ASTA 94 - GRANDI CANTANTI D'OPERA: LA COLLEZIONE LA GUARDIA DI FOTOGRAFIE CON AUTOGRAFO (1890 – ‘2000)
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Lot 61 Gino Bechi (Firenze 1913 – Firenze 1993)
Si avvicinò alla musica a diciassette anni con i maestri Frazzi e De Giorgi, debuttando nel 1936 a Empoli come Germont ne La traviata. Ben presto divenne uno dei più importanti cantanti lirici italiani, venendo chiamato, tra gli altri, al Teatro alla Scala, all'Opera di Roma, a Lisbona e nei maggiori teatri del Sudamerica. Sono rimaste memorabili alcune interpretazioni in opere verdiane quali Otello, Rigoletto, Nabucco.
Nel 1950, in seguito alla rappresentazione di Falstaff al Covent Garden di Londra con i complessi della Scala, la critica non ebbe per lui parole di elogio, probabilmente anche per una certa nota "allergia" dei critici inglesi alle voci molto timbrate di scuola italiana[1], che oltretutto una discutibile tradizione vorrebbe estranee all'ultimo personaggio verdiano. Nel 1958 ritornò a Londra, al Drury Lane, in Guglielmo Tell, questa volta con grande successo.
Si ritirò dalle scene nel 1965. Negli anni successivi gestì una scuola di perfezionamento per giovani cantanti lirici a Firenze. Fu presidente a Siena del concorso internazionale di canto intitolato a Ettore Bastianini.
Dotato di voce di grande ampiezza, estesa e di pregevole timbro, Bechi fu uno dei più famosi cantanti lirici tra gli anni quaranta e cinquanta, formando con Maria Caniglia e Beniamino Gigli un trio di artisti la cui fama travalicò l'ambito del pubblico d'opera (vennero soprannominati scherzosamente il "Trio Lescano"[senza fonte]).
Venne scritturato più volte in film di carattere musicale, sia basati su opere liriche che non, e la sua popolarità presso il grande pubblico rimane particolarmente legata alla canzone di Cesare Andrea Bixio La strada nel bosco, colonna sonora del film Fuga a due voci, divenuta un suo cavallo di battaglia..
Foto autografa del celebre baritono
Ottimo stato
Fotografia; 18X12 cm -
Lot 62 Stefaia Moldovan ( Sieu-Odorhei 1929 - Budapest 2012)
Moldován nacque in Transilvania, Romania; suo padre era di origine armena.[2] Nel 1944, la sua famiglia si trasferì in Ungheria.[2]
Moldován ha studiato canto all'Accademia di Musica Franz Liszt di Budapest dal 1948 al 1953 come studente di Jenö Sipos. La sua carriera di cantante è iniziata come corista. Ha debuttato come cantante lirica nel 1954 al Teatro dell'Opera di Szeged nel ruolo di Mimì ne La Bohème.[1] Dal 1954 al 1961 è stata membro permanente dell'ensemble del Teatro dell'Opera di Szeged. Nel 1961 è stata ingaggiata dall'Opera Nazionale di Budapest, di cui è rimasta membro permanente dell'ensemble per oltre 25 anni fino al suo ritiro.
Moldován vi ha cantato principalmente il fach di soprano drammatico giovanile; i punti focali del suo repertorio erano i ruoli femminili nelle opere di Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini. I suoi ruoli teatrali includono Leonora ne Il trovatore, Amelia in Un ballo in maschera, Desdemona in Otello (accanto a József Simándy), i ruoli principali in Manon Lescaut e Tosca, e Minnie in La fanciulla del West. Moldován ha anche cantato, in ungherese, ruoli del repertorio operistico tedesco: Leonore in Fidelio, Agathe in Der Freischütz e Senta in Der Fliegende Holländer. Altri ruoli furono Donna Elvira in Don Giovanni e Melinda nell'opera Bánk bán di Ferenc Erkel.
Nell'ottobre 1964, apparve nella prima mondiale dell'opera Blood Wedding di Sándor Szokolay alla Budapest State Opera.
Moldován ha fatto apparizioni al Teatro Bolshoi, Leningrado, Praga, Varsavia, Brno e, nel mondo di lingua tedesca, alla Berlin State Opera e alla Komische Oper Berlin.
Moldován ha vissuto l'ultima volta a Budapest in una casa di riposo e di cura per artisti.
Foto autografa della celebre soprano.
Ottimo stato
Fotografia; 10,5x14,5 cm -
Lot 63 Alfredo De Sanctis (Brindisi 1865 – Firenze 1954)
Nacque a Brindisi da Pio e da Marianna Costantini. Figlio d'arte, fece la gavetta nella compagnia del padre impratichendosi in molti ruoli.
Nel 1898 diresse la "Compagnia drammatica del Teatro d'Arte" di Torino. Nel 1900, divenuto capocomico, formò una sua compagnia con un repertorio considerato d'eccezione per l'epoca (Ibsen, Gor'kij, Brieux, Butti, Silvio Benedetti). Nel 1921 raggiunse il massimo successo, riportando un trionfo all'Œuvre di Parigi. Fu sposato con l'attrice Alda Borelli.
Nella sua compagnia recitarono numerosi attori del XX secolo[3], tra i quali Paola Borboni, Alfredo Martinelli, Umberto Melnati, Guido Morisi, Egisto Olivieri e Amilcare Pettinelli.
Foto autografa della celebre attore e teatrante
Ottimo stato
Cartolina fotografica -
Lot 64 Franco Bordoni (Bologna 1932 – Casalecchio di Reno 2020)
Figlio di un barbiere e di una casalinga, si iscrive al conservatorio G.B. Martini di Bologna che abbandona dopo due anni e prosegue gli studi da autodidatta ascoltando e assimilando la tecnica vocale sui dischi di Beniamino Gigli e di Carlo Tagliabue.
Debutta nel 1953 al Teatro Nuovo di Imola ne La bohème di Giacomo Puccini nel ruolo di Schaunard.
Alterna alle scritture come comprimario una lunga lista di concorsi, di cui otto vinti tra i quali: Busseto 1961, Fano 1961, Lonigo 1962, Monaco di Baviera (Germania) 1962, Toulouse (Francia) 1964, Parma 1965, Barcellona (Spagna) 1966.
Il 23 dicembre 1967 per la prima rappresentazione, Bordoni viene chiamato a interpretare il ruolo di Rigoletto in sostituzione del protagonista ammalato e inizia la sua carriera di interprete soprattutto verdiano.
Dal 1967 in poi canta nei teatri delle seguenti città:
in Italia: Torino, Genova, Parma, Milano, Venezia, Verona, Bologna, Macerata, Roma, Napoli, Catania, Palermo, Cagliari, in Spagna: Barcellona, Madrid, Valencia, Bilbao, La Coruña, Tenerife, in Francia: Parigi, Marsiglia, Nizza, Bordeaux, Aix en Provence, d'Inghilterra: Londra, in Germania: Amburgo, Berlino, Monaco, Dortmund, Düsseldorf, Stoccarda, Francoforte sul Meno, in Austria: Vienna, Graz, in Svizzera: Losanna, Basilea, Zurigo, Ginevra, San Gallo, Lugano:, in U.S.A.: San Francisco, Dallas, Chicago, in Cile: Santiago del Cile, in Brasile: Rio de Janeiro, per citare i più importanti.
Nei teatri citati si affianca agli artisti a lui contemporanei, tra cui: Del Monaco, Di Stefano, Corelli, Caballé‚ Carreras, Marton, Ricciarelli, Domingo, Pavarotti, Kraus, Devia, Baltsa, Siepi, Tucker, Christoff, Serra, Aragall, Vickers, Cossotto, Kabaivanska, Zeani, Deutekom, Arroyo, Bergonzi, Giaiotti, Gedda, Giacomini, Lima, Bonisolli, Bumbry, Obratsova, Molnar, Martinucci, Dimitrova, Lavirgen, Neblett, Jones, Scotto, Freni, McCracken, Codrubas, Olivero, Merighi, Zampieri, Casolla, Cruz-Romo, Slatinaru e viene diretto dai Maestri più famosi: Freccia, Molinari Pradelli, Abbado R., Gavazzeni, De Fabritiis, Santi, Patanè, Queler, Sinopoli, Masini, Gandolfi, Guadagno, Franci, Mackerras, Neschling, Erede, Gelmetti.
Chiude la carriera a Maribor allo Slovene National Theatre nel 2000 interpretando Rodrigo nel Don Carlo di Giuseppe Verdi dopo 47 anni di attività con oltre 400 recite di Rigoletto eseguite nel ruolo principale.
La Gioconda (Barnaba) con Josè Carreras - Gran Teatro di Liceu, Barcellona 1984
Nel 2012 viene festeggiato dal Teatro Comunale di Bologna per i suoi 80 anni di età con una mostra fotografica allestita nella Rotonda Gluck che ripercorre per immagini di scena la lunga carriera baritonale. Inoltre, nell'occasione, viene girato un DVD biografico (intervista a cura del prof. Marco Beghelli docente presso l'Università di Bologna – Dipartimento delle arti visive, performative e multimediali) che raccoglie i momenti più salienti del suo percorso artistico.
Nel 2016 il musicista e scrittore Bruno Baudissone pubblica con la casa editrice Il mio libro una raccolta di interviste dedicate al mondo dell'opera dal titolo Non ti scordar di me, che racconta anche della carriera di Franco Bordoni.
Foto autografa del celebre baritono nella veste di Rodrigo nell'opera Rigoletto. Datata 16/11/1974
Ottimo stato
Fotografia; 14,5x10,2 cm -
Lot 65 Giuseppe Taddei (Genova 1916 – Roma 2010)
Rivela fin dall'infanzia la sua attitudine al canto. Trasferitosi a Roma per studiare, a diciotto anni partecipa a un concorso bandito dal Teatro dell'Opera di Roma. Due anni dopo debutta al Teatro Costanzi come Araldo in Lohengrin.
Arruolatosi nel 1942, è preso prigioniero e internato nei campi di concentramento in Germania [1]. Al termine del conflitto entra a far parte del gruppo di artisti che si esibisce negli spettacoli organizzati dallo Special Service per i soldati alleati. A Salisburgo conosce Herbert Von Karajan, con il quale inizia una lunga collaborazione.
Tornato alle scene teatrali nell'immediato dopoguerra, canta per due stagioni (1946 e 1947) alla Staatsoper di Vienna, da dove inizia la carriera internazionale. Nel 1948 debutta al Teatro alla Scala. È attivo sulle scene internazionali almeno fino al 1984, anno in cui canta in L'elisir d'amore al Teatro Comunale di Firenze.
Lavora con tutti i più grandi cantanti e direttori d'orchestra, da Tullio Serafin a Zubin Mehta, dal già citato Karajan a Claudio Abbado, con il quale esegue a Vienna nel 1991 Simon Boccanegra all'età di 75 anni.
Il repertorio è estremamente vario: da Mozart al Verdi della maturità (Macbeth, Rigoletto, Simon Boccanegra, Otello), ai più importanti personaggi del verismo, tra cui Scarpia, Tonio, Schicchi Gérard. Inoltre Hans Sachs dei I maestri cantori di Norimberga, L'Olandese Volante, Il Principe Igor, I pescatori di perle, Eugenio Onieghin.
Muore nel 2010, all'età di 93 anni. Ha pubblicato l'autobiografia Ich, Falstaff (Amalthea, 2006), scritta insieme al genero Peter Launek.
Foto autografa del celebre baritono al teatro regio di Parma
Ottimo stato
Fotografia; 17,5x12,7 cm -
Lot 66 Mario Zanasi (Bologna 1927 – ? 2000)
Studiò alla scuola di perfezionamento della Scala, ed esordì nel 1953 come Monterone al Teatro Comunale di Firenze.
Cantò nei principali teatri italiani ed esteri. In particolare si esibì alla Scala, dove debuttò nel 1958 in Madama Butterfly, e dove ritornò nel 1967 (Madame Sans-Gêne, Kovancina), 69 (Luisa Miller) e 74 (Tosca). In Italia fu presente anche a Roma, Bologna, Genova, Venezia, Firenze, Napoli, Verona.
Si esibì al Metropolitan di New York, esordendovi nel 1958 accanto a Maria Callas come Germont ne La traviata, uno dei ruoli preferiti, e rimanendovi anche per la stagione successiva per un totale di 69 rappresentazioni, prevalentemente in ruoli di baritono lirico (Lucia di Lammermoor, Madama Butterfly, La bohème, Cavalleria rusticana), ma anche in alcuni ruoli drammatici (Aida, Tosca).
All'estero apparve inoltre a Vienna, Londra, Lisbona, Zurigo, San Francisco, Chicago, Dallas, Tokyo. Da ricordare in particolare un'edizione de La traviata nel 1958 alla Royal Opera House di Londra, ancora accanto alla Callas.
Pur dotato di timbro chiaro, affrontò anche titoli verdiani di stampo più drammatico, quali Un ballo in maschera, Il trovatore, Ernani, Otello, Macbeth.
Foto autografa del celebre baritono
Ottimo stato
Fotografia; 17x14,5 cm -
Lot 67 Italo Tajo (Pinerolo 1915 – Cincinnati 1993)
Studiò violino e canto a Torino con Nilde Stichi-Bertozzi e nel 1935 debuttò nella stessa città come Fafner ne L'oro del Reno. Nel 1939 partecipò alla prima italiana di Wozzeck al Teatro dell'Opera di Roma, nel 1940 debuttò alla Scala (dove apparirà regolarmente fino al 1956) e nel 1942 a Firenze come Leporello.
Dopo la fine del conflitto la carriera si sviluppò rapidamente a livello internazionale, con debutti a Londra, Parigi, Buenos Aires. Nel 1946 esordì negli Stati Uniti alla Lyric Opera di Chicago e nel 1948 debuttò alla San Francisco Opera e al Metropolitan (Don Basilio), iniziandovi una regolare attività prevalentemente in ruoli semiseri e buffi, quali Figaro, Leporello, Dulcamara, Don Pasquale, Gianni Schicchi.
Nonostante sia maggiormente ricordato per il repertorio comico, affrontò anche diversi ruoli drammatici, come i verdiani Banco e Attila, e Boris. Si distinse inoltre nel repertorio moderno "creando" il ruolo di Samuel nel David di Darius Milhaud e interpretando opere di Luciano Berio, Gian Francesco Malipiero, Adriano Lualdi e Luigi Nono. Partecipò alla prima italiana di Guerra e pace di Prokoviev nel 1953 a Firenze. Fu attivo anche nel musical, rilevando nel 1957 Ezio Pinza in South Pacific, seguito da Kiss Me, Kate.
Partecipò ad alcuni film-opera negli anni quaranta (Lucia di Lammermoor, L'elisir d'amore, Il barbiere di Siviglia) e negli anni ottanta ai video di Tosca come sagrestano dal Metropolitan e de La bohème come Benoit dalla San Francisco Opera.
Nel 1966 iniziò l'attività di docente presso l'università di Cincinnati, continuando ad esibirsi fino a oltre settant'anni in ruoli di caratterista (Geronte in Manon Lescaut, i già citati Benoit ne La bohème e sagrestano in Tosca), frequentemente al teatro Metropolitan, dove fece l'ultima apparizione nel 1991.
Foto autografa del celebre basso
Ottimo stato
Fotografia; 17,8x12,8 cm -
Lot 68 Michele Pertusi (Parma 1965)
Ha studiato al Conservatorio Arrigo Boito di Parma con Mauro Uberti, diplomandosi in canto e pianoforte. Ha poi seguito lezioni di Arrigo Pola, Carlo Bergonzi e Rodolfo Celletti.
Nel 1984 ha esordito come Monterone, in Piazza Duomo a Pistoia, in una versione in forma di concerto del Rigoletto diretta da Bruno Bartoletti e, dopo aver vinto il concorso indetto dal Teatro Comunale di Modena per scegliere il cast dell'Ernani, il 13 dicembre dello stesso anno ha interpretato in palcoscenico il suo primo personaggio, Silva.
Si è esibito nei più prestigiosi teatri italiani e internazionali, come La Scala di Milano, Teatro Regio di Torino, La Fenice di Venezia, il Metropolitan di New York e la Royal Opera House di Londra, diretto tra gli altri da Georg Solti, Riccardo Muti, Daniel Barenboim, Zubin Mehta.
In televisione è apparso nel ruolo di Mustafà ne L'Italiana in Algeri interpretata nel 2012 sotto la direzione di Paolo Olmi al Teatro Comunale di Bologna e trasmessa da Rai 3 nel 2013 e da Rai 5 nel 2014 e nel 2016.
Foto autografa del celebre basso-baritono nell'opera Don Giovanni, con data 1989
Ottimo stato
Fotografia; 20,5x13,5 cm -
Lot 69 Carlo Galeffi (Malamocco 1884 – Roma 1961)
Allievo prima di Giovanni Di Como e in seguito di Enrico Sbriscia nel 1903 debuttò a soli diciannove anni al Teatro Quirino di Roma in Lucia di Lammermoor.
La grande occasione gli si presentò al Teatro Adriano di Roma nel 1907, quando sostituendo Pasquale Amato in Aida ottenne un grande successo. Cantò al Metropolitan di New York nel 1910, a Chicago nel periodo 1919-21 e in tutti i principali teatri europei e sudamericani. Debutta al Teatro alla Scala il 26 ottobre 1912 in Don Carlo iniziando un sodalizio con il teatro milanese che durò fino al 1940. Fu il primo Fanuel in Nerone di Arrigo Boito e il primo Manfredo ne L'amore dei tre re di Italo Montemezzi. Partecipò alle prime assolute di tre opere di Pietro Mascagni: Amica, Parisina e Isabeau. Fu anche il primo Amfortas italiano e il primo Gianni Schicchi europeo. Particolarmente noto per le sue interpretazioni di Rigoletto, Nabucco, Simon Boccanegra, Renato, Posa, Galeffi fu rinomato baritono verdiano. Celeberrimo Rigoletto di lui Franco Abbiati scrisse: "Qualcosa di tragico, di tragicamente scespiriano si impossessava di lui quando rivestiva i panni dello sciancato buffone del Duca di Mantova (...) Grande indimenticabile artista, non voce d'oro, ma di fuoco."[2]. Voce straordinariamente ricca, estremamente personale e riconoscibile tra mille, valorizzata da una tecnica di fonazione perfetta, Lauri-Volpi la descriveva così: "Era impossibile, infatti, ascoltare una voce più rotonda e espansiva: si dilatava nella sala come se fosse composta di infiniti corpuscoli vibranti che avanzassero a ventaglio e invadessero l'atmosfera fino ad occuparla totalmente."[3] "Voce verdiana per antonomasia: sferica, vellutata, patetica e, a un momento dato, insurrezionale e tonante, da dare l'impressione di una voce plurima. Per quanto pensi a quelle che oggi vanno per la maggiore, non una può compararsi alla voce monumentale di Galeffi."[4]
Nella lunghissima carriera, durata quasi mezzo secolo, interpretò una sessantina di ruoli affermandosi come baritono nobile e "aristocratico" dal timbro tendenzialmente chiaro, in contrapposizione all'affermarsi della scuola verista. Dal 1955 al 59 insegnò canto presso il conservatorio di musica di Ankara.
"La voce che ci giunge dai suoi dischi è probabilmente, a causa delle manchevolezze dell'incisione, una fotografia sbiadita dell'originale. Ma la tecnica, lo stile, le modulazioni, il fraseggio, l'accento costituiscono un esempio al quale ci si dovrebbe rifare quasi obbligatoriamente."[5]
Fu iniziato in Massoneria nella Loggia La Concordia di Firenze il 15 febbraio 1923[6].
Foto autografa del celebre baritono datata 30/05/1914
Ottimo stato
Fotografia; 23,5x12 cm -
Lot 70 Aldo Protti (Cremona 1920 – Cremona 1995)
Inizia a farsi conoscere durante la seconda guerra mondiale partecipando alla trasmissione radiofonica "L'ora del soldato", che l'EIAR dedicava alle forze armate. È poi volontario, sotto la Repubblica Sociale Italiana, nella Guardia Nazionale Repubblicana; non trova invece riscontro una sua presunta militanza nelle brigate nere, che lo avrebbe visto coinvolto in azioni di rastrellamento contro civili e partigiani nella zona della Val di Susa.
Terminato il conflitto, frequenta il Conservatorio di Parma e nel 1948 vince il concorso nazionale di canto indetto a Bologna dall'ENAL.
Il debutto avviene il 9 ottobre 1948 al Teatro Pergolesi di Jesi, dove interpreta come protagonista Il barbiere di Siviglia. Nell'aprile del 1950 debutta al Teatro alla Scala di Milano in Aida, iniziando una carriera internazionale che lo porterà nei più importanti teatri del mondo.
Oltre alla frequente presenza alla Scala per tutti gli anni cinquanta, particolarmente fortunata è la collaborazione con Herbert von Karajan alla Staatsoper di Vienna, dove è costantemente presente dal 1957 al 73 in circa 380 recite. Appare anche a Chicago e in Sudamerica (Caracas, Buenos Aires). Nel 1961 partecipa alla seconda tournée lirica di artisti italiani in Giappone, di cui rimangono le registrazioni video di Rigoletto, Aida, Andrea Chénier e Pagliacci.
Importante è anche la collaborazione con la RAI, dall'edizione televisiva di Rigoletto del 1955, con la regia di Franco Enriquez, a diverse registrazioni radiofoniche: La forza del destino, Falstaff (Ford), Francesca da Rimini, L'olandese volante, La sposa di Corinto di Pietro Canonica, La morte di Danton di Gottfried von Einem, Genoveva di Schumann. Esegue anche l'oratorio La resurrezione di Cristo di Lorenzo Perosi.
Approda tardivamente nel 1985 con Rigoletto al Metropolitan di New York, con il quale fa un tour di grande successo negli States.
L'addio alle scene avviene nel 1989 con una recita di Nabucco a Roncole Verdi, davanti alla casa natale del maestro, nell'ambito del Verdianeum Festival che aveva contribuito ad organizzare. Continua a cantare e insegnare fino all'ultima apparizione in pubblico nel 1995, quando riceve il premio Caruso a Lastra a Signa.
Protti vestì i personaggi di circa cinquanta opere, con una preferenza per il repertorio verdiano; svolse inoltre una notevole attività concertistica. L'opera maggiormente eseguita fu Rigoletto, interpretata quattrocentoventicinque volte
Foto autografa del celebre baritono nell'opera trovatore
Ottimo stato
Fotografia; 17,5x11,2 cm -
Lot 71 Giangiacomo Guelfi (Roma 1924 – Bolzano 2012)
Intraprese dapprima gli studi in legge, per poi iniziare lo studio del canto con Titta Ruffo a Firenze e debuttare in Rigoletto a Spoleto nel 1950, nell'ambito del Teatro lirico sperimentale "Adriano Belli"[1].
Due anni più tardi arrivò l'importante debutto alla Scala, cui seguirono apparizioni nei principali teatri italiani, tra i quali Napoli, Venezia, Firenze, Palermo, Roma, oltre a una regolare presenza all'Arena di Verona.
Fu presente anche all'estero, in Europa (Londra, Lisbona, Berlino), e negli Stati Uniti d'America, esordendo alla Lyric Opera di Chicago nel 1954 e al Metropolitan nel 1970. Apparve anche a Buenos Aires e Rio de Janeiro.
È stato apprezzato nei ruoli verdiani di opere come Nabucco, I due Foscari, Macbeth, Attila, I vespri siciliani, oltre che in titoli dell'opera verista, quali Andrea Chénier, Tosca, La fanciulla del West. Ha partecipato anche a lavori contemporanei, tra cui la prima de La figlia di Jorio di Ildebrando Pizzetti a Napoli nel 1954.
È possibile ascoltarlo in un'ampia discografia, in larga parte di registrazioni dal vivo.
Foto autografa del celebre baritono nell'opera La fanciulla del west, nelle vesti dello sceriffo
Ottimo stato
Fotografia; 18X11,5 cm -
Lot 72 Paolo Silveri (Ofena1913 – Roma 2001)
Studiò a Roma, dapprima privatamente con Luigi Perugini e poi al Conservatorio Santa Cecilia, anche nella classe di Riccardo Stracciari, esordendo nel registro di basso nel 1939 al Teatro dell'Opera di Roma ne I maestri cantori di Norimberga. Dopo un'interruzione dovuta al periodo bellico e un ulteriore periodo di studio, debuttò come baritono nel gennaio 1944, ancora all'Opera di Roma, nel ruolo di Germont.
Iniziò una rapida carriera nei teatri italiani, tra cui in particolare il San Carlo di Napoli, fino al debutto nel 1949 nel ruolo del Conte di Luna alla Scala, dove ritornerà regolarmente fino al 1955. Si esibì nel contempo nei più importanti teatri esteri: Royal Opera House di Londra (dal '46 stabilmente fino agli anni 50, cantando abitualmente anche le opere italiane tradotte in inglese), Opera di Parigi, Vienna, Glyndebourne. Nel 1950 esordì al Metropolitan in Don Giovanni, interpretando poi diversi altri ruoli, tra cui Rigoletto, il Marchese di Posa, Iago. Apparve anche in Sud America.
Acquisì notorietà principalmente per l'interpretazione dei grandi ruoli verdiani (soprattutto Rigoletto, che interpretò in oltre cinquecento recite), distinguendosi anche come Figaro, Barnaba, Scarpia, Guglielmo Tell, Boris. Si esibì anche nel registro di tenore, interpretando Otello a Dublino nel 1959, non dando poi seguito alla nuova veste e ritornando ai ruoli di baritono. Grazie anche alla presenza scenica, partecipò alla stagione dei film d'opera italiani tra gli anni '50 e '60, interpretando La Favorita accanto a Sophia Loren.
Si ritirò dalle scene nel 1968 con un'ultima recita di Rigoletto a Budapest, con accanto nel ruolo di Gilda la figlia Silvia. Si dedicò in seguito all'insegnamento, anche come docente in conservatorio, e fu attivo come operatore culturale, specialmente in Inghilterra e Irlanda. Nel 1983 scrisse un'autobiografia tradotta in inglese.
Foto autografa del celebre baritono.
Ottimo stato
Fotografia; 17,5x13 cm