ASTA 94 - GRANDI CANTANTI D'OPERA: LA COLLEZIONE LA GUARDIA DI FOTOGRAFIE CON AUTOGRAFO (1890 – ‘2000)
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Lot 505 Ferruccio Tagliavini (1913 - 1995)
Ritratto fotografico del tenore operistico italiano attivo principalmente negli anni Quaranta e Cinquanta. Tagliavini è stato salutato come l'erede apparente di Tito Schipa e Beniamino Gigli nel repertorio lirico-operistico a causa dell'eccezionale bellezza della sua voce, ma non ha mantenuto la sua grande promessa iniziale per l'intera durata della sua carriera. Presenza di dedica autografa alla Corale Rossini, datata 1953.
Ottimo stato.
Fotografia; 20x26 cm -
Lot 506 Luciano Pavarotti (Modena 1935 – ivi 2007)
Luciano Pavarotti è ricordato tra i dieci tenori più grandi di tutti i tempi, dalla voce squillante negli acuti e ricca nel mezzo, con un fraseggio chiaro e timbro limpido. Con Carlo Bergonzi, Enrico Caruso, Franco Corelli, Mario Del Monaco, Giuseppe Di Stefano, Beniamino Gigli e Tito Schipa, permane uno dei tenori italiani "storici" di notorietà mondiale. Con il Pavarotti & Friends e le sue numerose collaborazioni (fra le quali è da ricordare in particolare la costituzione del gruppo dei Tre Tenori, con Plácido Domingo e José Carreras), ha consolidato una popolarità che gli ha dato fama mondiale anche al di fuori dell'ambito musicale. Con oltre 100 milioni di copie vendute nel mondo, si stima sia, anche per vendite, fra i primissimi cantanti di ogni genere musicale, nonché il cantante italiano di maggior successo a livello internazionale. Ritratto fotografico del giovane tenore con autografo datato 1971.
Ottimo stato.
Fotografia; 13,5x18,5 cm -
Lot 507 Tito Schipa, nato Attilio Amedeo Schipa (Lecce 1888 – New York 1965)
Dopo una lunga routine di formazione nella compagnia operistica di Giuseppe Borboni, trionfò a Napoli nella stagione del 1914 diretta da Leopoldo Mugnone, dove con una Tosca leggendaria il nome d'arte "Tito Schipa" si impose definitivamente alle cronache artistiche e mondane. Con una Manon del 14 gennaio 1918 al Real di Madrid anche il primo trionfo all'estero fu assicurato. Nel 1919 approdò negli Stati Uniti, invitato dal soprano scozzese Mary Garden e dall'impresario Cleofonte Campanini, che insieme gestivano la Civic Opera di Chicago. Qui sposò la soubrette francese Antoinette Michel d'Ogoy, conosciuta a Montecarlo il 27 marzo 1917 in occasione della prima esecuzione assoluta de La rondine di Giacomo Puccini, dove interpretò il personaggio di Ruggero. Da lei avrà due figlie, Elena e Liana. Il 4 dicembre 1919 Schipa debuttò trionfalmente a Chicago con Rigoletto sotto la direzione di Gino Marinuzzi. Fu un trionfo e l'inizio di una permanenza negli Stati Uniti durata oltre quindici anni concessi al pubblico statunitense, curioso di misurare la sua grandezza con quella dell'indimenticabile Caruso. Nell'ottobre del 1932 lasciò Chicago, prendendo il posto di Beniamino Gigli al Metropolitan Opera di New York. Nel 1935 prese parte a Werther a San Francisco. Ma gli effetti della Grande depressione, l'irreparabile crisi con la moglie e la nostalgia per la patria, mai dimenticata, riportarono Schipa in Italia. Dopo una carriera lunga quasi mezzo secolo, negli anni cinquanta Schipa cominciò ad apparire sulle scene sempre più di rado. Il 14 aprile 1955 dette l'addio al palcoscenico con l'Elisir d'amore al Teatro Petruzzelli di Bari, a cui faranno seguito le tournée in Unione Sovietica, nella Repubblica popolare ungherese e negli Stati Uniti. Ritratto fotografico autografo datato 1929.
Ottimo stato.
Fotografia; 17,6x24 cm -
Lot 508 Giuseppe Di Stefano (Motta Sant'Anastasia 1921 – Santa Maria Hoè 2008)
Ritratto fotografico del popolare cantante lirico, con dedica autografa datata 1961.
Ottimo stato.
Fotografia; 17,6x24 cm -
Lot 509 Carlo Bergonzi (Vidalenzo di Polesine Parmense 1924 – Milano 2014)
Ritratto fotografico del famoso tenore italiano presso la città di Busseto, con dedica autografa datata 1974.
Ottimo stato.
Fotografia; 18x24 cm -
Lot 510 Tito Schipa, nato Attilio Amedeo Schipa (Lecce 1888 – New York 1965)
Dopo una lunga routine di formazione nella compagnia operistica di Giuseppe Borboni, trionfò a Napoli nella stagione del 1914 diretta da Leopoldo Mugnone, dove con una Tosca leggendaria il nome d'arte "Tito Schipa" si impose definitivamente alle cronache artistiche e mondane. Con una Manon del 14 gennaio 1918 al Real di Madrid anche il primo trionfo all'estero fu assicurato. Nel 1919 approdò negli Stati Uniti, invitato dal soprano scozzese Mary Garden e dall'impresario Cleofonte Campanini, che insieme gestivano la Civic Opera di Chicago. Qui sposò la soubrette francese Antoinette Michel d'Ogoy, conosciuta a Montecarlo il 27 marzo 1917 in occasione della prima esecuzione assoluta de La rondine di Giacomo Puccini, dove interpretò il personaggio di Ruggero. Da lei avrà due figlie, Elena e Liana. Il 4 dicembre 1919 Schipa debuttò trionfalmente a Chicago con Rigoletto sotto la direzione di Gino Marinuzzi. Fu un trionfo e l'inizio di una permanenza negli Stati Uniti durata oltre quindici anni concessi al pubblico statunitense, curioso di misurare la sua grandezza con quella dell'indimenticabile Caruso. Nell'ottobre del 1932 lasciò Chicago, prendendo il posto di Beniamino Gigli al Metropolitan Opera di New York. Nel 1935 prese parte a Werther a San Francisco. Ma gli effetti della Grande depressione, l'irreparabile crisi con la moglie e la nostalgia per la patria, mai dimenticata, riportarono Schipa in Italia. Dopo una carriera lunga quasi mezzo secolo, negli anni cinquanta Schipa cominciò ad apparire sulle scene sempre più di rado. Il 14 aprile 1955 dette l'addio al palcoscenico con l'Elisir d'amore al Teatro Petruzzelli di Bari, a cui faranno seguito le tournée in Unione Sovietica, nella Repubblica popolare ungherese e negli Stati Uniti. Ritratto fotografico del tenore con dedica autografa datata 7 maggio 1929.
Ottimo stato.
Fotografia; 12,5x18 cm -
Lot 511 Francesco Merli (Corsico 1887 – Milano 1976)
Ha studiato nella sua città, debuttando poi al Teatro alla Scala di Milano nel 1916, nel ruolo di Alvaro nel Fernando Cortez di Gaspare Spontini. Il 12 settembre 1918 è Elisero nella prima di Moïse et Pharaon di Rossini diretto da Tullio Serafin con Nazzareno De Angelis ed in dicembre canta nella prima assoluta di Urania di Alberto Favara alla Scala.
Nel 1919 al Teatro San Carlo di Napoli diretto da Leopoldo Mugnone è Luigi ne Il tabarro con Domenico Viglione Borghese e Rinuccio in Gianni Schicchi con Gilda Dalla Rizza e Viglione Borghese ed al Teatro Comunale di Bologna Paolo in Francesca da Rimini (Zandonai) diretto da Serafin con Giuseppe Nessi, nel 1920 Walter von Stolzing ne I maestri cantori di Norimberga diretto da Serafin con Maria Zamboni, Ernesto Badini ed Enrico Molinari al Teatro Regio di Torino e nel 1921 a Bologna Walter in Loreley diretto da Serafin ed al Teatro Regio di Parma Enzo ne La Gioconda con Giannina Arangi-Lombardi.
Si è esibito in molti teatri europei e americani, tra cui il Covent Garden di Londra, dove è stato il primo interprete di Calaf nella Turandot di Giacomo Puccini, compiendo anche tournée in Belgio e in Australia. Ha cantato stabilmente nell'ambito della stagione lirica del Teatro alla Scala ed in quella del Teatro dell'Opera di Roma, dove negli anni trenta del XX secolo è stato celebre nelle parti di Otello, Dick Johnson (La fanciulla del West), Sansone e Don Josè (Carmen).
Ha cantato al Metropolitan di New York quattro opere (Aida, Lucia di Lammermoor, Simon Boccanegra e Madama Butterfly) nel 1932, a fianco di illustri artisti come Lily Pons, Giuseppe De Luca, Ezio Pinza, Lawrence Tibbett (Simone e Amonasro). Il 20 marzo 1932 cantò Ah si ben mio... Di quella pira, a conclusione di un concerto di beneficenza tenutosi al Met, a fianco di Georges Thill, tenore già affermato ed acclamato in tutto il mondo. Il giovane Merli fu molto apprezzato, tanto che fu invitato a prendere parte ad un altro concerto di gala il 10 aprile dello stesso anno, insieme a Lauritz Melchior, specializzato tenore wagneriano, dotato di una voce molto potente.
Merli cantò insieme al mezzosoprano Dreda Aves il duetto dell'Aida Già i sacerdoti adunasi e l'aria dalla Forza del Destino O tu che in seno agl'angeli. Nello stesso concerto si esibì anche Lily Pons in tre brani di virtuosismo.
Il ruolo che però dette più fama al tenore Merli fu indubbiamente l'Otello di Giuseppe Verdi, interpretazione sontuosa e storicamente importante perché dette poi l'ispirazione ai successivi grandi Mario del Monaco e Plácido Domingo. Fu interprete di questo ruolo in tantissimi teatri del mondo, offrendo una sua ultima esecuzione di Otello a Trieste nel 1946, in forma di concerto, nel trentennale della sua carriera.
Ritratto fotografico del celebre tenore con dedica autografa datata Milano 1937.
Ottimo stato.
Fotografia; 17,6x24 cm -
Lot 512 Titta Ruffo, pseudonimo di Ruffo Cafiero Titta (Pisa 1877 – Firenze 1953)
Ritratto del celebre baritono pisano in vesti teatrali con dedica autografa al signor Pellini.
Ottimo stato.
Fotografia; 15x22,5 cm -
Lot 513 Giacomo Lauri Volpi, nato Giacomo Volpi (Lanuvio 1892 – Burjassot 1979)
Ritratto del famoso tenore italiano in vesti di scena con dedica autografa a Guido Ricci.
Ottimo stato.
Fotografia; 10,5x15 cm -
Lot 514 Carlo Pietro Tagliabue (Mariano Comense 1898 – Monza 1978)
Ritratto del famoso baritono italiano in vesti di scena con dedica autografa.
Ottimo stato.
Cartolina fotografica; la cartolina è incollata su un supporto di cartoncino. -
Lot 515 Giuseppe Di Stefano (Motta Sant'Anastasia 1921 – Santa Maria Hoè 2008)
Ritratto fotografico raffigurante il famoso cantante lirico con dedica autografa datata 1956.
Ottimo stato.
Fotografia; 18x24 cm -
Lot 516 Beniamino Gigli (Recanati 1890 – Roma 1957)
Ultimo di sei figli di Domenico, calzolaio e campanaro del duomo, ed Ester Magnaterra, mostrò sin da piccolissimo grandi attitudini per il canto, venendo accolto a sette anni nel Coro Pueri Cantores della Cattedrale di Recanati. La povertà della famiglia lo costrinse a duri sacrifici, ma, tra un'occupazione e l'altra, riuscì a prendere lezioni di canto dal maestro Quirino Lazzarini, organista e direttore del coro della Santa Casa di Loreto.
A quindici anni, mostrando voce di contralto, fu scelto a Macerata come protagonista, in vesti femminili, dell'operetta La fuga di Angelica di Alessandro Billi, alla quale seguirono altre buone prove del genere, che convinsero la famiglia a favorirne il trasferimento a Roma nell'autunno del 1907.
Dopo una breve parentesi di alcuni mesi di servizio militare in occasione della guerra di Libia del 1912, vinse una borsa di studio e si poté iscrivere finalmente al Conservatorio Santa Cecilia, studiando sotto la guida di Enrico Rosati.
Lapide commemorativa dell'esordio professionale di Beniamino Gigli nella Gioconda di Amilcare Ponchielli al Teatro Sociale di Rovigo.
Benché agli allievi fosse vietato esibirsi ufficialmente, apparve con lo pseudonimo di Mino Rosa in numerosi salotti romani, riuscendo a guadagnare la rispettabile somma di trecento lire. Il 24 aprile 1914 cantò con il proprio nome alla sala dell'Accademia di Santa Cecilia nella fiaba musicale La principessa dai capelli d'oro di Alessandro Bustini ed il 10 giugno seguente fu ammesso al saggio finale del conservatorio. Il debutto teatrale, dopo aver vinto un altro concorso di canto a Parma, avvenne al Teatro Sociale di Rovigo la sera del 14 ottobre dello stesso anno come Enzo ne La Gioconda. Ritratto fotografico con dedica autografa del celebre tenore datata 1956.
Ottimo stato.
Fotografia; 18x24 cm