Lotto 74 | Scuola italiana del XVII secolo

Lucas - Via Nino Bixio 32, 20129 Milano
ARGENTI, DIPINTI, ICONE ED OGGETTI D'ARTE ARGENTI, DIPINTI, ICONE ED OGGETTI D'ARTE
martedì 14 settembre 2021 ore 15:00 (UTC +01:00)

Scuola italiana del XVII secolo

Scuola italiana del XVII secolo

Seguace di Antoon van Dyck (Anversa 1599 – Londra 1641)

Ecce Homo o Uomo dei dolori

Olio su tela

Italian school of the 17th century

Follower of Antoon van Dyck (Antwerp 1599 - London 1641)

Ecce Homo or Man of Sorrows

Oil on canvas 

46 x 36 cm 


L'artista in questione è allievo e amico del pittore Pieter Paul Rubens, dal quale ha appreso la tecnica e in parte lo stile, che poi evolverà su binari caratterizzati da un linguaggio personale.

Dopo la giovinezza trascorsa ad Anversa giunge in Italia, dove compie il rituale viaggio di formazione, caratteristico di tutti i grandi pittori fiamminghi del suo tempo. Nel Bel Paese ha modo di osservare e far propria la lezione dei grandi maestri, nel suo taccuino di disegni compaiono esercizi di copia di opere del Giorgione, Raffaello, Guercino, Carracci, Bellini, Tintoretto, Leonardo e Tiziano suo pittore favorito. Di ritorno dall'Italia, passò in Inghilterra alla corte di Carlo I Stuart, dove si occupò quasi esclusivamente di ritratti. Il suo soggiorno ha avuto modo di lasciare una traccia indelebile della sua arte, soprattutto nella città di Genova, sua prima tappa italiana, dove prende alloggio presso i pittori fiamminghi Lucas e Cornelis de Wael. A Genova opera talvolta con Jan Roos, pittore stabilmente operoso sotto la lanterna e italianizzato in Giovanni Rosa. Prima del suo addio definitivo all’Italia ha avuto modo di risiedere per brevi periodi e esercitare la sua professione a Roma, Firenze, Mantova, Venezia e in Sicilia. Il suo Ecce Homo è un’opera tra le più conosciute, deriva dal medesimo tema del suo amato Tiziano. Il prototipo dell’opera lo troviamo al Barber Institute di Birmingham, o meglio alla versione semplificata di Capodimonte, anche se il nostro Gesù ci appare ammantato. E’ significativo segnalare che in Liguria, nelle varie collezioni pubbliche, troviamo ben quattro copie di questo dipinto