Presale LA GRAZIA E LA FORZA. PARTE II. BASI D'ASTA RIDOTTE
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Lot 153 Anna Laurenzi (XX secolo)
Paesaggio marchigiano
Olio su carta applicata su tela applicata su tavola
87,7 x 87,5 cm
Firma: al recto, “Anna Laurenzi”
Altre iscrizioni: sul verso, nome e indirizzo dell’artista; “titolo ‘Paesaggio marchigiano”
Elementi distintivi: sul verso, timbro “XX Concorso pittura estemporanea Gentile da Fabriano"
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Esposizioni: XX Concorso pittura estemporanea Gentile da Fabriano, 1993
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90% -
Lot 154 Claude Gellée, detto le Lorrain (1600 - 1682), da
Scena pastorale, 1774
Mezzotinto in seppia su carta
21,9 x 26,8 cm (luce)
Altre iscrizioni: "Claude Le Lorrain" (disegnatore); "R. Earlom" (incisore) con indicazione della serie, in lastra
Elementi distintivi: al verso etichetta anonima con riferimento inventariale
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 80% (ondulature)
Stato di conservazione. Superficie: 70% (fioriture)
Pubblicato il 1 novembre 1774 dal celebre editore John Boydell (1720-1804), Cheapside, fu inciso da Richard Earlom (1743-1822) da uno schizzo dall'esemplare del 'Liber Veritatis' di Claude Lorrain conservato nella collezione del Duca di Devonshire a Chatsworth. Claude, prolifico e apprezzato paesaggista, subì falsificazioni delle sue opere già in vita, che fronteggiò realizzando sei album di schizzi acquarellati dei suoi lavori, indicando per ogni opera il nome del proprietario sul verso dello schizzo. Il 'Liber Veritatis' fu poi distribuito in Europa in modo da consentire l'autenticazione dei suoi dipinti genuini. L'esemplare di Chatsworth del 'Liber Veritatis' contiene 200 disegni, inclusi il ritratto di Claude in frontespizio e cinque disegni non relazionati ad opere. Su commissione di John Boydell, Richard Earlom incise l'intero album tra il 1774 il 1777. L'opera venne pubblicata in due volumi, ognuno contenente 100 stampe, con numerazione 1-200. Un terzo volume, anch'esso di 100 stampe, fu pubblicato da Boydell nel 1819, con una numerazione apposita, con mezzotinti che Earlom trasse da disegni di Claude in varie collezioni.
Il foglio in esame è il numero 52 del primo volume. -
Lot 155 Otello Rosa (1920 - 2007)
Montebelluna nostalgia, 2000
Acquerello, matita, inchiostro su carta
47,8 x 68,5 cm (luce)
Firma: “O. Rosa” al recto; “Otello Rosa” sul verso
Data: “2000” al recto e sul verso
Altre iscrizioni: “Montebelluna nostalgia”, “n. 897” e indirizzo dell’artista sul verso
Elementi distintivi: sul verso, etichetta della Veneto Banca con riferimenti di inventario; timbro della Galleria d’Arte Martinazzo, Montebelluna
Provenienza: Galleria d’Arte Martinazzo, Montebelluna; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lot 156 Achille Tominetti (1848 - 1917)
Autunno a Miazzina, 1886-1890 circa
Olio su tela
88 x 113 cm
Firma: “ATominetti” al recto
Elementi distintivi: sul verso della cornice, etichetta della Galleria Alberto Grubicy con autore, titolo e numero “488”
Provenienza: Galleria Alberto Grubicy, Milano; collezione privata; Banca Popolare di Intra; Veneto Banca SpA in LCA
Bibliografia: Autori vari, "Achille Tominetti 1848-1917", Milano, 1991, p. 88 n. 16, p. 89 (ill.). ("Crepuscolo di sera"); Giuseppe Luigi Marini, a cura di, "Il paesaggio italiano nell'Ottocento", Casale Corte Cerro, 1996, pp. 64-65 (ill.)
Esposizioni: "1909-1979. Settantesimo della fondazione. Mostra omaggio al pittore Achille Tominetti", Verbania, Museo del Paesaggio, 27 ottobre – 11 novembre 1979 (esposta ma il catalogo non è stato fatto); "Achille Tominetti 1848-1917", Verbania, Museo del Paesaggio, 18 agosto – 6 ottobre 1991; "Il paesaggio italiano nell'Ottocento", Modena, Galleria Marco Bertoli, 11 maggio – 2 giugno 1996; Orta san Giulio, Palazzotto di Orta, 8 giugno – 30 giugno 1996
Stato di conservazione. Supporto: 80% (reintelo)
Stato di conservazione. Superficie: 80% (cadute di colore)
Formatosi all'Accademia di Brera, dove dal 1866 al 1869 frequenta la scuola di paesaggio seguendo gli insegnamenti di Luigi Riccardi, per necessità economiche nel 1872 si stabilisce a Miazzina, paese d'origine della famiglia presso il lago Maggiore, dove svolge l'attività di agricoltore sostituendo il padre colpito da paralisi. Non interrompe tuttavia l'attività pittorica, producendo quadri di paesaggio ispirati al territorio locale che vengono apprezzati nelle principali esposizioni nazionali e che si collocano nel filone del naturalismo lombardo, con particolare attenzione alla produzione di Filippo Carcano e di Eugenio Gignous, suo compagno a Brera. Nel 1886 conosce Vittore Grubicy, che sarà spesso suo ospite a Miazzina. Nel marzo del 1889 il fratello di Vittore, Alberto, lo legherà con un contratto di esclusiva alla propria galleria, acquisendo per anni la sua intera produzione, nonché il diritto di apporvi data e firma, e curerà la sua prima esposizione personale nel 1911, nel ridotto del Teatro Sociale di Intra. Il rapporto con i Grubicy fu fondamentale non soltanto per il successo internazionale dell'artista che poté così risolvere i suoi problemi economici, ma anche per l'evoluzione della sua arte verso una dimensione più lirica ed emotiva, aperta alle suggestioni del naturalismo europeo. È infatti attraverso Grubicy che Tominetti può riflettere sul linguaggio della scuola di Barbizon e soprattutto di Millet, facendo sì che i temi del lavoro dei campi vengano colti nella loro emblematicità e nella loro consonanza con il paesaggio naturale. Da questo momento Tominetti darà dunque una nuova centralità alla figura umana e protagonisti delle sue opere saranno contadini raffigurati di spalle al lavoro nei campi o di ritorno dal lavoro o in preghiera di fronte a edicole votive sullo sfondo di maestosi paesaggi colti nelle suggestive luci del crepuscolo, in un felice equilibrio tra istanze naturalistiche e simboliche. Esemplificativa in tal senso è l'opera in oggetto, che la bibliografia è concorde nel collocare alla seconda metà degli anni Ottanta e quindi al momento di maggior vicinanza con le idee di Grubicy, in cui una contadina è ritratta sulla via di casa con la gerla sulle spalle, a Miazzina, come mostrano i paragoni con foto e cartoline dell'epoca conservate presso il locale archivio storico. Il paesaggio autunnale, con il tappeto di foglie secche e gli alberi spogli dietro i quali si sviluppa l'abitato, è immerso in una delicata luce vespertina che crea un evocativo riflesso nel corso d'acqua sulla sinistra. È quindi il sentimento della natura il vero protagonista della scena, in cui, nel ciclico trascorrere dei giorni e delle stagioni, si riassorbe la presenza umana. Tipica dell'artista è la stesura a impasto omogeneo con pennellate a piccole tacche nel primo piano. Pur esponendo spesso con i divisionisti l'artista adottò infatti solo saltuariamente la tecnica divisa, con giustapposizione vibrante di tratti filamentosi e uso di colori puri, rimanendo sostanzialmente fedele ai modi del naturalismo lombardo.
Il titolo "Autunno", insieme al numero 488, si legge nell'etichetta originale della Galleria Grubicy sul verso dell'opera.
Come nota Simone Botti in una nota di catalogazione predisposta per Veneto Banca, Tominetti «scopre il lavoro femminile e lo trasporta in opere di grande suggestione e compostezza, prive di retorica. Accanto al tradizionale elemento pastorale in cui la donna si accompagna al gregge - Pioggia d'Aprile, Pastorale, Contadina con pecore - compaiono scene di lavoro agricolo dove l'elemento femminile diventa predominante come in "Intra vista da Miazzina", "La raccolta delle castagne", "Tramonto", "Il campo delle zucche" per sfociare nella dimensione di fatica quasi animale de "L'aratura al mio paese" e "L'aratura a Miazzina" ove due donne prendono il posto dei buoi nel traino dell'aratro».
Sabrina Spinazzè -
Lot 157 Paolo da San Lorenzo (1935)
Lui e lei (landscape), 2006
Olio su tela
70,4 x 49,5 cm
Firma: “Paolo da San Lorenzo” al recto
Elementi distintivi: una etichetta anonima con numero di inventario ed una seconda etichetta con riferimento alla corniceria
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Certificati: sul verso, certificato di garanzia dell’artista con titolo e data
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lot 158 Luigi Bartolini (1892 - 1963)
Donne che vendemmiano
Olio su cartone
36,5 x 29 cm
Firma: al recto e sul verso, “Bartolini”
Elementi distintivi: sul verso, etichetta Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana con riferimenti di inventario
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 85%
Stato di conservazione. Superficie: 90% (probabili ridotte integrazioni) -
Lot 159 Wladimiro Tulli (1922 - 2003)
Che disastro, Fernanda sulla tovaglia una nuvola in più
Tempera, gesso, matita e collage su carta con sfondo serigrafico
44 x 45,4 cm
Firma: al recto, “Tulli”
Elementi distintivi: sul verso, etichetta Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana con riferimenti di inventario
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lot 160 Mikail Ciomakov (1900 - 1999)
Donna che suona, 1991
Olio su masonite
58,2 x 49 cm (luce)
Firma: al recto e sul verso, “М Чомаков”
Data: al recto, “1991”
Altre iscrizioni: titolo dell'opera in caratteri cirillici, al verso
Elementi distintivi: sul verso, etichetta anonima con dati dell'opera; etichetta Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana con riferimenti di inventario
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Pittore, e oggi accademico, bulgaro, Mikail Chomakov (in cirillico, Михаил Чомаков) emigrò in Italia nei primi anni '90, divenendo un autore di punta della Galleria Sterling, con attività prima a Roma e poi ad Ancona, per rientrare in Bulgaria alla fine del decennio ed interessarsi prevalentemente a problematiche teoriche, come l'origine e le caratteristiche della creatività. -
Lot 161 Ibrahim Kodra (1918 - 2006)
Battaglia
Matita, tempera, carboncino e pastelli su carta
69 x 99 cm (luce)
Firma: al recto, “Ibrahim Kodra”
Elementi distintivi: sul verso, etichetta anonima con dati dell'opera; etichetta Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana con riferimenti di inventario
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lot 162 Willem van Herp (1614 ca. - 1677), bottega di
Allegoria dei Cinque Sensi
Olio su tela
120 x 169 x 5 cm
Elementi distintivi: al verso, sul telaio, scritta a gessetto scuro "4081" e etichetta recente "WILLEM VAN HERP", con dati dell'opera e valore "€ 85.000"; altre tre etichette recenti, di cui due con riferimenti di inventario; residui di colla di una ulteriore etichetta
Provenienza: collezione privata; Semenzato, Venezia, 02.12.2001, l. 25 (con stima Lire 220.000.000-260.000.000); Finarte, Roma, 27.10.2004, l. 149 (con stima: € 70.000-80.000)
Bibliografia: Jahel Sanzsalazar, "Dissertation on Willem van Herp", s.d. (come copia n. 2 dal dipinto conservato presso il Franz Mayer Museum, Città del Messico)
Certificati: scheda critica di Mario Scippa del 16 dicembre 2024 (come attribuito a van Herp), in copia digitale
Stato di conservazione. Supporto: 80% (reintelo e telaio sostituito)
Stato di conservazione. Superficie: 60% (cadute di colore, integrazioni e presenza di vernice opacizzante)
Willem van Herp, prolifico pittore barocco fiammingo, si distinse per le sue scene religiose, mitologiche e di genere, non di rado realizzate su rame e su tavola e destinate al mercato internazionale. Formatosi tra il 1625 e il 1629 con Damiaan Wortelmans II e Hans Biermans, è registrato come artista indipendente nella Gilda di San Luca di Anversa all’inizio del 1637. Pur non essendo stato allievo di Rubens, Van Herp riprese molti motivi rubensiani e fu impiegato da Matthijs Musson per ritoccare copie commissionate da Rubens, contribuendo alla diffusione dello stile barocco fiammingo. La sua produzione è molto ampia, quasi industriale, con numerose repliche autografe o di bottega, destinate principalmente alla Spagna. Tra esse, le opere in rame, predilette per la loro durata e brillantezza, ebbero grande successo anche nei territori spagnoli d’oltreoceano.
Lo stile di Van Herp è caratterizzato da una figurazione espressiva e manierata, spesso influenzata non solo da Rubens ma anche da Anthony van Dyck, Jacob Jordaens, Gerard Seghers, Jan Boeckhorst, Hendrick van Balen, Erasmus Quellinus il Giovane, Gaspar de Crayer and Artus Wolffort, nonché da maestri italiani come Raffaello e Guido Reni, di cui eseguiva copie e pastiches.
La tela in esame raffigura uno dei suoi soggetti più fortunati, la “Allegoria dei cinque sensi”, qui tradotta in una vivace scena di osteria. Ogni personaggio, o gruppo di figure, incarna uno dei sensi: gli scambi di sguardi alludono alla vista; l’uomo che tira la veste alla cameriera e la coppia sullo sfondo al tatto; il cane a sinistra all’olfatto; i commensali alla tavola al gusto; il bambino che richiama l’attenzione dell’adulto all’udito. La composizione, estremamente riuscita nel suo impianto teatrale, si inserisce nella tradizione secentesca dell’ambientazione in interno, testimoniata, ad esempio, anche da Gregorio e Mattia Preti nella tela di analogo soggetto conservata a Palazzo Barberini, e da Pietro Paolini nella tela conservata al Walters Art Museum, di Baltimora.
Di questo soggetto, nella produzione di Van Herp, in bibliografia sono, pur in modo non unanime, ritenuti autografi: la grande tela conservata presso il Museo Nazionale di Varsavia (176x229,5 cm, inv. no. M.Ob.569), datata gli anni sessanta del Seicento; il rame, 80x113 cm, già nella collezione dello Earl of Bute (insieme ad un pendant, con cui è stato riprodotto in incisione con il titolo “A Flemish Entertainment”: vedi i paragoni fotografici); la tela conservata nella collezione Wemyss, a Gosford House, in Scozia (89 x 117 cm, iscritta "La Harpe" in basso a sinistra). Autografo anche un disegno preparatorio apparso in asta a Dusseldorf nel 1962.
Sono note, poi, numerose repliche di bottega e copie. Tra le repliche si segnalano: una tela, dipendente da quella in collezione Bute, oggi conservata al Franz Mayer Museum di Città del Messico; una composizione con presenza minima di edera sul muro, registrata presso Agnew’s, Londra, nel 1929 (montatura della Witt Library, Courtauld Institute); un esemplare, 87,5 × 115,5 cm, venduto alla XLV Asta dello Ernst Museum di Budapest, nel 1930 (lot 162); un'altra versione venduta a Bonhams, Londra, il 13 aprile 1972 (lotto 224); una replica – o forse un bozzetto – offerta come autografa presso BÁV ART Auction House, a Budapest, il 17 maggio 2017 (lotto 282) e nuovamente nell'autunno 2024; una composizione, 62×78 cm, con differenze nel gruppo di figure, venduta all'asta del Four Seasons Hotel George V, a Parigi, il 19 dicembre 2001 (lotto 52), riapparsa successivamente a Dorotheum, Vienna il 23 ottobre 2018 (lotto 179) ed il 22 ottobre 2019 (lotto 247); una composizione, venduta da Bernaerts Auctioneers, ad Anversa, il 21 febbraio 2001 (lotto 191). Tra le copie si segnalano: un esemplare, 79 × 117 cm, apparso a Bonhams, Londra, il 13 dicembre 1990 (tela già registrata nel castello di Berkeley nel 1946 e dal 1963 nella collezione di H. Parkin Smith, a Bath); una copia accreditata ad un anonimo seguace di Van Herp apparsa da Sotheby’s, Londra, il 30 aprile 2014 (lotto 764); una copia genericamente indicata come "Scuola fiamminga del XVII secolo" apparsa presso Cambi, Genova, il 13 dicembre 2019 (lotto 143); una copia antica, modesta, 66,5 x 80,5 cm, conservata presso la Gemäldegalerie di Dresda (inv. 53/93); ed infine, una copia dipinta dal paesaggista Henry Brokmann-Knudsen (1868–1933).
In questo complesso panorama di opere autografe, repliche con e senza varianti, copie, sulla base di foto ad alta definizione la dr.ssa Jahel Sanzsalazar – specialista di riferimento per Van Herp – colloca la nostra tela, già passata in asta nel 2001 e nel 2004 con stime di rilievo (rispettivamente Lire 220.000.000-260.000.000 e € 70.000-80.000), piuttosto vicina all’artista, considerandola una replica di bottega della versione Wemyss ("dependent from the Wemyss version and could be classified as a studio repetition", comunicazione del 21 maggio 2025).
All’esame visivo diretto, svolto dalla casa d’aste, il livello qualitativo dell’opera, appare elevato: al punto da aver indotto in passato a ritenerla ascrivibile direttamente a Willem van Herp, da ultimo nella approfondita scheda di Mario Scippa (con valutazione di € 20.000-25.000). La pittura di Van Herp, soprattutto negli anni Sessanta, è in genere più pastosa, in emulazione dello stile di Rembrandt, mentre nel dipinto in esame, la stesura appare in generale più liquida. Inoltre, le anatomie sono semplificate, attraverso una riduzione della volumetria (forse accentuata dalla spulitura delle sfumature) e dei dettagli (volti, arti, mani) mentre la composizione si concentra sulla scena centrale, accentuando l’ombreggiatura delle zone marginali fino a rendere quasi non riconoscibili i rilevanti elementi – per esempio, la sedia a sinistra, il personaggio accosto al muro a destra, che sono invece perfettamente visibili nella incisione della tela ex Bute. Vi sono tuttavia dettagli come la testa del cane di sinistra, o alcuni dettagli dei vasi in ceramica e dei vetri che mostrano uno stacco di stile rispetto alle figure e confermano l’intervento di più mani, di diversa abilità, confermando l’ipotesi di una opera eseguita nella struttura collaborativa della bottega.
Si ringrazia la dr.ssa Jahel Sanzsalazar per il prezioso contributo alla catalogazione dell’opera. -
Lot 163 Josè Guevara (1926 - 2010)
La Corrida
Litografia e serigrafia su carta
49 x 69 cm (luce)
Firma: “Guevara” a matita al recto
Altre iscrizioni: tiratura “P.A.”; “Alla Cassa di Risparmio con affetto” a matita al recto
Elementi distintivi: sul verso, etichetta Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana con riferimenti di inventario
Provenienza: Sterling Europea; Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Certificati: certificato di garanzia Galleria Sterling Europea
Stato di conservazione. Supporto: 85% (macchie)
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lot 164 Ivo Pannaggi (1901 - 1981)
"Potenza della moto" o "Il motociclista"
Litografia su carta
49 x 69 cm (luce)
Firma: “Ivo Pannaggi” a matita al recto
Altre iscrizioni: tiratura “83/100” a matita al recto
Elementi distintivi: sul verso, etichetta Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana con riferimenti di inventario
Provenienza: Sterling Europea; Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Certificati: certificato di garanzia Galleria Sterling Europea
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lot 165 Roberto Moschini (1937 - 2023)
Pomeriggio caldo, 1985
Serigrafia su carta
50 x 35,4 cm (luce)
Firma: “R. Moschini” a matita al recto
Data: “”85” a matita al recto
Altre iscrizioni: tiratura “9/50”; “Pomeriggio caldo” a matita al recto
Elementi distintivi: sul verso, etichetta Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana con riferimenti di inventario
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lot 166 Franco Zingaretti (1939 - 2018)
Gruppo di quattro serigrafie, con una introduzione di Mariano Apa
Serigrafia su carta
59,4 x 44,4 cm (il foglio)
Firma: "F. Zingaretti" a matita, su ogni foglio
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 80% (danni da frizione e da piegatura, soprattutto ai margini; lievi danni da umidità - gore - in un solo esemplare)
Franco Zingaretti ha lavorato sull'antica tradizione della carta fabrianese, lavorata a mano dal XIII secolo, facendo lunga esperienza presso le Cartiere Miliani di Fabriano, tra l'altro ricoprendo per dieci anni il ruolo di "disegnatore filigranista". Nei suoi quadri Zingaretti intesse con l'uso di tecnica mista e di sabbia di fiume forme grafiche a rilievo, libri d'artista, pittura, scultura. Partecipa dal 1974 a numerose mostre collettive e personali in Italia e all'estero: Austria, Croazia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Isola di Malta, Israele, Libia, Slovenia, Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Taipei, Taiwan, U. S. A.
Le quattro serigrafie in asta sono raccolte in una cartella dedicata a Pirandello, e raffigurano, oltre al grande scrittore siciliano, Ungaretti, dei soldati in trincea e dei cammelli. -
Lot 168 Ardengo Soffici (1879 - 1964), attribuito a
Mais qu’est-ce que tu entends au juste par flirt ? Tout, excepté tout, 1903 circa
Inchiosto litografico, pastelli e matita su carta
295 x 24 cm (luce)
Firma: "SOFFICI" in inchiostro litografico; forse un monogramma a matita
Data: al recto: a matita, "-Mais qu’est-ce que tu entends au jouste par flirt ? Tout, excepté tout': a penna "40u"; a pastello "Car 6 'pa", "CP" cancellato e "Rousset"
Stato di conservazione. Supporto: 80% (superficie in adesione a supporto)
Stato di conservazione. Superficie: 90% (lieve foto-ossidazione)
Il disegno sembra completare a pastello un tratto litografico, che risponde allo stile grafico di Soffici all'inizio del '900, durante i suoi anni parigini (1900-1906), cui è stata di recente dedicata una mostra a cura di Luigi Cavallo, presso le Scuderie Medicee di Poggio a Caiano ("Parigi 1900-1906. Il primo Soffici", 22 aprile-25 giugno 2023, con catalogo edito a Pisa).
Nasce forse come una illustrazione satirica il cui senso è dichiarato nell'appunto a matita, la battuta secca e spiritosa nel puro stile di Soffici: "Mais qu’est-ce que tu entends au juste par flirt ? Tout, excepté tout" ("Ma cosa intendi esattamente per flirt? Tutto, tranne tutto"). Si noti che l'autore fa un piccolo errore di scrittura nella parola "juste", il che suggerisce le difficoltà linguistiche del giovane italiano alle prese con la nuova lingua.
Il paragone più stretto, sul piano stilistico così come per la firma a stampatello e gli appunti in pastello azzurro, è offerto da un disegno raffigurante due figure sedute, 32,5x25 cm, realizzato da Soffici nel 1903 per le riviste umoristiche di Parigi, oggi conservato al fondo Luigi Corsetti (Luigi Cavallo, a cura di, "Parigi 1900-1906. Il primo Soffici", Pisa, 2023, p. 75). -
Lot 169 Lino Bianchi Barriviera (1906 - 1985)
Viareggio, 1958
Inchiostro su carta
48 x 63 cm
Firma: “Lino Bianchi Barriviera” al recto
Data: “1958” al recto
Altre iscrizioni: “Viareggio” al recto
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lot 170 Stamperia Remondini (1657 - 1860)
Prospectus areae S. Marci versus S. Geminiano in Venetia, 1780
Acquaforte su carta
32,8 x 44,4 cm (luce)
Altre iscrizioni: descrizione estesa in lastra
Provenienza: Bottega Delle Arti, Padova; Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Certificati: certificato della Bottega Delle Arti, con dati sintetici dell'opera, al verso
Stato di conservazione. Supporto: 85% (ondulatura)
Stato di conservazione. Superficie: 85%
I Remondini furono una famiglia di stampatori che operarono a Bassano del Grappa da metà del XVII a metà del XIX secolo. -
Lot 171 Paolo da San Lorenzo (1935)
Battaglia tra cavalli
Pastelli su carta pressoformata
49,7 x 73 cm
Firma: “Paolo da San Lorenzo” a matita al recto e a pressione
Elementi distintivi: una etichetta con riferimenti di inventario della Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana ed una seconda etichetta anonima
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lot 172 Remo Brindisi (1918 - 1996)
Venezia
Litografia su carta
65,6 x 46 cm (lastra)
Firma: “Brindisi” al recto a matita
Altre iscrizioni: tiratura “44/150” al recto a matita
Elementi distintivi: sul verso, una etichetta anonima con dati dell’opera; etichetta della Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana con riferimenti inventariali
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lot 173 Guido Albanello (1952)
Venezia: veduta del Canale della Giudecca dall’isola di San Giorgio Maggiore, 2004
Litografia su carta
80 x 159 cm (luce)
Data: “2004” in lastra
Altre iscrizioni: tiratura “331/600” al recto a inchiostro; “Foglio terzo - Disegno di Guido Albanello” in lastra
Elementi distintivi: timbro a secco “Gilberto Padovan Editore - Vicenza”
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
La tavola è parte di un nucleo che compone una veduta di Venezia a 360 gradi, complessivamente lunga 9,80 metri, ma divisa in sette parti per praticità di stampa. Il disegno è stato realizzato con pennino ed inchiostro di china nero e dunque riprodotto con stampa a tiratura limitata, dall'editore Gilberto Padovan, Vicenza (comunicazione dell'artista del 16 dicembre 2020). -
Lot 174 Francesco Sartorelli (1856 - 1939)
Venezia. La Salute da Sant’Elena
Olio su tela
126,5 x 192 cm
Firma: “F Sartorelli” al recto
Elementi distintivi: sul verso, etichetta della Galleria Pesaro di Milano; etichetta della XXII Esposizione internazionale d’arte di Venezia (1940); etichetta della Galleria Nuova Arcadia di Padova con dati relativi all’opera
Provenienza: Finarte, Milano (come "Marina di Grado", 27.11.2008, l.142, € 11.000); Galleria Pesaro, Milano; Galleria Nuova Arcadia, Padova; Veneto Banca SpA in LCA
Bibliografia: “XXII Esposizione internazionale d’arte - Biennale”, catalogo della mostra, Venezia 1940, n. 51
Esposizioni: “XXII Esposizione internazionale d’arte - Biennale”, Venezia 1940
Stato di conservazione. Supporto: 70% (buchi)
Stato di conservazione. Superficie: 70% (crepe, sollevamenti) -
Lot 175 Lino Bianchi Barriviera (1906 - 1985)
Leptis Magna. La Basilica di Settimio Severo tra le dune, 1937
Acquaforte su carta
35,5 x 47,5 cm (lastra)
Firma: “Lino Bianchi Barriviera” al recto a matita e in lastra
Data: “1937” al recto a matita e in lastra
Altre iscrizioni: tiratura “17/50”, “Leptis Magna. La Basilica di Settimio Severo tra le dune” al recto a matita; “Leptis Magna” in lastra
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Bibliografia: Marco Goldin, a cura di, "Cento incisioni di Lino Bianchi Barriviera", Villorba, 1993, p. 55; Silvia Bianchi con Francesca Ghersetti, a cura di, “Paesaggi Africani, 1937-1939. Disegni e incisioni di Lino Bianchi Barriviera”, Treviso, 2010, cat. 6, p. 22 e 69 (ill.)
Esposizioni: Marco Goldin, a cura di, "Cento incisioni di Lino Bianchi Barriviera", Casa dei Carraresi, Treviso, 16 dicembre 1993 - 16 gennaio 1994 (altro esemplare); Silvia Bianchi con Francesca Ghersetti, a cura di, “Paesaggi Africani, 1937-1939. Disegni e incisioni di Lino Bianchi Barriviera”, Fondazione Benetton Studi Ricerche, Treviso, 13 febbraio – 4 aprile 2010
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
L'opera, di cui esiste anche uno studio ad acquerello (“Paesaggi Africani, 1937-1939. Disegni e incisioni di Lino Bianchi Barriviera”, cat. 2), appartiene al nucleo di opere grafiche - incisioni e disegni - realizzate da Bianchi Barriviera durante la sua permanenza in Libia e nell'Africa Orientale Italiana, tra il 1937 e il 1939. Come ricorda Silvia Bianchi, nella introduzione alla mostra monografica tenuta a Treviso nel 2010 (pp. 6-8), "I disegni e le incisioni africane costituiscono una presenza importante nella vasta opera grafica di Lino Bianchi Barriviera - un artista che nella scelta dei soggetti ha sempre prediletto la veduta e il paesaggio - sia per il loro inconfutabile pregio artistico sia in quanto testimonianza di un capitolo fondamentale nell'esperienza di vita del maestro (...) un vero e proprio diario di viaggio". "Bianchi Barriviera si era recato una prima volta in Libia nel 1927 al termine degli studi superiori, dopo aver conseguito il diploma di perito e ragioniere commerciale". "Nella primavera del 1937 Bianchi Barriviera effettuò una seconda, più lunga, escursione in Libia spingendosi nell'interno, lungo la fascia occidentale della Tripolitania al confine con la Tunisia, sino alla città-oasi di Gadàmes alle soglie del deserto, quindi lungo la costa fino al sito archeologico di Leptis Magna. Da questo viaggio riportò un gruppo di disegni, alcuni più finiti, altri più nudi e schematici, fatti esclusivamente per essere tradotti in acquaforte, dai quali al ritorno ricavò una cartella di tredici incisioni condotte con raffinata e sapiente tecnica, dedicata al governatore di Libia, Italo Balbo, che aveva favorito e sostenuto il progetto. Nel dicembre del 1938, dietro invito del duca d'Aosta, viceré d'Etiopia, l'artista si recò nell'Africa Orientale Italiana dove fino al luglio del 1939 percorse l'Eritrea dalla costa sul mar Rosso fino alle regioni dell'interno al confine col Sudan, e parte dell'Etiopia giungendo ad Addis Abeba". "Dal viaggio nell'Africa Orientale l'artista riportò oltre trecento disegni e una trentina di rami incisi: i disegni per la maggior parte condotti a fondo, fine a se stessi, le lastre incise direttamente sul posto con la punta sulla matrice incerata e trattate con la morsura all'acquaforte in occasione del ritorno alla base provvisoria. In queste opere si avvicendano esattezza descrittiva e concisione interpretativa: vi sono puntuali descrizioni di monumenti, di villaggi tipici a volte animati dalla presenza degli indigeni e vi sono paesaggi sconfinati dove tutto è riassunto in sintesi che paiono non indagare, non indugiare nella ricerca di particolari per aumentare il mistero e la vastità del paese". "Tra le prime mostre che hanno ospitato opere africane di Bianchi Barriviera vanno ricordate la XXI Biennale di Venezia del 1938, la mostra personale allestita dall'artista stesso ad Asmara nel giugno 1939, la III Quadriennale di Roma del 1939, la Prima Mostra Triennale d'Oltremare di Napoli del 1940, la XXII Biennale di Venezia del 1940, la XXIX mostra della Galleria di Roma del 1942". -
Lot 176 Biagio Castilletti (1966)
Roma panoramica, 2008
Acrilico su tela
50 x 140 cm
Firma: sul verso, “Biagio Castilletti”
Data: sul verso, “2008”
Altre iscrizioni: sul verso, “‘Roma panoramica’”
Provenienza: Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Castilletti reinterpreta il paesaggio urbano, lavorandovi come un pittore di vedute, ma a partire da stampe o foto antiche. Restituisce così di Roma,in particolare delle sue prospettive più famose, un'immagine poetica e inusitata. -
Lot 177 Carlo De Roberto (1915 - 2003)
Rovigno, 1982
Inchiostro su carta
50 x 70 cm
Firma: "CdeRoberto" al recto
Data: “1982” al recto
Altre iscrizioni: “Rovigno” al recto
Elementi distintivi: sul verso, etichetta della Banca Popolare di Asolo e Montebelluna con riferimenti di inventario
Provenienza: Banca Popolare di Asolo e Montebelluna; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Carlo De Roberto - autore estremamente raro sul mercato - apprende giovanissimo gli elementi del disegno da Giulio Ettore Erler e della pittura da Nando Coletti, ma a quindici anni un trauma alla spina dorsale, durante un gioco da ragazzi, gli provoca una paraplegia che lo costringe a interrompere gli studi scolastici che proseguirà da autodidatta. Comincia a esporre alle mostre del Sindacato Belle Arti nel 1933 e nel 1936 l’amico Giovanni Barbisan lo spinge a incidere all’acquaforte. La prima mostra personale risale al 1940 quando a organizzarla fu il Sindacato Provinciale Belle Arti di Treviso, con presentazione di Giuseppe Mazzotti. Prima e durante la guerra partecipa alla III e IV Quadriennale di Roma e alla XXIII Biennale di Venezia.
Dopo la guerra, oltre alla partecipazione alla V e IX Quadriennale di Roma e alla XXVIII Biennale di Venezia, allestisce oltre trenta mostre personali in Italia, da quella della Galleria L’Isola del 1947 a Genova a quella alla Galleria del Cavallino di Venezia nel 1951, da quella alla Libreria Paesi Nuovi a Roma nel 1964 a quella della Fondazione Querini Stampalia di Venezia nel 1972, con presentazione di Giuseppe Marchiori.
Nel 1948 illustra per l’editore Arnoldo Mondadori il romanzo di Virginia Woolf "La camera di Giacobbe". Dagli anni Cinquanta affianca all’impegno artistico anche l’attività pubblicistica, dedicandosi alla critica d’arte e alla traduzione di saggi e libri per le Edizioni di Comunità, oltre a dirigere l’Ufficio Studi della Provincia di Treviso.
Nel 1985 esce la monografia "Disegni di Carlo De Roberto", con una nota introduttiva di Guido Perocco. Nello stesso anno esce la cartella "Ritorni di luce" con poesie di Andrea Zanzotto e acqueforti di Carlo De Roberto.
Nel 1990 ha luogo a Ca’ dei Carraresi a Treviso la personale "Carlo De Roberto – Dipinti 1939-1989", con la presentazione di Marco Goldin.
L'opera in asta rappresenta il profilo di Rovigno, splendida città istriana, vista dal mare.
Ringraziamo per i contenuti della nota, che offre una sintesi della biografia dell'artista proposta sul sito istituzionale, gli eredi di Carlo De Roberto.