Asta N. 67 - Dipinti Antichi e del XIX secolo
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Lotto 1 Due piastrelle, Turchia o Siria, XVII/XVIII secolo, dipinte in bicromia cobalto e turchese con tocchi di manganese–viola. Appartengono entrambe a composizioni parietali ed una, in particolare, evidenzia il finale di una lampada da moschea a sospensione, cm 22x22; difetti.
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Lotto 2 Piastrella, Iznik (Turchia), fine del XVI/XVII secolo, dipinta in bicromia blu e turchese con motivo a girali vegetali e infiorescenze desinenti a foglie di Saz, affiancati da composite palmette di fiori di loto, cm 25x25; difetti.
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Lotto 3 Due piastrelle, probabilmente Siria, XVII/XVIII secolo, decorate con elementi compositi a motivi vegetali stilizzati, dipinte in policromia nei toni di blu cobalto, verde–grigio e manganese–nero con tocchi di giallo, cm 23x23; un esemplare restaurato.
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Lotto 4 Piastrella, Damasco (Siria), XVII secolo, decorata con motivi vegetali e floreali stilizzati profilati in nero e dipinti in blu, turchese, verde e manganese. Presenta sul lato maggiore una bordura che suggerisce la sua funzione a cornice di un pannello composito, cm 19,5x23
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Lotto 5 Piastrella, Damasco (Siria), fine del XVI/inizi del XVII secolo, dipinta in blu, turchese e manganese–viola con racemi vegetali e floreali intersecati da medaglioni e completata da una bordura laterale con corolle fiorite aperte, cm 21,5x21
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Lotto 6 Piastrella, Iznik (Turchia), 1575–1600, dipinta in blu, turchese, verde e rosso (bolo armeno) su fondo bianco con motivo composito a tema floreale e arabeschi entro elementi a ogiva, profilati in verde–nero, cm 31x31; restauri.
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Lotto 7 Tre piastrelle, Iznik (Turchia) o Damasco (Siria), inizio del XVII secolo, decorate su fondo bianco con motivi vegetali e floreali delineati in nero e dipinti in blu e verde salvia, con tocchi di turchese e manganese. Parte di un’ampia composizione, l’impianto ornamentale richiama i prototipi Iznik pur evidenziando una maggiore scioltezza compositiva, cm 22x23,5; cm 24x24 (due); difetti.
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Lotto 8 Sei scodelle in terracotta ingobbiata, graffita, dipinta e invetriata, Padova, metà del XV/inizi del XVI secolo, diametro cm 13,5; restauri.
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Lotto 9 Sei scodelle in terracotta ingobbiata, graffita, dipinta e invetriata, Padova, metà del XV/inizi del XVI secolo, diametro cm 13,5; restauri. En suite con il lotto precedente.
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Lotto 10 Piatto in terracotta ingobbiata, graffita, dipinta e invetriata, ambito emiliano–veneto, fine del XV/inizi del XVI secolo (?), decorato in policromia con busto di gentiluomo, diametro cm 36
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Lotto 11 Quattro piatti in terracotta ingobbiata, graffita, dipinta e invetriata, ambito veneto, Padova e Venezia, metà del XV/inizi del XVI secolo. Lotto composto da un piatto con medaglione centrale raffigurante un leone a riposo entro hortus conclusus, diametro cm 23,5; una ciotola con busto muliebre, diametro cm 20,5; un piatto con testa di cherubino al centro, diametro cm 21,5 ed un raro scodellone con figura alata e liuto, diametro cm 25. Restauri.
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Lotto 12 Due boccali e quattro piatti in terracotta ingobbiata, graffita, dipinta e invetriata, ambito veneto, fine del XV/XVI secolo. I boccali rispettivamente a soggetto zoomorfo e trigramma di S. Bernardino (IHS). Due piatti con la medesima simbologia cristologica al centro; un piatto policromo a motivi vegetali e un piatto non dipinto, con elementi geometrici. Altezza cm 16 e diametri cm 21,5; cm 19,5; cm 21,5 e cm 23. Restauri.
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Lotto 13 Grande piatto in terracotta ingobbiata, graffita, dipinta e invetriata, ambito emiliano, probabilmente Ferrara, XV secolo, raffigurante l’allegoria della Giustizia, dipinto in policromia verde, giallo ocra e bruno, diametro cm 34,5; restauri.
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Lotto 14 Grande piatto in terracotta ingobbiata, graffita, dipinta e invetriata, ambito emiliano, probabilmente Parma, fine del XVI secolo, decorato a tutto campo con grossi petali o foglie stilizzate. Dipinto in policromia a tinte intense di blu–grigio e giallo ferraccia, con prevalenza di viola di manganese per il fondo. Diametro cm 36; ampi restauri. Un boccale con caratteristiche simili è pubblicato in G.L. Reggi 1971, n.258.
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Lotto 15 Gruppo composto da quattro piatti in maiolica policroma con ornati alla turchesca, probabilmente Bassano (manifattura Manardi), o Padova, fine del XVII secolo. Diametri: cm 19,5; cm 23; cm 26,5; cm 30,5; difetti e restauro alla tesa di un piatto. Questa tipologia produttiva, altrimenti nota col termine maiolica “Candiana” e a lungo considerata esclusivamente padovana, ha assunto in tempi relativamente recenti anche la paternità bassanese, identificabile nella manifattura Manardi di Bassano del Grappa a partire dal 1669 (anno di concessione delle relative privative), grazie alle pazienti ricerche archivistiche di Nadir Stringa. Le Civiche Raccolte d’Arte del Castello Sforzesco a Milano contemplano un esemplare simile (AA.VV. 2000), mentre per una più vasta gamma di oggetti di confronto si rimanda a G. Ericani e P. Marini (1990). Bibliografia: AA.VV, Museo d’Arti Applicate – Le ceramiche I, 2000, n. 328, p. 298–299. G. Ericani e P. Marini (a cura di), La ceramica nel Veneto – La Terraferma dal XIII al XVIII secolo, 1990, p. 233–243.
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Lotto 16 Coppa su basso piede in maiolica con ornato alla turchesca, Padova, metà del XVII secolo, diametro cm 33,5. La decorazione policroma riprende gli stilemi della produzione turco–ottomana di inizio XVII secolo, anche se è da sempre nota col termine improprio di “Candiana”, da un pezzo al museo di Sèvres che contempla al verso un’appartenenza conventuale per l’iscrizione S.[uor] Candiana 1633. Taluni manufatti di questa tipologia riportano nomi monacali iscritti sul fronte, così come è anche nel nostro caso con l’indicazione “MS. DANI” dipinta in manganese entro il cartiglio risparmiato al centro della raffinata composizione floreale che si sviluppa a tutto campo sulla superficie ceramica. Per un esemplare analogo di confronto ed una disamina riassuntiva sull’argomento, che prevede un’attestata produzione similare nel vicino centro ceramico di Bassano del Grappa a partire dal tardo XVII secolo, si rimanda a G. Ericani e P. Marini (1990). Bibliografia: G. Ericani e P. Marini (a cura di), La ceramica nel Veneto – La Terraferma dal XIII al XVIII secolo, 1990, p. 233–243.
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Lotto 17 Boccale in maiolica policroma, Faenza, fine del XV/inizi del XVI secolo, decorato sul fronte con un motivo a foglia gotica entro medaglione; unito ad un orcio in maiolica policroma, Montelupo, fine XVI secolo, con corpo dipinto a foglie di vite in monocromo di cobalto e cartiglio anepigrafo in giallo e verde, altezze cm 16,5 e cm 17; restauri, difetti e mancanze.
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Lotto 18 Due alzate in maiolica policroma, Deruta, prima metà XVII secolo. Una su basso piede sagomato, dipinta in policromia a gran fuoco con motivi a grottesche e medaglione centrale con amorino. L’altra con caratteristiche similari, diametri: cm 26 e cm 25; difetti e restauri.
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Lotto 19 Gruppo composto da tre piatti in maiolica policroma, Venezia, 1540–1550. Due taglieri a fondo berettino, uno decorato in monocromo di cobalto e tocchi di bianco con un motivo a foglie di vite, l’altro a fiori e frutti dipinti in vivace policromia. Un piatto, forse di epoca posteriore, ornato con un grosso frutto entro riserva centrale. Diametri: cm 15; cm 20 e cm 21; ampi restauri.
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Lotto 20 Coppa su basso piede ed un piatto in maiolica con ornati a vaghezze e gentilezze, Faenza, 1520–1540. Diametri: cm 20 e 26.5; ampi restauri. La foggia è tipica delle produzioni cinquecentesche e la superficie ceramica risulta integralmente smaltata a fondo azzurro berettino, eccetto l’appoggio del piede. L’espressione vaghezze e gentilezze, che identifica questo genere di ornati nei documenti faentini, prevede in entrambi i casi una bordura composta da un festone di foglie e frutti legati da nastri, ricorrente motivo di matrice robbiana. Il verso della coppa presenta al centro le lettere AT accorpate, mentre una croce è presente sul fondo del piatto, dipinte in blu con motivi di contorno risolti a pennellate veloci.
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Lotto 21 Piatto in maiolica con ornato alla porcellana in monocromo di cobalto, Venezia, 1540 circa, diametro cm 23,5; difetti. La delicata raffinatezza di questo genere di decorazioni trae ispirazione dalle produzioni in porcellana cinese ed Iznik, che all’inizio del XVI secolo approdavano in quantità a Venezia grazie ai vivaci scambi commerciali della Serenissima con l’Oriente. Anche il verso propone una ghirlanda vegetale velocemente risolta con elementi stilizzati alla porcellana. Per esemplari di confronto si rimanda ad A. Alverà Bortolotto, Storia della Ceramica a Venezia dagli albori alla fine della Repubblica, 1981, Tav. XLVI-XLVII
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Lotto 22 Piatto in maiolica con ornato a grottesche, Faenza, 1510 –1530, fascia a grottesche dipinta in vivace policromia su fondo blu intenso e medaglione centrale con amorino. Il verso presenta una fitta decorazione con elementi a petalo e linee in bicromia arancio–blu ed un cerchio crociato sul fondo. Diametro cm 23; ampi restauri. Questa tipologia ornamentale si sviluppò con ampio successo da Faenza agli inizi del XVI secolo, così che il suo stile compare in diverse variabili su esemplari che datano tra il 1507 ed il 1538. Esemplari di confronto, nel caso specifico, sono riscontrabili nelle raccolte del Fitzwilliam Museum di Cambridge (J. E. Poole 1995), a cui può essere aggiunto anche un piatto delle collezioni del British Museum di Londra (D. Thornton and T. Wilson 2009). Bibliografia: J.E. Poole, Italian maiolica and incised slipware in the Fitzwilliam Museum, 1995, n. 330–331, p. 251–253. D. Thornton and T. Wilson, Italian Renaissance Ceramics – A catalogue of the British Museum Collection – I, 2009, n. 85, p. 137–138.
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Lotto 23 Tondino in maiolica con ornato a trofei, Venezia, 1535–1545. Diametro cm 24; restauri. L’impianto decorativo propone una raffinata ornamentazione a trofei risparmiata su fondo cobalto che interessa la riserva centrale sul fondo e l’ampia tesa, da cui si rilevano le lettere SI V dipinte nell’elemento composito con scudo, strumento musicale, cartiglio e testa di putto. Il verso ospita una ghirlanda vegetale alla porcellana risolta con tratto vibrante. Questa maiolica denota caratteristiche pittoriche pressoché identiche ad un analogo tondino discusso da Timothy Wilson (1996); un pezzo simile appartiene alle collezioni di arti decorative custodite a Schloss Pillnitz, nei pressi di Dresda (AA.VV. 2006), mentre per vari esemplari di confronto si rimanda ad A. Alverà Bortolotto (1981). Bibliografia: T. Wilson, Italian Maiolica of the Renaissance, 1996, n. 163, p. 422–423. AA.VV., Das goldene Zeitalter der Majoilika – Götter, Helden und Grotesken, 2006, n. 151, p. 195. A. Alverà Bortolotto, Storia della ceramica a Venezia dagli albori alla fine della Repubblica, 1981, Tav. LXVII–LXVIII.
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Lotto 24 Alzata in maiolica policroma istoriata con la “deposizione di Cristo”, Urbania, ambito di Ippolito Rombaldoni, 1660–1670, diametro cm 27; restauri. Il soggetto raffigura la “deposizione di Cristo” ed è dipinto a gran fuoco occupando l’intera superficie ceramica del piatto, profilato in giallo con piccoli segmenti che ne evidenziando il bordo. Il verso presenta una sequenza di cerchi concentrici in giallo e blu. L’impianto grafico nel suo complesso rivela nei contorni e nei chiaroscuri a tratteggio in manganese moduli disegnativi caratteristici della pittura, più che della decorazione su maiolica, secondo un ductus pittorico che richiama molto da vicino la produzione di Ippolito Rombaldoni, o di altro artista del suo ambito. Per esemplari di confronto si vedano le placche eseguite da Rombaldoni e raffiguranti rispettivamente “Sansone” (donazione C. Leonardi n. 85) e “Madonna della Neve”, custodite al Museo Diocesano di Urbania, così come alcuni pezzi illustrati nel catalogo delle collezioni del Museo Civico Medievale di Bologna (C. Ravanelli Guidotti 1981). Bibliografia: C. Ravanelli Guidotti, Ceramiche occidentali nel Museo Civico Medievale di Bologna, 1981, n. 187–191, p. 228–235.