Lotto 5 | Gianni Berengo Gardin (1930) - Vaporetto, 1960

Finarte - Via dei Bossi 2, 20121 Milano
Fotografia: ICONE ITALIANE Sessione unica
mercoledì 18 giugno 2025 ore 16:00 (UTC +01:00)

Gianni Berengo Gardin (1930) - Vaporetto, 1960

Gianni Berengo Gardin (1930) - Vaporetto, 1960

cm 30,3 x 40,4 (cm 23 x 29,5 immagine)
Stampa alla gelatina ai sali d'argento, stampata anni 1970/1980
Timbro del fotografo al verso

BIBLIOGRAFIA
Gianni Berengo Gardin, Venise des saisons, Editions Clairefontaine, Losanna, 1965
Gianni Berengo Gardin: Fotografo 1953-1988, Art&, Udine, 1988
Italo Zannier (a cura di), Segni di luce, 3 voll., Ed. Longo, Ravenna, 1993
Gianni Berengo Gardin, Gli anni di Venezia, Federico Motta Editore, Milano, 1994
Roberta Valtorta (a cura di), Pagine di fotografia italiana 1900-1998, Charta, Milano, 1998
Gianni Berengo Gardin (a cura di), Gianni Berengo Gardin, Peliti Associati, Roma, 2001
Gli anni del Neorealismo, Fiaf, Torino, s.d. [ma 2001]
Giovanna Calvenzi (a cura di), Italia, Contrasto, Roma, 2003
Uliano Lucas (a cura di), Storia d'Italia. Annali 20. L'immagine fotografica, Einaudi, Torino, 2004
Gianni Berengo Gardin, Contrasto, Roma, 2005
Paolo Morello (a cura di), Gianni Berengo Gardin: Venezia, Istituto Superiore per la Storia della Fotografia, Palermo, 2006, pl. 51
G. Calvenzi (a cura di), Italia Inside Out, Contrasto, Milano, 2015, pp. 82-83



Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, Genova 1930) aderisce a Venezia al circolo la Gondola, vive due anni a Parigi a contatto con Ronis e Doisneau e collabora con il Mondo. Sostenuto da Romeo Martinez, nel 1964 diventa professionista spostandosi a Milano dove inizia la collaborazione con il T.C.I.. L’anno seguente con Venise san Saisons pubblica il primo dei suoi trecento libri. Innumerevoli le mostre in tutto il mondo e i riconoscimenti come l’Oskar Barnack, il Lucie Award e la laurea honoris causa dell’Università Statale di Milano. Lavora da sempre in analogico in bianco e nero con la Leica. 

Se nella sterminata produzione di un fotoreporter come Gianni Berengo Gardin volessimo individuare le opere che lo hanno reso più famoso, le due qui presentate rientrano fra le prescelte. A ribadire lo stile del grande fotografo, entrambe sono state realizzate cogliendo con lucida rapidità l’attimo fuggente. Un giorno del 1977 in Gran Bretagna vede un’automobile, una classica e anzianotta Morris, posteggiata con il muso rivolto a una spiaggia. All’interno scorge le teste di una coppia e subito capisce che l’immagine suscita curiosità: perché i due se ne stanno lì fermi, che cosa si dicono, che cosa faranno? Si apposta alle loro spalle, mette al centro l’automobile che si staglia su un paesaggio quasi metafisico. Ancor più curiosa la storia della fotografia ripresa a Venezia: abitando al Lido e lavorando nel negozio di famiglia in città, prendeva ogni giorno il vaporetto senza abbandonate la fidata Leica. Improvvisamente un colpo di fortuna con un’immagine gli si forma davanti agli occhi: coglie così la schiena di un uomo che fa da schermo su ci si proietta la finestra posteriore del mezzo moltiplicando la presenza di persone che affollano la scena. 


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