ASTA N.39 Antiquariato, Design, Arte Moderna e Contemporanea
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Lot 289 Venini - Lampada da tavolo, modello Plisse, XX secolo H cm 46 In giallo paglierino con base in metallo satinato, diffusore in vetro incamiciato colore beige e controdiffusore in vetro a canne policrome nei toni del pagliesco trasparente e lattimo. In giallo paglierino con base in metallo satinato, diffusore in vetro incamiciato colore beige e controdiffusore in vetro a canne policrome nei toni del pagliesco trasparente e lattimo.
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Lot 290 Grande lampada da tavolo a forma di palma, 70's H cm 80 Di produzione italiana. Lampada nello stile di Gabriella Crespi raffigurante palma stilizzata. Base in ottone dorato, fusto in resina con superficie effetto corteccia, foglie in ottone curvato. Segni d'uso.Di produzione italiana. Lampada nello stile di Gabriella Crespi raffigurante palma stilizzata. Base in ottone dorato, fusto in resina con superficie effetto corteccia, foglie in ottone curvato. Segni d'uso.
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Lot 291 Veart (Venezia) - Lampada da tavola 58x29 cm
Struttura in metallo cromato, corpo in vetro trasparente di forma tronco-conica nei toni dell’azzurro, diffusore in vetro bianco incamiciato, controdiffusore in vetro satinato
Struttura in metallo cromato, corpo in vetro trasparente di forma tronco-conica nei toni dell’azzurro, diffusore in vetro bianco incamiciato, controdiffusore in vetro satinato
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Lot 292 Angelo Lelii x Arredoluce (1915-1987) - Lampada da terra con struttura in ottone e rivestimento in cuoio , 50s h150x dm cm 30 Da rielettrificare. Mancanze e segni d'usolungo il rivestimento e tracce di ossidazione.Da rielettrificare. Mancanze e segni d'usolungo il rivestimento e tracce di ossidazione.
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Lot 293 Lampada da tavolo scultura in resina nei toni del bianco Produzione italiana. Gusto informale.Produzione italiana. Gusto informale.
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Lot 294 Prod. Flos disegno Gianfranco Frattini (1926-2004) - Modello Megaron, piantana con struttura in metallo laccato nei toni dell'amaranto h 203 cm, b 28 cm Base in metallo nei toni del nero, illuminazione alognea. Segni d'uso.Base in metallo nei toni del nero, illuminazione alognea. Segni d'uso.
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Lot 295 Piantana in metallo dorato a tre luci con vetri a forma di calle H cm 160
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Lot 296 N.4 sedie con struttura in metallo, rivestita in pelle color rosso, produzione italiana. h cm 86x44
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Lot 297 Produzione Elco Bellato - Mobile vetrinetta Struttura in legno laccato nero ebanizzato, ante in vetro fumè. Segni d'uso, presente etichetta dell manifatturaStruttura in legno laccato nero ebanizzato, ante in vetro fumè. Segni d'uso, presente etichetta dell manifattura
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Lot 298 Coppia di tavoli, struttura in tondino metallico laccato., 1980s H cm 54, diametro cm 47 Piano circolare in vetro trasparente, segni d'uso, piccola sbeccatura..Piano circolare in vetro trasparente, segni d'uso, piccola sbeccatura..
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Lot 299 Gruppo di quattro sedie strutture in metallo laccato nero rivestimento in intreccio di cordaplastica in colori diversi. 74x seduta 43 larghezza 36 profondità 40 Ognuno di colore diverso Verde,arancio,rosa e rosso. Segni d'uso.Ognuno di colore diverso Verde,arancio,rosa e rosso. Segni d'uso.
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Lot 300 Umberto Asnago per Giorgetti (1949) - Divanetto, 1980s H cm 89x125x56 Divanetto a due posti con struttura in tondino di noce lucidato in parte a poro pieno e in parte laccato nero.Divanetto a due posti con struttura in tondino di noce lucidato in parte a poro pieno e in parte laccato nero.
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Lot 301 Produzione italiana nell stile di Mimo Padova, divano modulare a 5 elementi di cui uno angolare 240x75 cm, poltrona singola 70x75 cm, angolare completo a cinque elementi diagonale 360x75 cm, modulo angolare 125x75 cm Struttura in legno, rivestimento in tessuto nei toni del verde. Segni di usoStruttura in legno, rivestimento in tessuto nei toni del verde. Segni di uso
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Lot 302 Flexform Mod. Mozart - Divanetto in vimini, 20° secolo Lunghezza cm 120x75, h cm 54
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Lot 303 Afra Tobia Scarpa per Maxalto (1935) - Divano a due posti modello linea Artona l 170 cm, p 85 cm Velluto di mohair. Struttura in legno stratificato multistrato in essenza di noce ed ebano. Schienale in multistrato curvato.Velluto di mohair. Struttura in legno stratificato multistrato in essenza di noce ed ebano. Schienale in multistrato curvato.
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Lot 304 Lucia Ragusa (Catania) - Il Giardino, 1999 Cm 100x79 Dipinto ad olio su tela di lino
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Lot 305 Lucia Ragusa (Catania) - Giardino siciliano cm 90x86 Dipinto ad olio su tela di lino
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Lot 306 Lucia Ragusa (Catania) - Calla nel giardino di mia madre, 2015 148x108 Olio su tavola
Firmato sul retro Lucia Ragusa.
Lucia Ragusa, pittrice, scultrice e mosaicista, è nata a Catania, dove attualmente vive e ha un attivo studio artistico. Ha studiato pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Catania e di Ravenna. In seguito si è specializzata in restauro a Firenze presso Palazzo Spinelli. È stata docente di scultura e decorazione presso l’ABADIR - Accademia di Belle Arti e Restauro di Catania. Da oltre venticinque anni si trova in permanenza in alcune tra le più prestigiose Gallerie d’Arte. Ha collezionato esposizioni personali e collettive, nazionali e internazionali. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private. L’ispirazione di Lucia Ragusa è una diposizione affettiva che è indagine personale su una dimensione fisica. Energia e delicatezza in spazi sconfinati invasi da colori soffusi, dove le regole di una descrizione ordinaria si misurano con una composizione inusuale, costruita sul principio del sottinteso e del particolare. Di lei hanno scritto diversi storici e critici d’arte tra cui Arnaldo Romani Brizzi, Franco Sarnari, Rosanna Ricci, Paolo Giansiracusa, Luca Lombardo, Giuseppina Radice, Elisa Mandarà
Testo di Rosanna Ricci: Redattore Critico Musei San Domenico - Forlì - Curatore della sezione “Arte” del resto del Carlino.
Ciò che definisce l'opera di Lucia Ragusa è l’esperienza. Il suo curriculum ne è la testimonianza:
Diploma in disegno e pittura, qualifiche in restauro archeologico, in mosaico, in ceramica, in scultura.
Attualmente è docente di Decorazione e Scultura, inoltre al suo attivo ha un percorso espositivo venticinquennale. Lucia Ragusa non è però solo un’esperta esecutrice di forme ben fatte, ma è soprattutto un’artista che sa donare, a chi osserva le sue opere, la stessa vitalità e la forte carica di emozioni che lei prova davanti ad un paesaggio, ad un fiore o ad un oggetto.
Tutto questo mette in moto una creatività libera e feconda, ma sempre rigorosa nella proposta estetica.
la dedizione all'arte offre a Lucia Ragusa la suggestiva possibilità di confrontarsi con la natura e, nello stesso tempo, di riflettere sull'importanza dell'arte come medium per comunicare emozioni e interpretazioni personali su ciò che la realtà offre. Ne consegue che l’abilità tecnica e una evidente sensibilità nell'uso del colore e della luce offrono risvolti pieni di poesia……
Queste opere sono, in altre parole l’autobiografia di Lucia Ragusa, del suo rigore nel fare arte, ma anche dei silenziosi moti del suo animo sensibile.
Rosanna Ricci
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Lot 307 Giovanni Alicò (Catania 1906-Milano 1971) - Raffigurazione astratta, 60's 24x30 cm Olio su tela Giovanni Alicò nasce a Catania nel 1906. Pittore autodidatta, il suo approccio all'arte è libero da vincoli o binari precostruiti. Nel 1935 si stabilisce prima a Napoli poi a Milano. Nel 1942 è presente con un'opera alla XXIII Biennale di Venezia,e nello stesso anno, tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Tornabuoni di Firenze. Seguono, tra il 1948 e il 1953, sei anni di attività in Argentina,con tre personali a Buenos Aires e molte partecipazioni a collettive in diversi saloni nazionali nelle città di La Rioja, Santa Fè, Mendoza e Rosario. Rientrato in Italia, dalla metà degli anni Cinquanta e per tutto il decennio successivo diverse furono le sue personali a Catania, Milano, Roma e Como. E' stato Premio Suzzara nel 1955 con l'opera Contadino che riposa, dove il pittore, svincolato da una fredda descrizione realistica e lontano dagli schemi neocubismo tipici del primo dopoguerra, si abbandona ad una pittura di suggestione luministica, dalle larghe campiture di verdi, di grigi, di terre, sostenuta da una densa materia pittorica definita da una spessa linea di contorno. Il dipinto è attualmente conservato nella Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Suzzara. Nel 1957 ha esposto alla Galleria il Pincio a Piazza del Popolo a Roma, una delle realtà più attive nel panorama delle mostre d'arte, dove vi esponevano anche Renato Guttuso e Carla Accardi. Ha iniziato il suo percorso artistico raffigurando nella sua pittura i carretti con le colorite storie dei pupi utilizzando tinte preferibilmente piatte, successivamente introduce nella sua tavolozza cromie delicate,vibranti,e si concentra su temi pervasi da una marcata spiritualità. I soggetti favoriti sono figure femminili, nature morte e paesaggi. Negli Anni Cinquanta Giovanni Alicò avvicina il suo stile a quello di Guttuso, nell'ambito del realismo sociale. La sua attenzione è verso una pittura figurativa sintetica,che procede per suggestioni nella generale aderenza ai temi del realismo sociale. Dopo il 1960 entra nella sua opera un’importante poetica fatta di arabeschi e effetti luminosi e cromatici mobilie sfumati. Dal 1967 compaiono su tali sfondi personaggi antropomorfi, sorta di fantasmi,che si librano nello spazio della composizione. La produzione ultima dell'artista è invece caratterizzata da dipinti dove segni, forme geometriche ripetute e ampie macchie di colore sono resi con cromie intense e vivide approdando a esiti di natura informale e materica. Giovanni Alicò muore a Catania nel 1971. Dopo la sua morte, viene allestita una importante retrospettiva al Palazzo della Borsa di Catania nel 1973. Molte delle sue opere sono presenti in importanti collezioni private in Europa e in America e in diverse fondazioni d'arte.
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Lot 308 Giovanni Alicò (Catania 1906-Milano 1971) - Parete n.2, 20° secolo 70x90 cm Idropittura su tela Giovanni Alicò nasce a Catania nel 1906. Pittore autodidatta, il suo approccio all'arte è libero da vincoli o binari precostruiti. Nel 1935 si stabilisce prima a Napoli poi a Milano. Nel 1942 è presente con un'opera alla XXIII Biennale di Venezia,e nello stesso anno, tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Tornabuoni di Firenze. Seguono, tra il 1948 e il 1953, sei anni di attività in Argentina,con tre personali a Buenos Aires e molte partecipazioni a collettive in diversi saloni nazionali nelle città di La Rioja, Santa Fè, Mendoza e Rosario. Rientrato in Italia, dalla metà degli anni Cinquanta e per tutto il decennio successivo diverse furono le sue personali a Catania, Milano, Roma e Como. E' stato Premio Suzzara nel 1955 con l'opera Contadino che riposa, dove il pittore, svincolato da una fredda descrizione realistica e lontano dagli schemi neocubismo tipici del primo dopoguerra, si abbandona ad una pittura di suggestione luministica, dalle larghe campiture di verdi, di grigi, di terre, sostenuta da una densa materia pittorica definita da una spessa linea di contorno. Il dipinto è attualmente conservato nella Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Suzzara. Nel 1957 ha esposto alla Galleria il Pincio a Piazza del Popolo a Roma, una delle realtà più attive nel panorama delle mostre d'arte, dove vi esponevano anche Renato Guttuso e Carla Accardi. Ha iniziato il suo percorso artistico raffigurando nella sua pittura i carretti con le colorite storie dei pupi utilizzando tinte preferibilmente piatte, successivamente introduce nella sua tavolozza cromie delicate,vibranti,e si concentra su temi pervasi da una marcata spiritualità. I soggetti favoriti sono figure femminili, nature morte e paesaggi. Negli Anni Cinquanta Giovanni Alicò avvicina il suo stile a quello di Guttuso, nell'ambito del realismo sociale. La sua attenzione è verso una pittura figurativa sintetica,che procede per suggestioni nella generale aderenza ai temi del realismo sociale. Dopo il 1960 entra nella sua opera un’importante poetica fatta di arabeschi e effetti luminosi e cromatici mobilie sfumati. Dal 1967 compaiono su tali sfondi personaggi antropomorfi, sorta di fantasmi,che si librano nello spazio della composizione. La produzione ultima dell'artista è invece caratterizzata da dipinti dove segni, forme geometriche ripetute e ampie macchie di colore sono resi con cromie intense e vivide approdando a esiti di natura informale e materica. Giovanni Alicò muore a Catania nel 1971. Dopo la sua morte, viene allestita una importante retrospettiva al Palazzo della Borsa di Catania nel 1973. Molte delle sue opere sono presenti in importanti collezioni private in Europa e in America e in diverse fondazioni d'arte.
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Lot 309 Lucia Ragusa (Catania) - Dittico di dipinti intitolati "I fiori di Bruna e la loro ombra", 2013 Cm 80x60 ciascuna Dipinto ad olio su tela
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Lot 310 Giuseppe Migneco (Messina 1903-Milano 1997) - Mezzobusto di donna, 20° secolo 28X22 cm Tempera su carta applicata a cartoncino
Firmato in basso destra Migneco. Provenienza Galleria d'Arte Contemporanea 70 di Messina. Opera sprovvista di cornice.
Giuseppe Migneco nasce a Messina nel 1903 ma si trasferisce a Milano nel 1931. Lì studia medicina e si guadagna da vivere disegnando bozzetti per il “Corriere dei piccoli” e facendo il ritoccatore da Rizzoli. Nel 1937 fonda il movimento “Corrente” con altri artisti (Vedova, Guttuso, Sassu, Manzù, etc), tutti con una visione dell’arte differente ma uniti dall’idea di un’arte aperta e che rifiuta l’isolamento culturale voluto dalla cultura fascista. Il realismo sociale che caratterizza la sua arte è evidente nei colori accesi della sua terra, nei tratti violenti e nei volti duri dei suoi personaggi. È stato definito un “intagliatore di legno che scolpisce col pennello”.
ASORstudio
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Lot 311 Giovanni Alicò (Catania 1906-Milano 1971) - Paesaggio Cm 40 x50, in cornice 58x68 Dipinto ad olio su compensato
Timbro della Comisión Nacional de Museos y Lugares Históricos.
Giovanni Alicò nasce a Catania nel 1906. Pittore autodidatta, il suo approccio all'arte è libero da vincoli o binari precostruiti. Nel 1935 si stabilisce prima a Napoli poi a Milano. Nel 1942 è presente con un'opera alla XXIII Biennale di Venezia,e nello stesso anno, tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Tornabuoni di Firenze. Seguono, tra il 1948 e il 1953, sei anni di attività in Argentina,con tre personali a Buenos Aires e molte partecipazioni a collettive in diversi saloni nazionali nelle città di La Rioja, Santa Fè, Mendoza e Rosario. Rientrato in Italia, dalla metà degli anni Cinquanta e per tutto il decennio successivo diverse furono le sue personali a Catania, Milano, Roma e Como. E' stato Premio Suzzara nel 1955 con l'opera Contadino che riposa, dove il pittore, svincolato da una fredda descrizione realistica e lontano dagli schemi neocubismo tipici del primo dopoguerra, si abbandona ad una pittura di suggestione luministica, dalle larghe campiture di verdi, di grigi, di terre, sostenuta da una densa materia pittorica definita da una spessa linea di contorno. Il dipinto è attualmente conservato nella Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Suzzara. Nel 1957 ha esposto alla Galleria il Pincio a Piazza del Popolo a Roma, una delle realtà più attive nel panorama delle mostre d'arte, dove vi esponevano anche Renato Guttuso e Carla Accardi. Ha iniziato il suo percorso artistico raffigurando nella sua pittura i carretti con le colorite storie dei pupi utilizzando tinte preferibilmente piatte, successivamente introduce nella sua tavolozza cromie delicate,vibranti,e si concentra su temi pervasi da una marcata spiritualità. I soggetti favoriti sono figure femminili, nature morte e paesaggi. Negli Anni Cinquanta Giovanni Alicò avvicina il suo stile a quello di Guttuso, nell'ambito del realismo sociale. La sua attenzione è verso una pittura figurativa sintetica,che procede per suggestioni nella generale aderenza ai temi del realismo sociale. Dopo il 1960 entra nella sua opera un’importante poetica fatta di arabeschi e effetti luminosi e cromatici mobilie sfumati. Dal 1967 compaiono su tali sfondi personaggi antropomorfi, sorta di fantasmi,che si librano nello spazio della composizione. La produzione ultima dell'artista è invece caratterizzata da dipinti dove segni, forme geometriche ripetute e ampie macchie di colore sono resi con cromie intense e vivide approdando a esiti di natura informale e materica. Giovanni Alicò muore a Catania nel 1971. Dopo la sua morte, viene allestita una importante retrospettiva al Palazzo della Borsa di Catania nel 1973. Molte delle sue opere sono presenti in importanti collezioni private in Europa e in America e in diverse fondazioni d'arte
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Lot 312 Elio Romano (Trapani 1909-Catania 1996) - Senza titolo, Donna Cm 87x58, in cornice cm 102x74 Dipinto ad olio su tela Firmato in basso a destra