COSE DELL'ALTRO MONDO!

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giovedì 16 maggio 2024 ore 15:30 (UTC +01:00)
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  • Meteorite
Campo del Cielo, circa 4000-5000 anni, Argentina
    Lotto 1

    Meteorite
    Campo del Cielo, circa 4000-5000 anni, Argentina
    Agglomerato metallico a prevalenza ferrosa
    16,2 kg
    Provenienza: mercato (Italia)
    Stato di conservazione. Superficie: 95%
    Stato di conservazione. Supporto: 95% (consolidamento)

    La definizione "Campo del Cielo" si riferisce a un gruppo di meteoriti di ferro e all'area dell'Argentina dove sono stati trovati, a cavallo delle province di Chaco e Santiago del Estero, situate a circa 1.000 chilometri a nord-ovest di Buenos Aires, e circa 500 chilometri a sud-ovest di Asunción, Paraguay. Il campo dei crateri copre una vasta area, circa 18,5x3 chilometri quadrati e contiene almeno 26 crateri, il più grande dei quali misura 115x91 metri.
    Si stima che i crateri abbiano dai quattro ai cinquemila anni. Divennero noti in Europa nel 1576, ma erano già ben conosciuti dalle popolazioni indigene. I crateri e le aree circostanti contengono molti frammenti di un meteorite ferroso. In totale, sono state recuperate circa 100 tonnellate di frammenti, più di qualsiasi altro meteorite che ha impattato il nostro pianeta.
    I due frammenti più grandi, il Gancedo da 30,8 tonnellate e l'El Chaco da 28,8 tonnellate, sono tra le masse meteoritiche monoblocco più pesanti recuperate sulla Terra.

  • Ammonite (Gonioclymenia speciosa)
Conchiglia, circa 363-374,5 milioni di anni, Marocco
    Lotto 2

    Ammonite (Gonioclymenia speciosa)
    Conchiglia, circa 363-374,5 milioni di anni, Marocco
    Fossile
    35x29x8 cm
    Provenienza: mercato (Italia)
    Stato di conservazione. Superficie: 80% (fresatura eccessiva con occasionale geometrizzazione delle superfici)
    Stato di conservazione. Supporto: 85% (consolidamento, lacune minori)

    Le ammoniti erano cefalopodi - molluschi caratterizzati da una simmetria bilaterale del corpo diviso tra testa e tentacoli - dal guscio a spirale. Sono strettamente imparentati con i coleoidi viventi, cioè polpi, calamari e seppie, anche se in apparenza ricordano maggiormente il Nautilus. Le prime ammoniti - più propriamente ammonoidea - apparvero durante il devoniano (419.2-358.9 milioni di anni fa). L'ultima specie scomparve durante o subito dopo l'evento di estinzione del cretacico-paleogene, detto anche K-T extinction (circa 66 milioni di anni fa), in cui scomparvero i tre quarti delle specie animali e vegetali e tra l'altro tutti i dinosauri non dotati di ali e la maggior parte dei quadrupedi con peso superiore a 25 kg.
    Le ammoniti sono ottimi fossili indice ed è spesso possibile collegare lo strato roccioso in cui si trova una particolare specie o genere a specifici periodi geologici. I loro gusci fossili di solito assumono la forma di planispirali, sebbene siano state trovate alcune forme a spirale elicoidale e non a spirale, le cosiddette ammoniti eteromorfe.
    Il nome "ammonite", fu inventato da Plinio il vecchio, che ne rilevò la similitudine con le corna di ariete (coniò il termine "Ammonis cornua", "corna di Ammon", perché il dio egizio Ammon era tipicamente raffigurato con corna di ariete).
    Le ammoniti si distinguono per i setti, le pareti divisorie che separano le camere del fragmocono, per la natura delle suture nel punto in cui i setti si uniscono alla parete esterna del guscio, e in generale per il sifone.
    Gonioclymenia è un genere di ammoniti devoniane.
    Il fossile in esame risale al devoniano superiore, stadio famenniano. Sull’ultima camera sono visibili frammenti di conchiglie non identificabili ma che vivevano nello stesso habitat a contatto con l’esemplare.
    L'esemplare è stato scavato in Marocco.

  • Cicala gigante (Ilerdocossus hui)
Impronta positiva e negativa, circa 122-125 milioni di anni, Cina
    Lotto 3

    Cicala gigante (Ilerdocossus hui)
    Impronta positiva e negativa, circa 122-125 milioni di anni, Cina
    Fossile
    15,5x15x0,8 cm
    Provenienza: mercato (Italia)
    Stato di conservazione. Superficie: 90%
    Stato di conservazione. Supporto: 90% (consolidamento)

    Ilerdocossus hui è una cicala gigante estinta, appartenente alla famiglia palaeontinidae, ordine delle hemiptera, che comprende oltre 80.000 specie all'interno di gruppi come le cicale, gli afidi, le cimici. I Palaeontinidae, cicadomorfi, sono vissuti dal tardo triassico al cretaceo inferiore: la famiglia comprende dai 30 ai 40 generi e un centinaio di specie. Il nosto esemplare appartiene al genere Ilerdocossus, specie hui, ed è stato classificato per la prima volta da Ren, Yin e Dou nel 1998 (D. Ren, J. Yin, and W. Dou, "Late Jurassic Palaeontinids (Homoptera; Auchenorrhyncha) from Hebei and Liaoning Provinces in China", in "Entomologia Sinica 5(3), pp. 222-232") come liacossus hui, nominazione mutata in Ilerdocossus hui da B. Wang et al. nel 2008 (B. Wang, H. Zhang, Y. Fang, D. Wang, and S. Ji, "New data on Cretaceous Palaeontinidae (Insecta: Hemiptera) from China. Cretaceous Research" 29, pp. 551-560).
    Il suo esemplare tipo è CH93003/4. La sua località tipo è vicino al villaggio di Chaomidian (GMC Beijing coll), che nel barremiano era una zona lacustre, parte della Yixian Formation, caratterizzata da una roccia sedimentaria a grana fine formata da limo e argilla, simile allo scisto ma non distintamente laminata.
    Il fossile risulta scavato nella cosiddetta Lower Yixian Formation, presso Beipiao, nella regione di Liaoning ed esportato dalla Cina prima del 2001.

  • Manganese con pirolusite e goetite
Midelt, Marocco
    Lotto 4

    Manganese con pirolusite e goetite
    Midelt, Marocco
    Formazione minerale
    16x26x18 cm

    Stato di conservazione. Superficie: 90%
    Stato di conservazione. Supporto: 90%

  • Spinosaurus aegyptiacus
Dente, circa 99,6-93 milioni di anni, Marocco
    Lotto 5

    Spinosaurus aegyptiacus
    Dente, circa 99,6-93 milioni di anni, Marocco
    Fossile
    96x29 mm
    Provenienza: mercato (Italia)
    Stato di conservazione. Superficie: 85%
    Stato di conservazione. Supporto: 85% (fratture, consolidamento)

    Lo spinosaurus è un genere di dinosauro spinosauride - dotato di vela dorsale - che visse in Nord Africa durante gli stadi cenomaniano e turoniano superiore del tardo cretacico, circa 99-93,5 milioni di anni fa. In letteratura sono classificate due specie: lo Spinosaurus egyptiacus, dall'Egitto, e lo Spinosaurus maroccanus, rinvenuto in Marocco. Per alcuni studiosi tutti gli spinosauri del nord Africa appartengono alla stessa specie, Spinosaurus aegyptiacus; Spinosaurus moroccanus sarebbe solo un sinonimo. Una terza specie, trovata nella Alcântara Formation in Brasile, è in fase di classificazione.
    Lo spinosaurus è il carnivoro terrestre conosciuto da più tempo; ed è paragonabile, per potenza, al tyrannosaurus, al giganotosaurus e al carcharodontosaurus. Lo Spinosaurus egyptiacus poteva raggiungere 14 metri di lunghezza e 7,4 tonnellate di massa corporea. Il cranio dello spinosauro era lungo, basso e stretto, simile a quello di un moderno coccodrillo, e portava denti conici dritti senza dentellature. Sembra avesse arti anteriori grandi e robusti con mani a tre dita ed un artiglio allargato sul primo dito. Le caratteristiche spine neurali, lunghe estensioni delle vertebre (o spine dorsali), crescevano fino a raggiungere una lunghezza di almeno 1,65 metri e probabilmente erano collegate da pelle, formando una struttura simile a una vela, sebbene alcuni autori hanno suggerito che le spine fossero ricoperte di grasso e formassero una gobba. Le ossa dell'anca dello spinosauro erano ridotte e le gambe erano molto corte in proporzione al corpo. La sua coda lunga e stretta era resa più profonda da spine neurali alte e sottili e galloni allungati, che formavano una pinna flessibile o una struttura simile a una pagaia.
    È noto che lo spinosauro mangiava pesci e la maggior parte degli scienziati ritiene che cacciasse prede sia terrestri che acquatiche. Le prove suggeriscono che fosse semiacquatico. Le ossa delle gambe presentavano una elevata densità ossea, consentendo un migliore controllo dell'assetto. Per la vela dorsale sono state previste molteplici funzioni, tra cui la termoregolazione e la visualizzazione; sia per intimidire i rivali che per attirare i compagni. Viveva in un ambiente umido di piane tidali e foreste di mangrovie insieme a molti altri dinosauri, oltre a pesci, coccodrilli, lucertole, tartarughe, pterosauri e plesiosauri.
    Il fossile risale al cretacico superiore, cenomaniano, ed è stato scavato presso El Beega, nei Kem Kem beds, Marocco

  • Pesce rostrato (Onchopristis numidus)
Rostro, circa 112 milioni di anni, Marocco
    Lotto 6

    Pesce rostrato (Onchopristis numidus)
    Rostro, circa 112 milioni di anni, Marocco
    Fossile
    54x48x28 cm
    Provenienza: mercato (Italia)
    Stato di conservazione. Superficie: 80%
    Stato di conservazione. Supporto: 80% (fratture, lacune, intregrazioni, consolidamento)

    L'onchopristis è un genere estinto di sclerorincoidi del cretacico del Nord Africa, Europa e Nord America, pesci a forma di razza che avevano lunghi rostri con grandi dentelli simili a pesci sega e squali sega.
    Il suo nome deriva dal greco antico ónkos (ὄγκος, "barba") e prístis (πρίστις, "sega" o "pesce sega"). Si conoscono due specie, Onchopristis numida - cui appartiene lìesemplare in asta - e Onchopristis dunklei, ritenute dai ricercatori una unica unità tassonomica, con variazioni nella morfologia causate dall'amplissimo areale. Esemplari di Onchopristis sono stati scoperti in depositi costieri e fluviali datati dal Barremiano (130,5 - 125 milioni di anni fa) al Cenomaniano (99,6 -93,6 milioni di anni fa), confermando l'eccezionale antichità e longevità del genere.
    Il fossile, che risale al cretaceo medio - albiano, è stato scavato a Erfoud, nei Kem Kem Beds in Marocco.

  • Mammut lanoso (Mammuthus primigenius)
Cranio con zanne, circa 45.000 anni, Europa orientale
    Lotto 7

    Mammut lanoso (Mammuthus primigenius)
    Cranio con zanne, circa 45.000 anni, Europa orientale
    Fossile
    210x90x80 cm
    Provenienza: mercato (Italia)
    Stato di conservazione. Superficie: 70%
    Stato di conservazione. Supporto: 70% (restauri - ricostruzione parziale della scatola cranica, riposizionamento dell'innesto delle zanne dislocato dalla pressione geologica - consolidamento)

    Questo iconico cranio dotato di zanne originali apparteneva ad una femmina di mammut lanoso (Mammuthus primigenius), una specie estinta di mammut vissuta dal Pleistocene medio fino alla sua estinzione nell'epoca dell'Olocene. il mammuth lanoso occupa uno dei posti più recenti nella classificazione delle specie di mammut, che inizia con il mammuthus subplanifrons africano all'inizio del Pliocene. Il mammut lanoso iniziò a divergere dal mammut delle steppe circa 800.000 anni fa in Siberia. Il suo parente più prossimo è l'elefante asiatico. Il mammut colombiano (Mammuthus columbi) viveva insieme al mammut lanoso nel Nord America e gli studi sul DNA mostrano che i due si ibridarono tra loro.
    L'aspetto e il comportamento di questa specie sono tra i meglio studiati tra tutti gli animali preistorici grazie alla scoperta di carcasse congelate in Siberia e Nord America, nonché di scheletri, denti, contenuto di stomaco, sterco e rappresentazioni della vita nelle pitture rupestri preistoriche. I resti di mammut erano conosciuti da tempo in Asia prima che diventassero noti agli europei nelxVII secolo. L'origine di questi resti è stata a lungo oggetto di dibattito e spesso veniva spiegata come resti di creature leggendarie. Il mammut fu identificato come una specie estinta di elefante da Georges Cuvier nel 1796.
    Il mammut lanoso aveva all'incirca le stesse dimensioni dei moderni elefanti africani. I maschi raggiungevano un'altezza al garrese compresa tra 2,67 e 3,49 m e pesavano tra 3,9 e 8,2 tonnellate. Le femmine raggiungevano i 2,3–2,6 m di altezza a garrese e pesavano tra 2,8 e 4 tonnellate. Un cucciolo appena nato pesava circa 90 kg. Il mammut lanoso era ben adattato all'ambiente freddo del'ultima era glaciale. Era ricoperto di pelliccia, con una protezione superficiale di peli lunghi e un sottopelo più corto. Il colore del mantello variava dallo scuro al chiaro. Le orecchie e la coda erano corte per ridurre al minimo il congelamento e la perdita di calore. Aveva zanne lunghe e ricurve e quattro molari, che venivano sostituiti fino a sei volte durante la vita di un individuo. Il suo comportamento era simile a quello degli elefanti moderni e utilizzava le zanne e la proboscide per manipolare oggetti, combattere e procurarsi il cibo. La dieta del mammut lanoso era principalmente erba, radici rami e corteccia. Gli individui potevano probabilmente raggiungere i 60 anni. Il suo habitat era la steppa, che si estendeva attraverso l'Eurasia settentrionale e il Nord America.
    Il mammut lanoso coesistette con i primi umani moderni, che usarono le sue ossa e le sue zanne per creare opere d'arte, strumenti, parti di abitazioni, e cacciavano la specie per il cibo. La popolazione di mammut lanosi diminuì alla fine del tardo Pleistocene, con le ultime popolazioni della Siberia continentale che persistettero fino a circa 10.000 anni fa, sebbene popolazioni isolate sopravvissero nella zona dello stretto di Bering, sull'isola di San Paolo, fino a 5.600 anni fa e sull'isola di Wrangel fino a 4.000 anni fa. Dopo la sua estinzione, gli esseri umani continuarono a utilizzare l'avorio come materia prima, una tradizione che continua ancora oggi. Con un progetto sul genoma del mammut completato nel 2015, è stato proposto che la specie possa essere rianimata con vari mezzi, ma nessuno dei metodi proposti è ancora fattibile.

  • Razza (Rajorhina expansa)
Impronta cartilaginea, circa 93-99,6 milioni di anni, Libano
    Lotto 8

    Razza (Rajorhina expansa)
    Impronta cartilaginea, circa 93-99,6 milioni di anni, Libano
    Fossile
    39,5x20,5x2 cm
    Provenienza: mercato (Italia)
    Stato di conservazione. Superficie: 90% (integrazioni cromatiche, per esempio sulla coda)
    Stato di conservazione. Supporto: 85% (lacune, integrazioni, consolidamento)

    Classica da Otto Jaekel nel 1894, la Rajorhina expansa, nota anche come Pararaja expansa, è un pesce cartilagineo estinto, forse appartenente ai rinopristiformi. Visse nel cretacico superiore, stadio cenomaniano (circa 95 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Libano.
    Anche il fossile in asta è stato scavato nella formazione calcarea di Sannine presso Hajoula, in Libano.

  • Quarzo fumé
Brasile
    Lotto 9

    Quarzo fumé
    Brasile
    Formazione minerale
    40x20x19 cm; 13 kg
    Provenienza: mercato (Italia)
    Stato di conservazione. Superficie: 95%
    Stato di conservazione. Supporto: 95% (consolidamento)

    Una volta formatosi come cristallo di rocca, il quarzo fumé viene irradiato da radioattività che gli dona la particolare coloritura. L'altezza del cristallo in posizione è di 30 cm. Verticalizzato raggiunge i 40 cm.

  • Carcharodontosaurus saharicus
Dente, 94-99 milioni di anni, Marocco
    Lotto 10

    Carcharodontosaurus saharicus
    Dente, 94-99 milioni di anni, Marocco
    Fossile
    48x20 mm
    Provenienza: mercato (Italia)
    Stato di conservazione. Superficie: 80% (screpolature nella dentina)
    Stato di conservazione. Supporto: 85% (lacune, integrazioni)

    Il carcharodontosaurus (lettaralmente "lucertola dai denti di squalo") è un genere di dinosauro teropode carnivoro che visse in Nord Africa circa 99-94 milioni di anni fa durante lo stadio cenomaniana del tardo cretacico. Due denti del genere, ora perduti, furono descritti per la prima volta in Algeria dai paleontologi francesi Charles Depéret e Justin Savornin come Megalosaurus saharicus. Uno scheletro parziale fu raccolto dal paleontologo tedesco Ernst Stromer durante una spedizione in Egitto del 1914. Stromer non riportò il ritrovamento egiziano fino al 1931, anno in cui soprannominò il nuovo genere "carcharodontosaurus", creando la specie tipo saharicus. Nel 1995 un cranio quasi completo di carcharodontosaurus saharicus, il primo esemplare ben conservato ritrovato in quasi un secolo, fu scoperto nei Kem Kem Beds, il Marocco.
    Il carcharodontosaurus è uno dei più grandi dinosauri teropodi conosciuti. La specie saharicus raggiunge i 12–12,5 metri di lunghezza e circa 5–7 tonnellate di massa corporea. Aveva un cranio grande e leggero con un rostro triangolare. Le sue mascelle erano ricoperte di denti affilati, ricurvi e seghettati che somigliano sorprendentemente a quelli del grande squalo bianco, da cui il nome. Sebbene gigante, il suo cranio era reso più leggero da fosse e finestre notevolmente espanse, ma lo rendevano anche più fragile di quello dei tirannosauridi. Gli arti anteriori erano minuscoli mentre gli arti posteriori erano robusti e muscolosi. Come la maggior parte degli altri teropodi, aveva una coda allungata per mantenere l'equilibrio.
    Molti teropodi giganteschi sono vissuti in Nord Africa nello stesso periodo, comprese entrambe le specie di carcharodontosaurus, lo spinosaurus, il possibile ceratosauro definito deltadromeus, il grande e dubbio teropode bahariasaurus e un grande abelisauride non meglio classificato. Gli studi sull'anatomia dei denti dei carcarodontosauridi hanno rivelato che il morso era forte ma non quanto quello di altre famiglie di teropodi. Il Nord Africa all'epoca era ricoperto di foreste di mangrovie e zone umide, ricche di pesci, coccodrilli e pterosauri.

    Il fossile risale al Cretaceo superiore, stadio cenomaniano, ed è stato scavato nei pressi della città di Erfour, nei Kem Kem beds, Marocco.

  • Stelle marine (Petraster sp.)
Colonia colpita da evento di mortalità di massa (MME), 443,8-485,4 milioni di anni, Marocco
    Lotto 11

    Stelle marine (Petraster sp.)
    Colonia colpita da evento di mortalità di massa (MME), 443,8-485,4 milioni di anni, Marocco
    Fossile
    58x39x8 cm
    Provenienza: mercato (Italia)
    Stato di conservazione. Superficie: 70% (superfici fragili, danni durante l'asporto della matrice)
    Stato di conservazione. Supporto: 85% (lacune, consolidamento)

    Petraster è un genere di echinoderma a forma di stella estinto che visse dall'Ordoviciano superiore al tardo Siluriano. Il genere ha un ampio areale di distribuzione, fossili sono stati trovati in Nord America e Australia. Basandosi sugli echinodermi imparentati (stelle marine, ricci di mare, cetrioli di mare, crinoidi etc), si suppone che petraster fosse un carnivoro bentonico che si muoveva lentamente e che probabilmente cacciava vongole e brachiopodi precoci. Aveva forse un'infanzia planctonica e la capacità di rigenerare le sue braccia come le moderne stelle marine
    La colonia in asta risale all'ordoviciano.

  • Ammonite iridescente 
(Placenticeras sp.)
Conchiglia, circa 83,5 milioni di anni, Canada
    Lotto 12

    Ammonite iridescente
    (Placenticeras sp.)
    Conchiglia, circa 83,5 milioni di anni, Canada
    Ammonite mineralizzata in aragonite iridescente
    36x30x4,5 cm
    Provenienza: mercato (Italia)
    Stato di conservazione. Superficie: 80%
    Stato di conservazione. Supporto: 80% (lacune, parti ricomposte; consolidamento tramite resine speciali e trattamento UV)

    Esemplare estremamente raro. Il fossile risale al cretaceo superiore, stadio campaniano.
    Questa speciale mineralizzazione avviene grazie ai numerosi strati di cenere vulcanica (bentonite), presenti solo nella stratificazione della Bearpaw Formation nel sud della Alberta in Canada nei pressi del St. Mary River, dove il fossile è statos scavato.
    Nel 1981 la World Jewellery Confederation (CIBJO) e il Gemmological Istitute of America hanno attribuito alle ammoniti così mineralizzate - dette ammoliti - lo status di gemma. Il peso si misura infatti in carati, come per i diamanti, ma le ammoliti sono molto più rare: in una tonnellata di materiale sedimentario rimosso si trovano, infatti, in media, 0,6 kt di ammolite contro i 1,5 kt di diamante. I particolari colori iridescenti sprigionati da questa conchiglia sono dovuti alla rifrazione della luce sui diversi livelli del guscio aragonitico. Ogni colore rappresenta un diverso strato con cui la luce origina uno spettro quasi completo del visibile. Rarissimo anche in ambito museale, questo fossile minerale è conservato in un esemplare eccezionale con rifrazione blu presso il Museo Mineralogico Campano.

Lotti dal 1 al 12 di 61
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COSE DELL'ALTRO MONDO!

61 lotti. Dinosauri di terra e di mare, meteoriti e minerali, vere e proprie ossa del pianeta preumano, proiettato nel tempo eterno dell’Universo. “Il mondo perduto”, come l’omonimo romanzo di Arthur Conan Doyle apparso nel 1912, ci porta tra Centrosauri dalla corona e dalle possenti corna, i Megalosauri, i Carcharodontosauri, gli Abelisauridi e gli Spinosauri, concorrenti del Tyrannosaurus Rex nella classifica dei più grandi e feroci carnivori anfibi e di terra, i Megalodonti, gli squali preistorici, forse i più grandi animali mai vissuti, che si nutrivano di balene, i Mosasauri e i Plesiosauri, dominatori delle acque costiere. Fino agli Pterodattili, giganteschi signori dei cieli marini, e agli Hadrosauri, dinosauri piumati che degli uccelli costituiscono il prototipo pre-aviario. E tra le ammoniti delle forme più rare, dai colori iridescenti, scavate in Madagascar, in Canada, nell’Europa continentale e insulare, quando persino i continenti avevano forma diversa e tanta parte delle pianure ora emerse erano distese di basse acque oceaniche. Suscitano meraviglia i pesci, perfetti, come disegnati per una inquadratura moderna dal gioco dei sedimenti. E le palme, di 50 milioni di anni fa, rivaleggiano con la pittura del 900. La rana, il grillo in volo, il possente Mammuth, la iena delle caverne, il rinoceronte lanoso: Sono crani, zanne, zampe, denti, scheletri interi eccezionalmente mantenuti nella loro tridimensionalità. E infine i minerali, dalle masse ferrose giunte dall’Universo con il bombardamento meteorico di Campo del Cielo in Argentina, sino ai quarzi del Sinai. Un’asta fatta per strabiliare, per aprire la mente fino ai mondi in cui la scienza e la fantasia vivono insieme, con pezzi destinati di rilievo museale destinati ad antiche e nuove collezioni.

Sessioni

  • 16 maggio 2024 ore 15:30 Sessione unica (1 - 61)

Esposizione

Esposizione

Presso la sede di Bonino in Vicenza (Via Vecchia Ferriera 70), su appuntamento da prendere alla email matteo.smolizza@bonino.us

Pagamenti e Spedizioni

I pagamenti sono solo a mezzo bonifico bancario.


I lotti vanno ritirati presso la sede di Bonino a Vicenza (Via Vecchia Ferriera 7). L’accesso è su appuntamento da prendere alla email matteo.smolizza@bonino.us.

La casa d'aste non fa spedizioni, ma è lieta di indicare spedizionieri professionali.

Condizioni di vendita

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Commissioni

Le commissioni sono pari per la parte del prezzo di aggiudicazione da € 0 fino a € 50.000, 26,64% + IVA; per la parte del prezzo di aggiudicazione da € 50.000 fino a € 1.600.000, 23,37% + IVA; per la parte del prezzo di aggiudicazione oltre € 1.600.000, 16,80% + IVA.

Altre Informazioni

Caratteristiche dei beni e limiti di garanzia

1.     I beni costituenti i Lotti vengono venduti come visti e piaciuti, nello stato di fatto (incluso lo stato manutentivo e conservativo) e di diritto esistente.

2.     La vendita è eseguita a corpo e non a misura. Eventuali differenze di misura non potranno dar luogo ad alcun risarcimento, indennità o riduzione del prezzo.

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4.     È data garanzia esclusivamente in ordine all'esistenza dei Lotti, nel loro generale aspetto esterno, quali riprodotti nei predetti cataloghi, esclusa peraltro ogni garanzia circa la loro completezza e i relativi valori.

5.     L’Offerente è tenuto a provvedere ad autonoma valutazione dei Lotti di interesse, anche previa verifica dal vero e facendosi supportare da propri esperti.

6.     I Lotti sono conservati presso la sede di Vicenza della Casa di Vendite, sita in Via Vecchia Ferriera 70, , e possono essere visionati fino al 15 maggio 2024 in orario lavorativo, previo appuntamento da prendersi con preavviso di almeno tre giorni al numero +39 346 1299980 e alla email matteo.smolizza@bonino.us.

7.     La Casa di Vendite, infatti, non ha alcun expertise a proposito di quanto è oggetto dell’asta - minerali e fossili - e si è basata, nella redazione delle schede, sulle notizie fornite dai venditori e su notizie pubbliche predisposte da istituzioni e banche dati specializzate, che a loro volta non sono richiamabili quale fonte di responsabilità contrattuale o extra-contrattuale non avendo avuto alcun ruolo nella redazione delle schede né alcun rapporto con la Casa di Vendite. Nella presente asta, il ruolo della Casa di Vendite è esclusivamente di consentire ai potenziali acquirenti di venire in contatto con gli oggetti, di esaminarli ed eventualmente acquistarli, lasciando agli stessi potenziali acquirenti l’onere di tutte le verifiche di merito, tecniche e legali.

Rilanci

  • da 0 a 200 rilancio di 10
  • da 200 a 300 rilancio di 20
  • da 300 a 400 rilancio di 30
  • da 400 a 500 rilancio di 40
  • da 500 a 1000 rilancio di 50
  • da 1000 a 2000 rilancio di 100
  • da 2000 a 3000 rilancio di 200
  • da 3000 a 4000 rilancio di 300
  • da 4000 a 5000 rilancio di 400
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  • da 200000 a 400000 rilancio di 20000
  • da 400000 a 800000 rilancio di 40000
  • da 800000 a 1000000 rilancio di 50000
  • da 1000000 in avanti rilancio di 75000