Lotto 4 | ARAZZO, FIANDRE, METÀ SECOLO XVII L’eroismo di Muzio Scevola cm...

Pandolfini Casa d'Aste - Borgo degli Albizi (Palazzo Ramirez-Montalvo) 26, 50122 Firenze
Capolavori da collezioni italiane Sessione Unica - dal lotto 1 al lotto 26
giovedì 1 ottobre 2015 ore 19:00 (UTC +01:00)

ARAZZO, FIANDRE, METÀ SECOLO XVII L’eroismo di Muzio Scevola cm...

ARAZZO, FIANDRE, METÀ SECOLO XVII
L’eroismo di Muzio Scevola
cm 410x390

TAPESTRY, FLANDERS, MIDDLE OF XVII CENTURY
The heroism of Muzio Scaevola
410x390 cm

L’arazzo presenta una ricca bordura interamente ricamata con trofei, festoni vegetali e figure: a destra e a sinistra una coppia di putti alati poggianti su basamenti scolpiti a forma di vaso baccellato trattengono nella mano sinistra un alberello, mentre la mano destra è levata verso l'alto, da cui scendono ricchi festoni di fiori e frutta. In alto al centro un ricco cartiglio affiancato da protomi alate, nel cui centro sta l'iscrizione " M.SCEVOLA.ERRATA/CEDE.PROPRIAM.MA/NVM.EXVBIT "; ai margini superiori, tra festoni, sono due aquile. La fascia inferiore infine è decorata con ricchi fregi naturalistici, centrata da un mascherone con figure fantastiche ai lati.
L’episodio storico raffigurato mostra nella parte destra il re etrusco Porsenna seduto in trono e ai suoi piedi il ministro ucciso al suo posto, mentre nella parte sinistra Muzio Scevola, circondato dalle guardie, nell'atto di porre la mano sul fuoco.
Da Tito Livio ( Ab urbe condita , libro II, cap. 12) sappiamo che nel 508 a.C. , durante l' assedio di Roma da parte degli Etruschi comandati da Porsenna , proprio mentre nella città cominciavano a scarseggiare i viveri, un giovane aristocratico romano, Muzio Cordo, propose al Senato di uccidere il comandante etrusco. Ottenuta l'autorizzazione, si infiltrò nelle linee nemiche, e armato di un pugnale raggiunse l'accampamento di Porsenna, che stava distribuendo la paga ai soldati. Muzio attese che il suo bersaglio rimanesse solo e quindi lo pugnalò: ma sbagliò persona, avendo infatti assassinato lo scriba del re etrusco. Subito venne catturato dalle guardie del comandante, e portato al cospetto di Porsenna, il giovane romano non esitò a dire: «Sono romano e il mio nome è Caio Muzio. Volevo uccidere un nemico da nemico, e morire non mi fa più paura di uccidere… Questo è il valore che da al corpo chi aspira a una grande gloria!” E così dicendo infilò la mano destra in un braciere acceso per un sacrificio e non la tolse fino a che non fu completamente consumata. Da quel giorno il coraggioso nobile romano avrebbe assunto il nome di "Muzio Scevola" (Muzio il mancino). Porsenna rimase tanto impressionato da questo gesto che decise di liberare il giovane. Muzio, allora, sfoggiò la sua astuzia e disse: «Per ringraziarti della tua clemenza, voglio rivelarti che trecento giovani nobili romani hanno solennemente giurato di ucciderti. Il fato ha stabilito che io fossi il primo e ora sono qui davanti a te perché ho fallito. Ma prima o poi qualcuno degli altri duecentonovantanove riuscirà nell'intento». Questa falsa rivelazione spaventò a tal punto il principe e tutta l'aristocrazia etrusca da far loro considerare molto più importante salvaguardare il futuro del re di Chiusi piuttosto che preoccuparsi del destino dei Tarquini . Sempre secondo la leggenda, così Porsenna prese la decisione di intavolare trattative di pace con i Romani, colpito positivamente dal loro valore.