ARGENTI, DIPINTI, ICONE ED OGGETTI D'ARTE

ARGENTI, DIPINTI, ICONE ED OGGETTI D'ARTE

martedì 14 settembre 2021 ore 15:00 (UTC +01:00)
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  • Carlo Antonio Tavella (Milano 1668 - Genova 1738)
    Lotto 49

    Carlo Antonio Tavella (Milano 1668 - Genova 1738)

    San Girolamo in meditazione

    Olio su tela 

    St. Jerome on meditation

    Oil on canvas

    118 x 90 cm 


    Allievo del pittore Giuseppe Merati e poi di G. Grevembroeck, detto il, il Solfarolo, dopo un lungo viaggio in Emilia, a Firenze e a Livorno, si stabilisce a Genova. A Milano, sul finire del XVII secolo, incontra Pieter Mulier detto il Cavalier Tempesta, il quale lo spinge alla rappresentazione paesaggistica. Nel 1701 lo ritroviamo a Genova, ove riflette sul paesaggio eroico di Salvator Rosa e sul paesaggio secondo i canoni filosofici e moralistici del Poussin. Si riscontra una profonda trasformazione nel suo stile oramai maturo. Alla sua prima maniera, caratterizzata da una paletta fredda, ora si aggrazia con tonalità più calde, mentre le composizioni si arricchiscono di una articolazione teatrale e fantasiosa. Molte sue opere si trovano nelle quadrerie genovesi, e il gabinetto civico dei disegni di Palazzo Rosso possiede una serie di suoi disegni

  • Joseph Heintz il giovane (Augsburg 1600 - Venezia 1678) cerchia - circle
    Lotto 50

    Joseph Heintz il giovane (Augsburg 1600 - Venezia 1678) cerchia - circle

    Doge elargisce monete in piazza san Marco dopo l’elezione

    Olio su tela

    Doge hands out coins in St. Mark's Square after the election 

    Oil on canvas

    110 x 145 cm


    Figlio di Joseph Heintz il vecchio, pittore di corte di Rodolfo II, Joseph Heintz nasce ad Augusta verso il 1600. In giovane età opera presso la bottega di Matthäus Gundelach e, prima di scendere in Italia, frequenta anche l’atelier di Matthias Kager, già allievo a Venezia di Hans Rottenhammer. Nel 1625 il giovane Joseph è in Italia, attivo a Venezia e a Roma, dove esegue una Veduta di villa Borghese. Nei primi anni Trenta del Seicento è a Venezia, dove poi risiede costantemente sino alla morte. In città la sua attività assume molta ammirazione, e a coronamento di questo gli viene commissionato il Ritratto del doge Francesco Corner, da collocarsi nella Sala dello Scrutinio di Palazzo Ducale. Nella tela in questione si vede il corteo dogale dopo la elezione, quando il doge per ingraziarsi il popolo spargeva monete alla folla. L’opera si connota con la produzione di Heintz il Giovane sia per l’intonazione serale che spesso contraddistingue le sue tele sia per l’attenzione alle feste e alle occasioni legate alle tradizioni popolari veneziane. Ad un’analisi dei personaggi, inoltre, si può osservare come essi siano affini a quelli che notiamo nelle opere di Joseph Heintz. In particolare, un buon testimone di confronto è l’opera “La caccia ai tori in campo San Polo”, oggi a Venezia presso il Museo Correr

  • Polidoro da Lanciano, Polidoro de' Renzi, Polidoro Lanzani, Polidoro Veneziano (Lanciano 1515 circa - Venezia 1565) attribuito - attributed
    Lotto 51

    Polidoro da Lanciano, Polidoro de' Renzi, Polidoro Lanzani, Polidoro Veneziano (Lanciano 1515 circa - Venezia 1565) attribuito - attributed

    Madonna con Gesù Bambino e San Giovannino

    Collocato entro splendida cornice veneziana d’epoca

    Olio su tavola

    Madonna with Child and young St. John

    In a splendid Venetian frame 

    Oil on panel

    50 x 40 cm


    La notevole tavola, sebbene in non perfetto stato conservativo, mostra una qualità pittorica che fa supporre sia stata eseguita da maestro di origine marchigiana. Essa è assolutamente di qualità superiore delle tante copie di bottega che appaiono nel mercato, un accurato restauro può riportare al fasto autentico della sua primigenia immagine. La formazione di Polidoro da Lanciano è incerta e probabilmente avviene a Venezia dove la famiglia pare si fosse trasferita, la sola testimonianza certa è del 1536, quando il suo nome viene registrato nella Fraglia dei Pittori Veneziani. Frequenta la bottega di Tiziano Vecellio, dove, col tempo, pare sia diventato collaboratore esterno “a chiamata”. Oltre all’apprendistato col Tizano egli si forma osservando e facendo proprie l’aarte di Paris Bordon e Bonifacio de Pitati, nonché s’avverte la ricezione di elementi del Salviati insieme all’aggiornamento del brano di paesaggio sulle coeve ricerche di Lambert Sustris. 

    Degli anni Quaranta abbiamo la sua unica opera documentata, la “La Discesa dello Spirito Santo”, realizzata per l'altare maggiore della chiesa omonima alle Zattere e oggi conservata presso le Gallerie dell'Accademia della città lagunare. E’ in questo periodo che egli evolve la sua produzione pittorica assumendo suggestioni del Tintoretto e del Veronese; amplia e aggiorna le sue composizioni di lirismo plastico ottenuto con un più profondo uso del chiaroscuro, da un più articolato dinamismo scenico e da un più articolato e squillante cromatismo. La tavola in esame si può collocare al periodo giovanile, quando preponderanti sono gli stimoli del Tiziano, ovvero nel periodo in cui esercita a favore della collezione private con piccoli dipinti d’appartamento, all’epoca molto in uso a Venezia. Un elemento molto importante da tenere in considerazione è il fatto che l’invenzione, perlomeno per quanto pubblicato dal Mancini o negli archivi di mercato, non ha alcun riferimento puntuale con quanto prodotto da Polidoro, rappresenta un unicum all’interno della produzione dell’artista. Questa invenzione, nei fatti, seppur affine a altre del maestro, non è stata sfruttata dalla bottega, come accadde per opere similari ripetute infinite volte; nella fattispecie “Madonna con Gesù Bambino e santa Caterina” (vedi collezione Martini a Museo di Cà Rezzonico a Venezia) oppure “Madonna con Gesù Bambino e San Giovannino”, scena rivolta a sinistra, sul modello della “Madonna con Gesù, San Giovannino e una Santa” della chiesa di San Pietro a Perugia

  • Margherita Volò, Margherita Caffi  (Cremona 1647 - Milano 1710)
    Lotto 52

    Margherita Volò, Margherita Caffi (Cremona 1647 - Milano 1710)

    Vaso di fiori

    Olio su tela

    Flowers vase

    Oil on canvas

    53 x 36 cm


    Il padre Vincenzo Volò era pittore di fiori: si presume che Margherita sia stata allieva del padre. Fu una pittrice famosa ai suoi tempi per la "rara di lei abilità in dipingere fiori sopra qualsivoglia stoffa di seta, e sopra tele e carte: e segnatamente sulle pergamene, le quali assai ricercate le erano, e a caro prezzo pagate" (Lancetti). Da giovane sposa il pittore cremonese Ludovico Caffi, artista formato a Bologna presso D. M. Canuti, specializzato nel dipingere fiori e tappeti. Margherita è stata pittrice di fama sin dalla giovane età, osservando gli inventari antichi in particolar modo milanesi. Le sue nature morte sono pervase da un elegante gusto decorativo: i fiori, con pochi frutti, sono disposti in modo del tutto irreale e fantastico contro uno sfondo scuro, su cui risaltano delicate tinte rosa, bianchi, gialli e rossi vivaci. I contorni sono mossi e sfrangiati, la pennellata densa e vibrata, la sua tecnica l’avvicina a quanto prodotto in Veneto da Elisabetta Marchioni e pare anticipare se non influenzare quanto prodotto da Francesco Guardi, altrimenti detto il Maestro dei Fiori Guardeschi e/o Pseudo Guardi

  • Massimo Stanzione (Frattamaggiore o Orta di Atella 1585 - Napoli 1656) attribuito - attributed
    Lotto 53

    Massimo Stanzione (Frattamaggiore o Orta di Atella 1585 - Napoli 1656) attribuito - attributed

    San Tommaso d’Aquino

    Olio su tela

    St. Thomas

    Oil on canvas

    46 x 37 cm


    Tale è stata l’ammirazione per l'arte di Massimo Stanzione è stato soprannominato il Guido Reni napoletano, è effettivamente uno tra i più importanti pittori della Scuola napoletana del Seicento. Le sue opere uniscono l'influenza della pittura emiliana del Reni e Domenichino con il tenebrismo del post-Caravaggio. Partito quale ritrattista, assume poi una connotazione di pittore barocco e dedito ai tempi sacri. Infatti, i lavori più importanti di Stanzione sono infatti riconosciuti nelle grandi pale d'altare così come nei cicli di affreschi per le chiese napoletane. Ricordando alcuni dei suoi capolavori, si possono citare gli affreschi e i dipinti per la cappella di San Mauro (1631-1637) e per la cappella del Battista (1644-1651) nella Certosa di San Martino a Napoli; il dipinto raffigurante San Patroba che predica ai fedeli di Pozzuoli, realizzato per la Cattedrale di Pozzuoli intorno al 1650; il ciclo di affreschi per la basilica di San Paolo Maggiore a Napoli; il Sacrificio di Bacco, oggi al Prado di Madrid. Rivale artistico di Jusepe de Ribera, domina al pari col pittore napoletano-spagnolo la scena a Napoletana della prima metà del Seicento. Lo Stanzione ha segnato fortemente l’ambiente pittorico napoletano a lui succeduto, essendo stato un importante caposcuola. Egli ha un seguito vasto ed immediato convertendo alle sue tematiche anche pittori, come Filippo Vitale e Francesco Guarino, che fino ad allora si erano espressi nel solco della tradizione naturalista. Tra i tantissimi suoi allievi o seguaci citiamo: Andrea Vaccaro, Bernardo Cavallino, il Pozzuolano detto Lionardo, Muzio Rossi (Nunzio), Francesco Gaetano, Giuseppe Piscopo, Santillo Sannini e Giovan Battista Spinelli, Pacecco De Rosa, Onofrio Palumbo, Domenico Gargiulo, Francesco De Benedictis, Giovanni Ricca, Giuseppe Marullo, Nicola Marigliano, Antonio De Bellis, Agostino Beltrano, Giuseppe Beltrano (suo fratello), Carlo Rosa, Domenico Finoglia, Giacinto De Popoli, Andrea e Niccolò Malinconico, Giovanni Fulco, Francesco Altobello (allievo di Carlo Rosa), Nicolò De Simone. Tutte personalità artistiche, spesso di altissimo livello, che stigmatizzano inequivocabilmente l’importante apporto di Massimo Stanzione

  • Giovanni Stanchi (Roma 1608 - 1673 circa) e ignoto figurista
    Lotto 54

    Giovanni Stanchi (Roma 1608 - 1673 circa) e ignoto figurista

    Vergine orante con ghirlanda di fiori

    Olio su tela

    Praying Virgin with garland of flowers

    Oil on canvas

    90 x 68 cm


    La bottega degli Stanchi è formata da tre fratelli: Giovanni Stanchi (Roma 1608 - 1673 circa), Niccolò Stanchi (Roma 1623/26 - 1690 circa) e Angelo Stanchi (Roma 1626 - notizie sino al 1673). Ricordati spesso nei pagamenti dell’epoca come “Famiglia Stanchi”, tra i tre emerge la figura di Giovanni, il più dotato, il quale opera per i Barberini i Chigi e i Colonna. Nel 1660 collabora con Mario Nuzzi detto Mario dei Fiori e con Carlo Maratta, autore di putti, alla realizzazione di gli specchi della galleria di Palazzo Colonna. La presenza degli Stanchi non si ferma solo a Roma, Giovanni spettano le due ghirlande, oggi a Palzzo Pitti e Uffizi, mentre Niccolò, abile decoratore, affresca nel senese e a Firenze per Flavio Chigi. La loro formazione non è ancora stata definita, ma essi si ricollegano Giovanni Battista Crescenti e Pietro Paolo Bozzi detto Il Gobbo dei Frutti o Il Gobbo dei Carracci, mentre la luminosità dei fiori pare derivare dalle novità introdotte in Italia da Daniel Seghers

  • Heinrich Hermans ( Düsseldorf 1862 - 1942)
    Lotto 55

    Heinrich Hermans ( Düsseldorf 1862 - 1942)
    Veduta del golfo di Napoli da Capodimonte
    Olio su tela
    Firmato in basso a sinistra
    Naples bay view from Capodimonte
    Oil on canvas
    Signed lower left
    174 x 252 cm

  • Pieter Paul Rubens (Siegen 1577 - Anversa 1640) bottega / allievo - workshop - workshop
    Lotto 56

    Pieter Paul Rubens (Siegen 1577 - Anversa 1640) bottega / allievo - workshop

    Diana cacciatrice

    Olio su rame

    Diana the huntress

    Oil on copper

    29 x 41 cm


    In prima istanza, è doveroso far notare come l’opera presenti un “ripensamento”, elemento importante che normalmente è ritenuto fondamentale per determinare che un’opera non sia una copia. Il braccio dell’ancella che suona il corno alle spalle di Diana è stato modificato, in quanto la traccia (ripensamento) ce lo presenta più spostato alla nostra sinistra. L’opera non ricalca l’originale di Pieter Paul Rubens, in quanto presenta un lunga serie di variazioni che comprendono il cielo, il paesaggio e le fisionomie delle figure. Restando comunque fermi ad una tesi attributiva, giustamente cauta, si nota l’altissima qualità pittorica, tale da permetterci d’ipotizzare che essa sia stata eseguita all’interno dell’atelier del celeberrimo maestro, ergo sotto la sua diretta visione, da uno dei suoi migliori collaboratori. Tanti sono gli allievi e collaboratori del maestro degni di essere citati, tra cui Van Dyck, Jordaens, Frans Snyders, Jan Brueghel, Daniel Seghers, Theodor van Thulden, Gaspard de Crayer, Vincent Adriaenssens, Cornelis e Paul de Vos, Pieter van Mol

  • Bernardo Cavallino (Napoli 1616 - 1656) copia del XIX secolo da - 19th century copy from
    Lotto 57

    Bernardo Cavallino (Napoli 1616 - 1656) copia del XIX secolo da - 19th century copy from

    Apparizione di Gesù Bambino a sant'Antonio da Padova

    Olio su tavola

    Apparition of the Child Jesus to Saint Anthony of Padua

    Oil on panel 

    87 x 60 cm 


    L’opera, di indubbia qualità, nasce probabilmente per uso privato o monastico nel XIX secolo, e si rifà alla nota opera del Cavallino, oggi alla Galleria Nazionale di Capodimonte di Napoli

  • François Perrier (Pontarlier 1590 - Parigi 1650) bottega di - workshop
    Lotto 58

    François Perrier (Pontarlier 1590 - Parigi 1650) bottega di - workshop

    Morte di Adone

    Olio su tela

    Death of Adonis

    Oil on canvas 

    64 x 88 cm


    Della giovinezza e dei primi studi di François Perrier non si hanno notizie, ma sappiamo che arrivò a Roma in concomitanza del Poussin nel 1628. Il primo soggiorno dura quattro anni, e egli si applica nella bottega del Lanfranco. Torna in Francia, a Lione, ove conosce lo scultore Jacques Sarrazin, anch’egli precedentemente residente a Roma. In seguito si sposta a Parigi, e collabora con Simon Vouet. Torna a Roma nel 1635, diventato ormai pittore maturo e di alto livello: propositore di un linguaggio personale che accoglie e fonde varie influenze, da Nicolas Poussin a Simon Vouet, Andrea Camassei, Pietro da Cortona e i cortoneschi

  • Domenico Fedeli detto Domenico Maggiotto (Venezia 1712 - 1794) attribuito - attributed
    Lotto 59

    Domenico Fedeli detto Domenico Maggiotto (Venezia 1712 - 1794) attribuito - attributed

    La venditrice di vino

    Olio su tela

    The wine seller

    Oil on canvas

    72 x 54 cm


    Nato a Venezia nel 1712, di umile estrazione, Domenico Fedeli frequenta sin dall'età di circa dieci anni lo studio veneziano del pittore G.B. Piazzetta a S. Giuliano, condividendo l’alunnato e/o collaborazione con Giulia Lama, Egidio dall’Oglio, Francesco Capella, Giuseppe Angeli e Antonio Marinetti detto il Chiozzotto. Iscritto alla fraglia dei pittori veneziani nel 1750, l'anno seguente il Maggiotto fa parte del Collegio dei pittori, ricoprendo varie cariche amministrative. L'artista non si è mai allontanato da Venezia, città dove continuò ad operare almeno sino al nono decennio del secolo, tramandando al figlio Francesco il vasto repertorio dei suoi soggetti estratti dalla impareggiabile lezione del Piazzetta di cui è stato uno dei più importanti allievi. La produzione pittorica del Fedeli è divisa in tre periodi: il primo “piazzetesco” (1740-1754); quello della crisi di rinnovamento, ispirato da G. B. Tiepolo (1755-1765); l’ultimo, ove prevale la ripresa dei modelli giovanili prima in stile nordico e arcadico (1765-1780 ca.). L'opera in questione ci riconduce al Maggiotto, discepolo del Piazzetta, e delle sue teste di carattere riviste quali soggetti di genere di gusto bucolico e pastorale. I dati che ci conducono alla tesi attributiva sono molteplici: la scenetta di genere a mezzo busto, la conduzione pittorica molto svelta, l’uso della terra rossa come preparazione di fondo ed oggi riaffiorante, e l'esoftalmo della ragazza (i caratteristici occhi “a palla” sporgenti, dei personaggi del Maggiotto) e infine la stretta connessione con “Ragazza venditrice di frutta” del Rijksmuseum Amsterdam

  • Scuola emiliana del XVII secolo
    Lotto 60

    Scuola emiliana del XVII secolo
    Cristo risorto
    Olio su tela
    Emilian school of the 17th century
    Resurrected Christ
    Oil on canvas
    95,5 x 48 cm

Lotti dal 49 al 60 di 351
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