Lotto 138 | Pittore romano, sec. XVIIRITRATTO DI MAFFEO BARBERINI PRINCIPE DI PALESTRINA...

Pandolfini Casa d'Aste - Borgo degli Albizi (Palazzo Ramirez-Montalvo) 26, 50122 Firenze
Dipinti Antichi Prima Sessione: Lotto 1-182
martedì 15 ottobre 2013 ore 15:00 (UTC +01:00)

Pittore romano, sec. XVIIRITRATTO DI MAFFEO BARBERINI PRINCIPE DI PALESTRINA...

Pittore romano, sec. XVII
RITRATTO DI MAFFEO BARBERINI PRINCIPE DI PALESTRINA IN ARMATURA CON IL COLLARE DEL TOSON D’ORO
olio su tela, cm 221x150
al recto numero d’inventario 545 dipinto della collezione Barberini
 
Nell’importante dipinto qui presentato viene ritratto Maffeo Barberini (1631-1685), figlio di Taddeo Barberini ed Anna Colonna, nato a Roma il 19 agosto 1631 ed ivi morto l’11 novembre 1685. Quarto principe di Palestrina, duca di Montelibretti e di Monterotondo, marchese di Corese, signore di Capranica, sposò il 15 giugno 1653 Olimpia Giustiniani, da cui ebbe cinque figli: Costanza sposata Caetani, Camilla sposata Borromeo, Francesco divenuto cardinale, Urbano destinato a continuare la casata e Taddeo sposato Muti.
Maffeo Barberini, effigiato secondo i dettami del ritratto ufficiale a figura intera con una ricca armatura, sullo sfondo di un’architettura e di un paesaggio in lontananza, indossa il Toson d’oro, onorificenza ricevuta nel 1668. Tale elemento costituisce un utile termine post quem per la datazione della nostra opera, pertanto successiva al Ritratto del principe Maffeo Barberini eseguito da Carlo Maratta, conservato in collezione privata, in cui non viene rappresentata l’onorificenza. L’attenzione per la resa aulica dei dettagli e di una puntuale descrizione fisionomica ravvisabile nel nostro dipinto, come in quello eseguito da Maratta, dimostra lo sviluppo di una ritrattistica derivata da Ferdinand Voet (1639-1700 circa) divenuto specialista in tale genere molto in voga presso l’aristocrazia romana.
Il principe Barberini fu inoltre un importante mecenate: commissionò la costruzione della Chiesa di Santa Rosalia a Palestrina (inaugurata nel 1677) e nel 1653 riaprì il Teatro delle Quattro Fontane, dopo che era rimasto chiuso per più di dieci anni. Fu inoltre collezionista di opere d’arte, come molti membri della sua famiglia, e proprietario della raccolta di suo zio Antonio Barberini che comprendeva almeno tre dipinti di Caravaggio.
 
Bibliografia di riferimento: F. Petrucci, Il principe romano. Ritratti dell’aristocrazia pontificia nell’età barocca, catalogo della mostra, Museo nazionale di Castel Sant’Angelo, Roma 2007, n. XXVI p. 80