b- "Vedetta veterana"
c- "Fante contadino"
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Lotto 28 | EUGENIO BARONI<BR>Taranto 1880 - Genova 1935<BR>a- "Bersagliere"<BR>b- "Vedetta veterana"<BR>c- "Fante contadino"<BR>1935

Sant’Agostino - Corso Tassoni 56, 10144 Torino
Asta di sculture Sculture
martedì 15 dicembre 2020 ore 16:00 (UTC +01:00)

EUGENIO BARONI<BR>Taranto 1880 - Genova 1935<BR>a- "Bersagliere"<BR>b- "Vedetta veterana"<BR>c- "Fante contadino"<BR>1935

EUGENIO BARONI
Taranto 1880 - Genova 1935
a- "Bersagliere"
b- "Vedetta veterana"
c- "Fante contadino"
1935
a.- H. 70 cm.
b. H. 71cm.
c. - H 70 cm
Lotto di tre sculture in bronzo
-F. Sborgi (a cura di), Eugenio Baroni. 1880-1935, catalogo della mostra, Genova, De Ferrari, 1990, pp.76-82.
-F. Fergonzi, M. T. Roberto, La scultura monumentale negli anni del fascismo. Arturo Marini e il monumento al Duca d’Aosta, Torino, Allemandi, 1992, pp. 127, 129, 131.
-A. Centra, F. De Caria, D. Taverna, Eugenio Baroni e il monumento al Duca d’Aosta, catalogo della mostra, Torino, Collegio San Giuseppe, 2018, pp. 57-68.


Le tre sculture costituiscono gli studi preparatori alle stesse figure presenti nel monumento a Emanuele Filiberto Duca D'Aosta ubicato in Piazza Castello a Torino.

Tutte firmate alla base
Questa è l'ultima grande opera eseguita da Eugenio Baroni, la morte colse l'artista a Genova nel giugno del 1935 e il monumento fu completato dallo scultore romano Publio Morbiducci, designato da Baroni come suo successore.

Il monumento fu eretto per onorare la memoria di Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d'Aosta (1869-1931), passato alla Storia con l'appellativo di Duca invitto, Generale della Terza armata italiana, Maresciallo d’Italia, figure amatissima della prima guerra mondiale perché riscattò l’onta di Caporetto con la presa di Gorizia. Il monumento, (in un primo momento pensato per Piazza Vittorio e solo dopo lunghe traversie destinato a Piazza Castello), fu inaugurato dal re Vittorio Emanuele III il 4 luglio 1937, nel sesto anniversario della morte del Duca.

L’opera è costituita da una grande piattaforma rettangolare sulla quale appoggia un basamento raffigurante una trincea espugnata: al centro è posta una base sulla quale è collocata la statua del Duca, fusa con il bronzo di quattro cannoni nemici. Ai due lati estremi si trovano due cubi di 4 metri intorno ai quali sono disposte otto figure di fanti alte 2,5 m. Il Duca d’Aosta viene raffigurato "soldato fra i soldati", vestito con il cappotto dell'uniforme da generale, lo sguardo fiero, i pugni contratti.

Particolarmente interessanti sono le figure poste ai lati dei due massicci cubi che ornano il basamento, ognuna di esse rappresenta infatti una diversa tipologia di soldato: la Vedetta veterana con moschetto a baionetta imbracciato, il volto oscurato dal cappuccio sul volto; la Vedetta giovane; il Bersagliere con lo sguardo rivolto verso il Duca, il mantello asimmetricamente disposto sul corpo; il Fante che si toglie la maschera, alludendo alle prime armi chimiche; il Fante cittadino, il Fante contadino con il tascapane al collo carico di granate; infine, il Fante ardito e l'Alpino, anch’esso rivolto al Duca, pronto ad obbedire.

In questa sentita rappresentazione delle diverse figure del soldato, come si può notare degli spendidi bozzetti fusi in bronzo, emerge tutta la sensibilità del Baroni, anch’egli milite che aveva conosciuto da vicino l’asperità dei conflitti, il dovere dell’obbedienza, il senso del sacro, pathos che l’artista riesce a trasferire con acuto senso narrativo, dimostrando il dovuto riconoscimento al grande generale ma riservando una vivida attenzione alle figure più umili, vera ossatura dell’esercito.