenico di un teatro, alla presenza di alcune comparse su un piano mediano, alle spalle delle quali si trova un fondale di natura.
Nonostante la vernice ingiallita e la sporcizia accumulatasi da decenni su questo dipinto inedito non si fatica a coglierne la qualità dell'esecuzione pittorica, specie nella bellissima figura di Rebecca, "sorella" a tante che ritroviamo nelle numerose tele istoriate del Sarzana.
In questo momento, verosimilmente nel quarto decennio del secolo, egli è particolarmente vicino allo stile di Giovanni Andrea De Ferrari, con il quale condivide non solo il pacato naturalismo, ma anche la dolcezza delle figure femminili. In questo momento entrambi i pittori si mostrano altresì sensibili alla seduzione dei tessuti e degli effetti cromatici e luministici che consentono sete, velluti e rasi, come si vede anche negli abiti di Rebecca, che si muove con grazia, quasi con un passo di danza, e porge con garbo il bacile con l'acqua per dissetare l'uomo che l'avrebbe condotta al suo futuro sposo.
Anna Orlando
Fig. 1. D. Fiasella, il Sarzana, Rebecca ed Eleazzaro al pozzo, Genova, collezione privata -
Lot 218 Mascherone neoclassico in marmo statuario, Genova inizi sec. XIX
cm.30 x h.50 -
Lot 219 Sedia in noce con cartella intagliate e sedile in legno, Lombardia sec.XVII
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Lot 220 Due divani e quattro poltrone in noce, gambe a bottiglia raccordate da traverse, Piemonte sec.XVII (dorate nel sec.XIX, rotture e mancanze)
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Lot 221 Scuola genovese sec.XVII "Rebecca al pozzo " olio
cm. 127x110 -
Lot 222 Credenza a due sportelli e due cassetti riccamente intagliata con mascheroni e lesene, sec. XIX
cm. 158x68xh.126 -
Lot 223 Scuola veneta sec.XVIII "Il miracolo degli schiavi" olio
cm. 28,5x40,5 -
Lot 224 Coppia di panche ad un posto in legno finemente intagliato e dorato, Roma sec.XIX (difetti e mancanze)
cm. 65x50xh.50 -
Lot 225 Scuola parmigiana sec.XVIII "Madonna con Bambino"olio, bella cornice barocca in legno intagliato e dorato
cm. 50x34 -
Lot 226 Console Luigi XIV, piede centrale in legno intagliato e dorato con al centro testa femminile e foglie, piano in legno laccato a finto marmo, Roma prima metà sec. XVIII
cm. 105x81xh.100 -
Lot 227 Grande credenza in noce intagliato a due sportelli e due cassetti, alzata a due ripiani, tre lesene frontali e laterali con due piccoli cassetti (elementi antichi)
cm. 160x65xh.139 -
Lot 228 Cristo in Croce, antica scultura in legno intagliato, dorato e laccato in policromia, Spagna sec.XIV
cm. 94x150 -
Lot 229 Scuola veneta sec.XVII "Annunciazione" olio su tavola di forma cuspidata
cm. 110x60 -
Lot 230 Panca da ingresso in noce con cimasa intagliata con stemma centrale (elementi antichi)
cm. 190x42xh.115 -
Lot 231 Coppia di mezzi tavoli a fratina in noce, Lombardia sec. XVII (riuniti a formare un tavolo con piano in ardesia)
cm. 120x59xh.71 ogni mezzo tavolo
cm. 130x120xh.71 con piano -
Lot 232 Coppia di alari in bronzo dorato
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Lot 233 Stipo in legno ebanizzato con tre sportelli ad edicola, sul fronte numerosi cassetti dipinti con giochi di putti in stile rubensiano, colonnine a trotiglione con capitelli e putti in bronzo,qualche applicazione di pietre dure, Genova sec. XVII (poggia su una base con colonne tortili di epoca posteriore)
stipo cm. 130x40xh.86
base cm. 137x46xh.80 -
Lot 234 "Battaglie" coppia di olii, inizi sec.XVIII
cm. 48x31 -
Lot 235 Scuola inglese sec.XVIII "Riratto di gentiluomo con cane"
cm. 162x120 -
Lot 236 Baule lastronato in radica con ricca decorazione in rame sbalzato, sec.XVIII
cm. 73x47xh.38 -
Lot 237 Coppia di grandi lampadari in bronzo dorato e cristalli molati a 36 luci disposte in tre ordini, Genova sec.XVIII
diam. cm. 160xh.200 -
Lot 238 PERUZZINI ANTONIO FRANCESCO (1643-1724)
Paesaggio alberato con eremiti
Paesaggio alberato con pescatori di anguille
cm 98 x 73 (ciascuno)
In questo inedito pendant il paesaggio è dominato dall'elemento della natura che sovrasta i personaggi dipinti sul primo piano. La luminosità e la profondità sono garantite dall'ampia porzione di cielo e delle montagne sullo sfondo, tracciate in una delicata variazione di azzurri.
Si tratta di composizioni che, con continue variazioni sul tema e infinite declinazioni, Antonio Franesco Peruzzini esegue riscuotendo grande successo, soprattutto in virtù della grande valenza decorativa e della piacevolezza della stesura a piena pasta.
Al Peruzzini, ben noto paesaggista attivo anche come collaboratore del genovese Alessandro Magnasco, va riferita questa coppia di tele che in passato fu invece ritenuta del Lissandrino. A quest'ultimo le riferì Antonio Morassi, buon conoscitore della pittura genovese e veneziana, ma attivo come storico dell'arte negli anni della seconda Guerra Mondiale e subito successivo, quando ancora la figura del Peruzzini non era stata svelata da successivo indagini critiche, che hanno chiarito le dinamiche complesse dei rapporti di collaborazione tra pittori, o addirittura della sfaccettata produzione di tele in stile "Magnasco" a opera di seguaci e copisti. Più recenti studi hanno invece messo in luce la fisionomia stilistica del paesaggista di Ancona.
Il successo della collaborazione tra Magnasco e Peruzzini fu enorme presso i collezionisti contemporanei in tutta la Penisola, non solo a Milano e a Firenze, dove i due si trovano a vivere contemporaneamente per diversi anni. Tra le opere più note eseguite a due mani si ricordano le due grandi tele della Pinacoteca di Brera. Sono attestate opere di collaborazione a partire dagli anni Novanta, sebbene il rapporto non fosse esclusivo: il Peruzzini lavorò anche con altri figuristi (tra cui Sebastiano e Marco Ricci), così come il Magnasco dipinse con altri artisti (come Clemente Spera per i fondali architettonici e di rovine).
Nel nostro caso, tuttavia, non si tratta di opere di collaborazione tra il figurista e lo specialista di paesaggio, giacché la visione diretta e ravvicinate dei dipinti consente di rilevare che non vi è alcuna differenza di stesura tra figure e sfondo.
Il Peruzzini infatti in molti casi è autore unico delle composizioni ed esegue le figure avvicinandosi allo stile brioso e caratterizzato dalla pennellata veloce e nervosa del Magnasco.
Anna Orlando -
Lot 239 "Interno di cucina" olio, sec.XVII
cm.92x118 -
Lot 240 Panca a tre posti in legno finemente intagliato e dorato, Roma sec.XIX (difetti e mancanze)
cm. 190x50xh.50