ASTA 357 - DIPINTI ANTICHI dal XVI al XIX secolo
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Lot 25 Sassoferrato (cerchia di)
(Sassoferrato 1609 - Roma 1685)
Madonna annunciata
Olio su tela
cm. 65x50. Con cornice
Il dipinto è in prima tela. -
Lot 26 Il Pesarese (cerchia di)
(Pesaro 1612 - Verona 1648)
San Giuseppe
Olio su tela
cm. 61,5x48. Con cornice -
Lot 27 Frans Francken II (cerchia di)
(Anversa 1581 - 1642)
Cristo a casa di Marta e Maria
Olio su tela
cm. 58x154. Con cornice -
Lot 28 il Guercino (cerchia di)
(Cento 1591 - Bologna 1666)
Allegoria della Pittura
Olio su tela
cm. 113x81. Con cornice
Il dipinto deriva strettamente dall'opera di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino Allegoria della Pittura e della Scultura oggi conservato alla Galleria Nazionale d'Arte Antica di Roma. -
Lot 29 Artista attivo a Roma, prima metà XVII secolo
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Paesaggio con la vocazione di Saulo
Olio su tela
cm. 65x98 -
Lot 30 Artista fiammingo, prima metà XVII secolo
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Interno di cucina con due figure
Olio su tavola
cm. 72x104,5 -
Lot 31 Artista emiliano, XVII secolo
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Predica del Battista
Olio su tela
cm. 69x91. Con cornice -
Lot 32 Artista emiliano, XVII secolo
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Predica di San Francesco Saverio nelle Indie
Olio su tela
cm. 69x92. Con cornice -
Lot 33 Ventura Salimbeni (attribuito a)
(Siena 1568 - 1613)
Pietà
Olio su tavola
cm. 40,5x30. Con cornice
Il dipinto è stato attribuito a Ventura Salimbeni dal prof. Marco Ciampolini (comunicazione email alla proprietà).
Al verso la tavola reca due vecchie iscrizioni a pennello. In basso a destra: "GERINO GERINI DA PISTOIA"; in basso al centro: "SEGNATO GGP / MD".
Questo bel dipinto su tavola deriva strettamente da un celebre affresco di Giovanni Antonio Bazzi detto il Sodoma, noto come la Madonna del Corvo. L'opera è oggi posta all'interno di un tabernacolo sulla via di Stalloreggi a Siena, ma in origine fu eseguita dal pittore per la facciata del palazzo senese dei fratelli Antonio e Caterino Mariscotti. -
Lot 34 Antonio Tempesta
(1555 - 1630)
Battaglia
Olio su tela
cm. 61x80. Con cornice
Il dipinto è accompagnato da un'expertise del prof. Antonio Vannugli.
Questo animatissimo dipinto è stato riconosciuto da Antonio Vannugli come opera autografa di Antonio Tempesta, da collocare nella fase matura dell’attività dell’artista. La scena, caratterizzata da un serrato scontro tra cavalieri e fanti all’ombra di due querce, si distingue per la precisione del disegno e l’energia narrativa tipiche della produzione del pittore fiorentino, attivo a Roma tra la fine del Cinquecento e i primi decenni del Seicento.
L'opera appartiene alla tipologia della “battaglia senza eroe”, genere caro a Tempesta e ispirato alle campagne contro i Turchi e alla fortuna letteraria della Gerusalemme Liberata. Non si tratta quindi di un episodio storico, ma di una rappresentazione “all’antica” del conflitto, resa con ritmo concitato e calibrato equilibrio di figure, cavalli a terra e armi scintillanti circondate dalla polvere del combattimento. La composizione rivela pienamente il linguaggio personale dell’artista, formatosi nella bottega di Jan van der Straet, detto Giovanni Stradano. Per qualità esecutiva e energia compositiva, la nostra Battaglia, collocata da Vannugli nei primi due decenni del Seicento, si inserisce a pieno titolo nel corpus delle opere guerresche di Tempesta. -
Lot 35 il Giovane (seguace di)
(Anversa 1569 - Parigi 1622)
Ritratto di fanciulla
Olio su tavola
cm. 35x27,5. Con cornice
La tavola reca a retro vari numeri di inventario a pennello.
Collezione privata, Roma. -
Lot 36 Artista fiammingo, XVII secolo
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Salita al Calvario
Olio su tela
cm. 164x109. Con cornice -
Lot 37 Carlo Cignani (attribuito a)
(Bologna 1628 - Forlì 1719)
Bacchino ebbro
Olio su tela
cm. 70x89. Con cornice antica
Il dipinto è accompagnato da un'expertise del Prof. Andrea Emiliani.
Il dipinto, raffigurante un Bacco bambino ebbro, con una ciotola in mano e la testa appoggiata su un otre pieno di vino, fu riferito da Andrea Emiliani alla mano di Carlo Cignani. La tela probabilmente presentava in origine un formato ottagonale. Il soggetto e la composizione si ispirano liberamente a un particolare di uno degli estremi capolavori di Guido Reni, l'Incontro tra Arianna e Bacco, accompagnato dal suo corteo, sull'isola di Nasso, eseguito tra il 1638 e il 1640: una tela di grande formato, andata perduta, di cui esistono almeno due copie oggi conservate a Roma presso l'Accademia di San Luca e il Palazzo di Montecitorio. La figura di Bacco e il suo movimento si richiamano con molte varianti all'analoga figura in basso a destra delle tele menzionate, presente anche nella stampa realizzata intorno al 1640 da Giovan Battista Bolognini, allievo di Reni, che documenta il dipinto prima della sua conclusione.
La qualità del dipinto e l'andamento fluido e felicemente sbrigliato della pennellata rivelano un talento di prim'ordine della generazione successiva a Reni, che sembra già anticipare il pittoricismo che si affermerà nella pittura bolognese nel XVIII secolo: caratteri ben compatibili con l'attribuzione a Carlo Cignani.
Collezione privata, Roma. -
Lot 38 Teniers Il Giovane (ambito di)
(Anversa 1610 - Bruxelles 1690)
Interno domestico con cuoca, ortaggi e cacciagione
Olio su tela
cm. 57x83,5. Con cornice -
Lot 39 Artista fiammingo, XVII-XVIII secolo
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Visita nello studio dello scultore
Olio su tela
cm. 61x51 -
Lot 40 Artista emiliano, XVII - XVIII secolo
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Allegoria della Fortezza
Olio su tela
cm. 98x79. Con cornice -
Lot 41 Artista attivo a Roma, XVII secolo
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San Pietro
Olio su carta applicata su tavoletta ottagonale
cm. 26x19,8. Con cornice antica
Il dipinto reca a retro un bollo in cera lacca e due vecchi cartigli con numero di invetario e attribuzione: "N. 4J /CORTONA / 1596-1669" e "PIETRO DA CORTONA". -
Lot 42 Artista fiammingo, XVII secolo
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Salita al Calvario
Olio su tela
cm. 119x177 -
Lot 43 Domenico Brandi
(Napoli 1684 - 1736)
Gregge a riposo con pastore che fuma la pipa
Olio su tela
cm. 76,5x103,3. Con cornice
Collezione privata, Roma. -
Lot 44 Willem van Leen (cerchia di)
(Dordrecht 1753 - 1825)
Bouquet di fiori con farfalla in un vaso metallico
Olio su tela
cm. 64x50 -
Lot 45 Artista attivo a Roma, seconda metà XVII secolo
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a) Baccanale con Bacco ubriaco; b) Baccanale con scena di sacrificio. Coppia di dipinti
Olio su tela
cm. 74x99 cad. -
Lot 46 Artista attivo a Roma, XVII secolo
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Quadrante di orologio notturno raffigurante Battesimo di Cristo, Spirito Santo, Dio Padre e angeli
Olio su rame
cm. 43x34. Con cornice -
Lot 47 Agostino Scilla (attribuito a)
(Messina 1629 - Roma 1700)
Poeta con libro e teschio
Olio su tela
cm. 97,5x76
Protagonista della pittura messinese e siciliana di secondo Seicento, Agostino Scilla fu pittore assai colto, nella cui pittura si fondono elementi classicisti, frutto del suo alunnato con Antonino Barbalonga prima, e Andrea Sacchi poi, con gli esiti compositi di un proficuo soggiorno romano, che lascia nella sua produzione tracce ben rinvenibili dei modi di Ribera, Salvator Rosa, Pier Francesco Mola e Mattia Preti. Questa articolata trama di riferimenti, fusi però in un esito omogeneo, si ritrovano anche nella nostra tela, che può essere utilmente avvicinata ad altre di Scilla, come il San Marco già Tomasso, battuto da Sotheby's ad aprile 2021, Il San Benedetto che distrugge gli idoli del Museo Regionali di Messina, o la Talia incorona Epicarmo del Museo Regionale di Palermo -
Lot 48 Giacomo Cavedone
(Sassuolo 1577 - Bologna 1660)
Allegoria della Carità
Olio su tela
cm. 75x97,5. Con cornice
Il dipinto è accompagnato da un'expertise del prof. Emilio Negro.
Questo delicato e intenso dipinto è stato ricondotto alla mano di Giacomo Cavedone da Emilio Negro, che ne riconosce appieno i tratti distintivi della maturità artistica del pittore. L'opera raffigura una giovane madre a mezzo busto circondata da tre vivaci fanciulli; uno di essi è colto nell'atto di prendere il latte dal seno, mentre gli altri due osservano incuriositi la scena alle spalle della protagonista. Si tratta di una Allegoria della Carità tradotta in chiave domestica e affettuosa, secondo l'interpretazione della lettura paolina della Virtù come suprema tra le tre Teologali (I Corinzi 13, 13). Da un punto di vista stilistico, la tela si impone come frutto dell'apprendistato di Cavedone presso l’Accademia dei Carracci a Bologna, dove divenne il loro legittimo erede dopo la prematura scomparsa di Agostino e Annibale, e la morte del maestro Ludovico.
Le calde tonalità brune, la luce dorata e l’equilibrio tra devozione e naturalezza, rimandano agli affreschi della cappella Bavosi in San Giacomo Maggiore, eseguiti intorno al 1615. La figura materna, dalle linee eleganti e dai panneggi fluenti, testimonia quella peculiare sintesi che Cavedone seppe creare fra la tradizione carraccesca, il colorismo veneto e il naturalismo guercinesco. Come rilevato da Emilio Negro, per qualità e stile la tela può essere verosimilmente identificata con la Carità con tre putti già nella collezione Garimberti di Parma, poi passata ai duchi Farnese (cfr. E. Negro, N. Roio, Giacomo Cavedone, pittore 1577 - 1660, Modena 2001, p. 186, cat. nn. 357 e 364).
Collezione Garimberti, Parma;
collezione Farnese, Parma.