Asta N. 450 - Arte Moderna e Contemporanea
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Lot 61 Candido Portinari (1903-1962) Figura femminile, 1948; pastelli colorati su carta, cm 31,5x24
firmato, dedicato “para Eugenio...” e datato in basso a destra; Provenienza:
Collezione privata, Milano
Bibliografia:
Eugenio Luraghi, Disegni di Portinari, 1955, p. 133, ILTE
Candido Portinari (1903-1962) è considerato uno dei pittori moderni più importanti del Brasile. La sua arte oscilla tra realismo ed espressionismo, influenzata anche dal post-cubismo di Picasso.
Germain Bazin, conservatore del Louvre, ha definito Portinari “il Michelangelo brasiliano” per l’ampiezza e la potenza delle sue opere. Renée Huyghe, direttore del Louvre e Jean Cassou, direttore del Museo d’Arte moderna di Francia ne hanno riconosciuto il grande valore. Alla Biennale di Venezia, nel 1957, Portinari rappresentò il Brasile.
Negli anni, l’arte di Portinari si è affermata sempre più sia sul piano nazionale, sia a livello internazionale, culminando tra l’altro in due recenti importanti mostre postume.
Nel 2014, al Grand Palais di Parigi, vennero esposti, insieme a numerose altre opere, anche i due giganteschi quadri “La guerra” e “La pace” che da molti anni campeggiano nella sede dell’ONU, a New York.
E nel 2017, a Roma, presso la sede di Palazzo Pamphili dell’Ambasciata brasiliana gli venne dedicata un’altra ampia rassegna. Portinari, che è di origini venete, è conosciuto anche in Italia grazie a Giuseppe Eugenio Luraghi (1905- 1991), alla cui famiglia alcune di queste opere sono dedicate, noto per essere stato presidente dell’Alfa Romeo ma anche un poliedrico intellettuale, scrittore ed editore, il quale nel 1948, su presentazione di Rafael Alberti, conobbe Portinari a Rio de Janeiro.
Fu un incontro rivelatore per Luraghi, appassionato di pittura da sempre, che rimase impressionato dalle sue opere spesso gigantesche e tragiche. Tra i due nacque una profonda amicizia e Luraghi volle far conoscere all’Italia l’attività artistica che ammirava. Dapprima pubblicò molti articoli su testate giornalistiche, il primo dei quali nel 1948 sul settimanale “Tempo”, e successivamente quattro libri: “Portinari” Edizioni della Meridiana, Milano, 1951; “Disegni di Candido Portinari”, ILTE, Torino, 1953; “Israel”, ILTE, Torino, 1959; “Brasil”, ILTE, Torino, 1960.
Luraghi seppe analizzare a fondo la dura e complessa vicenda pittorica di Portinari, mettendone in rilievo le forti valenze sociali che si ispiravano alle misere condizioni degli ultimi. “Certo, di influenze formali se ne potranno trovare anche molte” scrisse Luraghi “(...) ma la pittura di Portinari risulta poi assolutamente sua, in modo inconfondibile e prepotente. L’importante in questo pittore è ciò che dice e la forza e la persuasione con cui lo dice. (...) per Portinari, pur fatte le debite proporzioni, ci si trova di fronte a un’opera che non ha modo di essere confusa con quella di nessun altro”.
In ne, nel 1963, dopo la scomparsa dell’artista avvenuta nel 1962, Luraghi curò un’importante mostra nel Palazzo Reale di Milano e, in collaborazione con il Governo brasiliano, ne organizzò poi un’altra nel 1974 a Ginevra.
Candido Portinari (1903-1962) é considerado uma dos pintores modernos mais importantes do Brasil. A sua arte oscila entre o realismo e o expressionismo, in uenciado também pelo pós-cubismo de Picasso.
Germain Bazin, curador do Louvre, de niu Portinari como “o Michelangelo brasileiro” pela amplitude e potência de suas obras. Renée Huyghe, diretor do Louvre e Jean Cassou, diretor do Museu de Arte Moderna da França reconheceram seu grande valor.
Na Bienal de Veneza, em 1957, Portinari representou o Brasil.
Ao longo dos anos, a arte de Portinari se estabeleceu cada vez mais, tanto nacional quanto internacionalmente, culminando em outras duas recentes importantes exposições póstumas.
Em 2014, no Grand Palais de Paris, foram exibidos, juntamente com inúmeras outras obras, incluindo os dois gigantes quadros “Guerra” e “Paz” que há muitos anos está na sede da ONU, em Nova Iorque.
E em 2017, em Roma, na sede do Palazzo Pamphilj da Embaixada do Brasil, outra extensa exposição foi dedicada a ele.
Portinari, de origem veneziana, também é conhecido na Itália graças a Giuseppe Eugenio Luraghi (1905-1991), cuja família algumas dessas obras são dedicadas, conhecido por ser presidente da Alfa Romeo, mas também um intelectual multifacetado, escritor e editor, no qual em 1948, mediante apresentação de Rafael Alberti, conheceu Portinari no Rio de Janeiro.
Foi um encontro revelador para Luraghi, que sempre foi apaixonado por pintura, cou impressionado com seu trabalho frequentemente gigantes e trágicos. Entre os dois nasce uma profunda amizade e Luraghi queria que a Itália soubesse da atividade artística que ele admirava. Primeiro, ele publicou muitos artigos em jornais, o primeiro dos quais em 1948 no semanal “Tempo” e, posteriormente, quatro livros: “Portinari” Edizioni della Meridiana, Milão, 1951; “Desenhos de Candido Portinari”, ILTE, Turim, 1953; “Israel”, ILTE, Turim, 1959; “Brasil”, ILTE, Turim, 1960.
Luraghi foi capaz de analisar minuciosamente a dura e complexa história pictórica de Portinari, destacando os fortes valores sociais que inspiraram as más condições dos últimos. “É claro que de in uências formais se encontram muitas”, escreveu Luraghi, “(...) mas a pintura de Portinari é absolutamente sua, de maneira inconfundível e autoritária. O importante neste pintor é o que ele diz e a força e persuasão com que ele diz isso. (...) para Portinari, embora tenham sido feitas as devidas proporções, estamos diante de um trabalho que não tem como ser confundido com o de qualquer outra pessoa”.
Finalmente, em 1963, após a morte do artista em 1962, Luraghi curou uma importante exposição no Palazzo Reale em Milão e, em olaboração com o Governo brasileiro, organizou ainda outra em 1974, em Genebra. -
Lot 62 Candido Portinari (1903-1962) Senza titolo (Figura femminile con bambino), 1948; tecnica mista su carta, cm 27x17
firmato in basso a destra, datato in basso a sinistra; Provenienza:
Collezione privata, Milano
Candido Portinari (1903-1962) è considerato uno dei pittori moderni più importanti del Brasile. La sua arte oscilla tra realismo ed espressionismo, influenzata anche dal post-cubismo di Picasso.
Germain Bazin, conservatore del Louvre, ha de finito Portinari “il Michelangelo brasiliano” per l’ampiezza e la potenza delle sue opere. Renée Huyghe, direttore del Louvre e Jean Cassou, direttore del Museo d’Arte moderna di Francia ne hanno riconosciuto il grande valore. Alla Biennale di Venezia, nel 1957, Portinari rappresentò il Brasile.
Negli anni, l’arte di Portinari si è affermata sempre più sia sul piano nazionale, sia a livello internazionale, culminando tra l’altro in due recenti importanti mostre postume.
Nel 2014, al Grand Palais di Parigi, vennero esposti, insieme a numerose altre opere, anche i due giganteschi quadri “La guerra” e “La pace” che da molti anni campeggiano nella sede dell’ONU, a New York.
E nel 2017, a Roma, presso la sede di Palazzo Pamphili dell’Ambasciata brasiliana gli venne dedicata un’altra ampia rassegna. Portinari, che è di origini venete, è conosciuto anche in Italia grazie a Giuseppe Eugenio Luraghi (1905- 1991), alla cui famiglia alcune di queste opere sono dedicate, noto per essere stato presidente dell’Alfa Romeo ma anche un poliedrico intellettuale, scrittore ed editore, il quale nel 1948, su presentazione di Rafael Alberti, conobbe Portinari a Rio de Janeiro.
Fu un incontro rivelatore per Luraghi, appassionato di pittura da sempre, che rimase impressionato dalle sue opere spesso gigantesche e tragiche. Tra i due nacque una profonda amicizia e Luraghi volle far conoscere all’Italia l’attività artistica che ammirava. Dapprima pubblicò molti articoli su testate giornalistiche, il primo dei quali nel 1948 sul settimanale “Tempo”, e successivamente quattro libri: “Portinari” Edizioni della Meridiana, Milano, 1951; “Disegni di Candido Portinari”, ILTE, Torino, 1953; “Israel”, ILTE, Torino, 1959; “Brasil”, ILTE, Torino, 1960.
Luraghi seppe analizzare a fondo la dura e complessa vicenda pittorica di Portinari, mettendone in rilievo le forti valenze sociali che si ispiravano alle misere condizioni degli ultimi. “Certo, di influenze formali se ne potranno trovare anche molte” scrisse Luraghi “(...) ma la pittura di Portinari risulta poi assolutamente sua, in modo inconfondibile e prepotente. L’importante in questo pittore è ciò che dice e la forza e la persuasione con cui lo dice. (...) per Portinari, pur fatte le debite proporzioni, ci si trova di fronte a un’opera che non ha modo di essere confusa con quella di nessun altro”.
In ne, nel 1963, dopo la scomparsa dell’artista avvenuta nel 1962, Luraghi curò un’importante mostra nel Palazzo Reale di Milano e, in collaborazione con il Governo brasiliano, ne organizzò poi un’altra nel 1974 a Ginevra.
Candido Portinari (1903-1962) é considerado uma dos pintores modernos mais importantes do Brasil. A sua arte oscila entre o realismo e o expressionismo, in uenciado também pelo pós-cubismo de Picasso.
Germain Bazin, curador do Louvre, de niu Portinari como “o Michelangelo brasileiro” pela amplitude e potência de suas obras. Renée Huyghe, diretor do Louvre e Jean Cassou, diretor do Museu de Arte Moderna da França reconheceram seu grande valor.
Na Bienal de Veneza, em 1957, Portinari representou o Brasil.
Ao longo dos anos, a arte de Portinari se estabeleceu cada vez mais, tanto nacional quanto internacionalmente, culminando em outras duas recentes importantes exposições póstumas.
Em 2014, no Grand Palais de Paris, foram exibidos, juntamente com inúmeras outras obras, incluindo os dois gigantes quadros “Guerra” e “Paz” que há muitos anos está na sede da ONU, em Nova Iorque.
E em 2017, em Roma, na sede do Palazzo Pamphilj da Embaixada do Brasil, outra extensa exposição foi dedicada a ele.
Portinari, de origem veneziana, também é conhecido na Itália graças a Giuseppe Eugenio Luraghi (1905-1991), cuja família algumas dessas obras são dedicadas, conhecido por ser presidente da Alfa Romeo, mas também um intelectual multifacetado, escritor e editor, no qual em 1948, mediante apresentação de Rafael Alberti, conheceu Portinari no Rio de Janeiro.
Foi um encontro revelador para Luraghi, que sempre foi apaixonado por pintura, cou impressionado com seu trabalho frequentemente gigantes e trágicos. Entre os dois nasce uma profunda amizade e Luraghi queria que a Itália soubesse da atividade artística que ele admirava. Primeiro, ele publicou muitos artigos em jornais, o primeiro dos quais em 1948 no semanal “Tempo” e, posteriormente, quatro livros: “Portinari” Edizioni della Meridiana, Milão, 1951; “Desenhos de Candido Portinari”, ILTE, Turim, 1953; “Israel”, ILTE, Turim, 1959; “Brasil”, ILTE, Turim, 1960.
Luraghi foi capaz de analisar minuciosamente a dura e complexa história pictórica de Portinari, destacando os fortes valores sociais que inspiraram as más condições dos últimos. “É claro que de in uências formais se encontram muitas”, escreveu Luraghi, “(...) mas a pintura de Portinari é absolutamente sua, de maneira inconfundível e autoritária. O importante neste pintor é o que ele diz e a força e persuasão com que ele diz isso. (...) para Portinari, embora tenham sido feitas as devidas proporções, estamos diante de um trabalho que não tem como ser confundido com o de qualquer outra pessoa”.
Finalmente, em 1963, após a morte do artista em 1962, Luraghi curou uma importante exposição no Palazzo Reale em Milão e, em olaboração com o Governo brasileiro, organizou ainda outra em 1974, em Genebra. -
Lot 63 Candido Portinari (1903-1962) La raccolta delle banane; tecnica mista su carta, cm 33x40
firmato in basso a destra; Provenienza:
Collezione privata, Milano
Esposizioni:
Candido Portinari, Palazzo Reale, Sala delle Cariatidi, Comune di Milano, 1963
Bibliografia: Candido Portinari, Palazzo Reale, Sala delle Cariatidi, Comune di Milano, 1963, tav. 43
Candido Portinari (1903-1962) è considerato uno dei pittori moderni più importanti del Brasile. La sua arte oscilla tra realismo ed espressionismo, influenzata anche dal post-cubismo di Picasso. Germain Bazin, conservatore del Louvre, ha definito Portinari “il Michelangelo brasiliano” per l’ampiezza e la potenza delle sue opere. Renée Huyghe, direttore del Louvre e Jean Cassou, direttore del Museo d’Arte moderna di Francia ne hanno riconosciuto il grande valore. Alla Biennale di Venezia, nel 1957, Portinari rappresentò il Brasile. Negli anni, l’arte di Portinari si è affermata sempre più sia sul piano nazionale, sia a livello internazionale, culminando tra l’altro in due recenti importanti mostre postume. Nel 2014, al Grand Palais di Parigi, vennero esposti, insieme a numerose altre opere, anche i due giganteschi quadri “La guerra” e “La pace” che da molti anni campeggiano nella sede dell’ONU, a New York. E nel 2017, a Roma, presso la sede di Palazzo Pamphili dell’Ambasciata brasiliana gli venne dedicata un’altra ampia rassegna. Portinari, che è di origini venete, è conosciuto anche in Italia grazie a Giuseppe Eugenio Luraghi (1905- 1991), alla cui famiglia alcune di queste opere sono dedicate, noto per essere stato presidente dell’Alfa Romeo ma anche un poliedrico intellettuale, scrittore ed editore, il quale nel 1948, su presentazione di Rafael Alberti, conobbe Portinari a Rio de Janeiro. Fu un incontro rivelatore per Luraghi, appassionato di pittura da sempre, che rimase impressionato dalle sue opere spesso gigantesche e tragiche. Tra i due nacque una profonda amicizia e Luraghi volle far conoscere all’Italia l’attività artistica che ammirava. Dapprima pubblicò molti articoli su testate giornalistiche, il primo dei quali nel 1948 sul settimanale “Tempo”, e successivamente quattro libri: “Portinari” Edizioni della Meridiana, Milano, 1951; “Disegni di Candido Portinari”, ILTE, Torino, 1953; “Israel”, ILTE, Torino, 1959; “Brasil”, ILTE, Torino, 1960. Luraghi seppe analizzare a fondo la dura e complessa vicenda pittorica di Portinari, mettendone in rilievo le forti valenze sociali che si ispiravano alle misere condizioni degli ultimi. “Certo, di influenze formali se ne potranno trovare anche molte” scrisse Luraghi “(...) ma la pittura di Portinari risulta poi assolutamente sua, in modo inconfondibile e prepotente. L’importante in questo pittore è ciò che dice e la forza e la persuasione con cui lo dice. (...) per Portinari, pur fatte le debite proporzioni, ci si trova di fronte a un’opera che non ha modo di essere confusa con quella di nessun altro”. In ne, nel 1963, dopo la scomparsa dell’artista avvenuta nel 1962, Luraghi curò un’importante mostra nel Palazzo Reale di Milano e, in collaborazione con il Governo brasiliano, ne organizzò poi un’altra nel 1974 a Ginevra. Candido Portinari (1903-1962) é considerado uma dos pintores modernos mais importantes do Brasil. A sua arte oscila entre o realismo e o expressionismo, in uenciado também pelo pós-cubismo de Picasso. Germain Bazin, curador do Louvre, de niu Portinari como “o Michelangelo brasileiro” pela amplitude e potência de suas obras. Renée Huyghe, diretor do Louvre e Jean Cassou, diretor do Museu de Arte Moderna da França reconheceram seu grande valor. Na Bienal de Veneza, em 1957, Portinari representou o Brasil. Ao longo dos anos, a arte de Portinari se estabeleceu cada vez mais, tanto nacional quanto internacionalmente, culminando em outras duas recentes importantes exposições póstumas. Em 2014, no Grand Palais de Paris, foram exibidos, juntamente com inúmeras outras obras, incluindo os dois gigantes quadros “Guerra” e “Paz” que há muitos anos está na sede da ONU, em Nova Iorque. E em 2017, em Roma, na sede do Palazzo Pamphilj da Embaixada do Brasil, outra extensa exposição foi dedicada a ele. Portinari, de origem veneziana, também é conhecido na Itália graças a Giuseppe Eugenio Luraghi (1905-1991), cuja família algumas dessas obras são dedicadas, conhecido por ser presidente da Alfa Romeo, mas também um intelectual multifacetado, escritor e editor, no qual em 1948, mediante apresentação de Rafael Alberti, conheceu Portinari no Rio de Janeiro. Foi um encontro revelador para Luraghi, que sempre foi apaixonado por pintura, cou impressionado com seu trabalho frequentemente gigantes e trágicos. Entre os dois nasce uma profunda amizade e Luraghi queria que a Itália soubesse da atividade artística que ele admirava. Primeiro, ele publicou muitos artigos em jornais, o primeiro dos quais em 1948 no semanal “Tempo” e, posteriormente, quatro livros: “Portinari” Edizioni della Meridiana, Milão, 1951; “Desenhos de Candido Portinari”, ILTE, Turim, 1953; “Israel”, ILTE, Turim, 1959; “Brasil”, ILTE, Turim, 1960. Luraghi foi capaz de analisar minuciosamente a dura e complexa história pictórica de Portinari, destacando os fortes valores sociais que inspiraram as más condições dos últimos. “É claro que de in uências formais se encontram muitas”, escreveu Luraghi, “(...) mas a pintura de Portinari é absolutamente sua, de maneira inconfundível e autoritária. O importante neste pintor é o que ele diz e a força e persuasão com que ele diz isso. (...) para Portinari, embora tenham sido feitas as devidas proporções, estamos diante de um trabalho que não tem como ser confundido com o de qualquer outra pessoa”. Finalmente, em 1963, após a morte do artista em 1962, Luraghi curou uma importante exposição no Palazzo Reale em Milão e, em olaboração com o Governo brasileiro, organizou ainda outra em 1974, em Genebra. -
Lot 64 Candido Portinari (1903-1962) Cangaceiros, 1950; inchiostro su carta, cm 37x35
firmato, intitolato e datato in basso a destra
dedicato in basso “para Eugenio...”; Provenienza:
Collezione privata, Milano
Candido Portinari (1903-1962) è considerato uno dei pittori moderni più importanti del Brasile. La sua arte oscilla tra realismo ed espressionismo, influenzata anche dal post-cubismo di Picasso.
Germain Bazin, conservatore del Louvre, ha de nito Portinari “il Michelangelo brasiliano” per l’ampiezza e la potenza delle sue opere. Renée Huyghe, direttore del Louvre e Jean Cassou, direttore del Museo d’Arte moderna di Francia ne hanno riconosciuto il grande valore. Alla Biennale di Venezia, nel 1957, Portinari rappresentò il Brasile.
Negli anni, l’arte di Portinari si è affermata sempre più sia sul piano nazionale, sia a livello internazionale, culminando tra l’altro in due recenti importanti mostre postume.
Nel 2014, al Grand Palais di Parigi, vennero esposti, insieme a numerose altre opere, anche i due giganteschi quadri “La guerra” e “La pace” che da molti anni campeggiano nella sede dell’ONU, a New York.
E nel 2017, a Roma, presso la sede di Palazzo Pamphili dell’Ambasciata brasiliana gli venne dedicata un’altra ampia rassegna. Portinari, che è di origini venete, è conosciuto anche in Italia grazie a Giuseppe Eugenio Luraghi (1905- 1991), alla cui famiglia alcune di queste opere sono dedicate, noto per essere stato presidente dell’Alfa Romeo ma anche un poliedrico intellettuale, scrittore ed editore, il quale nel 1948, su presentazione di Rafael Alberti, conobbe Portinari a Rio de Janeiro.
Fu un incontro rivelatore per Luraghi, appassionato di pittura da sempre, che rimase impressionato dalle sue opere spesso gigantesche e tragiche. Tra i due nacque una profonda amicizia e Luraghi volle far conoscere all’Italia l’attività artistica che ammirava. Dapprima pubblicò molti articoli su testate giornalistiche, il primo dei quali nel 1948 sul settimanale “Tempo”, e successivamente quattro libri: “Portinari” Edizioni della Meridiana, Milano, 1951; “Disegni di Candido Portinari”, ILTE, Torino, 1953; “Israel”, ILTE, Torino, 1959; “Brasil”, ILTE, Torino, 1960.
Luraghi seppe analizzare a fondo la dura e complessa vicenda pittorica di Portinari, mettendone in rilievo le forti valenze sociali che si ispiravano alle misere condizioni degli ultimi. “Certo, di in uenze formali se ne potranno trovare anche molte” scrisse Luraghi “(...) ma la pittura di Portinari risulta poi assolutamente sua, in modo inconfondibile e prepotente. L’importante in questo pittore è ciò che dice e la forza e la persuasione con cui lo dice. (...) per Portinari, pur fatte le debite proporzioni, ci si trova di fronte a un’opera che non ha modo di essere confusa con quella di nessun altro”.
In ne, nel 1963, dopo la scomparsa dell’artista avvenuta nel 1962, Luraghi curò un’importante mostra nel Palazzo Reale di Milano e, in collaborazione con il Governo brasiliano, ne organizzò poi un’altra nel 1974 a Ginevra.
Candido Portinari (1903-1962) é considerado uma dos pintores modernos mais importantes do Brasil. A sua arte oscila entre o realismo e o expressionismo, in uenciado também pelo pós-cubismo de Picasso.
Germain Bazin, curador do Louvre, de niu Portinari como “o Michelangelo brasileiro” pela amplitude e potência de suas obras. Renée Huyghe, diretor do Louvre e Jean Cassou, diretor do Museu de Arte Moderna da França reconheceram seu grande valor.
Na Bienal de Veneza, em 1957, Portinari representou o Brasil.
Ao longo dos anos, a arte de Portinari se estabeleceu cada vez mais, tanto nacional quanto internacionalmente, culminando em outras duas recentes importantes exposições póstumas.
Em 2014, no Grand Palais de Paris, foram exibidos, juntamente com inúmeras outras obras, incluindo os dois gigantes quadros “Guerra” e “Paz” que há muitos anos está na sede da ONU, em Nova Iorque.
E em 2017, em Roma, na sede do Palazzo Pamphilj da Embaixada do Brasil, outra extensa exposição foi dedicada a ele.
Portinari, de origem veneziana, também é conhecido na Itália graças a Giuseppe Eugenio Luraghi (1905-1991), cuja família algumas dessas obras são dedicadas, conhecido por ser presidente da Alfa Romeo, mas também um intelectual multifacetado, escritor e editor, no qual em 1948, mediante apresentação de Rafael Alberti, conheceu Portinari no Rio de Janeiro.
Foi um encontro revelador para Luraghi, que sempre foi apaixonado por pintura, cou impressionado com seu trabalho frequentemente gigantes e trágicos. Entre os dois nasce uma profunda amizade e Luraghi queria que a Itália soubesse da atividade artística que ele admirava. Primeiro, ele publicou muitos artigos em jornais, o primeiro dos quais em 1948 no semanal “Tempo” e, posteriormente, quatro livros: “Portinari” Edizioni della Meridiana, Milão, 1951; “Desenhos de Candido Portinari”, ILTE, Turim, 1953; “Israel”, ILTE, Turim, 1959; “Brasil”, ILTE, Turim, 1960.
Luraghi foi capaz de analisar minuciosamente a dura e complexa história pictórica de Portinari, destacando os fortes valores sociais que inspiraram as más condições dos últimos. “É claro que de in uências formais se encontram muitas”, escreveu Luraghi, “(...) mas a pintura de Portinari é absolutamente sua, de maneira inconfundível e autoritária. O importante neste pintor é o que ele diz e a força e persuasão com que ele diz isso. (...) para Portinari, embora tenham sido feitas as devidas proporções, estamos diante de um trabalho que não tem como ser confundido com o de qualquer outra pessoa”.
Finalmente, em 1963, após a morte do artista em 1962, Luraghi curou uma importante exposição no Palazzo Reale em Milão e, em olaboração com o Governo brasileiro, organizou ainda outra em 1974, em Genebra. -
Lot 65 Candido Portinari (1903-1962) Spaventapasseri; tecnica mista su carta, cm 23x16; Provenienza:
Collezione privata, Milano
Candido Portinari (1903-1962) è considerato uno dei pittori moderni più importanti del Brasile. La sua arte oscilla tra realismo ed espressionismo, influenzata anche dal post-cubismo di Picasso.
Germain Bazin, conservatore del Louvre, ha de nito Portinari “il Michelangelo brasiliano” per l’ampiezza e la potenza delle sue opere. Renée Huyghe, direttore del Louvre e Jean Cassou, direttore del Museo d’Arte moderna di Francia ne hanno riconosciuto il grande valore. Alla Biennale di Venezia, nel 1957, Portinari rappresentò il Brasile.
Negli anni, l’arte di Portinari si è affermata sempre più sia sul piano nazionale, sia a livello internazionale, culminando tra l’altro in due recenti importanti mostre postume.
Nel 2014, al Grand Palais di Parigi, vennero esposti, insieme a numerose altre opere, anche i due giganteschi quadri “La guerra” e “La pace” che da molti anni campeggiano nella sede dell’ONU, a New York.
E nel 2017, a Roma, presso la sede di Palazzo Pamphili dell’Ambasciata brasiliana gli venne dedicata un’altra ampia rassegna. Portinari, che è di origini venete, è conosciuto anche in Italia grazie a Giuseppe Eugenio Luraghi (1905- 1991), alla cui famiglia alcune di queste opere sono dedicate, noto per essere stato presidente dell’Alfa Romeo ma anche un poliedrico intellettuale, scrittore ed editore, il quale nel 1948, su presentazione di Rafael Alberti, conobbe Portinari a Rio de Janeiro.
Fu un incontro rivelatore per Luraghi, appassionato di pittura da sempre, che rimase impressionato dalle sue opere spesso gigantesche e tragiche. Tra i due nacque una profonda amicizia e Luraghi volle far conoscere all’Italia l’attività artistica che ammirava. Dapprima pubblicò molti articoli su testate giornalistiche, il primo dei quali nel 1948 sul settimanale “Tempo”, e successivamente quattro libri: “Portinari” Edizioni della Meridiana, Milano, 1951; “Disegni di Candido Portinari”, ILTE, Torino, 1953; “Israel”, ILTE, Torino, 1959; “Brasil”, ILTE, Torino, 1960.
Luraghi seppe analizzare a fondo la dura e complessa vicenda pittorica di Portinari, mettendone in rilievo le forti valenze sociali che si ispiravano alle misere condizioni degli ultimi. “Certo, di in uenze formali se ne potranno trovare anche molte” scrisse Luraghi “(...) ma la pittura di Portinari risulta poi assolutamente sua, in modo inconfondibile e prepotente. L’importante in questo pittore è ciò che dice e la forza e la persuasione con cui lo dice. (...) per Portinari, pur fatte le debite proporzioni, ci si trova di fronte a un’opera che non ha modo di essere confusa con quella di nessun altro”.
In ne, nel 1963, dopo la scomparsa dell’artista avvenuta nel 1962, Luraghi curò un’importante mostra nel Palazzo Reale di Milano e, in collaborazione con il Governo brasiliano, ne organizzò poi un’altra nel 1974 a Ginevra.
Candido Portinari (1903-1962) é considerado uma dos pintores modernos mais importantes do Brasil. A sua arte oscila entre o realismo e o expressionismo, in uenciado também pelo pós-cubismo de Picasso.
Germain Bazin, curador do Louvre, de niu Portinari como “o Michelangelo brasileiro” pela amplitude e potência de suas obras. Renée Huyghe, diretor do Louvre e Jean Cassou, diretor do Museu de Arte Moderna da França reconheceram seu grande valor.
Na Bienal de Veneza, em 1957, Portinari representou o Brasil.
Ao longo dos anos, a arte de Portinari se estabeleceu cada vez mais, tanto nacional quanto internacionalmente, culminando em outras duas recentes importantes exposições póstumas.
Em 2014, no Grand Palais de Paris, foram exibidos, juntamente com inúmeras outras obras, incluindo os dois gigantes quadros “Guerra” e “Paz” que há muitos anos está na sede da ONU, em Nova Iorque.
E em 2017, em Roma, na sede do Palazzo Pamphilj da Embaixada do Brasil, outra extensa exposição foi dedicada a ele.
Portinari, de origem veneziana, também é conhecido na Itália graças a Giuseppe Eugenio Luraghi (1905-1991), cuja família algumas dessas obras são dedicadas, conhecido por ser presidente da Alfa Romeo, mas também um intelectual multifacetado, escritor e editor, no qual em 1948, mediante apresentação de Rafael Alberti, conheceu Portinari no Rio de Janeiro.
Foi um encontro revelador para Luraghi, que sempre foi apaixonado por pintura, cou impressionado com seu trabalho frequentemente gigantes e trágicos. Entre os dois nasce uma profunda amizade e Luraghi queria que a Itália soubesse da atividade artística que ele admirava. Primeiro, ele publicou muitos artigos em jornais, o primeiro dos quais em 1948 no semanal “Tempo” e, posteriormente, quatro livros: “Portinari” Edizioni della Meridiana, Milão, 1951; “Desenhos de Candido Portinari”, ILTE, Turim, 1953; “Israel”, ILTE, Turim, 1959; “Brasil”, ILTE, Turim, 1960.
Luraghi foi capaz de analisar minuciosamente a dura e complexa história pictórica de Portinari, destacando os fortes valores sociais que inspiraram as más condições dos últimos. “É claro que de in uências formais se encontram muitas”, escreveu Luraghi, “(...) mas a pintura de Portinari é absolutamente sua, de maneira inconfundível e autoritária. O importante neste pintor é o que ele diz e a força e persuasão com que ele diz isso. (...) para Portinari, embora tenham sido feitas as devidas proporções, estamos diante de um trabalho que não tem como ser confundido com o de qualquer outra pessoa”.
Finalmente, em 1963, após a morte do artista em 1962, Luraghi curou uma importante exposição no Palazzo Reale em Milão e, em olaboração com o Governo brasileiro, organizou ainda outra em 1974, em Genebra. -
Lot 66 Candido Portinari (1903-1962) Monte das Oliveiras Jerusalem, 1956; pastelli e matite a colori su carta, cm 18x26
firmato, intitolato e datato in basso a destra, dedicato “a querio Eugenio...” in alto a destra; Provenienza:
Collezione privata, Milano
Candido Portinari (1903-1962) è considerato uno dei pittori moderni più importanti del Brasile. La sua arte oscilla tra realismo ed espressionismo, influenzata anche dal post-cubismo di Picasso.
Germain Bazin, conservatore del Louvre, ha definito Portinari “il Michelangelo brasiliano” per l’ampiezza e la potenza delle sue opere. Renée Huyghe, direttore del Louvre e Jean Cassou, direttore del Museo d’Arte moderna di Francia ne hanno riconosciuto il grande valore. Alla Biennale di Venezia, nel 1957, Portinari rappresentò il Brasile.
Negli anni, l’arte di Portinari si è affermata sempre più sia sul piano nazionale, sia a livello internazionale, culminando tra l’altro in due recenti importanti mostre postume.
Nel 2014, al Grand Palais di Parigi, vennero esposti, insieme a numerose altre opere, anche i due giganteschi quadri “La guerra” e “La pace” che da molti anni campeggiano nella sede dell’ONU, a New York.
E nel 2017, a Roma, presso la sede di Palazzo Pamphili dell’Ambasciata brasiliana gli venne dedicata un’altra ampia rassegna. Portinari, che è di origini venete, è conosciuto anche in Italia grazie a Giuseppe Eugenio Luraghi (1905- 1991), alla cui famiglia alcune di queste opere sono dedicate, noto per essere stato presidente dell’Alfa Romeo ma anche un poliedrico intellettuale, scrittore ed editore, il quale nel 1948, su presentazione di Rafael Alberti, conobbe Portinari a Rio de Janeiro.
Fu un incontro rivelatore per Luraghi, appassionato di pittura da sempre, che rimase impressionato dalle sue opere spesso gigantesche e tragiche. Tra i due nacque una profonda amicizia e Luraghi volle far conoscere all’Italia l’attività artistica che ammirava. Dapprima pubblicò molti articoli su testate giornalistiche, il primo dei quali nel 1948 sul settimanale “Tempo”, e successivamente quattro libri: “Portinari” Edizioni della Meridiana, Milano, 1951; “Disegni di Candido Portinari”, ILTE, Torino, 1953; “Israel”, ILTE, Torino, 1959; “Brasil”, ILTE, Torino, 1960.
Luraghi seppe analizzare a fondo la dura e complessa vicenda pittorica di Portinari, mettendone in rilievo le forti valenze sociali che si ispiravano alle misere condizioni degli ultimi. “Certo, di influenze formali se ne potranno trovare anche molte” scrisse Luraghi “(...) ma la pittura di Portinari risulta poi assolutamente sua, in modo inconfondibile e prepotente. L’importante in questo pittore è ciò che dice e la forza e la persuasione con cui lo dice. (...) per Portinari, pur fatte le debite proporzioni, ci si trova di fronte a un’opera che non ha modo di essere confusa con quella di nessun altro”.
In ne, nel 1963, dopo la scomparsa dell’artista avvenuta nel 1962, Luraghi curò un’importante mostra nel Palazzo Reale di Milano e, in collaborazione con il Governo brasiliano, ne organizzò poi un’altra nel 1974 a Ginevra.
Candido Portinari (1903-1962) é considerado uma dos pintores modernos mais importantes do Brasil. A sua arte oscila entre o realismo e o expressionismo, in uenciado também pelo pós-cubismo de Picasso.
Germain Bazin, curador do Louvre, de niu Portinari como “o Michelangelo brasileiro” pela amplitude e potência de suas obras. Renée Huyghe, diretor do Louvre e Jean Cassou, diretor do Museu de Arte Moderna da França reconheceram seu grande valor.
Na Bienal de Veneza, em 1957, Portinari representou o Brasil.
Ao longo dos anos, a arte de Portinari se estabeleceu cada vez mais, tanto nacional quanto internacionalmente, culminando em outras duas recentes importantes exposições póstumas.
Em 2014, no Grand Palais de Paris, foram exibidos, juntamente com inúmeras outras obras, incluindo os dois gigantes quadros “Guerra” e “Paz” que há muitos anos está na sede da ONU, em Nova Iorque.
E em 2017, em Roma, na sede do Palazzo Pamphilj da Embaixada do Brasil, outra extensa exposição foi dedicada a ele.
Portinari, de origem veneziana, também é conhecido na Itália graças a Giuseppe Eugenio Luraghi (1905-1991), cuja família algumas dessas obras são dedicadas, conhecido por ser presidente da Alfa Romeo, mas também um intelectual multifacetado, escritor e editor, no qual em 1948, mediante apresentação de Rafael Alberti, conheceu Portinari no Rio de Janeiro.
Foi um encontro revelador para Luraghi, que sempre foi apaixonado por pintura, cou impressionado com seu trabalho frequentemente gigantes e trágicos. Entre os dois nasce uma profunda amizade e Luraghi queria que a Itália soubesse da atividade artística que ele admirava. Primeiro, ele publicou muitos artigos em jornais, o primeiro dos quais em 1948 no semanal “Tempo” e, posteriormente, quatro livros: “Portinari” Edizioni della Meridiana, Milão, 1951; “Desenhos de Candido Portinari”, ILTE, Turim, 1953; “Israel”, ILTE, Turim, 1959; “Brasil”, ILTE, Turim, 1960.
Luraghi foi capaz de analisar minuciosamente a dura e complexa história pictórica de Portinari, destacando os fortes valores sociais que inspiraram as más condições dos últimos. “É claro que de in uências formais se encontram muitas”, escreveu Luraghi, “(...) mas a pintura de Portinari é absolutamente sua, de maneira inconfundível e autoritária. O importante neste pintor é o que ele diz e a força e persuasão com que ele diz isso. (...) para Portinari, embora tenham sido feitas as devidas proporções, estamos diante de um trabalho que não tem como ser confundido com o de qualquer outra pessoa”.
Finalmente, em 1963, após a morte do artista em 1962, Luraghi curou uma importante exposição no Palazzo Reale em Milão e, em olaboração com o Governo brasileiro, organizou ainda outra em 1974, em Genebra. -
Lot 67 Candido Portinari (1903-1962) Senza titolo; acquerello su carta, cm 13x25; Provenienza:
Collezione privata, Milano
Candido Portinari (1903-1962) è considerato uno dei pittori moderni più importanti del Brasile. La sua arte oscilla tra realismo ed espressionismo, influenzata anche dal post-cubismo di Picasso.
Germain Bazin, conservatore del Louvre, ha definito Portinari “il Michelangelo brasiliano” per l’ampiezza e la potenza delle sue opere. Renée Huyghe, direttore del Louvre e Jean Cassou, direttore del Museo d’Arte moderna di Francia ne hanno riconosciuto il grande valore. Alla Biennale di Venezia, nel 1957, Portinari rappresentò il Brasile.
Negli anni, l’arte di Portinari si è affermata sempre più sia sul piano nazionale, sia a livello internazionale, culminando tra l’altro in due recenti importanti mostre postume.
Nel 2014, al Grand Palais di Parigi, vennero esposti, insieme a numerose altre opere, anche i due giganteschi quadri “La guerra” e “La pace” che da molti anni campeggiano nella sede dell’ONU, a New York.
E nel 2017, a Roma, presso la sede di Palazzo Pamphili dell’Ambasciata brasiliana gli venne dedicata un’altra ampia rassegna. Portinari, che è di origini venete, è conosciuto anche in Italia grazie a Giuseppe Eugenio Luraghi (1905- 1991), alla cui famiglia alcune di queste opere sono dedicate, noto per essere stato presidente dell’Alfa Romeo ma anche un poliedrico intellettuale, scrittore ed editore, il quale nel 1948, su presentazione di Rafael Alberti, conobbe Portinari a Rio de Janeiro.
Fu un incontro rivelatore per Luraghi, appassionato di pittura da sempre, che rimase impressionato dalle sue opere spesso gigantesche e tragiche. Tra i due nacque una profonda amicizia e Luraghi volle far conoscere all’Italia l’attività artistica che ammirava. Dapprima pubblicò molti articoli su testate giornalistiche, il primo dei quali nel 1948 sul settimanale “Tempo”, e successivamente quattro libri: “Portinari” Edizioni della Meridiana, Milano, 1951; “Disegni di Candido Portinari”, ILTE, Torino, 1953; “Israel”, ILTE, Torino, 1959; “Brasil”, ILTE, Torino, 1960.
Luraghi seppe analizzare a fondo la dura e complessa vicenda pittorica di Portinari, mettendone in rilievo le forti valenze sociali che si ispiravano alle misere condizioni degli ultimi. “Certo, di influenze formali se ne potranno trovare anche molte” scrisse Luraghi “(...) ma la pittura di Portinari risulta poi assolutamente sua, in modo inconfondibile e prepotente. L’importante in questo pittore è ciò che dice e la forza e la persuasione con cui lo dice. (...) per Portinari, pur fatte le debite proporzioni, ci si trova di fronte a un’opera che non ha modo di essere confusa con quella di nessun altro”.
In ne, nel 1963, dopo la scomparsa dell’artista avvenuta nel 1962, Luraghi curò un’importante mostra nel Palazzo Reale di Milano e, in collaborazione con il Governo brasiliano, ne organizzò poi un’altra nel 1974 a Ginevra.
Candido Portinari (1903-1962) é considerado uma dos pintores modernos mais importantes do Brasil. A sua arte oscila entre o realismo e o expressionismo, in uenciado também pelo pós-cubismo de Picasso.
Germain Bazin, curador do Louvre, de niu Portinari como “o Michelangelo brasileiro” pela amplitude e potência de suas obras. Renée Huyghe, diretor do Louvre e Jean Cassou, diretor do Museu de Arte Moderna da França reconheceram seu grande valor.
Na Bienal de Veneza, em 1957, Portinari representou o Brasil.
Ao longo dos anos, a arte de Portinari se estabeleceu cada vez mais, tanto nacional quanto internacionalmente, culminando em outras duas recentes importantes exposições póstumas.
Em 2014, no Grand Palais de Paris, foram exibidos, juntamente com inúmeras outras obras, incluindo os dois gigantes quadros “Guerra” e “Paz” que há muitos anos está na sede da ONU, em Nova Iorque.
E em 2017, em Roma, na sede do Palazzo Pamphilj da Embaixada do Brasil, outra extensa exposição foi dedicada a ele.
Portinari, de origem veneziana, também é conhecido na Itália graças a Giuseppe Eugenio Luraghi (1905-1991), cuja família algumas dessas obras são dedicadas, conhecido por ser presidente da Alfa Romeo, mas também um intelectual multifacetado, escritor e editor, no qual em 1948, mediante apresentação de Rafael Alberti, conheceu Portinari no Rio de Janeiro.
Foi um encontro revelador para Luraghi, que sempre foi apaixonado por pintura, cou impressionado com seu trabalho frequentemente gigantes e trágicos. Entre os dois nasce uma profunda amizade e Luraghi queria que a Itália soubesse da atividade artística que ele admirava. Primeiro, ele publicou muitos artigos em jornais, o primeiro dos quais em 1948 no semanal “Tempo” e, posteriormente, quatro livros: “Portinari” Edizioni della Meridiana, Milão, 1951; “Desenhos de Candido Portinari”, ILTE, Turim, 1953; “Israel”, ILTE, Turim, 1959; “Brasil”, ILTE, Turim, 1960.
Luraghi foi capaz de analisar minuciosamente a dura e complexa história pictórica de Portinari, destacando os fortes valores sociais que inspiraram as más condições dos últimos. “É claro que de in uências formais se encontram muitas”, escreveu Luraghi, “(...) mas a pintura de Portinari é absolutamente sua, de maneira inconfundível e autoritária. O importante neste pintor é o que ele diz e a força e persuasão com que ele diz isso. (...) para Portinari, embora tenham sido feitas as devidas proporções, estamos diante de um trabalho que não tem como ser confundido com o de qualquer outra pessoa”.
Finalmente, em 1963, após a morte do artista em 1962, Luraghi curou uma importante exposição no Palazzo Reale em Milão e, em olaboração com o Governo brasileiro, organizou ainda outra em 1974, em Genebra. -
Lot 68 Candido Portinari (1903-1962) Senza titolo, 1959; matite e pastelli colorati su carta, cm 16x11
firmato e datato in basso a destra; Provenienza:
Collezione privata, Milano
Bibliografia:
“Desenhos de Candido Portinari”, ILTE, Turim, 1953; “Israel”, ILTE, Turim, 1959; “Brasil”, ILTE, Turim, 1960
Candido Portinari (1903-1962) è considerato uno dei pittori moderni più importanti del Brasile. La sua arte oscilla tra realismo ed espressionismo, influenzata anche dal post-cubismo di Picasso.
Germain Bazin, conservatore del Louvre, ha definito Portinari “il Michelangelo brasiliano” per l’ampiezza e la potenza delle sue opere. Renée Huyghe, direttore del Louvre e Jean Cassou, direttore del Museo d’Arte moderna di Francia ne hanno riconosciuto il grande valore. Alla Biennale di Venezia, nel 1957, Portinari rappresentò il Brasile.
Negli anni, l’arte di Portinari si è affermata sempre più sia sul piano nazionale, sia a livello internazionale, culminando tra l’altro in due recenti importanti mostre postume.
Nel 2014, al Grand Palais di Parigi, vennero esposti, insieme a numerose altre opere, anche i due giganteschi quadri “La guerra” e “La pace” che da molti anni campeggiano nella sede dell’ONU, a New York.
E nel 2017, a Roma, presso la sede di Palazzo Pamphili dell’Ambasciata brasiliana gli venne dedicata un’altra ampia rassegna. Portinari, che è di origini venete, è conosciuto anche in Italia grazie a Giuseppe Eugenio Luraghi (1905- 1991), alla cui famiglia alcune di queste opere sono dedicate, noto per essere stato presidente dell’Alfa Romeo ma anche un poliedrico intellettuale, scrittore ed editore, il quale nel 1948, su presentazione di Rafael Alberti, conobbe Portinari a Rio de Janeiro.
Fu un incontro rivelatore per Luraghi, appassionato di pittura da sempre, che rimase impressionato dalle sue opere spesso gigantesche e tragiche. Tra i due nacque una profonda amicizia e Luraghi volle far conoscere all’Italia l’attività artistica che ammirava. Dapprima pubblicò molti articoli su testate giornalistiche, il primo dei quali nel 1948 sul settimanale “Tempo”, e successivamente quattro libri: “Portinari” Edizioni della Meridiana, Milano, 1951; “Disegni di Candido Portinari”, ILTE, Torino, 1953; “Israel”, ILTE, Torino, 1959; “Brasil”, ILTE, Torino, 1960.
Luraghi seppe analizzare a fondo la dura e complessa vicenda pittorica di Portinari, mettendone in rilievo le forti valenze sociali che si ispiravano alle misere condizioni degli ultimi. “Certo, di influenze formali se ne potranno trovare anche molte” scrisse Luraghi “(...) ma la pittura di Portinari risulta poi assolutamente sua, in modo inconfondibile e prepotente. L’importante in questo pittore è ciò che dice e la forza e la persuasione con cui lo dice. (...) per Portinari, pur fatte le debite proporzioni, ci si trova di fronte a un’opera che non ha modo di essere confusa con quella di nessun altro”.
In ne, nel 1963, dopo la scomparsa dell’artista avvenuta nel 1962, Luraghi curò un’importante mostra nel Palazzo Reale di Milano e, in collaborazione con il Governo brasiliano, ne organizzò poi un’altra nel 1974 a Ginevra.
Candido Portinari (1903-1962) é considerado uma dos pintores modernos mais importantes do Brasil. A sua arte oscila entre o realismo e o expressionismo, in uenciado também pelo pós-cubismo de Picasso.
Germain Bazin, curador do Louvre, de niu Portinari como “o Michelangelo brasileiro” pela amplitude e potência de suas obras. Renée Huyghe, diretor do Louvre e Jean Cassou, diretor do Museu de Arte Moderna da França reconheceram seu grande valor.
Na Bienal de Veneza, em 1957, Portinari representou o Brasil.
Ao longo dos anos, a arte de Portinari se estabeleceu cada vez mais, tanto nacional quanto internacionalmente, culminando em outras duas recentes importantes exposições póstumas.
Em 2014, no Grand Palais de Paris, foram exibidos, juntamente com inúmeras outras obras, incluindo os dois gigantes quadros “Guerra” e “Paz” que há muitos anos está na sede da ONU, em Nova Iorque.
E em 2017, em Roma, na sede do Palazzo Pamphilj da Embaixada do Brasil, outra extensa exposição foi dedicada a ele.
Portinari, de origem veneziana, também é conhecido na Itália graças a Giuseppe Eugenio Luraghi (1905-1991), cuja família algumas dessas obras são dedicadas, conhecido por ser presidente da Alfa Romeo, mas também um intelectual multifacetado, escritor e editor, no qual em 1948, mediante apresentação de Rafael Alberti, conheceu Portinari no Rio de Janeiro.
Foi um encontro revelador para Luraghi, que sempre foi apaixonado por pintura, cou impressionado com seu trabalho frequentemente gigantes e trágicos. Entre os dois nasce uma profunda amizade e Luraghi queria que a Itália soubesse da atividade artística que ele admirava. Primeiro, ele publicou muitos artigos em jornais, o primeiro dos quais em 1948 no semanal “Tempo” e, posteriormente, quatro livros: “Portinari” Edizioni della Meridiana, Milão, 1951; “Desenhos de Candido Portinari”, ILTE, Turim, 1953; “Israel”, ILTE, Turim, 1959; “Brasil”, ILTE, Turim, 1960.
Luraghi foi capaz de analisar minuciosamente a dura e complexa história pictórica de Portinari, destacando os fortes valores sociais que inspiraram as más condições dos últimos. “É claro que de in uências formais se encontram muitas”, escreveu Luraghi, “(...) mas a pintura de Portinari é absolutamente sua, de maneira inconfundível e autoritária. O importante neste pintor é o que ele diz e a força e persuasão com que ele diz isso. (...) para Portinari, embora tenham sido feitas as devidas proporções, estamos diante de um trabalho que não tem como ser confundido com o de qualquer outra pessoa”.
Finalmente, em 1963, após a morte do artista em 1962, Luraghi curou uma importante exposição no Palazzo Reale em Milão e, em olaboração com o Governo brasileiro, organizou ainda outra em 1974, em Genebra. -
Lot 69 Giacomo Balla (1871-1958) Spazio + velocità, 1913 ca; vernice su lamina d’oro (applicata su cartoncino), cm 9x14,5 [cartoncino cm 10,5 x 19,5]
firmato in basso a sinistra
Nel retro, di mano di Luce ed Elica Balla, la dedica: Al sig. Bellolli \ che tanto ammira e \ comprende l’arte di \ nostro padre Luce Balla \ Elica; Provenienza:
Collezione privata
L’opera presenta l’iconografia della matita realizzata su carta da Giacomo Balla nel 1913 e intitolata in basso a destra: SPAZIO + VELOCITA’ (catalogata da Luce Balla al n. 407: pubblicata nel 1962, Archivi del Futurismo n.103, e nel 1982 da G. Lista al n.299). Questa – di misure più piccole 9x14.5– viene realizzata da Balla sempre nel 1913 ma su lamina d’oro: contemporaneamente, con la medesima tecnica, Balla dipinge il motivo catalogato da Luce Balla al n. 210 dal titolo Forma Rumore (esposta a Milano nel 2008 n. II.39 e pubblicato nel 1982 da G. Lista al n. 343). Lo Spazio + velocità su lamina d’oro viene regalato dalle Signorine Luce ed Elica Balla al sig. Bellolli che tanto ammira e comprende l’arte di nostro padre, come si legge nel retro del cartoncino.
Roma 12 novembre 2019 Elena Gigli
-
Lot 70 Gino Severini (1883-1966) Nascita dell’Italsider, 1960; tecnica mista su carta, cm 30x23
firmato in basso a destra; Si tratta del bozzetto preparatorio per la copertina del primo numero della rivista Italsider.
“Il direttore artistico Eugenio Carmi ha fatto lavorare diversi scultori in quegli anni alla Italsider, tra i quali mio cognato Nino Franchina, che ha realizzato diverse grandi sculture eseguite presso la Fabbrica a Conigliano.”
Romana Severini Brunori
Bibliografia:
Catalogo della grafica Gino Severini, Ed. Prandi - Reggio Emilia, 1982, p. 202, ripr. in b/n -
Lot 71 Salvatore Fiume (1915-1997) Le bagnanti; olio su masonite, cm 36x54
Autentica su fotografia dell'artista; -
Lot 72 Attilio Rossi (1909-1994) Dodecaedro giallo; olio su tela, cm 52x64
firmato e datato in basso a sinistra
Etichetta al retro della XXIV Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, 1948
Etichetta al retro della Società di Belle Arti di Verona, 49° Esposizione Nazionale d’Arte
Opera registrata presso l’Archivio Storico Attilio Rossi; Provenienza:
Collezione privata, Milano
Esposizione:
XXIV Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, 1948
Società di Belle Arti di Verona, 49° Esposizione Nazionale d’Arte
Bibliografia:
Attilio Rossi le opere 1933-1944 a cura di Luciano Caramel, Giunti, 1996, p. 38