IL CULTO DELL'ARREDO
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Lot 241 Italia (Ultimo quarto del XIX secolo)
Ritratto maschile, 1890 ca.
Terracotta
28,8 x 17,8 x 11,5 cm 2,10 kg (chilogrammi)
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 50% (danni conseguenti ad un forte urto, con fratture molto importanti - anche al collo, la testa è mobile e trattenuta per incastro - e perdita di materia; parti ricomposte in restauro)
Stato di conservazione. Superficie: 70%
Scultura impressionistica, di piglio molto vivo, vicinissima allo stile pittorico di Antonio Mancini, ma non di sua mano (comunicazione di Cinzia Virno del 12 dicembre 2020). L'ipotesi che si tratti dell'opera - «davvero interessante» - di un pittore è tuttavia sottolineata da Alfonso Panzetta, pur senza avanzare ipotesi attributive: «non è una scultura di uno scultore, ma di un pittore! Uno scultore, abituato a ragionare per volumi e masse - anche se di estrazione "pittorica" - non avrebbe mai reso la parte degli occhi e delle orecchie come si vede nella terracotta in esame. È un pittore che modella!» (comunicazione del 13 novembre 2020).
Ringraziamo la dr.ssa Cinzia Virno e il prof. Alfonso Panzetta per il supporto nella catalogazione dell'opera. -
Lot 242 Persia centrale (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Ghom
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo asimmetrico
195 x 207 cm
Elementi distintivi: etichetta della Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna
Provenienza: Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Il campo di questo tappeto è diviso in quattro settori, ciascuno dei quali contiene un diverso disegno di medaglione con fondo di colore variato, una sorta di campionario. -
Lot 243 Francia (I metà del XX secolo), (?)
Studio di teschio
Matita e gessetto su carta grigia
32,6 x 25,3 cm
Firma: monogramma parzialmente illeggibile
Altre iscrizioni: in basso alcune parole illeggibili e "XVIIe siècle"
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 70% (residui di colla, tarlatura, mancanza nell'angolo alto a destra)
Stato di conservazione. Superficie: 85% -
Lot 244 Persia nord occidentale (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Tabriz 60 raj
Vello in lana e seta su armatura in cotone, con nodo simmetrico
195 x 195 cm
Elementi distintivi: etichetta della Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna
Provenienza: Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90% -
Lot 245 Persia nord occidentale (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Tabriz
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo simmetrico
248 x 251 cm
Elementi distintivi: etichetta della Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna
Provenienza: Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Esemplare con motivo herati di campo e di bordura particolarmente fitto e minuto. -
Lot 246 Fonderia Chiurazzi, Napoli (1870), attribuito a
Dioniso
Bronzo patinato con finitura "Rinascimento", smalto
61,7 x 30,5 x 25,5 cm 8,7 kg (chilogrammi)
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Bibliografia: Salvatore Chiurazzi, a cura di, "Chiurazzi. Fonderie - Ceramica - Marmeria", Napoli, 1929, cat. 91 (ill) (bibliografia di confronto, consultata in copia anastatica)
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 90% (consunzione della patinatura, macchie, graffi)
La scultura risponde perfettamente per misure alla versione maggiore (h. 62 cm) della riproduzione bronzea realizzata da Chiurazzi nel 1862 a partire dal celebre Dioniso ritrovato a Pompei, oggi conservato presso il Museo archeologico nazionale di Napoli (inv. 5003). Presenta anche la splendida patina scintillante, cosiddetta “Rinascimento”.
Nel catalogo delle produzioni Chiurazzi, al numero 91, l’opera è così descritta: «Di straordinaria bellezza questa statuetta, per le forme esageratamente slanciate, è della scuola caratteristica di Prassitele. Coronato d’edera, munito di nebride e di alti calzari rappresenta Dioniso. Cosa faccia il dio non è chiaro. Probabilmente scherzava con la pantera che doveva trovarsi accanto. – Si pretendeva che questa statuetta rappresentasse Narciso, immobile, attento ad ascoltare la ninfa Eco, che si consuma d’amore per lui, e che riempie la montagna e le valli dei sui lamenti».
La storia dei bronzi di riproduzione è antica e illustre. Dagli anni '60 dell'Ottocento, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli iniziò a concedere permessi per la produzione ufficiale di copie della sua straordinaria collezione di sculture, che includeva i reperti di Pompei ed Ercolano. Verso la fine del XIX secolo, diverse aziende di Napoli videro l'opportunità di capitalizzare il crescente interesse per i siti vesuviani e produssero repliche insieme a fotografie e altri souvenir per i viaggiatori.
Musei, istituti scolastici, privati e persino hotel furono acquirenti entusiasti di queste repliche durante il XIX e il XX secolo, commissionandole sia come preziosi strumenti didattici sia come sostituti degli originali che non avrebbero mai potuto possedere.
La Fonderia Chiurazzi, fondata nel 1870 ed ancora in funzione, divenne presto una delle principali produttrici di repliche. Assemblò rapidamente una ricchissima collezione di stampi, che oggi rimane un prezioso documento storico, e per molti anni ebbe un negozio nel porticato proprio di fronte al Museo archeologico nazionale. Il catalogo Chiurazzi, pubblicato del 1929, offriva riproduzioni di statue, armature, mosaici e vasi del Museo di Napoli, nonché di famose sculture di altri rinomati musei europei.
Le repliche in bronzo erano disponibili in tre dimensioni e anche in tre finiture: Ercolano (scuro), Pompei (verdastro) e Rinascimento (bronzo scintillante).
L’esemplare del Dioniso in asta rappresentava il top di gamma: massime dimensioni (62 cm, contro le versioni minori di 39 e 27 cm) e patina “Rinascimento”, di gran lunga la più costosa. In catalogo era infatti offerto a 1250 lire, una cifra notevole negli anni Venti. L’esemplare più economico costava infatti meno di un sesto: 200 lire e lo stipendio di un impiegato di medio livello variava allora tra 400 e 600 lire al mese.
Le repliche di Chiurazzi si possono trovare in tutto il mondo, dal “Laocoonte” che accoglie i visitatori alla fermata della metropolitana Museo di Napoli a una statua del “Cacicco” a Maracay, in Venezuela. Negli anni '70 i Chiurazzi ricevettero una commissione di grande peso dagli architetti che lavoravano per J. Paul Getty alla costruzione del John Paul Getty Museum, come noto ispirato alla Villa dei Papiri di Ercolano. Era infatti logico includere repliche delle famose statue che vi furono trovate durante gli scavi a metà del XVIII secolo. -
Lot 247 Roma (Fine del XIX secolo - Inizi del XX secolo), (?)
Giocatori di bocce, 1897-1904
Acquerello e tempera su cartone
68,7 x 100,6 cm
Firma: "F Bloehnvitz" (?) a matita e ad inchiostro
Data: "97" a matita; "1904" a inchiostro
Provenienza: Collezione privata, Roma
Stato di conservazione. Supporto: 70% (sfondamenti e strappi riallineati, di cui almeno 5 risarciti e altri aperti)
Stato di conservazione. Superficie: 60% (interventi di restauro, integrazioni e ritocchi)
L'opera è firmata, ben due volte, ma non si è riusciti ad identificare l'autore. Tuttavia, nell'ambito della produzione di Roma popolare resa celebre prima dai bamboccianti e poi dalla generazione di Bartolomeo Pinelli, è molto raro trovare una rappresentazione del gioco delle bocce, nell'opera in asta probabilmente ambientato in Trastevere.
L'autore - il cui nome suggerisce comunque una origine tedesca - mostra così, nella scelta di un soggetto inatteso, il rapporto con la pittura realista d'oltralpe, che si coglie anche nella impostazione fotografica della scena e nella resa meticolosa dei dettagli. C'è lo sguardo dell'etnografo, il gusto per la documentazione, che anima anche molto cartolinismo del tempo. Ci sono anche i 7 anni di elaborazione dell'opera, che intercorrono tra le due date apposte all'opera (1897 e 1904).
Nota bene: il lotto è visionabile e va ritirato, a cura e spese dell'acquirente, presso il deposito di Bonino a Roma. -
Lot 248 Persia nord occidentale (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Tabriz fine
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo simmetrico
206 x 205 cm
Elementi distintivi: etichetta della Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna
Provenienza: Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna, 2007; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90% -
Lot 249 Persia centrale (II metà del XX secolo)
Passatoia Kashan Natanz
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo asimmetrico
354 x 100 cm
Elementi distintivi: etichetta anonima con dati del tappeto, e seconda etichetta anonima
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 70%
Stato di conservazione. Superficie: 70% -
Lot 250 Maestranze medicee (XIX secolo), imitatore di
Testi di Nettuno, 1793
Terracotta
62 x 33,5 x 29,5 cm 25,8 kg (chilogrammi)
Elementi distintivi: stemma mediceo marchionale sulla schiena
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 95%
Stato di conservazione. Superficie: 95%
Come ci segnala Sandro Bellesi, le numerose incongruenze stilistiche e storiche, portano a qualificare l'opera come di imitazione. Infatti, la «data 1793 riportata sulla terracotta è decisamente fuori epoca per lo stemma mediceo. La famiglia Medici si estingue, in seguito alla morte di Gian Gastone, nel 1737. Inoltre lo stemma, o arme per essere più precisi, poco si adatta bene alla corona imperiale. La corona imperiale venne adottata dai Lorena in Toscana, solo in seguito alla nomina a imperatore di Francesco Stefano d'Asburgo-Lorena, se non sbaglio negli anni Settanta del '700» (comunicazione dell'11 ottobre 2021).
Ringraziamo il Prof. Sandro Bellesi per il supporto nella catalogazione dell'opera. -
Lot 251 Persia centrale (III quarto del XX secolo)
Tappeto Bakhtiyari
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo simmetrico
237 x 159 cm
Elementi distintivi: etichetta della Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna
Provenienza: Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 70%
Stato di conservazione. Superficie: 70%
Disegno a rose sul campo salmone tipico della produzione dei tappeti Bakhtiyari di Fara-downbe, così come la tessitura con trama singola. -
Lot 252 Martin van den Bogaert, detto Desjardins (1637 - 1694), da
Ritratto del pittore Pierre Mignard
Gesso
78,2 x 57,2 x 32 cm 18,80 kg (chilogrammi)
Elementi distintivi: al verso, in ovale, « Musée du Louvre 1696»
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 90% (fratture reintegrate, per esempio il naso; danni da urto, con rare mancanze, per esempio al panneggio)
Stato di conservazione. Superficie: 85% (depositi, abrasioni, graffi)
Gesso prodotto dal Louvre, come si rileva dalla iscrizione in ovale al verso, sul modello del ritratto in marmo di Pierre Mignard (1612-1695) realizzato da Martin van den Bogaert (1637-1694), detto Desjardins, e conservato presso lo stesso museo. Il marmo, che misura 70x56x34 cm, è stato donato da Catherine de Feuquière, figlia del pittore, nel 1726 all'Académie royale de peinture et de sculpture, da cui poi è passato al Louvre (Département des Sculptures, inv. M.R. 2483).
Il gesso in asta è databile al XIX secolo, come cortesemente ci indica Lorenz Seelig (comunicazione del 4 novembre 2021).
Ringraziamo il dr. Lorenz Seelig per il supporto alla catalogazione dell'opera. -
Lot 253 Pier Francesco Cittadini (1616-1681), seguace di
Coppia di nature morte con sfondo di architetture fantastiche
Olio su tela
100 x 126 cm
Provenienza: Principi Toraldo di Massa Lubrense; Eredi Toraldo, Roma
Stato di conservazione. Supporto: 75% (rifodero)
Stato di conservazione. Superficie: 80% (cadute di colore diffuse, in particolare lungo le cuciture della tela; ritocchi)
Le due opere richiamano nel modello compositivo (natura morta su quinta scenica, con presenza di statue e altri oggetti d'arredo di gusto classico, drappi e cani di tipo King Charles Spaniel), e in alcuni tratti esecutivi (in particolare la resa per linee dell'argento e dell'oro) le opere di Pier Francesco Cittadini (1616-1681), pur non raggiungendone la qualità. La lezione di Cittadini, allievo di Crespi e Milano e di Reni a Bologna, dunque pittore di successo a Roma verso la metà del secolo (con commissioni anche da parte del Re di Francia) influenza grandemente la produzione di nature morte nel Nord Italia. Tre dei suoi ventidue figli furono pittori: Carlo Antonio, Angelo Michele, Giovanni Battista. Troppo scarso il catalogo di questi utlimi per dichiarare una attribuzione in questa direzione, che tuttavia non andrebbe, pari argomento, scartata. Sono state suggerite attribuzioni altenative, in particolare a Antonio Gianlisi il Giovane (1677-1727) e aiuti (Carlotta Venegoni, comunicazione del 26 marzo 2023), alla bottega di Pietro Francesco Gambone (1682-1740), o a un anonimo pittore conoscitore dell'opera del bolognese Adeodato Zuccati (1680-post 1720) e del già citato Antonio Gianlisi il Giovane (Gianluca Bocchi, comunicazione del 27 marzo 2023). I giudizi attributivi si focalizzano quindi su una produzione di inizio Settecento in Emilia Romagna, in particolare gravitante su Bologna e sulla lezione di Cittadini.
Le opere differiscono leggermente nella dimensione: 100x126 cm, la scena con cagnolino e piccola statua antica al margine e architetture fantastiche sullo sfondo; 98x124 cm, la natura morta con tendaggio e architetture fantastiche sullo sfondo.
Ringraziamo i dottori Gianluca Bocchi e Carlotta Venegoni per le ipotesi attributive, formulate in modo indipendente con esame fotografico delle opere. Gli studiosi sono disponibili a rilasciare expertise all'acquirente alle condizioni che la casa d'aste comunicherà riservatamente.
Nota bene: il lotto è visionabile e va ritirato, a cura e spese dell'acquirente, presso il deposito di Bonino a Roma. -
Lot 254 Persia occidentale (Ultimo quarto del XX secolo)
Passatoia Kurd a disegno Senneh
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo simmetrico
286 x 75 cm
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 80%
Stato di conservazione. Superficie: 80% -
Lot 255 Dagestan (III quarto del XX secolo)
Tappeto Khalag a disegno Seikhur Gollu Chi-Chi
Vello in lana su armatura in lana, con nodo simmetrico
266 x 210 cm
Altre iscrizioni: intessuto in russo "Dagestan Khalag"
Elementi distintivi: etichetta anonima con riferimento di inventario e misure erronee; una seconda etichetta anonima
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%
Insolito tappeto caucasico con il motivo a croce di Sant’Andrea tipico dei tappeti Seikhur dell’area di Quba in Azerbaigian ma prodotto in Dagestan come risulta chiaramente dall’iscrizione intessuta. -
Lot 256 Pierre-Jean David, detto David d'Angers (1788 - 1856), da
Ritratto di Victor Hugo
Gesso
67 x 38,7 x 31 cm
Firma: « P.J. DAVID D’ANGERS » incisa sul lato sinistro
Data: « 1837 »
Altre iscrizioni: sul fianco sinistro «A son ami Victor Hugo »
Provenienza: Felix Semyonov, New York - Roma
Stato di conservazione. Supporto: 80% (danni da urto alla base, importanti fratture al verso, abrasioni)
Stato di conservazione. Superficie: 90% (depositi, segni a penna su un fianco)
Edizione in gesso del celebre ritratto custodito al Musee des Beaux Arts di Angers. Come segnala Jacques de Caso, University of California, Berkeley, di questo busto sono stati prodotti in innumerevoli esemplari. Un esemplare è conservato presso la Conway Library del Courtauld Institute of Art. Un ulteriore esemplare. già nella collezione Pierre Bergé, è passato in asta a Sotheby's, Parigi, il 30 ottobre 2018 (l. 442).
Ringraziamo il prof. Jacques de Caso per il supporto nella catalofazione dell'opera. -
Lot 257 Persia sud orientale (II metà del XIX secolo)
Tappeto Afshar
Vello in lana su armatura in lana
180 x 140 cm
Elementi distintivi: tre etichette anonime, di cui una con indicazione “Heritz Bakhshayesh”
Provenienza: Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 30% (rotture alle cimose e al corpo del tappeto, in parte reintegrate con suture e toppe)
Stato di conservazione. Superficie: 20% (vello quasi interamente consumato e ridipinto)
Tappeto veramente inconsueto: al centro un caratteristico medaglione Afshari, circondato da una fascia in blu scuro decorata da piccoli dischi, che si ripetono all’esterno dell’esagono centrale sul fondo avorio. -
Lot 258 Persia occidentale (Ultimo quarto del XX secolo)
Tappeto Kurd Senneh
Vello in lana su armatura in cotone, con nodo simmetrico
290 x 130 cm
Elementi distintivi: etichetta della Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna
Provenienza: Galleria d’arte Martinazzo, Montebelluna; Veneto Banca SpA in LCA
Stato di conservazione. Supporto: 90%
Stato di conservazione. Superficie: 90%