#148: Antiquariato
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Lotto 1 Piccola natività con due angeli, fine 17° secolo h cm 22X16,5 in cornice h cm 34X29 olio su rame Cornice nera ebanizzata e inserti in marmo di Siena, marmo di Verona e agata. Bambino Gesù in bronzo dorato applicato in testa alla cornice e fiori dorati ai bordi.
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Lotto 2 Natività con adorazione dei pastori e angelo in testa al centro , 17° secolo h 55,5X47,5 tempere grasse su legno Pittura veneto-cretese
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Lotto 3 Cristo Crucifero, stazione della via Crucis, 18° secolo cm 42x33 Olio su tavola Minime cadute di colore
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Lotto 4 Cristo Crucifero, stazione della via Crucis, 18° secolo cm 42x33 Olio su tavola Minime cadute di colore
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Lotto 5 Adorazione dei Magi, Venetian painter of the 17° secolo h cm 139X70 in cornice h cm 151X82 olio su tela
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Lotto 6 Madonna con Bambino, 17° secolo h cm 60X30 in cornice h cm 76X55 olio su tela
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Lotto 7 Madonna con bambino, Ovale., Tuscan painter, 16° secolo H cm 29x24, spessore cm 1,5 Olio su tavola Tavola leggermente imbarcata
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Lotto 8 Giovanni Bernardino Azzolino (Cefalù 1572 - Napoli 1645) - Grande dipinto su ardesia, Madonna della pesca con Bambino e S.Giovannino, 16° secolo H cm 144 x148 Olio su ardesia/lavagna Famiglie Maira di Palermo. Presente Experties del Professore Strinati Claudio:
“Il notevole dipinto raffigurante la Madonna col bambino e san Giovannino ( olio su ardesia, cm. 144x148) è un bellissimo esempio di quella pittura su pietra che si diffuse moltissimo in ogni parte d’ Italia tra la fine del Cinquecento e il primo quarto del Seicento. Lo stato di conservazione dell’opera è buono ma un certo oscuramento della superficie ( dovuta anche alla natura del supporto) cui comunque un buon restauro può mettere sicuro rimedio essendo la pellicola pittorica sostanzialmente sana), non impedisce una corretta lettura dell’ opera.
Questa è di ispirazione toscaneggiante, tanto che nelle fattezze della Madonna riprende prototipi latamente definibili come raffaelleschi perchè ispirati a dipinti della tarda attività di Raffaello Sanzio, dipinti che nel corso del Cinquecento raggiunsero fama universale.
Ma se lo stile è certamente di ispirazione toscana, l’opera qui in esame è invece certamente inquadrabile nella grande scuola meridionale del primissimo Seicento che vide attivi pittori insigni anche se oggi meno frequentati dagli studi. Tra questi spiccano alcuni protagonisti della pittura latamente definibile come napoletana. Si tratta di maestri che traggono i propri spunti proprio dall’ambiente toscano e fiorentino in particolare, molto apprezzato nell’ Italia tutta ( in proposito si veda il recente catalogo Meraviglia senza tempo. Pittura su pietra a Roma tra Cinquecento e Seicento, Galleria Borghese, Officina Libraria 2022-2023, a cura di Francesca Cappelletti e Patrizia Cavazzini, molto esauriente sull’argomento) e nel regno di Napoli in particolare. Tra questi pittori uno in specifico è da considerare quale l’autore del nostro quadro, e si tratta di Giovanni Bernardino Azzolino ( Cefalù 1572-Napoli 1645) autore in realtà celebratissimo alla sua epoca e oggi meno noto. Raffinato classicista, finissimo disegnatore e colorista, garbato e tenero nelle espressioni, Azzolino ha avuto una carriera importante svoltasi in vari centri del meridione d’ Italia e ancora vi si conservano di lui opere eccellenti.
Il quadro qui in esame gli spetta certamente e deve essere stato eseguito verso la fine degli anni venti del Seicento come attesta il confronto con alcune opere sue sicuramente datate, come quelle eseguite, appunto sul cadere degli anni venti, per il Pio Monte della Misericordia a Napoli, contraddistinte da quel suo stile solido, magistralmente chiaroscurato e classicheggiante, in modo del tutto simile a quello che si vede nel nostro quadro, qui in esame.” -
Lotto 9 Francesco Zaganelli (attribuito a) (Cotignola 1460 - Ravenna 1532) - San Rocco, 15°/16° secolo h cm 150X61 profondità della tavola cm 2,5 tempere grasse su tavola cuspidata Opera attribuibile all'area degli Zaganelli. Questo delizioso pannello è probabilmente parte di una struttura più ampia atrribuibile a Francesco Zaganelli, attivo in area ravennate. Possiamo fare riferimento alla Santa Lucia dello stesso Zaganelli il cui stile può essere raffrontato all'opera in questione. Molto probabilmente risale al periodo della sua venuta in Veneto, chiamato a Vicenza a dipingere la Madonna della rose; durante questo soggiorno risente degli influssi veneti e sicuramente viene a contatto con le influenze dureriane di cui la nostra opera in qualche modo risente. L'opera può essere datata intorno ai primi anni del '500, in quanto fino al 1509 lo Zaganelli lavora esclusivamente a tempera
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Lotto 10 Madonna con Bambino e Santi, grande pala con cornice centinata, fine 17° secolo h cm 183X126 in cornice h cm 193X141
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Lotto 11 San Bartolomeo, Second half of the 17° secolo Cm 99x70, in cornice cm 106x79 Dipinto ad olio su tela
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Lotto 12 Attribuito Domenico Fetti. Il pentimento di S.Pietro, 17° secolo h cm 55X46,5 Olio su tela.
Il dipinto attribuito al pittore romano di nascita e veneziano di adozione Domenico Fetti, presenta come soggetto principale l'apostolo Pietro raffigurato in un momento di profonda riflessione dopo il suo rinnegamento. La pennellata risulta piena e pastosa con contrasti luministici che fanno emergere una forte influenza di Rubens e Caravaggio. Si tratta di un'icona di pentimento e speranza, che sottolinea la misericordia di Gesù nonostante le debolezze umane. Il "pentimento di San Pietro" è un soggetto divenuto molto popolare nella pittura devozionale, per via dei suoi forti contenuti emotivi che invitano i fedeli a riflettere sull'importanza della confessione e del sacramento della penitenza. Il tema del pentimento fu anche protagonista di dipinto di vari artisti quali il "Pianto di San Pietro" di Guido Reni, e il "Pentimento di San Pietro" di Giovanni Maria Morandi e altri dipinti che catturano l'intensità del momento, con Pietro che volge lo sguardo al cielo e piange le sue lacrime.
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Lotto 13 Il sogno di San Giuseppe, Central Italy 17° secolo h cm 76X99 in cornice h cm 80X104 olio su tela Pittore caravaggesco del secolo XVII dell'Italia centrale.
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Lotto 14 Scena biblica: Vengono mostrati i panni insanguinati di Giuseppe a Giacobbe dopo essere stato gettato nel pozzo dai fratelli, primi 18° secolo H CM 74x100 in cornice h cm 81X117 olio su tela
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Lotto 15 Domenichino (copia da) (1581 - 1641) - Comunione di San Girolamo, 18° secolo h cm 64X49 in cornice h cm 86X75 olio su rame
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Lotto 16 Frate con crocifisso che legge, 17° secolo painter H cm 30x25.5 - in cornice H cm 43x40 Olio su tela
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Lotto 17 Cristo con corana di spine, deriso dalla folla , Southern Italy, 17° secolo h cm 75X62 Olio su tela
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Lotto 18 Salvator mundi h cm 63X49 in cornice h cm 83,5X70
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Lotto 19 Fabrizio Chiari (1615 ca 1695) - Trionfo di Venere, 17° secolo h cm 171 x 176 Olio su tela Perizia del Professore Claudio Strinati: "Il dipinto raffigurante il cosiddetto Omaggio a Venere (olio su tela, cm . 171 x 176) e una copia di altissima qualità nonché in discreto stato di conservazione del celeberrimo dipinto di Tiziano Vecellio (attualmente conservato al Museo del Prado di Madrid) conosciuto abantiquo sia col titolo di Festa degli Amorini (come talora si trova ancora oggi citato) sia con
quello, ben pit famoso appunto, di Omaggio a Venere.
Tiziano lo dipinse per i Camerini di alabastro di Alfonso |d’ Este signore di Ferrara. Costui aveva approntato nel Palazzo Ducale della sua citta appunto una sorta di meraviglioso studiolo per decorare il quale invito alcuni tra i piu grandi pittori italiani attivi al suo tempo, cioè all’inizio del Cinquecento.
E tra questi Tiziano ovviamente spiccava per incomparabile fama e intrinseca grandezza. L" Omaggio a Venere riscosse un successo strepitoso, tanto da diventare uno dei quadri più amati dagli artisti stessi e dai critici d’ arte tanto da essere copiato da molti dei più insigni pittori d’ Europa tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo come Rubens, Reni,Poussin!
La nostra copia, qui in esame, risale probabilmente allo stesso periodo storico in piena fase “neoveneta”, come la chiamo Roberto Longhi nei suoi studi sulla corte estense e il suo enorme influsso. Dunquela nostra copia potrebbe datarsi circa cento anni dopo o poco più rispetto all’originale tizianesco eseguito intorno al 1520, e riferirsi all’ambiente romano che ebbe un vero e proprio culto verso la magnificenza dell’arte veneta quando, nella citta eterna, domino il grande pittore e architetto Pietro da Cortona che, pur toscano, fu devotissimo seguace dei maestri veneziano del Cinquecento. Tra i molti allievi e collaboratori delCortona che si dedicarono con particolare impegno a incrementare con le loro opere questo affascinante gusto veneteggiante a Roma, ritengo sia possibile individuare proprio l'autore della nostra copia.
Valutando la materia pittorica della nostra copia e la qualita eccellente del disegno e di quella che potremmo chiamare una vera e propria reinterpretazione dello stile tizianesco, ritengo che a eseguire il quadro qui in esame sia stato un ben preciso seguace del Cortona. Si tratta del Maestro romano Fabrizio Chiari (1615ca.-1695), un artista lodatissimo al suo tempo, dotto classicista e cultore del gusto veneto come si vede in uno dei suoi capolavori, l'immenso e bellissimo affresco raffigurante la Riconciliazione di Giacobbe ed Esau nella cosiddetta Galleria di Alessandro VII al Quirinale, eseguito negli anni Cinquanta del Seicento.
Mi sembra qui di riconoscervi la stessa mano che ha eseguitola magnifica copia qui in esame, di marcato gusto naturalistico, d ifinissima qualità della materia pittorica e del disegno, prettamente seicenteschi. Un dipinto, in definitiva, di notevole interessestorico-artistico e di eccellente qualità.
In fede, Claudio Strinati"
L'opera è corredata da uno studio sui pigmenti effettuata dalla facoltà di fisica nucleare del professore Paolo Romano, dell'Università di Catania, che certifica la natura dei pigmenti.
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Lotto 20 Morte di Markos Botsaris, 19° secolo h cm 91X146 in cornice h cm 108X164 olio su tela Entro cornice a mezza canna in legno dorato
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Lotto 21 Francesco Monti (attribuito a) (1685 - 1768) - Scena di battaglia h cm 48,5X98 in cornice h cm 78X125 olio su tela
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Lotto 22 Interno con personaggi, Dutch school 17° secolo h cm 37X54 in cornice h cm 49X66 olio su tela
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Lotto 23 Paesaggio portuale con fortificazione e torre, 17° secolo h cm 75X101 in cornice h cm 94X120 olio su tela
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Lotto 24 Cornelis De Wael (Anversa 1592 - Roma 1667) - Capriccio di un porto fortificato con arsenale e personaggi h cm 161X245 olio su tela L’opera in questione è una veduta di una baia portuale con banchina in piena attività dinamica, con mercanti, operai, viaggiatori e arsenale operativo.
Dipinto da inserire nel corpus delle opere di "maniera grande" del pittore Cornelis de Wael.
Possiamo definire questo paesaggio, come un vedutismo a cui fare riferimento con diverse altre opere dello stesso genere: Veduta di porto con galea e velieri olandesi, in asta da Pandolfini-Firenze il 14-11-2017; Scene de derbarquement sur un rivale Mediterranean - Acturial - Parigi- 12-2-2025.
Quantunque non ritroviamo firma dell'autore, se osserviamo il personaggio ritratto a mezzo busto nella parete sotto il torrione potremmo supporre che l'autore ha voluto fare un cameo di se stesso, per l'assoluta somiglianza del personaggio, con l'immagine del dipinto di Anton Van Dyck, che ritrae Lucas e Cornelis ,sembra che dall'alto il pittore stia osservando, per costruire col pennello, una scena teatrale il cui impianto scenografico rende reale, naturalistico.
Il pittore, dall'alto, sta cogliendo un episodio minuto e vivace, colto e fotografato nell'ambiente portuale, con una vivacità formicolante di figure in movimento.
cogliendo il respiro della vita portuale. Le figure sono raffigurate con grande varietà e in movimento, contribuendo alla vivacità della composizione.
Trasmette e costruisce una narrazione di un ambiente realistico, di un respiro spaziale e libero, la cui natura cromatica e' resa più delicata da un luminismo vivo: il cielo sebbene con nuvole scure e minacciose è toccato da un rosato che rende la luce limpida e brillante.
L’aria di mare in lontananza nebbiosa si dilata fino all'orizzonte in un realismo atmosferico.
L'opera mostra i punti inequivocabili della produzione del ns, a partire dallo schema compositivo che nei porti di mare e' sempre simile: promontori e banchina in proscenio, nel cielo sempre nuvole gonfie e mosse e sulla banchina personaggi vari tra cui alcuni orientali con copricapi alla turca dipinti con un punteggiare cromatico delle vesti con tocchi di rosso, blu, bianco e giallo.
L’inserimento di elementi classici quali i due torrioni con le mura fortificate, sullo sfondo un lontano castello e sulla banchina il monumento del Nettuno, sono caratterizzazioni spesso puntuali in tutti i suoi dipinti.
Per le numerose committenze, la sua bottega era organizzata come una vera e propria impresa, popolata da numerosi collaboratori.
Infatti, la maniera assai precisa e puntuale di dipingere le imbarcazioni, lascia supporre l’intervento di Andreas van Ertvelt.
Il dipinto e' un bell'esempio di grande abilità tecnica del pittore fiammingo Cornelis De Wael, anticipatore dei pittori vedutisti del secolo successivo.
ASOR Studio