500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE PRIMA

500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE PRIMA

giovedì 21 marzo 2024 ore 18:00 (UTC +01:00)
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  • Vittorio Emanuele III di Savoia (Napoli 1869 - Alessandria d'Egitto 1947), Saluti dal Principe a un graduato
    Lotto 57

    Vittorio Emanuele III di Savoia (Napoli 1869 - Alessandria d'Egitto 1947)
    Saluti dal Principe a un graduato
    Dedica autografa firmata su ritratto fotografico
    (cm 19x12)
    Firma/data: Torino, 28/7 1889
    Stato di conservazione: buono (lievi tracce di foxing)
    Numero componenti del lotto: 1

    Dedica autografa, su ritratto fotografico, firmata dal Principe di Napoli e di Piemonte, immortalato in divisa militare. Datata 'Torino, 28/7 1889'. Fotografia Schemboche - Torino. Vittorio Emanuele III di Savoia è stato Re d'Italia (dal 1900 al 1946), Imperatore d'Etiopia (dal 1936 al 1943), Primo Maresciallo dell'Impero (dal 4 aprile 1938) e Re d'Albania (dal 1939 al 1943). Il suo lungo regno (46 anni) vide, oltre alle due guerre mondiali, l'introduzione del suffragio universale maschile (1912) e femminile (1945), delle prime importanti forme di protezione sociale, il declino e il crollo dello Stato liberale (1900-1922), la nascita e il crollo dello Stato fascista (1925-1943), la composizione della questione romana (1929), il raggiungimento dei massimi confini territoriali dell'Italia unita e le maggiori conquiste in ambito coloniale (Libia ed Etiopia). Vittorio Emanuele non ebbe un'infanzia molto felice, perché l'educazione di Casa Savoia, severa e di stampo militaresco, non favoriva l’espansività e gli slanci affettivi e perché nessuno dei suoi genitori si occupò mai di lui. Come suo precettore fu scelto il colonnello di Stato Maggiore Egidio Osio, che era stato militare all'ambasciata italiana a Berlino. Alcuni dicono che la severità di Osio ebbe effetti deleteri sul carattere del futuro sovrano, rendendolo ancora più insicuro e introverso; tuttavia questo fatto viene smentito anche dal rapporto di amicizia che il principe continuò a serbare con il suo precettore, intrattenendo una corrispondenza quasi giornaliera e difendendolo dalle accuse rivoltegli. Elevato al rango regio, frequentò le sedute d'inaugurazione dell'Accademia Nazionale dei Lincei, così come di altre associazioni di stampo scientifico, alle quali si avvicinava per i suoi interessi. Tra tutte le sue passioni, in ambito culturale, svettavano forse la numismatica, la storia e la geografia. Estimatore di William Shakespeare, parlava quattro lingue, tra cui il piemontese e il napoletano, ma non amava né il teatro, né i concerti. Al compimento dei vent'anni, Vittorio Emanuele essendo ormai diventato maggiorenne, fu assegnato al 1º Reggimento fanteria "Re" a Napoli, dove rimase per ben cinque anni. A Napoli strinse amicizia con il principe Nicola Brancaccio, instradandolo alla vita notturna napoletana. Per il giovane Principe il periodo napoletano fu forse il più felice della sua vita: imparò a parlare fluentemente il napoletano ed ebbe anche diverse amanti, tra cui la baronessa Maria Barracco. Un fatto poco noto è che durante il suo periodo a Napoli entrò in conflitto con il colonnello Luigi Cadorna e tra i due nacque una feroce antipatia che durò tutta la vita e che ebbe evidenti conseguenze vent'anni dopo, durante la Grande Guerra. La questione del matrimonio del giovane principe divenne oggetto di estrema preoccupazione per Umberto I di Savoia e Margherita, venne, dunque, combinato il matrimonio tra il Principe di Napoli e una Principessa montenegrina, Elena. Il fidanzamento tra Vittorio ed Elena fu una vera e propria "congiura", alla quale parteciparono praticamente tutte le case regnanti europee, e l'unico a esserne all'oscuro fu proprio il Principe. Il primo incontro tra i due avvenne a Venezia nel 1895: per sicurezza Elena era stata fatta accompagnare dalla sorella Anna, nell'eventualità che Vittorio preferisse l'una all'altra. Tuttavia la preferenza del Principe andò proprio a Elena, che era riuscita a colpirlo con la sua bellezza. Morì ad Alessandria il 28 dicembre 1947, il giorno dopo la firma della Costituzione italiana.

  • Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours (Parigi 1644 - Torino 1724), Il vollto femminile del potere in Piemonte; esenzioni militari, Cuneo, Marchese di S. Giorgio, Bottaro
    Lotto 58

    Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours (Parigi 1644 - Torino 1724)
    Il vollto femminile del potere in Piemonte; esenzioni militari, Cuneo, Marchese di S. Giorgio, Bottaro
    Lettera firmata
    Una pagina in-8 su bifolio
    Firma/data: Moncalieri 20 ottobre 1681
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera firmata, datata 'Moncalieri 20 ottobre 1681', di Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, l'ultima discendente dei conti del Genevese, erede dei duchi di Nemours, e delle baronie di Fossigny e di Beaufort. Maria Giovanna Battista divenne duchessa nel 1665, quando Carlo Emanuele II decise di risposarsi dopo la morte della prima moglie, Francesca Maddalena d'Orléans. La madre del duca, Maria Cristina di Borbone-Francia, aveva già progettato un possibile matrimonio tra il figlio e la lontana cugina Giovanna, ma all'ultimo la scelta della futura duchessa ricadde sulla francese. Quando sia Francesca che Maria Cristina si spensero, a poca distanza l'una dall'altra, Carlo Emanuele II scelse di risposarsi con la lontana cugina. Descritta da molti come una donna dal carattere freddo, autoritario ed animata da grandi ambizioni, quando anche il duca, ancora giovane, si spense a Torino, Maria Giovanna Battista, assunse la reggenza del Ducato di Savoia fino alla maggiore età del figlio Vittorio Amedeo II. Il suo desiderio di potere non si fermò al compimento da parte del figlio dell'età stabilita affinché quest'ultimo potesse salire al trono: ella cercò di far sposare al giovane Vittorio Amedeo la cugina Isabella Luisa di Braganza, figlia del re del Portogallo Pietro II e di sua sorella Maria Francesca di Savoia-Nemours, con la speranza di farlo diventare re a Lisbona. Se il figlio si fosse trasferito in terra portoghese, Giovanna Battista avrebbe potuto governare ancora a lungo in Piemonte.
    Vittorio Amedeo II, intuendo il piano della madre e spinto dai suoi ministri, inscenò un colpo di Stato dichiarandola decaduta e priva di ogni autorità politica e Giovanna dovette piegarsi alla volontà del figlio. Lasciata in disparte dalla politica, Maria Giovanna Battista decise di dedicarsi all'arte: per suo esplicito ordine molte vie di Torino vennero ampliate, furono costruite chiese e, in particolare, fu ammodernato il Palazzo Madama, per opera dello Juvarra. Interessante documento che testimonia il ruolo della principessa come Reggente di Savoia, carica acquisita in seguito alla repentina scomparsa di Carlo Emanuele II (1675). La missiva è indirizzata al 'Marchese di San Giorgio', probabilmente Guido Francesco Biandrate Aldobrandino, conte di San Giorgio, governatore di Asti, Nizza e Vercelli: "Gentiluomo della Camera di Sua Altezza Reale, marescial di campo e governatore del Castello di Nizza" nella quale ordina di far cancellare tale "Bottaro di Cuneo" dal registro di guerra "e non venga più molestato per detto fatto". Una pagina in-8, su bifolio. Indirizzo manoscritto alla quarta.

  • Tommaso Francesco di Savoia (Torino 1596 - ivi 1656), Ordine di sostegno all'esercito, Monsignor di Besse, Guerra dell’Interdetto (1605-1607)
    Lotto 59

    Tommaso Francesco di Savoia (Torino 1596 - ivi 1656)
    Ordine di sostegno all'esercito, Monsignor di Besse, Guerra dell’Interdetto (1605-1607)
    Lettera manoscritta
    Una pagina in-4, controfirmata, su bifolio
    Firma/data: li 15 novembre 1617
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Interessante lettera manoscritta intestata "Il Prencipe Thomaso generale della Cavaleria di Sua Altezza" a firma "Thomaso" datata 'li 15 novembre 1617'. Tommaso Francesco di Savoia, più spesso citato semplicemente come Tomaso di Savoia era figlio di Carlo Emanuele I e di Caterina Michela d'Asburgo ed è stato il capostipite del ramo Savoia-Carignano. Nel 1620 divenne infatti, per disposizione del padre, Principe di Carignano dando origine alla linea dei Savoia-Carignano, dalla quale discenderanno i futuri Re d'Italia di Casa Savoia. Nella missiva: "Comandano... communità di San Peire sua valle et Rossana et altre dove allogiarà la compagnia di Monsignor di Besse" di pagare il tributo dovuto per sostentare l'esercito. L'episodio si colloca nella fase finale della prima guerra del Monferrato, durata dal 1613 a 1617, scoppiata a causa di una crisi nella successione del Monferrato, che vede scontrarsi gli opposti interessi del Piemonte, della Francia, degli Asburgo e di Venezia. Nel settembre del 1616, nell'ultima fase di guerra, Carlo Emanuele I mandò un nuovo esercito supportato da forze francesi. Le forze sabaude sconfissero inizialmente gli Spagnoli e presero Alba. Le truppe di don Pedro però attaccarono Vercelli, conquistandola dopo 2 mesi d'assedio. A questo punto, la situazione politica si era ribaltata: Francia e Spagna volevano ristabilire gli equilibri internazionali, mentre i Veneziani non volevano un eccessivo potenziamento sabaudo. Fu quindi stabilito un capitolato di pace a Parigi il 6 settembre 1617, e poi di nuovo a Madrid il 26 settembre, in base al quale i Savoia dovevano accettare che il Monferrato andasse a Ferdinando Gonzaga (1587 –1626), VI duca di Mantova e dunque Duca del Monferrato. Soluzione che fu ratificata con la pace di Pavia del 9 ottobre 1617.
    Una pagina in-4, controfirmata, su bifolio.

  • Robert Abbott (Aleppo 1772 - 1853), Venezia - Napoleonica - Siria
    Lotto 64

    Robert Abbott (Aleppo 1772 - 1853)
    Venezia - Napoleonica - Siria
    Lettera autografa firmata
    Due pagine in-8
    Firma/data: Aleppo 9 agosto 1798
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, Aleppo 9 agosto 1798 del mercante della Compagnia delle Indie ed Agente Generale in Aleppo per S.M. il Re della Gran Bretagna, nella quale viene riportato il testo di una missiva dell'Internunzio Cesareo alla Porta alla Porta Ottomana "riguardante la persona dell'ex veneto Console"" nella città siriana di Aleppo, per la stravagante condotta" di quest'ultimo (il console Morana) "per voler continuare a sostenersi Console d'una Repubblica che più non esiste, con aver ancora mancato alli riguardi dovuti alla Consolare Imperiale Rappresentanza sostenuta dal Sig.re Picciotto...". Due pagine in-8. Macchia di umidità non compromette la lettura del testo. La Repubblica di Venezia era scomparsa l'anno precedente, con il celebre Trattato di Campoformio del 18 ottobre 1797.

  • Cesare Bianchetti (Bologna 1775 - ivi 1849), Napoleonica
    Lotto 65

    Cesare Bianchetti (Bologna 1775 - ivi 1849)
    Napoleonica
    Lettera autografa firmata
    Tre pagine in-8 su bifolio
    Firma/data: Lucca Luglio 1845
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Nominato podestà di Bologna da Napoleone Bonaparte (incarico che ricoprì dal 1811 al 1814), fu tra i più autorevoli esponenti della massoneria della città felsinea. Amante delle arti, fu intimo di molti intellettuali ed artisti, tra cui Ugo Foscolo, Giuseppe Bossi ed Antonio Canova. Lettera autografa firmata, datata Lucca Luglio 1845, indirizzata al giurista e patriota Antonio Silvani (1783-1847), professore di diritto civile all'università di Bologna e ministro di Grazia e Giustizia nel governo delle Province Unite (1831). Nella prima parte prega il Silvani di fornirgli alcuni ragguagli circa la compravendita di alcune proprietà immobiliari. "Esisterà, mi figuro, presso gli Eredi Mazzoni, una scrittura privata che metterà in chiaro tutto questo: e siccome io feci la vendita di quelle due casette, per valutarne l'importo convenuto...". In seguito commenta alcune questioni politiche relative ai rapporti diplomatici tra Stato della Chiesa a Ducato di Lucca. "Qui vi è gran scompiglio per tutti quelli che sono contemplati o per un titolo, o per l'altro nelle nuove convenzioni fra i due Governi di Roma, e di Lucca...". Tre pagine. in-8, su bifolio. Indicante autografi e timbri postali alla quarta.

  • Vittorio Colli di Felizzano (Alessandria 1787 - Torino 1856), Napoleonica - scambio di inviti
    Lotto 67

    Vittorio Colli di Felizzano (Alessandria 1787 - Torino 1856)
    Napoleonica - scambio di inviti
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-8
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Figlio del marchese Luigi Colli di Felizzano, già generale di divisione dell'esercito francese, e della nobildonna sarda Maria Cristina Canalis, egli era pronipote di Vittorio Alfieri. Nato l'11 agosto 1787 ebbe per padrino il re Vittorio Amedeo III di Savoia. Giovanissimo intraprese la carriera militare sull'esempio del padre nelle schiere dell'esercito napoleonico francese, divenendo sottotenente nella "Legione del Mezzogiorno". Viceprefetto di Alessandria e poi di Pistoia, prese poi parte sul campo alle guerre della quarta e della quinta coalizione antinapoleonica al fianco del generale Andrea Massena che lo portò con lui a Napoli e poi all'assedio di Gaeta. Egli prese parte alla Battaglia di Eylau ed alla Battaglia di Friedland, venendo poi aggregato alle truppe del maresciallo Jean-Baptiste Jules Bernadotte e prendendo parte alla Battaglia di Essling, ove ottenne la croce della legion d'onore. Alla caduta del regime napoleonico e con la restaurazione della monarchia sabauda, la sua perizia in materia di amministrazione pubblica venne ampiamente ripagata dai Savoia con la nomina a Consigliere e poi a Sindaco di Torino, incarico già detenuto da suo suocero Giacomo Asinari di Bernezzo, di cui egli aveva sposato la figlia Felicita.
    Lettera autografa firmata, senza data, del militare e uomo politico, ministro degli affari esteri del Regno di Sardegna nel 1849 e senatore dal 1848 al 1854, nella quale prega il corrispondente di "changer l'invitation destiné au marquis Spinola, contre une autre en faveur de M. le Chevalier Ferrari, Colonel du Regiment d'Aoste Cavallerie...". Una pagina in-8.

  • Hyacinthe De la Tour (Saluzzo 1747 - Torino 1814), Napoleonica - Valli di Lanzo
    Lotto 68

    Hyacinthe De la Tour (Saluzzo 1747 - Torino 1814)
    Napoleonica - Valli di Lanzo
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-8
    Firma/data: Turin le 20 Avril 1812
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata datata "Turin le 20 Avril 1812" dell’ecclesiastico agostiniano - arcivescovo di Sassari, e in seguito di Torino, nominato Conte dell’Impero da Napoleone nel 1808 - diretta a 'Les Fabriciens de la Paroisse de Usseglio' ai quali comunica di non potere soddisfare alcune loro richieste di tipo economico per alcuni lavori agli edifici della chiesa. "C’est impossible que vous puissiez obtenir, Messieurs, ce que vous demandez, parce que les interêts des particuliers sont mélés avec ceux de l’eglise et du Presbytère...". Una pagina in-8. Indirizzo autografo e traccia di sigillo alla quarta.

  • Gioacchino Napoleone Pepoli (Bologna 1825 - ivi 1881), Mancate elezioni del Marchese Costabilli
    Lotto 69

    Gioacchino Napoleone Pepoli (Bologna 1825 - ivi 1881)
    Mancate elezioni del Marchese Costabilli
    Carteggio costituito da quattro lettere autografe firmate
    Quattro pagine in-8
    Firma/data: Li 1 Ottobre 1874
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 4

    Carteggio costituito da quattro lettere autografe firmate da Gioacchino Napoleone Pepoli, politico, Senatore del Regno d'Italia e Sindaco di Bologna. Figlio del marchese Guido Taddeo Pepoli e della principessa Letizia Murat, figlia di Gioacchino Murat quindi nipote di Napoleone Bonaparte. Nel 1844 Pepoli sposò la principessa Federica Guglielmina di Hohenzollern-Sigmaringen, figlia di Carlo di Hohenzollern-Sigmaringen e cugina di Federico Guglielmo IV di Prussia. Attivo nelle rivolte del 1848, fu comandante della Guarda Civica di Bologna e contrastò l'occupazione austriaca della città. In esilio in Toscana dal 1849 al 1852, partecipò all'insurrezione nella Legazione delle Romagne del 1859 che portò all'annessione della regione al Regno d'Italia.
    Dal 1860 fu Commissario Generale dell'Umbria nella fase dell'annessione di tale regione nel neonato Regno d'Italia. Pepoli ebbe un ruolo importante per l'area di Terni in quanto si impegnò per l'edificazione della "Fabbrica d'Armi" nel 1875 e per la creazione nella città umbra dell'attuale Istituto Tecnico Industriale. Fu poi parlamentare dalla VII alla X legislatura, ricoprendo gli incarichi di ministro dell'agricoltura, industria e commercio nel Governo Rattazzi I (1862) e ministro plenipotenziario a Pietroburgo (1863). Dal 1866 al 1868 fu sindaco di Bologna. Il 12 marzo 1868 venne nominato Senatore del Regno. Il suo archivio personale è oggi conservato all'Archivio di Stato di Bologna.
    Le quattro lettere, risalenti all'arco cronologico 1857-1874, vertono su questioni politiche: "Non ebbi nessuna comunicazione delle elezioni di cui ella mi parla. Credevo anzi a quanto mi si disse ieri che il Marchese Costabilli fosse stato eletto...", "...comunicazione delle elezioni a Ferrara". Probabilmente Pepoli fa riferimento alle elezioni del Consiglio provinciale di Bologna e di Ferrara, in cui Pepoli fu più volte eletto. Quattro pagine in-8.

  • Pier Luigi Mabil (Parigi 1752 - Noventa di Piave 1836), Caffé Pedrocchi - ossi di balena - napoleonica
    Lotto 70

    Pier Luigi Mabil (Parigi 1752 - Noventa di Piave 1836)
    Caffé Pedrocchi - ossi di balena - napoleonica
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-8
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, senza indicazione di data, del letterato, traduttore e uomo politico (ricoprì cariche a Milano durante il periodo del Regno Italico): "Ricompiego una delle due carte, ma non intendo di ledere la vostra paternità, pigliate ciò che vi aggrada, rigettate il resto, quanto all’altra carta, la rivedremo insieme alla prima vostra venuta. Vi ringrazio…e ne sono contentissimo…". Mabil richiede inoltre l'invio di "ossi di balena" e cita Pedrocchi "che va dritto alla immortalità per un strada che non avrei potuto immaginare". Destinatario della missiva è forse lo stampatore Antonelli, oppure l'archietto Giuseppe Iappelli cui A ntonio Pedrocchi affidò al realizzazione del celebre caffè di Padova. Mabil fu anche accademico patavino. Una pagina in-8.

  • Antonio Paravia (n. Corfù 1754), Repubblica di Venezia - Occupazione francese - Governo democratico - Paghe ai soldati
    Lotto 71

    Antonio Paravia (n. Corfù 1754)
    Repubblica di Venezia - Occupazione francese - Governo democratico - Paghe ai soldati
    Documento autografo
    Una pagina
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Documento autografo (senza data) dell'ufficiale della Repubblica di Venezia Antonio Paravia, nel quale si impegna all'elargizione di lire trecento alla sua compagnia di soldati, coinvolgendo il Comitato Militare istituito nella Repubblica di Venezia durante l'occupazione francese (12 mag.-18 ott. 1797) e governi democratici (1797-1798). Si noti il bel richiamo alle parole chiave della rivoluzione francese, "Libertà" e "Eguaglianza". Le difficoltà finanziarie avevano infatti ridotto la cassa destinata alle paghe dei soldati, facendo divampare le diserzioni. Analoghi documenti sono stati nominati da altri comandanti veneziani. "Allorché questa nazione per mezzo del suo Comitato mi autorizzò a produrre la nota de' danni sofferti...". "Io m'offro, dico, di distribuirla ai creditori soldati, ritenendo già da qualcuni di voi bastantemente giusti e ragionevole per appagarsi di questa aspettazione, il nome di persona sicura a Verona per farglieli pervenire...". Il capitano Antonio Paravia fu ufficiale di fanteria della Serenissima iniziando la sua carriera militare come cadetto alla scuola militare di Corfù. Fu imbarcato su vascelli della marina da guerra veneta e per tale motivo visitò gran parte del Mediterraneo orientale e centrale partecipando successivamente alla spedizione del Capitano da Mar Angelo Emo contro il Sultanato di Tunisi (1785/6). Negli anni che vanno dal suo arruolamento del 1754 fino al 1797 compliò un monumentale "Mio portafogli di viaggi, osservazioni e memorie e frammenti historici del mio tempo", ora custodito nella Biblioteca del Museo Correr di Venezia. In centinaia di pagine divise in sei corposi volumi si trovano testi, immagini e curiosità: storia antica, commerci, oggetti, usi e costumi, arte, zoologia e geografia. Le sue immagini a china e acquerello rappresentano luoghi, avvenimenti e cartografie, urbane e militari.

  • Gioacchino Napoleone Pepoli (Bologna 1825 - ivi 1881), Emigrati politici - Padova - riparto tasse in Veneto
    Lotto 72

    Gioacchino Napoleone Pepoli (Bologna 1825 - ivi 1881)
    Emigrati politici - Padova - riparto tasse in Veneto
    Lettera firmata
    Tre pagine in-4, su bifolio
    Firma/data: Padova, li 18 settembre 1866
    Stato di conservazione: buono (strappo in corrispondenza del sigillo, non lede il testo)
    Numero componenti del lotto: 1

    Interessante lettera firmata da Gioacchino Napoleone Pepoli, datata 'Padova 18 settembre 1866', diretta a Cesare Loria. Pepoli fu Commissario del Re Vittorio Emanuele II, dal 8 luglio al 9 dicembre 1866 in Veneto, a Padova, durante l'annessione della regione al Regno d'Italia, avvenuta nelle giornate di domenica 21 e lunedì 22 ottobre dello stesso anno. Nella missiva, Pepoli, in veste di Commissario del Re, nomina Cesare Loira a far parte della Commissione locale che valuti il diritto degli emigrati politici ad un sussidio governativo: "onde addolcire che non vanno mai disgiunte dall'abbandono dei propri focolari..." inoltre "... avvisando alla necessità di ricorrere all'opera di onorevoli cittadini che animati da sentimenti patriottici e generosi...determinava con Regio Decreto 14 Agosto 1864...". Il Regio Decreto del 14 agosto 1864 con cui è approvato il "riparto fra le Provincie del Regno del contingente d'imposta sui redditi della ricchezza mobile pel 2.° semestre 1864", entra in vigore il 7 settembre 1864, undici giorni prima della missiva di Pepoli. Tre pagine in-4, su bifolio. Indirizzo manoscritto alla quarta. Traccia di sigillo in ceralacca rossa.

  • Fanny De Beauharnais (Parigi 1737 - ivi 1813), Raccomandazioni per un amico
    Lotto 73

    Fanny De Beauharnais (Parigi 1737 - ivi 1813)
    Raccomandazioni per un amico
    Lettera autografa firmata
    Due pagine in-4
    Firma/data: Paris, 25-I-1812
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata della poetessa francese Fanny De Beauharnais, datata 'Paris, 25-I-1812'. Raccomandazioni per favorire l'entrata in servizio di un amico in qualità di ufficiale nell'esercito napoleonico. Fanny era zia di Josephine de Beauharnais, prima moglie di Napoleone I. Scrisse poesie fin dall'infanzia: membro dell'Accademia dell'Arcadia, tenne un vivace salotto letterario e filosofico. Due pagine in-4.

  • Nicolò Barozzi (Venezia 1826 - ivi 1906), Museo Correr - Esopo - Dante
    Lotto 74

    Nicolò Barozzi (Venezia 1826 - ivi 1906)
    Museo Correr - Esopo - Dante
    Lettera autografa firmata
    Due pagine in-8
    Firma/data: Venezia li 15/3/1866
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata datata (Venezia il 15 marzo 1866) dello storico e patriota veneziano, conservatore del Museo Correr e direttore delle Gallerie di Palazzo Ducale, nella quale prega un amico di occuparsi della correzione delle bozze di un'opera che il Barozzi sta per pubblicare. "Ho in pronto un altro fascicolo delle favole di Esopo che le spedirò quanto prima. Ricevetti la Gioventù e la ringrazio di tutto. Ora son' a pregarla quanto so e posso a rivedere le bozze di stampa del mio lavoro su Dante che si stampa dal Cellini. Confido che vorrà farmi questo favore che mi preme assai, anche perché nelle bozze mancava un pezzo di m.s. che ho rimesso. Avevo scritto ad Alvisi ma sento che è partito per Napoli, quindi io me lo raccomando con tutta la premura...". Due pagine in-8, su carta azzurrina.

  • Anton Giulio Barrili (Savona 1836 - Carcare 1908), Garibaldina - romanzi
    Lotto 75

    Anton Giulio Barrili (Savona 1836 - Carcare 1908)
    Garibaldina - romanzi
    Due lettere autografe firmate
    Due pagine in-8
    Firma/data: entrambe datate al 1878
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 2

    Due belle lettere autografe firmate (entrambe datate al 1878) del prolifico narratore e patriota garibaldino fondatore del quotidiano 'Il Caffaro' nel 1875 e rettore dell'Ateneo di Genova 1903 indirizzate all’editore Treves. "Ho finito oggi il "Merlo bianco", di cui uscirà domani l'altro sul Caffaro la 115a ed ultima appendice. Riesce un volume di forse cinquecento pagine, edizione solita dei romanzi. Non ho preso impegni e l'offro a Lei in proprietà quinquennale (legge quinquennale) per lire italiane duemila...". Due pagine in-8.

  • Antonio Beretta (Siziano 1808 - Roma 1891), Bastogi - Dazi
    Lotto 76

    Antonio Beretta (Siziano 1808 - Roma 1891)
    Bastogi - Dazi
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-8
    Firma/data: 29.11.1861
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    In gioventù si occupò dell'azienda agricola familiare; si diede poi, dal 1848, alla vita politica e fece parte del governo provvisorio di Milano. Emigrato in Piemonte, gli furono confiscati i beni. Dal 1860 al 1867 fu sindaco di Milano. Fu nominato senatore (1862) e conte (1871). Lettera autografa firmata, dat. 29.11.1861, relativa ad una questione amministrativa della quale rende edotto il corrispondente. "Di ritorno jeri da Torino ti dò conto della missione. Dal colloquio avuto con Bastogi rilevammo che l'ottenere i dazi sarà difficil cosa per ora. Egli intende presentare una legge complessiva al Parlamento e sarà quindi impossibile che si deliberi prima di parecchi mesi...". Una pagina in-8, su carta intestata.

  • Aurelio Bianchi Giovini (Como 1799 - Napoli 1862), L’Opinione
    Lotto 77

    Aurelio Bianchi Giovini (Como 1799 - Napoli 1862)
    L’Opinione
    Lettera autografa firmata
    Due pagine in-8 su bifolio
    Firma/data: 19 maggio 1847
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 3

    Lettera autografa firmata, datata 19 maggio 1847 dal giornalista e storico lombardo noto per le sue idee anticlericali, direttore del foglio torinese 'L'opinione' (dal 1848 al 1852) diretta a Giovanni Silvestri, nella quale richiede al corrispondente alcune informazioni circa la risposta ad un’offerta di lavoro fattagli dall’editore suo padre. Due pagine in-8. Sono uniti: una minuta datata Torino 1848 (1 p. in-8) e due pagne in-8 di pugno del Bianchi Giovini indicanti le diciture dedicatorie del Conte Gabrio Casati alla Repubblica Ambrosiana.

  • [Vincenzo Gioberti (Torino 1801 – Parigi 1852)], Massoneria
    Lotto 78

    [Vincenzo Gioberti (Torino 1801 – Parigi 1852)]
    Massoneria
    Lettera autografa firmata
    Una pagina
    Firma/data: La Provincia di Alessandria il 19 Xbre 1848
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Interessante lettera cifrata, data 19 ottobre 1848, in cui l'avvocato Giuseppe Antonio Boltri, giudice regio, viceprefetto di Alessandria, si rivolge a Vincenzo Gioberti, allora presidente della Camera dei Deputati del Regno di Sardegna con il chiaro riferimento alla adesione alla massoneria. Moltissimi ed espliciti i richiami, dal sauto "Fratello Caro", alla menzione di Gioberti quale "più famoso fra quei d'Oriente", con riferimento al Grande Oriente d'Italia. Il significato della lettera è coperto dall'elogio della monarchia e dall'evocazione del trionfo della religione.
    Gioberti, per dato pubblico, è sempre stato nemico della massoneria.

  • Luigi Chiala (Ivrea 1834 - Roma 1904), Destra Storica
    Lotto 79

    Luigi Chiala (Ivrea 1834 - Roma 1904)
    Destra Storica
    Lettera autografa firmata
    Tre pagine in-8
    Firma/data: Roma 27 aprile 1898
    Stato di conservazione: buono (restauro al margine destro)
    Numero componenti del lotto: 1

    Bella lettera autografa firmata, datata Roma 27 aprile 1898 del militare, uomo politico e giornalista, senatore del Regno d'Italia nella XVIII legislatura, circa la pubblicazione di una lettera di Giovanni Lanza. "Intanto la pregherei di levarmi una curiosità. A pag. 338 Ella ha pubblicato una lettera di Lanza al direttore dell'Opinione del settembre 1865. In questa lettera si risponde a un articolo dell'Opinione, intitolato La convocazione del Parlamento, stampato nel foglio 261, 2 settembre. Ora il n. 261 dell'Opinione, porta la data del 23 settembre 1865, e non contiene altra lettera che quella del Cardinale D'Andrea...". Tre pagine in-8, su carta intestata.

  • Giuseppe Gadda (Milano 1822 - Rogeno 1901), Ministero lavori pubblici del Regno d'Italia
    Lotto 81

    Giuseppe Gadda (Milano 1822 - Rogeno 1901)
    Ministero lavori pubblici del Regno d'Italia
    Tre lettere autografe firmate
    Nove pagine su bifolii
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 3

    Combattente delle Cinque Giornate di Milano. Staccatosi da Mazzini per aderire alla politica cavouriana, fu deputato della Destra dal 1860 al 1865, prefetto (nel 1867 a Perugia, vi favorì la spedizione garibaldina nell'Agro romano) e ministro dei Lavori pubblici nel gabinetto Lanza (1869). Senatore dal 1869, predispose nel 1871 il passaggio della capitale a Roma, di cui fu il primo prefetto (1871-76). Tre lettere autografe firmate, risalenti al biennio 1878-79, su questioni politiche ed amministrative. Riportiamo alcuni passi a titolo di esempio. "Vi sono gravi malumori e non si potrebbe prevedere come si svolgerà la prossima sessione parlamentare. Questa avrà luogo realmente verso la metà del Febbraio con sessione nuova e quindi con discorso programma del Re. Di scioglimento della Camera per ora non si parla e non potrebbe essere che la eventuale conseguenza dei voti Parlamentari...". "L'amministrazione della ferrovia di Erba, a cui sa che io porto tanto interesse, mi scrive che mentre il progetto fu da tempo pubblicato ed approvato dal Ministero dei Lavori Pubblici...". Per un totale di nove pagine su bifolii.

  • Ezio Garibaldi (Riofreddo 1894 - Roma 1969), Garibaldina / Fascismo
    Lotto 82

    Ezio Garibaldi (Riofreddo 1894 - Roma 1969)
    Garibaldina / Fascismo
    Lettera autografa firmata, su cartolina postale viaggiata
    Una pagina
    Firma/data: Roma 12 giugno 1936 XIV
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, su cart. post. viaggiata datata Roma 12 giugno 1936 XIV del nipote di Giuseppe Garibaldi (figlio di Ricciotti), consigliere nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni (1939) e autore del volume "Fascismo garibaldino" (1928), diretta al Maggior Gorini. "Tutti i più cari ricordi, i più vivi rallegramenti e tutti gli auguri fervidissimi…".

  • Menotti Garibaldi (Mostardas 1840 - Roma 1903), Garibaldina
    Lotto 83

    Menotti Garibaldi (Mostardas 1840 - Roma 1903)
    Garibaldina
    Lettera autografa firmata
    Due pagine in-16
    Firma/data: 25 maggio 1890
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa e firmata del figlio di Garibaldi ad un amico. "Pepino Bianchi viene a mio nome, ed ho con lui concertato il modo per farti viaggiare sicuro. sono contessimo della risoluzione tua di sbandare la gente. Il movimenton non si poteca sostenere perché il resto d'Italia restò impassibile. ... Povera Adelina quanto ha sofferto!".

  • Terenzio Mamiani (Pesaro 1799 - Roma 1885), Risorgimento - Confederazione italiana - Speranze nel Piemonte
    Lotto 84

    Terenzio Mamiani (Pesaro 1799 - Roma 1885)
    Risorgimento - Confederazione italiana - Speranze nel Piemonte
    Lettera autografa firmata
    Tre pagine in-8
    Firma/data: vigilia del ’48
    Stato di conservazione: buono (bruniture diffuse)
    Numero componenti del lotto: 1

    Importante lettera autografa firmata indirizzata all’Avv. Giovanni Edoardo Brignone. Scritta alla vigilia del ’48 la lettera anticipa i temi della discussione che saranno poi affrontati dal 'Congresso Nazionale per la Confederazione italiana' della cui Assemblea Costituente Mamiani, Gioberti e Romeo furono presidenti e il Brignone fu segretario generale. Parigi 22 Xbre del 1847. Il testo è tutto di estremo interesse. Estrapoliamo solo alcune righe dalla seconda pagina. "V'a' in Piemonte una fazione numerosa protetta, fanatica, ostinata, raggiratrice, che tien fra mani l'educazione de' giovani ed à sulle moltitudini la potenza della parola. Ora, se lo sforzo unito e coordinato dei buoni non giunge, non dico ad abbatterla, ma a repprimerla gagliardamente, io non so pensare che sia possibile costì vero progresso, e ogni tentativo di bene o verrà adulterato e guasto, o cadrà come il giornaletto delle letture popolari, nobile pianticella sterpata e calpestata da quei vandali...". Tre pagine in-8 . Indirizzo alla 4a.
    Nel 1848 con Vincenzo Gioberti diede vita a Torino alla Società nazionale per la confederazione italiana. Stesso anno, nello Stato Pontificio fu Ministro degli Interni e Ministro degli Esteri. Deputato all'Assemblea costituente, eletta il 21 gennaio 1849. Alla proclamazione della Repubblica abbandonò il seggio dell'Assemblea costituente. Dimessosi, si ritirò a vita privata. Con la restaurazione del papato però fu condannato all'esilio. Si stabilì a Genova e ottenne la cittadinanza dello Stato sardo. Eletto deputato nella III legislatura del Parlamento subalpino, venne riconfermato nelle tre legislature successive. Fu ministro dell'Istruzione nel terzo governo Cavour (gennaio 1860 - marzo 1861).

  • Ricciotti Garibaldi (Montevideo 1847 - Riofreddo 1924), Garibaldina - mala politica
    Lotto 85

    Ricciotti Garibaldi (Montevideo 1847 - Riofreddo 1924)
    Garibaldina - mala politica
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-4
    Firma/data: Riofreddo Prov. di Roma 25 7bre 1922
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, datata Riofreddo Prov. di Roma 25 7bre 1922 del quarto figlio dell'Eroe dei due mondi, indirizzata a Sandro Foresi, direttore del Giornale 'Il Popolano' di Portoferraio, nella quale gli comunica che non intende essere incluso fra "gli uomini eminenti dell'Italia" presentati nel suddetto foglio. "Prima di tutto perché non sono uomo eminente, poi non vorrei essere associato in alcun modo con gli uomini detti "eminenti" del giorno d'oggi - che a mio parere - non sono in maggiore parte - (politica e guerra) che dei veri malfattori!...". Una pagina in-4, acclusa busta viaggiata con indirizzo autografo.

  • Giuseppe Govone (Isola d'Asti 1825 - Alba 1872), Risorgimento
    Lotto 86

    Giuseppe Govone (Isola d'Asti 1825 - Alba 1872)
    Risorgimento
    Carteggio di tre lettere autografe firmate
    Undici pagine in-16
    Firma/data: Una sola recante anno: 1859
    Stato di conservazione: buono (angoli restaurati e qualche pagina sbiadita)
    Numero componenti del lotto: 3

    Generale piemontese e Ministro della Guerra del Regno di Sardegna. Segnalatosi nella prima guerra d'indipendenza, partecipò alla repressione del moto antipiemontese verificatosi a Genova nell'aprile 1849; successivamente fu incaricato di una missione speciale a Šumla presso Omar pascià (1853); passato in Crimea, combatté a Balaclava e si distinse alla Cernaia. Nel 1859 combatté a San Martino con i gradi di tenente colonnello; in seguito (1866) concluse con Bismarck il trattato d'alleanza dell'Italia con la Prussia (9 apr. 1866). Interessante carteggio di tre lettere autografe firmate (una sola recante anno: 1859), indirizzate ad un avvocato che dalle retrovie forniva preziose informazioni al Comando Generale dove si trovava il Govone. Per un totale di undici pagine in-16, dense di notizie sugli sviluppi e gli esiti della battaglia di San Martino e delle successive battaglie tra giugno e settembre del 1859. Si riportano alcuni passi a titolo esemplificativo. "Riceva pure i miei più vivi ringraziamenti per lo zelo con cui continua a darmi ragguagli importantissimi sul nemico. Oggi poi alla mia particolare gratitudine debbo aggiungere quella del nostro Capo di Stato Maggiore per il secondo invio di carte appartenenti al M.se Rescalli. Esse furono graditissime; e ne verrà ringraziato direttamente il Marchese. Io poi terrò note di quelle che non appartenendo al Marchese restitueremo al fine della campagna. Si tenne conto dei consigli che egli ci diede per lo addietro su alcune cose di amministrazione interna, e furono date disposizioni. Quanto all'ingrossarsi del nemico nella valtellina si presero oggi stesso misure per dare un sostegno a quelle popolazioni ed armarle..."."Sulla battaglia del 24 troverà alcuni particolari nella relazione data dalla Gazzetta del 29 giugno. L'ho redatta io stesso, che vi fui presente l'intiero giorno. Fui fortunato, al solito e lo fu pure un mio giovane fratello uff.[iciale] di Cavalleria, che feci caricare io stesso, in un episodio sanguinoso...". Angoli restaurati e qualche pagina sbiadita.

  • Pier Alessandro Guasco (Torino 1714 - Praga 1780), Finanza - Ancien Régime - Tourton et Baur
    Lotto 87

    Pier Alessandro Guasco (Torino 1714 - Praga 1780)
    Finanza - Ancien Régime - Tourton et Baur
    Lettera autografa firmata
    Tre pagine in-8, su bifolio
    Firma/data: Venise Le 1ier juillet 1774
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Ufficiale al servizio dell'esercito imperiale del Sacro Romano Impero (1742-1780), fratello del famoso scrittore e avventuriero Ottaviano Guasco, nel 1771 fu nominato Feldzeugmeister (generale di artiglieria). Lettera autografa firmata, datata Venise Le 1ier juillet 1774, diretta alla banca parigina Tourton et Baur (fondata nel 1754), su alcune operazioni finanziarie. "L'anné passé si Mr. Durant mon Libraire vous presentait quelques mandats de moi je vous prie de lui en payer le montant...". "Je vous dirai d'avance que j'ai disposé des 13 milles Livres...". Tre pagine in-8, su bifolio. Indirizzo autografo alla quarta.

  • Terenzio Mamiani (Pesaro 1799 - Roma 1885), Progressismo clericale - connubio libertà e religione
    Lotto 88

    Terenzio Mamiani (Pesaro 1799 - Roma 1885)
    Progressismo clericale - connubio libertà e religione
    Tre lettere
    Cinque pagine in-8
    Firma/data: Genova li 4 di Xbre 1853
    Torino, 17 febbraio 1860
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 3

    Tre belle lettere indirizzate a Giovanni Battista Bergamino prete genovese di orientamento mazziniano (Genova 1821 - ivi 1890). Genova li 4 di Xbre 1853. "Il Conte Livio Benintendi (nota: esule a Torino all'indomani del fallimento del moto quarantottesco mantovano) è un ottimo candidato e farà molto onore a cotesto collegio. E' persona agiata ed onesta quindi a nessuno è ligio ed abborre ogni maniera di setta. Ama la libertà vera e la causa italiana e desidera il clero emmendato e non oppresso. Insomma è degno in tutto che voi gli procuriate i suffragi de' parrocchiani vostri. Viva il mio caro prevosto, che intendete sì bene tutti gli uffici di buon pastore dell'anima. Quante volte io vo ripetendo qui fra gli amici che se la più parte de' preti vi assomigliasse, le gran querele tra loro e il mondo sarebbero presto sopite, e vedrebbesi pure compiuto quel connubio desideratissimo della libertà e della religione...". Nella terza lettera risponde al Bergamino che si è congratulato con il Mamiani per la recente nomina a Ministro della Pubblica Istruzione nel terzo governo Cavour.

  • Giacomo Infante (Bari 1881-), Giuseppe Massari - risorgimento
    Lotto 89

    Giacomo Infante (Bari 1881-)
    Giuseppe Massari - risorgimento
    Lettera autografa firmata
    Sei pagine in-4
    Firma/data: Bari 7 gennaio 1934 - XII
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, Bari 7 gennaio 1934 - XII dell’avvocato e scrittore autore di opere sul Risorgimento ("Giuseppe Massari, Uomini di Destra", Bari, G. Laterza, 1934) nella quale scrive al corrispondente su alcune opere dedicate al patriota e uomo politico pugliese Giuseppe Massari (1821 - 1884) trascrivendo una lettera di encomio che ricevette alcuni anni prima da Antonio Salandra sulla sua attività di storico. "Ella non avrà forse dimenticato ch’ebbe la somma fortuna, facendole omaggio del modestissimo suo opuscolo 'Intorno ad una lettera inedita di Giuseppe Massari'di determinarla a scrivere sul 'Corriere della Sera' del 27 febbraio 1931 quel mirabile articolo "Il diario (…) di Giuseppe Massari…". Infante copia in calce una lettera che gli venne spedita da Salandra: "Lo stesso omaggio ebbe anche l’altro onore della seguente lettera di Antonio Salandra: "Roma, 7/5/1931, Egregio Sig. Avvocato, La ringrazio vivamente del suo discorso, così interessante ed eloquente, e della menzione ch'ella vi fa del mio nome, ricollocandolo alla gloriosa tradizione del Risorgimento e alla funzione della Destra Storica…". Sei pagine in-4.

  • Stefano Jacini (Casalbuttano ed Uniti 1826 - Milano 1891), Senatore del Regno d'Italia
    Lotto 90

    Stefano Jacini (Casalbuttano ed Uniti 1826 - Milano 1891)
    Senatore del Regno d'Italia
    Righi autografi su biglietto da visita listato di nero
    Una pagina
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Righi autografi su biglietto da visita listato di nero dell'economista e uomo politico, ministro dei Lavori Pubblici dal 1864 al 1866 e senatore del Regno d'Italia dal 1870.

  • Agostino Lascaris di Ventimiglia (Torino 1776 - Saint Vincent 1838), Marchese di Ventimiglia
    Lotto 91

    Agostino Lascaris di Ventimiglia (Torino 1776 - Saint Vincent 1838)
    Marchese di Ventimiglia
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-8
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, datata "vendredi soir" dell'uomo politico, Marchese di Ventimiglia e sindaco di Torino nel 1818, in cui si scusa con il corrispondente per una dimenticanza. "C'été avec un bien vif regret qu'en rentrant chez moi j'ai trouvé dans ma poche la clef que vous avez eu la bonté de me consigner ainsi que le billet. Peu habitué à aller au Théatre, l'engagement que j'avais pris, m'a completement passé de mémoire...". Una pagina in-8.

  • Terenzio Mamiani (Pesaro 1799 - Roma 1885), Conferimento Medaglia d’oro da Re Umberto I
    Lotto 92

    Terenzio Mamiani (Pesaro 1799 - Roma 1885)
    Conferimento Medaglia d’oro da Re Umberto I
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-4
    Firma/data: Roma, 4 aprile 1878
    Stato di conservazione: buono (bruniture della carta)
    Numero componenti del lotto: 1

    Interessante lettera autografa firmata, indirizzata a Saverio Nurisio, Segretario particolare di Umberto I. Nella lettera, listata a lutto, il Mamiani ringrazia per il conferimento di una medaglia d’oro che il Re ha voluto inviargli tramite il suo segretario. L’anziano senatore si propone di chiedere udienza al Re per ringraziarlo personalmente. Il "2 aprile mi fu consegnata una cassetta con entrovi la medaglio d'oro che S. Maestà il Re si è compiaciuta donarmi, onorando la mia persona molto di là da ogni mio merito e per isplendido atto di sua bontà e cortesia veramente regale. Avrò carissimi e preziosissimo il presente di Sua Maestà per tutta la vita". Una pagina in-4 grande.

  • Ernesto Nathan (Londra 1845 - Roma 1921), Massoneria
    Lotto 93

    Ernesto Nathan (Londra 1845 - Roma 1921)
    Massoneria
    Due lettere autografe firmate
    Tre pagine in-8
    Firma/data: Una sola recante data: 14 ottobre 1862
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 2

    Due lettere giovanili autografe firmate, (una sola recante data: 14 ottobre 1862) dell'uomo politico, sindaco di Roma dal 1907 al 1913 e Gran Maestro della Massoneria, relative ad una serie di lettere commerciali di presentazione per un viaggio di lavoro in Francia: "domande de lettres que vous m'aviez, si gracieusement offert pour Marseille, Toulon et Nice". Nell’agosto 1859 la morte di Moses Nathan produsse una svolta nella vita della famiglia di Ernesto, che decise di trasferirsi in Italia, dapprima a Pisa, dove si iscrisse come uditore all’Università. La madre, che si immerse progressivamente nell’azione politica e cospirativa a fianco di Mazzini, pensò di avviare Ernesto alla carriera commerciale e lo fece entrare come apprendista presso i banchieri e commercianti di seta milanesi Warchez Garavaglia e C. Nell’autunno del 1862, quindi alla data della presente lettera, Nathan si recò in Sardegna, dove si impegnò in una società per la coltivazione del cotone e la vendita di prodotti sardi che non ebbe esito fortunato e a Caprera ebbe anche modo di incontrare per la prima volta Garibaldi. Tre pagine in-8 (una vergata a matita).

  • Terenzio Mamiani (Pesaro 1799 - Roma 1885), Ministro della Pubblica Istruzione del Regno d'Italia
    Lotto 94

    Terenzio Mamiani (Pesaro 1799 - Roma 1885)
    Ministro della Pubblica Istruzione del Regno d'Italia
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-8, su bifolio
    Firma/data: Genova li 16 9bre 1855
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, datata Genova li 16 9bre 1855 diretta "al Signor Dottore Padova". "Il presentatore di queste due righe è degnissimo della sua bontà e cortesia. A bocca vedrà da lui le sue strane vicende. Non chiede nulla salvo che un qualche indirizzo...". Una pagina in-8, su bifolio. Indirizzo autografo alla quarta. Nota a matita di altra mano alla terza e alla quarta pagina.

  • Andrea Molinari (Bergamo 1816 - Milano 1899), Abolizione pena di morte e corporazioni religiose
    Lotto 95

    Andrea Molinari (Bergamo 1816 - Milano 1899)
    Abolizione pena di morte e corporazioni religiose
    Lettera autografa firmata
    Tre pagine in-8, su bifolio
    Firma/data: Torino li 11 Gennaio 1865
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, datata "Torino li 11 Gennaio 1865" dell'uomo politico bergamasco, deputato al Parlamento d'Italia, diretta ad un collega, circa alcune iniziative politiche che intende proporre. "Mentre in tutte le città d'Italia per mezzo di assemblee pubbliche o in forma di petizioni si sollevan voci generose ad invocare dal Parlamento l'abolizione della pena di morte e quella delle Corporazioni religiose perché la sola Bergamo dovrebbe restare mutola ed inoperosa?...". Tre pagine in-8, su bifolio, carta intestata azzurrina.

  • Niccolò Pasotti Friedenberg, XVIII secolo, Diplomazia di Antico Regime
    Lotto 96

    Niccolò Pasotti Friedenberg, XVIII secolo
    Diplomazia di Antico Regime
    Carteggio costituito da diciassette lettere autografe firmate
    61 pagine
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1717

    Ampio carteggio costituito da diciassette lettere autografe firmate, risalenti all'arco cronologico 1700-1707 di un certo Niccolò Pasotti Friedenberg, della famiglia Pasotti originaria di Tuenno, elevata alla nobiltà episcopale nel 1643 dal Principe Vescovo Carlo Madruzzo e alla nobiltà imperiale nel 1726 dall'Imperatore Carlo VI con il predicato di 'Friedenberg'. Le missive, per un totale di 61 pagine in vario formato, sono ricchissime di informazioni sull'azione diplomatica austriaca durante la guerra di successione spagnola. Riportiamo un passo a puro titolo esemplificativo. "In genere di nuove non ho da aggiungere altro all'Ill.ma se non la sicurezza datasi dall'Inghilterra di voler stringere aleanza co' questa Aug.ma Casa non dubitandosi più ch'anco l'Olanda sia per far l'istesso non ostante l'offerte fattesi dalla med.ma di riconoscere il Duca d'Angiò...".

  • Silvio Pellico (Saluzzo 1789 - Torino 1854), Poesia d'amore
    Lotto 97

    Silvio Pellico (Saluzzo 1789 - Torino 1854)
    Poesia d'amore
    Componimento poetico
    Una pagina in-16
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Componimento poetico dello scrittore e patriota Silvio Pellico, noto come autore de 'Le mie prigioni'. Giovane entusiasta della poesia neoclassica, frequentò Vincenzo Monti e Ugo Foscolo, legandosi in particolare a quest'ultimo. Pellico e molti dei suoi amici facevano parte della setta segreta dei cosiddetti "Federati". Scoperti dalla polizia austriaca furono arrestati. A Venezia fu letta pubblicamente il 21 febbraio 1822 la sentenza del celebre Processo Maroncelli-Pellico condotto dal magistrato Antonio Salvotti. I due imputati furono condannati alla pena di morte, successivamente la pena fu commutata a venti anni per Maroncelli, quindici per Pellico. A fine marzo furono condotti nello Spielberg. La dura esperienza carceraria costituì il soggetto del libro di memorie "Le mie prigioni", scritto dopo la scarcerazione. Pellico ebbe due storie d'amore importanti nella sua vita. La prima, con l'attrice Carlotta Marchionni: la relazione, contrastata dalla famiglia di Pellico (che non voleva vederlo unito a un'attrice) e sofferta (perché all'inizio non ricambiata), si concluse bruscamente a causa dell'arresto dello scrittore. La seconda fu con la nobildonna Cristina Archinto Trivulzio, della quale Pellico si innamorò. Ella sposò nel novembre dello stesso anno il conte milanese Giuseppe Archinto. Dovettero passare 11 anni prima che i due innamorati si ritrovassero definitivamente. Il componimento "Sospiro". Incipit: "Amore è sospiro/d'un core gemente/che solo si sente/che brama pietà...". Su pagina in-16, fittamente vergata su due colonne. Nella primavera del 1837 Silvio Pellico pubblicò presso la tipografia Chirio e Mina di Torino due volumi di "Poesie inedite". Il primo volume contiene una serie di componimenti autobiografici, mentre il secondo volume raccoglie sette cantiche di ambientazione medievale. Nella nota al lettore che apre il primo volume Pellico giustifica così la scelta di raccontare la propria vita, unendo il bisogno di narrare gli eventi per una necessità interiore, ai valori etici che cerca di condividere attraverso i suoi scritti, da quando è uscito dal carcere ed ha avuto la possibilità di ricominciare a pubblicare.

  • [Silvio Pellico (Saluzzo 1789 - Torino 1854)], Fondo Pellico - Battaglia di Custoza e capitalazione italiana
    Lotto 98

    [Silvio Pellico (Saluzzo 1789 - Torino 1854)]
    Fondo Pellico - Battaglia di Custoza e capitalazione italiana
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-8, su bifolio
    Firma/data: Chieri 15 aprile 1863
    Stato di conservazione: buono (piccolo foro, non lede testo)
    Numero componenti del lotto: 2

    Lettera autografa firmata di Giuseppina Pellico (sorella del celebre patriota), datata "Chieri 15 aprile 1863" diretta a "Donna Luigia Cima" alla quale comunica di voler donare "tutte le lettere e manoscritti del fu mio fratello Silvio (...) colla sola condizione che non li rendano di pubblica ragione mentre io vivo". "Unirò ai detti autografi una nota testamentaria in data 16 maggio 1862, dalla quale si vede che fin d'allora tale era il mio intendimento...". Una pagina in-8, su bifolio, indirizzo autografo, timbri postali alla quarta. E' unita lettera autografa firmata del patriota Teobaldo Roggiero datata 8 agosto 1848 al fratello Carlo Pietro, relativa alle concitate fasi successive alla sconfitta di Custoza dell'esercito sabaudo contro gli Austro-Ungarici. "La causa d'Italia è perduta. La capitolazione fatta da Radetzky col nostro Re...". Tre pagine in-8, su bifolio.

  • Luigi Pianciani (Roma 1810 - Spoleto 1890), Camera di commercio
    Lotto 99

    Luigi Pianciani (Roma 1810 - Spoleto 1890)
    Camera di commercio
    Lettera autografa firmata
    Due pagine in-16
    Firma/data: 4 giugno 1873
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, datata '4 giugno 1873' del patriota e politico Luigi Pianciani. Il conte Pianciani nacque a Roma da famiglia patrizia di origine spoletina legata alla curia romana. Giovane, reagì alla tradizione conservatrice dell'ambiente domestico e simpatizzò presto per la Giovine Italia di Mazzini. Si laureò in legge nel 1830 e nel 1847 venne eletto gonfaloniere di Spoleto. Nel 1848 fu ufficiale delle milizie combattenti nel Veneto e prese parte alla difesa di Venezia. Partecipò alla campagna meridionale del 1860 guidando una spedizione, che prese il suo nome, di circa 8.940 uomini a sostegno delle truppe garibaldine. La spedizione sarebbe dovuta sbarcare nel nord del Lazio e muovere verso l'Umbria, dove doveva congiungersi con altri uomini provenienti dalla Toscana,e i due gruppi si sarebbero congiunti con altri volontari provenienti dalla Romagna verso le Marche, puntando verso sud e sconfiggendo l'esercito borbonico in una manovra a 'tenaglia'. Il piano non fu attuato in quanto Cavour indirizzò la spedizione verso la Sardegna e poi verso Sud. Nella terza guerra di indipendenza del 1866, come soldato semplice del corpo delle Guide a cavallo fu aggregato al comando della 1ª brigata del Corpo Volontari Italiani del generale Ernesto Haug e nella battaglia di Bezzecca comportandosi valorosamente, tanto che fu insignito della croce di cavaliere dell'Ordine militare di Savoia. Massone e anticlericale, fu membro del consiglio dell'ordine del Grande Oriente d'Italia, di cui fu Gran maestro onorario ad vitam.
    Nel 1865 fu eletto deputato al parlamento italiano e sindaco di Roma. Pianciani fu uno dei primi sindaci di Roma operativi dopo l'Unità d'Italia, tra il 1872 e il 1874 e di nuovo nel 1881-1882. Tra il 1872 e il 1874 su iniziativa di Pianciani furono installate le prime fontanelle pubbliche romane. In questa veste sostenne, inoltre, la costruzione di un impianto crematorio presso il cimitero del Verano, che fu a lungo uno dei pretesti degli scontri tra clericali e anticlericali. Quando il conte morì a Spoleto, nel 1890, il suo corpo fu cremato, e le ceneri deposte al Verano, come egli aveva richiesto. La missiva, redatta durante uno dei suoi due mandati come Sindaco di Roma, come attesta il marchio impresso in alto al centro della lettera, è probabilmente diretta al politico Pasquale Stanislao Mancini. L'argomento verte su questioni politiche: "E' vero che siete voi che con difficoltà perfettamente legali ritardate la proposizione e risoluzione sul progetto di legge per la cessione alla nostra camera di commercio...". Due pagine in-16, su carta intestata.

  • Maurizio Quadrio (Chiavenna 1800 - Roma 1876), Terme di Acqui e amicizia con Brusco Onnis
    Lotto 100

    Maurizio Quadrio (Chiavenna 1800 - Roma 1876)
    Terme di Acqui e amicizia con Brusco Onnis
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-16
    Firma/data: 25 Luglio Acqui
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, senza anno, 'datata 25 Luglio Acqui' di Maurizio Quadrio, patriota, segretario del triumvirato Mazzini-Saffi-Armellini della Repubblica Romana (1849) e direttore del foglio repubblicano 'L'Unità italiana' (1859-1871). Quadrio nasce a Chiavenna nella famiglia che vantava una lunga e gloriosa storia, annoverando tra i propri avi Stefano Quadrio, condottiero del XV secolo. Maurizio Quadrio frequenta l'Università di Pavia e durante gli studi inizia ad avere i primi contatti con l'associazione segreta carbonara dei 'Federati'. Nel 1820 viene imprigionato per la prima volta per aver manifestato a favore dei moti nel Napoletano. Il 16 marzo 1821 si arruola nel 'Battaglione della Minerva' e accorre in Piemonte dove nel frattempo erano scoppiati i moti liberali. A seguito del fallimento delle sollevazioni, è costretto all'esilio e si trasferisce a Genova dove incontra Giuseppe Mazzini. Da Genova passa alla Spagna, poi alla Francia e infine alla Svizzera. Torna in Lombardia per poi fuggire nuovamente grazie ad un passaporto falso. La sua vita lo porta quindi ad Odessa in Russia, attuale Ucraina, dove lavora dando lezioni private e come precettore di nobili. Dopo un breve soggiorno in Svizzera rientra in Italia per consegnarsi agli austriaci e viene condannato a morte, ma la pena viene commutata in sei mesi di carcere dalle autorità austriache. Scontata la pena e ancora sotto la sorveglianza austriaca si sposta a Chiuro, il paese dei suoi avi, dove nel 1836 si rende utile assistendo i colpiti dal colera che infieriva in Valtellina. Quando nel marzo 1848 la notizia dello scoppio delle Cinque giornate di Milano giunge in Valtellina, si reca immediatamente a Milano, dove il governo provvisorio lo elegge commissario per la Valtellina. Dopo questa esperienza polita fugge a Lugano, in Svizzera, dove incontra nuovamente Mazzini e collabora alla preparazione della insurrezione della Val d'Intelvi dell'ottobre 1848. Nel gennaio del 1849 a Roma viene nominato segretario privato del triumvirato (Mazzini, Armellini e Saffi). Nel 1859 divenne direttore del giornale repubblicano-mazziniano 'L'unità italiana' fino al 1871 e l'anno seguente dirigere il giornale 'L'emancipazione', altro storico giornale mazziniano. La missiva scritta durante un periodo di guarigione, probabilmente alle terme di Acqui Terme, è diretta ad un "Caro Signor Ferdinando". Quadrio, oltre a spiegare le sue condizioni di salute chiede al destinatario se può mandare ad un certo Bellini e/o a Vincenzo Brusco Onnis, giornalista e patriota italiano. Brusco Onnis durante il periodo da pubblicista presso il giornale 'La Democrazia', inercalò l'attività con viaggi in Svizzera durante i quali ebbe modo di conoscere Quadrio: "Sono qui ai fanghi per tentare di guarire: non so se riuscirò. Approfitto della di lei gentilezza e la prego di rimettere a Bellini e/o? a Brusco l'acclusa lettera...". Brusco Onnis lavorò con Quadria come condirettore del giornale 'L'unità Italiana'. Una pagina in-16 obl. Nota di altra mano al verso.

  • Regno d'Italia 1805-1814, Ordine della Corona di Ferro
    Lotto 101

    Regno d'Italia 1805-1814
    Ordine della Corona di Ferro
    Documento manoscritto
    Una pagina in-8, su bifolio
    Firma/data: Roma il 10 febbrajo 1816
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Documento manoscritto datato 'Roma il 10 febbrajo 1816', firmato da alcuni "ufficiali superiori già al servizio del cessato Regno d'Italia", tra i quali il Maggiore Luigi Delpinto. Nel documento si certifica che il Sig. Andrea Nicoletti, Cavaliere della 'Corona di Ferro' già Tenente nel Reggimento di Linea: "ha sempre dato prova non solamente di una esemplare condotta e moralità ma anche di zelo ed attaccamento al servizio...". 'Ordine della Corona Ferrea' o 'Corona di Ferro' è un ordine cavalleresco istituito il 5 giugno 1805,a Milano, da Napoleone I Bonaparte nella qualità di Re d'Italia, incoronato il precedente 26 maggio 1805, con l'intento di ricompensare i valorosi soldati battutisi in Italia, nonché illustri personalità. L'Ordine prende il nome dall'antica 'Corona ferrea', la corona con cui erano stati tradizionalmente incoronati i Re d'Italia e che era diventata l'emblema del Regno d'Italia. Tuttavia nelle insegne la corona figura nella foggia raggiata solare disegnata da Andrea Appiani su idea di Napoleone. Nel corso del 1815, circa un anno dopo l'ingresso in Milano delle truppe del generale austriaco Bellegarde, venne istituito un nuovo 'Ordine della Corona Ferrea' per l'Impero austriaco, a decorrere dal 1º gennaio 1816, dall'imperatore Francesco II, re del neonato Regno Lombardo-Veneto, retto dalla monarchia asburgica. La data non fu casuale, dal momento che coincise con l'entrata in vigore degli statuti del nuovo regno, con la nomina del regio governo per la Lombardia presieduto dal Saurau e l'entrata in vigore dei codici civile e penale austriaci, il tutto alla presenza del nuovo imperatore d'Austria, Francesco II entrato a Milano il 31 dicembre 1815. L'Ordine venne da allora concesso nei suoi tre gradi ai nobili: i borghesi potevano, comunque, richiedere all'amministrazione imperiale un diploma che confermasse i loro quarti di nobiltà. Anche dopo la perdita del Regno Lombardo-Veneto da parte dell'Austria nel 1859, gli imperatori continuarono a conferire tale onorificenza sino al crollo dell'Impero austro-ungarico, i cui conferimenti cessarono nel 1918. Secondo la tradizione, la lamina di ferro inserita lungo la superficie interna della 'Corona ferrea' sarebbe stata ottenuta da uno dei chiodi utilizzati durante la crocifissione di Gesù; tale chiodo sarebbe stato portato in Italia da Elena, madre dell'imperatore Costantino, che in Gerusalemme avrebbe scoperto la reliquia della Santa Croce. Secondo una variante tradizionale, il ferro di questo chiodo sarebbe stato fuso assieme a quello del rostro dell'aratro con cui Romolo tracciò il solco durante il rito fondativo di Roma. Probabilmente la corona, di fattura tardo romana, forgiata per Costantino I Imperatore, fu poi il diadema regale che Teodolinda donò al Duomo di Monza, dove si trova tuttora. Essa venne utilizzata per l'incoronazione di Carlo Magno come reggente al trono di Lombardia nel 774, e poi per l'incoronazione dei Re d'Italia. Il legame che unisce la corona a chi la utilizza è non solo un gesto regale, ma anche un simbolo di consacrazione regia per merito divino. Essa conferiva un potere particolare proprio perché le prime consacrazioni con questa corona erano avvenute diversi secoli prima e con approvazione pontificia, il che legittimava una vera e propria presa di possesso dei territori lombardi con il suo utilizzo. Sarà questo uno dei motivi che spingeranno Napoleone a utilizzare questa corona come suo simbolo in Italia, e così faranno anche gli imperatori d'Austria sino a giungere ai re d'Italia che la utilizzeranno come corona nazionale. Questa rientrerà però in Italia solo a partire dal 1866, dopo che l'imperatore Francesco Giuseppe I d'Austria l'aveva fatta trasferire a Vienna nel 1859, all'avanzata dei piemontesi nel milanese. Il ritorno della corona, quindi, coincise anche con la presa totale di sovranità dei Savoia sull'Italia. Nell'Ordine italiano la decorazione consiste in un'aquila imperiale, sovrastante una corona sei punte smaltata di grigio-azzurro o in blu, con il ritratto di Napoleone di profilo in oro; alla base della corona, il motto "DIO ME LA DIEDE".

  • Francesco Saverio Salfi (Cosenza 1759 - Parigi 1832), Carpaccio e Bronzino
    Lotto 102

    Francesco Saverio Salfi (Cosenza 1759 - Parigi 1832)
    Carpaccio e Bronzino
    Due schede bibliografiche
    Due pagine
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 2

    Letterato, politico e librettista italiano. Assunse l'incarico di segretario del governo provvisorio della Repubblica napoletana. Nel febbraio 1799, dopo la sostituzione di Carlo Lauberg con Ignazio Ciaia alla guida della Repubblica napoletana, andò in Francia dove, dalle pagine della "Biographie universelle" della "Revue encyclopédique" fece soprattutto opera di diffusione della letteratura italiana. Tornato in Italia nel 1800, dopo la battaglia di Marengo, fu insegnante di logica e metafisica, e poi di storia e diritto nel ginnasio di Brera. Massone, membro della loggia di Brescia Amalia Augusta, fondata nel 1806 e Maestro venerabile della loggia milanese Gioseffina nel 1808, fu consigliere di Gioacchino Murat.
    Due schede bibliografiche autografe. 1. (Apologues, Sables) (Carpaccio): "Les Apologues de Carpaccio sont en nombre de 92...". 2. Beaufaits: "Le Bronzino fut bon peintre...". Le schede sono vergate al verso di lettere manoscritte indirizzate al letterato, politico e librettista Francesco Saverio Salfi da due diversi corrispondenti. Due pagine.

  • Silvio Spaventa (Bomba 1822 - Roma 1893), Congratulazioni
    Lotto 103

    Silvio Spaventa (Bomba 1822 - Roma 1893)
    Congratulazioni
    Lettera autografa firmata
    Una pagina in-8
    Firma/data: 5 Xbre 1891
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera autografa firmata, datata '5 Xbre 1891' dell'uomo politico e patriota Silvio Spaventa. Fu senatore del Regno d'Italia dalla XVI legislatura. Nel febbraio del 1848, dopo la concessione della Costituzione, fondò il quotidiano 'Il Nazionale', il cui primo numero uscì il 1º marzo 1848: il giornale divenne presto punto di riferimento della borghesia liberale, ma venne apprezzato anche dagli ambienti più conservatori e filoborbonici. Dopo che Ferdinando II di Borbone il 15 maggio 1848 revocò la Costituzione che aveva concesso poco tempo prima, Silvio Spaventa, accusato di aver sostenuto la resistenza del generale Guglielmo Pepe, venne arrestato nel 1849 e rinchiuso nel carcere di San Francesco. Riconosciuto colpevole di cospirazione contro la sicurezza interna dello Stato venne condannato a morte per impiccagione ma ebbe poi la pena commutata in ergastolo; rimase nel carcere di Santo Stefano per sei anni, durante i quali si dedicò agli studi politici e filosofici; l'11 gennaio 1859 la pena venne nuovamente commutata in esilio perpetuo. Il piroscafo Stewart, che doveva condurlo insieme ad altri 68 condannati politici in America, in seguito all'ammutinamento organizzato dal figlio di Luigi Settembrini (Raffaele Settembrini) ufficiale della marina mercantile britannica, lo condusse in Irlanda (6 marzo 1859) presso Queenstown, nella Baia di Cork; da qui raggiunse Londra e quindi Torino, dove entrò in contatto con Cavour divenendo uno dei fedeli seguaci e uno dei principali fautori della sua politica. Sedette nella Camera dei deputati ininterrottamente dal 1861 al 1889, tra le file della Destra storica. Fu ministro dei lavori pubblici nel secondo governo Minghetti (dal luglio 1873 al marzo 1876): in tal veste, fu l'autore del progetto di legge che prevedeva la nazionalizzazione della rete ferroviaria, la quale alienò al suo governo il sostegno dei deputati toscani e causò la caduta del governo e la fine della Destra storica, nel marzo 1876. Nominato Senatore del Regno nel 1889, per interessamento di Francesco Crispi divenne anche presidente della IV sezione del Consiglio di Stato. La missiva è diretta ad un amico: "Caro Marco, lascia che mi congratuli...". Una pagina in-8, su carta intestata 'Consiglio di Stato'.

  • Istanza al Senato (1684), Canale Muzza
    Lotto 104

    Istanza al Senato (1684)
    Canale Muzza
    Istanza
    Una pagina su bifolio
    Firma/data: 23/24 febbraio 1684
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Istanza al Senato, datata '23/24 febbraio 1684', in merito ad una controversia tra un contadino di Lodi e il Regio Fisco per causa del Canale Muzza.

  • Francesco Castiglione (XVII secolo), Ottavio I Gonzaga di Vescovato
    Lotto 105

    Francesco Castiglione (XVII secolo)
    Ottavio I Gonzaga di Vescovato
    Lettera con firma e poscritto autografi
    Una pagina in-4
    Firma/data: Milano il 29 gennaio 1642
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera datata 'Milano il 29 gennaio 1642' postillata dal feudatario di Conzano, Francesco Castiglione, molto legato ai Gonzaga (nel 1621 aveva ottenuto il feudo dal duca di Mantova Ferdinando). Il documento menziona il "Signor Marchese Ottavio Gonzaga" ed una importante affare di "4mila ducatoni d’entrata et se ve ne parte sopra il Venetiano, come ancora se mi potrà favorire di farmi sapere in fatti la quantità de’ debiti et con chi, essendo questo negotio che molto mi preme". Molto divertenete il saluto: "li baccio con ogn'affetto le mani". La postilla di Francesco Castiglione è in inchiostro nero.
    Una pagina in-4.

  • Aubin Louis Millin (Parigi 1759 - ivi 1818), Grand Tour
    Lotto 106

    Aubin Louis Millin (Parigi 1759 - ivi 1818)
    Grand Tour
    Lettera autografa firmata
    Due pagine in-4
    Firma/data: Florence 15 aout 1813
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Aubin Louis Millin fu arecheologo e botanico francese. Conservatore del Cabinet des médailles et des antiques della Bibliothèque nationale, poi professore di archeologia, membro dell’Institut, direttore del 'Magasin encyclopédique'. Tra il 1807 e il 1811 pubblicò i volumi e l’atlante illustrato del 'Voyage dans les départements du Midi de la France' e poco dopo nacque l’idea di intraprendere un lungo viaggio attraverso l’Italia monumentale per ampliare il tradizionale itinerario del Grand Tour, che, dopo il nord e il centro dell’Italia, convergeva verso Roma e Napoli, toccando solo sporadicamente via mare la Sicilia. Millin fu il primo ad avventurarsi nelle regioni inesplorate del Mezzogiorno, come la Calabria e la Puglia. Bella lettera autografa firmata, datata 'Florence 15 aout 1813' diretta ad un Marchese (probabilmente Girolamo d’Adda), circa alcuni disegni di monumenti italiani che intende offrirgli: "J'ai cependant conservé uniquement pour vous le dessins de quelques beaux monuments de sculpture du moyen age ou de la renaissance que j'ai faitì faire à Naples avec un trés grand soin...".Due pagine in-4. Timbro postale e traccia di sig. alla quarta.

  • Federico Torre (Benevento 1815 - Roma 1892), Condoglianze
    Lotto 107

    Federico Torre (Benevento 1815 - Roma 1892)
    Condoglianze
    Lettera autografa firmata
    Due pagine in-8
    Firma/data: Torino 25 8bre 1863
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Patriota, uomo politico e lessicografo, fu ufficiale durante la prima e la seconda guerra d'Indipendenza, collaboratore al Dizionario della lingua italiana portato a termine dal Tommaseo (1861-1879) e senatore del Regno dal 1884. Lettera autografa firmata datata 'Torino 25 8bre 1863', di condoglianze, per la morte di un giovane:"...mancare ai suoi, alla sua carriera, ad un bello avvenire così immaturamente! Che le sue ossa riposino in pace accanto a quelle dell'illustre genitore...". Due pagine. in-8, su carta intestata.

  • Alvise Giustiniani (XVI secolo), Un 'fantastico' dolore alla testa
    Lotto 108

    Alvise Giustiniani (XVI secolo)
    Un 'fantastico' dolore alla testa
    Lettera autografa firmata
    Firma/data: 1522
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera del 1522 in elegante grafia corsiva di un membro del ramo veneto della famiglia Giustiani (non il magistrato alle biade Giovanni Alvise Giustinian, deceduto nel 1521). Divertente il contenuto che cita “un fantastico dolore alla testa” ed una visita ad un singolare conte.

  • Alvise Garzoni (XVI secolo), Guerra d’Italia
    Lotto 109

    Alvise Garzoni (XVI secolo)
    Guerra d’Italia
    Lettera interamente autografa firmata
    Una pagina
    Firma/data: 6 ottobre 1558
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Lettera interamente autografa del patrizio veneto Alvise Garzoni, datata 6 ottobre 1558 e inviata al cugino Agostino Tiepolo. Il documento ci restituisce un’interessantissima testimonianza sull’andamento della guerra in corso nei Paesi Bassi contro l'impero spagnolo a sostegno del Re di Francia Enrico II durante la Guerra d’Italia che nel 1559 si concluse con la famosa pace di Cateau-Cambrésis.
    "Essendo hora qui al campo mi paria far ingiuria..." Il documento accenna ai capi militari e alla condizione della cavalleria e della artiglieria.

  • Atto notarile, Famiglia Vaccari
    Lotto 110

    Atto notarile
    Famiglia Vaccari
    Lettera
    Firma/data: Nonantola, 1594
    Stato di conservazione: buono
    Numero componenti del lotto: 1

    Atto notarile relativo al lascito dei coniugi Alessandro e Margherita Vaccari ai figli Camillo e Romano. Segni notarili ai margini ed elegante clausola con timbro a secco.

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500 ANNI DI AUTOGRAFI - PARTE PRIMA

La parte prima di una selezione di oltre trecento autografi, con rilevanti nuclei risorgimentale e del novecento italiano. Tra gli altri, documenti emessi dalla cancelleria papale, su privilegi e Inquisizione.

Sessioni

  • 21 marzo 2024 ore 18:00 Sessione unica (2 - 158)

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Presso la sede di Bonino di Roma, su appuntamento da prendere alla email matteo.smolizza@bonino.us

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