Asta 37: 15 aprile 2023 ore 15:00 "Monti e Colli" - Auction 37: 15 April 2023 at 15.00 "Mountains and Hills"
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Lot 25 Carlo Musso Balangero TO 1907 - Torino 1968 Via del paese a Pragelato Olio su cartone cm 39x50.
Musso Carlo, si diploma in scultura presso la Regia Accademia albertina di belle arti di Torino nel 1882. Con il fratello Secondo e con Francesco Papotti è contitolare, dal 1886 al 1908, della ditta Fratelli Musso e Papotti, attiva nella realizzazione di apparati decorativi in scagliola, stucco lucido, cemento comune e pietra artificiale, apparati effimeri, modelli e monumenti funebri. La ditta Fratelli Musso e Papotti, dal 1909 ditta Carlo Musso, chiude nel 1936, dopo mezzo secolo di attività, nel corso del quale progetta e realizza gli apparati decorativi delle dimore private di esponenti della famiglia reale, della nobiltà e della nascente borghesia imprenditoriale piemontese, le sedi di istituzioni pubbliche, enti religiosi, istituti bancari e assicurativi sempre in rapporto e collaborazione con i più affermati ingegneri e architetti esponenti della cultura eclettica e del nuovo stile floreale. Particolarmente significativi per indagare i rapporti tra architettura e decorazione, i progetti in collaborazione con Carlo Ceppi, Pietro Fenoglio, Giovanni Chevalley e Annibale Rigotti, così come, per indagare la lavorazione e la messa in opera del litocemento, i rapporti con l’impresa Porcheddu, agente e rappresentante in Italia del Sistema Hennebique, con la quale partecipa a diversi cantieri torinesi tra cui si cita casa Priotti (1900-1909, progetto Ceppi). Rilevanti anche la partecipazione alle Esposizioni nazionali e internazionali su coinvolgimento dei comitati organizzatori e della committenza imprenditoriale, gli interventi di restauro in collaborazione con la Soprintendenza all’arte medievale e moderna (poi ai monumenti) per il recupero e l’integrazione di stucchi antichi nel santuario della Consolata, al castello di Moncalieri, a Palazzo Reale, a Palazzo Madama e alla reggia di Venaria e l’attività didattica prestata da Carlo Musso e Francesco Papotti presso le scuole tecniche San Carlo e dall’architetto Giovanni Clemente, direttore della ditta, presso il liceo artistico dell’Accademia albertina. -
Lot 26 Alberto Neuschuler Vienna 1867- tornetti Viu (TO) 1944 Lavando i panni nelle valli di Lanzo Olio su tela cm 50x70.
Alberto NEUSCHULLER è un artista nato in Austria nel 1867 e deceduto nel 1944. -
Lot 27 Giuseppe Conti Pittore del XIX - XX secolo Svizzero Pascolo in alta quota Olio su tela cm 70x95.
Pittore italiano. -
Lot 28 Oreste Albertini Torre del Mangano (PV) 1887 - Besano (VA) 1953 Paesaggio collinare Olio su tavola cm 30x40.
Frequentò la Scuola civica di pittura a Pavia, a tredici anni divenne apprendista affreschista presso Cesare Maroni. Nel 1910 continuò gli studi alla Scuola di decorazione all'Umanitaria di Milano e frequentò i corsi dell'Accademia di Brera. Per diversi anni esercitò la pittura in modo amatoriale, senza farne una professione. Dal 1921 si trasferì a Besano dove trascorse tutta la sua vita. Allestì un atelier anche a Milano dove partecipò per diversi anni alle esposizioni della Permanente. Dopo alcuni dipinti dove sperimentò il divisionismo, dipinge i paesaggi delle Dolomiti e delle campagne del varesotto, in particolare Besano e Viconago. -
Lot 29 Luigi Boffa Tarlatta Rialmosso ( VC ) 1889 - Quittengo ( VC ) 1965 Alta valle di Cervo ( Vercelli ) Olio su tela cm 120x150.
Nato a Rialmosso (Vercelli) il 14 luglio 1889, vive a Torino. Cresciuto nella luce della scuola di Paolo Gaidano e di Giacomo Grosso nell'Accademia di Torino più che la tecnica della pittura vi imparò come si possa giungere alla personalità dell'espressione. Insegnò per qualche tempo prospettiva scenografica e teoretica nella stessa Accademia che l'aveva avuto allievo e, dedicatosi solamente alla pittura, ha gradatamente perfezionato la sua arte riuscendo a improntare opere che rivelano la sua personalità di compositore e colorista di salda e vigorosa perizia tecnica. Ha esposto assiduamente alle principali mostre italiane ed estere. Nel 1919, "Il ritratto di mia madre" fu premiato a Firenze con medaglia d'oro; "Il canto triste di una maschera" ebbe una medaglia d'argento dal Ministero della Pubblica Istruzione. Anche il quadro "I lavoratori" venne premiato con medaglia d'oro all'Esposizione di Lima ed attualmente adorna l'aula del Parlamento del Perù assieme ad altre due tele "Confiteor" e "Barche pescherecce". Più di un centinaio di sue opere sono sparse in varie collezioni al Perù. Ha eseguito grandiose decorazioni nel Duomo di Monticelli. Altre opere: "Il viveur"; "L'avv. Sciolla"; "Il violinista"; "Le ceneri"; "I cantori"; "La pipetta"; "Ragazza inquieta"; "Madonna"; "Visione di donna"; "Danzatrice stanca"; "Ritratto di mons. Pietro Sgarzini"; "Festa e processione al Santuario"; "Ricreazione al castello"; "Ritorno dalla festa sul lago"; "Donne in chiesa". Tratta di preferenza la figura, ma interpreta con sentimento il paesaggio specie quello montano della Valle di Oropa, dei Lago d'Orta e degli Appennini toscani. -
Lot 30 Giovanni Battista Ciolina Toceno 1870 - 1955 (Verbano-Cusio-Ossola) Luci e ombre Olio su tela cm 43x58.
Nato nel 1870 in una famiglia di agricoltori della Val Vigezzo, frequenta la scuola d'arte Rossetti Valentini di Santa Maria Maggiore – dove stringerà forti rapporti di amicizia con altri futuri pittori come Carlo Fornara, Gian Maria Rastellini e Lorenzo Peretti Junior – per cinque anni a partire dal 1882, seguendo gli insegnamenti di Enrico Cavalli, grande conoscitore dell'arte francese di quell'epoca e storico innovatore della pittura vigezzina. Artista di talento e precoce, con le opere Ritratto della madre (1890) e L'ombrellino rosso (1892) dimostra di avere raggiunto un livello di eccellenza. In compagnia dell'amico e collega Carlo Fornara, trascorre un lungo soggiorno a Lione fra il 1895 e il 1896, al fine di studiare i grandi maestri e aggiornarsi sulle novità della pittura d’Oltralpe. Al ritorno in Italia si volge al Divisionismo, applicando la nuova tecnica sull'esempio di Giovanni Segantini. Dopo l’esordio con il dipinto Il filo spezzato alla terza Triennale di Brera nel 1897, apre uno studio a Milano, dove produce numerose tele di ambito divisionista fra cui La lavandaia, Fanciulla che guarda dalla finestra e Mestizia crepuscolare. Partecipa a numerose mostre in Italia e all'estero, per approdare, dopo un graduale abbandono del divisionismo, alla Biennale di Venezia del 1907 con il dipinto Preludio di primavera, frutto di una pittura di largo impasto, che mantiene la luminosità della prima produzione ma con l'aggiunta di un lirismo malinconico tipico del neoimpressionismo, spesso affidato a composizioni di largo e possente respiro (Ritorno all'alpe, Toceno al tramonto). Allo scoppio della Grande guerra, Ciolina lascia Milano e si ritira in Val Vigezzo, dove continua a dipingere paesaggi, nature morte e affreschi a carattere religioso fino alla morte. -
Lot 31 Carlo Costantino Tagliabue Bresso (MI) 1880 - Milano 1960 Dintorni di Cortina d'Ampezzo Olio su tavola cm 69,5x99,5
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Lot 32 Carlo Musso Balangero TO 1907 - Torino 1968 Paesaggio innevato Olio su tavola cm 30x40.
Musso Carlo, si diploma in scultura presso la Regia Accademia albertina di belle arti di Torino nel 1882. Con il fratello Secondo e con Francesco Papotti è contitolare, dal 1886 al 1908, della ditta Fratelli Musso e Papotti, attiva nella realizzazione di apparati decorativi in scagliola, stucco lucido, cemento comune e pietra artificiale, apparati effimeri, modelli e monumenti funebri. La ditta Fratelli Musso e Papotti, dal 1909 ditta Carlo Musso, chiude nel 1936, dopo mezzo secolo di attività, nel corso del quale progetta e realizza gli apparati decorativi delle dimore private di esponenti della famiglia reale, della nobiltà e della nascente borghesia imprenditoriale piemontese, le sedi di istituzioni pubbliche, enti religiosi, istituti bancari e assicurativi sempre in rapporto e collaborazione con i più affermati ingegneri e architetti esponenti della cultura eclettica e del nuovo stile floreale. Particolarmente significativi per indagare i rapporti tra architettura e decorazione, i progetti in collaborazione con Carlo Ceppi, Pietro Fenoglio, Giovanni Chevalley e Annibale Rigotti, così come, per indagare la lavorazione e la messa in opera del litocemento, i rapporti con l’impresa Porcheddu, agente e rappresentante in Italia del Sistema Hennebique, con la quale partecipa a diversi cantieri torinesi tra cui si cita casa Priotti (1900-1909, progetto Ceppi). Rilevanti anche la partecipazione alle Esposizioni nazionali e internazionali su coinvolgimento dei comitati organizzatori e della committenza imprenditoriale, gli interventi di restauro in collaborazione con la Soprintendenza all’arte medievale e moderna (poi ai monumenti) per il recupero e l’integrazione di stucchi antichi nel santuario della Consolata, al castello di Moncalieri, a Palazzo Reale, a Palazzo Madama e alla reggia di Venaria e l’attività didattica prestata da Carlo Musso e Francesco Papotti presso le scuole tecniche San Carlo e dall’architetto Giovanni Clemente, direttore della ditta, presso il liceo artistico dell’Accademia albertina. -
Lot 33 Adolfo Rolla Buenos Aires 1899 - Torino 1967 Neve alta Alpe di Mera Olio su tela cm 50x65.
Allievo di Giacomo Grosso e Cesare Ferro all’Accademia di Torino, espone ancora allievo, per la prima volta nel 1924 alla Promotrice di Torino, successivamente a tutte le esposizioni della Promotrice e degli Amici dell’Arte, a Milano alla Permanente, a Bologna alla Mostra del Paesaggio, a Firenze a Palazzo Pitti nel 1927. Fu attivo a Buenos Aires in Argentina e a Torino. Morì a Torino nel 1967. -
Lot 34 Luigi Binaghi Como 1890 - 1978 Nevicata montana Olio su tela applicata su masonite cm 69,5x99,5.
Nato a Como, ove risiede, l'11 ottobre 1890. Autodidatta. Espose la prima volta a Milano, alla Permanente nel 1917, il quadro "Reminiscenze". Partecipò poi, nel 1923, alla Quadriennale di Torino con la tela "Dalla capanna Principe Amedeo (Cervino)" e nel 1924, alla Mostra Annuale presso la Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente nel Palazzo di Brera a Milano, figurò con "Aria pura - piccolo Flambeau". Alla Mostra Bolognese del Paesaggio del 1928 inviava una "Veduta di montagna"; nel 1929 ancora alla Permanente milanese esponeva "Arditi propositi", acquistato dagli eredi Marzorati di Como. Altre sue opere: "Verso la vita"; "Riflessi"; "Laghetto di Foscagno"; "La gloria degli umili"; "Val Porcellizzo"; "Inverno a Motta". Ha tenuto oltre venti personali in gallerie di Milano, Como, Sondrio, Lecco, Varese, Santiago del Cile. Fu premiato alla nazionale di Como del 1927 e alla Mostra della Montagna in Lissone. -
Lot 35 Luigi Binaghi Como 1890 - 1978 Neve in alta montagna Olio su tela applicata su masonite cm 99x134.
Nato a Como, ove risiede, l'11 ottobre 1890. Autodidatta. Espose la prima volta a Milano, alla Permanente nel 1917, il quadro "Reminiscenze". Partecipò poi, nel 1923, alla Quadriennale di Torino con la tela "Dalla capanna Principe Amedeo (Cervino)" e nel 1924, alla Mostra Annuale presso la Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente nel Palazzo di Brera a Milano, figurò con "Aria pura - piccolo Flambeau". Alla Mostra Bolognese del Paesaggio del 1928 inviava una "Veduta di montagna"; nel 1929 ancora alla Permanente milanese esponeva "Arditi propositi", acquistato dagli eredi Marzorati di Como. Altre sue opere: "Verso la vita"; "Riflessi"; "Laghetto di Foscagno"; "La gloria degli umili"; "Val Porcellizzo"; "Inverno a Motta". Ha tenuto oltre venti personali in gallerie di Milano, Como, Sondrio, Lecco, Varese, Santiago del Cile. Fu premiato alla nazionale di Como del 1927 e alla Mostra della Montagna in Lissone. -
Lot 36 Ottorino Campagnari Mestre 1910 - Torino 1982 Gressoney-La-Trinité Olio su masonite cm 50x40.
Campagnari Ottorino, artista paesaggista dello stile tardo ottocentesco , attivo già da giovanissimo ,predilesse soggetto montano e vigorose mareggiate della costa ligure soprattutto presso Varigotti dove era solito soggiornate. Fu presente a numerose rassegne nazionali tra le quali la Promotrice di belle arti di Torino del 1942. Tenne personali, sia in Italia che all’estero a numerose collettive. Composizioni che risultano piacevoli, aspetti di una capacità espressiva, certamente di non minore interesse rispetto ai paesaggi, sostenuta da una solida, attenta preparazione che in molti casi gli ha permesso di cogliere la piacevole rispondenza di un interno con figura ed il mondo, semplice, profondamente vero che lo circonda. Un’impostazione che ha mantenuto inalterata nel tempo la sua struttura, la sua suggestiva adesione alle montagne care a Maggi, a Musso, a Rolla e ad Angelo Abrate. Risulta pertanto chiaro che in questo artista il dialogo con la natura mantiene inalterati i presupposti con la genuinità dell’immagine, con la fedeltà all’ambiente, ‘con la coerente testimonianza di un dipingere che si fa apprezzare dal pubblico per il costante amore per l’antica « veduta », per il cordiale « intento rappresentativo », per quella sua raffigurazione gradevole, pronta a recepire il senso ultimo di una tradizione paesistica che sembra resistere ad ogni rivolgimento estetico, che appartiene indissolubilmente alla cultura figurativa piemontese dell’ottocento e del primo novecento. Una tradizione e una cultura artistica che sono i segni indelebili del nostro vivere, del nostro procedere fra ansie e violenze e che pur nell’evoluzione del gusto e del costume, hanno una decisiva influenza presso gli amanti di un « genere » mai definitivamente tramontato, ma inteso quale richiamo sentito ed avvertito in alternativa alle pressanti, soffocanti, talvolta drammatiche giornate della nostra inquieta esistenza. Ottorino Campagnari ha raggiunto perciò una propria, inconfondibile linea espressiva, una propria capacità nel rendere lieve ed impalpabile il candido manto della neve, nel recuperare gli ultimi elementi di un paesaggio che si trasforma e muta con il trascorrere delle stagioni.