Asta N. 67 - Dipinti Antichi e del XIX secolo Sessione unica
martedì 22 maggio 2012 ore 16:00 (UTC +01:00)
Piatto da pompa, Urbino, probabilmente bottega di Guido Durantino (Fontana),...
Piatto da pompa, Urbino, probabilmente bottega di Guido Durantino (Fontana), 1545–1565. Il distico sul rovescio legge: .53. / Annibale à Maharbale comanda / Fuor ch’à Galli, dar guasto in ogni banda. Diametro cm 41; restauri. Così come descritta nella grande opera storica in 142 libri di Tito Livio Ab Urbe condita libri (storia di Roma dalla fondazione alla morte di Druso nel 9 d.C.), la scena istoriata (libro XXI, capitolo 45, 1–4) è tratta dalla narrazione della famosa “Battaglia del Ticino” che rappresentò, nella seconda Guerra Punica, lo scontro diretto e la prima vittoria di Annibale contro Roma (218 a.C). L’appartenenza di questa maiolica ad uno dei corredi istoriati più ambiziosi ed interessanti realizzati ad Urbino intorno alla metà del Cinquecento è dettagliatamente discussa da Timothy Wilson riguardo ad un esemplare analogo pubblicato nel 1996 in Italian Maiolica of the Renaissance, riproposto nel 2006 nel primo volume delle collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Del servizio, che è interamente incentrato su episodi della seconda Guerra Punica tra Roma e Cartagine (219–217 a.C.), si distinguono due categorie: i primi episodi della guerra illustrati riportano iscrizioni in rima sul verso e sono caratterizzati sul fronte da un’area originariamente predisposta per ospitare uno stemma mai eseguito (cfr. D. Thornton and T. Wilson 2009); i pezzi istoriati con episodi successivi della guerra hanno simili distici preceduti da numerali arabi. Tra questi ultimi si registrano i tre bacili trilobati custoditi al Bargello, numerati 41, 43 e 44, unitamente ad un’ampia serie di piatti numerati dal 47 al 114, di cui solo 25 esemplari sono attualmente noti ed ai quali va ora ad aggiungersi il presente esemplare. Non essendo emerso alcun prototipo iconografico per l’intero corredo, che Wilson definisce essere il più eccezionale resoconto sistematico di storia classica dipinto ad Urbino, maggiormente affascinante è la sua committenza che, seppure non documentata con precisione, sembra rimandare alla prestigiosa collezione cinquecentesca dei Medici, Granduchi di Toscana. Nel presentare tale ipotesi lo studioso cita sia l’inventario mediceo del 1588 in merito ai tre bacili oggi al Bargello, che quello del 1784 riguardo ad alcuni di questi piatti, ma soprattutto propone una preziosa trascrizione del 1735 che descrive come una parte importante del servizio fosse stata trasferita tempo addietro da Firenze a Locarno. Poiché nel testo si menziona l’incompleta sequenza degli esemplari giacenti in Svizzera, da cui scaturì la rinuncia del Granduca di Firenze all’epoca a chiederne la restituzione, se ne deduce che la serie era numerata e siccome non esiste un altro corredo istoriato dedicato ad Annibale, appare credibile che tali pezzi appartenessero al medesimo servizio del piatto in esame. Bibliografia: T. Wilson, Italian Maiolica of the Renaissance, 1996, n. 122, p. 290–292. T. Wilson, E.P. Sani, Le maioliche rinascimentali nelle collezioni della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia – I, 2006, n. 54, p. 162–165. D. Thornton and T. Wilson, Italian Renaissance Ceramics – A catalogue of the British Museum Collection – I, 2009, n. 192–193, p. 326–328.
