ARGENTI, DIPINTI, ICONE ED OGGETTI D'ARTE

ARGENTI, DIPINTI, ICONE ED OGGETTI D'ARTE

martedì 14 settembre 2021 ore 15:00 (UTC +01:00)
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  • Tobias van Nijmegen o Nymegen (Nimègue 1670 circa - post 1725)
    Lotto 1

    Tobias van Nijmegen o Nymegen (Nimègue 1670 circa - post 1725)

    Cortile di reggia con porticato e fontana

    Fimato ai piedi della colonna

    Olio su tavola

    Provenienza: Sotheby's, Londra, 6 novembre 1955, lotto n. 118, Collezione privata italiana

    L'opera è registrata presso RDK.NL https://rkd.nl/en/explore/images/283542

    Palace courtyard with fountain

    Signed on the column lower side

    Oil on panel

    Provenance:Sotheby's, London 16 november 1955, lot n.118, Italian private collection

    The work is registered at RDK.NL https://rkd.nl/en/explore/images/283542

    30,5 x 36 cm


    Le notizie su Tobias van Nijmegen ci informano che è stato fratello minore e allievo di Elias van Nijmegen ( Nijmegen 1667 - Rotterdam 1755), del quale poi diviene collaboratore. In seguito opera in qualità di pittore di corte per l’Elettore Palatino del Reno

  • Pieter Mulier detto il Tempesta o Cavalier Tempesta (Haarlem 1637 - Milano 1701)
    Lotto 2

    Pieter Mulier detto il Tempesta o Cavalier Tempesta (Haarlem 1637 - Milano 1701)

    Paesaggio con piramide

    Paesaggio con fiume e pescatori

    Coppia di oli su tela

    Provenienza: Galleria Pesaro Milano, Galleria Lavizzari Milano 

    Etichette al retro

    Landscape with pyramid

    Landscape with river and fishermen

    Pair of oils on canvas

    Provenance: Pesaro Gallery Milan, Lavizzari Gallery Milan

    Labels on the back 

    18 x 25 cm


    Pieter Mulier, riceve dal padre, Pieter Mulier il Vecchio, la prima formazione.

    Nel 1656, il giovane Mulier, è a Roma e vi soggiorna per ben cinque anni, studiando attentamente il complesso e eterogeneo panorama di paesaggisti che la città eterna offre. In seguito si trasferisce a Genova, fra il 1668 e l’anno successivo, ove riscuote successo, tanto che gli viene concesso di dipingere anche in carcere durante gli otto anni di reclusione per aver commissionato l’omicidio della moglie. Nel 1684 grazie all’intercessione di Vitaliano Borromeo, il Tempesta lascia il carcere e si trasferisce a Milano. Città che lascia nel biennio 1688-1690 quando lo ritroviamo a Venezia. Fatto ritorno a Milano, accoglie nel suo atelier Carlo Antonio Tavella, suo discepolo e collaboratore

    Pieter Mulier, chiamato il Tempesta per le sue, un tempo molto apprezzate, tempeste marine, è in epoca moderna riconosciuto come uno dei padri del paesaggismo italiano, colui che inserì nella veduta della natura la percezione atmosferica. La sua produzione vanta un linguaggio peculiare, derivato dallo studio e dalla fusione degli stili naturalista di Dughet e di aulico di Claude Lorrain e di Pier Francesco Mola dal quale derivano i suoi blu intensi e i contrasti di macchie colorate. Come dice Roethlisberger, Tempesta è il tramite tra il paesaggio del Seicento romano e quello veneto del Settecento grazie all’influenza su Marco Ricci. Le due opere in esame, di eccezionale stato di conservazione e qualità, vanno riferite al periodo romano quando la componente nordica è ancora percettibile, quando ai paesaggi con aneddoti di vita contadina o pastorale, della sua maturità, prevale una veduta più ampia e rarefatta condita di aspetti proto-romantici come Dughet aveva saputo trasmettergli

  • Giovanni Andrea de Magistris (Como o territorio comasco 1460/1475 - 1532 circa)  bottega di - workshop
    Lotto 3

    Giovanni Andrea de Magistris (Como o territorio comasco 1460/1475 - 1532 circa) bottega di - workshop

    Madonna in trono con Gesù Bambino e due angeli

    Tempera su tavola

    Madonna enthroned with Child and two angels 

    Tempera on panel

    24 x 17 cm


    La tavoletta è riconducibile ad un pittore attivo tra Lombardia e Piemonte, dove si diffuse un’attenzione ai modi umbri proto-classici (vedi per esempio i seguaci di Pinturicchio e Perugino, Andrea d’Assisi o Sinibaldo Ibi) attraverso Macrino d’Alba e altri, nell’ultimo ventennio del secolo XV. Tra questi pittori si può rintracciare in Giovanni Andrea de Magistris e la sua bottega il probabile autore dell’opera.A conforto dell’attribuzione si veda Madonna tra i SS Sebastiano e Rocco, 1508, chiesa di Chiesa di San Fedele a Como, nonchè affreschi nella Chiesa dei SS Nazaro e Celso a Scaria d'Intelvi.Giovanni Andrea nasce tra il 1460 e il 1475 a Como o nel territorio comasco, da una famiglia di mastri: composta dal padre Gian Antonio, dal fratello Gian Giacomo, ai quali si aggiunse Sigismondo, suo figlio, sicuramente il più artisticamente lodevole .La sua prima formazione avviene presso la bottega di Giampietro Malacrida.Opera nel comasco per chiese conventi e i signori locali, producendo affreschi e opere su supporto ligneo, quasi tutte andate perdute. Muore tra il 1529 e il 1532 sempre a Como o dintorni. Opera a Fino Mornasco, a san Fedele a Como, al castello di Galliano, nella Chiesa dei SS. Nazaro e Celso a Scaria d'Intelvi, ciclo datato 1516. Questi dipinti vivono di un cromatismo fresco e vibrante e vivaci, e sono pervenuti in discreto stato di conservazione. Suo figlio Sigismondo è a sua volta pittore, si forma col padre, ma verosimile finisce il suo apprendistato presso Ludovico Alvise De Donati. I De Magistris e i De Donati, questi ultimi già operosi in Piemonte e probabili importatori dei riflessi umbro e centro italiani nel comasco, sono le due famiglie e botteghe artistiche più attive e importanti del tardo Quattrocento lariano

  • Jacques Antoine Vallin (Parigi 1760 - 1831)
    Lotto 4

    Jacques Antoine Vallin (Parigi 1760 - 1831)

    Ritratto presunto del Conte Tadini Boninsegni Tobler

    Firmato e datato sulle scatole sopra il tavolo a destra J.Vallin 1805

    Olio su tela 

    Presumed portrait of Count Tadini Boninsegni Tobler

    Signed and dated on the boxes above the table on the right J.Vallin 1805

    Oil on canvas 

    161 x 128 cm


    Provenienza: Sotheby's Londra, lotto 308, asta del 14 aprile 2011


    All'età di quindici anni, nel 1779, Vallin entra all’Académie Royale de Peinture sotto la protezione del pittore di storia Gabriel Doyen. Fu poi allievo di Callet e Antoine Renou. Il suo esordio al Salons risale al 1791, quando espone Tempesta e un Piccolo Paesaggio. Attento e curioso, osserva il panorama artistico francese, infatti, le sue opere settecentesche sentono l'influenza del Vernet e di Bidault. Trovando il suo linguaggio espressivo e traendo ispirazione dalla storia antica o dalla mitologia, nascono opere che raffigurano ninfe e baccanti collocati in paesaggi armoniosi, spesso bagnati da una fine luce dorata. Abilissimo e apprezzato ritrattista, il suo ritratto di Giuseppe Forlenza (Joseph Forlenze) è esposto alla National Gallery di Londra

  • Francesco Fernandi, o Fernando, o Ferrandi, o Ferrando, o Ferrante, detto l'Imperiali (Milano 1679 - Roma 1740) attribuito - attributed
    Lotto 5

    Francesco Fernandi, o Fernando, o Ferrandi, o Ferrando, o Ferrante, detto l'Imperiali (Milano 1679 - Roma 1740) attribuito - attributed

    Strage degli innocenti

    Olio su tela

    The massacre of the innocents

    Oil on canvas

    191 x 245 cm


    Il biografo e collezionista Nicola Pio (1673 - 1736) lo dice giunto a Roma nel 1705, già al servizio del cardinale Giuseppe Renato Imperiali, dal quale deriva il suo soprannome. Il prelato fece decorare la sua residenza romana di piazza Colonna da pittori seguaci di Carlo Maratta; la presenza di Francesco Fernandi è convalidata dall'inventario dei beni del cardinale, che cita circa venti dipinti dell’artista milanese. La sua prima produzione romana è dedicata a soggetti di genere, animali e nature morte, con matrice naturalistica di area settentrionale. A questo periodo vanno ricondotte le opere delle collezioni del conte di Leicester a Holkham Hall, Norfalk, e del marchese di Linlithgon, a Hopetown House, West Lothian. Con l’inizio del XVIII secolo, Imperiali muta la sua pittura, prediligendo interpretazioni legate alla letteratura classica o temi biblici. Intorno al 1714 esegue, per la cappella dei Ss. Valentino e Ilario nella cattedrale di Viterbo, due tele aventi come soggetto il Martirio dei due santi protettori della città. Emerge lo studio e l’ammirazione e lo studio per Nicolas Poussin: rilettura che in seguito virerà verso una tecnica precisa e un realismo piuttosto pronunciato, talvolta algido. Nel 1720, con D. M. Muratori, G. Triga, M. Benefial, su comando del il cardinale Imperiali, restaura la decorazione del duomo di Vetralla. L'anno dopo, su commissione di Filippo Juvarra, esegue alcune soprapporte per il palazzo reale di Torino. Alternando commissioni reali a quelle ecclesiastiche, intorno al 1726-1727 Fernandi realizza la pala centrale per la chiesa di Sant’ Eustachio. Nel 1733-1734, affiancandosi alle soluzioni del freddo naturalismo accademico del Benefial, dipinse la Morte di S. Romualdo per l'altare dedicato al santo nella chiesa di S. Gregorio al Celio. Nel 1736, ancora una volta grazie a Juvarra, riceve una commissione dalla corte di Spagna. Il suo succeso fu continentale: anche oltremanica la sua arte è stata molto apprezzata, tanto che diverse sue opere sono conservate in collezioni, pubbliche e private, del Regno Unito. Molti furono i giovani artisti inviati dall’Inghilterra a imparare l’arte pittorica a Roma presso di lui: ricordiamo W. Mosman, W. Hoare, J. Russel, A. Clerk e A. Ramsay. La tela in questione, di spettacolare bellezza, va ricondotta alla produzione dell’Imperiali degli anni ’30 del secolo XVIII, quando, forse anche su sollecitazione del mercato estero, ha prodotto opere con tecnica descrittiva puntuale cara all’occhio nordico. Dei confronti si possono fare con l’opera “Ettore e Andromaca", della donazione Lemme, del Museo del Barocco romano, Palazzo Chigi, ad Ariccia; il sopraccitato Martirio di Sant'Eustachio, nella chiesa di Sant'Eustachio di Roma, e “Apollo e Marsya”, presentato il 06/07/2018 da Christie's a Londra

  • Gaspard Dughet detto Le Guaspre oppure Gaspard Poussin (Roma 1615 - 1675)
    Lotto 6

    Gaspard Dughet detto Le Guaspre oppure Gaspard Poussin (Roma 1615 - 1675)

    Paesaggio fiume e personaggi

    Olio su tela

    Landscape with figures at a river

    Oil on canvas

    60 x 85 cm


    Nato a Roma da padre francese e madre italiana, Gaspard Dughet è tra i più importanti pittori italiani del Seicento, e si trova sul podio del paesaggismo barocco. La sua formazione è merito di Nicolas Poussin, suo cognato, che subito si accorse del suo talento. Giunto alla maturità artistica, l'artista era solito perdersi per la campagna romana per cogliere spunti paesaggistici, senza essere mai stato coinvolto dal fascino delle rovine ivi disseminate. La sua pittura si spiega attraverso l’amore per la natura, per il paesaggio laziale e la dimensione favolistica e poetica d’ispirazione arcadica, donata alle sue opere. Egli può essere considerato il nume tutelare di Jan Frans van Bloemen, Andrea Locatelli, Crescenzio Onofri, Johannes Glauber, Albert Meyering: la sua influenza si protrae sino a Marco Ricci. Il dipinto in esame è quindi un affascinante esempio della tarda maturità dell'artista, ove sostituisce contadini e pescatori indaffarati nel loro lavoro quotidiano ai personaggi all’antica abbigliati con stole. Lo schema compositivo ricalca quello di molte sue opere, ove lo zigzagare del fiume gli permette di scandire i diversi piani prospettici che si chiudono sulla catena di monti. L’intonazione dorata del primo spiano si schiarisce in tinte cristalline sullo sfondo; le antiche torri e l’atmosfera autunnale, preferita da Gaspard, hanno determinato l’ammirazione dei paesaggisti romantici del XIX secolo

  • Francesco Fidanza (Roma / Città di Castello 1747 - Milano 1819) attribuito - attributed
    Lotto 7

    Francesco Fidanza (Roma / Città di Castello 1747 - Milano 1819) attribuito - attributed

    Paesaggio di campagna con pescatori e viandanti

    Olio su tela

    Sul retro etichetta circolare "Accorsi Pietro Antichità - Via Po 55 - Torino" ripetuta in due esemplari.

    Il primo privo di numeri inventariali è sul verso cornice in basso a sinistra

    Il secondo , sul telaio in basso a destra , presenta al centro numeri manoscritti ( n° 12 / 42)

    Countryside landscape with fishermen and wayfarers

    Oil on canvas

    On the back circular label "Accorsi Pietro Antichità - Via Po 55 - Turin" repeated in two copies.

    The first one without inventory numbers is on the reverse frame at the bottom left

    The second, on the frame at the bottom right, has handwritten numbers in the center (n ° 12/42) 

    35 x 45,5 cm


    Non è certo che sia stato allievo di Claude Joseph Vernet e poi di Charles Francois Lacroix (detto Lacroix di Marsiglia), ma sicuramente ne è stato coinvolto artisticamente dall'arte dei due artisti francesi. Vernet, che per conto di Luigi XV, aveva dipinto una serie di quindici porti francesi è stato il modello di Fidanza. Francesco con le sue atmosfere irrequiete, ricche di suggestioni cromatiche, è da ritenersi l’anello di congiunzione tra il vedutismo di stampo veneziano e il paesaggio romantico che si apre al realismo e allle turbolenze interiori specchiate nella natura. La nostra opera è una dei molti notturni di Francesco Fidanza, l’ambientazione notturna, la luce della luna, il villaggio semi illuminato, il ponte e il falò sono tutti elementi di un paesaggio romantico e simbolista in cui l’artista specchia la sua sensibilità umana nella natura traendone un sentimento di mestizia leopardiana. Per questi stessi dati l’opera va collocata nella fase estrema dell’artista

  • Cajetan Roos o Gaetano Rosa (Roma 1690 - Vienna 1770)
    Lotto 8

    Cajetan Roos o Gaetano Rosa (Roma 1690 - Vienna 1770)

    Paesaggio con pastorella e gregge

    Olio su tela

    Landscape with herd and animals

    Oil on canvas

    65 x 81 cm


    Cajetan Roos, insieme al fratello Jacob, detto Rosa da Napoli (1682 - notizie fino al 1730), seguì le orme padre Philipp Peter detto Rosa da Tivoli, in seno al filone pittorico dedicato a soggetti pastorizi che li accumunava anche a Domenico Brandi. Cajetan rilegge le opere paterne con un fare pittorico più sciolto e una paletta rischiarata, tanto che le sue opere, più che scene di genere riconducibili all’ambiente bambocciante, ci appaiono più allineate ad un sentimento poetico e arcadico

  • Cajetan Roos o Gaetano Rosa (Roma 1690 - Vienna 1770)
    Lotto 9

    Cajetan Roos o Gaetano Rosa (Roma 1690 - Vienna 1770)

    Paesaggio con pastorella e gregge

    Olio su tela

    Landscape with herd and animals

    Oil on canvas

    65 x 81 cm


    Cajetan Roos, insieme al fratello Jacob, detto Rosa da Napoli (1682 - notizie fino al 1730), seguì le orme padre Philipp Peter detto Rosa da Tivoli, in seno al filone pittorico dedicato a soggetti pastorizi che li accumunava anche a Domenico Brandi. Cajetan rilegge le opere paterne con un fare pittorico più sciolto e una paletta rischiarata, tanto che le sue opere, più che scene di genere riconducibili all’ambiente bambocciante, ci appaiono più allineate ad un sentimento poetico e arcadico

  • Gaspar Rem o Gaspare Rem (Anversa 1542 - Venezia dopo 1616)
    Lotto 10

    Gaspar Rem o Gaspare Rem (Anversa 1542 - Venezia dopo 1616)

    Salome con la testa di San Giovanni Battista

    Olio su tela 

    Salome with the head of St. John

    Oil on canvas

    88 x 109 cm


    Gaspar Rem è nato ad Anversa, come lui stesso dichiara, qualificandosi “antverpienis” settanduenne, nell’autoritratto del Kunsthistoriches Museum di Vienna datato 1614. La sua prima formazione non ci è conosciuta e nemmeno la data del suo approdo a Venezia. Si può ipotizzare immaginabile che sia giunto negli anni sessanta del XVI secolo, visto che Hans Von Achen, nel 1574, giungendo in laguna va a chiedere lavoro nell’avviata bottega dell’anversese. Rem risulta iscritto alla Fraglia veneziana dal 1584 al 1615: l’ultimo dato in vita ci viene fornito dalle date del gruppo di dipinti eseguiti per il Collegio dei Mervcanti dei vini, datato dal 1611 al 1616. Dopo questa data non abbiamo più sue notizie. in alcune opere egli mostra un accostamento al Tintoretto, "Lavanda dei piedi del Duca d’Alba di Madrid", in un' interpretazione certo più elegante e manierata, soprattutto scevra dell’impatto chiaroscurale del veneziano. Nella figura della “Giuditta con la testa di oloferne”, recentemente scoperta e passata in asta fiorentina, si nota la sua profonda attenzione per il Veronese, soprattutto per la ricercatezza con la quale viene evidenziato il fastoso costume dell’eroina biblica. Per quanto concerne le sue esperienze paesaggistiche, va osservato come egli arrivi a risultati molto simili a Paolo Fiammingo, Pauwels Franck. E’ probabile che essi fossero in buoni rapporti, viste le loro origini comuni e l’attenzione di entrambi per l’arte di Paolo Veronese e Jacopo Tintoretto. La nostra opera palesa tutti gli ingredienti dell’arte di Rem, dalla figura elegante e ingioiellata di Salome, alla tipica pittura ruvida e ombratile usata per definire il servo che ci riconduce convintamente verso quell’ascendenza tintorettiana tante volte denunciata dal Rem. Va segnalata la somiglianza fisiognomica tra il volto della nostra Salome e la Giuditta precedentemente citata e passata in asta da Pandolfini l’11 ottobre 2017. Infine merita una nota il paesaggio che di apre oltre la finestra, tipicamente condotto alla fiamminga

  • Jan o Jean Peter Verdussen (Anversa  1700 circa - Avignon 1763) cerchia di - circle of
    Lotto 11

    Jan o Jean Peter Verdussen (Anversa 1700 circa - Avignon 1763) cerchia di - circle of

    Cavallo ferito durante battuta di caccia

    Cavalieri a caccia

    Coppia di dipinti olio su tela

    Horse injured during a hunting trip

    Knights on the hunt

    A pair of oil on canvas 

    37 x 31 cm


    Allievo e collaboratore del padre Jacob, Jan Peter Verdussen si trasferisce a Marsiglia in giovane età, dove si inserisce nella scena locale, diventando membro dell'Accademia locale. La lunga permanenza in loco gli ha trasferito il senso della piacevolezza decorativa francese e la capacità di escogitare bei fondali paesaggistici per le scene di battaglia, di caccia e galanti. Nelle sue opere si avvertono consonanze con Peter Van Bloemen e Christian Reder, sebbene le loro vite, ergo esperienze pittoriche, non si siano mai incrociate. In Italia opera per i Savoia negli anni ’40 al servizio di Amedeo III. Successivamente si sposa in Inghilterra, per poi ritornare definitivamente in Francia nel 1759

  • Tiziano Vecellio (1488 o 1490 - 1576) allievo/seguace di - follower
    Lotto 12

    Tiziano Vecellio (1488 o 1490 - 1576) allievo/seguace di - follower

    Ecce Homo

    Olio su tavola

    Ecce Homo

    Oil on panel

    75 x 54 cm


    Copia dal prototipo tizianesco conservato alla National Gallery of Ireland, che nel tempo ha ottenuto tanta fortuna, l'opera in esame si distingue per l'estrema qualità e la pennellata materica con cui è stata realizzata. La forte capacità espressiva, che cristallizza il solitario dolore di Gesù, lascia intendere che sia stata eseguita da un artista perfettamente e profondamente a conoscenza dell'arte e della tecnica tizianesca e non di un semplice copista. Quindi, in via del tutto prudenziale viste le sopraccitate qualità, l'opera è da assegnare alla produzione della stretta cerchia del Tiziano; probabilmente realizzata nella sua bottega sotto il suo diretto controllo oppure, qualche anno dopo, da uno dei suoi migliori allievi

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ARGENTI, DIPINTI, ICONE ED OGGETTI D'ARTE


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