Asta N. 67 - Dipinti Antichi e del XIX secolo Sessione unica
martedì 22 maggio 2012 ore 16:00 (UTC +01:00)
Zuppiera con coperchio in maiolica a penne d’oro. Bologna, manifattura...
Zuppiera con coperchio in maiolica a penne d’oro. Bologna, manifattura Giuseppe Finck, 1767–1789. Cm 35x26; altezza cm 22.5; rotture alla base del corpo ricomposte in restauro, a vista. La decorazione è eseguita in policromia a terzo fuoco con uno dei più raffinati motivi ornamentali della gamma produttiva di maiolica bolognese nella manifattura Finck: la composizione prevede due penne incrociate e divergenti, unite a rametti fogliati ed un lungo stelo fiorito a linee spezzate che svetta dal mazzo, trattenuti da un nastro annodato alla base. La cromia contrappone l’impiego contrastato di rosso ferro acceso e porpora, uniti ad un bel verde brillante per le foglie; il tutto impreziosito da dorature di ottima qualità. Un filetto bruno delimita gli orli di corpo e coperchio, evidenziati da bordure a merletto in giallo brillante e profilate di rosso. I fondamentali studi di Bertocchi e Liverani (1982), che per primi hanno dato luce ai manufatti bolognesi per decenni scambiati come faentini, pubblicano parzialmente l’unico inventario di fabbrica rinvenuto e risalente al 1796, al tempo della gestione del fratello Leopoldo, in cui è facile riconoscere questo decoro nel motivo indicato a penne d’oro. L’intensa attività della manifattura bolognese non è tuttavia supportata da documentazioni archivistiche esaustive per una disamina completa dell’intero ciclo produttivo e della metodologia applicata alle marcature. Seppure il nostro esemplare sia sprovvisto di marca, alcuni pezzi della stessa gamma ornamentale sono siglati F. in azzurro, tra cui uno appartiene alle Civiche Raccolte d’Arti Applicate del Castello Sforzesco di Milano ed è pubblicato in catalogo (AA.VV. 2001). Gli esemplari di questa tipologia sono piuttosto rari e per quanto riguarda la maiolica in esame si tratta di una delle due sole zuppiere ad oggi note e precisamente quella pubblicata da Saul Levy nel 1964, un tempo in collezione Tullio Silva a Milano. L’altra, anch’essa sprovvista di marca, è riprodotta nella monografia sulle ceramiche bolognesi di Bertocchi e Liverani (1982). Bibliografia: AA.VV., Museo d’Arti Applicate – Ceramiche II, Milano 2001, Tav. 553, pp. 559-560. S. Levy, Maioliche Settecentesche piemontesi, liguri, romagnole, marchigiane, toscane e abruzzesi, 1964,Tav. 200. G. Bertocchi, F. Liverani, Ceramiche bolognesi del Settecento, 1982, Tav. 66.
