IL CULTO DELL'ARREDO. II FASE. BASI D'ASTA RIBASSATE
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Lot 81 Philips Wouwerman (1619 - 1668), da
Le Port au Foin, 1748
Acquaforte su carta
37,4 x 47,6 cm (luce)
Altre iscrizioni: "Ph. Wouwermens pinx" (il pittore), "Jean Moyreau sculp" (l'incisore) in lastra; titolo e ampia descrizione in lastra
Elementi distintivi: sul verso, etichetta anonima con riferimento inventariale
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 50% (danni da umidità: ondulatura, muffe)
Stato di conservazione. Superficie: 40% -
Lot 84 Francisco José de Goya y Lucientes (1746 - 1828), ambito di
Ritratto di militare, 1800-1801
Olio su tavola
61,7 x 45,7 cm
Altre iscrizioni: al verso della tavola e della cornice riferimento in pennarello “P471”, forse con riguardo ad un passaggio d’asta; Al verso della cornice un secondo riferimento “66408” (?)
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 80% (fessurazioni longitudinali della tavola)
Stato di conservazione. Superficie: 90% (depositi al verso)
L'opera è di immediata collocazione all'inizio del XIX secolo, per stile e anche grazie alla divisa con taglio in uso nel periodo napoleonico, ma non altrettanto facile è ricondurla ad una scuola. Richiama per alcune soluzioni formali l'opera di Goya, nonostante non appartenga né al maestro né alla sua cerchia: in ragione sia della impostazione dell'opera, «too precisely and carefully neoclassical», sia della minore padronanza nei dettagli («Goya knew exactly where to place the highlights on buttons...»), come indica Juliet Wilson Bareau (comunicazione del 3 luglio 2021), in accordo con José de la Mano, secondo cui il dipinto «is more French than Spanish» (comunicazione del 16 dicembre 2021).
Sono comunque indizi di una contiguità di gusto le affinità nel trattamento cromatico e delle anatomie. Per il primo aspetto si può portare ad esempio, l'abbinamento di giallo e verde - qui nel collo rialzato e nel calamaio a destra - che richiama, tra le tante opere dipinte da Goya a cavallo tra i due secoli, il ritratto del ministro di grazia e giustizia Gaspar Melchor de Jovellanos (1798), il ritratto della Regina Maria Luisa a cavallo (1799) e la "La maja vestida" (1800-1807, come i due precedenti, al Prado).
Per il trattamento delle anatomie, l'opera mostra un interesse per il realismo, che si può osservare, ex multis, anche nel ritratto di "Godoy in veste di generale" (1801, Real Academia de Bellas Artes de San Fernando), ancora con l'uso del verde sul giallo, specialmente ngli occhi e nel naso, e nel ritratto di gruppo "La famiglia di Carlo VI" (1800-1801, Prado), in particolare l'infante Antonio Pascual.
L'opera è accompagnata da una bella cornice rifinita in foglia d’oro.
Ringraziamo i dottori Juliet Wilson Bareau e José de la Mano per il supporto nella catalogazione dell'opera. -
Lot 85 Area veneta (I quarto del XVIII secolo)
Credenza con fianchi sagomati e piedi a cipolla
Pioppo ed abete (struttura); noce, radica di noce, acero (impiallacciatura); metallo
94 x 242 x 67,8 cm
Provenienza: Surprise di Paola Cuoghi, Modena, 2010; Veneto Banca SpA in LCA
Certificati: certificato emesso da Surprise di Paola Cuoghi, Modena, non datato
Stato di conservazione. Supporto: 70% (recenti supporti di rinforzo di materiale antico; alcune gambe sostitute; cerniere sostituite (?); addizioni sul montante per correggere la chiusura delle ante; maniglieria non originale )
Stato di conservazione. Superficie: 60% (numerosi interventi di restauro ed integrazioni; abrasioni con comparsa di gallerie orizzontali di tarlo per esempio all’anta sinistra; perdita della patina)
Il mobile è presentato in scheda Cuoghi con una datazione più ampia (1680-1730), qui precisata al I quarto del XVIII secolo, in seguito agli approfondimenti svolti in sede d'asta. Il mobile è stato oggetto di un accurato restauro da parte di Vittorio Donà nel 2012.
Nota bene: il mobile è conservato, e va ritirato, presso l'ex Centro Direzionale di Veneto Banca a Montebelluna. -
Lot 86 Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780 - 1867), ambito di
Allegoria della pittura e della scultura
Matita su carta
32,2 x 14,1 cm
Altre iscrizioni: al recto, sul margine superiore, le iscrizioni moderne "14" e "15"
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 60% (fissaggio al supporto; residui di colla)
Stato di conservazione. Superficie: 70% (esposizione alla luce, depositi, macchie)
La coppia di disegni rappresenta le allegorie della pittura e della scultura, probabilmente per vetrate. Il segno privo di incertezze suggerisce una funzione progettuale o, in subordine, la dipendenza da un modello. La pulizia del tratto, l'anatomia (i visi tondeggianti, le mani di cui è sottolineata la morbida carnosità, le spalle, le braccia, le gambe ), l'ombreggiatura e la precisione geometrica delle parti architettoniche, ricordano molti fogli di Jean-Auguste-Dominique Ingres, anche se nessuno in modo così stringente da poter formulare una proposta attributiva al maestro.
Prima di tutto, un importante nucleo di cartoni, oggi conservati al Louvre, che il pittore dipinse nel 1844 su incarico di Re Luigi Filippo per le vetrate della cappella di San Ferdinando, eretta a Neuilly, nel luogo dell'incidente mortale di suo figlio Ferdinando Filippo (1810-1842), duca d'Orléans e delfino di Francia. Si confronti per esempio il cartone raffigurante Santa Elena imperatrice (inv. 27217), in particolare l'impianto architettonico ed il disegno della cupola entro circonferenza, ottenuto intersecando dei cerchi, proprio come avviene nei fogli in asta per ottenere la croce greca.
Altre similitudini si possono riscontrare, per esempio, in "Couple en costume médiéval dans un paysage" (apparso a Christie's Parigi, 20 marzo 2024, lotto 94; di cui si conserva una versione a matita, datata 1811, allo Städel Museum, Frankfurt am Main, inv. 337, riprodotta in "Ingres 1780-1867", Parigi, Musée du Louvre, 2006, p. 154, fig. 109); "Paolo e Francesca" (già Sotheby's, New York, 28 gennaio 2016, lotto 180); "Antioco e Stratonice" (Louvre, Parigi, RF1440); "Studio di nudo drappeggiato per Santa Radegonda" (Louvre, RF4169); "Studio per l'età dell'oro" (collezione privata); tre disegni in cui Ingres copia dettagli della "Fontaine des Innocents", fontana monumentale realizzata a Parigi nel 1547-50 dallo scultore Jean Goujon (uno in collezione privata e due al Fitzwilliam Museum, Cambridge). -
Lot 87 Persia occidentale (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Bijar in stile Senneh
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo simmetrico
292 x 202 cm
Elementi distintivi: etichetta della Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna
Provenienza: Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna, 2006; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90% -
Lot 88 Argenteria Tanfani e Bertarelli (1935 - 1955)
Candelabro, I metà del XX secolo
Lamina d'argento lavorata a sbalzo
42 x 40,4 x 12,1 cm
Elementi distintivi: marchio "4 RO" (= Tanfani e Bertarelli, Roma)
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: Stato di conservazione. Supporto: 80% (struttura leggermente deformata)
Stato di conservazione. Superficie: 90% (usura,danni da urto, ossidazioni) -
Lot 89 Giulio Turcato (1912 - 1995)
Nove incisioni, 1977
Serigrafia e litografia su carta
70,1 x 50,6 cm
Firma: “TURCATO” a matita su carta
Altre iscrizioni: indicazione della tiratura “26/100” a matita su carta
Elementi distintivi: al verso di ogni foglio, timbro a secco dell’editore
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 85% (alcune ondulature e pieghe, prodotte anche da fermagli in metallo ancora presenti)
Stato di conservazione. Superficie: 85% (depositi)
Il lotto contiene 9 di 10 tavole componenti una edizione pubblicata in tiratura 100 esemplari da La Nuovo Foglio Editrice nel 1976 per cura di Magdalo Mussio e con gli interventi dei maestri incisori Sante Consoli, Isabella Scarabotto, Giovanni Budassi e Solidea Marsili. -
Lot 90 Francia (XX secolo)
Tappeto Savonnerie
Lana su armatura di lana, con nodo simmetrico
385 x 497,5 cm
Provenienza: collezione Cingi, Modena, 2004; Veneto Banca SpA in LCA
Certificati: Scheda di Raffaele Verolino, non datata
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Il tappeto, ritenuto novecentesco in sede di catalogazione d'asta, riprende motivi Napoleone III, tipici Aubosson o, preferibilmente Savonnerie in considerazione della annodatura del vello. L’apparato mostra un campo verde con al centro un medaglione circolare circondato da una fascia di motivi floreali, con ghirlande e cornucopie. Interessante la bordura a fondo nocciola con motivo a foglie allungate e, agli angoli, fiori a rosetta.
Nella propria scheda, lo specialista Raffaele Verolino data il tappeto alla fine del XIX secolo. -
Lot 91 Venezia (Metà del XVIII secolo)
Coppia di consolles con tema floreale
Legno di tiglio intagliato, laccato e dorato; marmo giallo di Siena
79,2 x 153 x 70 cm (ogni consolle)
Provenienza: Tullio Silva, Milano, fino almeno al 1964; María de los Ángeles Félix Güereña (1914–2002); Christie's, New York, 17-18 luglio 2007, Asta 1931, l. 35 ($ 26.400, stima $ 30.000-50.000); Surprise di Paola Cuoghi, Modena, 2008; Veneto Banca SpA in LCA
Bibliografia: S. Levy, Il mobile veneziano del Settecento, Venezia, 1964, riprodotto
Certificati: certificato emesso da Surprise di Paola Cuoghi, Modena, non datato
Stato di conservazione. Supporto: 75% (marmo sostituito; numerose piccole fessurazioni; tarlature)
Stato di conservazione. Superficie: 75% (cadute e integrazioni alla dorature e alla lacca, in particolare alle gambe)
Con autonoma perizia, Maricetta Parlatore Melega propone una datazione alla prima metà del XVIII secolo. -
Lot 92 Jean-Baptiste van Loo (1684 - 1745), attribuito a
Ritratto di giovane nobiluomo (Luigi Filippo I di Bornone-Orléans?)
Olio su tela
80,4 x 64,3 x 1,7 cm
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 70% (rintelo e rintelaiatura)
Stato di conservazione. Superficie: 80% (danni da urto, pressione e sfregamento; sfondamenti risarciti; cadute di colore, in parte reintegrate)
Il dipinto si colloca nella produzione dei Van Loo. Il trattamento dei tessuti esposti alla luce, così come la resa di alcuni dettagli fisiognomici (bocca, naso, occhi, ciglia, capelli), portano in direzione di Jean-Baptiste van Loo alla fine della sua carriera, chiamato forse a ritrarre Luigi Filippo I di Borbone-Orléans (1725-1785), come suggerisce il paragone con un ritratto dello stesso personaggio in età adulta recentemente in asta (Lempertz, Cologne, 21.09.2016, asta 1074, l.42). Si avvicina all'opera in esame, soprattutto per quanto riguarda la resa dei tessuti, anche lo stile del nipote Jules-César Denis van Loo (1743–1821). -
Lot 93 Persia sud orientale (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Kirman
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo asimmetrico
305 x 303 cm
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Il tappeto, a fondo rosso, con decorazione minuta tipicamente Kirman, si contraddistingue anche per il raro formato quadrato. -
Lot 95 Pakistan (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Chobi Ziegler
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo asimmetrico
361 x 268 cm
Elementi distintivi: etichetta con riferimenti di inventario
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 70% (macchie)
Tappeto dai riflessi dorati dovuti a un lavaggio chimico che ha reso i colori più fusi tra loro. -
Lot 96 Gabriel Forestier (1889 - 1969)
Ritratto di Anna Laetitia Pecci-Blunt, 1910 circa
Marmo
48 x 45 x 23 cm
Firma: « Gabriel Forestier » sul fianco destro
Provenienza: Collezione Pecci-Blunt, Roma; Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 95% (danni minori da urto)
Stato di conservazione. Superficie: 95% (abrasioni minori, depositi e residui da contatto)
Anna Laetitia Pecci-Blunt, familiarmente "Mimì" (1885-1971), figlia del gentiluomo di Sua Santità Camillo Pecci e della nobildonna cubana Silvia Bueno y Garzon, e pronipote di papa Leone XIII (Vincenzo Gioacchino Pecci, 1810-1903), si trasferì a Parigi dopo la I Guerra Mondiale, legandosi in amicizia con molti artisti, tra cui Georges Braque e Jean Cocteau e con il banchiere americano Cécil Blunt, figlio del collezionista Ferdinand Blumenthal, con cui si sposò nel 1919 con la benedizione di Papa Benedetto XV, che concesse a Cécil Blunt il titolo di conte Pecci-Blunt. La coppia mantenne la residenza a Parigi, aprendo la propria casa a scrittori, poeti, artisti e musicisti, tra i quali Salvador Dalì, Cocteau, Paul Valéry, Francis Poulenc e Paul Claudel. Nel 1929 la famiglia si trasferì a Roma, in un palazzo in Piazza Aracoeli 3, tra Piazza Venezia e il Campidoglio, disegnato da Giacomo della Porta, costituendovi un circolo culturale di primario livello, poi confluito nella Galleria della Cometa (il nome derivava dalla cotta d'armi della famiglia Pecci-Blunt), aperta nel 1935 sotto la direzione di Libero de Libero. Una sede secondaria venne aperta a New York nel 1937, dove Anna Laetitia e Cécil Pecci-Blunt si trasferirono negli anni della II Guerra Mondiale, per rientrare in Italia solo nel 1947. Insignita della Medaglia d'oro per l'arte e la cultura nel 1960 e della Legion d'Onore francese nel 1964, promosse raccolte di fondi per arricchire i musei pubblici romani, sul modello inglese, ed alla sua morte, nel 1971, donò la sua collezione di disegni e dipinti al Museo di Roma, mentre gli altri suoi beni furono dispersi sul mercato.
In questa fase deve essere apparso l'importante ritratto scultoreo oggi in asta, realizzato da Gabriel Forestier probabilmente a Parigi, negli anni immediatamente successivi alla Grande Guerra, a giudicare dalla giovane età della ritrattata.
Forestier, nativo di Eymet in Dordogna, si era trasferito a Parigi fin dal 1909, dopo aver completato gli studi all’école des beaux-arts di Bordeaux. Durante la Grande Guerra aveva militato in Italia nelle truppe di sostegno alle forze italiane impegnate contro gli austro-ungarici. Il suo legame con l'Italia continua anche dopo la guerra, con viaggio di formazione nel 1922 e poi di nuovo nel 1931-1932. Frattanto, riceve importanti incarichi pubblici: tra gli altri, a Chicago, insieme a Marcel Loyau (1895-1936), i cavalli marini della fontana Clarence Buckingham (1927), a Parigi con A. Janniot et C. Barberis il basso rilievo della facciata del Musée des arts de l’Afrique et de l’Océanie, eretto da L. Laprade per l'esposizione coloniale nazionale del 1930. Nel 1932, venne insignito della medaglia d'oro del "Salon des artistes français", nel 1937 ottenne il grand prix e il cavalierato della Legion d'Onore, in seguito alla realizzazione della porta in bronzo del Musée d’art moderne di Parigi. Nel 1938, scolpì il proprio capolavoro, "La Messagère", che si trova nei giardini del Palais du Luxembourg. -
Lot 97 Veneto (I quarto del XVIII secolo)
Comò a tre cassetti
Abete (struttura); noce e radica di noce (impiallacciatura); bronzo (maniglieria)
88,8 x 171 x 72,3 cm
Provenienza: Galleria Antiquaria Cantore, Modena, 2010; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90% (piccole fessurazioni alla cornice di base)
Stato di conservazione. Superficie: 90% (piccole stuccature alle lacune del piano; integrazioni sulle fasce del piano; alcuni segni di carteggiatura trasversali alle fibre del legno)
L'attribuzione ad una produzione veneta del I quarto del XVIII secolo è emersa in sede d'asta. La scheda Cantore pospone di poco la datazione, al IV decennio del XVIII secolo. -
Lot 99 Persia nord occidentale (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Tabriz 60 raj
Vello in lana e seta su armatura in cotone, con nodo simmetrico
202 x 199 cm
Elementi distintivi: etichetta della Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna ed etichetta anonima con riferimenti del tappeto, probabilmente del grossista
Provenienza: Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 80%
Stato di conservazione. Superficie: 70% -
Lot 100 Franco Gentilini (1909 - 1981)
Senza titolo
Serigrafia su cartoncino
178,7 x 129,8 cm
Firma: “Gentilini” al recto a matita nel corpo dell’immagine
Altre iscrizioni: tiratura “106/120” al recto a matita nel corpo dell’immagine
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95% -
Lot 101 Persia meridionale (III quarto del XX secolo)
Tappeto Yalameh
Vello in lana su armatura in lana, con nodo simmetrico
294 x 203 cm
Elementi distintivi: etichetta con riferimento alla provenienza iraniana e seconda etichetta sovrapposta con dati del tappeto e numero di inventario; Inoltre etichetta anonima con riferimento al numero di inventario della banca
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 70%
Stato di conservazione. Superficie: 70% -
Lot 102 Peter Lely (1618 - 1680)
Ritratto di giovane. Dal "Giovane in armatura" di Anton van Dyck
Olio su tela
66,5 x 55 x 3 cm
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 70% (rintelo, sfondamento risarcito in alto a destra)
Stato di conservazione. Superficie: 80% (alcuni danni alla superficie da urto e sfregamento; cadute e ritocchi; vernice ingiallita)
Lely reinterpreta a guisa di ritratto l' "Uomo con armatura con banda rossa" di Anton Van Dyck custodito alla Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda. Lely, come Van Dyck olandese, subentrò al maestro, alla sua morte (1641), come più ricercato ritrattista di Inghilterra. La autografia del dipinto appare confermata nel tratto della pennellata ed anche nelle più minute soluzioni anatomiche (compreso il rigonfiamento sotto il labbro che ricorre anche nello spettacolare "Ritratto di Samuel Crew" ex Weiss Gallery ed oggi al Greningenmuseum di Bruges, con datazione intorno 1650-1652).
La attività di Peter Lely come copista di Van Dyck è ben nota ed ha riguardato anche il cosiddetto ultimo ritratto di Van Dyck (Gustav Glück, “Reflections on Van Dyck’s early death”, The Burlington Magazine, 1941). Alle copie da Van Dyck è dedicato il contributo di Sir Oliver Millar al Catalogue raisonné del maestro (Van Dyck – A Complete Catalogue of the Paintings, by Susan Barnes, Nora De Poorter, Oliver Millar e Horst Vey, Londra, 2004): "especially towards the end of his life”, nota, “was assigned to Van Dyck’s assistants, and there was a heavy demand for repetitions, whether replicas, part replicas, variants or copies […] Sometimes Van Dyck would himself paint a new detail in a repetition otherwise painted entirely by an assistant”, whereas his “finest English portraits are painted…noticeably with a greater variety of touch.”
Secondo uno dei suoi primi biografi, Richard Graham, Lely raggiunse l'Inghilterra nel 1641, l'anno della morte di Van Dyck, ed il nome del maestro appare anche tra gli autori delle opere comprese nella liquidazione del patrimonio di Lely, nel 1682.
L'attività di Lely nell'ambito della pittura di riproduzione è indagata in Michael Daley, "Art-Trading, Connoisseurship and the Van Dyck Bonanza", apparso online su ArtWatch UK il 27 gennaio 2021. -
Lot 103 Venezia (I quarto del XVIII secolo)
Specchiera a doppia fascia di specchi incisi con inserti in cartigli dorati
Legno di cirmolo intagliato e dorato; vetro inciso
226 x 154,5 x 28 cm
Provenienza: Suprise di Paola Cuoghi, Modena, 2012; Veneto Banca SpA in LCA
Certificati: certificato emesso da Surprise di Paola Cuoghi, Modena, non datato
Stato di conservazione. Supporto: 80% (schienale del vetro centrale sostituito; fregi laterali e fregio inferiore fissati con viti moderne e con specchi e fondini aggiunti; fratture per esempio sulle figure e sul cimiero: danni da urto localizzati)
Stato di conservazione. Superficie: 60% (doratura consunta e ripresa; parti disassate) -
Lot 104 Pakistan (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Chobi Ziegler
Vello in lana su armatura in cotone con nodo asimmetrico
306 x 248 cm
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
I tappeti Chobi sono prodotti in Pakistan su imitazione dei tappeti persiani e si caratterizzano per i colori pastello, tenui e chiari, adatti per l’arredamento. I motivi del disegno derivano dai modelli persiani classici safavidi, con palmette e foglie piumate. -
Lot 105 Austria o Francia (Fine del XVIII secolo - Inizi del XIX secolo)
Ritratto femminile (Maria Antonietta di Francia?)
Olio su tela
51,7 x 41 cm
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 70% (rintelo e rintelaiatura)
Stato di conservazione. Superficie: 70% (danni da urto, cadute di colore, integrazioni e ritocchi soprattutto sulle spalle, sulla capigliatura e sullo sfondo)
Maria-Antonietta (1755-1793), regina di Francia, decapitata il 21 settembre 1792, fu oggetto durante la restaurazione di un vero e proprio culto: la sua iconografia virò decisamente verso l'immagine di una donna triste, quasi presaga della sorte che la attendeva. La identificazione del personaggio effigiato con la sfortunata regina è suggerita dalla fisionomia, dall'acconciatura impreziosita dall'importante filo di perle, dal vestito azzurro, colore simbolo della dinastia borbonica che domina nei ritratti di Maria Antonietta nella più felice epoca del regno (cfr. per esempio il ritratto di "Maria Antonietta con la rosa", dipinto da Élisabeth Vigée Le Brun nel 1783 e oggi al Musée National du Château, Versailles, ed il ritratto dipinto da Joseph Hickell conservato al Museo Nazionale di Stoccolma, in cui compare l'identico filo di perle). Vedete, però, il taglio severo del vestito? Anche in questo dettaglio l'autore sembra omaggiare la semplicità, l'umiltà e forza morale della sovrana caduta in disgrazia. -
Lot 106 Persia centrale (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Baktyari
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo simmetrico
229 x 174 cm
Elementi distintivi: etichetta della Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna
Provenienza: Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Campo, a fondo blu scurissimo, contraddistinto da un motivo herati, ingrandito di scala: al centro una rosetta racchiusa entro una losanga, circondata da quattro foglie arcuate, molto ben disegnate. -
Lot 107 Archimede Seguso (1909 - 1999), Vetreria
Vaso
Vetro animato ad oro
29,9 x 20,3 x 19,8 cm
Firma: «Archimede Seguso Murano», inciso sulla base
Elementi distintivi: etichetta «Archimede Seguso Murano Made in Italy»
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90% (graffi sull’orlo) -
Lot 108 Venezia (II quarto del XVIII secolo)
Coppia di poltrone
Legno di noce intagliato
108 x 70 x 67,5 cm (ogni poltrona)
Provenienza: Surprise di Paola Cuoghi, Modena, 2009; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90% (tarlature; tessuti e telaio sostituiti)
Stato di conservazione. Superficie: 50% (eliminazione della laccatura originale e successivo trattamento delle superfici)
In sede d'asta, la datazione è stata precisata nel II quarto del XVIII secolo. In scheda Cuoghi, le poltrone sono attribuite in modo più generico al XVIII secolo. Con autonoma perizia, Maricetta Parlatore Melega posticipa la datazione alla seconda metà del XVIII secolo.