Asta 269 - Cuprum Reloaded. Bronzetti dal Medioevo all'800
-
Lotto 37 Francesco Fanelli (Firenze, 1577-Parigi?, 1663) (scuola di)
Amorino che cavalca un delfino
Probabilmente XVII secolo
Bronzo patina naturale trasparente marrone su patina artificiale nera
Tot. 14,5x14,5x10 cm
Bronzo 11x10,5x8,5 cm
Bronzetto dal soggetto incantevole, raffigura un Cupido che cavalca un delfino brandendo una piccola clava nella mano destra. Con la sinistra tiene spalancate le fauci del mammifero che, esibendo la dentatura, assomiglia pi√π ad un feroce "mostro" acquatico che alle docili creature nei nostri pensieri.
Splendida la patina trasparente color marrone con tracce di una patinatura artificiale nera.
Un modello identico conservato nei Musei Civici di Padova viene attribuito ai modi di Niccolò Roccatagliata e quindi questa alternativa va tenuta in considerazione, anche se sempre piu spesso bronzetti simili sono assegnati alla bottega del Fanelli.
Una coppia di bronzetti identica al nostro Cupido è passata in Asta Cambi nel 2019 con identica attribuzione.
Bibliografia
Davide Banzato e Francesca Pellegrini, Musei Civici di Padova, Bronzi e Placchette, Editoriale Programma, Padova, 1989, p.110-111. -
Lotto 38 Cavaliere crociato
Arte germanica
Periodo medievale?
Bronzo con patina trasparente rossiccia, tracce di patina nera
22,5x15x6 cm
Il modello di questo cavaliere crociato appartiene alla cultura germanica medievale. Ripete alcuni acquamanili e candelieri databili al XIII secolo. Per confronto vedere quelli meravigliosi pubblicati da Mark Gregory d'Apuzzo nel catalogo del Museo Medievale di Bologna.
Il nostro cavaliere non è un utensile.
Nel catalogo del Museo Amedeo Lia (La Spezia), Charles Avery pubblica un cavaliere simile al nostro, forse un giocattolo per giochi di torneo.
Datare solo da un punto di vista stilistico questo genere di fusioni è molto difficile, almeno non rientra nelle nostre competenze. Ritengo però che gli oggetti medievali sopravvissuti dovrebbero essere studiati da una angolazione scientifica, usufruendo delle moderne tecniche di diagnostica scientifica.
Lo stile del nostro bronzo ripete modelli medievali. La patina, la consunzione e le zampe piegate del cavallo, riscontrabili in altri oggetti pubblicati, lo danno sembrare genuinamente antico.
Si propone comunque, insieme ad alcuni altri oggetti presenti in questo volume, in modo dubitato e con un prezzo accattivante per chi volesse proseguire lo studio.
Bibliografia
Mark Gregory d'Apuzzo, La Collezione dei Bronzi del Museo Civico Medievale di Bologna, Libro Co, San Casciano Val di Pesa, pp.31-43.
Charles Avery, La Spezia-Museo Civico Amedeo Lia-Sculture, Bronzetti, Placchette, Medaglie, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 1998, pp.69-72.
Peter Bloch, Bronzen Von der Antike Bis Zur Gegenwart, catalogo della mostra, Dietrich Reiner Verlag Edizione, Berlin, 1983, cat.n.42, 44, 45. -
Lotto 39 Due candelieri in veste di crociati
Germania
XIX secolo
Bronzo patinato
18,5x13,5x9 cm
Questi due candelieri sono chiaramente di origine tedesca e rimandano a produzioni tardo medievali o rinascimentali di quelle zone.
Si veda per tutti il candeliere a due fiamme conservato nel Museo Nazionale di Monaco. Fusione del tardo XIV secolo, presenta un omino in vesti medievali che tiene sulle braccia tese due bobege portacandela.
Molti oggetti in bronzo tedeschi furono replicati nel XIX secolo, sull'onda dello stile Revival. In realtà esiste una certa "inerzia iconografica" in molta produzione nordica legata al medioevo, non solo nel XIX secolo, quindi.
La nostra coppia di candelieri se non è dell'epoca che rappresenta, in realta vuole sembrarlo. Il tipo di lavorazione semplificata e materica che li contraddistingue non li fa sembrare immediatamente del XIX secolo, ma ci lascia qualche dubbio.
Tutto da vedere.
Bibliografia
S.Wechssler-Kummel, Chandeliers Lampes Et Appliques De Style, Office du Livre, Frigourg, 1963, schede n. 90-91. -
Lotto 40 Tiziano Aspetti (Padova, 1559 - Pisa, 1606) (bottega)
Marte
XVI-XVII secolo
Bronzo patinato nero
Tot. 39,5x15x10,5 cm
Bronzo 26,5x15x8 cm
Questo modello di Marte è un prodotto tipico delle fonderie venete rinascimentali. Spesso usato come puntale di alari monumentali, magari in coppia con Minerva, oppure come come decorazione da studiolo, viene universalmente attribuito alla fonderia di Tiziano Aspetti o a quella di Girolamo Campagna ( Verona, 1552- Venezia, 1625).
Va ricordato che l'Aspetti non lasciò una vera e propria bottega a perpetrare i suoi modelli, quindi parlare di "scuola di..." non è perfettamente corretto. Le catalogazioni inizio secolo del Bode e del Planiscig attribuivano tutte queste statuette al maestro, la critica attuale le fa uscire dalla bottega o da anonime fonderie coeve che imitavano il soggetto.
Uno dei pochi Marte Autografo, per altro nudo e in equilibrio su un meraviglioso piedistallo, sia quello della Frick Collection, Washington ( Debra Pinctus, 2001).
La nostra statuetta rientra fra le prove meglio riuscite del soggetto ed è paragonabile a quella del Museo Bottacin (Banzato, Pellegrini, 1989, cat. n. 171-175), Padova, a quella dell'Hermitage (Androsov, 2008, cat.n.183).
Varianti e modelli simili in altri musei
quali il Medievale di Bologna e Palazzo di Venezia a Roma.
Bibliografia:
Mark gregory D’Apuzzo, La collezione dei bronzi del Museo Civico Medievale di Bologna, Libro Co, San Casciano Val di Pesa ( Firenze), pp.216-220.
Sergej Androsov, Museo Statale dell’Ermitage, La scultura Italiana dal XIV al XVI, Skira editore, Milano , 2008,pp. 360-361.
Pietro Cannata , Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, Sculture in Bronzo, Gangemi Editore spa, Roma 2011, ,pp. 11-112.
Donatello e il suo Tempo , AAVV, a cura di Davide Banzato, Skira editore, Milano 2001, pp. 360-361.
Small bronzes in the Renaissance, AAVV. Edited by Debra Pinctus, National Gallery of Art, Washington, Yale University Press, London , 2001, pp. 143-157. -
Lotto 41 Candeliere
Nord Europa
XII-XIII secolo?
Bronzo con patina dorata trasparente su tracce di patina nera
17,5x11x6,5 cm
Questo incredibile candeliere raffigura un guerriero armato con il corpo di uccello e la coda di sirena. Una sorta di arpia con la pinna.
Questo genere di oggetti vennero in uso fra il XII e il XIII secolo. Mostri di ogni genere cominciarono ad animare oggetti d'uso comune o liturgico (vedi gli acquamanili).
Il nostro candeliere può essere confrontato stilisticamente con quello del Victoria and Albert Museum, Londra (Medieval and Renaissance, room 8, accession number M.50-1955), che rappresenta appunto una creatura mezzo uomo e mezzo uccello con la coda di pesce.
La scheda dice Provenienza Lorenese XII secolo.
Ovviamente è molto difficile in questa sede garantire per il nostro candeliere tale epoca di produzione, in assenza di esami scientifici ormai indispensabili per datare manufatti di tale epoca e rarità. L'approccio stilistico per quanto competente secondo noi non basta.
Lo stile e la patina del nostro bronzo sono apparentemente ineccepibili, e per questo lo proponiamo ad eventuali collezionisti in grado di svilupparne l'attribuzione.
Oggetti del genere passano raramente sul mercato e, se veramente d'epoca, raggiungono quotazioni molto interessanti. -
Lotto 42 Leone
Scuola veneta
Probabilmente XVII secolo
Bronzo, patina trasparente dorata
Mutilo della coda
9,5x13x6 cm
Bel leone realizzato in modo naturalistico molto particolareggiato.
Curiosa la posizione, sembra che manchi qualcosa su cui poggiano le zampe posteriori.
Esiste un picchiotto realizzato da Vincenzo e Gian Gerolamo Grandi (XVI secolo, Castello del Buonconsiglio, Trento) che raffigura un leone, cavalcato da un amorino, nella stessa posizione del nostro.
Si potrebbe ipotizzare che il nostro leone facesse parte di un picciotto mutilo delle parti che lo fissavano al portone.
Affascinante, ma da dimostrare.
Bibliografia
Manfred Leithe-Jasper e Francesca de Grammatica, Bagliori D'Antico, Bronzetti al Castello del Buonconsiglio, Publistampa Arti Grafiche, Pergine Valsugana, 2013, pp.94-97. -
Lotto 43 Mortaio
XVIII-XIX secolo
Bronzo patinato 10x12,5x12,5 cm
Pestello 20,5 cm
Mortaio munito del suo pestello originale. Molto curiosa la decorazione della fascia che raffigura un drago (uno per parte) intervallato da sacche contenenti gli strumenti della fonderia.
Tutto legato al fuoco, iconografia pertinente, ma inusuale. -
Lotto 44 San Giorgio e il drago
Arte germanica
XVI-XVII secolo?
Bronzo patinato marrone
26x12x8,5 cm
Questo San Giorgio e il drago è chiaramente di origine nordica, molto probabilmente tedesca. Soggetto molto amato e ripetuto in vari materiali.
Lo stile rimanda a produzioni antiche vicine al Rinascimento. Le sculture tedesche dell'epoca hanno spesso tratti che potremmo definire favolistici, la qualcosa non aiuta a stabilire facilmente l'epoca di realizzazione.
Anche per questo bronzo tedesco, come per altri in questa asta, consiglierei esami scientifici che aiutino a stabilire l'epoca. Infatti, da un esame visivo sui materiali e le patine, il nostro San Giorgio appare conforme a produzione pre- ottocentesche.
Da studiare.
Bibliografia
Volker Krahn, Von Allen Seiten Schon, Volker Huber edition, Offenbach am Main, 1996, pp.236-7. -
Lotto 45 Sofocle e Demostene
Periodo Neoclassico
Primi 800
Bronzo patinato marrone
Bronzo 12,5x5,5x4
Riproduzioni in bronzo di due statue classiche conservate a Roma nei Musei Lateranensi e nel Museo Vaticano. Rientrano nel gusto Grand Tour per la riproduzione delle sculture classiche. -
Lotto 46 Coppa istoriata
Probabilmente XVII secolo
Bronzo patinato marrone su base in diaspro
Tot. 17x13x7 cm
Bronzo 10,5x13x7 cm
Curiosa coppa bacellata di forma ovoidale poggiante su plinto ottagonale montato su una base posteriore in diaspro rosso.
In ogni spicchio della bacellatura viene raffigurata una delle Virt√π in altorilievo. Notare la bellezza di ogni singola figura ritratta con i suoi segni distintivi in gusto tardo rinascimentale.
Fede con la croce
Speranza con l'ancora
Carità con i due fanciulli
Temperanza che versa l'acqua
Prudenza con il viso bifronte e lo specchio
Giustizia con bilancia e spada
Fortezza con la colonna
Saggezza con la civetta.
Oggetto decorativo a cui è difficile dare un' epoca precisa. La matericità della fusione e lo stile di gusto tardo rinascimentale ci fanno pretendere per una fusione antica. Sarebbe interessante effettuare qualche esame scientifico quale l'esame della lega.
Da approfondire. -
Lotto 47 Maestro dell"Omino dalle oche” (”Meister Der Gansemannchens”) (ambito di)
Viandanti
Norimberga, probabilmente XVII secolo
Bronzo con patina naturale bruna su tracce di patina nera
Viandante sin. tot. 25,5x12x13 cm
Bronzo 21,5x10x11 cm
Viandante dx. tot. 26,5x12x13 cm
Bronzo 22x7,5x9 cm
Questa coppia di bronzetti raffigura due viandanti in abiti rinascimentali recanti sulle spalle gerle per il trasporto delle merci. Su una gerla è inciso "a Rom(a)" e sull'altra " a Brest"
Possiamo confrontarla con quella analoga custodita nella Wallace collection (Londra) e quella del Museo del Palazzo di Venezia (Roma).
Nella schedatura della Wallace i due uomini vengono indicati come venditori ambulanti (pedlar) e catalogati come francesi fine XVII - inizio XVIII.
Quelli del Palazzo di Venezia, invece, vengono attribuiti dal Santangelo all'ignoto maestro che realizzò verso il 1550 la fontana della piazza di Norimberga, il "Meister der Gansemannchens" ( il maestro dell'omino dalle oche). In cima alla fontana spicca la caratteristica figura di un uomo con due oche sotto le braccia, da questo il nome dell'anonimo maestro tedesco.
Nella catalogazione di Pietro Cannata vengono spostati al XIX secolo.
Altra coppia uguale è passata sul mercato londinese come italo-fiamminga (Sotheby's, 9 giugno 1987, n.112).
Da notare che nella coppia della Wallace su una gerla sta scritto "A Roma" e sull'altra "A Venice". Sulla coppia passata da Sotheby's, invece, "A Roma" e "A Brest", come sulla nostra.
Si tratta in ogni caso di fusioni simili, ma non identiche. La coppia di statuine qui presentate risultano pi√π rifinite e caratterizzate, ad esempio nei volti e nelle mani, realizzate in modo pi√π realistico rispetto a quelle della Wallace e di Palazzo Venezia.
In particolare il viandante con la calzamaglia presenta un corpetto con maniche a sbuffo ed una curiosa conchiglia a forma di fiore sorretta da cordoni che segnano le natiche dell'uomo. Impossibile non notarla per l'originalità.
Fusioni di controversa attribuzione, ma di grande qualità e interesse, per cui si propone una datazione seicentesca in ambito Norimberghese.
Bibliografia
A.Santangelo, Museo di Palazzo Venezia, La Collezione Auriti, Istituto Grafico Tiberino, Roma, 1964, pp.29-30.
Pietro Cannata, Museo Nazionale del Palazzo di Venezia, sculture in bronzo, Gangemi Editore, Roma, 2011, pp.176-177.
Mann, James G., Wallace Collection Catalogues. Sculpture, London: The Wallace Collection 1981. -
Lotto 48 Barthelemy Prieur (Berzieux, 1536- Parigi 1611)
Venerina che si leva una spina da piede
Bronzo, patina rossastra traslucida, tracce di patinatura pi√π scura
Bella montatura neoclassica in marmi misti e bronzo dorato
Tot. 28,5x10x10 cm
Bronzo 19,7x9x6 cm
 
Il bronzetto è accompagnato da expertise del Dottor Charles Avery.
 
Esame della lega metallica eseguito presso i laboratori dell'Università di Ingegneria, Milano.
 
Il lotto è corredato da attestato di libera circolazione indicante il nome dell'autore e l’adeguata valutazione di € 100.000
 
Noto per il suo ruolo di scultore di corte di Enrico IV e Maria de Medici, Barthelemy Prieur viaggiò anche in Italia dove lavorò per i Savoia.
Alle realizzazioni monumentali per la famiglia reale francese accostò la produzione di incantevoli figure femminili in bronzo: donnine nude che si lavano, asciugano o pettinano destinate a un raffinato collezionismo da studiolo di gusto vagamente voyeuristico.
L’elevata qualità della materia e la sensuale eleganza delle fusioni di piccolo formato di questa celebre fonderia appaiono in perfetta sintonia con la necessità di appagamento estetico che connota il collezionismo dei bronzetti.
 
Provenienza
Barone Hippolyte Boissel de Monville(1794-1873), collezionista e agente per i Rothschild.
L’illustre provenienza è attestata dalla stampigliatura BM (Baron de Monville) incussa nel tronco.
 
Bibliografia
Anthony Radcliffe-Nicholas Penny,
Renaissance Bronze, 1500-1650, The Robert H.Smith Collection, Philip Wilson Publishers, London, 2004, scheda 38, pp 220-21
 
Note di mercato
L’opera viene proposta con una valutazione - certamente adeguata alla storia di mercato della produzione della Fonderia Prieur di analoga qualità e tipologia - ma che può stimolare l'interesse per la gara.
I passaggi sul mercato internazionale premiano le sculturine della Fonderia Prieur che, se ritenute di prima mano e non tarde repliche, raggiungono sempre quotazioni rilevanti.
 
Si citi a titolo di esempio:
 
Mercurio che suona il flauto, Christie's, 28/01/2015, stima 600.000,00-1000.000,00 euro.
Prezzo realizzato 605.000,00 euro.
 
Madre inginocchiata con il figlio, Sotheby's, giugno 2018, stima 50.000,00-70.000,00 euro.
Prezzo realizzato 187.000,00 euro.
 
Donna seduta al bagno, Sotheby's, 04/06/2022, stima 120.000,00-180.000,00.
Prezzo realizzato 138.600,00 euro.
 
Donna seduta che si pettina i capelli, Christie' s, gennaio 2023, stima 400.000,00-500.000,00 USD.
Prezzo realizzato 403.000,00 USD.
 
Al di sotto di questi top lots, molti i passaggi di bronzetti - ritenuti di scuola o non valorizzati da provenienze illustri - che si attestano sempre su buoni risultati.