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Lotto 1 Anonimo piemontese-lombardo degli inizi del XVI secolo. Cavaliere a cavallo (recto). Studi di figure (verso). Matita rossa, penna e inchiostro (recto). Matita nera (verso), su carta bianca vergellata pesante. Foglio: mm 380x255. Disegno molto "vissuto", e rimasto chiaramente per lungo tempo in bottega. È probabile opera di un artista della cerchia di Tanzio da Varallo o di un suo modesto imitatore. Gli schizzi sul verso appartengono a mano diversa, risalente al secolo XVIII. Il foglio presenta una vistosa macchia oleosa in alto a destra e alcune mancanze derivanti dall'essere stato appeso. La carta è antica e di fattura grossolana.
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Lotto 2 Anonimo veneziano della prima metà del XVI secolo. Studio per galeone. Penna e inchiostro, su carta compatta bianca. Foglio: mm 186x600. Questo curioso studio di galeone, forse da parata, è arricchito con numerose iscrizioni, forse in lingua veneziana, in cui vengono fornite misure precise per la costruzione e la decorazione. Il foglio, già separato in due frammenti, è parzialmente incollato su una carta marrone pesante (XX secolo). Sul verso sono visibili tracce d'iscrizioni manoscritte a penna, databili ai primi dell'Ottocento "N.44/ Disegno di Galeone". Per quanto non in ottime condizioni (numerose piccole mancanze, fori e lievi strappi lungo i margini), il soggetto rimane perfettamente godibile.
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Lotto 3 Anonimo lombardo-veneto XVI-XVII secolo., Anonimo lombardo del XVII secolo. Studi di mani e due figure (recto). Studi di tre alberi (verso). Seconda metà del XVI secolo - prima metà del XVII secolo. Al recto: penna e inchiostro; matita nera e matita rossa, su carta bianca a vergelle, filigranata. Foglio: mm 183x222 ca. Al verso: matita nera, su carta bianca a vergelle. Foglio: mm 185x221 ca. Si tratta di due fogli di epoca e mano diverse, incollati insieme dal verso e poi montati a finestra su un foglio di carta, probabilmente la pagina di un album, in seguito tagliata. Sopra l'angolo esterno destro in alto la cifra, manoscritta a penna "1644". Sul recto nell'angolo interno del disegno, è un timbro di libera circolazione del Kupferstichkabinett di Berlino. Lieve ingiallimento della superficie, ma nel complesso fogli in buono stato di conservazione.
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Lotto 4 Artista toscano della cerchia di Michelangelo Buonarroti. Testa virile. 1516-19. Matita rossa; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 137x114. Questo importante disegno, già attribuito a Camillo Procaccini e appartenuto a una raccolta non identificata (si veda il timbro in basso a sinistra), proviene da un'importante collezione romana. Per il legame stretto con le opere del maestro della seconda decade del XVI secolo, in particolare con i disegni a matita rossa realizzati per l'amico Sebastiano del Piombo (cfr. Chapman, 2006), il foglio deve collocarsi intorno al 1516-19. Il disegno è interamente incollato a una carta azzurra a vergelle: sul recto è incorniciato da due linee a penna e inchiostro e, all'esterno, da quattro strisce di carta dorata (larghe mm 5) e quattro fasce di carta gialletta-avorio (larghe mm 30). Il foglio è in ottimo stato di conservazione.
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Lotto 5 Anonimo fiorentino della cerchia di Alessandro Allori. Angelo annunciante e Studio di busto virile. 1560-70 ca. Matita nera, penna e inchiostro; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 343x257. Supporto: mm 381x297. Il disegno è controfondato, ossia interamente incollato a un supporto di carta bianca pesante a vergelle (secolo XVIII) e incorniciato da tre linee a penna e inchiostro e tempera azzurra (sec. XIX). Lieve ingiallimento della superficie e macchie diffuse.
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Lotto 6 Anonimo emiliano della prima metà del XVII secolo. Prospettiva della moderna città di Imola con legenda dei principali monumenti. Acquaforte. Matrice: mm 207x605. Foglio: mm 235x610. Stampa non firmata. Esemplare fresco e ben inchiostrato su carta bianca compatta pesante, ritagliato ma con buoni margini. Leggera consunzione agli angoli, in particolare in basso a sinistra. Sul verso alcune pieghe longitudinali e rinforzi cartacei lungo i bordi.
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Lotto 7 Anonimo cortonesco secolo XVII-XVIII. Le donne si intromettono tra sabini e romani. Seconda metà del XVII secolo. Penna e inchiostro grigio acquerellato. Carta bianca avorio a vergelle con grande filigrana al centro (uno scudo con corona e giglio). Foglio: mm 358x457. Il foglio è appartenuto alla collezione di Nicos Dhikeos di cui reca in basso a sinistra il timbro (LUGT 3529). Il foglio presenta due piccoli strappi lungo il bordo superiore e alcune macchie. È incollato al cartoncino grigio sottostante (secolo XX, prima metà) per il lato superiore e all'angolo in basso a sinistra.
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Lotto 8 Anonimo fiammingo del XVII secolo. Studio di uccello. Prima metà del XVII secolo. Matita nera; carta bianca fine a vergelle con filigrana. Foglio: mm 210x165. Il foglio è uno studio 'dal naturale' di straordinaria qualità, eseguito esclusivamente con la matita nera, senza pentimenti ma con mano leggera e sicura. Rare macchie e lievissime mancanze lungo i bordi. Il foglio è incollato unicamente dal verso del bordo superiore. Nel complesso è in ottime condizioni di conservazione.
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Lotto 9 Anonimo napoletano del XVII secolo. I cinquanta santi soldati martiri di Porto. Prima metà del XVII secolo. Penna e inchiostro acquerellato; carta bianca a vergelle filigranata (poco leggibile, al centro). Foglio: mm 262x205. I santi sono ricordati dal Martirologio Romano il giorno 8 luglio. Il loro martirio avvenne al Porto di Roma, al tempo dell'Imperatore Aureliano, nell'anno 274. Questi soldati, come raccontano gli antichi manoscritti, avevano ricevuto l'incarico di uccidere la vergine Santa Bonosa ma furono da questa convertiti e successivamente battezzati da San Felice I Papa, il quale a sua volta li confortò nelle prove del martirio. Il foglio presenta alcune macchie diffuse e integrazioni cartacee, soprattutto agli angoli e lungo i bordi. Lievi erosioni da inchiostro nella parte inferiore sinistra. È incollato al supporto sottostante (secolo XX) solo dal margine superiore.
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Lotto 10 Anonimo genovese di fine XVII - inizio XVIII secolo. Paesaggio con rovine e figure. Penna e inchiostro; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 228x195. La composizione, tracciata con mano fresca e sicura, probabilmente in presa diretta, è inquadrata da una linea di cornice a penna e inchiostro, apposta certamente dallo stesso artista. Il foglio presenta lievi mancanze lungo i bordi. A parte un lieve ingiallimento è in ottime condizioni di conservazione.
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Lotto 11 Anonimo veneziano della seconda metà del XVIII secolo. Schizzo di paesaggio con capriccio di rovine e armenti. Fine del XVIII secolo. Penna e pennello, inchiostro grigio fumo su lievissime tracce di carboncino; carta azzurra a vergelle (sec. XVII-XVIII). Foglio: mm 370x416. Si tratta di uno schizzo preparatorio a una composizione più ampia, riconducibile ad artista veneziano della seconda metà del XVIII secolo. Vi è una linea di cornice a penna. Date le dimensioni e la struttura del foglio, composto dall'artista stesso da due frammenti della medesima carta congiunti longitudinalmente dal verso con strisce di carta, è forse uno schizzo preparatorio per un cartone. Il disegno è godibile, anche se non in perfetto stato di conservazione: sul recto, in alto a destra è visibile un'integrazione più recente e sul verso vi sono le tracce di un precedente incollaggio e alcuni rinforzi cartacei lungo la piega trasversale.
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Lotto 12 Anonimo romano del XVIII secolo. Studio per Scenografia con Capriccio di alberi e veduta di città (Roma?). Fine XVIII secolo. Penna e inchiostro acquerellato, matita nera e matita di grafite, acquerellature in inchiostro verde-azzurro, grigio, rosa e marrone; carta bianca filigranata e vergellata. Foglio: mm 435x603. Il disegno costituisce forse il modello finale per uno studio di scenografia teatrale. Le due linee longitudinali sulla destra, a grafite, sono eseguite per il trasporto della composizione su scala più ampia. Il foglio presenta una vasta piegatura centrale e alcuni piccoli strappi rinforzati dal verso da frammenti di carta incollata (sec. XIX). Vi sono anche tracce di un precedente incollaggio a più antico supporto cartaceo e piccole macchie diffuse.
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Lotto 13 Anonimo romano della fine del XVIII secolo. Figura maschile con bastone. Matita di grafite, penna e inchiostro, acquerello verde, grigio e marrone; tocchi di biacca; carta bianca vergellata. Foglio: mm 220x115. Il disegno rappresenta uno studio isolato di bottega, contornato da due linee di cornice a penna, forse interpretabile come soggetto repertoriale proveniente da un taccuino di schizzi. Al punto di cucitura di questorebbero, infatti, pensare i due piccoli fori, visibili sulla parte centrale del foglio in alto, risparmiati dall'acquerellatura. Sia il disegno, che il foglio, sono in ottime condizioni di conservazione: in basso, ai piedi della figura, una piccola macchia e una leggera ossidazione della biacca.
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Lotto 14 Anonimo francese della fine del XVII secolo-inizi XVIII. Venere e amorini. Prima metà del XVIII secolo. Matita rossa, su carta avorio bianca pesante a vergelle. Foglio: mm 241x375. Nell'angolo in basso a destra il timbro della collezione di Nicos Dhikeos (Lugt 3529). A parte un lieve ingiallimento, qualche ondulazione e piccole mancanze lungo i bordi, il foglio è in buone condizioni di conservazione. È incollato al supporto cartaceo sottostante con due strisce di carta agli angoli superiori.
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Lotto 15 Anonimo fiorentino del XVIII secolo. Virtuosismo calligrafico in figura di frate leggente. Prima metà del XVIII secolo. Penna e inchiostro su disegno sottostante a matita nera; carta bianca a vergelle, filigranata (un'ancora inscritta in cerchio). Due piccole macchie d'inchiostro in alto. In ottimo stato di conservazione.
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Lotto 16 Anonimo del XVIII secolo. Studio di fregio (recto). Progetto per urna funeraria (verso). 1780 ca. Foglio con due composizioni. (1) Fregio con vasi, strumenti musicali e due putti-satiri (recto); penna e inchiostro acquarellato, disegno sottostante a matita nera; (2) Studio di urna funeraria con iscrizione, penna e inchiostro, su disegno sottostante a matita nera (verso); su carta compatta bianca mm 235x647. Due pieghe, tre fori agli angoli e verso il bordo sinistro. Una lesione restaurata dal verso in alto e nell'angolo superiore destro.
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Lotto 17 Anonimo emiliano del XVIII secolo. Opera di carità: dar da mangiare agli affamati. Fine XVIII-inizi XIX secolo. Penna e inchiostro metallo gallico, su matita rossa, acquerellature con inchiostro grigio-verde; su carta bianca a vergelle di fattura meccanica (sec. XVIII-XIX); mm 223x137. Il disegno, di grande qualità, è stato eseguito a imitazione di una tecnica grafica chiaroscurale e forse in preparazione di un'incisione. Alcuni dettagli paiono ispirati al celebre dipinto di Caravaggio alla Pia Misericordia di Napoli (1607-8): in particolare la testa della figura femminile e quella del prigioniero che si sporge verso il suo seno. Il foglio è in ottimo stato di conservazione.
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Lotto 18 Cherubino Alberti (1533-1615). Tobiolo e l’Angelo. 1575. Bulino. Foglio: mm 317x208 ca. Bartsch XVII.70.58. In basso a sinistra, sul piano delle figure: "Peregrinus Bono.is inve. F. Romae"; inferiormente, è il monogramma dell'artista: "'CAB 1575". Sul verso sono presenti antiche iscrizioni e cifre manoscritte a penna. Da Pellegrino Tibaldi. Conosciuto in unico stato. La stampa, perfettamente inchiostrata e ben definita su carta bianca a vergelle, è rifilata ai margini; il foglio è attaccato a un passe-partout per due punti lungo il margine superiore. Vi sono alcune piccole mancanze (per esempio nell'angolo inferiore destro) e tracce di antichi restauri, ma nel complesso è in buone condizioni.
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Lotto 19 Alessandro Allori (1535-1607). Allegoria della Poesia. 1566-67. Penna e inchiostro acquerellato; carta bianca a vergelle, lievemente preparata. Foglio: mm 271x115. L'opera è un raro studio inedito, appartenente al già conosciuto gruppo dei disegni eseguiti da Alessandro Allori in preparazione ai costumi per la Mascherata con la Genealogia degli Dei, allestita nelle strade di Firenze nel 1566 in occasione dei festeggiamenti per le nozze del principe Francesco de' Medici con Giovanna d'Austria. Il foglio si ricollega ai più vasti gruppi degli Uffizi e della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (cfr. anche per la bibliografia precedente, Baroni, 2012) e proviene dalla raccolta di Giuseppe Vallardi, alla quale si riferisce il timbro in basso a sinistra (LUGT 1223). Il foglio originale è controfondato, ossia interamente incollato a una carta a vergelle pesante. Lievi danni diffusi (qualche piccolo foro), ma nel complesso in ottimo stato di conservazione.
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Lotto 20 Alessandro Allori (1535-1607). Divinità fluviali e un satiro. 1670 ca. Matita nera, penna e inchiostro acquerellato; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 157x193. Splendido disegno, tracciato con mano fluida e sicura, già appartenuto alla raccolta di Giuseppe Chiantorre, da cui deriva il timbro in basso a destra (LUGT 540). Il foglio è controfondato. Sulla parte sinistra presenta una leggera consunzione, ma nel complesso è in buono stato di conservazione.
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Lotto 21 Giulio Cesare Amidano (1566-1630). Sacra famiglia. 1610 ca. Penna e inchiostro metallo-gallico, anche acquerellato, con tocchi di biacca a pennello; carta bianca, a vergelle. Foglio: mm 200x165. Sia l'iconografia che lo stile grafico dai netti chiaroscuri, resi ancor più accentuati dall'uso della biacca, riconducono nell'alveo di questo allievo di Schedoni, nativo e operante a Parma (cfr. Riccomini, 1988), tra le cui opere più celebri è la Sacra Famiglia della Pinacoteca di Parma (cfr. Ghidiglia Quintavalle, 1956). Nell'angolo inferiore destro, sul verso, è presente un marchio di collezione poco leggibile. Alcune macchie d'inchiostro sul verso e tracce di un precedente incollaggio lungo il lato sinistro, sempre dal verso, ma nel complesso è in ottime condizioni di conservazione.
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Lotto 22 Pietro Aquila (1640-1692) [cerchia di]. Due satiri. Prima metà del XVII secolo. Matita rossa; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 210x261. Supporto: mm 256x308. Il disegno deriva il soggetto dagli affreschi di Annibale Carracci nella galleria di Palazzo Farnese a Roma, compiuti nell'ultimo decennio del XVI secolo. Come è noto (cfr. Baroni, 2011, in part. pp. 191-192 con bibliografia precedente) dagli affreschi fu tratto un famoso ciclo di stampe realizzate dal siciliano Pietro Aquila ed edite a Roma nella prima metà del XVII secolo da Giovan Giacomo de Rossi. Questo disegno, di qualità non trascurabile, potrebbe essere ricollegato alla preparazione delle stampe e può forse ricondursi alla stretta cerchia di Aquila. Il foglio è interamente incollato al supporto cartaceo sottostante. A parte un lieve foxing diffuso, è in ottime condizioni.
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Lotto 23 Pietro Aquila (1640-1692). Ercole al bivio. 1677 ca. Acquaforte con ritocchi a bulino. Matrice: mm 317x377. Foglio: mm 314x374. Vasta, 2008, p. 20. Esemplare (conosciuto in unico stato) appartenente alla serie in 12 tavole tratte al Camerino Farnese, affrescato da Annibale Carracci, all'interno del Palazzo omonimo a Roma, verosimilmente inciso da Pietro Aquila prima del 1677, anno in cui Giovan Giacomo de' Rossi pubblicò la serie di Galleria Farnese. Questa tavola in particolare deriva dalla tela che ornava il camerino, che si trova oggi a Capodimonte. L'opera fu dedicata al cardinale francese César d'Estrées, allora rappresentante degli interessi di Luigi XIV presso la Curia romana. Nel margine inferiore si legge infatti: "Eminentissimo ac Rev.mo Principi Cesari D'Estres S.R.E. Cardinali Amplissimo Heroicae virtutis imagines ab egregio pictore Annibale Carraccio mira artis elegantia, in Farnesianis Aedibus expressas tibi sacro eminentissime princeps; ut, cum ipseearum exemplar in pectore geras, alinis coloribus tua facta adumbrata intuearis, et agnoscas em.V. Humilissimus, atque Addictissimus Servus Io. Iacobus de Rubeis [...]. Annibal Carraccius pinx. in Aedibus farnesianis Io Iacobus de Rubeis formis Romae ad Templ. S. Mariae de Pace cu. priv. S. Pont. Petrus Aquila delin. et sculpsit". Carta bianca vergellata, con due splendide filigrane (doppio cerchio con giglio trilobato e uno scudo) di notevoli dimensioni, rispettivamente a destra e sinistra del foglio. La stampa, rifilata poco oltre i margini, è su passe-partout e controfondata, ossia interamente incollata a una carta antica, vergellata anch'essa, con una vasta piegatura al centro (forse faceva parte di un album). In controluce si vede qualche lieve spellatura sul verso della stampa, che nel complesso è in ottime condizioni e mantiene fresca l'inchiostratura.
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Lotto 24 Pietro Sante Bartoli (1635-1700). Sigismundi Augusti Mantuam Adeuntis Profectio ac Triumphus. 1680. Raccolta rilegata di 26 stampe. Acquaforte. Fogli: mm 365x475; Massari, 240. Esemplare raro, completo e originale della serie (non menzionata in Le Blanc) con 26 tavole realizzate tutte da Pietro di Sante Bartoli ed edite a Roma presso Gian Giacomo de' Rossi (Templum Pacis) nel 1680. Legatura cartonata a sette nodi ricoperta di carta azzurra, consunta, con costola e angoli in pergamena (sec. XVIII). Taglio profilato non colorato. Sulla costola e sul piatto, tracce di un'iscrizione (e una cifra) a penna, illeggibili. Una cifra "1" a matita blu, risalente al sec. XIX-XX. Le tavole sono ispirate ai fregi scultorei delle colonne Traiana e Antonina dipinti in Palazzo Te a Mantova da Giulio Romano e Francesco Primaticcio (XVI secolo, distrutti nel 1630). Le stampe sono arricchite da note di mano di Giovanni Bellori (cfr. K. Danahue, in Bellori, Giovanni Pietro, in Dizionario Biografico degli Italiani, ed. on-line, vol. 7). La serie comprende il frontespizio (tav. 1), l'antiporta con la dedica di Angelo Conticelli e il ritratto in medaglione dell'imperatore Leopoldo (tav. 2) inciso da Jacques Blondeau e da 24 tavole di grandezza omogenea (da tav. 3 a tav. 26, matrice 225 x 405). Sullo sguancio del volume sono presenti due filigrane: sulla destra una parola "Vittori" e, a sinistra, un giglio trilobato iscritto in un cerchio. Tutte le stampe recano inciso il nome dell'incisore "Petrus Sanctus Bartolus sculp.". Conosciuta in unico stato. Le stampe sono fresche e ancora ben inchiostrate, la battuta ben marcata e tutte con ampi margini. I fogli di carta vergellata e filigranata sono ancora tutti attaccati nonostante tre nodi della legatura si siano sciolti. Alcuni fori di tarli nelle ultime sette tavole che, tuttavia, non coinvolgono la parte incisa ma solo il bordo.
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Lotto 25 Francesco Bartolozzi (1728-1815). Putti giocosi. 1750 ca. Matita nera e rossa, con una linea di cornice a matita nera; su carta bianca a vergelle filigranata. Foglio: mm 167x168. Il disegno potrebbe forse rappresentare uno studio preparatorio per incisione. La grande qualità del segno minuto e l'estrema libertà del ductus lo collocano a ragione nell'ambito delle opere mature dell'artista fiorentino che, dalla metà del secolo, dopo un lunghissimo soggiorno a Londra, entrò a far parte, a Roma, della Calcografia Camerale (cfr. Bartolozzi, 1995). Il foglio, a parte lievissime mancanze lungo i bordi (in particolare a sinistra), è in ottimo stato di conservazione.
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Lotto 26 Giuseppe Bazzani (1690-1769). La Madonna consegna lo scapolare a S. Simone Stock e a S. Teresa d’Avila. Prima metà del XVIII secolo. Matita nera e gesso su carta lievemente preparata e tinteggiata, inchiostro marrone; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 240x170. Sul verso, in basso, manoscritta a penna e inchiostro un'annotazione antica: "Per 1 Banchiere". Il disegno è tagliato all'angolo in alto a destra. Dal verso, presenta una striscia di carta a rinforzo del bordo destro ed è attaccato al cartoncino dorato e sagomato che funge da cornice (secolo XX, fine) al centro in alto e a sinistra in basso.
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Lotto 27 Pietro Berrettini (detto Pietro da Cortona) (1596-1669) [cerchia di]. Studio per David; Abramo servito dagli angeli (recto). Schizzi a penna (verso). Prima metà del XVII secolo. Al recto, in alto: penna e inchiostro nero su matita rossa. In basso: matita rossa; al verso penna e inchiostro su tracce di matita nera; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 270x205. Negli angoli superiori il foglio presenta integrazioni con carta antica dovute a un recente restauro, senza perdite. Tale intervento non altera tuttavia la qualità dei disegni, sicuramente eseguiti da una stessa mano. Nel recto non c'è soluzione di continuità tra la composizione superiore e quella inferiore, eseguite sullo stesso foglio, così come negli schizzi di figure e cavalli sul verso.
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Lotto 28 Vittorio Maria Bigari (1692-1776). Studio per una statua di Ercole. Prima metà del XVIII secolo. Penna e inchiostro acquerellato su carta bianca a vergelle, filigranata. Foglio: mm 143x103. Il disegno reca i timbri della collezione del fiorentino Nicola de Giacomo (Lugt 1953a) e di una raccolta non identificata (a cui Lugt ricollega alcune opere derivate da quella De Giacomo, cfr. Lugt 3177). Sul verso il timbro ovale del "Museo S. Baglioni". Il foglio è in buone condizioni di conservazione, nonostante alcune macchie oleose. Sul verso, solo agli angoli, tracce di un precedente incollaggio a un cartoncino azzurro.
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Lotto 29 François Boitard (1670-1715). Concerto di figure femminili. Prima metà del XVII secolo. Penna e inchiostro nero e grigio; carta bianca-avorio pesante a vergelle con una grande filigrana (un fiore di giglio e uno scudo con le lettere DVI). Foglio: mm 358x317. Il disegno è appartenuto alla collezione Paul Sandby (Lugt 2112), da cui deriva il timbro apposto nell'angolo in basso a sinistra. Probabilmente si tratta di uno studio preparatorio per un dipinto o un'incisione. Lieve sporcizia sulla superficie ma nel complesso il foglio è in ottime condizioni. È incollato al supporto sottostante (cartoncino, secolo XX) lungo il bordo superiore.
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Lotto 30 Antonio Bresciani (1720-1817). La Madonna, con il Bambino Gesù, appare a San Martino. Metà del secolo XVIII. Penna e inchiostro acquerellato, matita nera; carta bianca avorio a vergelle. Foglio: mm 320x212. Lo studio potrebbe essere stato eseguito in preparazione a un'incisione: il riquadro bianco sulla sinistra sembra infatti destinato ad accogliere un'iscrizione. Inoltre, sul verso, la parte in corrispondenza della composizione è stata annerita con polvere di grafite, forse per facilitare il trasporto su lastra. Il foglio è ottimamente conservato, nonostante la presenza di una piegatura orizzontale al centro e rare macchie e spellature sul verso.
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Lotto 31 Francesco Brizio (1574 ca.-1623). La Sacra Famiglia ritorna dall'Egitto. Post 1610. (1) Bulino. Foglio: mm 218x138; (2) Bulino. Matrice: mm 219x141. Foglio: mm 240x153. Bartsch, II, n. 204; Nagler, I, p. 141. Birke (TIB), 40 (Comm.), n. 4003.034. Il lotto è composto da due esemplari, rispettivamente in I (1) e in IV (2) stato di 4, della rara stampa citata anche da Bartsch e poi da Kaspar Georg Nagler, del bolognese Franz Brizio (detto anche Briccio), allievo bolognese di Ludovico Carracci, eseguita in stretta collaborazione con il suo maestro che ne fornì il disegno, (si veda l'iscrizione in basso entro i margini a sinistra "Lodo. Car.in" e a destra "Fra.Brici.s"), i due esemplari mantengono la presentazione voluta dall'ultimo collezionista e si trovano montati sullo stesso supporto. Il secondo esemplare oltre all'aggiunta dell'iscrizione in basso, entro i margini "Si vende da Matteo Giudici alli Cesarini" e la cancellazione della firma dell'incisore sulla destra, è caratterizzato dalla presenza delle linee del cielo, totalmente assenti nel primo stato. La (1) è in ottime condizioni di conservazione, seppur rifilata ai margini; l'inchiostratura è fresca e ben definita; il foglio originale, su carta vergellata bianca, rimane attaccato al supporto cartonato sottostante (sec. XX) esclusivamente da due strisce incollate dal verso che tuttavia permettono la piena godibilità dell'esemplare. La (2) presenta un montaggio simile alla (1): si tratta però di un esemplare più stanco e meno definito in quanto a inchiostratura. Presenta inoltre un piccolo foro, ma ha buoni margini e nel complesso è in buono stato.
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Lotto 32 Jan II Brueghel (detto il Giovane) (1601-1678). Venere e Amorini in cornice floreale. 1630-40. Matita nera e gesso; carta beige-azzurra a vergelle (sec. XVII). Foglio: mm 290x220. Il foglio è appartenuto alla collezione di Johann Wilhelm Nahl a Cassel (Lugt ,1954), alla quale si riferisce il timbro sul verso, in basso a sinistra. Lo studio si ricollega stilisticamente alle raffigurazioni allegoriche degli Elementi (cfr. La dinastia Brueghel, 2012, nn. 16-18). Le quattro pieghe del foglio indicano chiaramente che il foglio è stato inviato, forse per lettera. Controfondato. Il foglio presenta nel verso tracce di antichi incollaggi (tre strisce di carta lungo il bordo superiore), lievi imperfezioni e alcune macchie di vernice.
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Lotto 33 Giovan Battista Brustolon (1712-1796). 1) Architectura picta. 2) Prospettiva dipinta della volta. 1756. (1) Bulino e acquaforte. Matrice: mm 340x494. Foglio: mm 400x550. (2) Bulino e acquaforte. Matrice: mm 370x520. Foglio: mm 400x550. Thieme-Becker, V, p. 151; Zani, 1820, I, 5, Parma 1820, p. 68; Cicogna, 1847, p. 614; Alpago Novello, 1939-40, pp. 557-73. Nella prima è l'iscrizione: "Dimostra un più vero ritratto della forma dell'architettura dipinta ne i quattro angoli della volta della sala e de i lavori di plastica che adornano le pitture dell'istessa volta, di quelle che fanno l'altre tavole, che in quest'opera dimostrano simili parti / Angiolo Carboni dis. ; Gio B.a Brustolon int." In basso a destra, inciso: "Tav. XXIII".- Nella seconda, nel margine: "Prospettiva dipinta nelle volte, che serve d'ornamento alla Caduta di Fetonte da Pellegrino Tibaldi/ Tav. XXV". Le due stampe fanno parte del volume Pitture di Pellegrino Tibaldi e di Niccolo Abbati esistenti nell'Instituto di Bologna descritte ed illustrate da Giampietro Zanotti segretario dell'Accademia Clementina, In Venezia, 1756 [In Venezia : Presso Gianbatista Pasquali stampatore e libraio all'Insegna della Felicità delle Lettere con licenza de' Superiori, 1756]. Le incisioni del volume sono eseguite da Bartolomeo Crivellari e Joseph Wagner, oltre che da Brustolon, da invenzioni di Tibaldi e Ludovico Carracci; i disegni per le incisioni sono di Giovan Battista Moretti, Antonio Maria Zanetti, Gaetano Gandolfi e Giovanni Domenico Ferretti. Le due stampe sono su carta bianca compatta con filoni. Ampi margini. Ottima conservazione.
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Lotto 34 Bernardo Buontalenti (1531-608). Studio architettonico di cantonata a bugnato. 1593. Penna e inchiostro, acquerellature inchiostro marrone su tracce di matita rossa. Carta bianca a vergelle, con filigrana appena visibile (agnello con croce iscritto in un cerchio); mm 425 x 570 ca. Il foglio è stato piegato in due longitudinalmente e faceva verosimilmente parte di un album o taccuino, dal momento che l'iscrizione al centro doveva certamente continuare sul foglio attiguo. Sul foglio sono presenti molte iscrizioni che potrebbero essere autografe: dall'alto al centro: "Di pietra forte e lavorete bene/ Ber(nar)do Buontalenti il dì XXVIII/ di luglio 1593". Al centro, entro la pianta, stessa grafia della precedente: "Pianta de la cantonata (...)". In basso: "Tuta questa linia è b(raccia) cinque". Sul verso del foglio (o meglio sulla facciata a sinistra) in alto in grafia diversa "Di M(essere) Ber(nar)do Buontalenti". Si tratta di un importante studio preliminare per il bugnato d'angolo di Palazzo Nonfinito in Borgo degli Albizi, progettato da Buontalenti nell'anno 1593. Mancano ancora il capitello e la base decorata e il numero delle bugne è inferiore di una rispetto alla realizzazione finale, ma la disposizione e la proporzione tra gli elementi sono invece perfettamente corrispondenti. La calligrafia dell'iscrizione al centro è originale e confrontabile con quella delle iscrizioni presenti sui fogli degli Uffizi GDSU 2354 A e 2355 A. Agli Uffizi sono conservati altri cinque disegni per Palazzo Nonfinito: GDSU 2361 A (facciata); GDSU 2409 A (finestra inginocchiata); GDSU 6777 A (peduccio e cappella dei principi); GDSU 2393 A, recto (finestre per il piano superiore); GDSU 2392 A (finestra per piano superiore), cfr. A. Morrogh, 1985, nn. 79-83. Alcune macchie di vernice o lacca rossa. Il foglio è stato oggetto di un ottimo restauro che non ha coinvolto la parte disegnata e presenta integrazioni con carta giapponese lungo le pieghe interne e i bordi.
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Lotto 35 Hans Burgkmair (1473-1531). Scena di Battaglia (Battaglia nelle vigne contro i Burgundi). 1512-1516. Xilografia. Blocco: mm 220x193. Foglio: mm 239x206. Falk (TIB),V, XI, p. 143, nn. 80-163; Hollstein (German), V, pp. 116-117, n. 121.463; Hans Burgkmair, 1973, nn. 178-203; Questo raro esemplare, in ottime condizioni e molto fresco, appartiene alla serie di xilografie stampata da blocchi originali cinquecenteschi incisi dal tedesco Hans Burgkmair il Vecchio con le battaglie dell'Imperatore Massimiliano (1512-1516) dal titolo Marx Treitzsaurwein der Weisskunig (The History of Emperor Maximilian I and his ancestors in 236 xilografie) pubblicata per la prima volta nel 1775. L'esemplare presente, conosciuto in unico stato, reca il monogramma dell'incisore al centro sul bordo della gualdrappa del cavallo "H.B." In basso a destra, invece, parzialmente inclusa nella cornice del blocco, è la numerazione della tavola nella serie: "63". La filigrana, una spada, è visibile all'altezza delle lance dei soldati sulla sinistra. Sia la stampa, su carta bianca di media pesantezza a vergelle e filigranata, che il foglio, sono in ottime condizioni e perfettamente godibili sia dal recto che dal verso. Esemplare tagliato poco oltre la cornice.
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Lotto 36 Giovanni Antonio Burrini (1656-1727). Figura maschile sdraiata e raccolta sul fianco destro (Studio per un prigioniero). 1680-90. Matita nera, lievi tocchi di matita rossa e inchiostro marrone, gesso bianco; carta bianca fine a vergelle e filigranata. Foglio: mm 280x237. L'attribuzione a Burrini è stata proposta anche da Mario di Giampaolo (comunicazione orale). Sul recto sono presenti piccoli strappi e tre macchie; sul verso alcune tracce di precedenti incollaggi. Il disegno rimane in ogni caso perfettamente godibile.
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Lotto 37 Jacques Callot (1592-1635). Scapino. 1618-1620. Acquaforte. Foglio: mm 238x152. Lieure, n. 290; Meaume, n. 629. Stampa conosciuta in unico stato, appartenente alle serie progettate in Italia ma pubblicate al rientro in Francia dell'autore. Esemplare rifilato in basso e lungo il bordo sinistro (da metà). Stampa ben definita e fresca, su carta bianca sottile a vergelle. Il foglio è incollato sul verso, lungo il bordo superiore, al supporto di cartone sottostante soltanto per due punti (strisce di carta incollata, XX secolo). Sul verso del foglio, lungo il lato destro sono visibili due rinforzi cartacei. Nel complesso il foglio è in buone condizioni di conservazione.
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Lotto 38 Jacques Callot (1592-1635). I Due Pantaloni. 1618 ca. Acquaforte. Foglio: mm 95x141. Lieure, 1927, n. 173. Bella e fresca impressione (I stato di II), appartenente alle serie delle maschere della Commedia dell'Arte a cui Callot si dedicò all'epoca della sua lunga permanenza in Italia ma che stampò solo al rientro in Francia, dopo il 1621. In basso a sinistra "ICallot F." La stampa, su carta bianca vergellata, è rifilata entro i margini; il foglio è attaccato al supporto cartonato sottostante solo per due strisce incollate sul verso. In ottime condizioni di conservazione.
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Lotto 39 Jacques Callot (1592-1635). Veduta del Louvre. 1630 ca. Acquaforte. Matrice: mm 165x340. Foglio: mm 169x141. Lieure, n. 667. Esemplare nel V stato su 5 della celebre Veduta del Louvre in una tiratura edita a Parigi nel XIX secolo. La stampa su carta bianca vergellata, è finemente inchiostrata e seppur ritagliata, mantiene ancora un po' di margini. Il foglio è in buone condizioni, nonostante un diffuso ingiallimento. È attaccato al supporto cartonato sottostante da due strisce di carta incollate sul verso.
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Lotto 40 Simone Cantarini (1612-1648). Santa che legge. Prima metà del XVII secolo. Penna e inchiostro, su carta bianca a vergelle, preparata e lievemente tinteggiata. Foglio: mm 71x113. Sul verso, manoscritta a penna e inchiostro, l'annotazione antica "Simon da Pesaro". Sul supporto in alto a destra la cifra "63". Lo schizzo e il suo supporto sono stati evidentemente ritagliati da un album. Anche su questo è un'iscrizione più recente a matita nera "Simon da Pesaro" e, sul verso, un'annotazione più antica, a penna e inchiostro: "Schizzo preteso di Simone/da Pesaro". Il foglio è stato oggetto di un intervento di restauro che l'ha interamente staccato dal supporto cartaceo sottostante (secolo XVIII), al quale rimane tuttavia ancora collegato da due piccole strisce di carta giapponese lungo il bordo superiore del verso.
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Lotto 41 Giovanni Capellotti (? -? ). Cinque disegni con Storie della vita di Cristo. 1592. Matita nera, penna e inchiostro; carta bianca fine a vergelle filigranata (solo il 3); il verso è annerito da polvere di matita nera. I contorni delle figure sono ripassati con uno stilo. Foglio 1 (Cacciata dei Mercanti dal Tempio): mm 103x128. Foglio 2 (Lasciate che i bimbi vengano a me): mm 102x127. Foglio 3 (Predicazione alle genti): mm 103x126. Foglio 4 (Cristo risana lo storpio): mm 100x126. Foglio 5 (Cristo libera l'indemoniato): mm 100x127. Eseguiti forse in preparazione di un'incisione su lastra di metallo, i disegni sono tutti firmati e datati. A parte lievi danni e piccoli fori nel 3, i disegni sono in ottime condizioni di conservazione.
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Lotto 42 Giulio Carpioni (1613-1679). Baccanale con Danza di Putti. 1670. Acquaforte. Foglio: mm 224x401. Mazzoli 2008, pp. 68-69, n. 20. Bellissimo esemplare in unico stato, dall'inchiostratura molto fresca e ben definita. La stampa, su carta bianca a vergelle, è rifilata ai margini, al di fuori della linea di cornice. Sul verso sono evidenti una piccola macchia d'inchiostro e la traccia di un restauro (non recente) nella parte centrale, verso sinistra.
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Lotto 43 Agostino Carracci (1557-1602). Schizzi caricaturali di tre teste. Fine del XVI secolo. Penna e inchiostro; carta bianca. Foglio: mm 68x100. Il piccolo studio, caratterizzato da segno irruente e molto incisivo, testimonia di una consuetudine al ritratto grottesco e caricaturale, peculiare nella bottega dei Carracci e considerato fondamentale per il completamento della formazione grafica dell'artista (cfr. MALVASIA 1678, [1841], I, p. 278). L'opera proviene da collezione privata (cfr. N. Roio in CENTO DISEGNI, 1998, n. 22). Il foglio è interamente controfondato. Sono presenti qualche spellatura della carta e un lieve ingiallimento della superficie.
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Lotto 44 Agostino Carracci (1557-1602). Titiani Vecellii Pictoris Celeberrimi ac Famosissimi Vera Effigies. 1587. Bulino. Foglio: mm 320x230. Bartsch, XVIII.121.154; Bohn, 1995, n. 3901.151. Nell'iscrizione del margine inferiore: "Ill.mo et R.mo D.Dno Henrico Caetano S.R.E. Card. ampl.mo Bon.ae Legato/ Exiguum hoc munus imaginis Titiani pict. cuius nomen orbis continere non valet submisse dicat sacratque/ humill.s dedit. s.q. servuus August. Carratius. 1587". Dal verso, al centro in alto, parte a destra, è leggibile una filigrana con tre mezzelune in fila. (III stato di 4). La stampa è rifilata ai margini. Carta vergellata bianca, filigranata. È attaccata al cartoncino sottostante con tre strisce di scotch (supporto sec. XX) che permette la visione anche del verso.
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Lotto 45 Agostino Carracci (1557-1602). Sapientia Martem depellente Pax et Abundantia cogaudent. 1589. Bulino. Matrice: mm 195x254. Foglio: 202x258. Bartsch, 118. Bohn, 1995, n. 3901.156. Il soggetto è derivato da Tintoretto. In basso entro il margine a sinistra "Jacobus Tinctorectus Pinxit." Più sotto: "Sapientia Martem depellente Pax et Abundantia cogaudent". A sinistra, verso l'angolo sulla pietra "A.C." (III stato di 4). In buono stato di conservazione e su carta vergellata bianca. La stampa è rifilata poco oltre i margini che sono ancora ben visibili e intatti. Lievi ingiallimenti sul verso. Il foglio presenta un'antica piegatura longitudinale ed è attaccato dal verso a un supporto cartonato (sec. XX) con due strisce di scotch lungo il margine superiore che permettono la libera e piena godibilità del foglio originale.
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Lotto 46 Annibale Carracci (1560-1609). Adorazione dei Pastori. Bulino. Matrice: mm 105x131. Foglio: mm 108x134. Bartsch XVIII, 2. Bohn (TIB), 39, (Part 2), n. 3906.019. Esemplare della stampa incisa da Annibale e pubblicata da Nicolaus van Aelst. Di entrambi la firma lungo il margine interno: da sinistra "Annibal Caracius fecit et inve." A destra "Nico van Aelst for." (IV stato di 4). Sul verso un'iscrizione manoscritta a penna e inchiostro "G. Storck a Milano 1805/In. N. 14057". La stampa, dall'inchiostratura non freschissima, è rifilata oltre i margini che sono ancora visibili; è controfondata, ossia interamente incollata a una carta antica pesante, vergellata, che reca lungo il bordo superiore due strisce di adesivo. Alcune piccole mancanze lungo i bordi esterni.
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Lotto 47 Annibale Carracci (1560-1609). Tre figure in un paesaggio. 1590 ca. Penna e inchiostro; carta bianca a vergelle. Foglio: mm 195x155. Il disegno è inquadrato da una linea di cornice a penna e inchiostro. In basso a destra, manoscritta, la sigla "AC". Il disegno è tracciato con straordinaria sicurezza, senza pentimenti ed è riconducibile alle prime prove grafiche di Annibale nell'ambito della pittura di paesaggio. Il foglio è parzialmente incollato al cartone sottostante (sec. XX). A parte un lieve ingiallimento della carta e le tracce di piegature, è in buone condizioni di conservazione.
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Lotto 48 Annibale Carracci (1560-1609) [attribuito a]. Assunzione della Vergine. 1592-1600 ca. Matita nera, penna e inchiostro su carta preparata bianca vergellata. Foglio: mm 132x165. La posizione della Madonna Assunta in questo importante schizzo è la stessa della celebre Pala di Santa Maria del Popolo a Roma eseguita da Carracci (1600-1601 ca.). Anche l'apostolo con il volto alzato ha la stessa posa di quello che in questo disegno si trova sulla destra in basso. Per la vicinanza con le opere di Ludovico, tuttavia, soprattutto per la leggerezza del ductus, questo studio potrebbe tuttavia essere più antico e risalire invece alla preparazione dell'Assunzione della Pinacoteca di Bologna, 1592 (cfr. Bohn, 2004). Il disegno, non in condizioni ottimali, è interamente incollato a un antico cartoncino azzurro piuttosto consunto (dai piccoli fori e lesioni sul verso è possibile vedere chiaramente in trasparenza il verso del foglio originale). Probabilmente è stato ritagliato ai margini: un accenno a una linea di cornice a penna è visibile sul recto in alto a sinistra.