Importanti Mobili, Arredi e Oggetti d'Arte, Porcellane e Maioliche
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Lotto 1 COPPIA DI SCULTURE, FRANCIA, SECOLO XIX
in bronzo a patina scura raffiguranti due gentiluomini in abiti eleganti, su basi a plinto gradinata in marmo giallo con profilo in bronzo cesellato, alt. cm 51 e cm 48 (2)
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Lotto 2 CORNICE CON MINIATURA, PARIGI, 1886
in bronzo dorato e porcellana. Smalti policromi su placca ovale in porcellana raffigurante ritratto di nobiluomo, entro bella cornice rettangolare in bronzo dorato e cesellato, decorata sulla fascia da motivo a foglie lanceolate contornate all''esterno da festone vegetale e all''interno da cordone perlinato; al centro in alto bel fregio a rilievo raffigurante rami fogliati trattenuti da nastro, all''interno monogramma CB in bronzo dorato. Sul retro della placca l''iscrizione EMAUX DE BENQUE 8-C, PARIS 1886, n. 1323 , sul retro della cornice l''incisione A CONSTANTIN F. BAROZZI, Souvenir amical, Ed. DE STEIGER BENQUE, PARIS 1884-85. Cm 11x8,6 la placca, cm 25,5x18 la cornice
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Lotto 3 MICROMOSAICO, ROMA, MET À DEL SECOLO XIX
su marmo nero del Belgio con bordo in micromosaico blu raffigurante Piazza San Pietro; entro cornice quadrata a profilo spezzato in legno ebanizzato e velluto rosso; diam. micromosaico cm 28, cornice cm 51,5x51,5
Bibliografia di confronto
R. Grieco, Micromosaici romani , Roma 2008, p. 175 n. 416.
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Lotto 4 Giovanni Battista Gatti
(1816-1889)
STIPO, ROMA, SECOLO XIX
in legno decorato in pietre dure e marmi con applicazioni in bronzo, di forma architettonica con fronte a otto cassetti e anta centrale sormontata da timpano e inquadrata da due colonne celante altri dodici cassettini con pomelli in avorio, uno dei cassetti reca un cartiglio con scritta "Cav. Giovanni Battista Gatti - intarsiatore in avorio ebano pietre dure ecc. - Via Sistina 47", cm 77x133x42 -
Lotto 5 VETRINA, NAPOLI, SECOLO XVIII
impiallicciato in tartaruga con applicazioni in avorio e profili in legno ebanizzato, parte superiore sormontata da cornice traforata in bronzo profilata in ebano e tartaruga sulla quale poggiano figura stante e aquile su vasi, interno dipinto a motivi floreali, volatili e scena di giardino all’italiana, base modanata su piedi in foggia di artiglio che ghermisce una sfera, cm 133x74x39
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Lotto 6 COPPIA DI POLTRONE, SICILIA, PERIODO CARLO X
in mogano intagliato, spalliera rettangolare, braccioli a giorno configurati a delfino, gambe anteriori a decori fitomorfi terminanti in zampa ferina e posteriori a motivi fogliacei, spalliera e seduta in velluto giallo dorato, alt. cm 94 (2) -
Lotto 7 CASSETTONE, NAPOLI, SECOLO XVIII
in noce, bois de rose e bois de violette , fronte mosso a due cassetti decorato a marqueterie con motivi geometrici, fianchi mossi ugualmente intarsiati con motivo di stella al centro, piano in marmo con stemma nobiliare inciso, gambe mosse, cm 94x133x66
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Lotto 8
COMODINO, LOMBARDIA, INIZI SECOLO XIX in noce intarsiato, fronte a uno sportello con decoro romboidale a motivi vegetali, piano e fianchi analogamente decorati, gambe troncopiramidali, cm 74x47x35,5 -
Lotto 9
PICCOLO CASSETTONE, NAPOLI, METÀ SECOLO XVIII
in noce, bois de rose e bois de violette , fronte e fianchi mossi, 3 cassetti intarsiati da elementi stellati entro riserve geometriche che si ripetono anche sui fianchi, piano in marmo giallo, gambe mosse, cm 90x68x37
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Lotto 10 SCATOLA, BOTTEGA MAGGIOLINI, LOMBARDIA, FINE DEL SECOLO XVIII
in noce, bois de rose e altre essenze pregiate con intarsi a motivi musicali e volatili; coperchio bombato; bocchetta in forma di cuore con inciso il motto Fidelle sans contrainte , cm 23x48x32 -
Lotto 11
PIATTO, FAENZA, 1530-1540 CIRCA in maiolica integralmente ricoperto da smalto “berettino”, profondo cavetto e larga tesa appena obliqua. Al centro della composizione spicca una figura femminile stante rivolta verso sinistra con un arco nella mano sinistra e una freccia nella destra, mentre una chiesa con campanile turrito è nella parte destra del paesaggio montuoso. Il cavetto è incorniciato da una sottile fascia decorata in bianco su fondo azzurrato. Sulla tesa si estende una decorazione “a grottesche monocrome” in una variante che prevede una disposizione simmetrica centrata, nei punti cardinali, da cariatidi alternate a mascheroni circondati da nastri sinuosi e delfini. Sul verso, all’interno del piede, si registra la presenza di un simbolo con tre cerchi concentrici; tutt’intorno, fino all’orlo, è presente un motivo “alla porcellana” disposto simmetricamente, con fioretti a corolla continua e serpentine realizzati tutti in blu cobalto in una grafia rigida e con una disposizione simmetrica. Il piatto, proveniente dalla collezione Adda ( B. Rackham, Islamic Pottery and Italian Maiolica. Illustrated Catalogue of a Private Collection , Londra 1959 , p. 84 n. 310, tavv. 123a e 123b), fu poi venduto a Londra nel 1970 da Cyril Humphris; alt. cm 4,4, diam cm 29, diam. piede cm 9,3
Bibliografia di confronto
B. Rackham, Victoria and Albert Museum. Catalogue of Italian Maiolica , Londra 1940 , inv. 1739-1855;
G.C. Bojani, C. Ravanelli Guidotti, A. Fanfani, Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza. La donazione Galeazzo Cora. Ceramiche dal Medioevo al XIX secolo , Milano 1985 , p. 56 n. 106.
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Lotto 12 PIATTO, DERUTA, PRIMA METÀDEL SECOLO XVI
in maiolica dipinta in policromia su smalto stannifero con azzurro, verde rame, blu di cobalto, giallo antimonio; retro smaltato. Il centro del cavetto mostra una decorazione con figura di donna con turbante raffigurata di fronte con un abito chiuso, un ramo fiorito e un paesaggio collinare di sfondo. La tesa invece porta un decoro a corona di spine centrata nei punti cardinali da fioretti multipetalo. Questa scelta iconografica è spesso rappresentata in opere delle botteghe derutesi con variante nella scelta decorativa della tesa e della cromia, con o senza lustro. Lo stile pittorico è sicuro, l’impostazione decorativa è ricca e complessa, il tratto molto delicato e sottile specialmente nella resa dei tratti somatici e dei particolari dell’abito; degna di nota l’ombreggiatura blu nelle corona sulla tesa; alt. cm 9,2, diam. cm 41,5, diam. piede cm 13,6
Bibliografia di confronto
J. Giacomotti, Catalogue des majoliques des musées nationaux , Parigi 1974, pp. 180-181 nn. 589-590 (per l’iconografia della figura femminile)
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Lotto 13 GRANDE PIATTO, Deruta, PRIMA METÀ DEL SECOLO XVI
in maiolica dipinta in policromia su smalto stannifero con azzurro, verde rame, blu di cobalto, giallo antimonio. A l centro del cavetto una decorazione con figura di imperatore romano con il capo cinto da una corona, di fronte al quale corre un cartiglio nel quale si legge “ IN TE DOMINE SPERAVI ”. La figura dell’imperatore ritorna in numerosi esemplari, con variante nella scelta decorativa della tesa e della cromia, con o senza lustro. Un esempio assai prossimo, che utilizza la medesima fonte d’ispirazione, è il bel piatto con profilo di imperatore romano del Walters Art Museum (inv. N. 481321), realizzato con tesa a embricazioni e decoro a lustro dorato e databile al 1525. Il nostro piatto mostra una grafia più incerta, uno stile pittorico corrivo e rigido, giustificato anche dalla scelta cromatica più squillante, spesso associata ai piatti con tesa decorata a corona di spine; alt. cm 9, diam. cm 41,5, diam. piede cm 13,2
Bibliografia di confronto
J. Giacomotti, Catalogue des majoliques des musées nationaux , Parigi 1974, p. 177 n. 579
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Lotto 14 ALBARELLO , DERUTA, 1521-1534
in m aiolica decorata in policromia , corpo cilindrico rastremato al centro, spalla pronunciata con profilo inclinato e stacco fortemente angolato. L’imboccatura è larga , poggiante su un collo basso, ha orlo tagliato a stecca dal profilo aggettante. Il piede è basso, a base piana con orlo tagliato a stecca. Il corpo ceramico color camoscio scuro è coperto di smalto bianco spesso anche all’interno del vaso. La decorazione mostra fasce parallele che dal collo listato in blu con una sottile decorazione a dente di lupo scendono formando sulla spalla un decoro a nastro continuo , alternato da tocchi di rosso ferro, cui fa seguito sul corpo una fascia dal caratteristico decoro a foglie lanceolate, una larga fascia che reca al centro un medaglione che contiene l’emblema dell’Ordine di Malta, circondato dal rosario e compreso in un cartiglio dal fondo blu sul quale è ricavata a risparmio la scritta DIA IRIS .... in caratteri capitali. Intorno a l medaglione e sul retro si sviluppa un motivo f itomorfo centrato da un cartiglio che contiene la parola AVE . Segue una ultima fascia a fogliette lanceolate e un decoro a sottili “S” che decorano il piede. Lo stemma rappresenta la croce latina, qui racchius a in uno scudo in campo rosso contornata da un rosario: l’emblema delle Istituzioni del Sovrano Ordine di Malta. Per forma e caratteristiche decorative si ritiene che l’opera si possa inserire nella produzione di manifatture derutesi o di maestranze attive nella zona dell’Umbria e Alto Lazio dei primi decenni del secolo XVI , come ci porta a supporre la data ricavabile dall’emblema araldico presente sull’esemplare successivo ; a lt cm 25,4; diam bocca cm 10,5; diam. p iede cm 11,5
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Lotto 15 ALBARELLO , DERUTA, 1521-1530
in ma iolica decorata in policromia , corpo cilindrico rastremato al centro, spalla pronunciata con profilo inclinato e stacco fortemente angolato. L’imboccatura è larga , poggiante su un collo basso, con orlo tagliato a stecca dal profilo aggettante. Il piede è basso, a base piana con orlo tagliato a stecca. Il corpo ceramico color camoscio scuro è coperto di smalto bianco spesso anche all’interno del vaso. La decorazione, coerente con quella dell’esemplare che precede mostra fasce parallele che dal collo , listato in blu con una sottile decorazione a dente di lupo , scendono formando sulla spalla un decoro a catena continua centrata da tocchi di rosso ferro, cui fa seguito, sul corpo, una fascia dal caratteristico decoro a foglie lanceolate, una larga fascia che reca al centro un medaglione che contiene l’emblema del gran maestro dell’ordine di Malta, circondato dal rosario e compreso in un cartiglio che reca la scritta farmaceutica “ TRIACA FINA in caratteri capitali. Intorno a l medaglione e sul retro si sviluppa un motivo a girali fogliate arricchite da fioretti multipetalo color giallo arancio. Segue un '' ultima fascia a fogliette lanceolate. Tradizionalmente attribuiti alle botteghe trapanesi , ci pare invece che per forma e caratteristiche decorative l’opera si possa inserire nella produzione di manifatture derutesi o di maestranze attive nella zona dell’Umbria e Alto Lazio. La datazione dell’opera deriva poi chiaramente dallo stemma , che fa riferimento a Villiers de L''Isle-Adam, Gran Maestro dei Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni e poi di Malta (1521-1534). Il suo nome è legato al momento in cui i Cavalieri Ospedalieri , messisi in salvo dopo l’assedio di Rodi a opera di Solimano il Magnifico , soggiornano brevemente a Viterbo prima e a Nizza poi, per trovare definitivo rifugio ad opera di Carlo V nell’arcipelago di Malta , ove rimarranno con vera indipendenza statuale fino al 1798, quando a seguito dell’editto di Napoleone non esisterà più un''entità territoriale statale dell''ordine; a lt. cm 24,8; diam. bocca cm 11; diam. p iede cm 11,3.
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Lotto 16 COPPIA DI SATIRI REGGICERO, NORD EUROPA, SECOLO XVII
in bronzo a patina scura montati su alte basi quadrangolari in broccatello giallo. Il satiro raffigurato con sembianze maschili, seduto su un tronco, regge nella mano sinistra un calamaio a forma di vaso baccellato, mentre nella destra sollevata tiene il candeliere reso in forma di cornucopia; il satiro con sembianze femminili, anch''esso seduto su un tronco, solleva nella mano sinistra un candeliere analogo a quello del maschio, mentre con la mano destra sembra offrire un frutto, cm 47x19x15 (alt. cm 33 le sculture) (2)
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Lotto 17 TRE SEDIE, PIEMONTE, METÀ SECOLO XVIII
in noce riccamente intagliato, spalliera con cartella sagomata decorata da volute e foglie, grembiale centrato da motivo floreale, gambe sinuose su piede a ricciolo; seduta e schienale rivestiti in seta verde (3)
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Lotto 18
CONSOLE, PIEMONTE, METÀ SECOLO XVIII
in legno dipinto nei toni del giallo, piano rettangolare sagomato in marmo rosa, pendaglina intagliata e traforata a volute e frutti, gambe sinuose su piede a ricciolo riunite da traversa, cm 86x130x52
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Lotto 19 RIBALTA, LOMBARDIA, SECOLO XVIII
in noce e radica, fronte a due cassetti più uno più sottile sotto la fascia, ribalta celante sei cassettini su tre colonne e sormontata da sottile cassetto a scomparsa; fronte e fianchi mossi su gambe sinuose; maniglie e bocchette in bronzo cesellato, cm 115x58x118
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Lotto 20 QUATTRO GRANDI APPLIQUES, TOSCANA, PERIODO LUIGI XIV
in legno intagliato, dorato e dipinto; cartella sagomata e sormontata da corona intagliata, decorata al centro con uno stemma nobiliare raffigurante nella parte superiore aquila bicipite coronata su fondo giallo e nella parte inferiore due riquadri azzurri divisi da fascia verticale gialla, cm 110x64 (4)
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Lotto 21 COPPIA DI STEMMI, ITALIA CENTRALE, FINE DEL SECOLO XVIII
in legno dipinto, forma ottagonale, l''uno con due figure femminili tra tralci a monocromo sormontate dallo stemma della famiglia Medici sul quale poggia una corona, l''altro con figura femminile alata con le braccia aperte in atto di sorreggere due putti che sostengono l''impresa di Bianca Cappello, uno stemma con un cigno che si abbevera a una fonte circondato da cartigli recanti il motto Non minus candore quam cantu et vaticinio sacer", cm 135x104 (2)
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Lotto 22
SFERA ARMILLARE, FRANCIA, 1830 CIRCA
foggiata ad anelli concentrici in legno ricoperti da carta recante didascalie e incisioni, al centro una sfera a raffigurare la Terra, fasce diagonali con segni zodiacali e mesi, sostegno in legno tornito a balaustro su base circolare gradinata, firmata e datata Fx Delamarche 1831 , cm 55x34 -
Lotto 23 GRANDE CREDENZA IN STILE RINASCIMENTALE, TOSCANA, SECOLO XIX
in noce a tre cassetti e due sportelli, piano rettangolare intagliato nella fascia sottostante con motivo di ondine; fronte interamente intagliato e scolpito con teste leonine, mascheroni, girali vegetali e stemma centrale; quattro lesene con busti sullo sfondo di conchiglie poggianti su sostegni rastremati; base a urna con baccellature e cornice con motivi vegetali su piedi zoomorfi; pannello centrale decorato da cartiglio con stemma nobiliare antico, fianchi centrati da rosone, cm 114X209X59, mobile ricostruito con elementi antichi
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Lotto 24 GLOBO CELESTE, PROBABILMENTE VENEZIA, SECOLO XIX
in cartapesta ricoperto da gore di carta dipinta con orizzonte in legno ricoperto di carta; supporto in legno di tipo olandese a quattro colonne tornite riunite da traversa, alt. cm 110, diam. cm 90.
L’uso di rappresentare il cielo stellato su un globo, già presente tra le culture antiche quali quelle caldea, egiziana e greca e successivamente tornato in auge presso gli arabi, fu per molti secoli assente in Occidente, fino a quando, nel XVI secolo, i globi celesti iniziarono ad essere impiegati soprattutto come strumento di ausilio ai naviganti e per calcoli astronomici e astrologici. Dopo una fase iniziale in cui le carte venivano disegnate e colorate direttamente sul supporto sferico, nel Cinquecento si diffuse l’uso di attaccare sull’armatura del globo carte stampate, divise, per comodità e maggiore precisione, in fusi, sorta di spicchi che si dipartivano dai poli allargandosi fino alla linea dell’orizzonte.
Il globo qui presentato è probabilmente una copia del XIX secolo da un originale seicentesco realizzato da Willem Jansz Blaeu, che fu disegnatore ed editore di carte geografiche e globi. La cartografia del globo è ripresa da quelle originali di Blaeu, con le stelle posizionate in base alla loro magnitudine, sebbene le costellazioni siano dipinte anziché stampate, in modo molto definito alcune e più approssimative altre; l’orizzonte invece presenta le indicazioni calendariali come da prassi in questa tipologia di globi. Dei due cartigli presenti sul globo, il primo reca la descrizione della cartografia, seguita dalla dedica, dalla firma di Blaeu e dalla data Venezia MDCXXII ; il secondo invece, di formato più piccolo, riporta la processione calendariale.
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Lotto 25 TAPPETO MAHAL PERSIANO, SECOLO XIX
fondo rosa salmone con piccolo medaglione blu e avana, riquadri e bordura avana e giallo con decori rosa e blu, cm 430x325
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Lotto 26 TAPPETO KIRMAN , PERSIA , SECOLO XIX
fondo blu cosparso da piccolo motivo floreale avorio, rosa e rosso, bordura avana con fiori rosa e blu, cm 385x300 -
Lotto 27 TAVOLINO DA GIOCO, GENOVA, SECONDA METÀ DEL SECOLO XVIII
impiallaciato in bois de violette e filettato in bois de rose di forma triangolare, piano a libro decorato con motivi a rosone entro riserva triangolare, due cassettini sulla fascia, gambe troncopiramidali terminanti con dado, cm 82x111x55,5 (chiuso)
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Lotto 28 CASSETTONE, GENOVA, XVIII SECOLO
impiallacciato in bois de violette e filettato in acero con piano in marmo sagomato e modanato; fronte e fianchi di linea mossa, due cassetti con maniglie e bocchette in bronzo dorato; gambe a sciabola calzate da zoccoli in bronzo cesellato e dorato, cm 87x101x60
Bibliografia di confronto
E. Baccheschi (a cura di), Mobili Genovesi , Milano 1972, p. 53 -
Lotto 29 COPPIA DI VASI A VERSATOIO CON STEMMA DEMIDOFF, PARIGI, ULTIMO QUARTO DEL SECOLO XIX
in terracotta, rilievi alla barbotine e smalto piombifero. I due vasi hanno una foggia a versatoio di gusto neorinascimentale con un mascherone di satiro collocato sotto il versatoio e anse foggiate a forma di sirene. Il corpo è decorato da putti, animali e racemi fioriti a rilievo. Al centro sui due lati del corpo racchiusi in medaglioni circolari campeggia lo stemma della famiglia russa Demidoff: stemma formato da due lettere “D” capitali che s’incrociano trasversalmente, che si ritrova anche su un noto servito di vasellame Richard-Ginori della fine XIX secolo, espressamente eseguito per i Demidoff. Lo stesso blasone si riconosce pure in alcune foto antiche che ritraggono dei tendaggi appesi nei saloni della Villa Demidoff di San Donato. La villa fu eretta dal magnate russo Nicola Demidoff che tra il 1825 e il 1827 aveva rilevato l’antico monastero di San Donato in Polverosa, ubicato fuori dalle mura medievali di Firenze e documentato dal 1154, ormai abbandonato a causa delle soppressioni napoleoniche degli istituti religiosi del 1810. L’architetto Giovan Battista Silvestri fu incaricato di realizzare sui resti del monastero una grande villa in stile neoclassico dotata di un ampio parco. In seguito Anatolio Demidoff portò a termine la costruzione della suntuosa residenza, che fu arredata con opere di pregio. La successiva gestione di Paolo II Demidoff si ricorda soprattutto per la grandiosa asta delle raccolte d’arte della villa (1880), per la quale accorsero a San Donato nobili, collezionisti, antiquari ed emissari di musei internazionali, e per la vendita della residenza familiare nel 1881, prima di trasferirsi a Pratolino (dove ancora oggi è villa Demidoff). Per morfologia, materia e stile si pensa che i due vasi possano essere attribuiti alla manifattura di Thomas Victor Sergent, eccellente imitatore di Palissy attivo a Parigi tra il 1870 e il 1885, noto sia per le raffigurazioni naturalistiche sia per i pezzi di forma con personaggi, in particolare per l’uso di cariatidi nelle sue opere. Egli con Victor Barbizet (attivo tra il 1850 e il 1880) e George Pull (1810-1889 ) è tra i migliori rappresentanti della scuola di Parigi. -
Lotto 30 VASO, PIEMONTE, SECOLO XIX
in legno rivestito in cuoio dipinto con ricche applicazioni in bronzo dorato; corpo piriforme su base quadrangolare, decorato da due ovali con scene di genere entro cornici in bronzo dorato; due grandi anse sagomate a motivi vegetali sui lati, alt. cm 70
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Lotto 31 COPPIA DI PICCOLE CORNICI, BOLOGNA, SECONDA META'' SECOLO XVII
in legno intagliato e dorato di forma rettangolare, impreziosite da ricche decorazioni di ispirazione vegetale e sormontate da un bel fregio simmetrico; poggianti su due sottili piedini affusolati. Montate con specchio, cm 34x23x6,5, cm 16x7,5 la luce (2)
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Lotto 32 CONSOLE, GENOVA, FINE DEL SECOLO XVIII
in legno intagliato e dipinto, piano sagomato dipinto a finta breccia di marmo, pendaglina traforata e intagliata a volute e motivi floreali, gambe mosse con decorazione scolpita e traforata a foglie di acanto e piccoli fiori, piedi a motivi fogliacei riuniti da traversa centrata da conchiglia rocaille , cm 90,5x175x65,5 -
Lotto 33 COMODINO, GENOVA, FINE SECOLO XVIII
in palissandro filettato e bois de rose con piano in marmo incassato, fronte a due sportelli sottostanti un vano a giorno, gambe troncopiramidali su piedini affusolati, cm 86x46,5x31
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Lotto 34 CASSETTONCINO, PIEMONTE, FINE SECOLO XVIII
in noce intarsiato con legni vari a motivi romboidali e piano in marmo; fronte a 2 cassetti inquadrati da lesene filettate ad imitare scanalature, gambe troncopiramidali, cm 85x58x33
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Lotto 35 CASSETTONE A MEZZA LUNA, PIEMONTE, FINE SECOLO XVIII
in noce a patina chiara e scura con filettature ed intarsi in legni vari, fronte a due cassetti con cornici decorate da nastri e fianchi con sportelli decorati da analogo motivo; piano in marmo grigio, maniglie e bocchette in bronzo cesellato e dorato, gambe troncopiramidali, cm 91x129x54,5
Bibliografia di confronto
E. Baccheschi, a cura di, Mobili piemontesi del Sei e Settecento , Milano 1963, p. 112
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Lotto 36 Albarello, Montelupo, seconda metà del secolo XVI
in maiolica decorata in policromia, corpo cilindrico con base carenata e piede piano; spalla stretta e alta molto inclinata, bocca ampia con orlo appena estroflesso e taglio netto. La superficie dell’albarello è interamente ricoperta da smalto color crema, su cui è tracciato con ampie pennellate un motivo a “palmetta persiana evoluta” associato a un motivo a linee parallele che corre sul collo e sulla spalla. Si tratta di una delle estenuazioni dei motivi decorativi rinascimentali in uso nelle botteghe montelupine, che ripetono, talvolta con una modalità stilistica più corriva, motivi decorativi in voga nel secolo precedente, alt. cm 25,5, diam. piede cm 9,5, diam. bocca cm 9
Bibliografia di confronto
F. Berti, S toria della ceramica di Montelupo, vol. III, Firenze 1999, p. 285 n. 118
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Lotto 37 Coppia di albarelli, Montelupo, secondo quarto del secolo XVI
in maiolica decorata in policromia, corpo cilindrico con base carenata e piede piano; spalla stretta e alta molto inclinata, bocca ampia con orlo appena estroflesso e orlo a taglio netto. La superficie degli albarelli è interamente ricoperta da smalto color crema, su cui è tracciato con ampie pennellate un motivo a “decoro invadente” associato a un motivo a linee parallele che corre sul collo e sulla spalla. Si tratta di una estenuazione dei motivi decorativi rinascimentali che fa seguito alla crisi economica che si verificò nell’area fiorentina nel corso del XVI secolo e comportò una minore vivacità creativa nelle botteghe montelupine, che ripetono motivi decorativi di grande successo nelle produzioni precedenti: ciò giustifica quello che potrebbe intendersi come una modalità pittorica più corriva, alt. cm 24,5, diam. base cm 9,2, diam. bocca cm 9,2
Bibliografia di confronto:
F. Berti, Il Museo della Ceramica di Montelupo , Firenze 2008, pp. 312-315 n. 40g
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Lotto 38 ALBARELLO, FAENZA, 1530-1550 CIRCA
in maiolica dipinta in policromia; la forma ripropone la morfologia classica degli albarelli faentini, con bocca larga appena estroflessa, collo breve con marcata rastrematura che si ripropone anche nella parte inferiore, corpo di forma leggermente troncoconica con spalla e calice dal profilo angolato. Il decoro ricopre tutta la superficie dei vasi con una vivace policromia nei toni del blu e dell’arancio. La spalla e il piede sono decorati da un motivo con un ramo sinuoso delineato in giallo su fondo verde intenso. Il corpo mostra un decoro “a grottesche”, con teste di amorini, mascheroni, racemi accartocciati e delfini che si mostrano simmetricamente sui due lati del contenitore con uno sfondo blu, e in riserve verdi e arancio. Il decoro è centrato da un medaglione contenente una figura femminile che incede in un paesaggio montuoso sorreggendo in mano un ramoscello. Sull’altro lato un medaglione, di proporzione minore, è decorato da un cagnolino in corsa sormontato da tre stelle. Sotto il medaglione corre poi un cartiglio che contiene la scritta apotecaria in caratteri gotici. Numerosi i confronti in collezioni private e musei, che ci confortano nell’attribuzione a una bottega Faentina della metà circa del secolo XVI; alt. cm 32, diam. cm 11, diam. piede cm 10,8
Bibliografia di confronto
C. Ravanelli Guidotti, Ceramiche occidentali del Museo Civico Medievale di Bologna, Bologna 1985, p. 91 n. 61;
A.V.B. Norman, Wallace Collection Catalogue of Ceramics 1: Pottery, Maiolica, Faience, Stoneware , Londra 1976, pp. 121-122 n. c53;
J. Giacomotti, Catalogue des majoliques des musées nationaux . Parigi, p. 313 n. 920 e p. 315 n. 964 (con decoro a quartieri) -
Lotto 39
ALZATA O SOTTOCOPPA, FAENZA, “PITTORE DELLE SCENE DI CACCIA”, INIZIO DEL SECOLO XVII
in maiolica decorata in policromia, piatto a fondo liscio con bordo rialzato e breve dall’orlo arrotondato, poggiante su un piede alto poco svasato. La decorazione interessa l’intera superficie del piatto e descrive una scena di caccia: in un ampio paesaggio caratterizzato da un grande albero con chioma larga e da un casolare con tetto a cuspidi, entrambi inseriti in uno scenario di montagna, un cacciatore con cappello armato di archibugio e accompagnato da un cane bianco affronta un centauro con arco spiegato, anch’esso accompagnato da un cane. L’opera è stata recentemente pubblicata sulla rivista “Faenza” a cura di Carmen Ravanelli Guidotti e assegnata ad un artefice denominato convenzionalmente come “ il pittore delle scene di caccia”, che ben emerge nel panorama del Seicento compendiario per coerenza stilistica; alt. cm 5, diam. cm 25,5, diam. piede cm 11,5
Bibliografia:
C.Ravanelli Guidotti in “ La maiolica italiana di stile compendiario. I bianchi ”, a cura di V. de Pompeis, Torino 2010, p. 148 n. 25;
C.Ravanelli Guidotti, Per il Pittore delle scene di caccia , in “Faenza” anno CI, n. 1, 2015, pp. 62-67
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Lotto 40
PIATTO, DERUTA, 1520 CIRCA
in maiolica decorata in policromia, cavetto profondo e larga tesa piana con orlo arrotondato, piede a fondo leggermente concavo. Il decoro al centro del cavetto, tipico dei piatti cosiddetti “amatori”, raffigura due mani che si stringono sopra una fiamma ardente, sormontate da una corona affiancata dalle iniziali “E.” ed “E.” scritte in blu in caratteri capitali; mentre la tesa è interessata da un motivo decorativo a tralci incrociati con spine sporgenti, detto a “corona di spine”. Il piatto in esame ha uno smalto povero alla derutese, molto crettato e ricco di difetti e bolliture; il decoro sul retro si limita a una serie di archetti appena visibili in prossimità dell’orlo. L’opera, già appartenuta alla Collezione Imbert nel 1911 (n. 44), reca sul retro l’etichetta di esposizione alla Mostra Nazionale di Antiquariato, che si svolse a Palazzo Reale di Milano nel 1960; alt. cm 4,1, diam cm 22,2, diam. piede cm 7,9
Bibliografia di confronto
J.Poole, Italian maiolica and incised slipware in the Fitzwilliam Museum , Cambridge 1 995, pp. 191-192 n. 267 -
Lotto 41 COPPA SU ALTO PIEDE, DERUTA, META'' SECOLO XVI
in maiolica decorata in blu, verde giallo arancio con applicazione di lustro dorato. La coppa, dalla forma cilindrica, poggia su un alto piede a calice ed è corredata da due anse a nastro dal profilo spesso, che dal bordo scendono per terminare a metà circa del corpo. Il decoro occupa l’intera superficie e mostra un motivo floreale che si allarga verso le anse tramite due ramificazioni sinuose, anch’esse adornate da fioretti. Uno spesso strato di lustro riempie le superfici restanti, accompagnato da una fitta puntinatura. Il piede è ricoperto da una densa decorazione fitoforme. Per morfologia e decoro l’opera si inserisce nelle produzioni derutesi della fine del secolo XVI, quando al lustro si affiancano ornati a policromia, delineati con minore rigore decorativo, alt. cm 17,9, diam. 16,5, largh. massima cm 23, diam. piede cm 10,4
Bibliografia di confronto
J. Giacomotti, Catalogue des majoliques des musées nationaux , Parigi 1974, p. 193 n. 620 (per la forma)
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Lotto 42 ALBARELLO, PESARO, 1510-1520
in maiolica decorata in policromia, corpo cilindrico appena rastremato al centro, spalla pronunciata dal profilo fortemente inclinato. L’imboccatura, dall’orlo dritto, si apre su un collo cilindrico piuttosto alto; il piede, basso, è a base piana. Il corpo ceramico color beige chiaro è coperto e smaltato anche all’interno del vaso. La decorazione mostra al centro del vaso un amorino che danza suonando il liuto su un prato, compreso in una riserva che ne segue il profilo. Intorno corre per tutto il resto del corpo un tessuto decorativo a losanghe arancio e blu dall’andamento simmetrico. Un motivo a baccellature interessa la spalla, mentre sul piede corre una corona di foglie lanceolate coerente. Nel cartiglio farmaceutico delineato in blu si legge DIACINAMOMO , un preparato a base di cannella: antiossidante, antipiretico. Per forma e caratteristiche decorative, si ritiene che l’opera si possa inserire nella produzione di manifatture pesaresi dei primi decenni del secolo XVI, alt. cm 25, diam. bocca cm 11,2, diam. base 12.
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Lotto 43 CROCIFISSIONE, ITALIA SETTENTRIONALE, FINE SECOLO XVI – INIZI XVII
in argento e cristallo di rocca; Crocifisso in argento montato su croce in metallo di rocca impreziosita da finali con trottole in argento, poggiante su base circolare incisa sulla quale stanno anche Maria e San Giovanni stanti, anch’essi scolpiti a tutto tondo in argento; piedi a cipolla schiacciata, alt. cm 28, diam. cm 13
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Lotto 44 PICCOLO MONETIERE, VENEZIA, SECOLO XVI
in legno ebanizzato, intagliato e lumeggiato in oro; parte superiore a urna da alzarsi con vano segreto e cassettino, sportello a ribalta sulla fronte celante interno a prospetto architettonico con tre grandi cassetti centrali ed un cassetto sottostante, decorati con intarsi in madreperla dipinta e inquadrati da colonne su plinto, cm 30x35x26
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Lotto 45 CASSETTONE, LOMBARDIA, SECOLO XVIII
in noce e radica di noce, fronte e fianchi mossi decorati da filettature sagomate, piano decorato da motivi romboidali; tre cassetti sul fronte con maniglie e bocchette in bronzo cesellato e dorato di ispirazione vegetale, pendaglina sagomata, gambe a sciabola calzate da piedi in bronzo cesellato e dorato a motivi fogliacei, cm 85,5x145x57,5
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Lotto 46 LUMIERA, TOSCANA, FINE SECOLO XIX
in metallo dorato e cristallo, corpo caratterizzato da tre palchi circolari di dimensioni crescenti impreziositi da pendenti in cristallo e suddivisi da foglie stilizzate; sei luci sul palco inferiore su bracci decorati a tralci vegetali arricchiti da gocce in cristallo, alt. cm 90, diam. cm 70
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Lotto 47 COPPIA DI PROFILI, JULES WEYNS, PARIGI, 1900
in avorio e bronzo dorato raffiguranti Mercurio e Minerva, firmate e datate Jules Weyns, Paris 1900 , montate su pannelli in legno ebanizzato e cornici dorate, cm 35x27 (2)
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Lotto 48 COPPIA DI POLTRONE, TOSCANA, PERIODO IMPERO, INIZI SECOLO XIX
in legno intagliato, laccato bianco con profili dorati, spalliera rettangolare, braccioli mossi a giorno configurati a cariatidi egiziane, gambe anteriori troncopiramidali su piedi a zampa leonina, posteriori a sciabola, ricoperte in seta giallo oro, alt. cm 88,5 (2)