Lotto 53 | GIOGO

Bertolami Fine Art - Piazza Lovatelli 1, 00186 Roma
Web Auction 98 - An Eclectic Collection: Oddities, Curiosities &Wonders sessione unica
giovedì 22 aprile 2021 ore 16:30 (UTC +01:00)

GIOGO

GIOGO

Giogo in pietra, indossato durante l’antico gioco della palla della cultura Meso-Americana, Veracruz (Messico)
500-900 d.C.
40 x 35 x 10 cm
Lotto corredato di attestato di libera circolazione
Provenienza: Sotheby’s, New York, 22.11.1993, Lot. 124. Referenze: Metropolitan Museum (New York), National Museum of Aamerican Indian (Washington, Dc), M.H. De Young Memorial Museum (San Francisco), Museo Nacional de Antropología (Mexico City). Analizzando le incisioni è possibile riconoscere (ad entrambe le estremità del giogo), un guerriero dagli occhi sporgenti, con orecchini e copricapo, le cui parole si proiettano dalla bocca come fossero una pergamena che viene srotolata. Il giogo è inoltre finemente inciso (mediante glittica), con motivi geometrici e decorato sui lati con intagli più profondi. Nella cultura mesoamericana, i giocatori venivano identificati dalla spessa cintura indossata attorno alla vita, descritta come ‘giogo’, il cui nome deriva proprio dalla somiglianza con l’attrezzatura utilizzata in agricoltura. La cintura era probabilmente costituita da legno, paglia e cuoio e a causa della deperibilità dei materiali non se ne è preservata alcuna. Sono stati tuttavia ritrovati alcuni rari esemplari in pietra come quello in oggetto i quali, considerato il notevole peso, si ipotizza che fossero riservati ai cerimoniali che accompagnavano gli incontri. Il gioco della palla era un rituale profondamente radicato nelle culture mesoamericane nonché carico di significati che vanno oltre quelli di un semplice evento sportivo. Il gioco era, di fatto, un metodo per risolvere i conflitti senza arrivare al vero e proprio scontro armato, per appianare le dispute attraverso una gara, anziché attraverso una battaglia, inoltre con il tempo, il ruolo del gioco è andato ad includere anche la risoluzione dei conflitti all’interno di una stessa società. Le partite più importanti erano considerate dei veri e propri riti religiosi e, come tali, pretendevano spesso sacrifici umani, tuttavia anche nelle occasioni in cui non era necessario alcun sacrificio il gioco era decisamente brutale, la solida e pesante palla di gomma, infatti, provocava spesso seri infortuni. Fonti spagnole del XVI secolo raccontano di come alcuni giocatori rimanessero uccisi o gravemente feriti da un colpo di palla ricevuto in punti particolarmente vulnerabili. Nella cultura Veracruz sono presenti le più esplicite rappresentazioni di sacrifici umani durante le partite: ad esempio nei pannelli in rilievo dei campi da gioco a El Tajin. Spesso la vittima prescelta era il capitano della squadra vincitrice, in quanto si riteneva che l’essere sacrificati costituisse l’inizio del percorso per divenire una divinità. Qualche studioso ha ipotizzato che teste mozzate o teschi venissero usati al posto della palla, forse per rivivere la leggenda del “Popol Vuh”, in cui il dio del sole viene decapitato dai malvagi nonni materni (gli dei della morte) i quali utilizzano la sua testa come palla, alla fine del racconto egli se la riprenderà e resusciterà. Si ritiene che la palla rimbalzante raffiguri il sole, e che il sacrificio del giocatore interpreti la morte del sole, preludio per una sua rinascita. Nella sua intrinseca dualità, il gioco appare come una lotta tra la notte e il giorno, o anche la battaglia tra la vita e il mondo sotterraneo. Gli anelli di pietra nei quali doveva passare la palla avevano probabilmente il significato del sole all’alba o al tramonto, oppure all’equinozio. I campi erano considerati porte per il mondo sotterraneo e venivano collocati in punti chiave del distretto cerimoniale. Praticare il gioco della palla vincolava ciascuno nel mantenimento dell’ordine cosmico e nella rigenerazione rituale della vita. Era un gioco di fortuna, abilità e inganni che rifletteva la vita. Lo sforzo di squadra impegnava l’individuo a condividere conoscenze e cultura, rinforzando e reinventando il gioco della vita e il ruolo delle persone nell’ordine cosmico. Un giogo come quello proposto è, quindi, un simbolo eccezionale di una pratica estremamente carica di significati che ha da sempre accompagnato ed influenzato la vita delle popolazioni mesoamericane.