ARGENTI, DIPINTI, ARTE ORIENTALE ED OGGETTI D'ARTE

ARGENTI, DIPINTI, ARTE ORIENTALE ED OGGETTI D'ARTE

martedì 10 novembre 2020 ore 14:30 (UTC +01:00)
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Lotti dal 49 al 96 di 498
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  • Scuola Genovese del XVIII secolo
    Lotto 49

    Scuola Genovese del XVIII secolo
    Putti
    Coppia di dipinti su vetro
    Genoese school of the eighteenth century
    Putti
    Pair of paintings on glass
    25x33 cm

  • Scuola Veneziana del XVIII secolo
    Lotto 50

    Scuola Veneziana del XVIII secolo

    Veduta del Canal Grande

    Olio su tela

    Venetian School of the 18th century

    View of the Grand Canal

    Oil on canvas

    37 x 29 cm

  • Scuola Italiana del XVIII secolo
    Lotto 51

    Scuola Italiana del XVIII secolo
    San Giovanni
    San Luca
    Due oli su tela
    Italian School of the 18th century
    Saint John
    San Luca
    Two oil paintings on canvas
    86,5 x 68 cm

  • Maestro Veneto Cretese del XVI secolo
    Lotto 52

    Maestro Veneto Cretese del XVI secolo
    Ecce Homo
    Tempera su tavola a fondo oro
    Venetian Cretan master of the sixteenth century
    Ecce Homo
    Tempera on panel with gold background
    37 x 27,5 cm

    La scuola cretese Post-Bizantina si distingue dalla sua matrice costantinopolitana d’origine, gli artisti si organizzano nella corporazione locale di San Luca, stabilisce i propri criteri artistici e ne organizza la loro produzione con l'istituzione di vere e proprie scuole di insegnamento, apprendistato e avviamento alla professione. Questa nuova organizzazione permette un ricambio generazionale garantito e costante nonché, indirettamente, fa in modo che l’iconografia post-bizantina, liberata dai severi codici artistici, fiorisca, si rinnovi e si propaghi nei secoli successivi.
    La richiesta di icone è molto viva, soprattutto dovuta al fatto che sia a oriente e sia a occidente persiste la convinzione che l'immagine sacra dell’icona greca sia fedele all'immagine divina. La folla di committenti eterogenea, va dai mercanti d’arte dell’area mediterranea, ai conventi del Sinai o dei Balcani, dalle istituzioni ecclesiastiche italiane, ai nobili greci e veneziani; a soddisfare la grande mole di richieste, tra XVI e XVI secolo l’isola conta oltre centoventi pittori riconosciuti come maestri, uno stuolo cospicuo di artisti minori e di collaboratori di bottega. La bravura dei pittori cretesi è di saper distinguere e soddisfare le diverse esigenze dei richiedenti e lo fanno grazie ad una notevole abilità eclettica di dipingere in diverse maniere e stili. Il primo grande interprete è Andreas Ritzos che ha lasciato opere con un impianto rigorosamente bizantino, talvolta non disdegnava mescolare l’arcaico stile greco con inserti tipicamente veneziani. L’espressione ortodossa di Andreas mescolati con timidi inserimenti veneziani è continuata dal figlio Nicolas Ritzos, essi furono per molti versi gli iniziatori della nuova scuola cretese post-bizantina. Contemporaneo a Nicola sono Andreas Pavias e i suoi allievi tra cui spicca Angelos Bizzamanos. Il loro stile è arcaico e segue gli antichi dettami ma sicuramente segna l’influsso del gotico occidentale con il suo pathos realista. Fine miniaturista e molto incline alle suggestioni belliniane e al nuovo corso dettato dal Donatello a Padova, si mostra Nicola Tzafuris; egli risulta essere il primo artista realmente convinto dei modi occidentali-veneziani. I pittori greci, nella prima metà del XVI secolo, uscirono dall’isola e portarono la loro arte in terre lontane come nel caso del monaco pittore chiamato Bathas, al secolo Theophanes Strelitzas, che si prodigò nel nord della Grecia. Michele Damaskinos, invece, lavora a Creta spedendo opere in Grecia, nel Sinai e in Italia presso le comunità greche di Puglia. Il dato più significativo, comunque, è il suo trasferimento a Venezia ove opera per la folta comunità greca. Il suo enorme successo è, come di prassi per questi artisti, dovuto all'abilità sensazionale di adattare il suo stile, passando dall’osservanza greca ortodossa a inserire elementi copiati fedelmente da Jacopo Bassano. Con il suo essere eclettico riusciva egregiamente a soddisfare i desideri dei committenti sparsi ovunque in area mediterranea. Con Giorgio Klotzas arriviamo a toccare il XVII secolo visto che egli muore nel 1608. Noto quanto Damaskinos, egli lo superava per raffinatezza culturale e tecnica, oltre a dipingere icone era un abilissimo miniaturista nonché decoratore di codici. Con questi due ultimi esponenti oramai l’icona greca si volge all’arte veneziana e travalica la sua originale forma di rappresentazione simbolica per passare al metodo illustrativo-narrativo occidentale. I modi di questi due artisti imperversano per tutto il XVII secolo a Creta, a Venezia e ovunque vi fosse un iconografo aggiornato alla scuola post-bizantina

  • Giuseppe Molteni ( Affori 1800 - Milano 1857 )
    Lotto 53

    Giuseppe Molteni ( Affori 1800 - Milano 1857)
    Ritratto di nobiluomo
    Olio su tela
    Portrait of a nobleman
    Oil on canvas
    40x45 cm

  • Francesco Mancini (Sant'Angelo in Vado 1679 - Roma 1758)
    Lotto 54

    Francesco Mancini (Sant'Angelo in Vado 1679 - Roma 1758)
    Flora
    Olio su avorio
    Oil on ivory
    Diametro 5,5 cm

    Si ringrazia il Professore Alessandro Delpriori che conferma l’autografia dell’opera.

    La miniatura si caratterizza per l’altissima qualità esecutiva. Interessante notare come l’autore ponga delle eleganti variazioni in rapporto alla celeberrima opera su tela.
    Notiamo qualche leggera differenza nell’esecuzione del manto, mentre risulta di eccezione finezza la variante esecutiva nei capelli. L’autore, infatti, semplifica il cerchio fermacapelli e acconcia con una sottile treccia il biondo capo, incoronandolo dalla fronte sino allo chignon.


  • Moritz Michael Daffinger (1790-1849)
    Lotto 55

    Moritz Michael Daffinger (1790 -1849)
    Ritratto di giovane donna
    Olio su avorio
    Young woman portrait
    Oil on ivory
    85x65 mm

  • Seguace di Cesare da Sesto (1447 - 1523)
    Lotto 56

    Seguace di Cesare da Sesto (1447 - 1523)
    San Girolamo penitente nel deserto
    Olio su tela
    Follower of Cesare da Sesto (1447 - 1523)
    St. Jerome Penitent in the Desert
    Oil on canvas
    120x107 cm

    L'opera è una replica fedele della nota tela di Cesare da Sesto conservata al Museo di Stoccolma. La raffinatezza espressiva e l'attenta realizzazione del corpo dell'eremita fanno pensare ad un artista di assoluto livello che ha riprodotto il capolavoro del pittore di Sesto Calende.

  • Apollonio Facchinetti, detto Apollonio Domenichini alias Maestro della Fondazione Langmatt (Venezia 1715 - 1770 c.)
    Lotto 57

    Apollonio Facchinetti, detto Apollonio Domenichini alias Maestro della Fondazione Langmatt (Venezia 1715 - 1770 c.)
    Piazza San Marco
    Olio su tela
    Oil on canvas
    35 x 55 cm

    La serie di tredici vedute veneziane della Fondazione Langmatt di Baden, in Svizzera, sono state per decenni fonte di ricerca e discussione per gli studiosi. Le opere si caratterizzano per le impaginazioni canalettiane e per le colorate figurine trattate alla Ricther. Inoltre, la serie mostra stingenti affinità con Marieschi, come dimostra la profonda fuga prospettica, e la sua feconda bottega come si evince dalla trama cromatica fredda cara all’Albotto. Il linguaggio dotto e complesso dell’artista nasce dunque dall’attento esame dei vedutisti veneziani del XVIII secolo, ed è merito di Dario Succi e al suo indefesso impegno se da qualche decennio l’enigmatico e virtuoso maestro ha un nome: Apollonio Facchinetti detto Domenichini.
    La nostra opera mostra Piazza San Marco vista dal bacino antistante il molo cogliendo la massima espansione prospettica verso la Torre dell’Orologio. La una luce calda del tramonto pervade con un aureo manto gli edifici e rende brillanti le vesti dei personaggi che compostamente passeggiano.
    L’opera, in patina, grazie alla sua squisita qualità pittorica esalta sia l’esattezza del tratto con cui è precisamente raffigurato ogni elemento architettonico, sia la felice verve realizzativa delle figurine, creando un insieme di estasiata quiete serale.

  • Giuseppe Zais (1709 - 1784)
    Lotto 58

    Giuseppe Zais (1709 - 1784)
    Paesaggio con Antica torre
    Tempera/gouache su carta
    Provenienza:
    W. Appolloni
    Landscape with Ancient tower
    Tempera / gouache on paper
    Provenance:
    W. Appolloni
    27 x 37 cm

    Giuseppe Zais è uno dei paesaggisti principali del panorama veneziano del Settecento. Giunto dalle valli bellunesi in laguna inizia a dipingere seguendo gli esempi del conterraneo Marco Ricci. In un secondo tempo addolcisce le sue scene campestri seguendo la moda di gusto francese imposta con l’arrivo di Zuccarelli a Venezia. Con la dipartita di quest’ultimo per l’Inghilterra per qualche anno Zais assume il palco d’onore in seno al paesaggismo veneto d’arcadia. La nostra opera, perfettamente conservata rappresentativa dei massimi livelli espressivi raggiunti da Giuseppe, va datata intorno agli anni ’40 del Settecento. In questo periodo il nostro pittore è all’apice della sua carriera, dipinge mantenendo i capisaldi del paesaggismo barocco desunto da Marco Ricci, quali l’antica torre diruta e la scoscesa roccia da cui sgorga la casata e al contempo inserendo elementi che riflettono la poesia arcadica quali il placido scorrere del fiume, il dolce paesaggio pedemontano e l’umile famiglia che serenamente si riposa ai margini del corso d’acqua

  • Bernardino Bison (1762 - 1844)
    Lotto 59

    Giuseppe Bernardino Bison (1762 - 1844)
    Paesaggio con tre figure
    Olio su tela
    Landscape with three figures
    Oil on canvas
    48,5x61,5 cm.

    Bison inizia la sua formazione presso il pittore bresciano Gerolamo Romani, poi a Venezia con Costantino Cedini, ma entrambi i maestri lasciano poca impronta sul giovane artista. Dopo aver soggiornato a Ferrara opera sovente nell’entroterra veneto, mentre allo scadere del secolo lo troviamo operare a Trieste. Nel 1831 si trasferisce a Milano città dove muore nel 1844. La splendida opera, completamente inedita e da aggiungere al patrimonio pittorico di Bison, è caratterizzata dal colorismo smagliante e da una composizione sapientemente equilibrata. Questa tela è da ritenersi un documento molto interessante della sua fase più tarda, ovvero del periodo milanese che va dal 1831 al 1844. In essa non sfugge il richiamo alla pittura del Settecento veneto e all’amato Zuccarelli.

  • Scuola veronese del XVII secolo
    Lotto 60

    Scuola veronese del XVII secolo
    Apparizione della Madonna e Gesù bambino a Sant'Antonio da Padova
    Olio su lavagna
    Importante cornice originale con cimasa in argento sbalzato ad effige di Sant'Antonio.
    Veronese school of the seventeenth century
    Apparition of the Madonna and Child to Sant'Antonio da Padova
    Oil on blackboard
    Important original frame with embossed silver fret with the effigy of Sant'Antonio

    41,5 x 30,5 cm

    I pittori veronesi dell'ultima generazione del Cinquecento sono accomunati da due due fattori completamente differenti. Il primo, puramente tecnico, di aver dipinto su lavagna, di ardesia detta anche pietra di paragone, la seconda di essere quasi tutti deceduti durante il contagio di peste del 1630. Muoiono Pasquale Ottino, Pietro Bernardi, Sante Creara e Marcantonio Bassetti, mentre sopravvivono perchè fuori città Claudio Ridolfi, Alessandro Turchi detto l'Orbetto e Fra Semplice da Verona. A Questi va aggiunto il maestro principale del tardo manierismo veronese ovvero Felice Brusasorzi o Brusasorci, più anziano della generazione sopraccitata il loro maestro di riferimento, almeno nei primi rudimenti pittorici. L'opera, giunta sana nel suo supporto e in ottimo stato di conservazione pittorica, vanta una importante cornice con cimasa in argento sbalzato, raffigurante Sant'Antonio, che ci dimostra l'importanza avuta sin dal suo concepimento. L'opera oltre ai canoni espressivi tardo manieristi della scuola veneta e veronese nella fattispecie, mostra una forte componente di espressività drammatica che inducono a pensare che l'autore fosse edotto della contemporanea scuola pittorica milanese.

  • Scuola Italiana del XVIII secolo da Raffaello
    Lotto 61

    Scuola italiana del XVIII secolo da Raffaello
    Madonna del Velo
    Olio su tavola
    Italian school of the 18th century from Raphael
    Madonna of the Veil
    Oil on panel
    114 x 94 cm

  • Scuola Toscana del XVII secolo
    Lotto 62

    Scuola Toscana del XVII secolo
    Lot e le figlie fuggono da Sodoma in fiamme
    Olio su vetro
    Tuscan school of the 17th century
    Lot and his daughters flee from burning Sodom
    Oil on glass
    35 x 37 cm

    Secondo la narrazione del Libro della Genesi, Lot diede ospitalità nelle propria casa a due angeli di aspetto maschile, offrì le proprie figlie vergini alla folla di Sodoma, per salvare i due angeli. Di contro, gli angeli ostacolarono la folla per dare alla famiglia di Lot il tempo di allontanarsi dalla città, prima della distruzione divina con fuoco e zolfo. Lot fugge con la moglie e due delle quattro figlie, la sposa di Lot rivolse lo sguardo indietro e rimase pietrificata in una statua di sale, mentre Lot e le figlie giunsero a Zoar, rifugiandosi in una grotta di montagna.
    L'opera racconta esattamente l'allontanamento della famiglia da Sodoma in fiamme e tra la città e le tre figure in primo piano si scorge la sagoma bianca della moglie pietrificata. Il dipinto realizzato su vetro e conservato in una cornice di assoluto rilievo, è da iscrivere alla scuola toscana del XVII/XVIII secolo.

  • Girolamo da Santacroce (San Pellegrino Terme 1490 - Venezia 1556)
    Lotto 63

    Girolamo da Santacroce (San Pellegrino Terme 1490 - Venezia 1556)
    Sacra Famiglia
    Olio su tavola
    The Holy Family
    Oil on panel
    82 x 64,5 cm

    L'opera è saldamente riferita ai canoni espressivi di Giovanni Bellini e della sua bottega come dimostrano le opere "Madonna con il Bambino benedicente tra santi" opera firmata del maestro e conservata nella chiesa di San Francesco della Vigna a Venezia, oppure il dipinto di Bottega belliniana "Madonna con Gesù bambino benedicente tra santi", conservato all'Accademia Carrara di Bergamo. In queste due opere il Bimbo è ripreso nella medesima movenza e postura della nostra opera.
    Ad una analisi attenta la pregevole tavola, nel folto panorama dei "pittori belliniani", trova perfetta aderenza esecutiva e stilistica con le opere del maestro lombardo e veneziano d'adozione Girolamo da Santacroce.
    La pennellata fluida e sottile, il panneggio spigoloso, l'aspetto serafico e monumentale dei personaggi nonché il San Giuseppe con copricapo orientale sono elementi inconfondibili della sua espressione artistica

  • Bottega o allievo di Tiziano (1488 o 1490 - 1576) XVI-XVII secolo
    Lotto 64

    Bottega o allievo di Tiziano (1488 o 1490 - 1576) XVI-XVII secolo
    Ecce Homo
    Olio su tela
    Workshop or follower of Titian (1488 or 1490 - 1576) 16th-17th century
    Ecce Homo
    Oil on canvas
    65x50 cm

    Copia dal prototipo tizianesco conservato al Prado, che nel tempo ha avuto tanta fortuna, l'opera in esame si distingue per l'estrema qualità e la pennellata materica con cui è stata realizzata. La forte capacità espressiva, che cristallizza il solitario dolore di Gesù, lascia intendere che sia stata eseguita da un artista perfettamente e profondamente a conoscenza dell'arte e della tecnica tizianesca e non un di semplice copista. Quindi, in via del tutto prudenziale viste le sopraccitate qualità, l'opera è da assegnare alla produzione della stretta cerchia del Tiziano; probabilmente realizzata nella sua bottega sotto il suo diretto controllo oppure, qualche anno dopo, da uno dei suoi migliori allievi. Di conforto alla tesi esposta va segnalata un'opera identica per qualità e finezza realizzativa, tanto da ipotizzare che si tratti della stessa mano, conservata al Museo di Chiari, Galleria Repossi, presentata come eccelsa replica di bottega.




  • Andrja Medulic, Andrea Meldolla detto Andrea Schiavone o lo Schiavone (1510/1515 - 1563)
    Lotto 65

    Andrija Medulic, Andrea Meldolla detto Andrea Schiavone o lo Schiavone (1510/15 - 1563)
    Il giudizio di Paride
    Olio su tavola
    The judgment of Paris
    Oil on panel
    43x136 cm

    Nato a Zara intorno agli anni 1510-15 in Dalmazia, motivo per cui, trasferitosi a Venezia, viene soprannominato “Schiavone”, nomignolo che definiva i dalmati. In realtà era un italiano nato in Dalmazia, essendo i genitori, originari della cittadina romagnola di Meldola, vicino a Forlì. Il padre Simone, infatti, ricopre in quegli anni la carica di conestabile della Serenissima nella città di Zara. Le scarne notizie biografiche sullo Schiavone rendono piuttosto oscura la ricostruzione della sua formazione artistica anche se da note stilistiche è plausibile un apprendistato in terra emiliana e in particolare presso il Parmigianino. Grazie a Giorgio Vasari conosciamo la sua prima opera di pittura documentata dalle fonti, e oggi perduta. Come si deduce dalle Vite fu commissionata da Giorgio Vasari stesso nel 1540 per farne omaggio a Ottaviano de’ Medici. In questi anni, comunque, lo Schiavone piuttosto che dedicarsi alla pittura affina l’arte incisoria e probabilmente questo lunga attività grafica gli conferisce” una linea fluida e guizzante, elegantemente decorativa, che sintetizza liberamente le forme schizzando i profili delle figure con un incedere rapido e nervoso, senza peraltro che il virtuosismo disegnativo si risolva in composizioni soverchiamente elaborate” come annota acutamente Luca Bortolotti. Databili al principio degli anni Quaranta sono una serie di dipinti I dipinti ove salda l’elegante lezione parmigianinesca con la pittura veneziana e di Giorgione in particolare. Esemplificativi di questo periodo sono pure la serie di quattro tavolette del Kunst¬historisches Museum di Vienna con due Storie di Apollo e due Storie di Giove (con ogni probabilità formelle che decoravano un cassone o un armadio). Del 1547 è l’unico lavoro datato e firmato («Andrea Meldolla inventor»), ovvero l’acquaforte “Ratto di Elena”, in cui traspare chiaramente come l’artista fosse a conoscenza dell’operato del Raffaello e della “Battaglia di Costantino” delle Stanze vaticane in particolare. Gli anni Cinquanta vedono la piena maturazione dell’artista, produce autentici capolavori come “Le nozze di Cupido e Psiche” oggi al Metropolitan Museum di New York. Dipinge in maniera rapida e abbozzata, la sua pittura fa scuola, ma anche scalpore, tanto che alcuni stigmatizzano l’eccessiva sommarietà nell’esecuzione. Negli anni successivi, la sua irruenza si placa e si nota un ordine pittorico e una ritmica più classicamente veneziana e tizianesca nella fattispecie, come nel grande “Giudizio di Mida” oggi nelle Royal Collections di Hampton Court a Londra, oppure nella “Sacra Famiglia con s. Caterina del Kunst¬historisches Museum di Vienna. La notorietà e l’apprezzamento ufficiale per lo Schiavone si registra nel 1557, quando lavora al soffitto della Biblioteca Marciana di Venezia congiuntamente alle migliori personalità pittoriche del momento. Nell’ultima fase della sua vita si susseguono le commissioni pubbliche e opere realizzate per il raffinato collezionismo privato. Sono gli anni in cui realizza pannelli per il decoro di armadi, cassoni e spalliere, nonché piccoli dipinti di dal soggetto mitologico dando prova dei suoi più alti vertici qualitativi ed espressivi.
    La nostra opera è indiscutibilmente un capolavoro dell’artista in quanto rappresenta la sintesi perfetta dell’apice raggiunto dall’arte Meldolla: le splendide figure femminili rappresentano la testimonianza del suo amore per il Parmigianino e per la sua innata propensione per la pittura immediata e sciolta, mentre il fiabesco paesaggio di quinta, da prova della sua profonda comprensione del magistero di Tiziano. A nostro giudizio, siamo di fronte ad un’opera eseguita alla fine degli anni Cinquanta del XVI secolo, ovvero al momento di massima creatività e qualità dello Schiavone.

  • Hendrick Van Somer ( Lokeren 1607 - Napoli 1656) .
    Lotto 66

    Hendrick van Somer (Lokeren 1607- Napoli 1656)
    San Girolamo
    Olio su tavola ovale
    Oil on oval panel
    42 x 32 cm

    L’ottima tavola rappresenta san Gerolamo nell’atto di scrivere, la scena si svolge nella penombra di una grotta e dietro il santo si scorge un piccolo brano paesaggistico.
    Tra le molte presenze straniere van Somer è da annoverare tra le più significative personalità presenti a Napoli nel corso del primo Seicento. Giunto nel 1624 lo ritroviamo nella bottega del Ribera al quale si rifà sovente nei modelli grafici, anche se è evidente che oltre al maestro spagnolo osserva con attenzione anche Caravaggio. Nei decenni successivi van Somer medita sul panorama pittorico che lo circonda ammorbidendo le tensioni tenebrose e naturalistiche di Ribera e Caravaggio per una pittura neo-veneta basata sulla forza espressiva del colore.
    La nostra opera mostra il complesso linguaggio di Somer con la radice riberesca evidente nella scelta del soggetto, l’espressività drammatica del vecchio braccio posto in netta evidenza, il tutto orchestrato con una tavolozza scarna che mette in risalto la forza simbolica del manto rosso che copre l’anziano santo meditabondo.
    Precisi punti di convergenza realizzativa li troviamo nel teschio del nostro dipinto che ricalca esattamente quello presente nel capolavoro del Somer “San Girolamo” conservato a Roma presso la Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Barberini. Inoltre, da considerare è la congruenza di come l’artista tratti il cielo, tingendolo rosa e solcato le leggere striature nuvolose riscontrabili nel “San Girolamo” di collezione privata pubblicato a pag. 252 da Giuseppe Porzio in “La scuola di Ribera” (Arte’m, Napoli 2014), del quale pare condivida anche la datazione alla fase tarda dell’artista.


  • Federico Bencovich (1677-1753)attribuito
    Lotto 67

    Federico Bencovich (1677 - 1753) attribuito
    Transito di San Francesco
    Olio su tela
    Passage of San Francesco
    Oil on canvas
    48 x 28 cm

    L'opera con tutta probabilità è lo studio preparatorio per qualche dipinto di più ampie dimensioni. Nel suo piccolo formato, comunque, impressiona per la capacità di esecuzione tanto svelta quanto decisa, sicuramente in grado di far percepire il momento di patetica drammaticità. Artista di origine dalmata opera, dopo un apprendistato presso Cignani, tra Venezia, la Germania e Austria divenendo una delle più importanti personalità pittoriche del tempo e lasciando dietro a sé un' influenza di cui risentono molti pittori austriaci, tirolesi e tedeschi. Tra i maggiori eredi della sua arte vanno ricordati Franz Anton Maulpertsch e Paul Troger. Come in tutte le sue opere una importanza fondamentale è data dalla gelida luce che pervade l'opera, essa fa traslare l'episodio in una dimensione sospesa e patetica. Forte della sua pennellata scattante e convulsa egli si distingue nel panorama del primo settecento veneziano prendendo le distanze sia dal naturalismo del Piazzetta sia dalle dalle altisonanti composizioni dei maestri rococò, Ricci, Pellegrini, Diziani, preferendo un percorso solitario e improntato in un ritrovato manierismo oscuro e drammatico.

  • Sinibaldo Scorza (1589-1631)
    Lotto 68

    Sinibaldo Scorza (1589 - 1631)
    Passaggio del Mar Rosso
    Olio su tela
    Passage of the Red Sea
    Oil on canvas
    46 x 67 cm

    L'opera, conservata in collezione privata come autografa dello Scorza, presenta un tema caro al pittore di Voltaggio e una tecnica pittorica che induce a confermare la paternità a Sinibaldo. Giunto ragazzetto a Genova, si applica nella bottega di Giovan Battista Paggi, dopo varie vicissitudini dovute alla guerra tra i Savoia e Genova, nel 1627 fa ritorno definitivo a Genova. Oltre a paesaggista e miniaturista egli, al pari di Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto e Anton Maria Vassallo, è ricordato per la produzione di pittura di animali. I suoi dipinti su tela si caratterizzano per la pittura meno meticolosa, più sciolta e spontanea se paragonata alla sua produzione su rame o alle sue miniature; sul supporto tessile egli alla realtà oggettiva preferisce e una dimensione soffusa e pervasa di grazia fiabesca.

  • Scuola Italiana del XVII secolo
    Lotto 69

    Scuola Italiana del XVII secolo
    Assunta
    Olio su tela
    Italian School of the 17th century
    Assunta
    Oil on canvas
    93x81 cm

  • Giuseppe Bernardino Bison (1762 - 1844)
    Lotto 70

    Giuseppe Bernardino Bison (1762 - 1844) Anfratto roccioso con pescatore e viandanti
    Tempera/guache su carta
    Rocky ravine with fisherman and wayfarers
    Tempera / guache on paper
    48,5 x 61,5 cm

    Bison inizia la sua formazione a Brescia presso il pittore Gerolamo Romani, poi a Venezia con Costantino Cedini. Dopo aver soggiornato a Ferrara opera sovente tra il territorio padovano e trevigiano, mentre allo scadere del secolo lo troviamo operare a Trieste. Nel 1831 si trasferisce a Milano città dove muore nel 1844. Bison è da considerare l'anello di congiunzione, non solo biograficamente, tra il paesaggio veneto del Settecento, l'arcadia di Francesco Zuccarelli in primis, e l'espressione paesaggistica romantica. Il nostro paesaggio va ricondotto alla produzione eseguita tra la fine del Settecento e il primo decennio dell'Ottocento, quando emergono chiare le suggestioni protoromantiche rosiane, mediate tramite le incisioni di Marco Ricci.

  • Bottega di Giovanni Francesco Guarnieri detto il Guercino (1591 - 1666)
    Lotto 71

    Bottega di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino (1591 - 1666)
    Ecce Homo
    Olio su tela
    Workshop of Giovanni Francesco Barbieri known as Guercino (1591 - 1666)
    Ecce Homo
    Oil on canvas
    62,5x49,5 cm.

    La splendida opera è replica di bottega del celebre “Ecce Homo” dipinto dal Guercino nel 1644 e oggi conservato alla Galleria Nazionale di Arte Antica di Palazzo Corsini a Roma. Dipinto dall’artista dopo il suo ritorno a Bologna, come riporta il Libro dei Conti del Barbieri, esso fa chiaro riferimento all’omonima opera realizzata da Guido Reni. La nostra opera dimostra una fedeltà assoluta al modello originale e una finezza pittorica che induce ad attribuirla alla bottega ovvero al nucleo di pittori che lavoravano a stretto contatto del maestro centese. La bottega bolognese di Guercino contava nel sodalizio famigliare fatto dal fratello Paolo Antonio e il cognato Ercole Gennari con l’aggiunta del fratello di quest’ultimo, Bartolomeo. Per l’impresa familiare legata al Guercino furono anni di intensa produzione, oltre alle opere del maestro sortirono dalla bottega molte copie che andavano a sodisfare l’ampia richiesta di mercato. Al nucleo primitivo con glia anni si sono aggiunti figli di Ercole Gennari, Cesare e Benedetto. Grazie a loro la bottega del Guercino vive ben mezzo secolo dopo la sua morte, spegnendosi, nel 1715, con la dipartita del talentuoso Benedetto.

  • Scuola Lombarda del XVII/XVIII secolo
    Lotto 72

    Scuola Lombarda del XVII/XVIII secolo
    Santa Maria Maddalena penitente
    Olio su tela
    Lombard school of the 17th/18th century
    Saint Mary Magdalene penitent
    Oil on canvas
    182x252 cm

    Proveniente da nobile famiglia lombarda, la notevole tela va registrata come espressione superlativa del secondo Seicento milanese. L'opera gelosamente custodita non è mai stata studiata e mostra a nostro giudizio due marcate influenze. La prima ci porta verso Filippo Abbiati, pittore dall'ampio bagaglio formativo che vedeva associate la scuola veneta e genovese. Di queste ritroviamo la vivacità del chiaroscuro e l'estro dinamico compositivo che ricorda da una parte Antonio Zanchi dall'altra Valerio Castello. Il secondo filone d'indagine ci porta verso Giovanni Stefano Danedi detto Il Montalto, elegante e compito pittore che al dinamismo compositivo preferiva dare forme di plastica monumentalità alle sue figure, talvolta accompagnate da quinte paesaggistiche dai toni cupi e serali.

  • Bottega dei Vivarini Venezia XV/XVI secolo
    Lotto 73

    Bottega dei Vivarini Venezia XV/XVI secolo
    San Basiano
    Olio su tavola
    Restauri
    Vivarini workshop Venice 15th/16th century
    Oil on panel
    Restoration
    54x141 cm

    San Bassiano o Bassano è un santo venerato dalla Chiesa Cattolica, vissuto nel IV secolo. E' il patrono della città di Lodi, Pizzighettone e Bassano del Grappa a cui da anche il nome.
    L'opera s'impone la forte connotazione ieratica data dalla statuaria frontalità del Santo Vescovo benedicente. L'immagine è addolcita dall'elegante decoro fiorito: dipinto nelle vesti e realizzato a rilievo in pastiglia sul fondo poi dorato. L'analisi di queste peculiarità ci inducono a posizionare l'opera in ambito veneziano del XIV secolo e in particolare presso i Vivarini. .Di origine padovana i Vivarini operarono a Murano dal quarto decennio del Quattrocento sino ai primi anni del Cinquecento. Antonio Vivarini è il più anziano dei tre e viene ricordato per aver dipinto a fresco, aiutato da Giovanni d'Allemagna, suo cognato, parte della cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani a Padova..Nel quinto decennio entra in attività Bartolomeo Vivarini, fratello di Antonio, che sostituisce il cognato defunto, influenzando il fratello maggiore, certamente meno capace artisticamente e meno predisposto ad aggiornare il fare pittorico sotto la spinta del gotico fiorito. Bartolomeo imprime un'accelerazione imprenditoriale alla ditta di famiglia e nella seconda metà del secolo dirige una nutrita e valida bottega ove operano Quirizio e Andrea da Murano, Leonardo Boldrini e Lazzaro Bastiani. Alvise, figlio di Antonio e nipote di Bartolomeo, è l'ultimo esponente della famiglia ed egli traghetta la tradizione dei Vivarini sino al XVI secolo, morendo nel 1502. Egli parte dalle salde basi di famiglia e al gotico gentile dello zio Bartolomeo per passare ad un fare pittorico fortemente influenzato da Antonello da Messina, giunto a Venezia nel 1474, tanto da essere ritenuto il traduttore veneto delle asprezze nordiche portate dal grande maestro siculo.

  • Scuola Lombarda del XVII/XVIII secolo
    Lotto 74

    Scuola Lombarda del XVII/XVIII secolo
    Ercole, Deianira e il centauro Nesso
    Olio su tela
    Restauri
    Lombard school of the 17th/18th century
    Hercules, Deianira and the centaur Nessus
    Oil on canvas
    Restorations
    192x252 cm

  • Cerchia di Gerolamo Muziano XVI/XVII secolo
    Lotto 75

    Cerchia di Girolamo Muziano XVI/XVII secolo
    San Girolamo penitente
    Olio su tela applicata su cartone
    In bella cornice d'epoca dorata e laccata
    Circle of Girolamo Muziano XVI / XVII century
    Penitent Saint Jerome
    Oil on canvas applied on cardboard
    In beautiful gilted and lacquered antique frame
    24 x 18 cm

  • Scuola Inglese del XIX secolo
    Lotto 76

    Scuola Inglese del XIX secolo
    Ritratto di gentiluomo
    Olio su tela
    Iscrizione al retro
    English school of the 19th century
    Portrait of a gentleman
    Oil on canvas
    Inscription on the back
    92x71 cm

  • Scuola Italiana del XVIII secolo
    Lotto 77

    Scuola Italiana del XVIII secolo
    Ritratto di nobiluomo
    Olio su tela
    Firmato e datato 1742
    Italian school of the 18th century
    Portrait of a nobleman
    Oil on canvas
    Signed and dated 1742
    104x80 cm

  • Scuola Italiana del XVIII secolo
    Lotto 78

    Scuola Italiana del XVIII secolo
    Ritratto di nobildonna
    Olio su tela
    Italian achool of the 18th century
    Portrait of a noblewoman
    Oil on canvas
    97x75 cm

  • Leon Zimermann
    Lotto 79

    Leon Zimermann
    Ritratto di Giovan Anton Rascho
    Olio su tela
    Firmato e datato 1737 al retro
    Portrait of Giovan Anton Rascho
    Oil on canvas
    Signed and dated 1737 on the back
    76x52 cm

  • Scuola Italiana del XIX secolo
    Lotto 80

    Scuola italiana del XIX secolo
    Notturno con viandanti che pregano
    Olio su tela
    Firmato "G. Baliviera" in basso a sinistra
    Italian school of the 19th century
    Nocturne with praying wayfarers
    Oil on canvas
    Signed "G. Baliviera" in the lower left corner
    41x34 cm

  • Scuola Italiana del XIX secolo
    Lotto 81

    Scuola Italiana del XIX secolo
    Portico con mendicanti
    Olio su tela
    Italian school of the nineteenth century
    Beggars in the arcade
    Oil on canvas
    41x34 cm

  • Scuola Italiana del XIX secolo
    Lotto 82

    Scuola Italiana del XIX secolo
    Interno di chiesa
    Olio su tela
    Firmato "Caligo" in basso a destra
    Al retro sul telaio reca iscrizione "G.Baliviera"
    Italian school of the nineteenth century
    Church interior
    Oil on canvas
    Signed "Caligo" lower right
    On the back on the frame bears the inscription "G.Baliviera"
    41x34 cm.

  • Scuola Italiana del XVIII secolo
    Lotto 83

    Scuola italiana del XVIII secolo
    Resurrezione di Lazzaro
    Tempera su carta o pergamena
    Italian school of the 18th century
    Resurrection of Lazarus
    Tempera on paper or parchment
    207 x 143 mm

    L'opera si riferisce al sesto affresco del registro superiore della parete detta gaudenziana della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Varallo dipinta da Gaudenzio Ferrari.


  • Scuola Fiamminga del XVII/XVIII secolo
    Lotto 84

    Scuola Fiamminga del XVII/XVIII secolo
    Festa campestre
    Olio su rame
    Reca firma apocrifa: Watteau
    Flemish school of the seventeenth/eighteenth century
    Country party
    Oil on copper
    17,5 x 20 cm
    Bears apocryphal signature: Watteau

    Il soggetto delle feste paesane e/o degli interni di taverna nasce nel Seicento nelle Fiandre e Olanda, adottando temi di depravazione, ebbrezza e stoltezza, i pittori mettevano a nudo, spesso con fare irrisorio, gli effetti dell’abuso di alcool e i suoi effetti. Adriaen Brouwe e David Teniers sono tra i primi a produrre soggetti di questo genere, nelle Fiandre, raggiungendo una elevata acutezza, così come la vena umoristica e grottesca. Nel 1651, il Governatore Generale, l'Arciduca Leopoldo-Wilhelm, invita David Teniers a lavorare alla Corte di Bruxelles con l'incarico di pittore di corte e di Direttore della Galleria d'Arte degli Spagnoli (che allora governavano Bruxelles. Fonda al contempo una bottega dove lavorano, tra gli altri, il fratello Abraham Teniers, Gillis van Tilborgh. L’opera per il vibrante cromatismo va datata tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, quando emuli e seguaci dei maestri della prima metà del secolo XVII, pur mantenendo fede alla vena moralistica degli inizi, sentono l’urgenza di rinnovare la pittura di genere con tinte più chiare fresche che preludono al rococò.

  • Jean Baptiste Pillement ( Lione 1728 -1808 )
    Lotto 85

    Jean Baptiste Pillement (1728 - 1808)
    Paesaggio fluviale con pescatori - firmato in basso a sinistra
    Pastori nei pressi di antiche rovine - firmato in basso a destra
    Pastelli su carta
    Le opere portano iscrizioni datate 1780 probabilmente riferite alla Collezione Pallard
    River landscape with fishermen - signed lower left
    Shepherds near ancient ruins - signed lower right
    Pastels on paper
    The works bear inscriptions dated 1780 probably referring to the Pallard Collection
    30x40,5 cm

    Maestro indiscusso del paesaggismo francese del Settecento J.B. Pillement è stata una figura d’artista errante. Per il suo pronunciato gusto arcadico egli è rientrato tra gli artisti che la regina Maria Antonietta ha voluto per la decorazione del Petit Trianon. I due pastelli con le loro rovine e la natura mediterranea che li caratterizzano ci inducono a pensare che le opere siano figlie del suo viaggio in Italia e delle suggestioni ricevute dal paesaggio laziale.

  • Alessandro Sanquirico (Milano 1777-1849)
    Lotto 86

    Alessandro Sanquirico (Milano 1777-1849)
    Giorno e Notte
    Coppia di tempere su tela
    Day and night
    Pair of tempera on canvas
    24,2x31,7 cm

  • Giacomo Guardi (1764 - 1835)
    Lotto 87

    Giacomo Guardi (1764 1835)
    Veduta di Piazza San Marco verso San Giorgio.
    Tempera/gouache su carta
    Al retro reca scritta autografa: Veduta della Piazzetta Giacomo de Guardi
    View of Piazza San Marco towards San Giorgio.
    Tempera / gouache on paper
    On the back it bears an autographed inscription: View of the Piazzetta Giacomo de Guardi
    11x16,5 cm

    Figlio del celeberrimo Francesco Guardi, Giacomo continua sulle tracce del padre a dipingendo vedute veneziane. Se ad olio imita pedissequamente Francesco nelle opere a tempera su carta egli assume un linguaggio del tutto personale. Emerge un pittore erudito che, oltre al padre, dimostra di conoscere i grandi vedutisti della generazione precedente alla sua: Carlevarijs, Canaletto, Bellotto, Marieschi. Da questi artisti coglie angoli prospettici traducendo la loro pittura aulica in narrazione popolare. Con Giacomo Guardi, ancor più dei Grubacs, Bison, Caffi, Querena, Venezia si spoglia del suo splendore convenzionale e appare vissuta da un popolo pigro e indolente all’aurea secolare degli edifici che lo circonda.


  • Bottega di Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato (1609 - 1685)
    Lotto 88

    Bottega di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato (1609 -1685)
    Madonna orante
    Olio su tela
    Workshop of Giovan Battista Salvi known as Sassoferrato (1609 -1685)
    Praying Madonna
    Oil on canvas
    48x37,5 cm

    L'opera variamente studiata è concordemente attribuita in via del tutto precauzionale, vista la sua importante qualità pittorica, alla bottega del Salvi. Probabilmente è stata eseguita sotto la sua direzione, senza escluderne l’intervento in taluni passaggi come lo splendido incarnato, oppure da qualche suo valente allievo, perfettamente a conoscenza del suo ductus pittorico, in data postuma alla morte maestro. Nato a Sassoferrato, nel versante orientale dell’Appennino in provincia di Ancona, il 25 agosto 1609, fu definito dal critico dell'arte Federico Zeri “un vero genio, il grande pittore dell'arte sacra del Cattolicesimo, dal Cinquecento ad oggi”. Nato in una famiglia per tradizione votata all'arte, suo padre oltre che essere pittore aveva una fabbrica di maioliche e la familiarità con quest'arte potrebbe aver determinato in seguito il particolare senso per il colore brillante e smaltato di Salvi. Parimenti determinanti per la sua formazione sono i modelli del naturalismo seicentesco, soprattutto Orazio Gentileschi e Giovanni Francesco Guerrieri, che Sassoferrato ha modo di studiare nella sua città natale e nelle vicinanze, inoltre Salvi studia, per mezzo delle stampe, Raffaello e le opere classiche. Nel 1629 ha un breve ma significativo alunnato presso il Domenichino, dove ha modo di approfondire la sua inclinazione classicista e neo platonica che traduce in pittura con l'uso di superfici levigate di colore compatto in grado di esaltare l’estatica bellezza dei suoi modelli. Gli anni seguenti vedono Salvi variamente impiegato tra le sue Marche e Roma, col passare degli anni affina il suo fare pittorico ed emerge chiaramente la sua tendenza per un linguaggio ispirato a Raffaello, Perugino e Guido Reni. Tornato a Roma nel 1641, fonda una bottega dove i suoi modelli vengono variamente ripetuti vista la forte domanda di piccoli formati atti alla devozione privata. Le sue opere pure, cristalline ed ispirate al “bello ideale” quale dimostrazione della perfetta bellezza di Dio, riflettono la vita ascetica e semplice che il pittore, fervente fedele, ha condotto. Muore a Roma, in modeste condizioni, nel 1685 e viene sepolto nella chiesa di San Francesco di Paola. L'opera in esame è stata replicata sia dal maestro che dalla bottega, di essa si conosce il disegno, conservato nelle Collezioni Reali d’Inghilterra.

  • Melchiorre Gherardini detto il Ceranino (Milano 1607-1668)
    Lotto 89

    Melchiorre Gherardini, detto il Ceranino (Milano 1607 - 1668)
    San Sebastiano
    Olio su tavola
    Oil on panel
    36,5 x 56 cm

    Il Ceranino, genero e allievo di Giovan Battista Crespi detto il Cerano, cresce sotto l’ala protettrice del Maestro ereditandone la bottega. In un secondo periodo sviluppa una caratterizzazione della sua pittura, assumendo toni meno crepuscolari ed ampliando la gamma cromatica. La nostra suggestiva tavola testimonia il percorso artistico del Ceranino, in essa, il Santo martire mostra le sue radici tardo manieriste e il suo debito verso il Crespi, mentre nella scena di quinta mostra quella pittura sciolta e brillante che lo inserisce tra i maestri del barocco meneghino al pari di: Giovan Battista Discepoli detto lo Zoppo di Lugano, Francesco Cairo e i fratelli Nuvolone, per citarne alcuni.



  • Scuola Olandese del XVII secolo
    Lotto 90

    Scuola Olandese del XVII secolo
    Paesaggio con viandanti e pastori
    Olio su tela
    Dutch School of the 17th century
    Landscape with wayfarers and shepherds
    Oil on canvas
    Dimensioni : 25,5 X 35,5 cm

  • Seguace di Salvator Rosa
    Lotto 91

    Seguace di Salvator Rosa del XVIII secolo
    Anfratto roccioso con eremiti
    Olio su tela
    Follower of Salvator Rosa from the 18th century
    Rocky ravine with hermits
    Oil on canvas
    65 x 50 cm

  • Scuola romana del XIX secolo
    Lotto 92

    Scuola romana del XIX secolo
    Caccia nel bosco
    Paesaggio con ponte
    Due dipinti olio su tela
    Roman school of the 19th century
    Hunting in the woods
    Landscape with bridge
    Two oil paintings on canvas
    43 x 48 cm

  • Scuola Italiana del XVIII secolo
    Lotto 93

    Scuola Italiana del XVIII secolo
    Probabile ritratto di Maria Carolina d'Asburgo-Lorena regina consorte di Napoli e Sicilia
    Olio su tela
    Italian school of the eighteenth century
    Probable portrait of Maria Carolina of Habsburg-Lorraine queen consort of Naples and Sicily
    Oil on canvas
    94x75 cm

  • Scuola Lombarda del XVIII secolo
    Lotto 94

    Scuola Italiana del XVIII secolo
    Ritratto di Rafael de Raimondis canonico di Como
    Olio su tela
    Iscrizione al retro
    Italian school of the eighteenth century
    Portrait of Rafael de Raymondis canon of Como
    Oil on canvas
    Inscription on the back
    114x75 cm

  • Pittore Romano del XVIII secolo
    Lotto 95

    Pittore Romano del XVIII secolo
    Paesaggio con viandanti
    Olio su tela
    Roman painter of the 18th century
    Landscape with wayfarers
    Oil on canvas
    36x28,5 cm

  • Scuola Italiana del XVIII secolo
    Lotto 96

    Scuola Italiana del XVIII secolo
    Ritratto di nobiliuomo con stemma araldico
    Olio su tela
    Italian school of the 18th century
    Portrait of a nobleman with heraldic coat of arms
    Oil on canvas
    100x80 cm

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ARGENTI, DIPINTI, ARTE ORIENTALE ED OGGETTI D'ARTE

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  • 10 novembre 2020 ore 14:30 SESSIONE UNICA (1 - 498)

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