ASTA 272-DIPINTI

ASTA 272-DIPINTI

Wednesday 26 November 2025 hours 16:00 (UTC +01:00)
Live
Auction
Lots from 25 to 48 of 106
Show
Cancel
  • CESARE MAGGI<BR>Roma 1881 - 1961 Torino<BR>"Insenatura"
    Lot 25

    CESARE MAGGI
    Roma 1881 - 1961 Torino
    "Insenatura"
    50x70 olio su cartone
    Opera firmata in alto a destra

  • CESARE MAGGI Roma 1881 - 1961 Torino "Marina"
    Lot 26

    CESARE MAGGI

    Roma 1881 - 1961 Torino

    "Marina"

    68x51, olio su cartone

    Opera firmata in alto a destra

    Piccola crepa del cartone in alto a sinistra

  • CESARE MAGGI<BR>Roma 1881 - 1961 Torino<BR>"Lago di Avigliana", 1925
    Lot 27

    CESARE MAGGI
    Roma 1881 - 1961 Torino
    "Lago di Avigliana", 1925
    41x50, olio su tavola
    Opera firmata e datata in alto a destra
    Già Galleria Aversa, Torino (etichetta e timbri al retro)
    Vaso di fiori dipinto al retro

  • ITALO MUS<BR>Chatillon (AO) 1892 - 1967 St.Vincent (AO)<BR>"La casa della strega"
    Lot 28

    ITALO MUS
    Chatillon (AO) 1892 - 1967 St.Vincent (AO)
    "La casa della strega"
    45x50,5 olio su cartone pressato
    Opera firmata in basso a destra
    Copia (o modello per) della versione già in collezione Proverbio, pubblicata nel 1966 e dallo stesso Proverbio (1972) con la data 1952

  • ITALO MUS<BR>Chatillon (AO) 1892 - 1967 St.Vincent (AO)<BR>"Barca sulla spiaggia" anni '40
    Lot 29

    ITALO MUS
    Chatillon (AO) 1892 - 1967 St.Vincent (AO)
    "Barca sulla spiaggia" anni '40
    26x35,5, olio su tavoletta
    Opera firmata in basso a destra
    Difetti

  • ITALO MUS<BR>Chatillon (AO) 1892 - 1967 St.Vincent (AO)<BR>"Cavalli" anni '40
    Lot 30

    ITALO MUS
    Chatillon (AO) 1892 - 1967 St.Vincent (AO)
    "Cavalli" anni '40
    26x35,5, olio su tavoletta
    Difetti

  • ITALO MUS<BR>Chatillon (AO) 1892 - 1967 St.Vincent (AO)<BR>"Solitudine autunnale" (anni '40)
    Lot 31

    ITALO MUS
    Chatillon (AO) 1892 - 1967 St.Vincent (AO)
    "Solitudine autunnale" (anni '40)
    60x50, olio su tela
    Opera firmata in basso
    Etichetta con titolo al retro
    Della serie col pastore vestito di blu derivata da Millet, in gran parte degli anni Quaranta

  • FRANCO COSTA<BR>Quittengo (VC) 1903 - 1980<BR>"Atmosfera africana" 1936
    Lot 32

    FRANCO COSTA
    Quittengo (VC) 1903 - 1980
    "Atmosfera africana" 1936
    80x100, tecnica mista su tela
    Opera firmata in basso a destra
    Esp.:-1936, Venezia, "XX Esposizione Biennale Internazionale d'Arte" (etichetta al retro sul telaio che reca n.558)
    -27 marzo-30 aprile 1962, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna, "Aspetti del Secondo Futurismo Torinese" (etichetta al retro sul telaio)
    -1976, Torre Pellice, "Mostra d'Arte Contemporanea" (etichetta al retro sul telaio)
    -1978, Biella, n. 7
    -1981, Biella, ill. 5
    -1985, Torino, ill. 8
    Bibl.:-Crispolti, Torino 1962, ill. 95
    Craquelé e piccole cadute di colore

  • FRANCO COSTA<BR>Quittengo (VC) 1903 - 1980<BR>"Arlecchini" anni '30
    Lot 33

    FRANCO COSTA
    Quittengo (VC) 1903 - 1980
    "Arlecchini" anni '30
    42,3x30,3, tecnica mista su carta applicata su cartone
    Opera firmata in basso verso destra

  • RAM (Ruggero Alfredo Michahelles) <BR>Firenze 1898 - 1976<BR>"Antico e nuovo legionario" 1932
    Lot 34

    RAM (Ruggero Alfredo Michahelles)
    Firenze 1898 - 1976
    "Antico e nuovo legionario" 1932
    27x36, tempera su carta
    Bozzetto preparatorio del progetto per un Monumento al Marinaio a Brindisi (1932)
    Autentica dell'Archivio Thayaht &Ram con firma di Riccardo Michahelles, rilasciara a Firenze il 3 marzo 2015
    Bibl.:- cfr. A. Panzetta, "Opere di Thayaht e Ram nel Massimo e Sonia Cirulli Archive di New York", Edizioni XX Secolo, ripr. R 40 p. 166

  • THAYAHT (Ernesto Michahelles)<BR>Firenze 1893 - 1959 Pietrasanta (LU)<BR>"Coppia polinesiana" primi anni '50
    Lot 35

    THAYAHT (Ernesto Michahelles)
    Firenze 1893 - 1959 Pietrasanta (LU)
    "Coppia polinesiana" primi anni '50
    50x35, olio su cartone
    Opera firmata in basso a destra
    Provenienza: nipote dell'artista Sandro Michahelles
    Autentica di Mauro Pratesi rilasciata a Firenze il 15-10-2007 su fotografia che reca n. 18456 e la provenienza

  • GEORGES BRAQUE<BR>Argenteuil (Francia) 1882 - 1963 Parigi<BR>"Natura morta con mandolino e spartito" (1917-1920)
    Lot 36

    GEORGES BRAQUE
    Argenteuil (Francia) 1882 - 1963 Parigi
    "Natura morta con mandolino e spartito" (1917-1920)
    31x36,5, olio su tavola
    Opera firmata in basso a destra
    Autentica di Armand Israël rilasciata a Parigi il 18 febbraio 2025
    Già Galleria Roland Balay, Parigi (etichetta al retro)
    Opera con Certificato di Avvenuta Spedizione (CAS), valido fino al 7/08/2030, rilasciato dal Ministero della Cultura, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, Ufficio Esportazione di Torino

    Il quadro proviene da un’importante collezione romana, in cui è rimasto fino a oggi.
    Il collezionista, un medico e grande amatore d’arte, visse in Francia negli anni Quaranta e ebbe in cura Braque, come dimostra il Cahier di litografie a corredo dell'opera, dedicato al collezionista in data 26 novembre 1959 "Gentile Dott. Amedeo Piccinelli. Souvenir de Paris, le 26 Nov 1959. G. Braque".
    (“Cahier de George Braque 1917-1947”, 39x29, stampato il 26 Gennaio 1948 a Parigi dai fratelli Mourlot, contenente 94 litografie d'après di George Braque. L'edizione è stata stampata in 845 esemplari, 95 esemplari su Velin d'Arches fuori commercio, contenenti una litografia a colori, firmata dall'artista, e 750 esemplari su Velin du Marais che costituiscono l'edizione originale).
    “Natura morta con mandolino e spartito” fu acquistata presso la Galleria Roland Balay di Parigi, come testimonia l'etichetta della galleria al retro dell'opera. La Galleria Roland Balay, ubicata al 10 di avenue de Messine era diretta, dagli anni Trenta agli anni Quaranta, da Louis Carré e da Roland Balay, gallerista franco-americano, direttore della celebre Galleria Knoedler di New York fino al 1971. Balay decise di aprire la galleria parigina proprio per coltivare il suo interesse per artisti quali Picasso, Braque e Klee.
    Il quadro è la rappresentazione di una natura morta, composta dagli oggetti tipici delle opere cubiste: in primo piano un mandolino e uno spartito, appoggiati sul tavolo e, in secondo piano, una bottiglia. L’ambientazione è quella di un interno, con lo sfondo realizzato attraverso tasselli rettangolari colorati, con alcuni elementi decorativi lungo il lato sinistro dell’opera.
    Gli oggetti sono dipinti in maniera bidimensionale, attraverso una prospettiva appiattita, che elimina la profondità illusionistica tradizionale. La luce proviene dai contorni bianchi, che delimitano e ritagliano bruscamente i profili degli oggetti, ma che definiscono anche lo spazio. Segnalano infatti il passaggio tra un tassello e l’altro dello sfondo e creano un contrasto luminoso rispetto alle campiture nere.
    I colori vivaci e antinaturalistici dello sfondo, oltre agli elementi decorativi lungo il bordo sinistro del quadro, richiamano sicuramente l’esperienza della pittura “fauve” ma con un certo controllo sulla stesura del colore e sull’equilibrio della composizione, in linea con l’insegnamento di Paul Cézanne. Di matrice cezanniana (fondamentale, in tal senso, la retrospettiva dedicata al Maestro al Salon d’Automne di Parigi del 1907) sottolineiamo anche l’essenzialità della forma degli oggetti e la pennellata strutturata a tasselli rettangolari, due elementi che rendono il dipinto un organismo autonomo, regolato da leggi interne alla sua stessa struttura.
    Oggetto centrale della composizione del quadro è senza dubbio il mandolino, il quale si manifesta con una certa costanza nel percorso artistico di Braque. L’amicizia con il fratello di Raoul Dufy, Gaston Dufy, dal quale prende lezioni di flauto, costituisce la prima testimonianza del suo rapporto con la musica. Braque è il primo a inserire uno strumento musicale nei suoi quadri e Picasso lo seguirà (infatti dall’autunno del 1908 entrambi iniziano a dipingere quadri con strumenti musicali, inserendo in seguito la figura umana), ma Picasso preferirà la chitarra, strumento della tradizione spagnola. La scelta del mandolino è sia di ordine formale che simbolico. Infatti il mandolino, posizionato al centro della composizione, è la rappresentazione della deformazione prospettica, ovvero la forma dello strumento si piega all’esigenza compositiva. Inoltre il mandolino, insieme allo spartito, alludono alla concezione, frequente nella cultura simbolista parigina, della musica come l’arte più immateriale, capace di vivere solo nella mente. Lo strumento musicale è la sintesi spazio-temporale di un oggetto che non suona ma che potrebbe suonare insieme allo spartito, e simboleggia, per dirla con Apollinaire, “la dimensione dell’infinito, dell’immateriale, dello spirituale” (cit. in Jolanda Nigro Covre, “Picasso e Braque”, in «Art Dossier: Cubismo», n. 58, giugno 1991, p. 17).
    Il quadro “Natura morta con mandolino e spartito” è una composizione matura di Braque, il quale non opera più attraverso la frammentazione degli oggetti, l’uso di tinte monocrome e spente, e una struttura compositiva verticale. Il pittore si sgancia dal linguaggio ermetico precedente per stabilire nelle sue opere una relazione tra realtà e immagine. Qui Braque ha un suo linguaggio personale, con un ricordo attento a quelle che sono le sue origini (gli oggetti tipici dei quadri cubisti, la rappresentazione bidimensionale, la prospettiva appiattita, il modello cezanniano) ma con un occhio attento alle esperienze dei Fauves e una sintesi più distesa nella realizzazione di uno spazio vissuto, familiare, casalingo, caldo, in cui il “Il dipinto non è più una porzione morta di spazio” (cit. in Jean Metzinger, “Note sulla pittura” in «Pan», ottobre-novembre 1910, pp. 649-651).

  • AMEDEO MODIGLIANI<BR>Livorno 1884-1920 Parigi<BR>"Portrait d'homme" (1916)
    Lot 37

    AMEDEO MODIGLIANI
    Livorno 1884-1920 Parigi
    "Portrait d'homme" (1916)
    40,5x25,5 disegno a matita su carta
    Opera firmata in alto a sinistra
    Autentica di Jeanne Modigliani (rilasciata il 7/11/1975 ) e di J. Lanthemann (rilasciata il 7/05/1978) su fotografie
    Timbro Caja de pensiones Obra Social, Junio 83, Madrid; etichetta e timbri Galleria Pirra, Torino (al retro su supporto)

    Provenienza:
    Collezione privata, Parigi
    Collezione Giulia Baldin, Torino
    Collezione privata, Torino

    Esp.:
    -"Modigliani 1884-1920", Centre Cultural de la Caja de Pensiones, Barcellona aprile-maggio 1983, Madrid giugno 1983
    -"Modigliani 1884-1984". Galleria Pirra, Torino marzo-aprile 1984
    -"Amedeo Modigliani: Disegni", Museo Principe Diego Aragona Pignatelli Cortes, Napoli 30 maggio-1 luglio 1984

    Bibl.:-J. Lanthermann, "Modigliani catalogue raisonnè 1884-1820" del 1970 (supplemento), Grafiche Condal, Barcellona, 1970. p. 295
    -J. Lanthemann, J. Modigliani, C. Parisot et. al., "Modigliani 1884-1920", Barcellona 1983, p. 139 (1916, mina di piombo)
    -AA.VV., "Amedeo Modigliani. Centenario della nascita 1884-1920", Torino 1984, p. 77, n. 31 (1916, mina di piombo)
    -AA.VV., "Amedeo Modigliani: Disegni", Napoli 1984, p. 99, n. 41 (1916, mina di piombo)
    -O. Patani, "Amedeo Modigliani: Catalogo Generale. Disegni 1906-1920 con i disegni provenienti dalla collezione Paul Alexandre (1906-1914)", Milano 1994, p. 149, n. 223 (che reca data "1916")

    Pieghe della carta e restauri sulla parte inferiore

  • HENRY MATISSE Le Chateau Cambresis (Francia) 1869 - 1954 Nizza (Francia) "La dame à la guitare" 29/3/1939
    Lot 38

    HENRY MATISSE
    Le Chateau Cambresis (Francia) 1869 - 1954 Nizza (Francia)
    "La dame à la guitare" 29/3/1939
    56x38, penna su carta
    Opera firmata e datata in basso a destra
    Opera archiviata presso Archives Matisse, Parigi con n. E26 (autentica in fotocopia di Archives Matisse, Parigi, rilasciata in data 20/8/2007)
    Opera acquistata nello studio dell'artista in Costa Azzurra alla presenza del critico e gallerista Luigi Carluccio e del Sig. Raymond Thomas
    L'opera viene fornita di corrispondenza tra Marco Vallora e l'Archivio Matisse in cui si racconta la storia dell'acquisto
    Esp.:-1971, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna (GAM), "Blaue Raiter"
    Bibl.:- «Poesie 42, ancienne revue des Poètes-casqués», numero 1, dicembre 1941-gennaio 1942, ripr. p. 29.
    -Programma del "Festival de Musique", Menton (Francia), Gabinetto del Municipio, 3-15 agosto 1956, riprodotto
    -"Il Cavaiere Azzurro", catalogo della mostra, Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna (GAM), 18 marzo-9 maggio 1971, p. 117
    Provenienza: Già Collezione Franco Vallora e poi Marco Vallora

    Il disegno a penna realizzato da Matisse proviene dalla collezione Marco Vallora, che a sua volta lo ereditò dal padre Franco. Il noto antiquario torinese lo aveva ottenuto per intercessione dell’amico e celebre critico d’arte Luigi Carluccio, che era andato ad acquistarlo direttamente nello studio di Matisse in Costa Azzurra.
    Realizzata il 29/03/1939, l’opera è il frutto di una riflessione sulla linea, sulla sua fluidità e sulla sua autonomia intrapresa già negli anni Trenta dall’artista. Il tratto non è più relegato unicamente a contorno delle figure, ma diventa un potente mezzo espressivo in grado di farle muovere “a passo di danza”.
    La musica ha un ruolo centrale anche nel processo creativo: l’artista stesso nel 1932 affermava “Dopo pranzo, prima del sonnellino, metto un disco sul grammofono, Arabesque di Schumann. Delizioso merletto che fa venir voglia di disegnare”. È in questa ottica che bisogna osservare le linee sinuose che descrivono una donna in atteggiamento pensoso che tiene in grembo una chitarra.
    In "La dame à la guitare" il tema della musica incontra quello della rappresentazione della figura femminile. Matisse stesso espresse questo concetto con le seguenti parole: “Le mie modelle, le mie figure umane, non sono mai delle figuranti in un interno. Sono il tema principale del mio lavoro”. In questo disegno, in particolare, è possibile identificare nella donna dall’espressione assorta Lydia Delectroskaya. Immigrata dalla Russia e assunta nel 1934 come dama di compagnia della moglie dell’artista, la donna divenne presto la sua modella preferita, facendo la sua comparsa in numerose opere.
    Riflessioni sul modello, sul ritmo della linea e sugli strumenti musicali caratterizzano non solo questo disegno ma sono il riflesso di una attenzione per la musica che si manifesta ugualmente in altri artisti coevi, tra i quali Braque e Picasso.
    La musica continuò a esercitare il suo fascino anche a anni di distanza: Franco Vallora, violinista oltre che collezionista, fu sicuramente colpito e motivato all’acquisto proprio in ragione del soggetto rappresentato. La potenza evocativa dell’immagine infatti è tale che "La dame à la guitare" divenne il simbolo del Festival della Musica di Mentone, tenutosi tra il 3 e il 15 agosto 1956.
    L’esposizione odierna non è la prima occasione di contatto con il contesto torinese: nel 1971 aveva fatto il suo debutto in occasione della mostra “Blaue Raiter”, come esempio di ricerca condotta parallelamente all’Espressionismo, alla Galleria Civica d’Arte Moderna (GAM).

  • MAN RAY<BR>Philadelphia (USA) 1890 - 1976 Parigi (Francia)<BR>"Coat Stand" 1920-1975
    Lot 39

    MAN RAY
    Philadelphia (USA) 1890 - 1976 Parigi (Francia)
    "Coat Stand" 1920-1975
    58x35.5 fotografia es. 5/23
    Opera firmata e numerata al retro
    Edizione in 23 esemplari eseguita nel 1975

  • MARIO SIRONI<BR>Sassari 1885 - 1961 Milano<BR>"Senza titolo" metà degli anni Venti
    Lot 40

    MARIO SIRONI
    Sassari 1885 - 1961 Milano
    "Senza titolo" metà degli anni Venti
    11,9x11,7 matita su carta applicata su carta pesante
    Opera firmata in basso a destra; estremi dell'Eredità Sironi con la firma degli esecutori della divisione al retro
    In corso di archiviazione presso l'Associazione Mario Sironi, Milano
    Autentica di Francesco Meloni su fotografia
    Bibl.-"Mario Sironi: disegni inediti", Roma, Palazzo Braschi, maggio-giugno 1972
    "Sironi. Cinquanta disegni dal 1913 al 1960", Roma, Galleria Ca' d'Oro, ottobre-novembre 1973

  • ANSELMO BUCCI<BR>Fossombrone (PS) 1887 - 1955 Monza (MI)<BR>"Ritratto di Lino Pesaro" 1926
    Lot 41

    ANSELMO BUCCI
    Fossombrone (PS) 1887 - 1955 Monza (MI)
    "Ritratto di Lino Pesaro" 1926
    22,5x32, tecnica mista su carta
    Opera firmata in basso a destra
    Già Collezione Mita e Gigi Tartaglino, Torino (iscrizione su etichetta al retro)
    Già Galleria d'Arte Antologia, Monza (etichetta e timbro al retro)
    Esp.:-19 febbraio-4 maggio 2003, Milano, Spazio Oberdan."Il Novecento milanese. Da Sironi ad A. Martini" (etichetta al retro)
    Bibl.:-E. Pontiggia, N. Colombo, C. G. Ferrari, "Il Novecento milanese. Da Sironi ad Arturo Martini", catalogo della mostra, Spazio Oberdan, Mazzotta, Milano, 19 febbraio-4 maggio 2003. ripr. n. 13, p. 86 (recante data 1926)

  • ENRICO PRAMPOLINI<BR>Modena 1894 - 1956 Roma<BR>"Volto femminile" Venezia 8/7/1933
    Lot 42

    ENRICO PRAMPOLINI
    Modena 1894 - 1956 Roma
    "Volto femminile" Venezia 8/7/1933
    22,34x16,6 disegno a matita su carta
    Opera firmata e datata in basso al centro; dedica ad personam lungo il lato destro a mezza altezza
    Opera archiviata da Massimo Prampolini
    Piegature della carta diffuse e due molto marcate; presenti tracce di scotch lungo il lato superiore. Piccole macchie in basso a sinistra

  • FELICE CASORATI<BR>Novara 1883 - 1963 Torino<BR>"Stellina o bambina" 1913
    Lot 43

    FELICE CASORATI
    Novara 1883 - 1963 Torino
    "Stellina o bambina" 1913
    34x32, tempera su cartone
    Opera firmata e datata in alto a sinistra; iscrizione non decifrabile al retro
    Provenienza: Galleria Il Punto, Torino (anni Sessanta); collezione Bella Hutter, Torino.
    Archivio. Arch. F.C, n. 178.
    Bibliografia: - S. Marinelli (a cura di), "Felice Casorati a Verona", Scheiwiller, Milano, 1986, ripr. b/n a p. 22;
    -G. Bertolino, F. Poli, "Catalogo Generale delle Opere di Felice Casorati. I dipinti e le sculture", Umberto Allemandi, Torino, 2004, ripr. b/n. n. 101

    Nel dipinto "Stellina o bambina" del 1913, la bambina raffigurata è Ada, sorella minore dell’amico pittore di Verona Guido Trentini, che Casorati frequenta proprio negli anni 1913 e 1914 durante il periodo veronese, subito dopo il soggiorno a Napoli del 1908-1911.
    Ada compare più volte nei quadri casoratiani di quel periodo, basti pensare a “Bambina o testa di bambina” (1911) e “Le bambine o le due sorelle” del 1912.
    Il volto è qui rappresentato in primo piano, con un taglio ravvicinato, come se fosse tratto da una posa fotografica, così come in “Bambine sul prato o le bambine” del 1909. Le fanciulle nell’opera del 1909 erano ambientate in un paesaggio naturalistico, mentre qui lo sfondo è monocromo, bidimensionale, con un effetto quasi decorativo.
    Il linguaggio pittorico di Casorati in questo periodo segue schemi lineari che portano a una composizione elegante e immateriale, quasi artificiosa e anti-naturalistica per l’uso di una luce discreta e di un’intonazione blanda. D’altra parte dal 1910 Casorati supera i canoni del verismo accademico e a Verona inizia la sua svolta linguistica in chiave simbolista-decorativa, influenzata dal secessionismo viennese e dalla crisi dei valori di inizio Novecento, nonostante rimanga lontano dalla deformazione del linguaggio espressionista e dall’estremismo avanguardista dei Futuristi. Gli anni veronesi sono quelli di pittura luministica e smaterializzata, di ricerca del sublime, sotto l’influenza della poesia contemporanea e della pittura di Klimt e Kandinskij.
    Il tema delle bambine appassiona molto il Maestro: realizza quadri di bambine dal 1909, e nel 1912 alla Biennale di Venezia espone due magnifici quadri raffiguranti “Le signorine” e “La bambina o bambina che gioca su un tappeto rosso; effetto di sole”: composizioni teatrali, con significato allegorico, richiami letterari, simbolismo, spazio metafisico e malinconia. Le opere che presenta alla Biennale del 1914 sono tutte sul tema dell’essenza spirituale e del destino della donna dall’adolescenza alla vecchiaia: figure sospese in una magia onirica, con un forte segno letterario e simbolista.
    Il tema delle bambine riflette sicuramente la problematica femminile, indagata dall’iconografia e dalla letteratura nordica del tempo, ma per Casorati diventa anche una ricerca psicologica e formale.
    «... Non sono ancora stato a Venezia, ma vi andrò presto... Come sentirò la nostalgia della città del sogno! Come penserò con desiderio ai furbi visini delle bionde belle veneziane, ed i loro occhi penetranti, ed il muover flessuoso dei loro corpi, ed il movimento abituale con il quale le fanciulle aprono per un istante lo scialle nero che avvolge come in un mistero le forme loro, ed i piedini calzati di nero a stento dalle saltellanti-sonore pianelle...» (Felice Casorati in Lettera a G. T., da Padova, 2 maggio 1908)

  • FELICE CASORATI<BR>Novara 1883 - 1963 Torino<BR>"Mele o Nove mele sul piano scuro" (1943)
    Lot 44

    FELICE CASORATI
    Novara 1883 - 1963 Torino
    "Mele o Nove mele sul piano scuro" (1943)
    30x48, olio su tela
    Opera firmata in basso a destra
    Autentica dell'artista su fotografia con timbro della Galleria La Bussola, Torino
    Provenienza: galleria Barbaroux, Milano; galleria II Milione, Milano (inv. n. 4958); galleria Del Naviglio, Milano (inv. n. 3112); galleria La Bussola, Torino (1959, inv. n. 50313); galleria Gian Ferrari, Milano (etichetta al retro)
    Esp.:-1959, Milano, galleria Gian Ferrari
    -1959, Torino, Galleria La Bussola, "Felice Casorati" (etichetta al retro che reca n. 50313)
    Bibl: "Felice Casorati", catalogo della mostra, Galleria La Bussola, Torino, 1959, ripr. in b/n al n. 3
    -G. Bertolino, F. Poli, "Catalogo Generale delle Opere di Felice Casorati. I dipinti e le sculture", Umberto Allemandi, Torino, 2004, ripr. b/n. n. 719

    L’opera "Mele o Nove mele sul piano scuro" del 1943 è una tipica natura morta di Casorati.
    Il pittore dagli anni Trenta, in parallelo al matrimonio con Dafne e alla nascita del figlio Francesco, ha una svolta nella pittura che diverrà un atto quasi solitario e intimistico: numerose nature morte di quel periodo sono avvolte da un’atmosfera silenziosa e rappresentate in una dimensione quotidiana. Sono infatti gli anni della pittura nelle campagne di Pavarolo: tornano spesso le sue colline, i suoi oggetti e in questo caso i suoi frutti. Questi frutti non hanno una pelle liscia e vellutata, ma screpolature e macchie, guasti che fanno parte dell’esistenza stessa dei frutti e del loro trascorrere del tempo.
    La luce che illumina la scena dall’alto a sinistra crea un contrasto luminoso col nero del tavolo.
    A differenza di alcune nature morte coeve, come “Testa bianca o Testa di gesso con natura morta” del 1940, o “Testa con drappo” del 1944, qui è assente il riferimento metafisico.
    Gli elementi del reale (figure, nature morte, paesaggi e spazi interni) appaiono nei quadri di Casorati in una dimensione lirica in cui la realtà sembra sospesa e la dimensione spaziale e temporale del mondo figurativo sono completamente autonome.
    È una pittura che “nasce dall’interno”, non in senso onirico o fantastico, ma che scaturisce all’interno della coscienza riflessiva. Gli oggetti, colti in una contemplazione formale del pittore, si trasformano in immagini mentali.
    Così scrive Felice Casorati “… mentre è tendenza generale della pittura contemporanea la ricerca dell’espressione attraverso il colore e il segno, io sento invece piuttosto il valore della forma, dei piani, dei volumi, ottenuto per mezzo di un colore tonale non realistico […] in senso peraltro musicale o lirico e non decorativo e puramente formale.”

  • FELICE CASORATI Novara 1883 - 1963 Torino "Incontro con la musica" (1924-2000)
    Lot 45

    FELICE CASORATI
    Novara 1883 - 1963 Torino
    "Incontro con la musica" (1924-2000)
    140x92,5 bassorilievo in bronzo a cera persa, es. III/VI
    Opera siglata e numerata in basso a destra; sul bordo esterno destro in basso è presente un quadratino in bronzo recante impronta digitale di Francesco Casorati
    Autentica su fotografia di Francesco Casorati rilasciata a Torino il 22/12/03 e registrata con il numero 1167 Archivio Francesco Casorati, Torino.
    Bib.: - Catalogo generale delle opere di Felice Casorati, vol. III, n. 36SC. pag. 69, pubblicata b/n tavola fuori testo.

    Allegata all'opera dichiarazione manoscritta del professor Francesco Poli: "Torino 25/1/22/ In relazione alla scheda n. 36 sc del catalogo/ generale delle opere di Felice Casorati, volume III, si precisa quanto segue: i bassorilievi in bronzo/ tiratura postuma, sono in sei esemplari/ segnati in numeri romani e non, come/ erroneamente indicato sulle schede, in numeri/ arabi./ Le dimensioni indicate nelle schede fanno/ riferimento a quello del gesso originale/ da cui sono tratte le opere in bronzo e/ quindi sono leggermente più piccole/ Francesco Poli".

    Provenienza: opera acquistata direttamente da Lazzarini Arte & Antiquariato, Torino.

    I bassorilievi del teatro Gualino "Fu un atto di coraggio quello di concedere carta bianca a un pittore perché facesse dell'architettura.
    Io speravo che, appunto perché immune dalle regole della tradizione, Casorati avrebbe risolto in modo originale il problema. La mia aspettativa non andò delusa. La sala è rettangolare, di colore grigio; il soffitto semplice, a sagome angolari.
    Una fascia di circa un metro di altezza, fra pareti e soffitto, avente una serie di bassorilievi, illuminati da luce nascosta, è la nota decorativa dell'ambiente e in pari tempo l'unica sorgente luminosa. Cento seggioloni di legno nero lucido con cuscini grigi salgono a scalinata; il velario è di panno grigio, filettato di rosso; ai lati del boccascena due piedistalli scarlatti sostengono due statue grigie del Casorati. Il pavimento nero completa l'armonia in grigio-nero-rosso. Il teatrino comunicava colla mia abitazione, che presentava grande interesse per la collezione di oggetti d'arte disposta ogni anno in modo differente. Unica luce era quella proveniente dagli oggetti illuminati, cosicché si attraversavano le sale fra gli sguardi di Antonello o di Tiziano, di Cimabue o di Botticelli, tra smalti e ceramiche, tra statue cinesi e sculture romaniche.
    Dopo lo spettacolo, gl'invitati solevano dal teatrino recarsi in casa a trascorrervi un'ora; nulla sembrava loro più interessante del mutamento radicale, del passaggio repentino dall'emozione dello spettacolo presentato nella sala del teatrino lucida e austera, alla visione del passato sintetizzata da pochi capolavori opportunamente messi in rilievo. L'accesso al teatrino, ricavato in piccolo vano, con giuoco audace di grossi archi e di basse volte, così da farlo sembrare di molto più vasto, tutto grigio e nero, fu una delle cose più belle ideate dal Casorati."
    (Riccardo Gualino: "Frammenti di vita e di pagine sparse", Roma, 1966, p. 109)

    Opere dal teatrino privato di Casa Gualino (Torino - 1923).
    Il teatrino privato di casa Gualino costituì a Torino uno dei banchi di prova dell'opera d'arte totale, quell'opera che vede l'artista impegnato nella creazione di uno spazio costruito e decorato, progettato e arredato per rappresentare un'opera d'arte fine a se stessa, uno spazio non solo contenitore ma espressione di contenuti e di principi estetici. Felice Casorati ed Alberto Sartoris furono chiamati da Riccardo Gualino a realizzare il teatrino della casa di via Galliari nel 1923.
    Il più anziano pittore fece sicuramente da guida al giovane architetto, nell'intento di produrre uno spazio "ideale" simile a quello che nasceva nelle sue tele, un'atmosfera metafisica conseguenza di un calibrato accordo di colori, forme e linee. La decorazione era costituita, oltre che da due statue poste ai lati del proscenio (una rappresentante la commedia, l'altra la
    tragedia), da quattordici bassorilievi inseriti come metope nel fregio che percorreva l'estremità superiore delle pareti del teatro. Questi bassorilievi realizzati in gesso costituivano un "compromesso" tra l'architettura e la decorazione dello spazio. Non più pittura, non solo decorazione, ancora architettura. I soggetti rappresentati si riferivano a scene del mondo animale e di vita pastorale, i cui protagonisti erano gli stessi dei coevi dipinti di Felice Casorati: nudi esili, dormienti abbandonate, linee pure, misurate, ponderate, spazi ideali costruiti come scenografie fiabesche, metafore del luogo "altro" popolato dai personaggi casoratiani.
    Dei bassorilievi, andati distrutti con l'intera casa di via Galliari, restano oggi alcune copie conservate in collezione privata, non solo quali preziose opere d'arte ma anche come testimonianza di un momento storico in cui Torino credette nella modernità ed inseguì il sogno dell'opera d'arte totale.
    Eva Brioschi (dall'archivio Felice Casorati) Opere eseguite in bronzo patinato, tratte da una serie di bassorilievi in gesso, creati da Felice Casorati per il teatrino di casa Gualino (1923-24).
    Le opere in gesso sono pubblicate sul volume edito dalla Fondazione CRT (Torino, novembre 2000) "Lionello Venturi e la pittura a Torino 1919-1931" (tav. 85 e tav. 90), e sono attualmente in collezione privata. I bassorilievi, un tempo creduti persi in seguito all'abbattimento del teatrino Gualino, sono gli originali, dai quali sono state tratte le fusioni in bronzo, materiale nobile, giustamente voluto per garantire "eternità" alle opere originali, realizzate in gesso, materia per sua natura non longeva, sia per il decadimento naturale, sia per il rischio di eventuali rotture.
    Secondo la legislazione sono considerate "opere prime" originali fino a nove riproduzioni, in questo caso eseguite in tiratura numerata, di soli sei esemplari e catalogata nell'archivio dell'artista.

  • DAPHNE MAUGHAM CASORATI<BR>Londra (Regno Unito) 1897 - 1982 Torino<BR>"Colline di Pavarolo"
    Lot 46

    DAPHNE MAUGHAM CASORATI
    Londra (Regno Unito) 1897 - 1982 Torino
    "Colline di Pavarolo"
    50,5x60, olio su tela
    Opera firmata in basso a destra e intitolata al retro
    Già Galleria La Bussola, Torino (etichetta al retro sul telaio)

  • DAPHNE MAUGHAM CASORATI<BR>Londra (Regno Unito) 1897 - 1982 Torino<BR>"Vaso di fiori"
    Lot 47

    DAPHNE MAUGHAM CASORATI
    Londra (Regno Unito) 1897 - 1982 Torino
    "Vaso di fiori"
    88x69, tela applicata su tavola
    Opera firmata in basso a destra

  • GIORGIO DE CHIRICO<BR>Volos (Grecia) 1888 - 1978 Roma<BR>"Nudo in un paese" 1946
    Lot 48

    GIORGIO DE CHIRICO
    Volos (Grecia) 1888 - 1978 Roma
    "Nudo in un paese" 1946
    61x79 olio su tela
    Opera firmata a sinistra a mezz'altezza
    Già Studiolo d'Arte La Medusa (timbro al retro con firma di Claudio Bruni e etichetta al retro sul telaio con n. 1431)
    Firma non identificata al retro
    Autentica di Claudio Bruni Sakraischik rilasciata a Roma il 2 luglio 1975 con numero di repertorio 208/75, firma di Claudio Bruni Sakraischik, timbri ed etichetta della Galleria La Medusa, Roma e timbro di Galleria Marescalchi, Bologna
    Esp.: - 1979, Bologna, Galleria Marescalchi, "Pictor optimus pinxit. Giorgio de Chirico (1888-1978)"
    Bibl.: -Claudio Bruni Sakraischik (a cura di), "Catalogo Generale Giorgio de Chirico. Opere dal 1931 al 1950", vol. VI, Electa, Milano, 1973, ripr. n. 481
    -Catalogo della mostra "Pictor optimus pinxit. Giorgio de Chirico (1888-1978)". Bologna, Galleria Marescalchi, marzo 1979, p. 29
    "Nudo in un paese" 1946

    L’opera raffigura un nudo femminile, di spalle, sdraiato su di un drappo rosso. Di fronte alla donna si apre un paesaggio agreste incontaminato, in cui le uniche presenze sono alberi che guidano l’occhio dell’osservatore verso un orizzonte in cui catene montuose incontrano e si confondono con le nubi del cielo.
    L’opera venne realizzata da de Chirico durate la sua stagione romana, che si aprì con il trasferimento dell’artista nella capitale nel 1945. Lo studio condotto nella capitale di Tiziano, Rubens, Delacroix, Watteau, Fragonard e Courbet fornì un ulteriore stimolo all’artista per la sua ricerca stilistica. Lo stile che infatti caratterizza Nudo in Paese è stato definito dalla critica “barocco” perché in questa stagione de Chirico guardò e rielaborò i grandi capolavori seicenteschi.
    Anche l’iconografia venne influenzata dagli studi svolti nella capitale. La posa della fanciulla adagiata dolcemente su un fianco richiama un topos della raffigurazione femminile che toccò il suo vertice con la Venere di Tiziano nel 1538. Allo stesso modo, il paesaggio è il frutto di una flessione sul paesaggio romano che si manifesta in studi di rovine romane e della natura incolta dei giardini di Villa Borghese.
    Una tecnica che esalta lo splendore della pasta pittorica e comunica un’atmosfera che fu definita da Elvio Natali “immaginario rivissuto con nostalgica, vigile e fertile rivisitazione fantastica”. Questa percezione di “qualcosa che va oltre”, di enigma, è stata sottolineata anche dalla critica Francesca Bogliolo con queste parole: “Avviene la celebrazione della realtà che però non è così come noi la conosciamo, che non è una realtà reale ma una realtà irreale, è per così dire una realtà ideale che viene sublimata dalla pittura”. Ecco quindi che le opere rappresentate sono ancora meta-fisiche (letteralmente al di là della natura) in quanto continuano a rappresentare, dietro il loro apparente naturalismo, una realtà che non esiste.

Lots from 25 to 48 of 106
Show
×

ASTA 272-DIPINTI

Asta 272 - Dipinti

Torino, mercoledì 26 novembre 2025


Asta di Dipinti

Ore 16:00 dal lotto 1 al lotto 105

Esposizione da giovedì 20 a martedì 25 novembre

Orario continuato 10.00 - 18.00

Sabato e Domenica aperto


Telefono: (+39) 011.437.77.70

E-mail: valutazioni@santagostinoaste.it

WhatsApp: (+39) 011.437.77.70

Sessions

  • 26 November 2025 hours 16:00 Sessione unica (1 - 105)

Exhibition

Esposizione da giovedì 20 a martedì 25 novembre

Orario continuato 10.00 - 18.00

Sabato e Domenica aperto


Telefono: (+39) 011.437.77.70

E-mail: valutazioni@santagostinoaste.it

WhatsApp: (+39) 011.437.77.70

Bidding increments

  • from0to1000increment of50
  • from1000to3000increment of100
  • from3000to6000increment of200
  • from6000to6600increment of300
  • from6600to7000increment of400
  • from7000to30000increment of500
  • from30000to80000increment of1000
  • from80000to300000increment of2000
  • from300000to800000increment of5000
  • from800000to infiniteincrement of10000